n8ottobre2008 Spedizione in A.P. 45% art.2 comma 20/b Legge 662/96 Filiale di Bologna Anno XL - Distribuzione gratuita SOTTO LE DUE TORRI All’interno Angelo Taroni macchinista, pittore, scrittore in questo numero editoriale La complessa semplicità cultura turismo solidarietà sport informazione sport Campionati italiani ciclismo DLF il futuro La nuova stazione di Bologna turismo Settimane bianche in Val Gardena lettera alla redazione ...A proposito di elezioni di Franco Cermasi F inita l’estate , finite le ferie si ricomincia a lavorare, l’obbiettivo generale del DLF sono senz’altro le prossime elezioni dei Consigli Direttivi ai vari livelli istituzionali che si svolgeranno nel prossimo Novembre . Probabilmente siamo ad una svolta determinante per la vita del DLF che dovrà adeguarsi a revisioni organizzative, economiche e politiche, portando alla ribalta probabili nomi nuovi con la capacità di coniugare l’esistente con il futuribile per salvaguardare la nostra Associazione dall’oscurantismo e dal puro impegno di distribuzione dei contributi che ancora FS ci destina. Uscendo dal concetto generale, ci caliamo all’interno della nostra Polisportiva e dei relativi Gruppi che la costituiscono. Verranno presentati dei candidati e ci sarà una campagna elettorale, in questo mo- mento non so se l’attuale Consigliere allo Sport sarà ricandidato o meno, pertanto colgo l’occasione per ringraziarla a nome del Gruppo Pesca, del suo impegno profuso in questi anni di mandato. L’impegno sportivo è giustamente sempre più indirizzato verso la realizzazione di attività remunerative:corsi, corsi e ancora corsi, o quantomeno alla ricerca di autofinanziamenti per sostenere quelle manifestazioni istituzionali che sono l’anima del DLF così come lo concepiamo noi vecchi, un esempio più recente è stato il Campionato Nazionale di Calcio per ferrovieri, un altro sarà la partecipazione del DLF/Italia ai Campionati USIC di pesca al colpo, come d’altronde tutte le manifestazioni di altri gruppi così concepite. Per arrivare alla realizzazione di questi eventi i “gruppi” devono impegnarsi a fondo e per farlo c’è bisogno di partecipazione. Oggi la mia personale sensazione è quella di una rilevante flessione dei cosiddetti attivisti nonostante la più ampia disponibilità all’ adesione, in linea di massima i personaggi sono sempre quelli, alcuni si affannano, altri pian piano si adagiano e tutti diventano ripetitivi. Forse mancano gli stimoli ? Se così è, allora evviva le elezioni, questo è il momento giusto per cambiare. Mi rivolgo ai soci più giovani, fatevi avanti candidatevi c’è bisogno di aria fresca che porti con sé la voglia di capire quello che sarà il DLF domani. E’ evidente che l’impegno non deve mancare per chi si propone, non deve essere solo una decisione improvvisa del momentaneo entusiasmo, ma ponderata e con una prospettiva lunga almeno quanto il mandato. Nei gruppi non c’è bisogno di politica o di sindacato c’è bisogno di lavorare con il piacere di farlo vi assicuro che non è difficile, per alcuni viene spontaneo lo si scopre dopo, nel tempo. Personalmente da 25 anni partecipo al Consiglio del Gruppo Pesca, tanti forse troppi, un po’ mi sto adagiando ho bisogno di una sveglia, FORZA FATEVI SOTTO E CANDIDATEVI!!!!. La Redazione… è vero, non è proprio una lettera alla Redazione. Ma noi, che siamo prepotenti ce ne siamo impossessati. Sì lo so, sta diventando un’abitudine quella di “sbattere” il povero Cermasi in seconda pagina, ma Franco non ce ne vorrà perché dopo tutto il suo scritto non tratta di Pesca sportiva se non in quel solo termine di…”pesca al colpo” ( non al polpo?!) dei Campionati USIC (= Unione Sportiva Invero Cacciatori ?), ma di una tematica che appartiene a tutti noi. Per primo le risorse economiche necessarie a far vivere l’Associazione. Per secondo una riflessione sul futuro dell’Associazione stessa alla luce di una sempre più rimarcata inadeguatezza rispetto alle esigenze dei ferrovieri ( sich!) a cui sommario Tempo Libero Sotto le due Torri Autorizzazione Tribunale di Bologna n. 3198 del 4.4.66 Indirizzo: Via Sebastiano Serlio 25/2° Bologna Tel. 0514193180 - Fax 051371905 Editore: Associazione DLF Bologna Direttore Responsabile: Giuseppe Caputo Responsabile Editoriale: Fulvio Saiano Capo Redazione: Pierluigi Gallo Redazione: Valter Serafini, Giuseppe Lizzi, Renzo Pocaterra, Jandos Rossi, Giuseppe Stefanini, Gianfranco Bergami, Mery Migliori, Alberto Venturini, Umberto Romano, Giorgio Cremonini, Paolo Mattarozzi, Giulio Girotti, Paola Becchi. Pubblicità: Tel. 051/4193180 - Fax 051/371905 e-mail: [email protected] Stampa: Futura Press - Bologna Chiuso in tipografia il 10 ottobre 2008 Tirature copie: 11.000 In copertina: La mongolfiera di Angela Taroni Visita il sito www.dlfbo.it Per a posta elettronica, scrivi a [email protected] 2 Franco dà una risposta che è un grido: partecipazione, partecipazione e ancora partecipazione. Semplice, diceva Sherlock Holmes a Watson, ma sentite cosa ne pensa il presidente Bufalieri. Avete capito perché abbiamo trasformato l’articolo in una quasi lettera? Ma perché i due scritti si legano, carissimo Watson! Vi giuro, non succederà più!!. 4 5 6 6 7 8 9 10 11 Le lucciole di Brooklyn Corsi: Judo, tennis baby E... l’ultimo chiuda la corsa Programma podismo Una settimana da ricordare La “zirudèla” di Plan Il ventennale del gruppo escursionistico Pagina goliardica Panzèta racconta Canterbury Informatica Angelo Taroni: macchinista, scrittore, pittore e uomo del DLF 15 16 18 19 20 21 22 23 La poesia La nuova stazione di Bologna Aspertini e Correggio: pittori emiliani in mostra I venerdì del Casanova La tajadela Dimmi dove... Recensioni libri Gruppo filatelici Settimane bianche in Val Gardena editoriale La complessa semplicità S ul quotidiano Interdependent Critical Infrastructures o struttura del DLF “La Repubblica” è in corso da alcuni giorni un dibattito in merito alla politica/Format, al modo in cui una certa classe politica dimostra di poter affrontare i problemi con inusuale scioltezza, facendo credere che la soluzione sia semplice e scontata, al di là del merito e della effettiva complessità: un messaggio di eccessiva e quantomeno strana sicurezza che sembra invece raccogliere apprezzamento in e difficili anni non sono state alla ristrutturazione del 1997, buona parte dell’opinione pub- del tutto recepite, nonostante con lavori interamente autofiblica. Come dire che la com- l’impegno profuso per far par- nanziati, su cui grava un contenplessità, ancorché reale, finisce tecipare ed informare i soci sul zioso con le FS che ne rivendica con l’essere invisa tra i cittadini quadro d’insieme e sui singoli la proprietà; un patrimonio dei e considerata alla stregua del passaggi che hanno investito in ferrovieri che registra oggi un germe della peste. Questa di- questi anni tutto il mondo DLF. calo costante di presenza dei scussione mi ha fatto riflettere E’ sicuramente complesso in- soci ferrovieri ed una crescita, sul nostro DLF. Indubbiamente quadrare la questione patrimo- seppure lenta ma costante, di il DLF di Bologna ha affrontato nio: l’azienda FS, socio fondato- Soci Frequentatori o non soci, notevoli difficoltà ed in molti re del DLF, decide di “vendere” che permette oggi di sostenerne casi si è registrato un “vuoto di le aree dei DLF per fare cassa le spese di gestione e le necesiniziative”. Le ragioni, o meglio e lenire il proprio deficit finan- sarie manutenzioni. Per finire l’analisi del perché, sono state ziario; la soluzione “contratto di con l’Albergo di Senigallia, il cui affrontate nel corso di Assem- affitto oneroso”, con manuten- acquisto ha permesso di mettere blee Ordinarie e Straordinarie zioni ordinarie e straordinarie a a frutto le risorse economiche dei Soci, Seminari, articoli sul carico, oltre alla acquisizione di dei soci del DLF di Bologna (uninostro mensile: strumenti attra- tutte le utenze, scongiura il ri- co DLF proprietario di un bene verso cui si è voluto informare schio di azzeramento dei DLF e esterno al circuito patrimoniale e coinvolgere i Soci. Eppure, le l’alienazione delle strutture Do- FS): un bene conseguito attradomande più ricorrenti da parte polavoristiche, in massima parte verso l’accensione di un mutuo di molti soci DLF sono sempre le vetuste e in alcuni casi soggette con scadenza al 2011, sul quale stesse: Perché le strutture a di- a vincoli architettonici. Ma quali gravano consistenti interventi sposizione del DLF non sono più effetti ha, per una Associazione manutentivi per mantenere alta come “una volta”? Perché non come la nostra, essere costretti la qualità strutturale e logistica. sono funzionali come “una vol- a destinare svariate centinaia di Fra tutte queste immani diffita”? Perché tante trasformazioni migliaia di Euro ogni anno, per coltà, questo Consiglio Direttivo negli ambiti sportivo, turistico e poter usufruire di quelle struttu- è riuscito non solo a garantire culturale? Domande legittime, re che consentono di svolgere le la disponibilità del patrimonio, alle quali abbiamo dato ampie attività ai Soci? Cosa ha dovuto ma ha anche affrontato le tured articolate risposte. Risposte inventarsi questo Consiglio Di- bolenze dei mercati commersì, ma dettagliate e complesse! rettivo e come ha dovuto distri- ciali: l’Agenzia Viaggi IL TRENO Pensando al dibattito sulla po- carsi tra le difficoltà perché il è oggi l’unica struttura di prolitica/format, capisco con pre- patrimonio fosse disponibile e duzione e vendita di prodotti occupazione che le difficoltà e fruibile? E come non riflettere turistici nel circuito nazionale le complessità che questo Con- sulla realtà della Casa Alpina DLF; la nostra struttura di risiglio Direttivo si è trovato sulla di Val Gardena: realizzata a più storazione collettiva si è increstrada in questi otto lunghissimi riprese dal DLF di Bologna, fino mentata attraverso l’acquisto di Ettore Bufalieri del self-service “Casanova”, situato a ridosso dell’area ferroviaria della stazione centrale, fruibile da ferrovieri e soci a prezzo politico. Tutte queste vicende sono state frutto e figlie di problemi molto complessi che questo Consiglio Direttivo ha dovuto affrontare e che oggi possono dirsi virtualmente risolti. Non solo, ma pur sapendo che è una partita difficile ed altrettanto complicata, si sta lavorando per mettere ancora una volta in protezione l’area DLF di via Serlio su cui le FS avevano avviato un percorso di cartolarizzazione. Dopo una lunga e complessa attività, fatta di contatti e confronti con l’amministrazione comunale, sta per concretizzarsi il passaggio della proprietà dell’area DLF di via Serlio al Comune di Bologna, con un formale impegno da quest’ultimo di assegnarne al DLF di Bologna la gestione. Spero che nessuno pensi che tutto questo sia “caduto dal cielo”. La “semplificazione” è dunque questa: negare questi “fatti” per aver ragione a porsi tutti quei “perché” che citavo all’inizio. Si intravede in questo atteggiamento anche una delega deresponsabilizzante per la quale, indipendentemente dalle condizioni, dal come, dalle possibilità, il servizio va dato come “atto dovuto”. Quanta saggezza c’era in mio padre quando, a fronte del mio chiedere “qualcosa”, anche se era nelle sue possibilità “darmela”, al contrario mi spiegava “come dovevo fare per averla”. E poi mi diceva che le cose che si ottengono senza sacrifici, rinunciando a misurarsi con le asperità della vita, finiscono col non avere alcun valore per chi le possiede. 3 curiosità Le lucciole di Brooklyn I l lettore che iniziasse , in modo affrettato a dare un’occhiata a queste righe non deve gridare subito allo scandalo o credere che questo giornale abbia adottato improvvisamente uno stile di pubblicazione ed argomento pornografico. Parlare, qui, di lucciole viene subito in mente il termine di prostituzione, utilizzando l’eufemismo comune o se volete, qualche altro lettore potrebbe collegare il termine con chi accompagna al posto, nelle sale cinematografiche , con la luce di una lampadina per evitare che lo spettatore inciampi nel buio. Anche questo lettore sa che ormai nelle sale cinematografiche si accede all’inizio del programma e si esce alla fine per motivi di proiezione e per abitudini ormai consolidate e che comunque, difficilmente troverà il personale presente ad accompagnarlo data la riduzione dei dipendenti. Ancora nei teatri più impor- 4 di Giuseppe Lizzi tanti c’è l’addetto che accompagna al posto prescelto. Tolti questi elementi tipici del termine “lucciola“ che ogni vocabolario descrive , rimane quello più evidente e che ci ricorda il famoso insetto dei Coleotteri conosciuto per la luce intermittente che emana con l’ultimo segmento del suo addome ed in condizioni particolari di clima e di luce. Il solito lettore starà, a questo punto, voltando pagina, ma gli consiglio di avere un attimo di pazienza perché quello che sto per dire è vero , anzi verissimo. In un mio recente viaggio negli Stati Uniti e precisamente a New York, la megalopoli per eccellenza, il centro del mondo finanziario e politico per l’occidente ma anche forse per l’oriente , nel distretto (borough) di Brooklyn che è come dire una città di oltre 2.800.000 di abitanti all’ interno della N.Y. City, ho visto le lucciole, quelle vere che fanno luce intermittente. Non una o due sporadiche e spaventate e chissà come mai finite lì, bensì molte , tante e non solo nei numerosi parchi di questa zona che, va detto per la precisione non ha grattacieli come Manhattan, l’isola più conosciuta, quella che, per intenderci ha lo skyline più bello e più fotografato. In questa megalopoli di oltre 18 milioni di abitanti, in una superficie di 250 Km. quadrati spiega già il termine con il quale si deve ragionare per capire il fatto. Una città (il termine è improprio) dove le distanze sono enormi ingrandite per noi dalla unità di misure. Il miglio è in realtà pari a 1609 metri e che quando fai 100 miglia hai fatto 160 chilometri e a lungo andare le distanze si sentono. In questa città di metropolitane di lunghissima percorrenza che collegano tutte le zone e di traffico ordinato ma chiassoso e costante, nella città che non dorme mai e non si ferma mai, come dice la pubblicità, e dove puoi trovare , anche di notte un hamburger, un libro e negozi di ogni tipo sempre aperti vivono e prolificano le lucciole.Il quartiere di Brooklyn, per la verità non ha grattacieli importanti, si trovano casette stile vittoria e molte aree verdi, compreso un parco all’ interno di circa 2 chilometri quadrati.Lo spettacolo delle lucciole è meraviglioso e per noi un po’ triste pensando alla situazione dei nostri giardini dove questi insetti sono ormai un vecchio ricordo. C’è forse più rispetto della natura? C’è forse un clima di tipo oceanico che spazza le nubi e la nebbia? L’aria è più pulita, nonostante tutto’? Fatto sta che in quei giardini incontri scoiattoli dalla lunga coda ed anche procioni, astuti e terribili che creano non pochi problemi ai giardinieri. La presenza delle auto è notevoli e la foto che ho scattato a Manhattan lo dimostra.L’edificio è alto sei o sette piani e serve solo come parcheggio di auto che vengono portate ai piani con montacarichi interni.Per meglio sfruttare lo spazio, anche il tetto è occupato da auto parcheggiate! La foto è stata scattata alla 40 st. cioè a circa metà dell’ isola di Manhattan ma non è il solo caso ed unico. Le aree per i parcheggi sono poche e carissime .Circolare a N.Y. con l’auto è l’inferno come da pazzi è girare in bicicletta. Eppure stanno crescendo, ma i ciclisti sono regolarmente muniti di casco. l’associazione POLISPORTIVA DOPOLAVORO FERROVIARIO New musokan a.c.s.d. “Scuola di Judo educazione = Filosofia di vita” www.dlfbo.it - [email protected] CORSI di Ginnastica propedeutica-Pi Qwan Shu (Cino-Hawaiana) CORSI di Judo (Elementare e base 10,12 anni; Judo gioco 6,9 anni) Da Ottobre 2008 a maggio 2009 Nei giorni di martedì, giovedì e sabato dalle 15.00 alle 21.00 e Venerdì dalle ore 17.00 alle 20.00 Sede: DLF Via Serlio 25/2° - Accesso con parcheggio gratuito per auto e moto da via Stalingrado 12 Insegnanti : Pino CUSCINI (7° DAN); Hanshi AISE Collaboratori : Max NOBILE, Chiara BALBONI, Silvia CREMA e Alessandra PROVVISIONATO Per qualsiasi informazione inerenti le quote e l’eventuale iscrizione rivolgersi a: Segreteria DLF, via Sebastiano Serio, 25/2 Tel 051/4193180; Fax 051/4193245; FS 921/3491(fax 3386) POLISPORTIVA OPOLAVORO FERROVIARIO www.dlfbo.it - [email protected] Corsi di Tennis baby (5,8 anni) e sat (8,16 anni) Periodi: 29/9/08 – 31/01/09 e 01/02/09 – 30/05/09 CORSI di Tennis per adulti Periodi: 20/10-29/11; 01/12/08-17/01/09; 19/01-28/02; 02/03-11/04/09; 13/04-18/05; 25/05-04/07 Accesso con parcheggio gratuito per auto e moto da via Stalingrado 12 Sede: DLF Via Serlio 25/2° ; tel. 051/4193253 Quota di iscrizione:Tennis Baby euro 240.00 a periodo; 2 vv a settimana; lez. 1h 20min Tennis SAT euro 280.00a periodo; 2vv a settimana; lez.1h+ 30 min atletica. Tennis adulti euro 120.00 – 160.00 secondo livello; 2 vv a settimana; lez.1 h E’ obbligatorio il tesseramento al DLF: Tessera euro 17,00 Quota iscrizione DLF (anno 2009) (per dipendenti FS, pensionati FS, coniuge di dipendente e pensionato FS, figli di dipendenti e pensionati FS con età da 19 a 25 anni: euro 12,00); (per ragazzi fino al 18° anno di età: euro 6,00) Corsi di tennis 2007-2008 SAT per ragazzi. Maestri Gamberini e Tommasi. La cena di fine corso. 5 l’associazione Una settimana da ricordare di Silvano Beghelli I campionati italiani di ciclismo a cronometro per i DLF di tutta Italia rappresentano sempre una manifestazione allo stesso momento importante e colorita, perchè l’impegno dei partecipanti si mescola con i mille colori che gli stessi indossano. Anche quest’anno, nonostante la lontananza, la manifestazione è stata organizzata infatti dal Dopolavoro Ferroviario di Foggia nello straordinario scenario del Gargano a Pugnochiuso. Il gruppo del DLF si è presentato facendosi onore. Anche la scelta organizzativa logistica è stata azzeccata, infatti mentre Chiapparini e Facchini si sono “sciroppati” centinaia di chilometri alla guida del pulmino carico di armi e bagagli noi altri ci siamo bellamente seduti sui sedili di un bel treno e…via. E del resto non potevamo mica andare in bicicletta: dove avremmo potuto caricare le nostre signore? Quindi dal 15 al 21 di settembre, abbiamo unito l’impegno agonistico ad un intermezzo turistico di tutto rilievo grazie alla gentile disponibilità dei colleghi pugliesi che ci hanno accompagnato e fatto da guida nella visita dei luoghi di maggior interesse: isole Tremiti, Peschici, Monte S. Angelo, Vieste, S. Giovanni Rotondo. Con l’occasione di queste poche righe non possiamo non ringraziarli di cuore. Va bene, ma direte voi, e i risultati ci sono Facchini Giorgio - Ridolfi Paolo - Stanzani Nello stati o no? Ci sono stati anche quelli: Facchini Giorgio (nella foto), che andava più veloce del pulmino che ha guidato, ha vinto in categoria C i due titoli italiani della cronoscalata e della crono in pianura; Ridolfi Paolo (nella foto), che andava come…un treno, un titolo italiano vinto nella crono di pianura della sua categoria più un terzo posta nella cronoscalata; Stanzani Nello ( nella foto), ha ottenuto un terzo posto in cronocoppia della categoria D con altri onorevoli piazzamenti nella stessa categoria di Bombaccini Valter e di me medesimo. E’ stata come al solito una grande bella festa dove la socializzazione e la solidarietà la fanno davvero da padroni. Arrivederci al prossimo anno. E... l’ultimo chiuda la corsa P di Primiano Campodipietro arafrasando la famosa frase “e… l’ultimo chiuda la porta” e cambiando “porta” con “corsa” ecco che si ottiene il titolo di questo articolo. Ma perché questo? La risposta è semplice. E’ solo per raccontarvi ciò che è avvenuto ad un podista del nostro gruppo nell’ultima tappa di una corsa di montagna “LA TRASLAVAL” alla quale il nostro gruppo ormai partecipa in modo più o meno numeroso da alcuni anni (il primo anno è stato premiato come gruppo più numeroso). Era l’ultima tappa denominata “il tappone” che come nelle precedenti edizioni rappresentava quella più dura delle cinque tappe. L’altimetria fornita ai partecipanti non lo invogliava più di tanto a partire, ma l’orgoglio professionale, alla fine gli ha dato la spinta decisiva. I primi chilometri passano veloci, anzi fin troppo veloci (a quel podista viene da pensare che la tappa sia stata accorciata), quando tut- to ad un tratto, ad un centinaio di metri dopo il ristoro ecco presentarsi, in tutta la sua imponenza, il “muro” da scalare. Certamente quel podista non pensava alla partenza di fare una passeggiata, ma quella salita era proprio un “muro”. Senza un attimo di respiro ha percorso tutta la salita (km. 3) in un’ora. Dopo la salita la tappa non era finita: mancavano ancora lunghi saliscendi ma ormai era solo la forza di volontà che lo portava avanti. Altri podisti lo superavano continuamente, l’ultimo lo ha superato a cinquanta metri dal traguardo. Ma lui era lì, soddisfatto di aver portato a termine la corsa e di aver tagliato il traguardo cogliendo di sorpresa anche gli addetti all’arrivo che lo davano tutti per ritirato. A quel podista alla fine dell’intervista gli ho detto: “Coraggio Primiano! Ormai la corsa è finita. Pensiamo bene a quella di quest’altro anno. Vedrai che sicuramente andrà molto meglio”. Programma Podismo Ottobre e Novembre ●● Domenica 12/10 - Ore 9.00 Camminata Campagnola. Partenza da Centro Paese di Longara. Percorsi pianeggianti di Km. 14 - 7 e 3. ●● Domenica 12/10 - Ore 9.30 37° Giro dei tre monti. Partenza dall’Autodromo “Dino ed Enzo Ferrari” di Imola. Percorso collinare di Km. 15.4 - 5 e 2.5. Sezione competitiva di Km. 15.400. ●● Domenica 19/10 - Ore 9.00 Camminata della caldarrosta. Partenza da Montepastore. Perc. collin.di Km.10 e 2. ●● Domenica 26/10 - Ore 9.00 29a Trotterellata. Partenza da Sala Bolognese. Percorsi pianeggianti di Km. 12 - 7 e 4. Camminata della gara sociale. ●● Sabato 1/11 - Ore 9.00 Camminata per Funo. Partenza dal Centro sociale di Via Nuova di Funo. Percorsi pianeggianti di Km. 12 - 7 e 3. ●● Domenica 2/11 -Ore 8.30 e 9.30 21a Maratonina di Calderara. Partenza da Caderara di Reno -Centro Sport. Pederzini. Perc. pian. di Km. 21 - 12 - 7 e 3. ●● Domenica 9/11 - Ore 9.00 30a Camminata La Vallazza. Partenza dal parco “La Torretta” di Molinella. Percorsi pianeggianti di Km. 14,3 - 6,8 e 3. Sezione competitiva di Km. 10 con partenza alle ore 10.00. 6 l’associazione La “zirudèla” di Plan di G. Piazza e E. Pierantoni I n occasione della 15^ Settimana della Cultura tenutasi a Plan di ValGardena dal 30 agosto al 6 settembre alcuni “buontemponi” che tra parentesi si sono anche firmati (una gran bella “faccia tosta”), invidiosi della nostra pagina “ L’angolo della poesia” non volendo essere da meno di poeti e validi cantastorie ci hanno scritto e inviato una “zirudèla” commemorativa che, nell’ambito... dell’esternazione dell’io più profondo e al fine di non provocare traumi irreparabili alla psiche di menti così sensibili, coartata e senza alcuna responsabilità, la Redazione pubblica: Qui a Plan di ValGardena Siamo tutti insieme per la cena Il gran galà degno finale Della 15^ settimana culturale. Vogliamo ringraziare tutti quanti Dirigenti e partecipanti, Il DLF di Bologna che ha organizzato E tutti quelli che hanno lavorato: il presidente Bufalieri che è arrivato proprio l’altro ieri, la direttrice Raffaella sempre pronta, cortese e bella, Antonio consigliere alla cultura Si è dato da fare con premura, Enzo, anche se il tempo favorevole non era Era sempre in posizione ogni sera “Delle stelle non ce n’è Però vi offro lo stesso il vin brulè!” Il bravo Mauro Gamberoni Ci ha accompagnato per i rifugi alpini Lui è un artista della fotografia Alla sera faceva le proiezioni a tutta la compagnia Piazza e Gambero ben han cominciato E tutti i partecipanti hanno allietato. Con la mostra dei minerali Sono stati esposti pezzi notevoli e rari I mineralogisti di Bologna si son fatti notare E tutta Selva li potrà ricordare. Tutto il personale vogliamo ringraziare E’ stato bravo tutte le esigenze a soddisfare. E tutti quanti vogliamo salutare E arrivederci alla prossima settimana culturale. ventennale della fondazione del gruppo escursionistico dlf/bo di Alberto Venturini del Gruppo Escursionistico D omenica 14 Settembre abbiamo festeggiato il raggiungimento del primo ventennio dalla fondazione del gruppo con una piccola escursione, in treno fino a Vergato e da qui a piedi lungo sentieri in zona montagnosa, fino alla meta in località Rocca di Roffeno, presso la casa messa a disposizione per l’occasione dal segretario e guida del Gruppo Tiziano Cremonini che, con l’aiuto dei suoi famigliari, si è prodigato per offrire la migliore accoglienza possibile ai numerosi partecipanti. Non ci sono state benedizioni o riti, a parte il rito della “Grande Grigliata”, modello di Arte Culinaria, ed adeguata bevuta con canti corali tradizionali. Infine è stato distribuito l’opuscolo commemorativo”Il mondo è nostro…a piedi”in cui è riportato il verbale della prima riunione programmatica, avvenuta il 20 Ottobre 1988 ed i resoconti delle escursioni più significative effettuate negli anni successivi, presentati e pubblicati a suo tempo nella nostra rivista “Tempo Libero” a cura di Romano Mellini, da sempre perno dell’organizzazione, fonte di contenuti culturali e memoria storica del gruppo. In quest’occasione Romano ha raccontato alcune cose fatte in passato, che hanno visto il gruppo impegnato in tante significative località in territorio nazionale, ma anche oltre confine; viene da dire lo slogan “dalle Alpi alle piramidi” ma in realtà possiamo dire però” dai Pirenei all’Egeo”. Ora dovremo programmare il futuro con nuovi percorsi degni del passato, per poterne poi parlare in occasione del trentennale, quando ci ritroveremo tutti per un’altra grigliata memorabile. 7 Gli uomini parlano con le donne per andarci a letto, le donne vanno a letto con gli uomini per poterci parlare. (Chifari) A 73 anni diventa porno-attore! A prima vista il giapponese Shigeo Tokuda, che per tutta la vita ha fatto l’agente di commercio, sembra (o meglio sembrerebbe…) un pensionato qualunque, ma in realtà è un porno-attore. “Ho lavorato duro fino a adesso - ha detto - e ora voglio godermela tutta!”. Le partner dei suoi film sono quasi tutte ventenni (n.d.r.: e come dargli torto…?) in onda su Ciao Radio (90.10 FM www.ciaoradio.com) ogni domenica mattina alle 10.00 circa. Rimasto disoccupato, un bel giovane palestrato decide di fare il gigolò, e mette un annuncio sul giornale: “Giovane ben dotato offre maschie prestazioni a signore vogliose: cento euro sul letto, cinquanta sulla poltrona, venticinque sul pavimento.” Ad una vecchietta di ottant’anni, quando legge l’annuncio, non sembra vero: si mette allora la dentiera buona, si taglia i baffetti, preleva cento euro e si presenta subito all’indirizzo del gigolò. Il giovane, quando la vede, prova un profondo disgusto, ma cento euro sono alla fine pur sempre una discreta somma; rassegnato, dice allora alla vecchietta: “Va bene, via, andiamo in camera e facciamolo sul letto!” “Eh no, caro mio - ribatte lei - lo facciamo, si, ma quattro volte sul pavimento!” [MEGLIO “TARDA”… CHE MAI!: ascolta e scarica la canzone, guardandone anche il video su www.goliardico.com (www.myspace.com/goliardico)] curiosità Cina. Niente bagni in treno: tutti con il pannolone! Pannoloni per adulti da indossare sul treno: è questa la soluzione proposta dalle autorità cinesi ai circa 120 milioni di contadini, provenienti dalle vaste zone rurali della Cina, che si sono riversati nelle città per lavorare e torneranno a casa per le vacanze, riempiendo fino all’ultimo centimetro quadrato i treni e rendendo virtualmente impossibile l’accesso al bagno in viaggi che durano spesso oltre 24 ore. 8 turismo Panzèta racconta Canterbury di Valter Serafini D a Piazza Unità, tre pensionati si erano incamminati per via Sebastiano Serlio parlando tra loro dei vecchi tempi. Il “Rosso” fece la cronaca dell’ultimo minuto di una partita di calcio giocata quaranta anni prima, quando lui parò un calcio di rigore permettendo alla sua squadra di vincere un prestigioso Torneo. “Trapano”, (un tempo il play boy del gruppo), rievocò la rocambolesca fuga effettuata dalla finestra della camera di una signora con cui si era intrattenuto, per l’imprevisto arrivo del marito. Fermato poi in strada seminudo dai carabinieri, fu portato in caserma per atti osceni! Il lamentoso “Zigaja”, invece, si dilungò nel raccontare come avrebbe potuto vincere una fortuna al casinò di Portorose, se avesse dato retta al suo istinto, e non a sua moglie! Con questi argomenti, Geoffrey Chaucer non avrebbe mai scritto “I racconti di Canterbury”, ma arrivati al Bar del DLF, i tre amici ripiegarono su Panzèta per ascoltare il suo “Racconto di Canterbury”, sapendolo proveniente da quelle terre. Egli disse d’essersi recato all’AGENZIA VIAGGI IL TRENO del DLF, dove gentili e cortesi ragazze l’avevano messo a conoscenza di tutte le informazioni utili per poter visitare la celebre città della Contea del Kent. Poi, gli confidarono che nei fine settimana La cattedrale d’Estate, una folla di giovani che frequentano i numerosi corsi d’inglese esistenti sia a Londra, che nelle cittadine del Kent, si rovescia su Canterbury creando una inevitabile confusione! Panzèta fece alcune riflessioni economiche, scaartò l’idea dell’Estate per la ressa, e chiese che fosse l’Agenzia Viaggi “Il Treno” a riservare per lui tutto ciò che gli sarebbe servito per il viaggio. E, come sempre, tutto funzionò a meraviglia! Arrivato a destinazione, seppe che la città era stata fondata 2000 anni prima da un gruppo di infreddoliti colonizzatori Romani, che la chiamarono Durovernum, ma che fu il monaco evangelizzatore Agostino a fare la sua fortuna. Nell’anno 597, infatti, fondò la chiesa, e riuscì a battezzare il re Sassone Ethlbert dando origine al primato religioso di CANTERBURY. Dopo uno sguardo alla St Augustine’s Abbey, di cui è rimasto solo un rudere diroccato, Panzèta si diresse in St Peter’s Street, l’arteria principale che possiede l’unica porta rimasta delle sei esistenti della cinta muraria. E’ una costruzione con due torri del ‘300 (la West Gate), ed era la porta d’ingresso in città per i pellegrini provenienti da Londra. Del Sun Hotel, in Sun Street, Panzèta seppe che era un luogo denso di memorie storiche, avendo avuto molti ospiti illustri, tra cui Dickens. Ma fu indubbiamente l’imponente mole della Cathedral, dominante con le sue alte torri in pietra, ad effettuare il richiamo maggiore. Le parti più antiche risalgono al Mille, ma fu ampliata in uno stile di transizione dal romanico al gotico, nei secoli successivi. L’assassinio dell’arcivescovo Thomas Beckett, perpetuato il 29 Dicembre 1170 per mano di quattro sicari, ma per volere del Re Enrico II, mise il Papa Alessandro III nell’opportunità politica di contrapporsi alla Il Sun Hotel di Canterbury Chiesa Inglese. Canonizzò infatti Thomas Beckett a tempo di record, (si racconta che nei primi tempi i miracoli si siano succeduti a ritmo impressionante), e in poco tempo la sua tomba diventò luogo di pellegrinaggio. Il culto di Thomas Beckett crebbe in modo tale, che la Chiesa Anglicana ad un certo punto lo ritenne una minaccia, e nel 1538 Enrico VIII fece distruggere la tomba. Ma per i pellegrini l’intera Cattedrale era ormai diventata “il Mausoleo di Thomas Beckett”, e ogni anno, 2 milioni tra turisti e fedeli, continuano a visitare il luogo dove egli fu assassinato! Se considerate, aggiunse Panzèta agli amici, che l’intera Contea del KENT è cosparsa di autentici gioielli, come il paese di Chilham, amato dalla nobiltà londinese, o come il medioevale Rye, per non parlare poi di Deal, di Sandwich, del capoluogo Maidstone, del vacanziero Bexhill-on-Sea, o di Brighton, noto al mondo per il suo esotico Royal Pavilion, questa è una gita che vale assolutamente la pena fare! Tipica abitazione del Kent 9 informatica Quando si dice la frenesia della vita moderna di Valter Serafini D a non credere! Davvero esagerato venne stimato da tutti i presenti al Club l’angoscioso lamento esternato dal Prescietti, che sconsolato si riferiva all’eccessivo tempo da impiegare per operazioni, a suo dire così semplici, come lo spegnimento o il riavvio del computer. “Possibile che per fermare un ottuso PC si debbano impegnare tre volte il mouse e il dito indice e si debba poi attendere una trentina di secondi per ottenerne l’esito? Come ben sapete occorre: Start Spegni computer Spegni, oppure Start Spegni computer Riavvia. Al giorno d’oggi, mi sembra un’eternità … interminabile.” Pur non condividendo quel tormento, Smanettoni concedeva allora, per rincuorarlo, i suoi suggerimenti, consistenti nelle concrete facili soluzioni che qui riporto, nel caso altri fosse angustiato dallo stessa ambascia ed intendesse proficuamente avvantaggiarsene. Spegnimento del sistema: Tasto destro del mouse sul desktop. Selezionare Nuovo Collegamento. Si apre una procedura guidata che reca la casella “Immettere il percorso per il collegamento”. Digitarvi all’interno: shutdown -s -t 00 (specifico in lettere: trattinos spazio trattinot spazio zerozero). Cliccare su “Avanti”. Si apre un’altra casella: “Immettere il nome del collegamento” con indicato “shutdown.exe”. In luogo di quell’astrusità, potremmo scrivere “SPEGNI” o ciò che più ci aggrada, indi cliccare su “Fine”. Riavvio del sistema: Tasto destro del mouse sul desktop. Selezionare Nuovo Collegamento. Si apre la solita procedura guidata che reca la casella “Immettere il percorso per il collegamento”. Digitarvi all’interno: shutdown -r -t 00 (stessa struttura della nota precedente). Cliccare su “Avanti”. Di nuovo si apre la casella: “Immettere il nome del collegamento” con indicato “shutdown.exe”. Anche qui potremmo cambiargli il nome e, ad esempio, chiamarlo “RIAVVIA” o con le parole che per noi meglio esprimono il concetto. Cliccare su “Fine”. Ecco che ci troveremo sul desk i due collegamenti molto efficaci e veloci, col nome che avremo loro assegnato, ma rappresentati da due icone … prive di personalità. Andremo pertanto a modificarle convenientemente: tasto destro sull’icona da modificare Proprietà Cambia icona. Nella finestra che si apre “Scegliere un’icona dall’elenco”, cerchiamo un’icona che ci piaccia. Ad esempio, per chiudere Windows potremmo usare quella rossa rappresentante un interruttore elettrico e per riavviarlo quella raffigurante una freccia verde rivolta a destra. Devo qui aggiungere subito però che a quel punto della spiegazione s’intromise, allarmato, l’amico Prudenziato: “Attenzione ragazzi! Nel momento in cui chiudete Windows con le sue proprie manovre, quelle canoniche, esso vi chiede e rammenta se intendete salvare i lavori che avete a mezzo, liberandovi spesso dalla tragedia di aver buttato in un attimo ore di lavoro! Di fatto, il comando shutdown chiude effettivamente subito tutto, con un colpo solo, infischiandosi però di ciò che stavate facendo.” Quella precisazione ci portò a considerare meno redditizia, tutto sommato, l’agevolazione presentata e comunque da valutare attentamente. Ci rallegrammo poi per la nostra fortuna di poter ragionare amabilmente fra amici prima di definire anche così piccole scelte, augurandoci di avere in ogni altra occasione altrettanta pronta solidarietà da parte dei nostri vicini del momento ... Tutti i Cittadini possono iscriversi al DLF COMPUTER CLUB. Ci trovate tutti i mercoledì dalle ore 20,30 e il sabato dalle ore 10,00 nel locale sotto la palazzina agenzia Via Stalingrado 12 Email: [email protected] Visitate il sito dell’Associazione: www.dlfbo.it 10 arte E ora parliamo di arte… Proseguiamo dopo aver tratteggiato il profilo artistico di Andrea Bertelli, pubblicato sul n° 6 di “Tempo Libero”,col ricordare la figura di un altro artista che ha operato a lungo nella nostra Associazione e che ha portato lustro con la sua vena artistica al DLF di Bologna. Le pagine da 11 a 14 possono essere staccate e rappresentano una molto umile monografia riguardante l’artista. LA REDAZIONE Angelo Taroni macchinista, scrittore, pittore e uomo del dlf S embra che il DLF sia alla vigilia di novità, non si sa quali, speriamo bene. Nell’attesa di saperlo, ci voltiamo indietro per vedere qualcosa di quel che abbiamo fatto. Le cose grandi, Plan, Senigallia, eccetera, sono sotto gli occhi di tutti. Altre sono meno evidenti. Alcuni anni fa, nel 1999, se ne è andato Angelo Taroni che, dopo trent’anni da macchinista, sindacalista, attivista politico, ha trascorso il resto della sua vita scrivendo, dipingendo e lavorando nel, e per, il DLF. Molti suoi lavori sono appesi ai muri di questi uffici e della Casa Alpina di Plan. E’ sua la copertina ed alcune pagine del libro “I ferrovieri sulle strade ferrate dell’Emilia-Romagna, edito dal DLF. E’ suo, e di Gabriele Bianchi, il piccolo monumento che il DLF ha dedicato ai soci che hanno fatto attività sociale. I più anziani dei nostri lettori ricorderanno forse le “favole di Angiolino” apparse su Tempo Libero. Era un tipo strano, Angiolino, autore di libri non pubblicati, commedie mai recitate, quadri non venduti, malgrado gli apprezzamenti di critici ed intenditori. Un giorno si arrabbiò e si offese quando, fatta una mostra, un visitatore gli chiese le sue quotazioni di mercato. “Una volta mi ero messo a fare acquerelli di paesaggio e li vendevo anche bene – mi disse una volta – ma mi annoiavo a farli e ho smesso”. Secondo i canoni attuali si potrebbe definire un perdente. Ma i suoi lavori parlano per lui come si può vedere da queste poche cose che mostriamo ai nostri lettori. 11 arte A uno di noi ... a un’artista di Renzo Pocaterra C aro Angiolino, a pensaci bene questa è la prima lettera che ti scrivo in tanti anni che ci conosciamo. Che senso ha scrivere ad una amico che sta nella stessa città? Gli telefoni, lo vai a trovare e gli parli, aspetti di incontrarlo, che prima o poi capita sempre. Poi, un bel giorno l’amico se ne va senza lasciare nemmeno l’indirizzo e così hai fatto anche tu. E quando ti manca un amico, tutte le cose che non gli hai detto, o che volevi chiedergli, o che dovevamo fare assieme, ti rimangono lì come un buco che si allarga man mano che il tempo passa. Il fatto è che ti devo anche delle scuse. Stavo rileggendo il tuo libro “ORCHI ORCHESSE ORCHETTI” che ti avevo chiesto perché mi pareva impossibile che non potesse essere pubblicato. E non ti ho mai detto, ma tu l’avevi capito, che il Sommo Esperto di letteratura infantile che avevo interpellato non si è degnato di dare alcuna spiegazione per il suo disinteresse. Mi era piaciuta molto, per esempio, la “STORIA DELL’ORCO IN FERIE” che si chiamava Amilcare e, un bel giorno, stanco di mangiare bambini, si assenta dal suo paese e si reca in incognito in un altro paese, ben lontano dal suo, per sua disgrazia, sprovvisto di orco, tanto che nessuno sapeva più dove mettere i bambini. L’orco Amilcare viene riconosciuto e tutto il paese cerca di farlo rimanere pregandolo di mangiare i propri bambini. “ Caro signor Amilcare – cominciò un signore che pareva più signore degli altri – siamo molto onorati della sua presenza qui con noi come Orco. Il nostro paese un orco non l’ha mai avuto anche perché, pur avendo anche noi molti bambini, essi non sono molto buoni da mangiare, ma se si accontenta, qui noi abbiamo il signor Narciso che è un buon cuoco, ol- 12 trechè poeta. Vedrà come glieli prepara bene. Li vuole arrosto? Lessati? A cotoletta o spezzatino? Oppure a polpette? Faccia lei signor Amilcare e vedrà che sono mangiabili, specialmente se accompagnati da un sonetto del Narciso. A questo punto si sentì una voce: Se si prendon dei bambini Siano grandi oppur piccini E si vuol far cotolette Van tagliati bene a fette O una pentola pulita Se si vuol carne bollita Di bambino cotto a modo Se si vuol bere il brodo Ma se invece ad ogni costo Si vuol fare dell’arrosto Un bambino in condimento Si cucini a fuoco lento. Con le foglie dell’alloro E un bel po’ di pomodoro Un bambino tagliato fino Darà un caldo spezzatino. Te l’ho ricordato perché, dopo tanto tempo che l’hai scritto, magari te lo eri dimenticato. Ecco vedi, leggendo queste cose avevo pensato che avevi esagerato con quella tua benedetta abitudine di ricorrere al paradosso, esasperando i toni fino ad arrivare agli orchi ingaggiati con favolose offerte per mangiare bambini. Tutti quei paesi di bravi e onesti cittadini che fanno a gara nel portare bambini agli orchi, mi disturbavano. Anche le leggende e le favole più strampalate debbono basarsi sulla solida, noiosa realtà di ogni giorno. Ecco perché ti devo delle scuse. I tuoi orchi sono uno zucchero in confronto a quelli veri. Non mi ero accorto che esistono davvero e ci sono, non paesi, ma intere nazioni che fanno a gara a cercare orchi ed offrirgli bambini. Basta andare in una qualsiasi agenzia di viaggi. Pensano a tutto loro. Si chiama turismo sessuale ma è la stessa cosa. Ci sono orchi che vogliono bambini ed altri che preferiscono gli adulti. Qualche volta si trovano orchi anche qui da noi, più di quanto non si creda. E devo dirti che, dove non si trovano momentaneamente orchi, gli abitanti capita che gettano i bambini nei cassonetti dell’immondizia. Naturalmente nei paesi dove i cassonetti esistono, perché non ci sono dappertutto. E poi le fiabe, eccone una col suo bel disegno con un linguaggio tutto loro, si sono sempre parlati. Noi lo sappiamo da lungo tempo e se non siamo mai andati in giro a dirlo è perché i gatti e le scope tengono molto alla loro riservatezza.-“Cosa ci fai tu qui brutta scopa? - disse dunque Simone il gatto. Un po’ per il tono usato dal gatto, un po’che alla scopa dispiaceva essere una comune scopa come tante altre, le venne di LA STORIA DELLA SCOPA E DEL GATTO SIMONE…” Un giorno la signora Rosina salì sul terrazzo della sua casa con la scopa per dare una bella spazzata: era da tanto che non vi si recava, che di pulizia ce n’era proprio bisogno. Ma lassù che fu, ricordò di aver lasciato la pentola sul fuoco, appoggiò la scopa al muretto e ridiscese. Lì sul terrazzo c’era pure il gatto Simone che vista la scopa, visto cioè un intruso in quello che riteneva il suo regno, le disse:”Cosa ci fai tu qui brutta scopa?”, Bisogna subito chiarire che i gatti e le scope, rispondere :”Stai attento che io sono una scopa magica e posso anche volare”. Il gatto Simone cominciò a muovere i baffi, che i gatti a ridere fanno così, e replicò:”Va la che tu mi fai proprio ridere, se è vero che voli fammelo vedere, che, guarda, ci credo solo se vedo”. La scopa si pentì subito di aver detto quello che aveva detto, non sapeva proprio che pesci pigliare, come si dice, ma poi pensandoci disse tra se – ora faccio finta di spiccare il volo poi dico che ho finito la benzina-. Fece un salto infatti, e …meraviglia! Con sua grande sorpresa si trovò a volare arte davvero. Fece il suo voletto lì attorno poi ridiscese e trovò il gatto Simone che era rimasto con i baffi e la coda diritti, chè i gatti fanno così quando sono al colmo delle stupore. Allora gli disse:” Tu non volevi credere, eh? Ebbene se vuoi fare un giretto attaccati al mio manico”. Partirono in volo dirigendosi verso il mare. Come furono sul mare il gatto Simone cominciò ad aver paura perchè, come tutti i gatti, anche lui aveva paura dell’acqua, e allora chiese alla scopa di riportarlo a casa perché a lui sul mare veniva il mar di mare. Fu quindi il momento per la scopa di prendersi la rivincita”:Tu mi hai trattato come fossi una scopa da poco. Ti ho fatto volare e neppure questo ti va bene. A questo punto ti dico che con te non voglio averci più a che fare”. E lo scaricò lì sulla spiaggia. La scopa atterrò sul terrazzo proprio nel momento in cui risaliva la signora Rosina che subito l’afferrò e cominciò a spazzare. Il gatto Simone invece dovette ritornare a casa a piedi e si stancò tanto, ma tanto che dovette subito andarsene a letto dove si acciambellò per una bella dormita come fanno i gatti. Non si videro mai più perché la signora Rosina comperò una scopa nuova che secondo lei spazzava meglio, e il gatto Simone quando la vide pensò che alle scope era molto meglio non dare troppa confidenza. Semplice e fantasiosa. Oltre a farti le scuse, ti voglio raccontare che sono passato dal Dopolavoro Ferroviario ed ho trovato i tuoi quadri sempre al loro posto. Il COBOLDO è in segreteria vicino alla scrivania della signorina Nadia che è arrivata prima che tu partissi, e allora le ho raccontato del tuo periodo buio, nel quale dipingevi in acrilico quegli indimenticabili incubi grotteschi che non si possono appendere al muro se non si vuole essere buttati fuori di casa. Un tuo Coboldo ce l’ho anch’io. L’ho tolto dal cassetto e lo sto guardando. Ha un occhio penzoloni e lacrimante che mi sembra il mio quando mi è venuta la paresi facciale. E ci sono tante straordinarie invenzioni in questo Coboldo che non avevo mai notato. Mi toccherà appenderlo. Più passa il tempo e più apprezzo le tue cose. Vicino al Coboldo, nella vetrinetta, c’era anche un copia dei “FERROVIERI SULLE STRADE FERRATE DELL’EMILIA ROMAGNA”, con la tua copertina e alcune tue pagine dalle quali si capisce bene, se ce ne fosse bisogno, che quando ti andava eri anche un uomo di penna, serie e rigoroso come quando portavi le locomotive e facevi l’attivista politico e il rappresentante sindacale. Un esempio: “Partiti da Monselice dopo il rifornimento d’acqua, transitammo da S.Elena d’Este e raggiungemmo il ponticello di Stanghella: di qui, mentre imperversava un temporale, il treno accelerò la corsa per affrontare l’erta del ponte sull’Adige, oltre il quale c’è la stazione di Rovigo. Appena superato il piccolo scalo merci di Stanghella scorsi, incredulo, a malapena una sagoma scura (l’orologio segnava le ore 21) – a quei tempi la dirigenza aziendale sosteneva che i fanali delle locomotive servivano per essere visti e non per vedere ! – e un istante dopo risuonò un fortissimo e assurdo rintocco di campana seguito dal deragliamento della locomotiva: sobbalzi, inciampi, urti, potenti vibrazioni, come il rotolare di massi da una montagna che si sgretola. In quella manciata di secondi ricordo che chiusi il regolatore a spadone, azionai il freno a vapore ( inutilmente perché oltre ad agire solo sulla locomotiva deve essere preventivamente riscaldato), ed infine strinsi il freno continuo, il quale, per la rottura immediata dei tubi, aveva già fatto tutto da solo. Un comportamento inconsulto, si potrebbe dire, ma 13 arte in realtà si tratto del percorso istintivo della mano sinistra, che si staccò dalla maniglia del regolatore sulla quale è normalmente posata quando la locomotiva è in marcia. Qualcuno mi disse, poi, che il treno aveva percorso in svio ben 91 metri! In quei pochi secondi pensai a casa, ai miei e alla mia sorte con un senso di rassegnazione e, stranamente, non provai paura. Il fuochista si levò dal sedile e credetti che volesse gettarsi dalla locomotiva, ma desistette, anche perché il tender saltava come un arrabbiato trasformando gli scorrimano in ferro omicida, e si rimise a sedere guardandomi con occhi grandissimi e neri. Io mi aggrappai ad un tubo, scottandomi, mentre i pesanti attrezzi del tender piombavano in cabina; una lampada si ruppe con uno schiocco, la sabbia per la pulizia della tubiera uscì dal contenitore con l’imbuto in volo oltre il tettuccio. Ci raggiunsero spruzzi di acqua e nafta. Poi finalmente!, la locomotiva si arrestò, impuntata come una vanga infissa nel terreno; nell’aria 14 c’era un forte rumore, il quale, però, non sovrastava il pianto della turbo-dinamo. Io e il fuochista uscimmo, alquanto ammaccati, fra i rottami degli corrimano e della ribalta del tender: una tasca della mia giacca rimase impigliata in un ferro sporgente,e là restò. A terra, il fuochista, come improvvisamente sgelato, battendo le mani (uno scherzo dei nervi) iniziò una specie di danza con cantilena:”Oddio guarda, guarda la macchina, oddio guarda…”. Solo allora mi resi conto che il forte rumore giungeva dal forno, dove la combustione era spinta al massimo; poi, come una cannonata, scatto la Coale con il suo violento soffio (valvola di sicurezza della caldaia) ed io, come avrebbe fatto qualsiasi macchinista, pensai che si doveva salvare il forno. Risalii in cabina, strappandomi i pantaloni: l’iniettore di sinistra funzionava ancora, quindi potei mandare acqua in caldaia; con una chiave picchiai sul comando della nafta riuscendo a liberarlo, e spensi la fiamma; fermata la turbina e bloccata la pompa dell’aria, che sembrava impazzita, lasciai la cabina. Venimmo avvolti da un silenzio assurdo ed improvviso. Ci richiamò alla realtà un lamento che proveniva dal bagagliaio che stava con le ruote all’aria: dentro c’era il capotreno! Con un po’di lavoro aprimmo la porta del bagagliaio: il collega, fortunatamente, era illeso, ma molto stordito; lo tirammo fuori. Nello stesso tempo mi resi conto che lo svio aveva spazzato tutto il piazzale della stazione, tre binari in sicurezza fissato su una traversa marcia.” tutto: se il segnale di protezione dell’altro binario di corsa, il pari, era verde la via libera poteva far piombare un treno trasformando in catastrofico un incidente già molto grave! Corsi verso il segnale, che vidi con mio grande sollievo acceso sul rosso. Superando rottami vari, raggiungemmo la stazione, assicurando l’allibito capostazione che non vi erano vittime; unico contuso il frenatore di coda, che aveva un voluminoso bernoccolo in mezzo alla testa e del quale neppure si era accorto ( stava nella sua garitta, imperterrito, come se nulla fosse accaduto). Tutta la notte rimanemmo sul posto. La causa del disastro? Due carri vuoti in stazionamento nello scalo merci vennero spinti dal fortunale sul binario di corsa dopo aver divelto lo staffone di DLF, le mostre, il monumento che sta nello slargo dopo la pista di pattinaggio, fatto insieme ai partecipanti al corso. Nel vecchio DLF mi f piacere dirtelo, tutto quello che hai fatto è ancora lì e funziona. Gabriele Bianchi è l’animatore dell’Officina dell’Arte e fanno cose molto belle. Solo gli ultimi arrivati non sanno chi sei e questo è soprattutto colpa nostra. Per rimediare abbiamo pensato di illustrare nel nostro giornale, al quale anche tu hai collaborato, una parte delle tue creazioni. In particolare le cose che hai fatto per il DLF. Per metterci tutto, un giornale solo non sarebbe bastato. Ma il meglio è nemico del bene. Le tue cose sono sempre vive, e belle, e danno emozione. Siamo certi che ti farà piacere che escano fra la gente per indurre, attraverso la burla, alla riflessione. Anche le tue locomotive danzanti ci sono tutte al Dopolavoro. Belle, festose, leggere che danno allegria e fiducia nella vita con quelle bielle fuori posto, il fumo di tutti i colori tranne il nero, le bandiere, i vasi da fiori e i pennacchi posti per ogni dove. Avevi incontrato l’Alda, ti eri rasserenato ed avevi ripreso a lavorare con lo spirito del fanciullino. Le mongolfiere, i limmerick, la patafisica, i corsi di arti figurative dell’Offcina dell’Arte del (continua nel prossimo numero) cultura I séggn di An Di Gastone Vandelli Un èter dé al s’n’è andè vi tranquéll, mànter i lampion i s’impéiien par la strè e d’là dai copp, so el culén in lontananza, el i én cumpèrsi el prémmi lus dla sira. In sta cusénna duv t’pas el tau giurnét (al bàter dl’arloii so la cardànz l’accumpagna al ripéter di tu gèst) at guèrd indaffarè curva tra i piàt, so la tèvla ch’l’an ha né sèl, né vén, a misurèr par mé la mègra zanna. A pans a ètri zann, a ètri sir, quand par nuètr elfiurévn ètri stasàn. Arcord che i svanéssen in un mumànt, quand a guèrd so la tvaia el mi medgén. Incù, che i séggn di An e di dulùr i fan sénter al pàis dal tamp passè, che a dag di èter valùr al cos dal mannd e che a la vétta a dmand saul l’essenzièl, am basta che tè et strécca la mi man e al to respir al sfigura la mi faza, quand t’taurn a dirum:- A stan ban, insamm. I segni degli anni Un altro giorno se ne è andato tranquillo, mentre i lampioni si accendono per la strada e da sopra i tetti, sulle colline in lontananza, sono comparse le prime luci della sera. In questa cucina dove passi le tue giornate ( il battere dell’orologio sulla credenza accompagna il ripetere dei tuoi gesti) ti guardo indaffarata curva tra i piatti, sulla tavola che non ha né sale, né vino, a preparare per me la magra cena. Penso ad altre cene, ad altre sere, quando per noi fiorivano altre stagioni. Ricordi che svaniscono in un momento, quando guardo sulla tovaglia le mie medicine. Oggi, che i segni degli Anni e dei dolori Fanno sentire il peso del tempo passato, mi basta che tu stringa la mia mano e il tuo respiro trasforma il mio viso, quando tu torni a dirmi:- Stiamo bene, insieme. 15 il futuro Ecco la nuova stazione di Bologna di Giuseppe Stefanini L’ attendevamo da lungo tempo (più o meno 20 anni!) e ora finalmente sappiamo come si presenterà la nuova stazione ferroviaria di Bologna. È quella progettata, come sapete, dallo studio dell’architetto giapponese Isozaki che è risultato vincitore, con giudizio unanime, del concorso indetto l’anno scorso dalle Ferrovie dello Stato. Una curiosità: Isozaki è un allievo di Tange, quello delle “torri” della zona Fiera, quasi a stabilire una continuità di interesse, di sensibilità giapponesi nella risoluzione dei nostri problemi architettonici e urbanistici. Sì anche urbanistici, perché da sempre la nuova stazione si era pensato dovesse essere una “ricucitura della maglia urbana” fra centro città e Bolognina, ora interrotta dal “fiume di binari”. I criteri di progettazione Oltre che essere una “stazione ponte”, ovvero con varie entrate e percorsi al suo interno, è stato scelto di limitare l’altezza dei nuovi edifici di stazione a 20 metri, più o meno come quella dei fabbricati già esistenti. Sì perché la stazione esistente, quella storica che risale a fine ‘800 (con ampliamenti e ricostruzioni del secolo scorso), rimarrà, come pure verrà mantenuto, anche se completato con una copertura vetrata, quella dell’edificio d’angolo in pietra a vista (decisamente brutto) che sta fra via Pietramellara e il ponte di Galliera (per intenderci l’ex dormitorio). Ovviamente subiranno un profondo restyling per integrarsi con la parte veramente nuova, costituita da un grande parallelepipedo (chiamato già da qualcuno “scatolone”)formato da pareti vetrate verticali e lucernai e quindi di estrema luminosità interna e adatto anche, con opportuni “pozzi luce” ad illuminare i piani sotterranei. Le sue dimensioni saranno notevoli: 16 120 metri di larghezza (come la stazione attuale) e 270 metri di lunghezza, e comprenderà per una larghezza di 40 metri verso via Carracci, la nuova stazione A.V. (Alta Velocità) che è già in corso di costruzione in quell’enorme vascone che, sovrastato da quelle due enormi gru, attira tanto l’attenzione della gente che passa sul ponte di Galliera. L’alta velocità e i tre nuovi livelli sotterranei. Sul fondo di quel vascone, al livello inferiore di -23 metri viaggeranno i treni veloci, che disporranno di 4 binari. Al secondo livello sotterraneo (-15 metri) si troveranno invece i servizi per i viaggiatori, con aree attrezzate per la sosta/attesa, caffetteria, ecc… Nel primo livello interrato (-7 metri), sono previsti i percorsi urbani e gli attraversamenti e per, il traffico veicolare, la possibilità di portare ai treni i passeggeri, con posti auto per brevi soste ( dei parcheggi veri e propri ne parleremo dopo). I treni regionali, metropolitani e il “people mover” avranno poi a disposizione tutti i binari in superficie. Gli accessi Come detto, per non essere più una barriera, la nuova stazione avrà più accessi e sarà in grado di contenere anche percorsi urbani. Viene quindi mantenuto come accesso principale quello della attuale stazione, che beneficerà però di una piazza più vivibile (via Petramellara sarà interrata), accessibile solo da mezzi pubblici e taxi. Dal ponte di Galliera ci sarà poi ampio accesso per/da i treni e per un percorso che porta in via Fioravanti, ai nuovi Uffici Comunali. Sempre con ingresso dal ponte i taxi potranno scendere nella zona di partenze/arrivi (chiamato dagli architetti “kiss and ride”). Da via Carracci poi la stazione si presenterà con una serie di aperture quasi continue, solo di notte chiuse da cancelli. Per la comunicazione fra i vari piani ci saranno complessivamente ben 44 scale mobili e 23 ascensori. I sottopassaggi fino a via Carracci saranno 4. Comunicazioni dirette con la stazione ci saranno anche fra l’ampio parcheggio auto sottostante l’area dei Salesiani e quello che verrà ricavato sotto la piazza della Stazione contestualmente all’interramento di viale Pietramellara. I servizi per la città La stazione di Isozaki ( per la verità era richiesto nel bando di concorso) non sarà destinata solo a persone in transito, ma conterrà anche “frammenti di il futuro città”, ovvero luoghi di incontro e cultura mete anche per i cittadini. Così avremo, nell’area del fabbricato d’angolo in pietra a vista, un complesso di sale polivalenti che potranno ospitare conferenze, convegni, cinematografi e, se intercollegate, un auditorium con capienza di mille posti. Negli ultimi due piani superiori, vi sarà poi un albergo. Poi, praticamente in linea con via Fioravanti, sorgerà un palazzetto dello sport capace di trecento posti. Una centrale termica, che riutilizzerà in buona parte i rifiuti, contribuirà, assieme a estese superfici di pannelli solari e fotovoltaici, a soddisfare le esigenze energetiche del complesso della stazione. della vecchia stazione (con scale mobili, ascensori, ecc…); la costruzione dei tre nuovi livelli, ecc ecc… I tempi di realizzazione. Beh, per vedere i fabbricati fuori terra dovremo avere pazienza e aspettare il 2014. Il progetto esecutivo verrà infatti completato entro l’inizio del 2011, e del resto solo nel 2011 verrà coperta la stazione interrata, ovvero vi sarà la “piastra” sopra cui verrà elevato, in 36 mesi, lo “scatolone” di luce. Da qui al 2011 ci sarà però da fare tantissimo: l’interramento di via Pietramellara; il restyling Conclusioni Fra le cose da fare ho elencato solo alcune di quelle “materiali”. Non ho parlato di quelle, altrettanto importanti,di informazione e confronto che dovranno affrontare gli Enti che governano questa grande opera, che per la città di Bologna, come avrete capito, costituisce un mutamento epocale. È adesso, all’inizio del processo di definizione del progetto della stazione, della “città della ferrovia”, che i lavoratori e i cittadini devono essere informati e interpellati. Solo così la trasformazione di un luogo, un progetto urbano può veramente incontrare le esigenze della gente. Mi sembra comunque che Ferrovie e Comune siano perfettamente allineati al riguardo. Vengo informato infatti che all’inizio di Dicembre, in Sala Borsa, si terrà un convegno specifico sulla stazione di Bologna che inizierà a portare alla cittadinanza quelle informazioni più dettagliate, indispensabili per iniziare la discussione, l’approfondimento e il confronto. Il DLF manterrà la gestione dell’area di Giuseppe Stefanini I l 24 settembre scorso, nella Sala Gialla del DLF, si è tenuto un interessante convegno che ha riguardato l’importante momento di trasformazioni urbanistiche che sta interessando Bologna ed in particolare la “Città della ferrovia” come è stata definita quella parte di territorio urbano che comprende spazi strategici e progetti di alto profilo ( nuova stazione, fiera, sede universitaria, people mover etc) che valorizzeranno Bologna come centro di una rete di trasporti, e di attività, locali ed internazionali. Larga la partecipazione di esponenti politici locali (Merola e Mazzanti) dei Segretari Regionali di CGIL, CISL , UIL e ORSA, di dirigenti delle FS ( Stanzani e Cifaliello). Moderatore è stato il nostro presidente Bufalieri. La discussione, dopo l’elencazione veramente impressionante, dei progetti che si stanno incrociando, si è concentrata dapprima sulla nuova stazione. Al riguardo le preoccupazioni e le richieste sindacali si sono manifestate nei confronti della sicurezza dei cantieri (verranno istituiti, è stato promesso, comitati per la Sicurezza con gli enti interessati) e della necessità di avere spazi consoni per chi lavora in stazione e per i loro servizi, anche nel tempo così prolungato di apertura cantieri. Interessantissima per il DLF è stata poi l’esposizione dei modi e dei tempi in cui la proprietà dell’attuale area ferroviaria a lato di via Serio passerà al Comune. L’assessore Merola ha ricordato che una volta definito dal progetto vincitore del concorso per la Nuova Stazione l’utilizzazione delle aree ferroviarie che vanno da Ravone alla porta di Mascarella, sarà ora possibile procedere alla compilazione del Piano Operativo Comunale ed alla valorizzazione delle aree dimesse, consentendo così la formazione di nuivi quartieri residenziali e quindi alla mobilitazione di risorse economiche. Saranno proprio queste risorse che consentiranno al Comune di acquisire l’area ora in uso al DLF, presumibilmente nella prossima primavera. L’assessore Merola, ed anche il presidente del quartiere Navile Mazzanti hanno poi concordato sulla necessità di mantenere il DLF come perno della futura gestione dell’area con l’eventuale integrazione di altri attori per specifiche attività culturali (cinema, creazione di archivi sindacali cittadini etc.). In particolare Mazzanti ha insistito sulla necessità di fare chiarezza circa la responsabilità della pulizia e manutenzione in genere del parco,che, col passare del tempo diventeranno sempre di più onerose e indispensabili. 17 cultura Aspertini e Correggio: pittori emiliani in mostra di Renzo Pocaterra AMICO ASPERTINI A Bologna dal 27 settembre 2008 all’11 gennaio 2009 A Bologna, nelle sale del Rinascimento della Pinacoteca Nazionale, per la prima volta Amico Aspertini (Bologna 14741552) avrà l’onore di una rassegna che vedrà riunite quarantotto suoi dipinti provenienti dai musei di tutto il mondo. Vi saranno anche una cinquantina di opere di pittori suoi contemporanei dai quali egli trasse ispirazione: Costa, Francia, Raffaello, Lotto, Filippino Lippi e soprattutto Durer. Nella scena artistica del primo Cinquecento italiano, dominato dalla tendenza al classicismo, “all’armonia senza tempo”, Amico Aspertini si distinse per una sua personale ribellione. Per primo in Italia fece largo uso del grottesco. I suoi santi hanno visi grossolani e rincagnati, le madonne non sono dolci e soavi, hanno il viso segnato dalla vita. “Capriccioso e di bizzarro cervello” fu definito dal Vasari il nostro Amico. Le sue figure strane, con i visi asimmetrici e le teste a uovo, sono viste come ribellioni ai modelli convenzionali. Era ambidestro, in grado di dipingere usando contemporaneamente ambedue le mani. Visitò Roma e ne ritornò con raccolte di disegni, immagini finite poi nei suoi paesaggi e in riquadri e tarsie con le quali era solito animare le sue composizioni. Bologna è ricca di opere dell’Aspertini e pertanto la mostra prosegue con il giro dei suoi capolavori cittadini: in Pinacoteca, nella Cappella di Santa Cecilia, in via Zamboni, in San Giacomo, San Martino e in San Petronio dove, oltre che i dipinti, possiamo ammirare anche le sue sculture poste nelle porte laterali. E’ possibile inoltre visitare gli affreschi da lui dipinti della Rocca Isolani di Minerbio, restaurati per l’occasione e solitamente non accessibili. ANTONIO ALLEGRI DETTO IL CORREGGIO A Parma dal 20 settembre 2008 al 25 gennaio 2009 – Galleria Nazionale – Camera di San Paolo - Cattedrale – Chiesa di San Giovanni Anche in questo caso si tratta di un grande non pienamente riconosciuto ed anche qui la mostra è distribuita in vari luoghi della città di Parma dove ha maggiormente operato. Pittore di seduzione che ha preso da Dosso Dossi e da Leonardo ma che ci ha messo del suo con grande sensualità anche nell’arte sacra. Una per tutte l’Assunzione della Vergine, nella cupola del Duomo, definita stupefacente e scandalosa. Stupefacente per quegli effetti scorciati che accentuano illusionisticamente e ulteriormente l’altezza della cupola; scandaloso per quell’agitarsi incessante di gambe, glutei, braccia, quasi fossero adolescenti che cerchino di tenersi a galla sospesi nel gran vuoto della navata, ma a vista sul popolo dei fedeli con gli occhi all’insù.Tutto questo lo potremo vedere da distanza ravvicinata grazie ad una speciale impalcatura dotata di ascensore che ci porterà a 25 metri di altezza e lo stesso avverrà per la cupola della chiesa di San Giovanni Evangelista. Due possibilità che, da sole, valgono il viaggio ed il prezzo del biglietto. 18 ristorazione IL DOPOLAVORO FERROVIARIO DI BOLOGNA con il patrocinio del Quartiere PORTO organizza presso il locale CASANOVA una rassegna musicale denominata “I Venerdì del Casanova” Tutti i venerdì di ottobre 2008 dalle ore 19.00 alle ore 21.00, oltre ad ascoltare musica di qualità con affermati musicisti bolognesi e non (vedi locandina), si potranno gustare ottimi aperitivi e stuzzicherie. Free service aperto dalle 11,30 alle 14,30 ConvenzionatoBologna con i principali Tickets Convenzione con SMART via Milazzo 24/A CARD FS tel. 051 521660 fax 051 371905 [email protected] Free service aperto dalle 11,30 alle 14,30 Viale LI IRO CA ON M Via d BELLO PO RTO ei M Giardi ni Monta gn ola Via IR NERIO Via MAR ILLE I SC GR NI NTE del RA I AM Via INZO CON I Via MELLA LDRIN Via Via Via D PIETRA Via BO A I RA LDRIN Via de ll’INDIP ENDENZ Via BO STAZ ION CENTR E FS ALE ALLIE PIE DOLA A TR le Via L ME Via M RA LA GI Via G MPEG MO VI CA AMEN Via BO ATTEOT TI Disponibile anche per feste private, cerimonie, compleanni, ecc Via Convenzionato con i principali Tickets Convenzione con SMART CARD FS I Disponibile anche per feste private, cerimonie, compleanni, ecc BOLOGNA - Via Milazzo 24/A - Tel 051 521660 - Fax 051 371905 [email protected] 19 informazione La tajadela (la storia di ieri che ritorna) di Valter Serafini A Bologna, nel 1538 il problema sicurezza era dibattuto più o meno come ai nostri giorni. A quel tempo non vi erano gli stranieri di oggi, ma camminare per la città tra mendicanti, persone equivoche che vivevano di espedienti, e brutti ceffi che operavano ai margini della legge, non era rassicurante. Lo Stato Pontificio, a cui apparteneva la città, varò così un Provvedimento teso a fare un bel ripulisti di questa gentaglia. Per dare subito l’esempio, fece arrestare una cinquantina di sfaccendati costringendoli ad andare a remare sulle navi della Marina Papale. La notizia fece molto scalpore, perché tutti sapevano che su quelle navi, una volta saliti, era difficile ridiscendere, ... se non da morti! Spaventati, chi non poteva dimostrare d’avere un lavoro fisso, capì che era saggio cambiare aria fuggendo dalla città a gambe levate! Ci fu però un effetto imprevisto pro- vocato da quel Provvedimento! Infatti, trascorso un po’ di tempo, in città non si trovava più chi fosse disposto a svolgere i lavori umili, e i lavoretti saltuari, creando un forte disagio nella popolazione, tanto che le Autorità, si videro costrette a revocare il Provvedimento! Che sia il caso di meditare! DUSE/CRAL ABBONAMENTO A 9 SPETTACOLI Sottoscrizione abbonamenti presso la SEGRETERIA DLF Tel. 051/41.93.180 oppure presso la biglietteria del Teatro, muniti della tessera DLF valida in corso d’anno: Platea ridotto Euro 128,00 anziché Euro 179,00 Prima Galleria ridotto Euro 102,00 anziché Euro 130,00 Seconda Galleriaridotto Euro 47,00 anziché Euro 68,00 Sabato Sabato Sabato Sabato Sabato Sabato Balletto Sabato Sabato Sabato 1 Novembre 29 Novembre 3 Gennaio 17 Gennaio 31 Gennaio 7 Febbraio “LA TOSA E LO STORIONE” – Natalino Balasso “I 39 SCALINI” – di John Buchan “AMOR DE TANGO” – con Raffaele Paganini “SUNSHINE” – con Sebastiano Somma e Benedica Boccoli “IL PIACERE DELL’ONESTA’ “ – di Luigi Pirandello “BOLERO, SERATA D’AUTORE” – Balletto di Roma Ente Nazionale del 18 Febbraio 28 Febbraio 18 Aprile “SANGRE FLAMENCA” – Rojas y Rodriguez Nuevo Ballet Espanol “L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA” – di Luigi Pirandello “IL PIFFERAIO MAGICO” – fiaba in due tempi di Eugenio Monti Colla Dimmi dove... Bologna svela i suoi segreti Mese il ore ottobre Re Enzo prigioniero 17 21,00 dei Bolognesi (1249) argomento relatore/accompagnatore ottobre Il cenobio di San Vittore: un luogo 18 14,30 da cui governare la città nei secoli Manuela Rubbini bui del Medio Evo. ottobre 22 17,00 ottobre Paola Foschi, esperta di storia di Bologna dove Centro “Annalena Tonelli”, via Galletta 42 La Mura San Carlo San Lazzaro di Savena Ente organizzatore Centro “Annalena Tonelli” Piazza Cavour (fermata bus 59) Quartiere S.Stefano (prenotazione obbligatoria entro il mercoledì precedente. Tel.:051 301216) Cosa c’era in via degli Angeli nella Gian Paolo Reggiani seconda metà dell’Ottocento? Quartiere Santo Stefano-Sala Conferenze-via Santo Stefano 119 Quartiere S.Stefano-Commissione Cultura Comitato per Bologna Storica Artistica 25 15,00 Cosa c’era in via degli Angeli nella Gian Paolo Reggiani seconda metà dell’Ottocento? Appuntamento in via Castiglione all’angolo con vicolo Viazzolo Quartiere S.Stefano-Commissione Cultura Comitato per Bologna Storica Artistica novembre 5 17,00 Gli Alemanni, storia ed arte di una Antonio Buitoni chiesa foranea Quartiere Santo Stefano-Sala Conferenze-via Santo Stefano 119 Quartiere S.Stefano-Commissione Cultura Comitato per Bologna Storica Artistica novembre 7 La solenne incoronazione di Carlo Paola Foschi, esperta di 21,00 V imperatore nella Basilica di San storia di Bologna Petronio (1530) Centro “Annalena Tonelli”, via Galletta 42 La Mura San Carlo San Lazzaro di Savena Centro “Annalena Tonelli” novembre 8 10,30 Visita alla chiesa di Santa Maria degli Alemanni Francesco e Domenico, due novembre 12 17,00 viaggiatori a Bologna all’inizio del sec.XIII novembre 15 10,30 novembre 16 Visita alla basilica di San Domenico Appuntamento davanti alla chiesa, in Quartiere S.Stefano-Commissione Cultura via Mazzini 67 Comitato per Bologna Storica Artistica Carlo Degli Esposti Quartiere Santo Stefano-Sala Conferenze-via Santo Stefano 119 Quartiere S.Stefano-Commissione Cultura Comitato per Bologna Storica Artistica Carlo Degli Esposti Appuntamento davanti alla chiesa nella piazza omonima Quartiere S.Stefano-Commissione Cultura Comitato per Bologna Storica Artistica davanti alla fontana del Nettuno Centro “Annalena Tonelli” Visita guidata a palazzo Re Enzo, Paola Foschi, esperta di 9,30 alla basilica di San Petronio e alla storia di Bologna cappella Farnese novembre 28 21,00 La battaglia dell’8 Agosto 1848 20 Antonio Buitoni Centro “Annalena Tonelli”, via Otello Sangiorgi, Museo Galletta 42 La Mura San Carlo San del Risorgimento Bologna Lazzaro di Savena Centro “Annalena Tonelli” recensioni Il grande gioco di Giorgio Cremoniini F inita la guerra fredda con il dissolvimento dell’impero sovietico, la prima preoccupazione per gli USA è stata di creare le condizioni affinché la Russia rimanesse dentro i suoi naturali confini. Così per l’Europa orientale si è provveduto ad inglobare nella UE quanti più paesi possibile, anche a costo di rendere l’Unione ingovernabile. Per l’Asia centrale si è intervenuti con l’occupazione militare dei paesi ritenuti strategici: Iraq e Afganistan, motivando la cosa con pretesti vari. Tutto questo perché, come si dice con una frase fatta, il lupo o, nel nostro caso, l’orso, perde il pelo ma non il vizio. Gli zar russi hanno sempre avuto la tendenza ad espandersi in ogni direzione, e Putin potrebbe non essere da meno. Ma come è cominciato il tutto? La contesa ebbe inizio nei primi anni dell’ 800, quando lo zar Alessandro I, tallonando da vicino Napoleone sconfitto in Russia, arrivò con i suoi cosacchi fino a Parigi.: Pur ricondotto a più miti consigli dalle altre potenze europee, lo zar, sentendosi onnipotente, diede il via ad una politica espansionistica che portò lui ed i suoi successori a scontrarsi con l’Inghilterra, soprattutto nell’Asia centrale, come racconta questo bel libro di Hopkins, “Il grande gioco”, definizione data alla contesa fra i due stati per la conquista dei paesi che dividevano la Russia dall’India, sua ambita preda per le immense ricchezze, ma protettorato degli Inglesi. Così l’Asia centrale, allora, completamente sconosciuta, cominciò ad essere percorsa da singoli individui, inglesi o russi, che esploravano il territorio in cerca di informazioni che permettessero ai rispettivi governi di elaborare strategie di attacco o difesa. Allora non c’erano satelliti e bisognava recarsi in loco per vedere di persona come stavano le cose: distanze, montagne, fiumi, fortificazioni, città, passi montani, etc, Il libro racconta di espedienti ingegnosi per misurare le distanze:fingendosi pellegrini, le spie camminavano con un rosario in mano: ogni tanti passi un grano e alla fine della giornata si segnavano i passi fatti. Racconta di fatti barbarici: i due inglesi imprigionati da un Khan…., vennero costretti a scavarsi la fossa in cui vennero seppelliti dopo la decapitazione. Racconta di turpitudini: l’inglese che portò le prime truppe a Kabul, fu considerato un eroe in patria, ma aveva il vizio di apprezzare troppo le donne afgane, cosa che provocò una rivolta che costrinse alla fuga la guarnigione, i cui effettivi vennero trucidati ad uno ad uno mentre si ritiravano verso il Kyber pass. Solo il medico si salvò, forse risparmiato perché portasse al mondo la notizia di quella bruciante sconfitta.Il tutto ebbe fine nel 1905, quando per la prima volta l’esercito di un paese orientale, il Giappone uscito solo pochi decenni prima dal suo Medio Evo, sconfisse quello di una potenza europea, la Russia, ponendo fine al grande gioco.Di lì a poco l’Europa sarebbe tornata al centro del mondo, con guerre, rivoluzioni e fascismi vari. E speriamo che la storia non si ripeta. Sulla spiaggia di Chesil Beach di Paola Bacchi L e ferie sono finite, il tempo libero anche, come afferma con simpatica arguzia Primiano Campodipietro (un nome letterario, non trovate?), ma la voglia di leggere non ci deve abbandonare perché è uno dei possibili modi per conoscere delle belle menti che la vita non metterebbe mai sul nostro cammino. Fra i tanti disponibili sul mercato (e nelle biblioteche comunali) un libro in particolare mi ha colpito: Chesil Beach di Ian McEwan per i tipi di Einaudi. E’ il resoconto della prima notte di nozze di Edward e Florence, nel luglio del 1962, molto prima della liberazione sessuale che avverrà nel ’68. I due giovani attendono tale data con sentimenti e attese contrapposti, forti entrambi del loro amore e dalle rispettive inesperienze poi segnati per la vita.Chi conosce l’autore sa che dispone di una capacità di analisi profonda, mai viziata da leziosaggini, ad- dirittura crudele per esattezza e tuttavia attenta alle bellezze che incorniciano per contrasto i momenti più cupi in cui un essere umano viene a trovarsi. E’ un volume che si legge in un pomeriggio, che non permette di lasciare inconosciuti i destini di due persone fatte per stare insieme, ma trascinate dagli eventi a non capirsi.Dell’autore segnalo inoltre Cortesie per gli ospiti, Bambini nel tempo, Lettera a Berlino, Amsterdam, Espiazione. 21 gruppo filatelici Un francobollo per la Ducati 2a parte di Albano Parini N el 1952 nasce l’avveniristico scooter di 175 cc. Cruiser, con avviamento elettrico e trasmissione automatica. La 98 fu concepita come un modello essenziale a prestazioni ridotte. Nel 1953, Ducati presenta una 98 cc., che verrà presto maggiorata a 125 cc. Nel 1954 arriva in Ducati un personaggio destinato a diventare un mito: l’ingegner Fabio Taglioni, “doctor T”. capace di vincere sempre. Nel 1964 nacque il “colosso”. Era un veicolo possente con una cilindrata di 1257 cc. , e un motore quattro cilindri a 90° a V. Nel 1965, a questa sportiva fece seguito l’ancor più aggressiva Mach da 1250 cc. La GT 750 vide la luce nel 1971. Sempre nel 1971 compare pure la 500 GP. Nel 1972 la 750 Imola Desmo, è una delle moto più famose del mondo. Nel 1955, Taglioni decise di sviluppare una moto con un motore da 100 cc., monocamera e con coppia conica. Questa combinazione era considerata complessa e costosa. Ma a Taglioni fu concessa piena libertà e il risultato fu la Gran Sport 100, detta Marianna. Nel 1957, al salone di Milano, figura insieme ai modelli sopracitati, anche un modello “America”. Nel corso del 1958 la Ducati produce anche l’”Elite” di 200 cc. Il 1958 è anche l’anno del trionfo del sistema Desmodromico che l’ingegner Taglioni ha studiato dal 1955. Con questo sistema viene prodotta la 125 Gran Prix la quale mancò di poco l’obbiettivo del campionato mondiale. Da questo progetto prende vita, nel 1960, il famoso bicilindrico di 250 cc., richiesto alla Ducati dal corridore inglese di fama mondiale Mike Hailwooda, con il preciso intento di ottenere una macchina dalle prestazioni “superiori” Nel 1974 nasce la 750 ss. La Mike Hailwood Replica, la più recente evoluzione della famosa 900 Super Sport, fu prodotta da Ducati per celebrare il suo primo titolo mondiale. Nel 1981: una delle maggiori riviste di motociclismo ha descritto la Pantah 500 con queste parole:- Non esiste niente di più potente o più veloce della Pantah. Sempre nel 1981 la Ducati preparò uno stupefacente bicilindrico da competizione, basato sulla Pantah 22 di serie, conosciuto come TT2. Nel 1984: Una delle creazioni più spettacolari del suo tempo, la 750 F1. Nel 1987: La presentazione della 851 e la 851s. Con una moto molto simile, un anno prima Marco Lucchinelli aveva vinto la prima gara di Superbike a Donington. Nel 1991: L’888 sbaragliò le concorrenti a quattro cilindri nel Mondiale Superbike su uno dei circuiti più impegnativi d’Europa. Nel 1992 la Ducati ha presentato una moto il cui impatto motociclistico mondiale nell’ultimo decennio può essere comparato solo a quello della Ducati 916. Nel 1993: nasce la Supermono. Nel 1995: Solo una moto straordinaria come la 916 poteva riuscire a offuscare la popolarità dell’888. Nel 2000: La MH900e diventa la prima motocicletta a essere venduta esclusivamente su Internet. A metà luglio l’azienda celebra i 100.000 Monster prodotti dal 1993. Il 2001 verrà ricordato in azienda anche come l’anno della morte di Bruno Cavalieri Ducati, ultimo dei tre fratelli fondatori dell’azienda di Borgo Panigale, e Fabio Taglioni, conosciuto da tutti come Dottor T, padre del motore bicilindrico a “L” di 90°, elemento costitutivo e tuttora caratterizzante delle moto Ducati. Dopo un lungo periodo di amministrazione parastatale, nel 1985 la Ducati viene acquistata dal Gruppo Cagiva, che valorizzo il reparto corse alla ricerca di importanti affermazioni sportive che arrivarono clamorosamente in coincidenza con il debutto del Campionato Mondiale Superbike: dapprima la 851, poi la 916 ed infine la 996 hanno esaltato la fama dell’industria bolognese, che dal mese di luglio 1998 è passata interamente nelle mani della Texas Pacific Group.Dal 24 marzo 1999 la Ducati è anche quotata nelle borse di Milano e New York. Il 31 maggio 2008 anche la Ducati ha il suo francobollo. Sul dentello da 0,60 euro si può ammirare l’ultimo “mostro “ rosso della scuderia bolognese: la “DesmosediciGP7”, leader incontrastata dell’ultimo campionato MotoGP 2007. La società Ducati fondata nel 1926 e passata di mano in mano, finendo anche all’estero; è tornata completamente italiana dal 2006. Per l’occasione, oltre al francobollo, Poste italiane, ha allestito due postazioni: una a Bologna centro e l’altra a Barberino di Mugello, che oltre alla vendita del suddetto francobollo, si poteva obliterare la corrispondenza con l’annullo speciale, qui sotto riprodotto Società per la promozione e marketing di viaggi e soggiorni SETTIMANE BIANCHE IN VAL GARDENA Casa Alpina DLF*** Soggiorni da dicembre 2008 ad aprile 2009 Informazioni e prenotazioni: Agenzia IL TRENO Bologna - via Serlio 25/2 (ingresso auto da Via Stalingrado 12 con parcheggio) Tel. 051 4193170 - Fax 051 4193260 [email protected] - www.turdlfbo.it "À>ÀÊVÌÕ>ÌÊ`>ÊÕi`Ê>ÊÛiiÀ`Ê]ää£]ääÊUÊ->L>ÌÊ]ää£Î]ääÊ Camere modernamente arredate, con servizi, phon, TV, cassaforte. Ascensore. Servizio Bar, sala TV, sala lettura, sala giochi con biliardi, tennis tavolo, videogiochi, stube, palestra attrezzata. Parcheggio privato (incustodito). 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I periodi dal 6 all’11 dicembre e dal 10 al 17 gennaio sono riservati a gruppi organizzati. I clienti individuali interessati a detti periodi possono chiedere l’eventuale disponibilità di camere. Associazione per il tempo libero aperta a tutti i cittadini propone la stagione di corsi sportivi e culturali 2008/2009 LA PENSIONE COMPLETA COMPRENDE: Prima colazione a buffet (caffè, latte, tè, succhi di frutta, panini, ecc.); pranzo e cena con servizio al tavolo e buffet di verdure. LA MEZZA PENSIONE COMPRENDE: 1ª colazione ed, a scelta, pranzo o cena. EXTRA: Bevande in genere, Telefono. NESSUNA RIDUZIONE PER PASTI NON CONSUMATI SCONTO SOCI DLF (non cumulabile con sconto 3°/4° letto): Effettivi 12%; Frequentatori 6%. Sciare in Val Gardena: oltre 100 km di piste da sci collegate allo SuperskiDolomiti, con 430 impianti di risalita e più di 1000 km di piste battute, 50 km di piste da fondo, Scuola di Sci con oltre 100 maestri per corsi collettivi e lezioni individuali private. La Casa Alpina DLF, situata a Plan (1 kilometro da Selva Gardena), tra il massiccio del Sella e il Sassolungo, a 1560 metri s.l.m., dispone di 59 camere (di cui 2 per clienti con limitazioni fisiche e motorie) modernamente arredate, con servizi, phon, TV, cassaforte. Ascensore. Servizio Bar (nuova gestione), sala TV, sala giochi con biliardi, tennis tavolo, videogiochi, stube, palestra attrezzata. Animazione. Parcheggio privato (incustodito). Locale deposito sci e attrezzature specifiche (armadietti “riscaldati” fino ad esaurimento, lucchetti e rastrelliere, banco di manutenzione), sala biblioteca. Il set standard dei letti è costituito da piumoni; qualora vengano preferite le lenzuola, i clienti dovranno segnalarlo all’atto del versamento del saldo. Nella Casa Alpina sono ammessi animali di piccola taglia solo in depandance secondo disponibilità. Immagini ed informazioni di dettaglio della Casa Alpina sono visionabili sul sito dell’Agenzia Viaggi IL TRENO (www.turdlfbo.it). Free service aperto dalle 11,30 alle 14,30 PIANO FAMIGLIA: 2 adulti + 2 bambini fino a 12 anni n.c. pagano 3 quote intere SINGLE+BAMBINO: bambino da 3 a 12 anni n.c. pagano 1 quota intera + 1 quota scontata del 30% VACANZA LUNGA: 14 giorni = 13 + 1 giorno gratis (sulla quota massima) Convenzionato con i principali Tickets Convenzione con SMART CARD FS SUPPLEMENTI: camera singola + € 12 al giorno; camera doppia uso singola 40% della quota; camera con balcone + € 14 a settimana. Disponibile anche per feste private, cerimonie, compleanni, ecc CONDIZIONI PARTICOLARI PER GRUPPI ORGANIZZATI (per informazioni su quote ed organizzazione tecnica rivolgersi presso l’Agenzia IL TRENO) PRENOTAZIONI Le prenotazioni si effettuano presso l’Agenzia IL TRENO o con invio di richiesta scritta all’Agenzia (via fax o posta elettronica). I clienti che fruiscono dello sconto RISTORANTE: Per i clienti- diVia passaggio od alloggiati DLF 371905 devono allegare alla richiesta la fotocopia della tessera DLF propria e dei BOLOGNA Milazzo 24/Aall’esterno, - Tel 051il Ristorante 521660è -a Faxsoci051 disposizione (pasto completo - bevande escluse) al prezzo di € 16,00 (€ 13,00 componenti che intendono fruire del soggiorno (per i soci effettivi è richiesta anche [email protected] per i possessori di tessera DLF - soci effettivi e frequentatori). la fotocopia delle tessere FS degli aventi diritto). Ritaglia questo cupon e consegnandolo alla cassa 23