ANALISI AMBIENTALE E PAESAGGISTICA ambito 19 – L’ALTA VALLE BREMBANA Inquadramento geografico L’alta Val Brembana corrisponde alla porzione più settentrionale del territorio brembano compreso tra la stretta della Goggia e il crinale orobico, dove sono presenti le massime elevazioni della valle che delineano lo spartiacque con la Valtellina. Il territorio è suddiviso in due tronchi principali, uno orientale con i centri di Branzi, Foppolo e Roncobello, l’altro occidentale con Olmo, Mezzoldo, Averara e Valtorta, che si congiungono all’altezza di Lenna a formare, verso sud, la valle Brembana inferiore. L’alta Valle Brembana a Branzi E’ un territorio dagli spiccati caratteri alpini, estremamente articolato e con una morfologia molto accidentata con limitate aree pianeggianti sulle quali si è concentrato lo sviluppo degli insediamenti storici e delle successive espansioni edilizie, anche a 233 carattere produttivo. Nel complesso, se si escludono le aree urbane di Lenna e Piazza Brembana che hanno subito un significativo incremento, l’area presenta un livello di urbanizzazione modesto. Un rilevante impatto ambientale complessivo hanno sull’area i numerosi comprensori sciistici presenti nell’alta valle, Foppolo, Piazzatorre, CusioPiani dell’Avaro. L’alta Valle Brembana è interessata da tre S.I.C: Valtorta e Valmoresca, Alta Val Brembana e Laghi Gemelli e Valle di Piazzatorre e Isola di Fronda. Il resto del territorio è inserito nel Parco Regionale delle Orobie. L’area, molto vasta ( 31.456 ha), è suddivisa amministrativamente tra numerosi comuni: Cassiglio, Valtorta, Ornica, Cusio, Averara, Mezzoldo, Piazzatorre, Santa Brigida, Piazzolo, Olmo al Brembo, Valnegra, Moio de’ Calvi, Piazza Brembana, Lenna, Roncobello, Isola di Fondra, Branzi, Valleve, Foppolo, Carona. Il quadro dell’ecologia del paesaggio Carta dei disturbi Risultanze evidenziate dalla carta dei disturbi: • Analogamente allʹalta Val Seriana lʹevoluzione urbanistica degli ultimi decenni si è localizzata lungo le direttrici stradali. 234 • • L’Habitat Umano è del 2%, nonostante sia un valore tra i più bassi la distribuzione delle infrastrutture viarie e insediative interessa l’area nel suo complesso. Habitat Standard con un valore di 855 m2/ab, dovuto alla concentrazione degli abitanti nel 2% di Habitat Umano ma immerso in una matrice di tipo forestale. Carta del sistema degli spazi aperti Incrociando i dati della carta del sistema degli spazi aperti e i grafi illustranti la connettività dellʹarea emergono le seguenti considerazioni: • La presenza diffusa di infrastrutture lineari, barriere alla permeabilità ecologica, influenza negativamente l’andamento della connettività e della circuitazione. Gli indici, infatti, hanno valori rispettivamente di 0,5 e 0,23. • Le aree rosse tra gli spazi aperti forestali evidenziano lʹinfluenza che le infrastrutture lineari hanno sul territorio limitrofo. • L’Habitat Naturale occupa una superficie del 98 %, valore tra i più alti della Provincia. HU HN HS (m2/ab) Connettività Circuitazione 2% 98% 855 0,5 0,23 235 Capacità portante 0,6 Il quadro naturalistico • Descrizione degli aspetti geomorfologici e idrografici I lineamenti geomorfologici della Valle Brembana sono dettati dalla struttura e dalla composizione mineralogica, dal diverso grado di erodibilità del substrato roccioso che comprende gruppi di rocce con caratteristiche diverse. La dorsale settentrionale, culminante nel Pizzo del Diavolo di Tenda, è costituita da rocce scistose di colore scuro, intensamente deformate dai processi orogenetici, mentre a sud della linea ValtortaValcanale, le rocce presenti sono sedimentarie carbonatiche, di colore chiaro, e danno vita alle classiche morfologie carsiche riconoscibili nelle forme dei monti Arera, Venturosa e Cancervo. L’alta Val Brembana è stata interessata dalle grandi glaciazioni che, a causa del mancato sviluppo di grandi apparati glaciali, hanno lasciato tracce modeste ancorché visibili nei circhi e nei laghetti glaciali (lago dei Curiosi, lago Cabianca, lago Rotondo, lago di val Sambuzza, laghetti di Ponteranica, ecc.) e nei depositi morenici che caratterizzano la porzione più elevata della valle. Lago Marcio 236 Anche l’idrografia della valle è complessa e articolata, per la presenza del solco principale del Brembo, denominato Brembo di Carona, proveniente dal settore orientale, in cui confluiscono altri due rami dello stesso fiume (Brembo di Mezzoldo e Brembo di Valleve) che portano le acque del settore occidentale della valle. Il Brembo di Mezzoldo riceve le acque dei torrenti Stabina e Mora provenienti da valli secondarie di notevole sviluppo come la Val Torta e la Valle Mora. Una importante caratteristica del territorio dell’alta Val Brembana è la presenza di una elevata densità di bacini idrici, realizzati grazie alla costruzione di imponenti sbarramenti e delle relative opere di conduzione dell’acqua per la produzione di energia idroelettrica. I numerosi laghi artificiali costituiscono un elemento di forte impatto ambientale che tuttavia presenta un innegabile valore paesaggistico. La grande varietà mineralogica della valle ha favorito, sin dai tempi remoti, le attività di estrazione di piombo, argento e zinco a Valtorta e di piombo e zinco nel settore sudorientale sfruttando la vena che giunge fino alla Valle del Riso. Cessata l’attività mineraria continua invece la coltivazione di cave per l’estrazione di pietre ornamentali, come l’arabescato orobico e di ardesia, per la costruzione di edifici e coperture, a Branzi, Carona e Valleve. • Descrizione degli aspetti floristico-vegetazionali ed ecologici L’elevata complessità geomorfologia dell’area in esame favorisce la presenza di un variegato mosaico di ambienti vegetali. Molti tra questi, soprattutto quelli del settore settentrionale, caratterizzato da quote elevate e da versanti ripidi con estese rupi e ghiaioni, tendono ad evolvere in modo naturale. Altri, posti in contesti meno rupestri e più accessibili, hanno subito un significativo impatto antropico. 237 Torbiera di transizione con fioritura di Eriophorum angustifolium in Valle Camisano, Alta Val Brembana La copertura forestale delle catene settentrionali è costituita fondamentalmente da peccete, che preludono ai tipici paesaggi centro-alpini delle conche più elevate, dove lariceti con un ricco sottobosco a rododendro (Rododendron ferrugineum, R. x intermedium) e mirtillo (Vaccinium myrtillus, V. uliginosum), derivanti dall’evoluzione di parchi destinati a pascolo, si affiancano a arbusteti molto dinamici. Nella conca del Rifugio Calvi e presso il lago Colombo compaiono piccoli popolamenti di pino cembro (Pinus cembra), specie di origine siberiana poco diffusa nel resto del territorio bergamasco. Gli arbusteti nelle aree più accessibili sono stati sostituiti dai pascoli a nardo (Nardus stricta), mentre i versanti più acclivi e articolati hanno conservato la vegetazione erbacea a Festuca scabriculmis subsp. luedi, tipica dei substrati acidi. Gli sfasciumi e le rocce che rivestono le vette sono l’habitat degli elementi artico-alpini tra cui spiccano Viola comollia, Ranunculus glacialis, Eritrichium nanum, Androsace alpina, Androsace brevis, Geum reptans, Senecio incanus, Saxifraga exarata, Saxifraga oppositifolia, Primula latifolia, Loiseleuria procumbens, Lloydia serotina, Primula integrifolia, ecc. L’impermeabilità del substrato determina uno scorrimento superficiale con formazione di torrenti, laghetti, torbiere e zone umide tra cui quelle del piano delle Acque Nere e del lago Marcio, o, ancora dell’ex lago Gornino. Questi habitat preziosi perché colonizzati da una flora acquatica specifica tra cui si annoverano Drosera rotundifolia, Scheuchzeria palustris, Carex ssp., Eriophorum ssp., e numerose specie di muschi, sono instabili e soggetti a forte dinamismo. 238 Il settore meridionale dell’aerea è di natura calcareo-dolomitica e raggiunge elevazioni minori rispetto a quello settentrionale con l’Ortighera, la Cima di Menna, il Venturosa, ecc. Il paesaggio vegetale dei versanti è caratterizzato dalla presenza di estese faggete intercalate da prati. Sulle rupi e i macereti è insediata la pregiata flora dei substrati calcarei che annovera molti endemismi prealpini. Gli ambienti di particolare pregio naturalistico sopra descritti costituiscono, secondo la Direttiva Habitat 92/43/CEE, habitat di interesse comunitario che si rinvengono in modo particolare nei SIC istituiti in Alta Val Brembana. Fra le valli secondarie del settore occidentale dell’area, le impervie e selvagge Valle di Cassiglio e Valle d’Ancogno meritano di Primula latifolia e Geum reptans essere segnalate per l’elevato grado di naturalità che le contraddistingue e per la presenza, nella seconda, di alcune delle specie più belle e esclusive della nostra flora, quali l’aglio insubrico (Allium insubricum), la primula dell’Alben (Primula albenensis), ma anche specie ad ampio areale, altrettanto rare, come la pianella della Madonna (Cypripedium calceolus), specie inclusa nell’Allegato II della Direttiva Habitat 92/43/CEE.. Come per le altre aree montane della provincia anche per l’alta Val Brembana i forti condizionamenti dettati dalla morfologia del territorio hanno determinato un contenuto sviluppo urbanistico, circoscritto alle zone di fondovalle, ai terrazzi morfologici e ai versanti meno acclivi. Pur essendo intenso lo sfruttamento del territorio per attività di allevamento (prati e pascoli), per la produzione di energia idroelettrica (laghi artificiali, centrali e infrastrutture relative) e negli ultimi decenni a fini turistici (piste da sci e impianti di risalita, strutture ricettive), persistono estese aree con elevato grado di naturalità, la copertura boschiva dei versanti è cospicua ed è in relazione con il fondovalle grazie ad una rete di corridoi vegetali costituiti dagli equipaggiamenti dei torrenti, dalle siepi e dalle cortine verdi che segnano sentieri, mulattiere e confini di proprietà. Il livello di frammentazione nel complesso è tale da non pregiudicare la funzionalità ecologica dell’area. • Descrizione degli aspetti faunistici La zona dell’alta Valle Brembana ha dei valori di alta biodiversità, soprattutto nell’ambito delle specie ornitiche e dei mammiferi. L’area è scarsamente abitata e non sono presenti infrastrutture di rilievo che danno origine a barriere ecologiche. La presenza dell’uomo è concentrata soprattutto in alcuni periodi dell’anno presso le 239 località turistiche d’estate e presso i complessi sciistici nella stagione invernale. I maggiori influssi antropici si verificano perciò in zone ristrette e per brevi periodi dell’anno. Sono ben rappresentate le specie tipiche della catena alpina. Nel recente passato erano presenti in zona alcuni carnivori come l’orso bruno e l’avvoltoio degli agnelli, che testimoniano l’importanza faunistica dell’area. Le specie più rappresentative sono quelle dei boschi a latifoglie e di quelli a conifere. Stambecco Buona parte della zona è compresa nel Parco delle Orobie Bergamasche, e in alcuni SIC: Valmora, Alta Val Brembana, Piazzatorre Isola di Fondra. Questi ultimi presentano aree di alta naturalità soprattutto nelle zone poste in alta quota e sui versanti più scoscesi come quelli di Isola di Fondra. Nella zona spiccano importanti popolazioni di ungulati, tetraonidi e rapaci diurni, mentre sono meno rappresentati gli anfibi a causa del clima non particolarmente favorevole. Nel fondo valle sono presenti le specie più esigenti dal punto di vista termico: qui troviamo la fauna delle fasce collinari che si spinge nella catena alpina seguendo il solco vallivo. È costituita da specie termofile, tra cui spicca in quanto legata ai compluvi la salamandra pezzata. In generale, nei boschi prossimi ai prati da sfalcio e ai centri abitati 240 nidificano i rapaci, tra cui la poiana e il pecchiaiolo. Nei prati più soleggiati di fondovalle è presente una ricca comunità di rettili tra cui spiccano specie termofile come il ramarro e il colubro di Esculapio. Nei boschi di abete bianco e peccio è possibile osservare alcune tipiche specie forestali montane, che sono relativamente comuni all’interno di queste formazioni arboree. Le specie più significative sono il picchio nero, la civetta capogrosso e l’astore. Non mancano specie legate ai popolamenti di latifoglie o miste tra cui il capriolo. Sulle falesie rocciose è segnalato il gufo reale, mentre nei medesimi ambienti si osserva l’insediamento di qualche coppia di falco pellegrino. Nelle pareti rocciose collocate in zone un po’ più elevate sono segnalate da due a tre coppie di aquila reale. Questa specie ha rioccupato i territori disponibili nell’alta Val Brembana, raggiungendo una densità ottimale. Nelle zone culminali si sono insediate grazie a reintroduzioni alcune colonie di stambecco nella zona del Pizzo dei Tre Signori e del Monte Aga. Nelle praterie in quota rimane una ricca fauna alpina: l’ermellino, il camoscio e numerose colonie di marmotte. Nella zona dei Laghi Gemelli è presente una ricca popolazione di salamandra nera, importante anfibio a distribuzione centroalpina-dinarica. Ben rappresentate sono le popolazioni di coturnice in varie zone della valle. Nelle mughete è facile osservare il gallo forcello, mentre era segnalato fino a pochi anni fa il gallo cedrone. Interessante è la torbiera dei Piani di Valtorta in cui è presente la sottospecie ovipara della lucertola vivipara. Ulteriori ricerche non escludono la presenza di questa specie in altre aree della valle. 241