n8ottobre2008
Spedizione in A.P. 45% art.2 comma 20/b
Legge 662/96 Filiale di Bologna
Anno XL - Distribuzione gratuita
SOTTO LE DUE TORRI
All’interno
Angelo Taroni
macchinista,
pittore, scrittore
in questo numero
editoriale
La complessa
semplicità
cultura
turismo
solidarietà
sport
informazione
sport
Campionati italiani
ciclismo DLF
il futuro
La nuova stazione
di Bologna
turismo
Settimane bianche
in Val Gardena
lettera alla redazione
...A proposito di elezioni
di Franco Cermasi
F
inita l’estate , finite le
ferie si ricomincia a lavorare, l’obbiettivo generale del DLF sono senz’altro
le prossime elezioni dei Consigli Direttivi ai vari livelli istituzionali che si svolgeranno nel
prossimo Novembre . Probabilmente siamo ad una svolta determinante per la vita del DLF
che dovrà adeguarsi a revisioni
organizzative, economiche e
politiche, portando alla ribalta
probabili nomi nuovi con la capacità di coniugare l’esistente
con il futuribile per salvaguardare la nostra Associazione
dall’oscurantismo e dal puro
impegno di distribuzione dei
contributi che ancora FS ci
destina. Uscendo dal concetto
generale, ci caliamo all’interno
della nostra Polisportiva e dei
relativi Gruppi che la costituiscono. Verranno presentati dei
candidati e ci sarà una campagna elettorale, in questo mo-
mento non so se l’attuale Consigliere allo Sport sarà ricandidato o meno, pertanto colgo
l’occasione per ringraziarla a
nome del Gruppo Pesca, del suo
impegno profuso in questi anni
di mandato. L’impegno sportivo
è giustamente sempre più indirizzato verso la realizzazione
di attività remunerative:corsi,
corsi e ancora corsi, o quantomeno alla ricerca di autofinanziamenti per sostenere quelle
manifestazioni istituzionali che
sono l’anima del DLF così come
lo concepiamo noi vecchi, un
esempio più recente è stato il
Campionato Nazionale di Calcio per ferrovieri, un altro sarà
la partecipazione del DLF/Italia ai Campionati USIC di pesca
al colpo, come d’altronde tutte
le manifestazioni di altri gruppi
così concepite. Per arrivare alla
realizzazione di questi eventi
i “gruppi” devono impegnarsi
a fondo e per farlo c’è bisogno
di partecipazione. Oggi la mia
personale sensazione è quella
di una rilevante flessione dei
cosiddetti attivisti nonostante
la più ampia disponibilità all’
adesione, in linea di massima i
personaggi sono sempre quelli,
alcuni si affannano, altri pian
piano si adagiano e tutti diventano ripetitivi. Forse mancano
gli stimoli ? Se così è, allora
evviva le elezioni, questo è il
momento giusto per cambiare.
Mi rivolgo ai soci più giovani,
fatevi avanti candidatevi c’è
bisogno di aria fresca che porti
con sé la voglia di capire quello
che sarà il DLF domani. E’ evidente che l’impegno non deve
mancare per chi si propone,
non deve essere solo una decisione improvvisa del momentaneo entusiasmo, ma ponderata
e con una prospettiva lunga
almeno quanto il mandato. Nei
gruppi non c’è bisogno di politica o di sindacato c’è bisogno di
lavorare con il piacere di farlo
vi assicuro che non è difficile,
per alcuni viene spontaneo lo si
scopre dopo, nel tempo. Personalmente da 25 anni partecipo
al Consiglio del Gruppo Pesca,
tanti forse troppi, un po’ mi sto
adagiando ho bisogno di una
sveglia,
FORZA FATEVI SOTTO E CANDIDATEVI!!!!.
La Redazione…
è
vero, non è proprio una lettera
alla Redazione. Ma noi, che siamo
prepotenti ce ne siamo impossessati. Sì lo so, sta diventando un’abitudine
quella di “sbattere” il povero Cermasi in
seconda pagina, ma Franco non ce ne
vorrà perché dopo tutto il suo scritto non
tratta di Pesca sportiva se non in quel
solo termine di…”pesca al colpo” ( non
al polpo?!) dei Campionati USIC (= Unione Sportiva Invero Cacciatori ?), ma di
una tematica che appartiene a tutti noi.
Per primo le risorse economiche necessarie a far vivere l’Associazione. Per secondo una riflessione sul futuro dell’Associazione stessa alla luce di una sempre
più rimarcata inadeguatezza rispetto
alle esigenze dei ferrovieri ( sich!) a cui
sommario
Tempo Libero Sotto le due Torri
Autorizzazione Tribunale di Bologna n. 3198 del 4.4.66
Indirizzo: Via Sebastiano Serlio 25/2° Bologna
Tel. 0514193180 - Fax 051371905
Editore: Associazione DLF Bologna
Direttore Responsabile: Giuseppe Caputo
Responsabile Editoriale: Fulvio Saiano
Capo Redazione: Pierluigi Gallo
Redazione: Valter Serafini, Giuseppe Lizzi,
Renzo Pocaterra, Jandos Rossi, Giuseppe Stefanini,
Gianfranco Bergami, Mery Migliori, Alberto Venturini,
Umberto Romano, Giorgio Cremonini,
Paolo Mattarozzi, Giulio Girotti, Paola Becchi.
Pubblicità: Tel. 051/4193180 - Fax 051/371905
e-mail: [email protected]
Stampa: Futura Press - Bologna
Chiuso in tipografia il 10 ottobre 2008
Tirature copie: 11.000
In copertina: La mongolfiera di Angela Taroni
Visita il sito www.dlfbo.it
Per a posta elettronica, scrivi a [email protected]
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Franco dà una risposta che è un grido:
partecipazione, partecipazione e ancora
partecipazione. Semplice, diceva Sherlock Holmes a Watson, ma sentite cosa
ne pensa il presidente Bufalieri. Avete
capito perché abbiamo trasformato l’articolo in una quasi lettera? Ma perché i
due scritti si legano, carissimo Watson!
Vi giuro, non succederà più!!.
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Le lucciole di Brooklyn
Corsi: Judo, tennis baby
E... l’ultimo chiuda la corsa
Programma podismo
Una settimana da ricordare
La “zirudèla” di Plan
Il ventennale del gruppo
escursionistico
Pagina goliardica
Panzèta racconta Canterbury
Informatica
Angelo Taroni:
macchinista, scrittore,
pittore e uomo del DLF
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La poesia
La nuova stazione
di Bologna
Aspertini e Correggio:
pittori emiliani in mostra
I venerdì del Casanova
La tajadela
Dimmi dove...
Recensioni libri
Gruppo filatelici
Settimane bianche
in Val Gardena
editoriale
La complessa semplicità
S
ul quotidiano Interdependent Critical Infrastructures o struttura del DLF
“La Repubblica” è in corso
da alcuni giorni un
dibattito in merito
alla politica/Format,
al modo in cui una
certa classe politica
dimostra di poter affrontare i problemi
con inusuale scioltezza, facendo credere
che la soluzione sia
semplice e scontata,
al di là del merito e
della effettiva complessità: un messaggio
di eccessiva e quantomeno strana sicurezza che sembra invece
raccogliere apprezzamento in e difficili anni non sono state alla ristrutturazione del 1997,
buona parte dell’opinione pub- del tutto recepite, nonostante con lavori interamente autofiblica. Come dire che la com- l’impegno profuso per far par- nanziati, su cui grava un contenplessità, ancorché reale, finisce tecipare ed informare i soci sul zioso con le FS che ne rivendica
con l’essere invisa tra i cittadini quadro d’insieme e sui singoli la proprietà; un patrimonio dei
e considerata alla stregua del passaggi che hanno investito in ferrovieri che registra oggi un
germe della peste. Questa di- questi anni tutto il mondo DLF. calo costante di presenza dei
scussione mi ha fatto riflettere E’ sicuramente complesso in- soci ferrovieri ed una crescita,
sul nostro DLF. Indubbiamente quadrare la questione patrimo- seppure lenta ma costante, di
il DLF di Bologna ha affrontato nio: l’azienda FS, socio fondato- Soci Frequentatori o non soci,
notevoli difficoltà ed in molti re del DLF, decide di “vendere” che permette oggi di sostenerne
casi si è registrato un “vuoto di le aree dei DLF per fare cassa le spese di gestione e le necesiniziative”. Le ragioni, o meglio e lenire il proprio deficit finan- sarie manutenzioni. Per finire
l’analisi del perché, sono state ziario; la soluzione “contratto di con l’Albergo di Senigallia, il cui
affrontate nel corso di Assem- affitto oneroso”, con manuten- acquisto ha permesso di mettere
blee Ordinarie e Straordinarie zioni ordinarie e straordinarie a a frutto le risorse economiche
dei Soci, Seminari, articoli sul carico, oltre alla acquisizione di dei soci del DLF di Bologna (uninostro mensile: strumenti attra- tutte le utenze, scongiura il ri- co DLF proprietario di un bene
verso cui si è voluto informare schio di azzeramento dei DLF e esterno al circuito patrimoniale
e coinvolgere i Soci. Eppure, le l’alienazione delle strutture Do- FS): un bene conseguito attradomande più ricorrenti da parte polavoristiche, in massima parte verso l’accensione di un mutuo
di molti soci DLF sono sempre le vetuste e in alcuni casi soggette con scadenza al 2011, sul quale
stesse: Perché le strutture a di- a vincoli architettonici. Ma quali gravano consistenti interventi
sposizione del DLF non sono più effetti ha, per una Associazione manutentivi per mantenere alta
come “una volta”? Perché non come la nostra, essere costretti la qualità strutturale e logistica.
sono funzionali come “una vol- a destinare svariate centinaia di Fra tutte queste immani diffita”? Perché tante trasformazioni migliaia di Euro ogni anno, per coltà, questo Consiglio Direttivo
negli ambiti sportivo, turistico e poter usufruire di quelle struttu- è riuscito non solo a garantire
culturale? Domande legittime, re che consentono di svolgere le la disponibilità del patrimonio,
alle quali abbiamo dato ampie attività ai Soci? Cosa ha dovuto ma ha anche affrontato le tured articolate risposte. Risposte inventarsi questo Consiglio Di- bolenze dei mercati commersì, ma dettagliate e complesse! rettivo e come ha dovuto distri- ciali: l’Agenzia Viaggi IL TRENO
Pensando al dibattito sulla po- carsi tra le difficoltà perché il è oggi l’unica struttura di prolitica/format, capisco con pre- patrimonio fosse disponibile e duzione e vendita di prodotti
occupazione che le difficoltà e fruibile? E come non riflettere turistici nel circuito nazionale
le complessità che questo Con- sulla realtà della Casa Alpina DLF; la nostra struttura di risiglio Direttivo si è trovato sulla di Val Gardena: realizzata a più storazione collettiva si è increstrada in questi otto lunghissimi riprese dal DLF di Bologna, fino mentata attraverso l’acquisto
di Ettore Bufalieri
del self-service “Casanova”, situato a
ridosso dell’area ferroviaria della stazione centrale, fruibile
da ferrovieri e soci a
prezzo politico. Tutte
queste vicende sono
state frutto e figlie
di problemi molto
complessi che questo
Consiglio Direttivo ha
dovuto affrontare e
che oggi possono dirsi virtualmente risolti. Non solo, ma pur
sapendo che è una
partita difficile ed altrettanto complicata,
si sta lavorando per
mettere ancora una volta in protezione l’area DLF di via Serlio
su cui le FS avevano avviato un
percorso di cartolarizzazione.
Dopo una lunga e complessa
attività, fatta di contatti e confronti con l’amministrazione
comunale, sta per concretizzarsi il passaggio della proprietà
dell’area DLF di via Serlio al
Comune di Bologna, con un formale impegno da quest’ultimo
di assegnarne al DLF di Bologna
la gestione. Spero che nessuno
pensi che tutto questo sia “caduto dal cielo”. La “semplificazione” è dunque questa: negare
questi “fatti” per aver ragione
a porsi tutti quei “perché” che
citavo all’inizio. Si intravede in
questo atteggiamento anche
una delega deresponsabilizzante per la quale, indipendentemente dalle condizioni, dal
come, dalle possibilità, il servizio va dato come “atto dovuto”.
Quanta saggezza c’era in mio
padre quando, a fronte del mio
chiedere “qualcosa”, anche se
era nelle sue possibilità “darmela”, al contrario mi spiegava
“come dovevo fare per averla”.
E poi mi diceva che le cose che
si ottengono senza sacrifici, rinunciando a misurarsi con le
asperità della vita, finiscono col
non avere alcun valore per chi
le possiede.
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curiosità
Le lucciole di Brooklyn
I
l lettore che iniziasse ,
in modo affrettato a dare
un’occhiata a queste righe
non deve gridare subito allo
scandalo o credere che questo giornale abbia adottato
improvvisamente uno stile di
pubblicazione ed argomento
pornografico. Parlare, qui, di
lucciole viene subito in mente il termine di prostituzione, utilizzando l’eufemismo
comune o se volete, qualche
altro lettore potrebbe collegare il termine con chi accompagna al posto, nelle sale
cinematografiche , con la luce
di una lampadina per evitare
che lo spettatore inciampi nel
buio.
Anche questo lettore sa che
ormai nelle sale cinematografiche si accede all’inizio del
programma e si esce alla fine
per motivi di proiezione e per
abitudini ormai consolidate e
che comunque, difficilmente
troverà il personale presente ad accompagnarlo data
la riduzione dei dipendenti.
Ancora nei teatri più impor-
4
di Giuseppe Lizzi
tanti c’è l’addetto che accompagna al posto prescelto. Tolti
questi elementi tipici del
termine “lucciola“ che ogni
vocabolario descrive , rimane
quello più evidente e che ci
ricorda il famoso insetto dei
Coleotteri conosciuto per la
luce intermittente che emana
con l’ultimo segmento del suo
addome ed in condizioni particolari di clima e di luce.
Il solito lettore starà, a questo
punto, voltando pagina, ma
gli consiglio di avere un attimo di pazienza perché quello
che sto per dire è vero , anzi
verissimo. In un mio recente viaggio negli Stati Uniti e
precisamente a New York, la
megalopoli per eccellenza, il
centro del mondo finanziario
e politico per l’occidente ma
anche forse per l’oriente , nel
distretto (borough) di Brooklyn che è come dire una città
di oltre 2.800.000 di abitanti
all’ interno della N.Y. City, ho
visto le lucciole, quelle vere
che fanno luce intermittente.
Non una o due sporadiche e
spaventate e chissà come mai
finite lì, bensì molte , tante e
non solo nei numerosi parchi
di questa zona che, va detto
per la precisione non ha grattacieli come Manhattan, l’isola più conosciuta, quella che,
per intenderci ha lo skyline
più bello e più fotografato.
In questa megalopoli di oltre
18 milioni di abitanti, in una
superficie di 250 Km. quadrati spiega già il termine con
il quale si deve ragionare per
capire il fatto. Una città (il
termine è improprio) dove le
distanze sono enormi ingrandite per noi dalla unità di misure.
Il miglio è in realtà pari a
1609 metri e che quando fai
100 miglia hai fatto 160 chilometri e a lungo andare le
distanze si sentono. In questa città di metropolitane di
lunghissima percorrenza che
collegano tutte le zone e di
traffico ordinato ma chiassoso e costante, nella città che
non dorme mai e non si ferma
mai, come dice la pubblicità,
e dove puoi trovare , anche di
notte un hamburger, un libro
e negozi di ogni tipo sempre
aperti vivono e prolificano le
lucciole.Il quartiere di Brooklyn, per la verità non ha grattacieli importanti, si trovano
casette stile vittoria e molte
aree verdi, compreso un parco all’ interno di circa 2 chilometri quadrati.Lo spettacolo
delle lucciole è meraviglioso e
per noi un po’ triste pensando
alla situazione dei nostri giardini dove questi insetti sono
ormai un vecchio ricordo. C’è
forse più rispetto della natura? C’è forse un clima di tipo
oceanico che spazza le nubi e
la nebbia? L’aria è più pulita,
nonostante tutto’? Fatto sta
che in quei giardini incontri
scoiattoli dalla lunga coda ed
anche procioni, astuti e terribili che creano non pochi problemi ai giardinieri. La presenza delle auto è notevoli e
la foto che ho scattato a Manhattan lo dimostra.L’edificio
è alto sei o sette piani e serve
solo come parcheggio di auto
che vengono portate ai piani con
montacarichi interni.Per meglio
sfruttare lo spazio, anche il tetto è occupato da
auto parcheggiate! La foto è stata
scattata alla 40
st. cioè a circa
metà dell’ isola
di Manhattan ma
non è il solo caso
ed unico. Le aree
per i parcheggi
sono poche e carissime .Circolare
a N.Y. con l’auto
è l’inferno come
da pazzi è girare in bicicletta.
Eppure stanno
crescendo, ma i
ciclisti sono regolarmente muniti
di casco.
l’associazione
POLISPORTIVA DOPOLAVORO FERROVIARIO
New musokan a.c.s.d.
“Scuola di Judo
educazione = Filosofia di vita”
www.dlfbo.it - [email protected]
CORSI di Ginnastica propedeutica-Pi Qwan Shu (Cino-Hawaiana)
CORSI di Judo (Elementare e base 10,12 anni; Judo gioco 6,9 anni)
Da Ottobre 2008 a maggio 2009
Nei giorni di martedì, giovedì e sabato dalle 15.00 alle 21.00
e Venerdì dalle ore 17.00 alle 20.00
Sede: DLF Via Serlio 25/2° - Accesso con parcheggio gratuito per auto e moto da via Stalingrado 12
Insegnanti : Pino CUSCINI (7° DAN); Hanshi AISE
Collaboratori : Max NOBILE, Chiara BALBONI, Silvia CREMA e Alessandra PROVVISIONATO
Per qualsiasi informazione inerenti le quote e l’eventuale iscrizione rivolgersi a:
Segreteria DLF, via Sebastiano Serio, 25/2 Tel 051/4193180; Fax 051/4193245; FS 921/3491(fax 3386)
POLISPORTIVA OPOLAVORO FERROVIARIO
www.dlfbo.it - [email protected]
Corsi di Tennis baby
(5,8 anni) e sat (8,16 anni)
Periodi: 29/9/08 – 31/01/09 e 01/02/09 – 30/05/09
CORSI di Tennis per adulti
Periodi: 20/10-29/11; 01/12/08-17/01/09; 19/01-28/02;
02/03-11/04/09; 13/04-18/05; 25/05-04/07
Accesso con parcheggio gratuito per auto e moto da
via Stalingrado 12
Sede: DLF Via Serlio 25/2° ; tel. 051/4193253
Quota di iscrizione:Tennis Baby euro 240.00 a
periodo; 2 vv a settimana; lez. 1h 20min
Tennis SAT euro 280.00a periodo; 2vv a settimana;
lez.1h+ 30 min atletica.
Tennis adulti euro 120.00 – 160.00 secondo livello; 2
vv a settimana; lez.1 h
E’ obbligatorio il tesseramento al DLF: Tessera euro
17,00 Quota iscrizione DLF (anno 2009)
(per dipendenti FS, pensionati FS, coniuge di
dipendente e pensionato FS, figli di dipendenti e
pensionati FS con età da 19 a 25 anni: euro 12,00);
(per ragazzi fino al 18° anno di età: euro 6,00)
Corsi di tennis 2007-2008 SAT per ragazzi. Maestri Gamberini e Tommasi. La cena di fine corso.
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l’associazione
Una settimana da ricordare
di Silvano Beghelli
I
campionati italiani di ciclismo a cronometro per i
DLF di tutta Italia rappresentano sempre una manifestazione allo stesso momento
importante e colorita, perchè
l’impegno dei partecipanti si
mescola con i mille colori che
gli stessi indossano. Anche
quest’anno, nonostante la lontananza, la manifestazione è
stata organizzata infatti dal
Dopolavoro Ferroviario di Foggia nello straordinario scenario
del Gargano a Pugnochiuso.
Il gruppo del DLF si è presentato facendosi onore.
Anche la scelta organizzativa logistica è stata azzeccata,
infatti mentre Chiapparini e
Facchini si sono “sciroppati”
centinaia di chilometri alla
guida del pulmino carico di armi e bagagli noi altri ci siamo
bellamente seduti sui sedili di
un bel treno e…via. E del resto
non potevamo mica andare in
bicicletta: dove avremmo potuto caricare le nostre signore?
Quindi dal 15 al 21 di settembre, abbiamo unito l’impegno
agonistico ad un intermezzo
turistico di tutto rilievo grazie
alla gentile disponibilità dei
colleghi pugliesi che ci hanno
accompagnato e fatto da guida
nella visita dei luoghi di maggior interesse: isole Tremiti,
Peschici, Monte S. Angelo, Vieste, S. Giovanni Rotondo. Con
l’occasione di queste poche
righe non possiamo non ringraziarli di cuore. Va bene, ma
direte voi, e i risultati ci sono
Facchini Giorgio - Ridolfi Paolo - Stanzani Nello
stati o no? Ci sono stati anche
quelli: Facchini Giorgio (nella foto), che andava più veloce
del pulmino che ha guidato, ha
vinto in categoria C i due titoli
italiani della cronoscalata e
della crono in pianura; Ridolfi
Paolo (nella foto), che andava
come…un treno, un titolo italiano vinto nella crono di pianura della sua categoria più un
terzo posta nella cronoscalata;
Stanzani Nello ( nella foto),
ha ottenuto un terzo posto in
cronocoppia della categoria D
con altri onorevoli piazzamenti
nella stessa categoria di Bombaccini Valter e di me medesimo.
E’ stata come al solito una
grande bella festa dove la socializzazione e la solidarietà la
fanno davvero da padroni. Arrivederci al prossimo anno.
E... l’ultimo chiuda la corsa
P
di Primiano Campodipietro
arafrasando la famosa frase “e… l’ultimo chiuda la
porta” e cambiando “porta” con “corsa” ecco che si ottiene il titolo di questo articolo.
Ma perché questo? La risposta è
semplice. E’ solo per raccontarvi
ciò che è avvenuto ad un podista
del nostro gruppo nell’ultima
tappa di una corsa di montagna
“LA TRASLAVAL” alla quale il
nostro gruppo ormai partecipa
in modo più o meno numeroso
da alcuni anni (il primo anno è
stato premiato come gruppo più
numeroso). Era l’ultima tappa
denominata “il tappone” che come nelle precedenti edizioni rappresentava quella più dura delle
cinque tappe. L’altimetria fornita
ai partecipanti non lo invogliava
più di tanto a partire, ma l’orgoglio professionale, alla fine gli ha
dato la spinta decisiva. I primi
chilometri passano veloci, anzi
fin troppo veloci (a quel podista
viene da pensare che la tappa
sia stata accorciata), quando tut-
to ad un tratto, ad un centinaio di
metri dopo il ristoro ecco presentarsi, in tutta la sua imponenza, il
“muro” da scalare. Certamente
quel podista non pensava alla
partenza di fare una passeggiata,
ma quella salita era proprio un
“muro”. Senza un attimo di respiro ha percorso tutta la salita
(km. 3) in un’ora. Dopo la salita
la tappa non era finita: mancavano ancora lunghi saliscendi
ma ormai era solo la forza di volontà che lo portava avanti. Altri
podisti lo superavano continuamente, l’ultimo lo ha superato a
cinquanta metri dal traguardo.
Ma lui era lì, soddisfatto di aver
portato a termine la corsa e di
aver tagliato il traguardo cogliendo di sorpresa anche gli addetti
all’arrivo che lo davano tutti per
ritirato. A quel podista alla fine
dell’intervista gli ho detto: “Coraggio Primiano! Ormai la corsa
è finita. Pensiamo bene a quella
di quest’altro anno. Vedrai che sicuramente andrà molto meglio”.
Programma Podismo Ottobre e Novembre
●● Domenica 12/10 - Ore 9.00
Camminata Campagnola. Partenza da Centro Paese di Longara. Percorsi pianeggianti di Km. 14 - 7 e 3.
●● Domenica 12/10 - Ore 9.30
37° Giro dei tre monti. Partenza dall’Autodromo “Dino ed Enzo Ferrari” di Imola. Percorso collinare di Km. 15.4 - 5 e 2.5.
Sezione competitiva di Km. 15.400.
●● Domenica 19/10 - Ore 9.00
Camminata della caldarrosta. Partenza da Montepastore. Perc. collin.di Km.10 e 2.
●● Domenica 26/10 - Ore 9.00
29a Trotterellata. Partenza da Sala Bolognese. Percorsi pianeggianti di Km. 12 - 7 e 4. Camminata della gara sociale.
●● Sabato 1/11 - Ore 9.00
Camminata per Funo. Partenza dal Centro sociale di Via Nuova di Funo. Percorsi pianeggianti di Km. 12 - 7 e 3.
●● Domenica 2/11 -Ore 8.30 e 9.30
21a Maratonina di Calderara. Partenza da Caderara di Reno -Centro Sport. Pederzini. Perc. pian. di Km. 21 - 12 - 7 e 3.
●● Domenica 9/11 - Ore 9.00
30a Camminata La Vallazza. Partenza dal parco “La Torretta” di Molinella. Percorsi pianeggianti di Km. 14,3 - 6,8 e 3. Sezione
competitiva di Km. 10 con partenza alle ore 10.00.
6
l’associazione
La “zirudèla”
di Plan
di G. Piazza e E. Pierantoni
I
n occasione della 15^ Settimana della Cultura tenutasi a Plan di ValGardena dal 30 agosto al 6 settembre alcuni “buontemponi” che
tra parentesi si sono anche firmati (una gran bella
“faccia tosta”), invidiosi della nostra pagina “ L’angolo della poesia” non volendo essere da meno di
poeti e validi cantastorie ci hanno scritto e inviato
una “zirudèla” commemorativa che, nell’ambito...
dell’esternazione dell’io più profondo e al fine di
non provocare traumi irreparabili alla psiche di
menti così sensibili, coartata e senza alcuna responsabilità, la Redazione pubblica:
Qui a Plan di ValGardena
Siamo tutti insieme per la cena
Il gran galà degno finale
Della 15^ settimana culturale.
Vogliamo ringraziare tutti quanti
Dirigenti e partecipanti,
Il DLF di Bologna che ha organizzato
E tutti quelli che hanno lavorato:
il presidente Bufalieri
che è arrivato proprio l’altro ieri,
la direttrice Raffaella
sempre pronta, cortese e bella,
Antonio consigliere alla cultura
Si è dato da fare con premura,
Enzo, anche se il tempo favorevole non era
Era sempre in posizione ogni sera
“Delle stelle non ce n’è
Però vi offro lo stesso il vin brulè!”
Il bravo Mauro Gamberoni
Ci ha accompagnato per i rifugi alpini
Lui è un artista della fotografia
Alla sera faceva le proiezioni a tutta la compagnia
Piazza e Gambero ben han cominciato
E tutti i partecipanti hanno allietato.
Con la mostra dei minerali
Sono stati esposti pezzi notevoli e rari
I mineralogisti di Bologna si son fatti notare
E tutta Selva li potrà ricordare.
Tutto il personale vogliamo ringraziare
E’ stato bravo tutte le esigenze a soddisfare.
E tutti quanti vogliamo salutare
E arrivederci alla prossima settimana culturale.
ventennale
della fondazione
del gruppo
escursionistico
dlf/bo
di Alberto Venturini del Gruppo Escursionistico
D
omenica 14 Settembre abbiamo festeggiato il
raggiungimento del primo ventennio dalla fondazione del gruppo con una piccola escursione,
in treno fino a Vergato e da qui a piedi lungo sentieri
in zona montagnosa, fino alla meta in località Rocca di
Roffeno, presso la casa messa a disposizione per l’occasione dal segretario e guida del Gruppo Tiziano Cremonini che, con l’aiuto dei suoi famigliari, si è prodigato
per offrire la migliore accoglienza possibile ai numerosi
partecipanti. Non ci sono state benedizioni o riti, a parte il rito della “Grande Grigliata”, modello di Arte Culinaria, ed adeguata bevuta con canti corali tradizionali.
Infine è stato distribuito l’opuscolo commemorativo”Il
mondo è nostro…a piedi”in cui è riportato il verbale
della prima riunione programmatica, avvenuta il 20
Ottobre
1988
ed i resoconti
delle escursioni
più significative
effettuate negli
anni successivi, presentati e
pubblicati a suo
tempo nella nostra rivista “Tempo Libero” a cura di
Romano Mellini, da sempre perno dell’organizzazione,
fonte di contenuti culturali e memoria storica del gruppo. In quest’occasione Romano ha raccontato alcune
cose fatte in passato, che hanno visto il gruppo impegnato in tante significative località in territorio nazionale, ma anche oltre confine; viene da dire lo slogan
“dalle Alpi alle piramidi” ma in realtà possiamo dire
però” dai Pirenei all’Egeo”. Ora dovremo programmare
il futuro con nuovi percorsi degni del passato, per poterne poi parlare in occasione del trentennale, quando
ci ritroveremo tutti per un’altra grigliata memorabile.
7
Gli uomini parlano con le donne per
andarci a letto, le donne vanno a letto
con gli uomini per poterci parlare.
(Chifari)
A 73 anni diventa porno-attore!
A prima vista il giapponese Shigeo Tokuda,
che per tutta la vita ha fatto l’agente di
commercio, sembra (o meglio
sembrerebbe…) un pensionato qualunque,
ma in realtà è un porno-attore.
“Ho lavorato duro fino a adesso - ha detto
- e ora voglio godermela tutta!”. Le partner
dei suoi film sono quasi tutte ventenni (n.d.r.:
e come dargli torto…?)
in onda su Ciao Radio (90.10 FM www.ciaoradio.com) ogni domenica
mattina alle 10.00 circa.
Rimasto disoccupato, un bel giovane palestrato decide di fare il gigolò, e mette un annuncio sul
giornale: “Giovane ben dotato offre maschie prestazioni a signore vogliose: cento euro sul letto,
cinquanta sulla poltrona, venticinque sul pavimento.”
Ad una vecchietta di ottant’anni, quando legge l’annuncio, non sembra vero: si mette allora la
dentiera buona, si taglia i baffetti, preleva cento euro e si presenta subito all’indirizzo del gigolò.
Il giovane, quando la vede, prova un profondo disgusto, ma cento euro sono alla fine pur sempre
una discreta somma; rassegnato, dice allora alla vecchietta: “Va bene, via, andiamo in camera
e facciamolo sul letto!”
“Eh no, caro mio - ribatte lei - lo facciamo, si, ma quattro volte sul pavimento!”
[MEGLIO “TARDA”… CHE MAI!: ascolta e scarica la canzone, guardandone anche il video su
www.goliardico.com (www.myspace.com/goliardico)]
curiosità
Cina. Niente bagni in treno: tutti con il pannolone!
Pannoloni per adulti da indossare sul treno: è questa la soluzione proposta dalle
autorità cinesi ai circa 120 milioni di contadini, provenienti dalle vaste zone rurali
della Cina, che si sono riversati nelle città per lavorare e torneranno a casa per le
vacanze, riempiendo fino all’ultimo centimetro quadrato i treni e rendendo virtualmente
impossibile l’accesso al bagno in viaggi che durano spesso oltre 24 ore.
8
turismo
Panzèta racconta Canterbury
di Valter Serafini
D
a Piazza Unità, tre pensionati si erano incamminati per via Sebastiano Serlio parlando tra loro dei
vecchi tempi. Il “Rosso” fece
la cronaca dell’ultimo minuto
di una partita di calcio giocata quaranta anni prima, quando lui parò un calcio di rigore
permettendo alla sua squadra
di vincere un prestigioso Torneo. “Trapano”, (un tempo il
play boy del gruppo), rievocò
la rocambolesca fuga effettuata dalla finestra della camera
di una signora con cui si era
intrattenuto, per l’imprevisto
arrivo del marito. Fermato poi
in strada seminudo dai carabinieri, fu portato in caserma
per atti osceni! Il lamentoso
“Zigaja”, invece, si dilungò
nel raccontare come avrebbe
potuto vincere una fortuna al
casinò di Portorose, se avesse
dato retta al suo istinto, e non
a sua moglie! Con questi argomenti, Geoffrey Chaucer non
avrebbe mai scritto “I racconti
di Canterbury”, ma arrivati al
Bar del DLF, i tre amici ripiegarono su Panzèta per ascoltare il
suo “Racconto di Canterbury”,
sapendolo proveniente da quelle terre. Egli disse d’essersi
recato all’AGENZIA VIAGGI
IL TRENO del DLF, dove gentili e cortesi ragazze l’avevano
messo a conoscenza di tutte
le informazioni utili per poter
visitare la celebre città della
Contea del Kent. Poi, gli confidarono che nei fine settimana
La cattedrale
d’Estate, una folla di giovani
che frequentano i numerosi
corsi d’inglese esistenti sia a
Londra, che nelle cittadine del
Kent, si rovescia su Canterbury creando una inevitabile confusione! Panzèta fece alcune
riflessioni economiche, scaartò
l’idea dell’Estate per la ressa, e
chiese che fosse l’Agenzia Viaggi “Il Treno” a riservare per lui
tutto ciò che gli sarebbe servito
per il viaggio. E, come sempre,
tutto funzionò a meraviglia!
Arrivato a destinazione, seppe
che la città era stata fondata
2000 anni prima da un gruppo
di infreddoliti colonizzatori
Romani, che la chiamarono
Durovernum, ma che fu il monaco evangelizzatore Agostino
a fare la sua fortuna. Nell’anno
597, infatti, fondò la chiesa, e
riuscì a battezzare il re Sassone
Ethlbert dando origine al primato religioso di CANTERBURY. Dopo uno sguardo alla St
Augustine’s Abbey, di cui è rimasto solo un rudere diroccato,
Panzèta si diresse in St Peter’s
Street, l’arteria principale che
possiede l’unica porta rimasta
delle sei esistenti della cinta
muraria. E’ una costruzione
con due torri del ‘300 (la West
Gate), ed era la porta d’ingresso in città per i pellegrini
provenienti da Londra. Del Sun
Hotel, in Sun Street, Panzèta
seppe che era un luogo denso
di memorie storiche, avendo
avuto molti ospiti illustri, tra
cui Dickens. Ma fu indubbiamente l’imponente mole della
Cathedral, dominante con le
sue alte torri in pietra, ad effettuare il richiamo maggiore.
Le parti più antiche risalgono
al Mille, ma fu ampliata in uno
stile di transizione dal romanico al gotico, nei secoli successivi. L’assassinio dell’arcivescovo
Thomas Beckett, perpetuato
il 29 Dicembre 1170 per mano
di quattro sicari, ma per volere
del Re Enrico II, mise il Papa
Alessandro III nell’opportunità politica di contrapporsi alla
Il Sun Hotel di Canterbury
Chiesa Inglese. Canonizzò infatti Thomas Beckett a tempo
di record, (si racconta che nei
primi tempi i miracoli si siano
succeduti a ritmo impressionante), e in poco tempo la sua
tomba diventò luogo di pellegrinaggio.
Il culto di Thomas Beckett
crebbe in modo tale, che la
Chiesa Anglicana ad un certo
punto lo ritenne una minaccia,
e nel 1538 Enrico VIII fece distruggere la tomba. Ma per i
pellegrini l’intera Cattedrale
era ormai diventata “il Mausoleo di Thomas Beckett”, e
ogni anno, 2 milioni tra turisti
e fedeli, continuano a visitare
il luogo dove egli fu assassinato! Se considerate, aggiunse
Panzèta agli amici, che l’intera Contea del KENT è cosparsa di autentici gioielli, come il
paese di Chilham, amato dalla
nobiltà londinese, o come il
medioevale Rye, per non parlare poi di Deal, di Sandwich,
del capoluogo Maidstone, del
vacanziero Bexhill-on-Sea, o
di Brighton, noto al mondo per
il suo esotico Royal Pavilion,
questa è una gita che vale assolutamente la pena fare!
Tipica abitazione del Kent
9
informatica
Quando si dice la frenesia
della vita moderna
di Valter Serafini
D
a non credere! Davvero
esagerato venne stimato da tutti i presenti
al Club l’angoscioso lamento
esternato dal Prescietti, che
sconsolato si riferiva all’eccessivo tempo da impiegare per
operazioni, a suo dire così semplici, come lo spegnimento o il
riavvio del computer.
“Possibile che per fermare un
ottuso PC si debbano impegnare
tre volte il mouse e il dito indice e si debba poi attendere una
trentina di secondi per ottenerne l’esito? Come ben sapete occorre: Start  Spegni computer
 Spegni, oppure Start  Spegni computer  Riavvia. Al giorno d’oggi, mi sembra un’eternità
… interminabile.”
Pur non condividendo quel tormento, Smanettoni concedeva
allora, per rincuorarlo, i suoi
suggerimenti, consistenti nelle
concrete facili soluzioni che qui
riporto, nel caso altri fosse angustiato dallo stessa ambascia
ed intendesse proficuamente
avvantaggiarsene.
Spegnimento del sistema:
Tasto destro del mouse sul
desktop. Selezionare Nuovo
 Collegamento. Si apre una
procedura guidata che reca la
casella “Immettere il percorso
per il collegamento”.
Digitarvi all’interno: shutdown
-s -t 00 (specifico in lettere: trattinos spazio trattinot spazio zerozero). Cliccare su “Avanti”. Si
apre un’altra casella: “Immettere
il nome del collegamento” con indicato “shutdown.exe”. In luogo
di quell’astrusità, potremmo scrivere “SPEGNI” o ciò che più ci
aggrada, indi cliccare su “Fine”.
Riavvio del sistema:
Tasto destro del mouse sul
desktop. Selezionare Nuovo
 Collegamento. Si apre la
solita procedura guidata che
reca la casella “Immettere il
percorso per il collegamento”.
Digitarvi all’interno: shutdown
-r -t 00 (stessa struttura della
nota precedente). Cliccare su
“Avanti”. Di nuovo si apre la
casella: “Immettere il nome
del collegamento” con indicato
“shutdown.exe”. Anche qui potremmo cambiargli il nome e,
ad esempio, chiamarlo “RIAVVIA” o con le parole che per noi
meglio esprimono il concetto.
Cliccare su “Fine”.
Ecco che ci troveremo sul desk i
due collegamenti molto efficaci
e veloci, col nome che avremo
loro assegnato, ma rappresentati da due icone … prive di personalità. Andremo pertanto a
modificarle convenientemente:
tasto destro sull’icona da modificare  Proprietà  Cambia
icona. Nella finestra che si apre
“Scegliere un’icona dall’elenco”, cerchiamo un’icona che ci
piaccia. Ad esempio, per chiudere Windows potremmo usare
quella rossa rappresentante un
interruttore elettrico e per riavviarlo quella raffigurante una
freccia verde rivolta a destra.
Devo qui aggiungere subito
però che a quel punto della
spiegazione s’intromise, allarmato, l’amico Prudenziato: “Attenzione ragazzi! Nel momento
in cui chiudete Windows con
le sue proprie manovre, quelle canoniche, esso vi chiede e
rammenta se intendete salvare
i lavori che avete a mezzo, liberandovi spesso dalla tragedia di
aver buttato in un attimo ore
di lavoro! Di fatto, il comando
shutdown chiude effettivamente subito tutto, con un colpo
solo, infischiandosi però di ciò
che stavate facendo.”
Quella precisazione ci portò a
considerare meno redditizia,
tutto sommato, l’agevolazione
presentata e comunque da valutare attentamente.
Ci rallegrammo poi per la nostra fortuna di poter ragionare
amabilmente fra amici prima
di definire anche così piccole
scelte, augurandoci di avere in
ogni altra occasione altrettanta
pronta solidarietà da parte dei
nostri vicini del momento ...
Tutti i Cittadini
possono iscriversi al
DLF COMPUTER CLUB.
Ci trovate
tutti i mercoledì dalle ore 20,30
e il sabato dalle ore 10,00
nel locale sotto la palazzina
agenzia
Via Stalingrado 12
Email: [email protected]
Visitate il sito dell’Associazione:
www.dlfbo.it
10
arte
E ora parliamo di arte…
Proseguiamo dopo aver tratteggiato il profilo artistico di Andrea Bertelli, pubblicato sul n° 6 di “Tempo Libero”,col ricordare la
figura di un altro artista che ha operato a lungo nella nostra Associazione e che ha portato lustro con la sua vena artistica al DLF
di Bologna. Le pagine da 11 a 14 possono essere staccate e rappresentano una molto umile monografia riguardante l’artista.
LA REDAZIONE
Angelo Taroni
macchinista,
scrittore,
pittore e
uomo del dlf
S
embra che il DLF sia alla vigilia di novità,
non si sa
quali, speriamo bene. Nell’attesa di saperlo,
ci voltiamo indietro per vedere qualcosa
di quel che abbiamo fatto. Le cose grandi, Plan,
Senigallia, eccetera, sono sotto gli occhi di
tutti. Altre sono meno evidenti. Alcuni anni fa,
nel 1999, se ne è andato Angelo Taroni che,
dopo trent’anni da macchinista, sindacalista,
attivista politico, ha trascorso il resto della
sua vita scrivendo, dipingendo e lavorando
nel, e per, il DLF. Molti suoi lavori sono appesi
ai muri di questi uffici e della Casa Alpina di Plan.
E’ sua la copertina ed alcune pagine del libro “I ferrovieri
sulle strade ferrate dell’Emilia-Romagna, edito dal DLF. E’
suo, e di Gabriele Bianchi, il piccolo monumento che il
DLF ha dedicato ai soci che hanno fatto attività sociale.
I più anziani dei nostri lettori ricorderanno forse
le “favole di Angiolino” apparse su Tempo Libero.
Era un tipo strano, Angiolino, autore di libri non
pubblicati, commedie mai recitate, quadri non
venduti, malgrado gli apprezzamenti di critici
ed intenditori. Un giorno si arrabbiò e si offese
quando, fatta una mostra, un visitatore gli chiese
le sue quotazioni di mercato. “Una volta mi ero messo a fare
acquerelli di paesaggio e li vendevo anche bene – mi disse una volta – ma mi
annoiavo a farli e ho smesso”. Secondo i canoni attuali si potrebbe definire un
perdente. Ma i suoi lavori parlano per lui come si può vedere da queste poche cose
che mostriamo ai nostri lettori.
11
arte
A uno di noi ... a un’artista
di Renzo Pocaterra
C
aro Angiolino, a pensaci
bene questa è la prima
lettera che ti scrivo in
tanti anni che ci conosciamo.
Che senso ha scrivere ad una
amico che sta nella stessa città?
Gli telefoni, lo vai a trovare e gli
parli, aspetti di incontrarlo, che
prima o poi capita sempre. Poi,
un bel giorno l’amico se ne va
senza lasciare nemmeno l’indirizzo e così hai fatto anche tu.
E quando ti manca un amico,
tutte le cose che non gli hai
detto, o che volevi chiedergli,
o che dovevamo fare assieme,
ti rimangono lì come un buco
che si allarga man mano che il
tempo passa. Il fatto è che ti
devo anche delle scuse. Stavo
rileggendo il tuo libro “ORCHI
ORCHESSE ORCHETTI” che ti
avevo chiesto perché mi pareva
impossibile che non potesse
essere pubblicato. E non ti ho
mai detto, ma tu l’avevi capito, che il Sommo Esperto di
letteratura infantile che avevo
interpellato non si è degnato di
dare alcuna spiegazione per il
suo disinteresse. Mi era piaciuta molto, per esempio, la “STORIA DELL’ORCO IN FERIE”
che si chiamava Amilcare e, un
bel giorno, stanco di mangiare bambini, si assenta dal suo
paese e si reca in incognito in
un altro paese, ben lontano dal
suo, per sua disgrazia, sprovvisto di orco, tanto che nessuno
sapeva più dove mettere i bambini. L’orco Amilcare viene riconosciuto e tutto il paese cerca di farlo rimanere pregandolo
di mangiare i propri bambini. “
Caro signor Amilcare – cominciò un signore che pareva più
signore degli altri – siamo molto onorati della sua presenza
qui con noi come Orco. Il nostro paese un orco non l’ha mai
avuto anche perché, pur avendo anche noi molti bambini,
essi non sono molto buoni da
mangiare, ma se si accontenta,
qui noi abbiamo il signor Narciso che è un buon cuoco, ol-
12
trechè poeta. Vedrà come glieli
prepara bene. Li vuole arrosto?
Lessati? A cotoletta o spezzatino? Oppure a polpette? Faccia
lei signor Amilcare e vedrà che
sono mangiabili, specialmente
se accompagnati da un sonetto
del Narciso. A questo punto si
sentì una voce:
Se si prendon dei bambini
Siano grandi oppur piccini
E si vuol far cotolette
Van tagliati bene a fette
O una pentola pulita
Se si vuol carne bollita
Di bambino cotto a modo
Se si vuol bere il brodo
Ma se invece ad ogni costo
Si vuol fare dell’arrosto
Un bambino in condimento
Si cucini a fuoco lento.
Con le foglie dell’alloro
E un bel po’ di pomodoro
Un bambino tagliato fino
Darà un caldo spezzatino.
Te l’ho ricordato perché, dopo
tanto tempo che l’hai scritto,
magari te lo eri dimenticato.
Ecco vedi, leggendo queste cose avevo pensato che avevi esagerato con quella tua benedetta abitudine di ricorrere al paradosso, esasperando i toni fino
ad arrivare agli orchi ingaggiati
con favolose offerte per mangiare bambini. Tutti quei paesi
di bravi e onesti cittadini che
fanno a gara nel portare bambini agli orchi, mi disturbavano.
Anche le leggende e le favole
più strampalate debbono basarsi sulla solida, noiosa realtà
di ogni giorno. Ecco perché ti
devo delle scuse. I tuoi orchi
sono uno zucchero in confronto
a quelli veri. Non mi ero accorto
che esistono davvero e ci sono,
non paesi, ma intere nazioni
che fanno a gara a cercare orchi ed offrirgli bambini. Basta
andare in una qualsiasi agenzia
di viaggi. Pensano a tutto loro.
Si chiama turismo sessuale ma
è la stessa cosa. Ci sono orchi
che vogliono bambini ed altri
che preferiscono gli adulti.
Qualche volta si trovano orchi
anche qui da noi, più di quanto
non si creda. E devo dirti che,
dove non si trovano momentaneamente orchi, gli abitanti
capita che gettano i bambini
nei cassonetti dell’immondizia.
Naturalmente nei paesi dove
i cassonetti esistono, perché
non ci sono dappertutto. E poi
le fiabe, eccone una col suo bel
disegno
con un linguaggio tutto loro,
si sono sempre parlati. Noi lo
sappiamo da lungo tempo e
se non siamo mai andati in
giro a dirlo è perché i gatti e
le scope tengono molto alla
loro riservatezza.-“Cosa ci fai
tu qui brutta scopa? - disse
dunque Simone il gatto. Un
po’ per il tono usato dal gatto,
un po’che alla scopa dispiaceva essere una comune scopa
come tante altre, le venne di
LA STORIA DELLA SCOPA E
DEL GATTO SIMONE…” Un
giorno la signora Rosina salì
sul terrazzo della sua casa con
la scopa per dare una bella
spazzata: era da tanto che non
vi si recava, che di pulizia ce
n’era proprio bisogno. Ma
lassù che fu, ricordò di aver
lasciato la pentola sul fuoco,
appoggiò la scopa al muretto
e ridiscese.
Lì sul terrazzo c’era pure il
gatto Simone che vista la scopa, visto cioè un intruso in
quello che riteneva il suo regno, le disse:”Cosa ci fai tu qui
brutta scopa?”, Bisogna subito
chiarire che i gatti e le scope,
rispondere :”Stai attento che
io sono una scopa magica e
posso anche volare”. Il gatto
Simone cominciò a muovere i baffi, che i gatti a ridere
fanno così, e replicò:”Va la che
tu mi fai proprio ridere, se è
vero che voli fammelo vedere,
che, guarda, ci credo solo se
vedo”. La scopa si pentì subito
di aver detto quello che aveva
detto, non sapeva proprio che
pesci pigliare, come si dice,
ma poi pensandoci disse tra se
– ora faccio finta di spiccare
il volo poi dico che ho finito la
benzina-. Fece un salto infatti,
e …meraviglia! Con sua grande sorpresa si trovò a volare
arte
davvero. Fece il suo voletto lì
attorno poi ridiscese e trovò il
gatto Simone che era rimasto
con i baffi e la coda diritti,
chè i gatti fanno così quando
sono al colmo delle stupore.
Allora gli disse:” Tu non volevi credere, eh? Ebbene se
vuoi fare un giretto attaccati
al mio manico”. Partirono in
volo dirigendosi verso il mare.
Come furono sul mare il gatto
Simone cominciò ad aver paura perchè, come tutti i gatti,
anche lui aveva paura dell’acqua, e allora chiese alla scopa
di riportarlo a casa perché a
lui sul mare veniva il mar di
mare. Fu quindi il momento
per la scopa di prendersi la
rivincita”:Tu mi hai trattato
come fossi una scopa da poco. Ti ho fatto volare e neppure questo ti va bene. A questo
punto ti dico che con te non
voglio averci più a che fare”.
E lo scaricò lì sulla spiaggia.
La scopa atterrò sul terrazzo
proprio nel momento in cui
risaliva la signora Rosina che
subito l’afferrò e cominciò a
spazzare. Il gatto Simone invece dovette ritornare a casa a
piedi e si stancò tanto, ma tanto che dovette subito andarsene
a letto dove si acciambellò per
una bella dormita come fanno i gatti. Non si videro mai
più perché la signora Rosina
comperò una scopa nuova che
secondo lei spazzava meglio, e
il gatto Simone quando la vide
pensò che alle scope era molto
meglio non dare troppa confidenza. Semplice e fantasiosa.
Oltre a farti le scuse, ti voglio
raccontare che sono passato
dal Dopolavoro Ferroviario ed
ho trovato i tuoi quadri sempre
al loro posto. Il COBOLDO è in
segreteria vicino alla scrivania
della signorina Nadia che è
arrivata prima che tu partissi,
e allora le ho raccontato del
tuo periodo buio, nel quale dipingevi in acrilico quegli indimenticabili incubi grotteschi
che non si possono appendere
al muro se non si vuole essere
buttati fuori di casa.
Un tuo Coboldo ce l’ho anch’io.
L’ho tolto dal cassetto e lo sto
guardando. Ha un occhio penzoloni e lacrimante che mi sembra il mio quando mi è venuta
la paresi facciale. E ci sono tante straordinarie invenzioni in
questo Coboldo che non avevo
mai notato. Mi toccherà appenderlo. Più passa il tempo e più
apprezzo le tue cose. Vicino al
Coboldo, nella vetrinetta, c’era
anche un copia dei “FERROVIERI SULLE STRADE FERRATE DELL’EMILIA ROMAGNA”,
con la tua copertina e alcune
tue pagine dalle quali si capisce bene, se ce ne fosse bisogno, che quando ti andava eri
anche un uomo di penna, serie
e rigoroso come quando portavi
le locomotive e facevi l’attivista
politico e il rappresentante sindacale. Un esempio:
“Partiti da Monselice dopo il
rifornimento d’acqua, transitammo da S.Elena d’Este e
raggiungemmo il ponticello
di Stanghella: di qui, mentre
imperversava un temporale,
il treno accelerò la corsa per
affrontare l’erta del ponte
sull’Adige, oltre il quale c’è la
stazione di Rovigo. Appena
superato il piccolo scalo merci
di Stanghella scorsi, incredulo, a malapena una sagoma
scura (l’orologio segnava le
ore 21) – a quei tempi la dirigenza aziendale sosteneva che
i fanali delle locomotive servivano per essere visti e non per
vedere ! – e un istante dopo risuonò un fortissimo e assurdo
rintocco di campana seguito
dal deragliamento della locomotiva: sobbalzi, inciampi,
urti, potenti vibrazioni, come
il rotolare di massi da una
montagna che si sgretola. In
quella manciata di secondi ricordo che chiusi il regolatore a
spadone, azionai il freno a vapore ( inutilmente perché oltre
ad agire solo sulla locomotiva
deve essere preventivamente
riscaldato), ed infine strinsi il freno continuo, il quale,
per la rottura immediata dei
tubi, aveva già fatto tutto da
solo. Un comportamento inconsulto, si potrebbe dire, ma
13
arte
in realtà si tratto del percorso
istintivo della mano sinistra,
che si staccò dalla maniglia
del regolatore sulla quale è
normalmente posata quando
la locomotiva è in marcia.
Qualcuno mi disse, poi, che il
treno aveva percorso in svio
ben 91 metri! In quei pochi secondi pensai a casa, ai miei e
alla mia sorte con un senso di
rassegnazione e, stranamente,
non provai paura. Il fuochista
si levò dal sedile e credetti che
volesse gettarsi dalla locomotiva, ma desistette, anche perché il tender saltava come un
arrabbiato trasformando gli
scorrimano in ferro omicida, e
si rimise a sedere guardandomi con occhi grandissimi e neri. Io mi aggrappai ad un tubo,
scottandomi, mentre i pesanti
attrezzi del tender piombavano in cabina; una lampada
si ruppe con uno schiocco, la
sabbia per la pulizia della tubiera uscì dal contenitore con
l’imbuto in volo oltre il tettuccio. Ci raggiunsero spruzzi di
acqua e nafta. Poi finalmente!, la locomotiva si arrestò,
impuntata come una vanga
infissa nel terreno; nell’aria
14
c’era un forte rumore, il quale,
però, non sovrastava il pianto della turbo-dinamo. Io e il
fuochista uscimmo, alquanto
ammaccati, fra i rottami degli
corrimano e della ribalta del
tender: una tasca della mia
giacca rimase impigliata in
un ferro sporgente,e là restò.
A terra, il fuochista, come
improvvisamente
sgelato, battendo le mani (uno
scherzo dei nervi) iniziò
una specie di danza con
cantilena:”Oddio
guarda,
guarda la macchina, oddio
guarda…”. Solo allora mi
resi conto che il forte rumore giungeva dal forno, dove
la combustione era spinta al
massimo; poi, come una cannonata, scatto la Coale con il
suo violento soffio (valvola di
sicurezza della caldaia) ed io,
come avrebbe fatto qualsiasi
macchinista, pensai che si doveva salvare il forno. Risalii in
cabina, strappandomi i pantaloni: l’iniettore di sinistra
funzionava ancora, quindi potei mandare acqua in caldaia;
con una chiave picchiai sul comando della nafta riuscendo a
liberarlo, e spensi la fiamma;
fermata la turbina e bloccata la pompa dell’aria, che
sembrava impazzita, lasciai
la cabina. Venimmo avvolti
da un silenzio assurdo ed
improvviso. Ci richiamò
alla realtà un lamento che
proveniva dal bagagliaio che
stava con le ruote all’aria:
dentro c’era il capotreno!
Con un po’di lavoro aprimmo la porta del bagagliaio:
il collega, fortunatamente,
era illeso, ma molto stordito;
lo tirammo fuori. Nello stesso
tempo mi resi conto che lo svio
aveva spazzato tutto il piazzale della stazione, tre binari in
sicurezza fissato su una traversa marcia.”
tutto: se il segnale di protezione dell’altro binario di corsa,
il pari, era verde la via libera
poteva far piombare un treno
trasformando in catastrofico
un incidente già molto grave!
Corsi verso il segnale, che vidi
con mio grande sollievo acceso
sul rosso. Superando rottami
vari, raggiungemmo la stazione, assicurando l’allibito
capostazione che non vi erano
vittime; unico contuso il
frenatore di coda, che aveva
un voluminoso bernoccolo
in mezzo alla testa e del
quale neppure si era accorto ( stava nella sua garitta,
imperterrito, come se nulla
fosse accaduto). Tutta la
notte rimanemmo sul posto. La causa del disastro?
Due carri vuoti in stazionamento nello scalo merci
vennero spinti dal fortunale sul binario di corsa dopo
aver divelto lo staffone di
DLF, le mostre, il monumento
che sta nello slargo dopo la
pista di pattinaggio, fatto insieme ai partecipanti al corso.
Nel vecchio DLF mi f piacere
dirtelo, tutto quello che hai
fatto è ancora lì e funziona.
Gabriele Bianchi è l’animatore
dell’Officina dell’Arte e fanno
cose molto belle. Solo gli ultimi arrivati non sanno chi sei
e questo è soprattutto colpa
nostra. Per rimediare abbiamo
pensato di illustrare nel nostro
giornale, al quale anche tu hai
collaborato, una parte delle tue
creazioni. In particolare le cose che hai fatto per il DLF. Per
metterci tutto, un giornale solo
non sarebbe bastato. Ma il meglio è nemico del bene. Le tue
cose sono sempre vive, e belle,
e danno emozione. Siamo certi
che ti farà piacere che escano
fra la gente per indurre, attraverso la burla, alla riflessione.
Anche le tue locomotive danzanti ci sono tutte al Dopolavoro.
Belle, festose, leggere che danno
allegria e fiducia nella vita con
quelle bielle fuori posto, il fumo
di tutti i colori tranne il nero, le
bandiere, i vasi da fiori e i pennacchi posti per ogni dove. Avevi
incontrato l’Alda, ti eri rasserenato ed avevi ripreso a lavorare
con lo spirito del fanciullino.
Le mongolfiere, i limmerick, la
patafisica, i corsi di arti figurative dell’Offcina dell’Arte del
(continua nel prossimo numero)
cultura
I séggn di An
Di Gastone Vandelli
Un èter dé al s’n’è andè vi tranquéll,
mànter i lampion i s’impéiien par la strè
e d’là dai copp, so el culén in lontananza,
el i én cumpèrsi el prémmi lus dla sira.
In sta cusénna duv t’pas el tau giurnét
(al bàter dl’arloii so la cardànz
l’accumpagna al ripéter di tu gèst)
at guèrd indaffarè curva tra i piàt,
so la tèvla ch’l’an ha né sèl, né vén,
a misurèr par mé la mègra zanna.
A pans a ètri zann, a ètri sir,
quand par nuètr elfiurévn ètri stasàn.
Arcord che i svanéssen in un mumànt,
quand a guèrd so la tvaia el mi medgén.
Incù, che i séggn di An e di dulùr
i fan sénter al pàis dal tamp passè,
che a dag di èter valùr al cos dal mannd
e che a la vétta a dmand saul l’essenzièl,
am basta che tè et strécca la mi man
e al to respir al sfigura la mi faza,
quand t’taurn a dirum:- A stan ban, insamm.
I segni
degli anni
Un altro giorno se ne è andato tranquillo,
mentre i lampioni si accendono per la strada
e da sopra i tetti, sulle colline in lontananza,
sono comparse le prime luci della sera.
In questa cucina dove passi le tue giornate
( il battere dell’orologio sulla credenza
accompagna il ripetere dei tuoi gesti)
ti guardo indaffarata curva tra i piatti,
sulla tavola che non ha né sale, né vino,
a preparare per me la magra cena.
Penso ad altre cene, ad altre sere,
quando per noi fiorivano altre stagioni.
Ricordi che svaniscono in un momento,
quando guardo sulla tovaglia le mie medicine.
Oggi, che i segni degli Anni e dei dolori
Fanno sentire il peso del tempo passato,
mi basta che tu stringa la mia mano
e il tuo respiro trasforma il mio viso,
quando tu torni a dirmi:- Stiamo bene, insieme.
15
il futuro
Ecco la nuova stazione di Bologna
di Giuseppe Stefanini
L’
attendevamo da lungo
tempo (più o meno 20
anni!) e ora finalmente
sappiamo come si presenterà
la nuova stazione ferroviaria
di Bologna. È quella progettata, come sapete, dallo studio
dell’architetto
giapponese
Isozaki che è risultato vincitore, con giudizio unanime, del
concorso indetto l’anno scorso
dalle Ferrovie dello Stato. Una
curiosità: Isozaki è un allievo di
Tange, quello delle “torri” della
zona Fiera, quasi a stabilire una
continuità di interesse, di sensibilità giapponesi nella risoluzione dei nostri problemi architettonici e urbanistici. Sì anche
urbanistici, perché da sempre
la nuova stazione si era pensato
dovesse essere una “ricucitura
della maglia urbana” fra centro
città e Bolognina, ora interrotta
dal “fiume di binari”.
I criteri di progettazione
Oltre che essere una “stazione
ponte”, ovvero con varie entrate
e percorsi al suo interno, è stato
scelto di limitare l’altezza dei
nuovi edifici di stazione a 20
metri, più o meno come quella
dei fabbricati già esistenti. Sì
perché la stazione esistente,
quella storica che risale a fine
‘800 (con ampliamenti e ricostruzioni del secolo scorso), rimarrà, come pure verrà mantenuto, anche se completato con
una copertura vetrata, quella
dell’edificio d’angolo in pietra
a vista (decisamente brutto)
che sta fra via Pietramellara e
il ponte di Galliera (per intenderci l’ex dormitorio). Ovviamente subiranno un profondo
restyling per integrarsi con la
parte veramente nuova, costituita da un grande parallelepipedo (chiamato già da qualcuno
“scatolone”)formato da pareti
vetrate verticali e lucernai e
quindi di estrema luminosità
interna e adatto anche, con opportuni “pozzi luce” ad illuminare i piani sotterranei. Le sue
dimensioni saranno notevoli:
16
120 metri di larghezza (come
la stazione attuale) e 270 metri
di lunghezza, e comprenderà
per una larghezza di 40 metri
verso via Carracci, la nuova stazione A.V. (Alta Velocità) che
è già in corso di costruzione in
quell’enorme vascone che, sovrastato da quelle due enormi
gru, attira tanto l’attenzione
della gente che passa sul ponte
di Galliera.
L’alta velocità e i tre nuovi livelli sotterranei.
Sul fondo di quel vascone, al
livello inferiore di -23 metri
viaggeranno i treni veloci, che
disporranno di 4 binari.
Al secondo livello sotterraneo
(-15 metri) si troveranno invece i servizi per i viaggiatori,
con aree attrezzate per la sosta/attesa, caffetteria, ecc…
Nel primo livello interrato (-7
metri), sono previsti i percorsi
urbani e gli attraversamenti
e per, il traffico veicolare, la
possibilità di portare ai treni i
passeggeri, con posti auto per
brevi soste ( dei parcheggi veri
e propri ne parleremo dopo). I
treni regionali, metropolitani e
il “people mover” avranno poi
a disposizione tutti i binari in
superficie.
Gli accessi
Come detto, per non essere più
una barriera, la nuova stazione
avrà più accessi e sarà in grado
di contenere anche percorsi urbani. Viene quindi mantenuto
come accesso principale quello
della attuale stazione, che beneficerà però di una piazza più
vivibile (via Petramellara sarà
interrata), accessibile solo da
mezzi pubblici e taxi. Dal ponte di Galliera ci sarà poi ampio
accesso per/da i treni e per un
percorso che porta in via Fioravanti, ai nuovi Uffici Comunali.
Sempre con ingresso dal ponte i
taxi potranno scendere nella zona di partenze/arrivi (chiamato
dagli architetti “kiss and ride”).
Da via Carracci poi la stazione
si presenterà con una serie di
aperture quasi continue, solo di
notte chiuse da cancelli. Per la
comunicazione fra i vari piani ci
saranno complessivamente ben
44 scale mobili e 23 ascensori. I
sottopassaggi fino a via Carracci
saranno 4. Comunicazioni dirette con la stazione ci saranno anche fra l’ampio parcheggio auto
sottostante l’area dei Salesiani
e quello che verrà ricavato sotto
la piazza della Stazione contestualmente all’interramento di
viale Pietramellara.
I servizi per la città
La stazione di Isozaki ( per la
verità era richiesto nel bando
di concorso) non sarà destinata
solo a persone in transito, ma
conterrà anche “frammenti di
il futuro
città”, ovvero luoghi di incontro e cultura mete anche per i
cittadini. Così avremo, nell’area
del fabbricato d’angolo in pietra a vista, un complesso di sale
polivalenti che potranno ospitare conferenze, convegni, cinematografi e, se intercollegate,
un auditorium con capienza di
mille posti.
Negli ultimi due piani superiori,
vi sarà poi un albergo. Poi, praticamente in linea con via Fioravanti, sorgerà un palazzetto
dello sport capace di trecento
posti.
Una centrale termica, che riutilizzerà in buona parte i rifiuti,
contribuirà, assieme a estese
superfici di pannelli solari e
fotovoltaici, a soddisfare le esigenze energetiche del complesso della stazione.
della vecchia stazione (con
scale mobili, ascensori, ecc…);
la costruzione dei tre nuovi livelli, ecc ecc…
I tempi di realizzazione.
Beh, per vedere i fabbricati
fuori terra dovremo avere pazienza e aspettare il 2014. Il
progetto esecutivo verrà infatti
completato entro l’inizio del
2011, e del resto solo nel 2011
verrà coperta la stazione interrata, ovvero vi sarà la “piastra”
sopra cui verrà elevato, in 36
mesi, lo “scatolone” di luce. Da
qui al 2011 ci sarà però da fare
tantissimo: l’interramento di
via Pietramellara; il restyling
Conclusioni
Fra le cose da fare ho elencato
solo alcune di quelle “materiali”. Non ho parlato di quelle, altrettanto importanti,di
informazione e confronto che
dovranno affrontare gli Enti
che governano questa grande
opera, che per la città di Bologna, come avrete capito, costituisce un mutamento epocale.
È adesso, all’inizio del processo
di definizione del progetto della stazione, della “città della
ferrovia”, che i lavoratori e i
cittadini devono essere informati e interpellati. Solo così la
trasformazione di un luogo, un
progetto urbano può veramente incontrare le esigenze della
gente.
Mi sembra comunque che Ferrovie e Comune siano perfettamente allineati al riguardo.
Vengo informato infatti che
all’inizio di Dicembre, in Sala
Borsa, si terrà un convegno specifico sulla stazione di Bologna
che inizierà a portare alla cittadinanza quelle informazioni
più dettagliate, indispensabili
per iniziare la discussione, l’approfondimento e il confronto.
Il DLF manterrà la gestione dell’area
di Giuseppe Stefanini
I
l 24 settembre scorso, nella Sala Gialla del DLF, si
è tenuto un interessante
convegno che ha riguardato
l’importante momento di trasformazioni urbanistiche che
sta interessando Bologna ed
in particolare la “Città della
ferrovia” come è stata definita
quella parte di territorio urbano che comprende spazi strategici e progetti di alto profilo
( nuova stazione, fiera, sede
universitaria, people mover
etc) che valorizzeranno Bologna come centro di una rete di
trasporti, e di attività, locali ed
internazionali. Larga la partecipazione di esponenti politici
locali (Merola e Mazzanti) dei
Segretari Regionali di CGIL,
CISL , UIL e ORSA, di dirigenti
delle FS ( Stanzani e Cifaliello). Moderatore è stato il nostro presidente Bufalieri. La
discussione, dopo l’elencazione veramente impressionante,
dei progetti che si stanno incrociando, si è concentrata
dapprima sulla nuova stazione.
Al riguardo le preoccupazioni
e le richieste sindacali si sono
manifestate nei confronti della
sicurezza dei cantieri (verranno istituiti, è stato promesso,
comitati per la Sicurezza con
gli enti interessati) e della necessità di avere spazi consoni
per chi lavora in stazione e per
i loro servizi, anche nel tempo
così prolungato di apertura
cantieri. Interessantissima per
il DLF è stata poi l’esposizione dei modi e dei tempi in cui
la proprietà dell’attuale area
ferroviaria a lato di via Serio
passerà al Comune. L’assessore Merola ha ricordato che
una volta definito dal progetto
vincitore del concorso per la
Nuova Stazione l’utilizzazione
delle aree ferroviarie che vanno da Ravone alla porta di Mascarella, sarà ora possibile procedere alla compilazione del
Piano Operativo Comunale ed
alla valorizzazione delle aree
dimesse, consentendo così la
formazione di nuivi quartieri
residenziali e quindi alla mobilitazione di risorse economiche. Saranno proprio queste
risorse che consentiranno al
Comune di acquisire l’area ora
in uso al DLF, presumibilmente nella prossima primavera.
L’assessore Merola, ed anche
il presidente del quartiere
Navile Mazzanti hanno poi
concordato sulla necessità di
mantenere il DLF come perno
della futura gestione dell’area
con l’eventuale integrazione
di altri attori per specifiche
attività culturali (cinema,
creazione di archivi sindacali
cittadini etc.). In particolare
Mazzanti ha insistito sulla necessità di fare chiarezza circa
la responsabilità della pulizia
e manutenzione in genere del
parco,che, col passare del tempo diventeranno sempre di più
onerose e indispensabili.
17
cultura
Aspertini e Correggio:
pittori emiliani in mostra
di Renzo Pocaterra
AMICO ASPERTINI
A Bologna dal 27 settembre
2008 all’11 gennaio 2009
A Bologna, nelle sale del Rinascimento della Pinacoteca
Nazionale, per la prima volta
Amico Aspertini (Bologna 14741552) avrà l’onore di una rassegna che vedrà riunite quarantotto suoi dipinti provenienti
dai musei di tutto il mondo. Vi
saranno anche una cinquantina
di opere di pittori suoi contemporanei dai quali egli trasse
ispirazione: Costa, Francia, Raffaello, Lotto, Filippino Lippi e
soprattutto Durer. Nella scena
artistica del primo Cinquecento
italiano, dominato dalla tendenza al classicismo, “all’armonia
senza tempo”, Amico Aspertini
si distinse per una sua personale ribellione. Per primo in Italia
fece largo uso del grottesco. I
suoi santi hanno visi grossolani
e rincagnati, le madonne non
sono dolci e soavi, hanno il viso
segnato dalla vita. “Capriccioso
e di bizzarro cervello” fu definito dal Vasari il nostro Amico.
Le sue figure strane, con i visi
asimmetrici e le teste a uovo,
sono viste come ribellioni ai
modelli convenzionali. Era ambidestro, in grado di dipingere
usando contemporaneamente
ambedue le mani. Visitò Roma e
ne ritornò con raccolte di disegni, immagini finite poi nei suoi
paesaggi e in riquadri e tarsie
con le quali era solito animare
le sue composizioni. Bologna
è ricca di opere dell’Aspertini
e pertanto la mostra prosegue
con il giro dei suoi capolavori
cittadini: in Pinacoteca, nella
Cappella di Santa Cecilia, in
via Zamboni, in San Giacomo,
San Martino e in San Petronio
dove, oltre che i dipinti, possiamo ammirare anche le sue
sculture poste nelle porte laterali. E’ possibile inoltre visitare
gli affreschi da lui dipinti della
Rocca Isolani di Minerbio, restaurati per l’occasione e solitamente non accessibili.
ANTONIO ALLEGRI
DETTO IL CORREGGIO
A Parma dal 20 settembre 2008
al 25 gennaio 2009 – Galleria
Nazionale – Camera di San Paolo - Cattedrale – Chiesa di San
Giovanni
Anche in questo caso si tratta di
un grande non pienamente riconosciuto ed anche qui la mostra
è distribuita in vari luoghi della
città di Parma dove ha maggiormente operato. Pittore di seduzione che ha preso da Dosso
Dossi e da Leonardo ma che ci
ha messo del suo con grande
sensualità anche nell’arte sacra. Una per tutte l’Assunzione
della Vergine, nella cupola del
Duomo, definita stupefacente e scandalosa. Stupefacente
per quegli effetti scorciati che
accentuano illusionisticamente e ulteriormente l’altezza
della cupola; scandaloso per
quell’agitarsi incessante di
gambe, glutei, braccia, quasi
fossero adolescenti che cerchino di tenersi a galla sospesi nel
gran vuoto della navata, ma a
vista sul popolo dei fedeli con
gli occhi all’insù.Tutto questo lo
potremo vedere da distanza ravvicinata grazie ad una speciale
impalcatura dotata di ascensore
che ci porterà a 25 metri di altezza e lo stesso avverrà per la
cupola della chiesa di San Giovanni Evangelista. Due possibilità che, da sole, valgono il viaggio
ed il prezzo del biglietto.
18
ristorazione
IL DOPOLAVORO
FERROVIARIO
DI BOLOGNA
con il patrocinio del
Quartiere PORTO
organizza presso il locale
CASANOVA
una rassegna musicale denominata
“I Venerdì
del Casanova”
Tutti i venerdì di ottobre 2008 dalle ore
19.00 alle ore 21.00, oltre ad ascoltare
musica di qualità con affermati
musicisti bolognesi e non (vedi
locandina), si potranno gustare ottimi
aperitivi e stuzzicherie.
Free service aperto dalle 11,30 alle 14,30
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con i principali Tickets
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tel. 051 521660
fax 051 371905
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19
informazione
La tajadela (la storia di ieri che ritorna)
di Valter Serafini
A
Bologna, nel 1538 il
problema sicurezza era
dibattuto più o meno
come ai nostri giorni. A quel
tempo non vi erano gli stranieri di oggi, ma camminare
per la città tra mendicanti,
persone equivoche che vivevano di espedienti, e brutti ceffi
che operavano ai margini della
legge, non era rassicurante. Lo
Stato Pontificio, a cui apparteneva la città, varò così un
Provvedimento teso a fare un
bel ripulisti di questa gentaglia. Per dare subito l’esempio,
fece arrestare una cinquantina
di sfaccendati costringendoli
ad andare a remare sulle navi
della Marina Papale.
La notizia fece molto scalpore, perché tutti sapevano che
su quelle navi, una volta saliti,
era difficile ridiscendere, ... se
non da morti! Spaventati, chi
non poteva dimostrare d’avere
un lavoro fisso, capì che era
saggio cambiare aria fuggendo
dalla città a gambe levate! Ci fu
però un effetto imprevisto pro-
vocato da quel Provvedimento!
Infatti, trascorso un po’ di tempo, in città non si trovava più
chi fosse disposto a svolgere i
lavori umili, e i lavoretti saltuari, creando un forte disagio
nella popolazione, tanto che
le Autorità, si videro costrette
a revocare il Provvedimento!
Che sia il caso di meditare!
DUSE/CRAL ABBONAMENTO A 9 SPETTACOLI
Sottoscrizione abbonamenti presso la SEGRETERIA DLF Tel. 051/41.93.180 oppure presso la
biglietteria del Teatro, muniti della tessera DLF valida in corso d’anno:
Platea
ridotto Euro 128,00 anziché Euro 179,00
Prima Galleria ridotto Euro 102,00 anziché Euro 130,00
Seconda Galleriaridotto Euro 47,00 anziché Euro 68,00
Sabato Sabato Sabato Sabato Sabato Sabato Balletto
Sabato Sabato Sabato 1 Novembre 29 Novembre 3 Gennaio 17 Gennaio 31 Gennaio
7 Febbraio
“LA TOSA E LO STORIONE” – Natalino Balasso
“I 39 SCALINI” – di John Buchan
“AMOR DE TANGO” – con Raffaele Paganini
“SUNSHINE” – con Sebastiano Somma e Benedica Boccoli
“IL PIACERE DELL’ONESTA’ “ – di Luigi Pirandello
“BOLERO, SERATA D’AUTORE” – Balletto di Roma Ente Nazionale del
18 Febbraio 28 Febbraio
18 Aprile
“SANGRE FLAMENCA” – Rojas y Rodriguez Nuevo Ballet Espanol
“L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA” – di Luigi Pirandello
“IL PIFFERAIO MAGICO” – fiaba in due tempi di Eugenio Monti Colla
Dimmi dove... Bologna svela i suoi segreti
Mese
il
ore
ottobre
Re Enzo prigioniero
17 21,00
dei Bolognesi (1249)
argomento
relatore/accompagnatore
ottobre
Il cenobio di San Vittore: un luogo
18 14,30 da cui governare la città nei secoli Manuela Rubbini
bui del Medio Evo.
ottobre
22 17,00
ottobre
Paola Foschi, esperta di
storia di Bologna
dove
Centro “Annalena Tonelli”, via
Galletta 42 La Mura San Carlo San
Lazzaro di Savena
Ente organizzatore
Centro “Annalena Tonelli”
Piazza Cavour (fermata bus 59)
Quartiere S.Stefano (prenotazione obbligatoria
entro il mercoledì precedente. Tel.:051
301216)
Cosa c’era in via degli Angeli nella
Gian Paolo Reggiani
seconda metà dell’Ottocento?
Quartiere Santo Stefano-Sala
Conferenze-via Santo Stefano 119
Quartiere S.Stefano-Commissione Cultura Comitato per Bologna Storica Artistica
25 15,00
Cosa c’era in via degli Angeli nella
Gian Paolo Reggiani
seconda metà dell’Ottocento?
Appuntamento in via Castiglione
all’angolo con vicolo Viazzolo
Quartiere S.Stefano-Commissione Cultura Comitato per Bologna Storica Artistica
novembre
5
17,00
Gli Alemanni, storia ed arte di una
Antonio Buitoni
chiesa foranea
Quartiere Santo Stefano-Sala
Conferenze-via Santo Stefano 119
Quartiere S.Stefano-Commissione Cultura Comitato per Bologna Storica Artistica
novembre
7
La solenne incoronazione di Carlo
Paola Foschi, esperta di
21,00 V imperatore nella Basilica di San
storia di Bologna
Petronio (1530)
Centro “Annalena Tonelli”, via
Galletta 42 La Mura San Carlo San
Lazzaro di Savena
Centro “Annalena Tonelli”
novembre
8
10,30
Visita alla chiesa di Santa Maria
degli Alemanni
Francesco e Domenico, due
novembre 12 17,00 viaggiatori a Bologna all’inizio del
sec.XIII
novembre 15 10,30
novembre 16
Visita alla basilica di San
Domenico
Appuntamento davanti alla chiesa, in Quartiere S.Stefano-Commissione Cultura via Mazzini 67
Comitato per Bologna Storica Artistica
Carlo Degli Esposti
Quartiere Santo Stefano-Sala
Conferenze-via Santo Stefano 119
Quartiere S.Stefano-Commissione Cultura Comitato per Bologna Storica Artistica
Carlo Degli Esposti
Appuntamento davanti alla chiesa
nella piazza omonima
Quartiere S.Stefano-Commissione Cultura Comitato per Bologna Storica Artistica
davanti alla fontana del Nettuno
Centro “Annalena Tonelli”
Visita guidata a palazzo Re Enzo,
Paola Foschi, esperta di
9,30 alla basilica di San Petronio e alla
storia di Bologna
cappella Farnese
novembre 28 21,00 La battaglia dell’8 Agosto 1848
20
Antonio Buitoni
Centro “Annalena Tonelli”, via
Otello Sangiorgi, Museo
Galletta 42 La Mura San Carlo San
del Risorgimento Bologna
Lazzaro di Savena
Centro “Annalena Tonelli”
recensioni
Il grande gioco
di Giorgio Cremoniini
F
inita la guerra fredda con il
dissolvimento dell’impero sovietico, la prima preoccupazione per gli USA è stata di creare
le condizioni affinché la Russia rimanesse dentro i suoi naturali confini. Così per l’Europa orientale si
è provveduto ad inglobare nella UE
quanti più paesi possibile, anche a
costo di rendere l’Unione ingovernabile. Per l’Asia centrale si è intervenuti con l’occupazione militare
dei paesi ritenuti strategici: Iraq e
Afganistan, motivando la cosa con
pretesti vari. Tutto questo perché,
come si dice con una frase fatta, il
lupo o, nel nostro caso, l’orso, perde
il pelo ma non il vizio. Gli zar russi
hanno sempre avuto la tendenza ad
espandersi in ogni direzione, e Putin potrebbe non essere da meno.
Ma come è cominciato il tutto? La
contesa ebbe inizio nei primi anni
dell’ 800, quando lo zar Alessandro
I, tallonando da vicino Napoleone
sconfitto in Russia, arrivò con i suoi
cosacchi fino a Parigi.: Pur ricondotto a più miti consigli dalle
altre potenze europee, lo zar, sentendosi onnipotente, diede il via
ad una politica espansionistica che portò lui ed i suoi successori a
scontrarsi con l’Inghilterra, soprattutto nell’Asia centrale, come
racconta questo bel libro di Hopkins, “Il grande gioco”, definizione data alla contesa fra i due stati per la conquista dei paesi che
dividevano la Russia dall’India, sua ambita preda per le immense
ricchezze, ma protettorato degli Inglesi. Così l’Asia centrale, allora, completamente sconosciuta, cominciò ad essere percorsa da
singoli individui, inglesi o russi, che
esploravano il territorio in cerca di
informazioni che permettessero ai
rispettivi governi di elaborare strategie di attacco o difesa. Allora non
c’erano satelliti e bisognava recarsi
in loco per vedere di persona come
stavano le cose: distanze, montagne, fiumi, fortificazioni, città, passi montani, etc, Il libro racconta di
espedienti ingegnosi per misurare
le distanze:fingendosi pellegrini, le
spie camminavano con un rosario
in mano: ogni tanti passi un grano e
alla fine della giornata si segnavano
i passi fatti. Racconta di fatti barbarici: i due inglesi imprigionati da un
Khan…., vennero costretti a scavarsi la fossa in cui vennero seppelliti
dopo la decapitazione. Racconta di
turpitudini: l’inglese che portò le
prime truppe a Kabul, fu considerato un eroe in patria, ma aveva il vizio
di apprezzare troppo le donne afgane, cosa che provocò una rivolta che
costrinse alla fuga la guarnigione, i
cui effettivi vennero trucidati ad uno ad uno mentre si ritiravano
verso il Kyber pass. Solo il medico si salvò, forse risparmiato perché portasse al mondo la notizia di quella bruciante sconfitta.Il
tutto ebbe fine nel 1905, quando per la prima volta l’esercito di
un paese orientale, il Giappone uscito solo pochi decenni prima
dal suo Medio Evo, sconfisse quello di una potenza europea, la
Russia, ponendo fine al grande gioco.Di lì a poco l’Europa sarebbe tornata al centro del mondo, con guerre, rivoluzioni e fascismi
vari. E speriamo che la storia non si ripeta.
Sulla spiaggia di Chesil Beach
di Paola Bacchi
L
e ferie sono finite, il
tempo libero anche, come afferma con simpatica arguzia Primiano Campodipietro (un nome letterario,
non trovate?), ma la voglia di
leggere non ci deve abbandonare perché è uno dei possibili
modi per conoscere delle belle
menti che la vita non metterebbe mai sul nostro cammino. Fra i tanti disponibili sul
mercato (e nelle biblioteche
comunali) un libro in particolare mi ha colpito: Chesil
Beach di Ian McEwan per i
tipi di Einaudi. E’ il resoconto
della prima notte di nozze di
Edward e Florence, nel luglio
del 1962, molto prima della liberazione sessuale che avverrà
nel ’68. I due giovani attendono tale data con sentimenti e
attese contrapposti, forti entrambi del loro amore e dalle
rispettive inesperienze poi
segnati per la vita.Chi conosce
l’autore sa che dispone di una
capacità di analisi profonda,
mai viziata da leziosaggini, ad-
dirittura crudele per esattezza
e tuttavia attenta alle bellezze
che incorniciano per contrasto
i momenti più cupi in cui un
essere umano viene a trovarsi.
E’ un volume che si legge in un
pomeriggio, che non permette
di lasciare inconosciuti i destini di due persone fatte per stare insieme, ma trascinate dagli
eventi a non capirsi.Dell’autore segnalo inoltre Cortesie per
gli ospiti, Bambini nel tempo,
Lettera a Berlino, Amsterdam, Espiazione.
21
gruppo filatelici
Un francobollo per la Ducati
2a parte
di Albano Parini
N
el 1952 nasce l’avveniristico scooter di 175
cc. Cruiser, con avviamento elettrico e trasmissione
automatica. La 98 fu concepita
come un modello essenziale a
prestazioni ridotte. Nel 1953,
Ducati presenta una 98 cc., che
verrà presto maggiorata a 125
cc. Nel 1954 arriva in Ducati
un personaggio destinato a diventare un mito: l’ingegner Fabio Taglioni, “doctor T”.
capace di vincere sempre. Nel
1964 nacque il “colosso”. Era
un veicolo possente con una
cilindrata di 1257 cc. , e un
motore quattro cilindri a 90° a
V. Nel 1965, a questa sportiva
fece seguito l’ancor più aggressiva Mach da 1250 cc. La GT
750 vide la luce nel 1971. Sempre nel 1971 compare pure la
500 GP. Nel 1972 la 750 Imola
Desmo, è una delle moto più famose del mondo.
Nel 1955, Taglioni decise di
sviluppare una moto con un
motore da 100 cc., monocamera e con coppia conica. Questa
combinazione era considerata
complessa e costosa. Ma a Taglioni fu concessa piena libertà
e il risultato fu la Gran Sport
100, detta Marianna. Nel 1957,
al salone di Milano, figura insieme ai modelli sopracitati,
anche un modello “America”.
Nel corso del 1958 la Ducati
produce anche l’”Elite” di 200
cc. Il 1958 è anche l’anno del
trionfo del sistema Desmodromico che l’ingegner Taglioni ha
studiato dal 1955. Con questo
sistema viene prodotta la 125
Gran Prix la quale mancò di
poco l’obbiettivo del campionato mondiale. Da questo progetto prende vita, nel 1960, il
famoso bicilindrico di 250 cc.,
richiesto alla Ducati dal corridore inglese di fama mondiale
Mike Hailwooda, con il preciso
intento di ottenere una macchina dalle prestazioni “superiori”
Nel 1974 nasce la 750 ss. La
Mike Hailwood Replica, la più
recente evoluzione della famosa 900 Super Sport, fu prodotta da Ducati per celebrare
il suo primo titolo mondiale.
Nel 1981: una delle maggiori
riviste di motociclismo ha descritto la Pantah 500 con queste parole:- Non esiste niente
di più potente o più veloce
della Pantah. Sempre nel 1981
la Ducati preparò uno stupefacente bicilindrico da competizione, basato sulla Pantah
22
di serie, conosciuto come TT2.
Nel 1984: Una delle creazioni
più spettacolari del suo tempo,
la 750 F1. Nel 1987: La presentazione della 851 e la 851s.
Con una moto molto simile, un
anno prima Marco Lucchinelli aveva vinto la prima gara di
Superbike a Donington. Nel
1991: L’888 sbaragliò le concorrenti a quattro cilindri nel
Mondiale Superbike su uno dei
circuiti più impegnativi d’Europa. Nel 1992 la Ducati ha
presentato una moto il cui impatto motociclistico mondiale
nell’ultimo decennio può essere comparato solo a quello della Ducati 916. Nel 1993: nasce
la Supermono. Nel 1995: Solo
una moto straordinaria come
la 916 poteva riuscire a offuscare la popolarità dell’888.
Nel 2000: La MH900e diventa
la prima motocicletta a essere
venduta esclusivamente su Internet. A metà luglio l’azienda
celebra i 100.000 Monster prodotti dal 1993. Il 2001 verrà
ricordato in azienda anche
come l’anno della morte di
Bruno Cavalieri Ducati, ultimo dei tre fratelli fondatori
dell’azienda di Borgo Panigale, e Fabio Taglioni, conosciuto
da tutti come Dottor T, padre
del motore bicilindrico a “L”
di 90°, elemento costitutivo e
tuttora caratterizzante delle
moto Ducati. Dopo un lungo
periodo di amministrazione
parastatale, nel 1985 la Ducati
viene acquistata dal Gruppo
Cagiva, che valorizzo il reparto
corse alla ricerca di importanti affermazioni sportive che
arrivarono clamorosamente
in coincidenza con il debutto
del Campionato Mondiale Superbike: dapprima la 851, poi
la 916 ed infine la 996 hanno
esaltato la fama dell’industria
bolognese, che dal mese di
luglio 1998 è passata interamente nelle mani della Texas
Pacific Group.Dal 24 marzo
1999 la Ducati è anche quotata nelle borse di Milano e New
York. Il 31 maggio 2008 anche la Ducati ha il suo francobollo. Sul dentello da 0,60
euro si può ammirare l’ultimo
“mostro “ rosso della scuderia
bolognese: la “DesmosediciGP7”, leader incontrastata
dell’ultimo campionato MotoGP 2007. La società Ducati
fondata nel 1926 e passata di
mano in mano, finendo anche
all’estero; è tornata completamente italiana dal 2006. Per
l’occasione, oltre al francobollo, Poste italiane, ha allestito
due postazioni: una a Bologna
centro e l’altra a Barberino di
Mugello, che oltre alla vendita del suddetto francobollo, si
poteva obliterare la corrispondenza con l’annullo speciale,
qui sotto riprodotto
Società per la promozione e marketing
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Locale deposito sci e attrezzature specifiche (armadietti “riscaldati” fino ad
esaurimento, lucchetti e rastrelliere, banco di manutenzione), sala biblioteca.
Il set standard dei letti è costituito da piumoni; qualora vengano preferite le
lenzuola, i clienti dovranno segnalarlo all’atto del versamento del saldo.
Nella Casa Alpina sono ammessi animali di piccola taglia solo in depandance
secondo disponibilità.
Immagini ed informazioni di dettaglio della Casa Alpina sono visionabili sul
sito dell’Agenzia Viaggi IL TRENO (www.turdlfbo.it).
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scritta all’Agenzia (via fax o posta elettronica). I clienti che fruiscono dello sconto
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devono allegare alla richiesta la fotocopia della tessera DLF propria e dei
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per i possessori di tessera DLF - soci effettivi
e frequentatori).
la fotocopia delle tessere FS degli aventi diritto).
Ritaglia questo cupon e consegnandolo alla cassa
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Ottobre 2008 - Dopolavoro Ferroviario BOLOGNA