VOCAZIONI Sacerdotali
ANDREA
E MARCO
UNA VISITA
MAGNIFICA
Cristo stesso
Sacerdoti
Ospite
in casa
Nei pensieri
di unnostra
amico
Con l’ammissione tra i candidati all’Ordine del Diaconato e
del Presbiterato, Andrea Gariboldi comincia il percorso che,
fra tre anni, lo porterà all’ordinazione Diaconale, traguardo
raggiunto da Marco Pennati e primo grado del sacramento che
segna la definitiva consacrazione al Signore.
Non è facile descrivere quello che provai quando Andrea
mi confidò la sua intenzione di entrare in seminario. Una
scelta radicale, impegnativa, seria. Si avvicinava l’esame
di maturità di Andrea ed ero curioso di sapere che cosa
avrebbe fatto “da grande”. Una sera, era appena suonata
l’Ave Maria, mi disse che, al termine dell’estate, sarebbe
entrato in seminario. Andrea, però, aveva paura che i suoi
futuri superiori non lo giudicassero idoneo. Più volte cercai di rassicurarlo: sarebbe stata una pazzia negare ad un
giovane come lui di intraprendere quel cammino che,
molto probabilmente, lo porterà un giorno a donarsi totalmente alla Chiesa. La sua umiltà mi fu di grande insegnamento. Chi non segue la logica, strana ma affascinante,
del Vangelo avrebbe forse avuto paura di lasciare gli amici, la propria casa, i propri affetti, le
proprie cose e, in fondo, la propria
“libertà”. In Andrea non ho mai trovato un dubbio, un tentennamento, uno
sguardo malinconico a quel che lasciava. Lui poco si curava di ciò: con coraggio e convinzione aveva deciso di
intraprendere quella strada, forte del
fatto che non era il frutto di un capriccio, ma la risposta libera, generosa e
sincera alla volontà del Signore.
E fu così che a settembre di due anni
fa, con un po’ di malinconia, lo vidi
partire per Seveso. La tristezza era amplificata dal fatto che, insieme a lui, partiva anche Stefano, il seminarista che aveva trascorso un “anno pastorale” (così lo chiamano i preti) nella nostra parrocchia. Ma
per qualcuno che va... qualcun altro arriva. Un giorno,
Don Luigi Lega, salesiano
che da anni offre alla nostra
parrocchia il suo servizio,
quest’anno festeggia il 50° di
professione religiosa.
Una testimonianza di fedeltà
e dedizione totale a Cristo
che per tutti noi è stimolo ed
aiuto nel cammino di santificazione e per Lucia, Marco e
Andrea è augurio e dono
prezioso all’inizio dei rispetdon Luigi tivi percorsi vocazionali.
Andrea Gariboldi (a sinistra) e Marco Pennati
recatomi in chiesa per assistere alla Messa, vidi un prete
vestito da prete, cosa ormai strana. Era un omone grosso
e mi vennero subito in mente i film di don Camillo. Conoscendo quel “prete” le mie impressioni trovarono subito conferma. Si trattava infatti del seminarista Marco che,
appresi, era venuto a “sostituire” Stefano. Burbero, forte,
senza mezze misure, fedele alla Chiesa, saldo al catechismo cattolico ed, ogni tanto, pronto a tirare per scherzo
qualche salutare scappellotto ai ragazzi dell’oratorio…
Marco ha proprio il fare di don Camillo. Sempre disponibile all’ascolto, al dialogo, all’amicizia sincera, a gesti
profondi di fede, a farsi esempio per primo anche quando
costa fatica. Così, sapendo che
alcuni ragazzi che sedevano davanti al cinema, avevano in odio
i preti e la Chiesa, non esitò a
provocarli, passando più volte in
abito talare davanti a loro, con il
rischio di prendersi, come minimo, qualche insulto. Quel gesto,
però, non è rimasto inosservato:
molti ragazzi iniziarono a confrontarsi ed a dialogare con quel
don Camillo. Era riuscito ad insegnare un po’ di Vangelo, a
fare conoscere il volto di Cristo
a chi l’aveva solo visto in chiesa, magari annacquato da
inutili sentimentalismi. Marco ha una grande capacità di
ascolto, sa dire una parola di conforto, si interessa dei piccoli e grandi problemi di tutti, dà importanza ad ogni singola persona che incontra anche senza conoscerla, è sempre in mezzo alla gente, non è capace di dire “non ho
tempo”, sebbene abbia un gran lavoro da fare alla scuola
popolare ed in parrocchia. Spesso dopo la Messa, proprio
come don Camillo, passeggia sul sagrato della chiesa,
pronto a scherzare e sempre interessato ai racconti dei
suoi ragazzi… Oggi il nostro “don Camillo” è diventato
davvero “don” pronunciando, davanti al Cardinale Arcivescovo ed alla Chiesa intera, il suo “Eccomi!” o, nella
lingua che Marco preferisce, il suo “Adsum!”.E’ triste
separarsi da questo grande amico, ma è una grande gioia
saperlo vicino nella fede e nella preghiera.
(< segue da pag. 4)
n. 2 - novembre 2008
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