i : x , g » Tuttolibri SABATO 13 MARZO 2010 LA STAMPA LELE LUZZATI IN DVD ANTONIO RUBINO Omaggio a Rossini Gli anni del Corrierino = Tre film d’animazione ispirati alla musica di = Un Maestro dell’illustrazione europea, Antonio Giochino Rossini: L’italiana in Algeri, Pulcinella (Il turco in Italia) e La gazza ladra. Una produzione Giulio Gianini ed Emanuele Luzzati ora in un dvd, accompagnato da un libretto introdotto da Federico Fellini: Omaggio a Rossini (Gallucci, €10). Emanuele Luzzati lo si può anche re-incontrare (l’illustratore genovese è scomparso nel 2007) in Fantasie (Nugae, pp. 159, s.i.p.), il . VII catalogo di una mostra appena conclusa. Con testi, fra gli altri, di Orengo, Fofi, Pallottino, Rodari. Una vignetta di Rubino Rubino. Come documentano tra l’altro Gli anni del Corriere dei Piccoli, di striscia in striscia, dal 1908 al 1926, dal 1931 al 1934, di personaggio in personaggio (Pino e Pina, Lio e Dado e Quadratino...). Ora raccolti, a cura di Fabio Gadducci e Matteo Stefanelli, per Blacklevet di Bologna (pp. 134, €24, www.blackvelveteditrice.com). Con testi di Claudio Bertieri («Un favoliere di Liguria») e di Paola Pallottino (le sue vignette «Da Quadratino a Ilario Din», il suo stile fra Liberty, Déco e tardo futurismo). Guareschi Il pretone della Bassa nato sul «Candido» che fa diga al «pericolo rosso» del trinariciuto Peppone GUIDO CONTI Un’affiche del Nadar fotografo aereo della sua Parigi Un tesoro per i bibliofili Noto per aver ospitato, nel 1874, nel suo secondo studio in boulevard de Capucines, la prima mostra degli impressionisti, Nadar deve la celebrità alla formidabile serie di ritratti dei contemporanei: letterati, artisti, musicisti, tra cui Baudelaire,Sarah Bernard, Corot, Courbet, Daumier, Delacroix, Du Camp, Dumas, Gautier, Hugo, Lamartine, Manet, Nerval, Rossini, George Sand. Eseguì anche qualche fotografia aerea di Parigi dal pallone aerostatico. Le fotografie dei ritratti di Nadar sono assai ambite. Si possono passabilmente trovare, in prevalenza a Parigi, dai mercanti di autografi, i librai antiquari e, talvolta, presso la casa d'aste Drouot Montagne. Il valore dipende soprattutto dal soggetto rappresentato. Il prezzo di una carte de visite originale di Nadar si aggira mediamente sui mille euro. Una immagine di Nadar in fotogliptia (procedimento che riproduce fedelmente la fotografia con una tecnica tipografica che mantiene le caratteristiche originali) si può acquistare a circa 250 euro. [G.M.] probabilmente il loro capolavoro: ma pure in seguito, quando il passaggio sotto l’egida della paludata Mgm, li obbligherà a mettere la sordina al proprio spirito corrosivo, ci sarà ancora spazio almeno per il magnifico Una notte all’Opera (1935). La loro arte, tanto efficace nello stile (si veda, ad esempio, come il mutismo di Harpo risulti perfettamente speculare alla lalicità degli altri due) quanto pungente nei contenuti («la critica dei ricchi [...]si riallaccia alla critica della cultura, allorché questa non è che espressione di valori morti, appannaggio di una minoranza per la quale essa non è altro che un bene materiale come gli altri», per dirla con il critico francese Jean A. Gili), ha trovato l’espressione più felice nei motti di spirito di Groucho. Ci piace ricordarne, in chiusura, uno solo, il celebre «non vorrei mai far parte di un club che mi accettasse come socio» che trascrive in maniera folgorante ed icastica una tra le maggiori intuizioni freudiane. Quale migliore paradosso, un digest dell’autore del gran saggio su Der Witz in una sola battuta? p Luca Martello p GROUCHO E I SUOI FRATELLI p Castelvecchi, pp.344, €22 Don Camillo di Giovannino Guareschi è un libro politico. Il pretone della Bassa, nato sulle pagine del Candido il 23 dicembre del 1946, alla vigilia di Natale, ha un grandissimo successo. Il suo autore lavora alacremente per anticipare l’uscita della raccolta prima delle elezioni dell’aprile del 1948. Un mese prima, nel marzo di quell’anno, escono in volume i racconti Don Camillo-Mondo piccolo di Giovannino Guareschi. Le ristampe si succedono a raffica. Il clima politico in Italia, dopo il referendum tra repubblica e monarchia, è incandescente. Sono le prime elezioni libere dopo venti anni di fascismo e cinque di guerra. C’è un clima d’intimidazione e di vendetta che porterà alla guerra civile, con vendette politiche, e all’ammazzamento di quasi duecento preti non solo in Emilia Romagna. Don Camillo è anche un libro politico perché Giovannino vuol far riflettere i suoi lettori, prima del voto, sul pericolo «rosso». Sul Candido, insieme a Mosca, conduce un’importante battaglia contro il Fronte Popolare, formato da comunisti e socialisti, a favore della Democrazia Cristiana. Una battaglia politica tesa e sferzante, con manifesti elettorali e slogan che sono passati alla storia come «Vai a votare! Mentre tu dormi Stalin lavora» oppure «Nel segreto della cabina, Dio ti vede e Stalin no!». Oppure pubblica un talloncino con scritto a caratteri cubitali «Cretino» e più sotto: «Talloncino da ritagliare e conservare. Il 19 aprile chi non avrà votato potrà appiccicarselo sulla fronte». Sono anni in cui si decide il futuro dell’Italia. Giovannino dà voce a tutti gli italiani che vogliono un’Italia migliore. Pretende che, dopo la guerra, gli italiani vadano a votare perché non è solo un diritto ma è soprattutto un dovere civile anche verso i caduti per la Patria. Dopo aver appoggiato la causa monarchica e aver perso nel referendum del 2 giugno del 1946, l’impegno per la campagna elettorale nelle politiche è ancora più appassionato. La popolare figura di don Camillo diventa così anche un’arma di propaganda. Gli ultimi racconti del libro, profondamente legati tra di loro, portano nel titolo la paura. Paura racconta del timore di Peppone di un ritorno alla dittatura fascista, mentre in La Paura continua c’è don Camillo che discute animatamente con il Crocifisso della paura del «pericolo rosso», e dimostra, ancora una volta, come questo sia il clima che si respira nell’Italia fino al 1948, tra aspirazioni rivoluzionarie, vendette trasversali, regolamento di conti, desiderio di pace, stabilità e democrazia, e paura di Don Camillo siam figli tuoi un ritorno alle dittature, di qualunque colore esse siano. Il 14 luglio del 1948 l’attentato a Palmiro Togliatti, ferito con due colpi di pistola dal- Nato come libro politico, tra favola e antropologia, permane come epopea umana e religiosa della identità italiana l’estremista di destra Antonio Pallante, mettono in crisi la già difficile situazione politica e sociale. Nel racconto Giallo e rosa, che conclude la raccolta, c’è un lungo ed accorato dialogo-confessione tra don Camillo e Peppone. È un invito alla riconciliazione umana e politica di fronte alle statue del presepe. Giovannino narra diun at- 150 O Libri d’Italia Verso il 2011 tentato a don Camillo sventato da Peppone: il figlio del Pizzi e don Camillo sono i due che conoscono chi ha sparato a Pizzi padre. Una pallottola ha sfiorato la testa di don Camillo e per sbaglio Peppone ha mancato Spocchia, che stava sparando al prete: due veri e propri miracoli che raccontano il clima difficile del dopoguerra, con quel galantuomo di Peppone, che non si riconosce più nella politica ottusa e trinariciuta dei suoi compagni, attento com’è a fare i conti con la propria coscienza. Don Camillo è un libro di favole. Con il racconto Giallo e rosa, edito su Candido nel numero 52 del dicembre del 1947, Giovannino immette la saga del prete di campagna in un’aura atemporale ciclica e mitica, circolare, che non ha un vero e proprio sviluppo ma ritorna continuamente su se stessa. Non siamo dunque nel campo del romanzo ma nel tempo dell’epopea. Giovannino fonde tempo storico e tempo mitico in un tempo ciclico. Attinge alle origini del mondo chiudendo insieme l’anno 1947 e il primo volume di racconti. In questo modo l’epopea di don Camillo Peppone e il Crocifisso che parla si chiude temporaneamente, e può ricominciare subito con una nuova serie di episodi. I racconti, fortemente radicati al tempo e alla cronaca che li Per leggerlo «Don Camillo» e gli altri capitoli della saga di Giovanni Guareschi si trovano nel catalogo Rizzoli. Guido Conti, autore dell’articolo, ha scritto la più completa biografia di Guareschi, uscita nel 2008 da Rizzoli: «Giovannino Guareschi. Biografia di uno scrittore». Sempre da Rizzoli, l’omaggio a «Giovannino nostro babbo» dei figli Alberto e Carlotta (pp. 441, € 60). ha visti nascere, sono così rilanciati in un’aura atemporale che li porta fuori dal loro tempo. Perché le storie di don Camillo sono «favole» non racconti realistici. Attingono alla storia per diventare «favola». Don Camillo è un libro che ridisegna la geografia umana e letteraria dell’Emilia. Nei primi tre racconti introduttivi, Guareschi fa un’operazione antropologica e culturale rivoluzionaria. Ridisegna la geografia letteraria della Bassa, quella fetta di terra tra gli Appennini e il Po, che diventa un fiume serio solo dopo Piacenza. In questa terra i cani hanno un’anima e spostano i binari del tram; i fantasmi dei morti parlano ai vivi e se c’è da parlare con Dio perché il figlio sta male, si va in chiesa con il fucile. Nella favola anche il Crocifisso parla agli uomini, alla faccia di Nietzsche e di tutto il nichilismo esistenzialista che segna il Novecento. Don Camillo è un classico della nostra letteratura italiana con cui fa i conti. Guareschi con i racconti di don Camillo riporta nel Novecento, secolo del romanzo, la grande tradizione nella novella ciclica, popolare, e morale, della nostra grande tradizione letteraria, rilanciando così l’epopea. L’operazione ha un effetto esplosivo sul pubblico e costringe a rileggere la nostra storia letteraria con un’ottica completamente diversa. Oggi il volume di racconti non lo leggiamo più come un libro politico ma umano. I 347 racconti, scritti tra il 1946 e il 1968, segnano una delle più importanti epopee della nostra narrativa novecentesca. Un unicum che non potremo più ignorare se vorremo scrivere decentemente una storia letteraria del Novecento. Don Camillo e la sua epopea è uno dei libri italiani più tradotti nel mondo ancora oggi. Dopo oltre 300 edizioni in tutte le lingue e 20 milioni di copie vendute, al Club dei ventitré, presso l’archivio di Roncole Verdi, sono arrivate le traduzioni, fresche fresche dalla Romania, mentre i rendiconti delle vendite in Corea del Sud, lo scorso anno, sfioravano le 50 mila copie di tutti i suoi libri. Quale autore italiano vanta oggi un successo del genere a 40 anni dalla morte, avvenuta nel 1968? Don Camillo non lo leggiamo più come un libro politico e nemmeno come un libro folklorico di un’Italia perduta e in bianco e nero. Il successo dei film con Cervi e Fernandel racconta ben altro. Don Camillo è un libro che parla al cuore degli uomini. Guareschi è uno dei pochi scrittori che hanno avuto il coraggio di intingere la punta della propria penna nel cuore degli uomini. Questa è la ragione del suo successo planetario ancora oggi. La sua grande umanità, la sua religiosità. Uno dei grandi scrittori cristiani del Novecento ha bucato il suo tempo ed è diventato un classico che gira ancora nelle librerie del mondo.