3 Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 2, DCB BERGAMO Nuova serie Anno XXXI - Pubb. Mensile - Maggio 2013 In copertina: 13 marzo 2013 il cardinale Jorge Bergoglio eletto Papa con il nome di Francesco SOMMARIO In 4ª di coperta Roma, 23 marzo. Un incontro storico, quello tra Papa Francesco e il Papa emerito Benedetto XVI Autorizz. Trib. di Bergamo N. 28 del 13-9-1983. Direttore Responsabile: Lazzari Don Lino Direzione e Amministrazione: Parrocchia di San Giacomo Maggiore Ap. in Averara Via Piazza della Vittoria, 5 e-mail: [email protected] Abbonamenti 2013 Informazioni don Luca Nessi Tel. 0345 77093 e-mail: [email protected] numero singolo (anche arretrati) 3,50 € abbonamento in parrocchia con consegna a mano: 26,00 € abbonamento Italia e Estero con consegna postale: 28,00 € Conto corrente postale N. 38185203 intestato a: Parrocchia San Giacomo Apostolo 24010 Piazzatorre - Bg Periodico mensile delle Comunità Parrocchiali dell'Alta Valle Brembana. Stampa: Quadrifolio-Signum S.r.l. Azzano S. Paolo Via Emilia 17 Tel. 035/330100 Fax 035/330090 e-mail: 3 4 7 8 10 13 14 16 18 21 22 intergrafica.pc@quadrifoliosignum .it 3 ANNO XXXI Maggio 2013 EDITORIALE “Buono come il pane” LETTERE ALLA REDAZIONE Attenti ai programmi PREVENZIONE Progetto prevenzione e protagonismo per i giovani cittadini dell’Alta Valle e... dell’Europa CHIESA IN CAMMINO Buona sera MISSIONI E ALTRO Progetti di solidarietà a distanza CATECHESI “Il Battesimo” Celebrazione della vita ATTUALITÀ Il volto umano dell’economia FAMIGLIA Riaccendere la luce in famiglia FUTURO A “KILOMETRO” ZERO Le scuole dell’Alta Valle Brembana tra presente e futuro PELLEGRINAGGIO A BOSE Pellegrinaggio Vicariale presso una comunità monastica - Martedì 12 marzo PELLEGRINAGGI VICARIALI Sotto il Monte da Papa Giovanni XXIII Santuario della B.V. Maria delle Grazie - Mantova Abbazia San Colombano - Bobbio (Pc) 23-49 CRONACHE PARROCCHIALI 50 PASTORALE GIOVANILE CRE... diamoci tutti! 53 L’ARTE IN ALTA VALLE BREMBANA Il culto di S. Caterina d’Alessandria EDITORIALE “BUONO COME IL PANE” cominciare da quel “buonasera” con cui si è presentato al balcone di piazza S. Pietro non appena eletto, Papa Francesco ha dato subito l’impressione di una persona dai modi affabili. Impressione confermata da parole e gesti che soprattutto la televisione ha contribuito a rendere noti al pubblico, sottolineando la sua capacità di avvicinare la gente e dando rilievo a fatti che appaiono sorprendenti: “il Papa che dà pane e marmellata alla guardia svizzera”. Insomma per i mezzi di comunicazione è nata una nuova star di cui alimentare la straordinaria popolarità. C’è perfino, a sole poche settimane dalla sua elezione, l’album di figurine del “Papa della gioia”. Possiamo immaginare che anche duemila anni fa, per quanto non ci fossero giornali e televisioni, il primo annunciatore del vangelo, e cioè Gesù, fosse considerato una persona “buona come il pane”, anche perché proprio Lui aveva moltiplicato il pane per dar da mangiare a migliaia di persone, e, il vangelo lo racconta, la gente voleva farlo re. Sappiamo però anche il seguito della storia e cioè che quando sarà il momento di riconoscere Gesù come re, davanti a Ponzio Pilato, la folla, condizionata da certe voci, dirà: “crocifiggilo!”. Siamo contenti che il nuovo Papa sia apprezzato per la sua sensibilità, e siamo certi che sia “buono come il pane”. I mezzi di comunicazione ci dicono qualcosa del Papa, fondamentalmente quello che fa più notizia (come di ogni altro avvenimento), e tante volte è come se ci presentassero una brioche ben confezionata, luccicante nel suo involucro colorato. Papa Francesco presenta con dolcezza il messaggio del vangelo e lo vive lui per primo in modo coerente. Limitarsi però a considerare la “dolcezza” dimenticandosi la forza del messaggio che ci propone a nome di Gesù Cristo è come disprezzare il pane, dicendo che è buono, ma poi gettandolo via. Saremo capaci di masticare il pane della Parola che ci viene offerto e di lasciare che nutra la nostra vita, orientando le nostre scelte secondo la via in salita del vangelo? A L’ALTA VALLE BREMBANA - 3 LETTERE ALLA REDAZIONE ATTENTI AI PROGRAMMI onfrontandomi con amici e famigliari ho deciso di inviarvi queste lettera nella speranza che possa nascere un confronto e/o condivisione tra i genitori e gli educatori della nostra comunità. A mio avviso assistiamo oggi a programmazioni tv che, non soddisfatte di fare conoscere a tutti noi solo le cose peggiori che avvengono nel mondo, portano i nostri ragazzi a crescere con un’idea distorta di ciò che dovrebbero essere i veri valori della vita. Basta fare un po’ di zapping nelle ore pomeridiane per vedere come programmi televisivi (spesso d’importazione) ci portano messaggi per cui si può essere felici solo se si vive in un castello, si guidano auto da centinaia di migliaia di euro, si passa da una festa all’altra, ci si veste esclusivamente alla moda, si è calciatori o cantanti e C Ricordiamo la possibilità di scriverci [email protected] oppure fax 034587002, oppure REDAZIONEBOLLETTINO, via san Giacomo, 1 - 24010 Piazzatorre (Bg). 4 - L’ALTA VALLE BREMBANA soprattutto se si è famosi. Ma davvero vogliamo che i nostri figli crescano con queste idee in testa? Credo che la maggior parte dei lettori risponderebbe con un secco “no” a questa domanda, ma nonostante questo la maggior parte dei nostri ragazzi conosce a memoria le puntate di questi programmi. Oggi a qualsiasi ora possiamo assistere a programmazioni oscene, dove ragazzini parlano spudoratamente di sesso, di droga, di azioni criminali. E sottolineo il punto per me focale: non parliamo di programmi per adulti dove adulti fanno questo, ma di adolescenti! Ciò trasmette ai nostri ragazzi un segnale ben diverso e ben più forte, che li colpisce in un’età in cui si sta formando una propria personalità e in cui molte incertezze creano già da sé conflitti importanti. In tv si mostra un modello per cui è normale che tutto ciò avvenga, non più della possibilità che i ragazzi possano accedere a materiale riservato ad un pubblico adulto. Ben conscio di non essere un utopista, sono profondamente convinto di come la tv sia divenuta uno strumento di influenza enorme e credo che dovremmo quindi regalare ai nostri ragazzi la possibilità di crescere liberamente, senza le violenze psicologiche che inconsciamente subiscono restando comodamente seduti davanti alla tv. Solo qualche settimana fa ho ascoltato con ammirazione le parole che Papa Francesco ha detto avvertendo tutti noi di come spesso il nemico, da lui definito come il diavolo, venga mascherato da angelo e come si debba avere la forza di non ascoltare e soprattutto ha rimarcato: «Non lasciatevi rubare la speranza». Forse in queste programmazioni televisive il nemico si maschera proprio da angelo e dobbiamo stare davvero molto attenti, soprattutto nei confronti di chi non ha ancora imparato a distinguere tra valori sani e false illusioni. Non lasciamoci rubare la speranza di vivere una vita realmente felice! Un giovane lettore LETTERE ALLA REDAZIONE L’ALTA VALLE BREMBANA - 5 LETTERE ALLA REDAZIONE 6 - L’ALTA VALLE BREMBANA PREVENZIONE PROGETTO PREVENZIONE E PROTAGONISMO PER I GIOVANI CITTADINI DELL'ALTA VALLE E... DELL'EUROPA ccoci con gli aggiornamenti del Progetto PrevenzioneAltaVallechericordiamo ha come finalità la prevenzione dell’abuso di alcool e sostanze, ma anche la promozione del protagonismo giovanile. La promozione del protagonismo, rappresenta sicuramente la sfida più difficile ma anche piùriccaesignificativadelprogetto. Ma qual'è il significato più autenticodeltermineprotagonismo?Esoprattutto come si può essere giovani protagonisti inAltaValleoggi? Capire cos'è il protagonismo giovanile vuol dire porsi criticamente davanti a queste domande: • che uomo o donna dell’alta valle voglio essere? • che rapporto voglio costruire con ilmioterritorioeconlacomunità? • che nuovo senso voglio dare ai E valori e alla cultura che da tempo si sono frammentati? Il progetto si pone l'obiettivo di sensibilizzare la società e i giovani attraverso la proposta di iniziative che recuperino quelle domande che stanno alla base del diventare adulti. L'intento è cercare di creare momenti di riflessione, ma anche occasioni per esperienze concrete. Se i giovani infatti vogliono essere realmente protagonisti del loro tempo nel loro territorio, devono avere la possibilità di fare esperienze positive nello sport, nel volontariato, nel lavoro, nell'abitare, nell'impegno nella vita civile. Da qui nasce l'idea di un percorso sulla cittadinanza attiva, sull'essere cittadini attivi nella società, rivolto ai 18enni dell'Alta Valle. Un percorso, fatto di cinque INCONTRI (sviluppati da ottobre a marzo 2014) che troveranno realizzazione e conclusione in un VIAGGIO a Monaco di Baviera una delle città dove meglio si fondono tradizioneemodernità. Grazie quindi alle Amministrazioni comunali, e al loro rinnovato impegno e sostegno anche economico, la speranza è che i giovani accolgano entusiasti questa sfida che li può portare verso una rinnovata cittadinanza che riesca a coniugare il vivere la quotidianità in un territorio particolare come quello dell'alta valle, con la modernità e l'Europa. "Il coordinamento del progetto Prevenzione e Protagonismo Alta Valle” L’ALTA VALLE BREMBANA - 7 CHIESA IN CAMMINO BUONASERA embra che sia sempre stato con noi. Da quel “buonasera” rivolto ai fedeli e pronunciato quasi timidamente dalla loggia della Basilica vaticana, papa Francesco, in poco più di un mese, ha conquistato il mondo con la sua semplicità, la sua franchezza, il suo modo immediato e saggio di predicare. Il suo motto, «Miserando atque eligendo» (lo guardò con misericordia e lo scelse), è l’emblema di come il nuovo Papa sia l’erede dell’umiltà di Benedetto XVI che, con finezza d’animo e di teologo, ha scelto di dimettersi dal ruolo di vicario di Pietro, di servizio della Chiesa inteso come governo pastorale. In breve vorremmo ripercorrere ed evidenziare le parole rivolte ai fedeli in questo primo mese che ci aiutano a tratteggiare la personalità di questo papa dell’America Latina, venuto dalla «fine del mondo». Le prime parole di papa Francesco sono per chiedere preghiere ai fedeli. «Prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi pregate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo che chiede la benedizione per il suo vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me». Il giorno dopo l’elezione Papa Francesco si è recato di mattina presto alla Basilica di Santa Maria Maggiore per rendere omaggio alla Vergine. Il nuovo vescovo di Roma ha portato dei fiori alla Madonna. Un gesto che richiama con forza la dimensione mariana di Bergoglio. Poi, nel pomeriggio, la prima Messa celebrata da Papa, S 8 - L’ALTA VALLE BREMBANA nella Cappella Sistina, assieme a quelli che chiama «fratelli cardinali». Papa Francesco ha incentrato la sua omelia su tre parole, tre verbi: camminare, edificare, confessare. «Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo vescovi, preti, cardinali, papi, ma non discepoli del Signore». E sempre ai cardinali, ricevuti in udienza, ha chiesto con forza di non cedere al pessimismo, all’amarezza che il «diavolo ci offre ogni giorno». Non bisogna cedere al pessimismo, ha osservato, perché «lo Spirito Santo dona alla Chiesa, con il suo soffio possente, il coraggio di perseverare e anche di cercare nuovi metodi di evangelizzazione». Nei primissimi giorni di Pontificato, sembrava a tutti naturale pensare che il nome scelto dal Papa fosse legato a San Francesco d’Assisi. Un pensiero che lui stesso ha confermato incontrando i giornalisti di tutto il mondo. «Nell’elezione, avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il Clero, il cardinale Claudio Hummes: un grande amico, un grande amico! Quando la cosa diveniva un po’ pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l’applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: “Non dimenticarti dei poveri!”. E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi. È per me l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato; in questo momento anche noi abbiamo con il creato una relazione non tanto buona, no? È l’uomo che ci dà questo spirito di pace, l’uomo povero… Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!». CHIESA IN CAMMINO La prima domenica da Papa la Messa nella parrocchia di Sant’Anna in Vaticano. All’uscita, tra gioia e stupore, ha salutato i tantissimi fedeli che si erano assiepati fuori dall’ingresso. È stato il primo bagno di folla per Papa Francesco, un pastore che non vuole sottrarsi all’abbraccio dei suoi fedeli. E non ha destato stupore che nel primo Angelus davanti ad una Piazza San Pietro gremita, abbia parlato proprio dell’amore di Dio che mai si stanca di perdonare. «Lui, mai si stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono. Non ci stanchiamo mai, non ci stanchiamo mai! Lui è il Padre amoroso che sempre perdona, che ha quel cuore di misericordia per tutti noi. E anche noi impariamo ad essere misericordiosi con tutti». Il 19 marzo, festa di San Giuseppe patrono della Chiesa universale, Papa Francesco ha celebrato la Messa per l’inizio del suo ministero petrino, in una piazza gremita di fedeli e di capi di Stato. Il Papa ha percorso più volte la piazza a bordo della sua jeep scoperta e più volte si è fermato per salutare i fedeli, per baciare i bambini. Ha benedetto e abbracciato disabili, ammalati e sofferenti, con un abbraccio amorevole di un padre ai figli che hanno più bisogno. Dell’omelia, focalizzata sul tema del custodire il prossimo e il creato, rimarrà nella memoria il passaggio sul potere come servizio. «Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce». E agli ambasciatori di tutto il mondo, nell’udienza al Corpo diplomatico presso la Santa Sede, ha detto: «Desidero proprio che il dialogo tra noi aiuti a costruire ponti fra tutti gli uomini, così che ognuno possa trovare nell’altro non un nemico, non un concorrente, ma un fratello da accogliere ed abbracciare!». Un evento che entra nei libri di storia è poi quello dell’incontro tra Papa Francesco e Benedetto XVI a Castel Gandolfo. Per la prima volta un Papa abbraccia un Papa emerito. È l’abbraccio tra due fratelli, come Francesco sottolinea in un momento di grande commozione. La Domenica delle Palme un tiepido sole ha riscaldato gli oltre duemila fedeli convenuti in Piazza San Pietro per la Messa. Molti i giovani presenti ai quali il Santo Padre ha rivolto parole di incoraggiamento: «Per favore, non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciate rubare la speranza! Quella che ci dà Gesù». Concetto ribadito il giovedì Santo ai detenuti del Carcere romano di Casal del Marmo, ai quali ha lavato i piedi a 12 di loro, tra cui due ragazze. A questi giovani ha portato «la carezza di Gesù» e la misericordia di Dio che «mai si stanca di perdonare». Prima della Messa in Coena Domini, celebrata nel carcere minorile, la mattina il vescovo di Roma aveva celebrato la Messa crismale con i sacerdoti della sua diocesi. Nell’omelia, l’invito ai preti romani, e non solo, ad uscire da se stessi e ad andare nelle periferie, fisiche e esistenziali, dove il popolo soffre di più. Un pastore non può non conoscere le sue pecore. «Questo io vi chiedo: siate pastori con l’odore delle pecore, pastori in mezzo al proprio gregge, e pescatori di uomini». E un pastore, anzi ogni cristiano – ha ricordato alla sua prima Via Crucis al Colosseo – deve sapere che «la Croce di Gesù è la Parola con cui Dio ha risposto al male del mondo». Ecco da dove nasce la speranza del cristiano, ha proclamato con forza la Domenica di Pasqua: dall’amore di Gesù che ha vinto la morte. «Cristo è risorto», ha annunciato con il volto gioioso. «Lasciamoci rinnovare dalla misericordia di Dio, lasciamoci amare da Gesù, lasciamo che la potenza del suo amore trasformi anche la nostra vita; e diventiamo strumenti di questa misericordia, canali attraverso i quali Dio possa irrigare la terra, custodire il creato e far fiorire la giustizia e la pace». Tra i temi di rilievo: i laici e in particolare le donne. All’udienza generale del 3 aprile, tra gli applausi della Piazza, Papa Francesco elogia il genio femminile al servizio del Vangelo: «È questo è bello, e questo è un po’ la missione delle donne, della mamme, delle nonne. Dare testimonianza ai loro figli, ai loro nipotini, che Gesù è vivo, è vivente, è risorto. Mamme e donne, avanti con questa testimonianza!». Papa Francesco ha infine ribadito il messaggio dell’istruzione «Dominus Iesus» e cioè che Cristo è l’unico Salvatore. «Qualcuno di voi dirà: Padre, lei è fondamentalista? No, semplicemente questo l’ha detto Gesù: “Io sono la porta, Io sono il cammino”, per darci la vita. Semplicemente. È una porta bella, una porta d’amore, è una porta che non ci inganna, non è falsa. Sempre dice la verità. Ci sono forse sentieri più facili, ma sono ingannevoli, non sono veri: sono falsi. Soltanto Gesù è la strada». L’ALTA VALLE BREMBANA - 9 MISSIONI E ALTRO PROGETTI DI SOLIDARIETA’ A DISTANZA Rompi l’indifferenza! el 1996 fa venne a celebrare la giornata missionaria a San Martino padre Alberto Panichella, Missionario Saveriano di origini maceratesi in missione a Guaianases, bairro (quartiere) popolare della metropoli di San Paolo in Brasile, in cui l'instabile e precaria condizione economica dà luogo a tensioni sociali e difficili condizioni di vita per i più di quattrocentomila abitanti. In questo periodo è al fianco di padre Giorgio Gagliani, missionario modenese scomparso alcuni anni fa, con il quale condivide un sogno: creare una serie di attività che portino i ragazzi e i bambini ad uscire dalla spirale N 10 - L’ALTA VALLE BREMBANA della violenza e della disperazione che caratterizza quei luoghi. Nascono così le prime “CASE DOS MENINHOS”, e l’attività inizia ad essere sostenuta dalle adozioni a distanza che arrivano dall’Italia. I progetti diventano autonomi e vengono affidati alla diocesi; padre Alberto parte per una nuova missione: dal 2003 è nuovamente in viaggio verso un’altra città nel cuore dell’Amazzonia: Manaus, nell’area di Cidade Nova. Qui la situazione è diversa da quella della grande metropoli cementificata di San Paolo…la natura selvaggia il clima tropicale si intersecano con violenza nell’ambiente della fave- las. L’Area di Cidade Nova è molto grande con infrastrutture spesso inesistenti, case che sono solo palafitte di legno esposte alle alluvioni frequenti causate dalle forti piogge della stagione umida. C’è molto da fare, ci sono tante piccole comunità da gestire in un vasto territorio, ma il lavoro non spaventa, anzi chiama padre Alberto ad una nuova sfida e non solo lui. Ad oggi ci sono 16 comunità dove i bambini sono accolti durante le ore in cui non frequentano la scuola. Si sono moltiplicati anche altri progetti come quello con i giovani della Periferia Ativa, la Pastoral da Criança, la casa Madre della speranza e le Borse di Studio Univesitarie. Per sostenere le numerose attività intraprese da Padre Alberto Panichella, nasce il gruppo Amici del Brasile, che è attivo ed opera nella provincia di Macerata sin dal 1993; si costituisce come O.n.l.u.s. nel 1999. Durante la celebrazione della giornata missionaria mondiale del 1996 a san Martino Padre Alberto incontrò il Gruppo Missionario proponendo anche al nostro vicariato di sostenere i suoi progetti in Brasile con le adozioni a distanza, raccogliendo numerose adesioni. I progetti di adozione a distanza a favore dell'infanzia disagiata (meninos carentes) si realizzano a Manaus, a San Paolo e altre città brasiliane. Bambini poveri vengono accolti durante il giorno nelle ore in cui non sono a scuola in case di accoglienza che provvedono innanzitutto alla loro alimentazione e che danno loro MISSIONI E ALTRO la possibilità di studiare, di giocare, di svolgere varie attività didattiche (piccolo lavori manuali di artigianato, danza, musica, teatro). Questi luoghi sono molto importanti per i bambini in quanto impediscono loro di essere lasciati soli per le strade di queste periferie, facili prede della delinquenza e della prostituzione. Il contributo versato per l’adozione a distanza va a sostenere e finanziare tutta l’attività delle case di accoglienza. Il bambino/a conosce il nome di chi lo aiuta dall’Italia. Chi sottoscrive l’adozione a distanza riceve una scheda informativa con i dati anagrafici, la foto del bambino/a affidato a viene indicata la comunità frequentata da quest'ultimo. Molte famiglie del nostro vicariato hanno accolto questa proposta e continuano a sostenere i progetti con le adozioni a distanza. In occasione del Natale ci sono arrivate alcune lettere di ringraziamento e di testimonianza sui progetti. ■ Scrivono Alessandra e suo marito Claudio, soci dell’associazione Amici del Brasile: “A San Paolo abbiamo conosciuto molti membri dell’AVIB (associazione locale): dà lavoro a circa 150 persone (educatori, assistenti sociali, psicologi, avvocati, amministrativi, cuochi…), gente eccezionale, motivata, onesta ed impegnata. Abbiamo visitato gran parte dei centri: vi sono tre sedi attive per il doposcuola dei bimbi e ogni sede accoglie circa 120 bambini, che possono avere un pasto si- curo in un ambiente sano dove ricevono anche un supporto all’istruzione scolastica, fanno sport e respirano quei valori morali, sociali e umani primari che, in mancanza di condizioni di vita accettabili, vengono purtroppo messi in secondo piano, teniamo presente che l’area di Guaianases è enorme e le situazioni critiche sono davvero numerosissime… abbiamo anche visitato due centri rivolti agli adolescenti e il SASF, un centro di ascolto rivolto alle famiglie con situazioni di disagio. Da ultimo l’AVIB conta due case rivolte a donne che subiscono violenza familiare: in ogni casa opera un’assistente sociale, una psicologa che offre un accompagnamento personalizzato e un avvocato. Le donne ricevono assistenza e possono seguire corsi professionalizzanti per realizzare quell’indipendenza economica che potrebbe permettere loro di essere autonome e iniziare una vita dignitosa. Sono proprio queste case che subiscono il maggior numero di attacchi, irru- zioni, aggressioni da parte dei partner di queste donne, per i quali l’incutere paura è l’unica arma per garantirsi la sottomissione delle proprie compagne… La nostra visita è proseguita al centro Criança Feliz, una piccola struttura di doposcuola per bambini che la nostra associazione ha sostenuto con dei fondi che hanno permesso di acquistare uno stabile attiguo all’attuale sede, in modo da aumentare gli spazi al momento davvero esigui e accogliere un maggior numero di bambini. i lavori stanno andando avanti e si spera che entro il 2013 il nuovo centro possa essere operativo. Abbiamo conosciuto anche i tre padri saveriani che continuano l’operato di padre Alberto: il messaggio che ci hanno trasmesso queste persone, sia i sacerdoti che gli operatori delle associazioni è proprio quello di non pensare ai risultati, ma impegnarsi a fare del bene incondizionatamente, a chi si incontra nella propria strada in ogni momento della propria vita… L’ALTA VALLE BREMBANA - 11 MISSIONI E ALTRO Il nostro viaggio è proseguito ad Apucarana, che abbiamo raggiunto con una notte di viaggio in pullman. La città è più a misura d’uomo, conta circa 120 mila abitanti, che però vivono problemi sociali enormi… le quattro suore francescane vivono in periferia, in una struttura composta da tre stabili: il loro convento, uno spazio grande per il centro diurno CEPES che comprende diverse sale per i corsi professionalizzanti (bigiotteria, pittura, cucina, parrucchiera…) e la Casa Madre della speranza dove vivono stabilmente cinque ragazzine allontanate dalla famiglia. Suor Milena ha tenuto a precisare che le ragazze che frequentano il centro, sia quelle della casetta, sia quelle del doposcuola, TUTTE hanno subito abusi…ma lo diceva con un “normalità” impressionante! Non con toni da sminuire la cosa, però con naturalezza e con la consapevolezza di chi sa che purtroppo funziona così! La ragazza più grande ha 17 anni… Nel doposcuola quest’anno si sta lavorando sul tema del “sogno”: le suore ci spiegavano che un grande problema delle ragazze accolte è proprio quello di aver disimparato ad avere sogni e aspettative positive per l’avvenire! Per questo l’equipe propone attività con l’obiettivo ultimo di dare la speranza che è possibile un futuro e una vita diversi da quanto vissuto fino a questo momento… Esperienza se possibile ancor più toccante è stata la visita all’orfanatrofio : per la maggior parte sono bambini nati da donne che si prostituiscono per droga, tante donne continuano a drogarsi anche in gravidanza e quindi molti bambini nascono con handicap anche gravi…siamo stati colpiti da queste realtà, che davvero ti scom12 - L’ALTA VALLE BREMBANA bussolano l’anima! … e la suora diceva che paradossalmente i bambini dell’orfanatrofio sono i più fortunati!.. Che dire, è stato un viaggio davvero ricco di emozioni che siamo sicuri ci rimarranno nel cuore per tanto tempo, un’esperienza che sicuramente ci sentiamo di consigliare a tutti, per riequilibrare un po’ la nostra vita, se necessario!” ■ Scrive padre Alberto Panichella, che è rientrato in Italia e vive ad Ancona “Insieme con gli altri nove fratelli saveriani continuo la mia missione in Italia : giovani, senza tetto, alcolisti, drogati, depressi, immigrati, disperati, emarginati… a loro porto e da loro ricevo la speranza che il messaggio cristiano contiene, cioè la liberazione, il Regno, la giustizia, la fraternità universale, la comunione profonda e piena con il Padre che per primo li e ci ama. Ho accentuato molto quella che in Brasile si chiama “educazione popolare” a tutti i livelli, cioè apprendere ed insegnare insieme la realtà e la verità in cui viviamo, di sradicare le ideologie e i meccanismi che distruggono le persone e le società, denunciare le iniquità degli oppressori e degli oppressi, annunciare l’amore, la giustizia, la pace ed il perdono che Gesù ci porta. Così impariamo tanto dai poveri… non finisco mai di stupirmi della sapienza dell’etica, della teologia e del coraggio dei poveri, soprattutto delle donne, che ci insegnano Dio. Tutto questo mi riempie di gioia nel Signore e mi mantiene brasiliano… incontrando il Brasile anche in Italia. Ma mi resta la nostalgia del gigante povero latino americano da dove mi giungono in genere, grazie a Dio , notizie buone sui bambini, sull’annuncio cristiano, sui progetti sociali, su tante cose. Meno male! Grazie Signore!” (Per info rivolgersi al gruppo missionario o visitare il sito www.amicidelbrasile.it) CATECHESI “IL BATTESIMO” CELEBRAZIONE DELLA VITA l battesimo può essere visto come un processo che ha inizio con il rito ma soprattutto è un evento che feconda i solchi della vita e della propria storia; in quanto rito, cioè insieme di parole e gesti compiuti con consapevolezza in uno specifico contesto, vuole lasciare una impronta profonda tanto nei battezzandi quanto in tutti coloro che partecipano alla celebrazione. A quest'ultimo aspetto non sempre facciamo attenzione! I Nella Chiesa primitiva in cui erano la famiglia e gli adulti ad essere battezzati tale avvenimento era vissuto come passaggio a nuova vita nel senso molto concreto del termine; una entusiasmante alternativa ad uno stile pagano per cui la vita e il suo senso ruotavano attorno alle sensazioni, ai piaceri e ai divertimenti. La rottura con questa identità trovava la sua espressione nella celebrazione del battesimo. Era il sigillo alla decisione di non definire più se stessi in base al successo e alle prestazioni personali, ai piaceri e alle trasgressioni, ma sul fondamento di Cristo. I battezzati vivevano il battesimo come nuova nascita, una nuova esistenza caratterizzata dall'esperienza di una grande libertà che derivava dall'esperienza di un amore, quello di Dio, che ama incondizionatamente e dall'accorgersi di avere, nella Chiesa, nuovi fratelli e sorelle, e di essere inseriti in una comunità: una comunità che li accoglieva senza pregiudizi e che, però, li spronava a vivere una vita piena e ricca di senso. Sicuramente anche oggi c'è il desiderio di una vita piena e di una libertà dalle attese - e dalle pretese- di questo mondo. Ma...perché proprio la comunione con Gesù Cristo dovrebbe donare libertà e pienezza di vita? Cosa rendeva l'incontro con Cristo così affascinante da correre il rischio della persecuzione? Pietro nella sua seconda lettera al primo capitolo esprime alcune sue profonde certezze al riguardo: – Gesù ci dona tutto quello che è bene per noi e per la nostra vita – ci libera dai sentieri che non portano da nessuna parte – se l'essere umano partecipa della natura di Dio, diventa veramente se stesso (intuire il segreto della vita, intuire chi sono in verità) Nelle righe che seguono lasciamoci raggiungere da alcune provocazioni sul battesimo celebrato e vissuto quale evento efficace per l'esistenza, luogo di scoperta e riscoperta del mistero della vita. (prosegue a pag. 47) L’ALTA VALLE BREMBANA - 13 ATTUALITÀ IL VOLTO UMANO DELL’ECONOMIA na cosa non viene quasi mai citata nelle formule matematiche e negli indici dell’economia: l’uomo. Si parla sempre di Pil, di crescita, di fabbriche, di reddito, di utile o perdita ma quasi mai si ricorda che dietro tutto ciò esiste un mondo fatto di persone, uomini e donne, che sono la base stessa dell’economia. Nei periodi di boom economico questo mondo resta nell’ombra, le imprese producono, le famiglie hanno i soldi per vivere bene, il lavoro non manca, i consumi sono ad un livello tale da permettere alle aziende di mantenere o incrementare il numero dei loro operai. Non c’è un grande problema sociale. La situazione cambia radicalmente quando, come di questi tempi, l’economia è in crisi. Allora vengono alla luce problemi come la disoccupazione, l’impoverimento, l’impossibilità di far fronte anche ad esigenze basilari, fino alle situazioni più estreme quali il fallimento, la perdita di tutto il patrimonio accumulato in anni di fatiche, l’umiliazione di non essere più in grado di mantenere dignitosamente i propri figli. Gli argomenti non sono più il reddito delle imprese, le esportazioni o lo svilup- U 14 - L’ALTA VALLE BREMBANA po delle aziende, ma improvvisamente appaiono in tutta la loro drammaticità i problemi degli operatori economici in quanto esseri umani. IL FATTORE UMANO Dal punto di vista accademico il fattore umano è un ele- mento della produzione, ma non è solo questo. La forza operaia ed i dirigenti d’impresa sono molto di più di una mera fonte produttiva, ma sono i pilastri dell’impresa, ne vivono i momenti di prosperità e ne condividono quelli di magra, spesso uniti da un rapporto che trascende il semplice contratto d’opera. Dietro ad un operaio e ad un imprenditore ci sono le loro famiglie, mariti, mogli e figli, che subiscono direttamente tutti gli effetti delle condizioni lavorative dei loro famigliari. Quando si parla di economia non si può quindi dimenticare che ogni decisione politica, ogni provvedimento amministrativo o fiscale, ha sempre un risvolto che non è solo e tipicamente di natura numeraria, ma in qualche modo interessa sempre persone in carne ed ossa influenzandone positivamente o negativamente la loro vita. POLITICHE SENZA CUORE In questi ultimi anni il fattore umano della produzione è stato spesso annientato da politiche dove l’uomo è stato considerato una macchina, un mero contribuente da spremere come un limone senza prevederne le conseguenze. Se chiudi bottega perché non ce la fai più a sopportare le norme burocratiche o le nuove tasse, sono cavoli tuoi. A livello nazionale interessa a pochi se un paesino di montagna resta senza panettiere o senza l’unico bar aperto. Poco importa se quel piccolo bar era comunque una luce accesa nel deserto delle nostre montagne e tanto o poco era un servizio pubblico che dava da vivere a chi con fatica lo teneva in piedi. La chiusura entrerà nei freddi dati nazionali sulla moria delle imprese, ma nessuno dirà qualcosa su chi c’era dietro il banco di quel bar. Certamente non se lo chiederanno il fisco o Equitalia, tutti intenti a riscuotere tasse e contributi. E non se lo chiederanno i Ministri economici che, presi come sono a chiudere i buchi del bilancio italiano, a forza di manovre tutte rigore e niente riforme, solo raccolta e niente ATTUALITÀ semina, stanno relegando l’uomo e le politiche sociali ai margini dei loro obiettivi primari. L’UOMO AL CENTRO Se mai, in questo Paese, si riuscirà a creare un governo fatto di persone responsabili ed in grado di decidere qualcosa, (i dubbi al proposito non mancano), allora si potrebbe sperare in una serie di interventi di politica economica che non guardino solo al bieco scopo di accontentare qualche lobbie di potere, che non siano freddi interventi di risanamento del bilancio pubblico dove solo i numeri hanno importanza. Si potrebbe invece sperare in interventi capaci di analizzare gli effetti che questi provvedimenti provocano nella vita reale della gente. Così, forse, non saremmo più costretti ad assistere impotenti al massacro della vita sociale italiana, dove i padri privilegiati vengono messi in competizione con figli svantaggiati, dove qualche povero diavolo paga per tutti e gli altri portano i soldi nei forzieri svizzeri, dove se sei ricco ti puoi far curare nei centri d’eccellenza e se invece sei povero ti può capitare di morire nei corridoi di certi scandalosi tuguri che qualcuno chiama ospedali. Oggi si sta trattando la gente che lavora e che ancora regge l’economia della nostra Italia come fossero marionette, burattini di legno senza anima da manovrare a piacimento. L’impoverimento, la perdita della speranza, i gesti estremi del suicidio, l’emigrazione, il senso di impotenza verso leggi ingiuste ed inique che danno a pochi e tolgono a molti, lo scarso livello della giustizia, la disperazione di chi vive senza lavoro nelle periferie degradate di tante città, testimoniano gli effetti delle recenti politiche economiche tutte rigore. Ci saranno politici capaci di far fronte a queste situazioni? Ci sarà qualcuno capace di prendersi la responsabilità di creare un sistema economico che sia più umano, che non consideri la ricchezza, il prodotto e la crescita come unici parametri di misurazione del benessere? BES Bes, appunto, “benessere economico e sociale” è un nuovo parametro che misura il livello di benessere economico sociale di un Paese. Non solo reddito, soldi e crescita, ma anche buone condizioni del vivere quotidiano, nell’ordine, sicurezza ed in un ambiente gradevole e pulito, con una buona giustizia, consapevoli di far parte di un sistema che si prende cura di te, dei tuoi problemi e che ti da una speranza per il futuro. Un sistema che non fa una classifica sulla base della dichiarazione dei redditi o dei soldi depositati nelle banche, ma che prende in considerazione la qualità della vita reale dei suoi cittadini. Manco a dirlo in Italia l’indice Bes è sprofondato a livelli indicibili, tanta è peggiorata la qualità media della vita degli italiani. Purtroppo, oggi, un padre ed una madre sanno già che i propri figli probabilmente dovranno fare le valige e trovarsi un posto di lavoro in qualche altra parte del mondo. Questo è deleterio per il benessere psicologico degli italiani, così legati ancora al concetto di famiglia unita, dove fino a pochi anni fa era normale che un figlio continuasse il lavoro del padre. Invece sembra si debba ancora affrontare il tema dell’emigrazione con tutte le conseguenze che questa provoca in fatto di perdita di professionalità, di vuoto generazionale e spopolamento delle aree del Paese meno ricche di opportunità. Di fronte a tutto questo buona parte dell’attuale classe politica è sorda, cieca, muta e pure zoppa, non decide, si rimpalla colpe che nessuno si vuole assumere, ed è la sola che si meriterebbe di essere confinata a lavorare in qualche landa sperduta, sicuramente senza alcun rimpianto. Luigi Lazzaroni L’ALTA VALLE BREMBANA - 15 FAMIGLIA RIACCENDERE LA LUCE IN FAMIGLIA ale che dà sapore, luce che illumina: e se queste due esigenze fossero oggi troppo elevate per il credente, per la coppia, per la famiglia, al punto quasi da generare un rifiuto, un allontanamento? Essere sale e luce del mondo non è un’esigenza troppo ambiziosa per una famiglia? ... Ci risvegliamo nel nuovo millennio avendo davanti agli occhi famiglie ferite, divise e sopraffatte dalla gestione della vita ordinaria e dalle difficoltà economiche sempre più stringenti. Come parlare di “sale” e “luce” senza rischiare di essere retorici, peggio offensivi per chi fatica nella propria esistenza credente e si potrebbe sentire caricato di un peso, invece che liberato da un annuncio di speranza? Le domande sono le stesse che ci facciamo ogni giorno. Si tratta, in fondo, di una pluralità di domande riconducibili però a una sola, grande questione di senso: la fede ha oggi una risposta per l’uomo, la donna, la famiglia del mondo? E’ in grado di illuminare le relazioni e le scelte? La chiesa e la comunità cristiana sono davvero luoghi capaci di intercettare e accompagnare la domanda dei nostri contemporanei? Sono “sale” e “luce” del mondo? Possono esserlo? Essere famiglia-sale o famiglia-luce “del” mondo significa allora oggi prendere innan- S 16 - L’ALTA VALLE BREMBANA zitutto sul serio quel “del” che fa da elemento di unione tra la luce/sale e il mondo.“Essere nel mondo, senza essere del mondo”, ammonisce l’evangelista Giovanni. Ma essere veramente “nel”. Dentro. Immersi. Sciolti come il sale, diffusi come la luce. Sale e luce sono elementi piuttosto diversi: il sale si scioglie, dissolvendosi nei cibi, dà sapore proprio nel suo scomparire. La luce, invece, brilla, in un ruolo apparentemente più visibile, di primo piano. Ma in realtà la luce dà forma e colore alle cose, le rivela per come sono, esiste non per se stessa ma in funzione del luogo in cui è accesa. I credenti sono dunque “sale e luce del mondo” non per i risultati che portano, per la sicurezza delle loro posizioni, per la coerenza della loro testimonianza, ma per la loro capacità di sciogliersi e di dare forma e colore alla vita. Saper stare con le persone, ascoltandone nel profondo le domande, le inquietudini, le preoccupazioni e le speranze è “essere sale”. E per la famiglia, che vive la ricchezza di una pluralità di relazioni, queste opportunità sono anche moltiplicate. Innanzitutto nell’essere sale e luce nella coppia, l’uno per l’altra. Ma senza la fastidiosa retorica coniugale della famiglia perfetta (in stile neo-Mulino Bianco): essere sale e luce proprio nell’affrontare insieme la sfida bella e drammatica dello scoprire ogni giorno che, tra tante possibili alternative, forse oggi il progetto ancora più credibile e solido è quello di una donna e un uomo che si amano per tutta la vita. Un progetto che non è annullato o sconfessato dalle molte ferite che ci si può infliggere nelle mura di casa, dalle separazioni e dai tradimenti, ma che anzi sa che, proprio nella difficoltà, c’è un “sale” e una “luce” che provengono dalla Parola e che possono essere la più preziosa delle risorse. La famiglia credente, oggi, non ha molte più risposte di altre famiglie. Non è esente da dubbi e derive. Siamo tutti nella stessa barca, tutti figli del nostro tempo. Ma se una di queste famiglie, nel profondo della propria intimità, avesse an- FAMIGLIA cora un pizzico di sale, sapesse trovare ancora una frase della Scrittura – una frase sola, nemmeno un brano – una parola nella Parola, che getta una luce nuova, che riaccende una speranza … non sarebbe questo essere sale e luce del mondo? Una candela può illuminare una stanza. Sale e luce anche nei confronti dei figli, che hanno bisogno di ricevere dai genitori il confronto con figure adulte. Umanamente, affettivamente adulte. Ma anche adulte sul piano della fede. Genitori capaci di “rendere conto della speranza che è in loro” (1Pt 3,15), capaci anche di confrontarsi in modo critico, rifiutando, più che i dubbi, le risposte preconfezionate e di comodo. Il sale ha bisogno del cibo, la luce dei colori. Queste domande e queste riflessioni non devono però far credere a uno scoraggiamento, peggio a una delusione. Anche in questi casi la famiglia è sale e luce del mondo e della comunità in cui vive. Lo è per la forza delle relazioni che vive, lo è per il suo cercare insieme un modo di vivere soddisfacente per tutti, lo è per il suo farsi carico di piccoli e anziani, lo è per le reti di relazioni che intesse. Nella società lo è perché dice ogni giorno che vale la pena fidarsi di un altro e fidarsi di un Altro. E lo dice coi gesti semplici di chi ha poco tempo per fare proclami, ma comunica molto con la quotidianità. La famiglia è luogo in cui fede e mondo si incontrano, dialogano, si illuminano a vicenda. In cui la luce porta la realtà ai suoi colori reali e il sale fa sì che i cibi abbiano il loro miglior sapore. Per questo, anche in tempi difficili, ci è possibile dire che l’esigenza evangelica di essere sale e luce del mondo non è riservata alle pochissime famiglie “di serie A” (perché tutte le famiglie, sante e disastrate, giocano nello stesso girone), ma è la condizione normale di ogni famiglia in cui la luce del Vangelo non si sia spenta del tutto. E spesso proprio chi vive con più difficoltà il proprio essere coppia può diventare un punto di riferimento, un compagno di cammino di chi entra in relazione con lui. Perché né il sale né la luce possono venire meno alla propria natura. Tratto da "coppia e famiglia nel quotidiano" 1/2011 Famiglia, sale e luce del mondo - Marco Ragaini. La commissione famiglia 2013 •13 Gennaio •14 Aprile •14 Luglio •13 Ottobre CALENDARIO DONAZIONI presso OSPEDALE S. GIOVANNI BIANCO LE ALTA VAL A BREMBAN dalle ore 7,30 alle ore 10,00 donare è... amare il prossimo L’ALTA VALLE BREMBANA - 17 FUTURO A “KILOMETRO” ZERO LE SCUOLE DELL’ALTA VALLE BREMBANA TRA PRESENTE E FUTURO l vistoso calo demografico e l'invecchiamento della popolazione nelle aree montane nel corso degli ultimi decenni, hanno avuto forti ripercussioni sulle scuole di montagna con la riduzione delle classi, la chiusura di plessi e la formazione di pluriclassi. La distribuzione della popolazione e la dislocazione delle scuole su un territorio molto ampio e variegato costituito da ben 20 comuni, rappresentano un ulteriore fattore di complessità nella realtà dell'Alta Valle Brembana. Per garantire i servizi nei piccoli centri, le scuole e le amministrazioni comunali dell'Alta Valle devono far fronte a problemi relativi all’organizzazione delle attività didattiche, al trasporto degli allievi, alla comunicazione con le famiglie e alla loro partecipazione alla vita scolastica. Attualmente, oltre al calo demografico, bisogna considerare altri fattori legati alla politica scolastica degli ultimi anni. L’innalzamento del numero di alunni per classe e i tagli agli organici stabiliti dalle varie leggi varate per contenere la spesa pubblica hanno determinato una forte riduzione di classi e di organici nei diversi ordini di scuola. Gli effetti si fanno sentire: recentemente abbiamo assistito alla chiusura della Scuola dell'Infanzia di Valtorta e delle Scuole Primarie di Ornica e Valtorta; per l'anno scolastico 2013/2014 è stata decisa la chiu- I 18 - L’ALTA VALLE BREMBANA sura della Scuola Primaria di Cusio. Va comunque dato atto all'Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo di avere finora garantito e di garantire, pur in presenza di numeri esigui, il funzionamento delle scuole in diversi dei nostri piccoli paesi, dove le clas- si di Scuola Primaria e Secondaria di 1° grado o le sezioni di Scuola dell'Infanzia funzionano in deroga ai numeri minimi consentiti. Una particolarità delle scuole di montagna è la presenza delle pluriclassi nei centri più piccoli, distanti dal fondovalle e non facilmente raggiungibili con i mezzi di trasporto pubblici. Condividendo, a riguardo, il contenuto dell’interessante intervento del Prof. Fabio Dovigo, vorrei entrare maggiormente nel concreto aggiungendo elementi di riflessione scaturiti dall'esperienza di chi si trova a gestire docenti che lavorano in tali realtà. La dislocazione delle scuole in paesi di montagna scomodi da raggiungere non incoraggia certamente chi non risiede nel territorio, per cui la regolarità e la qualità del servizio nelle scuole con pluriclassi sono strettamente legate alla presenza di insegnanti che vivono sul posto o in zona. Questo lo si riscontra soprattutto in giorni particolari nelle pluriclassi uniche, quando bisogna sostituire l’unico insegnante in servizio, con grosse difficoltà a reperire un supplente disposto ad accettare la nomina. Per garantire le lezioni a volte si chiede la disponibilità di docenti in servizio in altri plessi. Riguardo alla professionalità, bisogna considerare che chi insegna in una pluriclasse deve avere competenze e capacità particolari dal punto di vista della preparazione culturale e pedagogica. Il fatto di dover insegnare contemporaneamente ad alunni appartenenti a classi diverse richiede una padronanza disciplinare, metodologico-didattica ed organizzativa superiore rispetto a chi opera in monoclassi. Entrano poi in gioco anche la disponibilità e l’impegno di chi deve necessariamente svolgere un costante lavoro domestico di preparazione delle lezioni per il giorno successivo, perché occorre scandire bene i vari momenti delle attività didattiche e nulla deve essere improvvisato. Senza peccare di presunzione, ritengo di dover affermare che le pluriclassi dell’Istituto Comprensivo di Valnegra fruiscono di un servizio scolastico efficace grazie ad insegnanti che hanno una notevole esperienza sul campo e rispondono ai requisiti sopra indicati. FUTURO A “KILOMETRO” ZERO Si è quindi potuto constatare che gli alunni provenienti da pluriclassi anche uniche non sono mai stati penalizzati rispetto ai loro coetanei frequentanti monoclassi e molti hanno conseguito risultati brillanti anche nel prosieguo degli studi. Allargando il discorso, bisogna considerare la particolare situazione dell'Istituto Comprensivo di Valnegra, composto da ben 16 sedi appartenenti ai tre ordini di scuola di base: Infanzia, Primaria e Secondaria di 1° grado, funzionanti con monoclassi, pluriclassi, pluriclassi uniche, sezioni uniche, con orari di funzionamento diversificati, legati a quelli dei trasporti, con docenti che insegnano in più sedi. I buoni rapporti e la collaborazione con le amministrazioni comunali, la condivisione delle scelte da parte del Dirigente e del personale scolastico, la professionalità e la disponibilità degli stessi insegnanti, del personale ATA, dei collaboratori del Dirigente e dei responsabili delle sedi staccate, l'atteggiamento positivo della stragrande maggioranza dei genitori permettono di gestire senza particolari problemi un Istituto così complesso. C’è da aggiungere che la presenza di un numero consistente di docenti e personale ATA residenti nel territorio garantiscono un buon livello di stabilità degli organici e di continuità didattica, soprattutto nelle Scuola Primaria e dell’Infanzia. Per quanto riguarda il futuro, bisogna considerare diversi fattori. Un dato preoccupante è la mancanza nel territorio di giovani laureati o studenti che possano in futuro rimpiazzare chi andrà in pensione e garantire quella stabilità e quella continuità di cui si diceva prima. Per fronteggiare il problema dei futuri insegnanti occorrerebbe mettere in atto degli accorgimenti per invogliare anche chi non risiede nel territorio a lavorare nelle nostre scuole e a rimanerci il più possibile. Pensando all’andamento demografico, bisogna mettere in conto altre chiusure delle scuole più piccole del nostro territorio e rivedere, necessariamente, l’assetto logisticoorganizzativo della scuola dell’infanzia e primaria. A proposito di quest’ultima, occorrerà uniformare gli orari delle diverse sedi e, di conseguenza, rimodulare gli orari dei trasporti per dare a tutti gli alunni dell’istituto la possibilità di fruire almeno delle 27 ore di lezione settimanali che andranno a regime per tutte le classi dall’anno scolastico 2013/2014. L’arrivo della linea ADSL ad alta velocità in tutti i paesi dell’Alta Valle, è un’opportunità da cogliere per migliorare la qualità dell’insegnamento, favorire la partecipazione alla vita della scuola e costruire delle reti di comunicazione a tecnologia avanzata. Per rendere visibile l’azione dell’istituto, già da qualche anno è stato realizzato un sito web che viene tenuto sempre aggiornato, inoltre per facilitare e stabilire i contatti in tempo reale è stato creato un sistema di comunicazione tramite web ed e-mail tra le varie sedi. Grazie al contributo dei comuni, sono state installate le LIM nelle aule dell’edificio di Branzi, della Scuola Primaria di Piazza Brembana e della Scuola Secondaria di 1° grado di Valnegra; a breve, tutte le aule della Scuola Primaria e Secondaria di 1° grado di Olmo al Brembo saranno dotate di LIM da parte del comune. Tutte queste aule hanno o avranno accesso ad Internet tramite tecnologia WiFi. Occorre che la dotazione di tali attrezzature venga estesa a tutte le sedi scolastiche per raggiungere i seguenti obiettivi: ➢ creare laboratori didattici capaci di favorire l’apprendimento cooperativo, l’autonomia, la responsabilità, l’iniziativa, abilità di cui c’è un gran bisogno per affrontare le complesse sfide cognitive e sociali del presente e del futuro; ➢ permettere ai piccoli centri scolastici di divenire polo educante con situazioni di scambio di risorse con altri centri e agenzie; ➢ sperimentare modalità d’insegnamento innovative, basate sull’uso combinato delle tradizionali lezioni con la presenza del docente in aula e di modalità di insegnamento e di formazione multimediale a distanza; ➢ sviluppare una metodologia volta a creare un sistema comunicativo - interattivo; ➢ consentire una comunicazione immediata e interattiva dell’informazione tra i diversi attori. Sembrano cose a prima vista irrealizzabili, ma occorre impegno, buona volontà e sforzo da parte di tutti i soggetti coinvolti per dare risposte adeguate alle non facili condizioni ambientali, garantire un servizio scolastico di qualità ed offrire agli alunni opportunità formative spendibili per il loro futuro. Prof. Vincenzo Basile Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo “F. Gervasoni” di Valnegra L’ALTA VALLE BREMBANA - 19 FUTURO A “KILOMETRO” ZERO PREVISIONE TRIENNALE DEL NUMERO DEGLI ALUNNI DI SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA DI 1° GRADO SCUOLA PRIMARIA A. S. 2012/2013 A. S. 2013/2014 PLESSO Branzi Carona Cusio Lenna Olmo al B. Piazza B.na Roncobello S. Brigida TOTALE I 8 3 3 4 20 9 3 3 58 N° ALUNNI II III IV 10 12 5 0 4 5 0 2 2 3 3 11 10 11 16 14 15 22 0 3 1 3 7 1 40 60 63 PLESSO V 9 6 1 4 10 15 2 3 49 TOT 44 18 8 25 67 75 9 17 263 A. S. 2014/2015 A N° ALUNNI II III IV 8 10 12 3 0 4 4 3 3 20 10 11 9 13 15 3 0 3 6 3 9 53 39 57 V 5 5 11 16 22 1 3 63 TOT 42 14 28 74 72 12 25 267 I 4 4 3 12 16 5 5 49 N° ALUNNI II III IV 11 7 8 3 2 3 8 7 4 19 17 20 8 13 9 2 5 3 5 4 6 56 55 53 V 10 0 3 10 13 0 3 39 TOT 40 12 25 78 59 15 23 252 A. S. 2015/2016 PLESSO Branzi Carona Lenna Olmo al B. Piazza B.na Roncobello S. Brigida TOTALE Branzi Carona Lenna Olmo al B. Piazza B.na Roncobello S. Brigida TOTALE I 7 2 7 17 13 5 4 55 I 11 3 8 19 8 2 5 56 N° ALUNNI II III IV 7 8 10 2 3 0 7 4 3 17 20 10 13 9 13 5 3 0 4 6 3 55 53 39 PLESSO V 12 4 3 11 15 3 9 57 TOT 48 12 25 77 58 13 27 260 Branzi Carona Lenna Olmo al B. Piazza B.na Roncobello S. Brigida TOTALE SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO S A. S. 2012/2013 A. S. 2013/2014 SEDE N° ALUNNI SEDE N° ALUNNI I II III TOT Branzi 9 14 10 33 Branzi I 15 II 9 III 14 TOT 38 Olmo al B. 28 20 21 69 Olmo al B. 14 28 20 62 Valnegra 26 21 22 69 Valnegra 20 26 21 67 TOTALE 63 55 53 171 TOTALE 49 63 55 167 A. S. 2014/2015 A. S. 2015/2016 SEDE N° ALUNNI II III TOT 15 9 34 Branzi I 10 Olmo al B. 19 14 28 Valnegra 34 20 TOTALE 63 49 20 - L’ALTA VALLE BREMBANA SEDE N° ALUNNI II III TOT 10 15 41 Branzi I 16 61 Olmo al B. 20 19 14 53 26 80 Valnegra 21 34 20 75 63 175 TOTALE 57 63 49 169 PELLEGRINAGGIO A BOSE PELLEGRINAGGIO VICARIALE PRESSO UNA COMUNITÀ MONASTICA MARTEDÌ 12 MARZO Bose: un luogo e un tempo per l'anima on titubanza e curiosità sono partita per Bose, con l'intento di staccare la spina; per regalarmi una giornata da arricchire con tutto ciò che il Signore mi avesse donato. Devo essere sincera, appena arrivata al monastero ho avuto qualche difficoltà ad entrare in quel clima di silenzio, abituata al rumore e alla fretta. I monaci ci hanno accolto con quella sobria semplicità che ci ha fatto sentire a casa. La giornata è stata caratterizzata da diversi incontri. Nella mattinata, guidati dal monaco Matteo, abbiamo approfondito un tema quaresimale: il pentimento; si è veramente aperto uno scrigno. Laddove arriva il pentimento per i nostri peccati troviamo ad aspettarci a braccia aperte l'amore misericordioso di Dio Padre; da questo incontro ne scaturisce la grazia che dona fede e speranza. Verso mezzogiorno ci siamo raccolti in chiesa per la preghiera dell'ora media con i monaci: la lode al Signore per mezzo dei canti e delle preghiere ci ha fatto percepire la presenza viva dello Spirito Santo che sa unire in un cuor solo donando serenità e pace ai cuori. A seguire il pranzo. Un pasto diverso dal solito, non tanto per il cibo, quanto per lo sforzo o meglio la volontà di fare uni- C tà anche nella semplicità di un pasto nella condivisione e nell'ascolto reciproco. Nel pomeriggio abbiamo condiviso con i nostri sacerdoti impressioni ed emozioni sull'esperienza della giornata; è lì che ho proprio capito che Dio parla personalmente ad ognuno di noi, pur stando insieme nello stesso luogo con le medesime persone. Poi abbiamo visitato velocemente la mostra delle icone presenti nel monastero: splendidi capolavori parlanti; per coglierne la ricchezza non basterebbero giornate intere. Bella e profonda la lectio di- vina che ci ha proposto una giovane monaca bergamasca; parola sminuzzata a tal punto da poter scoprire la dolcezza del nostro Dio che amabilmente ci guida indicandoci la via del Regno dei cieli; strade diverse e sentieri impensati sui quali lui si fa trovare per incontrarci. Mi chiedo cosa porto a casa da Bose? Mi sento di dire quanto sia importante ritagliarsi del tempo per il ristoro, non solo del fisico ma anche dell'anima. Stare con Gesù è un'ottima compagnia. Lui sà di cosa abbiamo bisogno per la nostra serenità. Lui ci vuole felici ed è per questo che attraverso i nostri sacerdoti ci propone occasioni uniche dove poterci rigenerare con la Parola e la preghiera. Grazie della bella esperienza, all'anno prossimo. Una partecipante L’ALTA VALLE BREMBANA - 21 PELLEGRINAGGI VICARIALI Vicariato Alta valle brembana M ESE DI MAGGIO Pellegrinaggi vicariali Mercoledì 8 maggio SOTTO IL MONTE DA PAPA GIOVANNI XXIII Partenza ore8.00 daCarona 8.15 da r Banzi 8.3 0 da an S Martino Messa e vis ita dei uoghi l natii i Papa d Gio vanniXXIII Pranzoritorn o prev istoin serata quota di par ecip tazio ne40,00 eur o in fo eiscrizio ni do n Alf io 0345 71088 o on d Luca 0345 77093 Martedì 14 maggio PELLEGRINAGGIO AL SANTUARIO DELLA B.V. MARIA DELLE GRAZIE -MA NTOV A Arriv o press o li Santuario eMes sa Partenz a ore6.4 5 da Olm o Escursi one ni battel lo nelparco naturaleeldMincio Pranzo ni ris tora nte Visita del la c ittàdi Manto va ore 0.30 2 Ri entro Q uota partec ipazione 45 uro e . Iscri zioniin parr occhi a entroil10 maggio ofino ad esaurime nto posti in fo eiscrizio ni do n Giov anni . L347 4421719 Martedì 21 maggio PELLEGRINAGGIO A BOBBIO (PC) Abbazia san colombano ore 06.30 Partenza da Piazza Brembana (piazzale cimitero) ore 09.30 Arrivo Bobbio (Piacenza) Visita abbazia di San Colombano, Duomo e museo Pranzo presso ristorante Piacentini Visita alla città e al ponte vecchio Visita alla Basilica della Madonna ǯ - S. Messa ore 20.00 Arrivo previsto Q uota partec ipazione 45 uro e entro13 m aggioINFO don Alessan dro 345 0 81031 22 - L’ALTA VALLE BREMBANA PRIMA RICONCIALIAZIONE omenica 14 aprile a San Martino si è celebrato il rito delle prime riconciliazioni dei bambini di seconda elementare. E' stata un'occasione d'incontro per le famiglie, di riflessione e di condivisione di questo importante passaggio nel percorso spirituale dei nostri figli, un cammino iniziato con il battesimo (durante la messa sono anche stati celebrati due battesimi) e che li vedrà l'anno prossimo impegnati nel rito della prima comunione. Le famiglie hanno poi potuto condividere il momento del pranzo: una vera e propria festa che ci ha consentito di vivere un momento di spensieratezza anche in questi momenti difficili per alcuni membri della nostra comunità. Durante la celebrazione del D rito, prima e dopo la confessione, sui volti dei bambini si potevano leggere espressioni di emozione, curiosità, gioia, stupore che nessun parco dei divertimenti è in grado di uguagliare. Anche dalle voci dei genitori, che hanno accompagnato il rito con la lettura di preghiere e di brani del Vangelo, traspariva tuttal'emozionechehacaratterizzatol'interacelebrazione. Spettacolare anche il gioco di luci e cromatismi proiettato sulle colonne che circondano l'altare dalle vetrate illuminate dal sole di questa splendida giornata: un luminoso, caldo e colorato abbraccio di luce che ha avvolto e accompagnato i nostri bambini. La celebrazione si è conclusa all'aperto con il lancio di tantissimi palloncini che hanno colorato un cielo azzurrissimo e nitidissimo, al grido dei bambini : “ciao palloncino salutami Gesù!”. Spesso ci affanniamo alla ricerca di qualcosa che possa renderci felici e poi, con l'occasione di questo rito, il primo vero passo dei nostri bambini nel percorso di fede dopo il battesimo, scopriamo che sono le cose più semplici, una giornata di sole, la gioia sul volto dei bambini illuminati dalla luce di una candela, un pranzo condiviso con la nostra comunità, dei palloncini che colorano il cielo, a renderci più sereni e aperti verso gli altri, a renderci delle persone migliori. Speriamo che questa esperienza possa ripetersi anche in altre occasioni e che possa diventare un costante momento di confronto e di crescita per ognuno di noi. Un grazie di cuore a Don Alessandro, Don Giovanni e alla catechiste per il dono di questa splendida giornata. Una mamma L’ALTA VALLE BREMBANA - 23 S . M A R T I N O / M O I O / VA L N E G R A S. MARTINO / MOIO / VALNEGRA S . M A R T I N O / M O I O / VA L N E G R A MINI CRE: UN’ESPERIENZA … RIPETIBILE! cco come ci eravamo lasciati! Questi volti, questi sorrisi, nati l’anno scorso durante il MINI CRE, ci hanno accompagnato fino ad oggi. Per la nostra parrocchia era la prima volta che si organizzava un centro ricreativo estivo dedicato ai più piccoli e anche per noi educatrici tutto era nuovo e da scoprire. Bisognava, quindi, adattare alle esigenze dei bambini di 3-6 anni lo schema di un CRE. Per questo motivo orari e spazi sono rimasti quelli della scuola dell’infanzia, mentre per quanto riguarda le attività e gli obiettivi è stato necessario mutarli, per far capire ai bambini che era iniziato un tempo diverso: non era più scuola ma l’inizio di una nuova avventura che li avrebbe avvicinati ai bambini più grandi. Ma perché è importante proporre un MINI CRE? Forse perché è bello pensare che, nelle nostre comunità, anche i bambini della scuola dell’infanzia possano vivere un’esperienza di animazione estiva in continuità con quella dei loro fratelli o amici più grandi che vanno al CRE, ma anche per rendere questi bimbi consapevoli del fatto che fanno già parte di una comunità, che pensa a loro, che si prende cura di loro e che attorno a loro si muove per creare qualcosa di bello, qualcosa che permetta loro di stare insieme. Per questo il MINI CRE si ripropone anche quest’anno dall’1 al 26 luglio negli spazi della Scuola dell’Infanzia Papa Giovanni XXIII con il titolo Everybody… Un corpo mi hai preparato. Everybody, in inglese, vuol dire “tutti insieme” rappresenta, quindi, la comunità e l’importanza della relazione con gli altri, ma vuole anche dire “ciascuno”, l’individualità, la bellezza della diversità che ci rende unici. Noi non vediamo l’ora di passare un altro mese con voi e non possiamo far altro che aspettarvi con tanta gioia e voglia di fare! Gloria E 24 - L’ALTA VALLE BREMBANA Lo scritto che segue è un’interessante riflessione sulla fragilità pubblicato dalla Caritas Diocesana Bergamasca. Intendiamo, come Centro di Ascolto, proporlo all’attenzione della Comunità perché questo aspetto, ormai facilmente presente nella nostra società, interroghi la nostra coscienza e muova la nostra carità per cercare il modo di sostenere chi è colpito da essa. l tempo trascorre inesorabile ma si fa ancora fatica anche solo a intravedere spiragli di luce nella crisi. Con il profeta Isaia ci sentiamo di domandarci “Sentinella, quanto resta della notte?” Quanto ancora dobbiamo attendere l’arrivo del mattino, della luce rassicurante del giorno? Se la applicassimo alla situazione odierna potremmo pensare che sono in molti a domandarsi quanto occorra ancora attendere per uscire dal buio che sembra offuscare le previsioni degli economisti, dei sociologi e degli esperti che faticano a tracciare scenari precisi. Se pensiamo alla nostra piccola esperienza di aiuto del fondo famiglia lavoro, notiamo come i primi mesi dell’anno 2013 abbiano visto un forte incremento di persone italiane che si rivolgono per chiedere un aiuto per far fronte ai bisogni primari: il mangiare, l’avere la certezza di una casa e quindi il pagamento di bollette, far fronte a impegni di spesa imprevisti, ad una malattia imprevista, fino a giungere a non avere più soldi per garantire le spese necessarie per l’istruzione dei figli. E’ il tempo della fragilità in una cultura che ha fatto di tutto per esorcizzare la fragilità, per allontanarla dall’esperienza di vita, per cercare di soffocare tutto ciò che evidenzia una dimensione del limite: il nascere e il morire, la malattia e la vecchiaia, il disagio psichico e sociale. Un termine moderno per indicare la fragilità dell’essere è il concetto di vulnerabilità. Non si applica a delle situazioni di cronicità, di grave marginalità ma alla fascia della vita normale I che improvvisamente, per un evento non previsto porta la persona e la famiglia in una situazione di rischio. L’esperienza del fondo lavoro ci porta subito alla perdita del lavoro di un papà ed una mamma, alla separazione di una famiglia con figli; ad una famiglia di fronte ad un ictus, un’ improvvisa malattia irreversibile. In questo tempo nel quale si sono smangiati i legami di solidarietà, che connettevano i gruppi sociali, le persone, sembra sia rimasto solo il singolo, l’individuo, con il suo carico di aspettative, di competitività e di invulnerabilità. Quando si strappa la coperta dei soldi resta la desolazione di una vita spezzata, senza più legami familiari, sociali, ma solo con una forte rabbia dentro. Il nostro vescovo Francesco richiama spesso al bisogno di non rassegnarsi, di riuscire a vedere segni di speranza in questo tempo di paura. Un primo atteggiamento è proprio quello di educare alla fragilità. La grande sfida e speranza è ipotizzare e realizzare una proposta di educazione che non occulta e non rimuova la fragilità, ma la assuma, la abiti e la riconosca meta stessa dell’educazione: l’uomo credente e dedito al bene dei fratelli. Un secondo atteggiamento è quello di accompagnare la fragilità. La forza dell’esperienza del fondo sta attorno a due atteggiamenti di fondo: l’ascolto e la gratuità. L’ascolto “dice” quanto la fragilità dell’uomo è importante, ma non come atteggiamento formale, quanto piuttosto come compartecipazione vera alla fatica del vivere. Altro elemento tipico e risorsa delle comunità cristiane è l’educazione alla gratuità per passare da atteggiamenti assistenziali ed emotivi ad una vera e propria cultura della solidarietà basata sulla giustizia e sulla cura dei legami. Spesso parliamo del tema dei legami, di ciò che lega la mia esperienza di vita alla tua e a quella degli altri. La crisi socioeconomica ci aiuta riscoprire e valorizzare il gesto di cura reciproco, presupposto per un vero incontro e riconoscimento di una fragilità che sia realmente abitata e vissuta con atteggiamenti di fiducia e attenzione. L’elezione al soglio Pontificio di Papa Francesco ci richiama alla riscoperta delle creature chiamate a vivere in atteggiamento di semplicità e di fiducia nella Provvidenza. Ma ci richiama anche al bisogno di rimettere al centro del nostro vivere i poveri, ci richiama il bisogno di dare cittadinanza alla fragilità. Ci richiama tutti al bisogno di non dare alle persone, a tutte le persone, per assistenza ciò che invece spetta per giustizia. (Caritas Diocesana Bergamasca) SOSTENIAMO IL LAVORO DELLA CARITAS DIOCESANA BERGAMASCA Il 5x1000 alla Caritas Diocesana Bergamasca c.f. 95019860162 L’ALTA VALLE BREMBANA - 25 S . M A R T I N O / M O I O / VA L N E G R A Vivere nella fragilità ANNIVERSARI DI MATRIMONIO gni anno nelle nostre comunità abbiamo la bella abitudine di festeggiare gli anniversari di matrimonio. In questi ultimi tre anni abbiamo voluto inserire questo evento nella settimana vicariale della famiglia. È sempre un bell’appuntamento vissuto da tante coppie. Si tratta di una cosa semplice, ma sincera e sentita. Si partecipa alla santa Messa delle 11 a San Martino, si ripete la volontà di fedeltà e di reciproco aiuto tra i coniugi, si legge insieme una preghiera di benedizione. Quest’anno, poi, siamo riusciti a organizzare un piccolo aperitivo per tutti in modo da porteci salutare terminata la celebrazione. Credo sia bello che una volta all’anno ci si riunisca per ringraziare il Signore della vita familiare e di coppia. Forse alcune volte sono più le fatiche e le incomprensioni che vengono alla ribalta e magari non si avrebbe voglia di ringraziare proprio nulla del matrimonio che si sta vivendo… altre volte, invece, sono le gioie, le soddisfazioni, i progetti che dicono la verità di una relazione di coppia che porta a ringraziare il Buon Dio. In ogni caso credo che il senso del matrimonio, di tutti i matrimoni e soprattutto quello cristiano, sia proprio quello di rendere volto dell’amore di Dio per ogni uomo. Questa è la sfida e la prospettiva verso la quale S . M A R T I N O / M O I O / VA L N E G R A O 26 - L’ALTA VALLE BREMBANA tendere. Che la realtà sia più o meno in linea con questo significato, credo che alla fine conti molto, nella celebrazione, esprimere il desiderio verso cui tendere, immedesimarsi nell’orizzonte verso cui guardare. Inoltre credo sia anche molto bello che sia tutta la comunità a ringraziare le varie coppie che erano presenti. Ringraziare per la testimonianza, per la ricchezza, per la bontà dell’essere coppia. È un bene sociale inestimabile che due persone si amino e decidano di vivere tutta la loro vita fedelmente progettando di prendersi cura l’uno dell’altro per tutta la vita, accogliendo la vita che nasce da questo amore. Ed è un bene sociale inestimabile che diverse coppie della stessa comunità condividano ed esprimano pubblicamente e reciprocamente le une alle altre, lo stesso desiderio di vita d’amore. Una famiglia non può pensare di vivere come se fosse sola, in un’isola deserta… Concludo dicendo che sarebbe bello cercare di camminare nella consapevolezza di cosa significhi celebrare un matrimonio cristiano. Cercare di capire cosa in realtà comporta, che prospettive, che verità, che caratteristiche ha questo modo di vivere la relazione d’amore tra un uomo e una donna. Come ogni vocazione, credo non si finisca mai di comprendere la portata della benedizione del Buon Dio e fin dove ci porta a vivere il suo sacramento… Non può mancare in questa circostanza, il ricordo e una preghiera per tutte quelle famiglie dove si vivono rotture, tradimenti, incomprensioni, sofferenze, rancori… per tutte quelle famiglie e coppie dove si cerca di ricostruirsi una relazione dopo un fallimento e una spaccatura, per tutte quelle coppie che di fatto coppie non so più perché uno dei due ha lasciato questa vita per raggiungere e preparare un posto davanti al Volto del Padre. Don Ale GLI SCACCHI DALL’UCRAINA. OTTIMA OPPORTUNITÀ PER I NOSTRI RAGAZZI!!! resso la scuola elementare di Piazza Brembana si è svolta una singolare attività didattica: un corso discacchiperglialunnidi5ª. Il progetto ha potuto prendere corpo per la fortuna di avere a disposizione, gratuitamente, un vero maestro di scacchi: Oleg Kravchenko, un giovane ucraino che vive ormai stabilmente a Piazza Brembana da alcuni anni svolgendo, per adesso, il lavoro di fioraio. Oleg è laureato in Psicologia e parla, oltre naturalmente all’ucraino, il russo, lo spagnolo, l’inglese e l’italiano. Il corso di scacchi ha avuto la durata di n. 16 lezioni, di cui n. 6 si sono svolte presso la sede delle scuole elementari e n. 10 presso la sala Papa Giovanni XXIII, messa a disposizione dal nostro don Alessandro. “I ragazzi – ha detto la maestra coordinatrice Marita Rota- subito si sono dimostrati molto interessati ed entusiasti. Noi abbiamo accettato la proposta perché abbiamo ritenuto e riteniamo che il gioco degli scacchi sia uno strumento molto valido per sviluppare e affinare le capacità di attenzione e progettazione. Oleg è stato bravissimo a trasmettere ai ragazzi la sua particolare passione per gli scacchi”. Le lezioni hanno avuto un momento di teoria e un momento di pratica, che è consistita in vere partite di scacchi dove alcuni ragazzi hanno evidenziato già una buona attitudine verso questo gioco. Fra tutti, quelli che hanno acquisito un maggior punteggio, determinato dalle vittorie conseguite nelle varie partite programmate, sono stati Luca Balestra e Ginevra Giannattasio. Quest’ultima ha coinvolto anche la madre impegnandola quasi tutti giorni in una partita. L’anno prossimo si prevede già una replica di questa attività. Il maestro Oleg è stato contaminato dall’entusiasmo con cui è stata accolta la sua iniziativa, tanto che già sta facendo progetti per quest’estate: un bel torneo all’aperto. Saranno sicuramente tanti gli spettatori! BATTESIMI on gioia e riconoscenza accogliamo ancora due bambini nelle nostre comunità. È bello sapere e riscontrare come il Buon Dio abbia ancora voglia di dare fiducia a noi uomini e affidare ai genitori di questi bambini il compito bello e nello stesso tempo, impegnativo di introdurli alla verità dell’esistenza. Con il battesimo, non solo loro, non solo i padrini, ma tutti noi ci siamo impegnati a dare una testimonianza credibile e veritiera del nostro essere credenti e di quanto la nostra vita sia accompagnata dalla misericordia di Dio. Facciamo di tutto perché anche per loro, la vita sia storia di Salvezza e di Bontà, volto della Bellezza di Dio… Alessandro Bonetti, figlio di Massimiliano e Maura Oberti, battezzato domenica 14 aprile 2013 a San Martino Tommaso Bordogna, figlio di Maurizio e Marzia Paninforni, battezzato domenica 14 aprile 2013 a San Martino C L’ALTA VALLE BREMBANA - 27 S . M A R T I N O / M O I O / VA L N E G R A P ANNIVERSARI DI BATTESIMO in proposito a questo sacramento, domenica 14 aprile, abbiamo invitato tutte le famiglie che l’anno scorso hanno celebrato il battesimo dei loro piccoli eredi. Vuole essere un piccolo modo per ringraziarli del loro impegno educativo, voler dire ai genitori di questi bambini che non li abbiamo dimenticati e che facciamo “il tifo” per loro, che li ricordiamo nella preghiera e chiediamo a loro di non dimenticare la loro comunità… Un grosso augurio a tutti, ai piccoli e ai genitori… che il Buon Dio vi benedica e vi accompagni in quest’opera educativa che vi rende a immagine e somiglianza Sua. S . M A R T I N O / M O I O / VA L N E G R A E MATRIMONIO abato 23 marzo abbiamo celebrato un matrimonio un poco particolare. Andrea Ponti, nipote della nostra Camilla di Valnegra, che vive in Giappone da alcuni anni ha chiesto di poter celebrare il suo matrimonio nella nostra comunità con Shiori Kuroiwa, ragazza giapponese. La celebrazione è stata veramente interessante, soprattutto per il fatto di dover superare le evidenti difficoltà di intendersi e di capirsi. Con alcuni accorgimenti, e con una adeguata preparazione che ci ha permesso di spiegare bene il rito del matrimonio, i due giovani si sono sposati promettendosi davanti al Buon Dio e a tutti noi, fedeltà, cura e dedizione. Le benedizioni sono state abbondanti da parte di tutti, la festa è stata una bella occasione anche di recuperare il senso di un matrimonio cristiano con una persona non cristiana. Auguriamo ai due sposi tanta serenità e che il Signore possa essere al centro del loro amore… S 28 - L’ALTA VALLE BREMBANA DEFUNTI Ti preghiamo umilmente, Signore, Padre Santo, per le anime dei tuoi servi che hai chiamato a te da questo mondo per condurli al luogo di beatitudine, di luce e di pace. Possano attraversare senza timore le porte della morte e trovino riposo nelle dimore dei beati e nella luce santa, che un tempo hai promesso ad Abramo e alla sua discendenza. Nata a Valnegra 1914 Defunta a Milano il 16-3-2013 Brunetti Anna di anni 90 Bazzoni Enrico di anni 71 Nata a Chieuti (Foggia) il 28-4-1923 Defunta a Lenna il 31-3-2013 Nato a Ghiffa (VB) il 25-5-1941 Defunto a Valnegra il 18-4-2013 Donati Caterina di anni 89 Longaretti Franco di anni 79 Nato a Piazza Brembana il 9-10-1923 Defunto a Cernusco Lombardone il 3-4-2013 Nato a Gorle il 26-6-1933 Defunto a Piazza Brembana il 12-4-2013 Ciao Catina, come tutti ti chiamavano qui. In silenzio hai vissuto e in silenzio te ne sei andata, le estati che trascorrevi qui erano all'insegna della tua dolce semplicità. Ora riposa in pace qui nel tuo amato paesello in cui sei voluta tornare. L’ALTA VALLE BREMBANA - 29 S . M A R T I N O / M O I O / VA L N E G R A Calegari Iside di anni 92 CUSIO / SANTA BRIGIDA BEATI QUELLI CHE ASCOLTANO iamo ormai al termine dell’Anno Pastorale, caratterizzato in tutta la Chiesa dall’ ANNO DELLA FEDE, che essendo programmato fino a fine Novembre 2013 lambirà anche l’inizio del 2013-2014. Ma nella nostra Diocesi di Bergamo è stato anche l’anno della FRATERNITA’ CRISTIANA, guidato dalla lettera pastorale a tema, inviata a tutti i fedeli dal nostro Vescovo Francesco. C’è stata poi la sorpresa del nuovo Papa Francesco, C U S I O / S A N TA B R I G I D A S che con le sue prime parole “Cari fratelli e sorelle, buonasera …” , non ha fatto altro che parlare della Chiesa come Comunità/Famiglia di fratelli (anche i cardinali sono “Fratelli”). Mi sembra opportuno e assai utile , in questo mese di maggio, sottolineare uno degli aspetti fondamentali del cammino proposto dal nostro Vescovo, echeabbiamorimarcato, sia pure con fatica, nei nostri incontri di catechesi e nella predicazione: I NUOVI LEGAMI DEL REGNO / LA NUOVAPARENTELA I santi e i quattro evangelisti i veri parenti di Gesù e di tutti i cristiani (polittico di A. Previtali) chiesa di Cusio 30 - L’ALTA VALLE BREMBANA E questo proprio perché, volendo come sempre onorare la Madonna in questo mese, non dimentichiamo l’aspetto più importante della sua persona e del suo comportamento, del suo irrinunciabile esempio, richiamato ripetutamente da Gesù nei Vangeli: la sua attenzione/accoglienza/meditazione e pratica della PAROLA DEL SIGNORE. Nel Vangelo di Marco (3,3135) e per analogia nei paralleli di Matteo e Luca, troviamo queste parole: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?” – “Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre”. E in Luca (8,19-21) “Mia madre e i miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”. Non si tratta certo di sottovalutare o dimenticare i legami di sangue, ma di riscoprire/valorizzare/vivere una dimensione più grande, più vera, più autentica di parentela, soprattutto di fraternità. Si tratta di una parentela, di una fraternità che nasce dalla figliolanza adottiva. Siamo chiamati figlio di Dio e lo siamo realmente , come scrive l’evangelista Giovanni. L’adozione divina però è molto più che un’adozione “legale” perché ci rende veramente “Figli nel Figlio” e fratelli/sorelle tra di noi. Tutto questo deve sfociare in un particolare STILE DI VITA, fraterna non solo in famiglia, ma anche e soprattutto nella Comunità Cristiana e nella Società. mente beati, veramente suoi parenti e fratelli con Lui e tra di loro sono quelli che come Maria si impegnano assiduamente al ascoltare e mettere in pratica la Parola di Dio”. VITA DELLA COMUNITA’ ❑ I Nuovi C.P.A.E. (Consiglio parrocchiale per gli affari economici) si sono riuniti per la prima volta mercoledì 27 febbraio a Santa Brigida e giovedì 28 febbraio a Cusio. L’ordine del giorno era uguale per entrambi le due Parrocchie: 1° Verifica decreto di nomina e visione dello Statuto. 2° Nomina del Segretario. 3° Situazione economica al 31/12/2012 e consuntivi 2012 da inviare al più presto alla Curia. In particolare a Cusio si è parlato della catalogazione dei beni immobili (chiese, terreni e fabbricati) di proprietà della Parrocchia, lavoro effettuato da parte della geom. Silvia Paleni, incaricata direttamente dalla Curia. La catalogazione si farà presto anche a Santa Brigida, perché è programmata per tutte le Parrocchie della Diocesi, e nell’occasione verrà aggiornato anche il catasto. Il tutto comporterà una spesa non indifferente. Segretario per Santa Brigida è stato eletto Regazzoni Renato, mentre per Cusio Rovelli Giuseppe. Per entrambi i “campanili” resta scoperto il saldo della spesa straordinaria sostenuta per l’impianto campanario. Con la benevola aspettativa concessa dalla Ditta si provvederà appena possibile. ❑ Durante la QUARESIMA, oltre ai vari incontri vicariali, abbiamo tentato un cammino di catechesi per adulti al lunedì sera a alla domenica pomeriggio, nelle domeniche libere da ritiri di preparazione ai Sacramenti, alternando gli incontri nelle due parrocchie, dato che finora non si è riusciti a realizzare incontri unitari. La partecipazione è stata decisamente scarsa, ma verrà comunque tutta riproposta a suo tempo. ❑ Le celebrazioni pasquali, nonostante il clima decisamene invernale, hanno riscontrato invece una buona partecipazione, con il solito rinforzo degli ospiti nelle numerose In questa direzione precisa auguro a tutti di essere veramente Beati, cioè felici e pieni di speranza con Maria! Don Lino seconde case, e questo anche per quanto riguarda le confessioni (nessun orario programmato è andato deserto). ❑ Domenica 7 Aprile: Ottava di Pasqua e festa della Divina Misericordia, si è celebrato la 1ª Confessione di tutti bambini delle parrocchie settore Ovest del nostro Vicariato, nella Chiesa Parrocchiale di Cassiglio.Nonèsenzaunacerta commozione che don Lino ha presiedutolacelebrazionenella Chiesa nella quale ha ricevuto il battesimo e tutti gli altri sacramenti, fino alla celebrazione dellasuaprimaMessa. I tre bambini di Santa Brigida erano: Leonardi Matteo, Manzoni Asia e Rovelli Ambra, candidati alla 1ª Comunione nelprossimoanno. ❑ Domenica 14 Aprile: Festa delle persone anziane a Cusio, in una splendida giornata di sole. Quest’anno la stessa è stata coordinata dal Gruppo Alpini e comunque in concerto tra ComuneParrocchia e Acli. L’ALTA VALLE BREMBANA - 31 C U S I O / S A N TA B R I G I D A Se in questo mese di maggio vogliamo riscoprire/rinnovare la nostra vera/autentica devozione alla Madonna, ricordiamo che Gesù ha detto ripetutamente che: “vera- Era anche la giornata vicariale del Seminario, presentato dalla locandina che ricorda una frase del Beato Papa Giovanni XXIII: “LA VITA E’ IL COMPIMENTO DI UN SOGNO FATTO IN GIOVINEZZA”, mentre le letture parlavano ripetutamente di “Testimonianza”. Tutto questo ha permesso un felice accostamento di un messaggio forte ed attuale sia per ragazzi e giovani in ricerca, sia per le persone adulte, e ha suggerito per tutti una inten- sa preghiera. Alla Messa di ringraziamento ha fatto seguito un momento di festa sul sagrato, allietato dalla nostra banda, a cui ha fatto seguito il pranzo comunitario con momenti di altra musica. C U S I O / S A N TA B R I G I D A NELLA CASA DEL PADRE Bottagisi Placida in Cattaneo di anni 86 Nata ad Averara il 6/10/1926, deceduta nella sua casa di via Monticello il 06/03/2013. “Sei stata un’ottima mamma, moglie e amica. Sempre pronta a perdonare tutto e tutti, nel bene e nel male. Una donna che ha sempre lavorato, finchè ha potuto, sempre pronta ad aiutare chi aveva bisogno. Rimarrà nel cuore di chi ti ha conosciuto un bellissimo ricordo. Grazie. (I tuoi cari) Rivellini Teresa ved. Annovazzi di anni 88 Nata a S. Brigida il 15/6/1924, deceduta all’Ospedale di S. Giovanni Bianco il 13/04/2013. Dopo i lunghi anni della vedovanza, provata anche dalla morte prematura del figlio, ha passato l’ultimo mese, proprio nei giorni della Quaresima e della Pasqua, all’Ospedale. Ha salito con Gesù il suo Calvario ed ora dopo la celebrazione esequiale del 15 aprile, attende la risurrezione nel cimitero di S. Brigida vicina ai suo cari. 32 - L’ALTA VALLE BREMBANA Lazzaroni Letizia ved. Rivellini di anni 87 Nata ad Averara il 17/11/1925, deceduta nella sua casa di via Muggiasca il 15/04/2013, anniversario del suo matrimonio con Rivellini Cristoforo Giuseppe, mancato nel 2011. La lunga malattia che l’ha costretta in casa, non le ha impedito una preghiera quotidiana, assidua, con l’aiuto anche della radio. Dopo le esequie del 17 aprile, riposa nel cimitero di S. Brigida in attesa della risurrezione. VALLE DELL’OLMO PRIMO INCONTRO CON GESÙ NEL SACRAMENTO DEL PERDONO D Della Parrocchia di Cassiglio Boffelli Emily Della Parrocchia di Olmo al Brembo Guerrini Gaia Goglio Elisa Regazzoni Isabella Quarteroni Nicholas Arizzi Sabrina Della parrocchia di Piazzolo Arizzi Emma Della Parrocchia di Piazzatorre Arioli Francesca Della parrocchia di Ornica Fois Luca Della parrocchia di Santa Brigida Leonardi Matteo Manzoni Asia Rovelli Ambra Prima Confessione a Cassiglio L’ALTA VALLE BREMBANA - 33 VA L L E D E L L ’ O L M O omenica 7 aprile a Cassiglio, nel pomeriggio, è stata celebrata la prima confessione dei bambini della seconda classe primaria della zona della Valle dell’Olmo. Dopo l’esperienza positiva della catechesi familiare con periodici incontri comuni durante la classe prima, il cammino è continuato insieme, con gli incontri settimanali per i piccoli e ancora alcuni momenti di incontro per i genitori. I papà e le mamme hanno apprezzato il valore del camminare insieme anche nella fede, cosa che permette ora e in futuro di riconoscere le piccole gioie della vita e affrontare con più forza le difficoltà che possono presentarsi. Positivo l’assumersi in prima persona l’impegno di educare alla fede, senza delegare soltanto ai religiosi o alle catechiste questo compito, e provare la gioia di accompagnare passo passo il proprio figlio verso la maturità cristiana, riscoprendo anche la propria. CASSIGLIO / ORNICA / VALTORTA C A S S I G L I O / O R N I C A / VA L T O R T A L’UOMO SELVATICO no degli argomenti di discussione, quando ci si intrattiene in chiacchiere da bar o per la strada, è la crisi economica. Vuoi per i complessi meccanismi dell’economia, vuoi per la miopìa delle politiche, vuoi per lo squilibrio del sistema consumistico, vuoi per il malaffare, vuoi per responsabilità di tutti nell’insieme, ma anche dei singoli. Le possibili soluzioni sono tante quante i problemi: ne propongono a bizzeffe i politici, ne suggerisce drasticamente la gente comune. Il fatto è che problemi e soluzioni non si incontrano, e tutto sembra languire in una eterna indecisione che scontenta tutti. Ogni tanto, dalle nostre parti, si arriva alla conclusione, ricordando il passato, che per vivere bisognerà tornare ad allevare una bestia, a riprendersi i prati, spesso ormai ingoiati dal bosco, per avere pascoli, a lavorare il terreno per poter coltivare più ortaggi e di nuovo cereali. Può sembrare una soluzione fuori dal tempo, ed è alquanto improbabile che la propongano dal Governo, per quanto in città vada di moda fare l’orto sul terrazzo. Può sembrare una soluzione ingenua, che affiora nella mente di persone che ricordano il passato come un’età dell’oro, ma che non torna più. Oppure può essere un consiglio che viene dal fitto del bosco. Già, perché là dove i sentieri si smarriscono inghiottiti dalla vegetazione, magari in un anfratto della roccia, vive l’uomo selvatico. Figura leggendaria, talvolta raffigurata qua e là nelle valli alpine, che, a dispetto del nome (che in verità significa non “uomo incivile” ma “uomo dei boschi”) è depositario della saggezza di coltivare i boschi, allevare il bestiame e produrre il formaggio, trarre dalla natura, senza devastarla, il necessario per una U 34 - L’ALTA VALLE BREMBANA L’uomo selvatico vita dignitosa. Si narra che fu proprio lui ad insegnare alla gente come vivere nel territorio aspro e scosceso della montagna, facendo proprie le caratteristiche di un territorio in cui il tempo scorre lento ed è intessuto di pazienza e fatica. Fu un insegnante discreto, non amava infatti mostrarsi più di tanto, ma efficace, visto quanti paesi punteggiano la montagna, seppure in via di spopolamento. Non ci è dato sapere se attualmente l’uomo selvatico sia orgoglioso dei suoi alunni, forse lo è stato in passato. Possiamo però immaginare che un po’ si sia pentito di aver suggerito nei tempi andati i segreti del vivere in montagna, perché nel corso del tempo l’uomo ha approfittato dei frutti della natura, come del resto fa anche lui, ma finendo per abusarne e per non rispettare la regola di un’armonica convivenza. Possiamo immaginare che, dall’alto della montagna, guardi un po’ preoccupato l’abbandono delle sue e nostre terre che stanno tornando “selvatiche”. Può sembrare strano che lui si dia pena per questo, anzi, sarebbe più logico pensare che sia contento che la montagna torni tutta sua, ma allora sarebbe stato sciocco e sprovveduto ad avere insegnato anticamente ad abitarla. La sua intenzione infatti non è quella di cacciare l’uomo, perché sarebbe soltanto capace di deturpare la natura, in una sorta di ecologismo estremo. Il suo proposito è invece quello di insegnare che l’uomo è fatto per vivere nella natura, trovandovi il suo giusto posto. Del resto è questo il segreto di un mondo perfetto: che ciascun essere sappia occupare il suo posto, proprio come accade nel regno vegetale e animale, popolato di milioni di esseri diversi, eppure in armonia fra loro. L’uomo selvatico è certamente anche preoccupato della crisi economica, perché si è accorto che non solo l’uomo non sa vivere in armonia con la natura, ma neppure con i suoi simili: le disuguaglianze abissali fra ricchi e poveri, causate da una economia dello spreco (che se fosse economia, lo dice la parola, non dovrebbe sprecare) gli fanno scuotere la testa e pensare che gli uomini “civilizzati” sono molto più ottusi di lui che è detto, da molti con spregio, “selvatico”. Proprio questa preoccupazione, per la natura, e per l’uomo all’interno della natura, e per lui stesso che non è indifferente all’una e all’altro, sentendosi parte di un mondo armonico, lo ha spinto ad avvicinarsi ai nostri centri abitati. Grazie proprio a quei boschi che anno dopo anno allargano la loro vegetazione inghiottendo prati e facendosi prossimi alle case, lui ha potuto venire a suggerire all’orecchio di qualcuno i suoi consigli. La sua voce era nascosta nel frusciare delle foglie per il vento e nel fragore dell’acqua del torrente, perciò nessuno si è accorto che proprio da lui proveniva il pensiero di considerare che la vita di montagna richiede un certo tipo di collaborazione con la natura e la ricerca di quando è nei prati o di corteccia e muschio quando è nei boschi che si mimetizza perfettamente, ma è sicuro che non Festa degli anzini ad Ornica starà zitto e sarà sempre disposto ad insegnare a vivere la montagna a noi uomini, se sapremo ascoltarlo. FESTA DELLE PERSONE ANZIANE omenica 14 aprile, trovando una bella giornata di sole, l’Amministrazione Comunale di Ornica ha festeggiato le proprie persone anziane. Alla celebrazione della Santa Messa presente anche don Franco Cassina, parroco emerito di Ornica, che proprio quest’anno ricorda i 60 anni di ordinazione sacerdotale, tredici dei quali passati nel nostro paese. Ad accompagnare i canti, prima sacri, poi allegri durante il pranzo, il gruppo di S.Brigida delle Donne alla Fontana. D FESTA DEGLI ANNIVERSARI DI MATRIMONIO Festa degli Anniversari di Matrimonio a Cassiglio omenica 21 aprile, in concomitanza con la settimana della famiglia celebrata in tutto il vicariato, a Cassiglio sono stati ricordati gli anniversari di matrimonio, chiedendo agli sposi di rinnovare le proprie promesse nuziali , ci auguriamo ancora con la convinzione del giorno del matrimonio, unita alla consapevolezza delle gioie e delle difficoltà affrontate insieme, che rinsaldano l’unione delle persone che si amano. D Regazzoni Gian Domenico d’anni 55 DEFUNTI Busi Cecilia d’anni 93 Residente in Valsassina, era molto legata al paese di Valtorta dove era nata il 21 dicembre 1919. Dopo un anno di sofferenza, ha lasciato questa vita proprio il giorno del suo compleanno, il 21 dicembre 2012. I suoi funerali sono stati celebrati il 23 dicembre e ora riposa nel cimitero di Concenedo, frazione di Barzio, in attesa della resurrezione. Originario di Valtorta e residente alla Ramera, là è deceduto il 1 aprile e là sono stati celebrati i suoi funerali il 3 aprile. Eri il nostro punto di riferimento, un esempio da seguire, la tua morte lascia nei nostri cuori una piaga profonda, aiutaci, guidaci, dacci la forza per affrontare questo cammino. "Nulla di ciò che ha radici nel cuore è perduto perché ormai fa parte del TUTTO che VIVE". I tuoi cari L’ALTA VALLE BREMBANA - 35 C A S S I G L I O / O R N I C A / VA L T O R T A una certa armonia con essa. Nessuno neppure mai lo vedrà, perché è così in sintonia con la natura che sa coprirsi d’erba AVERARA PROGRAMMA ESTIVO ià annunciato in precedenza il 60° di Ordinazione Sacerdotale del Parroco viene confermato il giorno 30 maggio festa liturgica del Corpus Domini. La festa è quanto mai opportuna per far memoria del dono del Sacerdozio donato a don Lorenzo nel traguardo del 60° di Ordinazione. Per la circostanza venne programmato il restauro conservativo del Coro ligneo presente nella parrocchiale, Opera di Antonio Rovelli, anno 1691 e purtroppo danneggiato dal furto nel 1992. L'intervento non prevede certo il ripristino dell'arredo mancante, perché non autorizzato dalla Soprintendenza di Milano, ma solo la pulitura e la conservazione di quanto è rimasto dopo il furto. Il programma e l'intervento di recupero del Coro è già iniziato. Si è anche in ricerca di benefattori che potrebbero svolgere la funzione di padrino e madrina del Coro restaurato nella circostanza dolorosa del 20° anniversario del furto e nella fausta ricorrenza del 60° di Ordinazione Sacerdotale del Parroco. AV E R A R A G Viene quindi presentato il programma dell'estate: GIOVEDI 30 MAGGIO: Celebrazione in Averara del 60° di Ordinazione Sacerdotale Inizio ufficiale del Restauro del Coro. DOMENICA 14 LUGLIO: Festa Patronale di San Giacomo in Parrocchia DOMENICA 28 LUGLIO: Festa di San Pantaleone in Redivo DOMENICA 4 AGOSTO: Festa Madonna della Neve in Valmoresca DOMENICA 18 AGOSTO: Festa Madonna del Rosario in Parrocchia Benedizione del Coro restaurato Attestazione di ringraziamento ai benefattori. 36 - L’ALTA VALLE BREMBANA SR. BERTILLA LAZZARONI ra nata ad Averara (BG) nel 1929. A 19 anni entrò nell’Istituto e compì il percorso formativo iniziale: dopo un anno di postulantato, vestì l’abito religiosa nel 1949, emise la Prima Professione nel 1951 e quella perpetua nel 1956. Aveva conseguito la specializzazione nell’arte culinaria presso le Suore Orsoline di Gandino, e si può dire che ha esercitato la mansione di cuoca per tutta la vita, nel medesimo tempo collaborando nelle opere parrocchiali. È passata in varie Comunità dell’Istituto: a Breguzzo (TN), a Selino Alto (BG), ad Ascoli Piceno, a Valsecca (BG), a Pavone Mella (BS), a Faverzano (BS), a Valbrembo (BG), a S. Brigida (BG), a Cavernago (BG), a Olmo (BG), a Ponteranica (BG), a Brusapporto (BG), a Cusio (BG), e da qualche anno era ad Almenno S. S. (BG) a riposo. Sr. Bertilla non ha mai avuto una salute florida, tutta via ha svolto la sua mansione con impegno e con fedeltà. E La vita di una persona che consacra tutta se stessa a Dio, è per tutti una testimonianza per chi la sa cogliere; anche la vita di Suor Bertilla è stata così: una ragazza che lascia la sua casa, padre, madre, fratelli e sorelle per consacrarsi a Dio in un Istituto in questo caso il nostro della SACRA FAMIGLIA, è sempre una scelta coraggiosa. Dopo gli anni della formazione Suor Bertilla è passata in diverse comunità dell’istituto come cuoca, aiuto ai più piccoli della scuola materna e nello stesso tempo seguendo lo stile voluto dalla nostra SANTA PAOLA ELISABETTA CERIOLI Suor Bertilla coltivava l’orticello per avere le verdure fresche da servire alla sua comunità. Suor Bertilla veniva dalla montagna per cui il carattere era piuttosto rude ma nello stesso tempo era anche affabile con tutti, per tutti aveva una battuta scherzosa. Quando per l’età e per la malattia ha dovuto ritirarsi nella casa di riposo, non ha opposto resistenza accettando serenamente quello che lo sposo le stava regalando e ciò la malattia, quella che ti logora e ti toglie la capacità di comprendere e decidere, in questi periodi i suoi discorsi erano i ricordi della sua infanzia e delle sue montagne. A Dio, al quale Suor Bertilla aveva donato la sua vita, affidiamo la sua anima e siamo certe che il bene da lei fatto e scritto in cielo e da lassù ella possa guardare a noi e darci la certezza che tutto ciò che facciamo non va perso. Il DIO della pace la faccia riposare nei prati del cielo. Una consorella BATTESIMO nche nella nostra piccola Averara, la vita continua e il Buon Dio ci consegna la possibilità di vedere e riconoscere la sua predilezione e il suo amore nel piccolo Davide Egman, figlio del nostro sindaco Mauro ed Eleonora Regazzoni. Infatti domenica 7 aprile l’abbiamo accolto nella famiglia cristiana con il sacramento del Battesimo. Non solo i suoi genitori, ma tutta la comunità fa festa ringraziando Dio delle grandi opere che ogni giorno compie. Ai genitori di Davide auguriamo un cammino di fede profondo e continuativo, accompagnato da tanti momenti gioiosi e, perché no, da tanti altri fratellini di Davide… A AV E R A R A UNA VITA DONATA M E Z Z O L D O / O L M O / P I A Z Z AT O R R E / P I A Z Z O L O MEZZOLDO / OLMO / PIAZZATORRE / PIAZZOLO LA FRATERNITÀ DELLA COMUNITÀ PASSA DALLA COMUNIONE IN FAMIGLIA n questi anni la nostra chiesa diocesana ha speso diverse energie per esprimere quanto la famiglia, soprattutto nel suo formarsi e nel muovere i primi passi, sia davvero importante. Già, la famiglia, luogo caro da sostenere, accompagnare e incoraggiare perché alla famiglia non vogliamo rinunciare. Per la vita della chiesa essa è presenza vitale. Perché? Perché l’amore dei coniugi che davanti a Dio si consacra diventa “per tutti” immagine dell’importanza della comunione affinchè si possa raggiungere un bene più alto. Perché l’amore dei coniugi, alimentandosi dalla I Le coppie di Piazzatorre nel giorno della Festa della Famiglia sua Parola, può nutrire il nostro tempo, le nostre comunità iniettando il buon seme della condivisione, della pazienza, della fedeltà. Gesù, nel Vangelo, ci parla della Comunione come unica via per accedere a Lui e mediante la sua comunione con il Padre, accedere al Padre stesso. L’amore consacrato all’alta38 - L’ALTA VALLE BREMBANA Il giorno della Festa della Famiglia a Piazzolo Le coppie di Mezzoldo nel giorno della Festa della Famiglia re ci dice che questo è possibile non solo in Dio (perché lui è fedele a noi sempre), ma che questa fedeltà è possibile anche in noi. Dalla comunione vissuta in famiglia noi tutti possiamo trovare spunto e insegnamento per vivere la comunione nelle nostre relazioni. E come nella famiglia la comunione è in virtù del raggiungimento di un bene più alto, così, nella vita delle nostre comunità possiamo imparare a generare comunione al fine di giungere ad un bene superiore e di tutti. Abbiamo bisogno di ritrovare fiducia in noi stessi per incamminarci verso un bene superiore che, ci testimoniano le nostre famiglie, non è poi così lontano da noi. inverno è finito in compagnia dei nostri papà, mentre la primavera l’abbiamo iniziata incontrandoci nella chiesa parrocchiale di Piazzatorre per la ricorrenza della domenica della Palme. L’ Un momento della serata della Festa dei Papà a Piazzatorre I bambini della Scuola dell’Infanzia Arioli Dolci di Piazzatorre E’ stato un momento di condivisione molto bello, nella quale ci siamo sentiti più vicini al nostro amico Gesù. Ora, ci stiamo avvicinando verso la fine dell’anno scolastico e abbiamo tanta voglia di giocare all’aria aperta e di divertirci. Abbiamo anche tanta voglia di incontravi per salutarvi prima delle vacanze! Ecco perché ci stiamo impegnando per preparare lo spettacolo di fine anno. Vi spettiamo numerosissimo martedì 28 maggio alle ore 19.30. Ciao a tutti I bambini e le bambine della scuola dell’infanzia Arioli Dolci DEFUNTO DALLA SCUOLA DELL’INFANZIA DI OLMO inalmente ecco che la primavera e arrivata! Un po’ di caldo e pian piano si iniziano a vedere i primi colori, per la gioia di noi adulti e sopratutto dei nostri piccoli si inizia a uscire, si corre, si gioca con la bici, con il pallone e ci si dimentica di tutto! Un saluto da tutti i piccoli della scuola materna di Olmo al Brembo F Arioli Pietro di Piazzatorre Nato il 4 settembre 1941 e deceduto l’8 aprile 2013 Nelle tue mani, Padre clementissimo, consegniamo l’anima del nostro fratello con la sicura speranza che risorgerà nell’ultimo giorno insieme a tutti i morti in Cristo. L’ALTA VALLE BREMBANA - 39 M E Z Z O L D O / O L M O / P I A Z Z AT O R R E / P I A Z Z O L O DALLA SCUOLA DELL’INFANZIA ARIOLI DOLCI RONCOBELLO TEMPO DI PASQUA: TEMPO DI VITA DA RISORTI l Tempo di Pasqua è il tempo liturgico in cui siamo chiamati a dare testimonianza della vita nuova che il Signore ci ha donato, a vivere da risorti. Un modo egregio di vivere da risorti è quello di vivere la dimensione dell’attenzione ai bisogni degli altri, soprattutto dei più poveri, dei più deboli, dei più esposti alle ingiustizie che la nostra società continua a creare. Un piccolo impegno comunitario in questo senso è la colletta, durante la S. Messa “In coena Domini" del giovedì santo a sostegno dell'adozione a distanza dei due bambini, che nel frattempo sono diventati adolescenti, delle Missioni di sr. Irene e della compianta sr. Fausta. Mi piace pubblicare come augurio e impegno per RONCOBELLO I 40 - L’ALTA VALLE BREMBANA questo tempo pasquale la lettera di ringraziamento che sr. Fausta mi aveva mandato in occasione della Pasqua di qualche anno fa, unita a due brevi scritti, con relative foto, dei due ragazzi adottati dalla nostra Comunità. Carissimi Benefattori, Gesù nella sua vita terrena andava di villaggio in villaggio facendo il bene a tutti, guariva ogni sorta di malattia, aveva compassione delle persone che soffrono nel corpo e nello spirito, di fronte alla moltitudine che lo aveva ascoltato moltiplicò il pane, ma vuole la nostra partecipazione, collaborazione, dice infatti ai suoi discepoli : “voi stessi date loro da mangiare”. La solidarietà e condivisione fanno sì che tutti si sazino e ancora ne avanzi. Il nostro Dio è Amore e vuole che formiamo una famiglia, è grazie a questo suo modo di essere che anche noi amiamo. A molti fratelli lontani senza averli mai visti donate loro un aiuto, la forza per resistere e continuare a lottare per migliorare la propria situazione. Questo è quanto la Pasqua ci invita ancora oggi a fare: amare senza limiti. Grazie! e Buona Pa-squa! a nome del vostro bambino che aiutate. Il Signore vi benedica tutti voi con i vostri familiari e vi doni tanta pace. Continuate a contare sulla nostra preghiera. Un fraterno saluto. Sr. Fausta Enderson Sergio Souza della missione di Sr. Fausta Demisse Rahwa della missione di Sr. Irene Enderson Sergio Souza ❊ ❊ ❊ Carissimi miei genitori adottivi, prima di tutto ringrazio Dio che mi ha dato voi. Inoltre ringrazio voi per quello che fate per me e vi auguro Buona Pasqua. Demisse Rahwa LA SINGOLARE BEATITUDINE DI MARIA uando Maria entrò in casa della cugina Elisabetta, questa le rivolse un accorato saluto che si concluse con le parole: “Beata te perché hai creduto”. Tante volte anche noi usiamo parole simili (“Beato/a te”) quando prendiamo atto, non senza una punta d’invidia, che il nostro interlocutore possiede qualcosa o qualche capacità che noi non abbiamo. Nei confronti di Maria però non abbiamo nulla da invidiare alla sua beatitudine perché Ella è beata per qualcosa che, almeno in teoria, è alla portata di ogni credente. La fede di Maria infatti è quella di una donna feriale, di una creatura come noi, che semplicemente si fida, non senza aver prima chiesto i debiti chiarimenti, della Parola che Dio le rivolge. Questa possibilità è a portata di tutti. Tutti possiamo ascoltare la Parola, accoglierla nella nostra vita, metterla in pratica ed essere, come Maria, beati. Il mese di maggio, che la tradizione cristiana consacra a Maria sia, in modo particolare in questo anno dedicato a riscoprire il valore e la bellezza della fede, tempo di ascolto della Parola e di accoglienza fiduciosa di questa Parola per poter essere anche noi “beati” come la nostra Mamma del cielo. Q LA FAVOLA na ragazza era sempre di pessimo umore. Troppi compiti, troppi impegni, troppe interrogazioni, troppe aspettative su di lei da parte della famiglia, troppo tutto… La madre le ripeteva, pur con tutte le buone intenzioni di questo mondo, la solita predica, con ragionamenti, spiegazioni, raccomandazioni che non facevano una grinza, ma che rendevano la figlia ancora più cupa. Ad un certo punto la figlia guarda dritta la madre negli occhi e le gri- U L’ALTA VALLE BREMBANA - 41 RONCOBELLO Ciao carissimi benefattori, come state? Mi aspetto che stiate tutti bene. Io sto bene grazie a voi, perché col vostro aiuto la mia vita sta meglio. Io ringrazio Dio per aver messo sulla mia vita persone meravigliose che siete voi. Desidero per voi tutto il bene, tanta salute e che Dio vi benedica insieme alle vostre famiglie. Il Signore vi conceda sempre più di quello che donate. Vi auguro una buona Pasqua. Grazie mille dell’aiuto. da: “Mamma sono stanca, stufa, “rotta”… delle tue prediche; perché non mi prendi invece tra le tue braccia e non mi stringi forte a te? Nessun consiglio potrà farmi altrettanto bene”. La madre rimase impietrita e senza parole. Gli occhi della figlia, ancor più delle parole, appena pronunciate, imploravano un abbraccio. Con la voce rotta da una forte voglia di piangere disse: “Vuoi…vuoi che ti abbracci? Ma lo sai…lo sai che anch’io voglio che tu mi abbracci?” Accolse tra le braccia spalancate la figlia, l’abbracciò e la coccolò come fosse ancora una bambina. La tensione si sciolse e tor- RONCOBELLO MATRIMONIO abato 13 aprile, dopo tanto brutto tempo, risplende finalmente un bel sole che concorre ad allietare la festa di Federica e Andrea che, attorniati da genitori, parenti e tanti amici, si danno appuntamento nella nostra chiesa parrocchiale per promettersi amore reciproco e indelebile davanti a Dio e alla Comunità. Anche da queste righe rinnoviamo l’augurio che il sacramento che hanno celebrato porti nella loro vita ulteriore gioia che possa contagiare quanti, soprattutto coetanei, incontreranno sul loro cammino. S 42 - L’ALTA VALLE BREMBANA nò il sereno e la gioia di sentire finalmente una presenza calda e amica. Chiunque, non importa l’età, ha bisogno di un abbraccio, di un’espressione concreta di affetto, di sentire il calore di una presenza amica. Tante volte si diventa troppo riservati, timorosi di lasciar trasparire i propri sentimenti profondi e si finisce di diventare freddi, staccati col rischio e di crearci attorno un mondo tetro e senza gioia. DEFUNTO Milesi Filippo (Pippo) di anni 88 Nato a Roncobello il 25.7.1924 e qui deceduto il 24.3.2013. Lo vogliamo ricordare riportando una parte della lunga poesia dialettale composta e letta durante il rito funebre dall’amico Sergio Fezzoli. Caro Pippo La nosta èta l’è ‘ncomensàda sfurtunàda tè sensa ol Papà e me sensa la Mama ………. To sèret u di noscc facc zò a la buna l’ ta piasìa fa la batida en prima persuna. Adess tò mancherè a la famèa, ai alpini, al pais ‘ndo tocc i era tò amis. Caro Pippo per regordà tot ol tò laurà l’ seress mia assè u leber olt comè ona cà, semper en regorderà la tò buna olontà. Adess da fò de la Al Delà a la tò zet daga amò ona mà, e regordes à de noter che en resta chè a trebulà. Ol Signur, che tò gh’è semper ulit bè, so en paradis l’avrà preparat per tè ona pista ‘ndò scià toce dè. Dio del Cielo, Signur dol paradis lagh’è ‘ndà so per i mucc ol noster amis. Ciao Pippo che la tera la ta sies dulsa. Sergio Fezzoli BRANZI / ISOLA DI FONDRA TEMPO DI PASQUA prile e maggio tempo di preghiera con il Cristo Risorto che nella forza del suo Spirito ci dona i sacramenti della salvezza dell’anima, segno del suo amore fedele ed eterno. È in questo tempo pasquale che si raccolgono le emozioni di piccoli e grandi impegnati a preparare le feste dalla prima comunione o confessione coinvolgendo amici e parenti per riunire le famiglie nel cammino di fede dei piccoli che è cammino di tutta la famiglia. Emo- Chiesa a Pasqua cupazioni di genitori e adulti per il domani dei loro figli e del loro lavoro, orientare paure e solitudini di fratelli carichi di anni. Lo Spirito Santo e la Madre celeste ci facciano sentire la presenza del Risorto tra noi. Chiesa a Pasqua altare della deposizione zioni piene di vita che s’intrecciano con la spiritualità che cresce nei gesti semplici e quotidiani della famiglia. Lo Spirito Santo del Risorto, possa far crescere la buona vita cristiana nella vita di tutti i giorni grazie alla giovane vita dei piccoli che crescono in desiderosi di Vita vera. Nel mese dedicato alla Madonna, la preghiera del rosario e le messe nelle nostre chiesine diventano il motivo di elevare a Maria i desideri più sinceri e trasparenti dei nostri bambini, orientare i sogni e speranza di giovani pieni di attese per il futuro, consolare le preoc- Lunedì 3 aprile nella chiesa di Trabuchello si è celebrato il battesimo di RAMON PAGANONI figlio di Daniele e Stefania. L’ALTA VALLE BREMBANA - 43 BRANZI / ISOLA DI FONDRA A BRANZI / ISOLA DI FONDRA FESTA DELL’ASILO NEL RICORDO DI MONS. LUIGI DRAGO 18-19-20 maggio la festa delle famiglie della Scuola materna è l’occasione di stringere legami di comunità tra famiglie che, attraverso i bambini, sentono l’appartenenza ad una comunità dove vivere crescendo insieme con i propri figli. La messa all’asilo è il momento del ringraziamento a Dio per quanto di buono e bello compie tra noi attraverso l’educazione dei piccoli e per quanto ha compiuto con le care suore sempre presenti nei nostri racconti di vita buona. Quest’anno il grazie a Dio Padre abbraccia anche il ricordo di mons. Luigi Drago, nell’anniversario centenario della sua dipartita da parroco di Branzi per nuova destinazione tra i sacerdoti del Sacro Cuore a Bergamo. Fu don Luigi ad impegnarsi per la realizzazione dell’asilo e per la richiesta delle Suore Sacramentine nella gestione della scuola. Ascolteremo il racconto della sua vita e troveremo tante radici che hanno generato frutti di vita buona in più di un secolo nella nostra parrocchia grazie all’asilo. l 25 aprile un bel gruppo di amici ha vissuto una gita piacevole sul lago Maggiore visitando le Isole Borromee nel primo vero caldo primaverile. La bellezza dei luoghi visitati e l’allegria della compagnia hanno reso davvero bella una gita fuori porta. I 44 - L’ALTA VALLE BREMBANA Gita alle Isole Borromee Chierichetti di 3ª elementare abato 13 aprile nella chiesa di Carona si è vissuta la prima celebrazione del sacramento della penitenza dei bambini di seconda elementare. Nell’emozione di piccoli e grandi si è reso grazie a Dio per il dono del suo amore nella festa del perdono. S Battesimo di Martina L’ALTA VALLE BREMBANA - 45 BRANZI / ISOLA DI FONDRA Prime Confessioni FESTA DEGLI ANNIVERSARI DI MATRIMONIO BRANZI / ISOLA DI FONDRA D omenica 21 aprile nel giorno di preghiera vicariale per la famiglia abbiamo vissuto il ricordo degli anniversari di matrimonio in un bel clima di ringraziamento e festa. SOLIDAMENTE VICINI: SOSTEGNO A FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ el consiglio pastorale parrocchiale si è discusso il tema della crisi economica e della crisi di lavoro del nostro territorio e della nostra comunità. Si è aperto un dibattito sulle impressioni personali relative all’affanno presunto o reale che molti fratelli nella nostra comunità stanno vivendo. La discussione ha toccato temi generali della crisi del lavoro originati da mancanza di disponibilità economica e una tendenziale prudenza (se non vera paura) ad investimenti di ristrutturazioni impegnativi. Da più voci è emersa la sensazione forte e spiacevole di essere abbandonati dalle attenzioni degli amministratori politici locali e nazionali su scelte coraggiose ed efficaci. Si è anche evidenziata la forte fragilità delle giovani coppie sempre più impossibilitate ad N 46 - L’ALTA VALLE BREMBANA acquistare una propria casa e sempre più sostenute da genitori pensionati. Nel presentare la giornata vicariale della famiglia si è proposto di sviluppare pensieri di sostegno solidale a famiglie segnate dall’emergenza economica. Pensiero rimbalzato a livello vicariale nell’amara considerazione di vedere in chiesa sullo stesso banco una famiglia che ringrazia il Signore per la buona salute e il lavoro garantito e un’altra che chiede aiuto per la perdita del lavoro del papà, la fatica degli impegni finanziari con la banca, la necessità di cure mediche per i figli e la nonna non più autosufficiente. La prima riesce ogni mese a risparmiare qualcosa per imprevisti futuri, la seconda non sa più come sostenere le spese alimentari nella prossima settimana. La stretta di mano nel gesto della pace diventa ulte- riore segno di fraternità mancata. Ci si è sentiti in obbligo di pensare progetti ponte che mettano in relazione queste due tipologie di famiglie perché la Chiesa sia efficacemente luogo di relazioni fraterne nella solidarietà. Con il Centro di Ascolto di San Martino si stanno attivando pensieri di sostegno solidale tra famiglie per non restare più indifferenti ad una situazione critica che coinvolge sempre più famiglie delle nostre comunità. Abbiamo alzato lo sguardo e raccolto indicazioni dalla Caritas di Bergamo e da altre realtà parrocchiali. Ci siamo impegnati nelle prossime settimane a definire progetti concreti da attivare in tempi brevi. Per ora si chiede, a chi può aiutare, di rendersi disponibile a pensare come e cosa fare per fratelli in situazioni difficili. Don Alfio CARONA / FOPPOLO / VALLEVE “IL BATTESIMO” CELEBRAZIONE DELLA VITA I Nel battesimo noi celebriamo il mistero del bambino, chi è nella sua realtà più profonda e ne permettiamo lo svelamento proprio mettendolo in relazione con il mistero di Gesù! Nel rito, Dio entra in contatto con quel bambino, riversa in lui la sua vita divina, il suo amore incondizionato, la sua protezione, la sua bellezza. Il rito apre gli occhi anche a coloro che vi prendono parte: dona nuovi sguardi, nuovi comportamenti, nuovi modelli relazionali che nascono dal prendere coscienza in profondità, alla luce della fede, che quel bambino non appartiene solo ai suoi genitori, percorrerà la sua strada, un angelo lo condurrà e veglierà su di lui curando le inevitabili ferite, sostenendolo nelle fatiche e aiutandolo nei pericoli. Le caratteristiche che la vita possiede e che noi celebriamo nel battesimo si possono spiegare proprio grazie ad alcuni simboli che compaiono nei riti battesimali. Il simbolo centrale nel battesimo è senza ombra di dubbio l'acqua. L'acqua fonte di vita, evoca l'origine di ogni tipo di vita, sorgente a cui attingere ("acqua che zampilla per la vita eterna"), la nostra sete più profonda è sete di amore, di un amore che non si esaurisce mai: di quest'acqua possiamo sempre bere! Una sorgente che non inaridisce ma è continuamente motivo di fecondità. Non ne abbiamo forse bisogno? Noi dove cerchiamo e crediamo di trovare quest'acqua? L'acqua della purificazione Purificare-rinnovare significa non essere condannati a ripetere un destino già scritto. Il bambino non è determinato esclusivamente dal passato ma aperto alla novità che Dio desidera operare in lui. Ecco cosa intendiamo per nascita spirituale. L'acqua che distrugge ciò che è di ostacolo alla vita.Siamo richiamati alla forza apportatrice di morte che può avere l'acqua; non spaventiamoci, prendiamo sul serio la parola “sepolti con Cristo”!? Vuol dire scendere nella tomba di Cristo e seppellire tutto quello che è di ostacolo ad una vita autentica, ciò che ruota attorno al potere, alla forza intesa come prepotenza e sopraffazione, alla considerazione imperniata esclusivamente su se stessa; seppellire offese e ferite per non essere schiavi del rancore e della vendetta. Sappiamo rapportarci anche noi con quel bambino in modo nuovo? Proponiamo un'esistenza dipendente dal riconoscimento degli altri e dal successo? O vogliamo vedere in lui il mistero di Dio, il mistero della libertà e dell'unicità? Domande interessanti che dovrebbero raggiungere coloro che partecipano al rito del battesimo! Immersi nella risurrezione e nella vita nuova: La fede ci dice che questo bambino non morirà mai, il vero nucleo della sua persona non svanisce con la morte; l'amore di Dio a cui partecipiamo ci lega con un vincolo che la morte non può spezzare Gli abissi e il cielo aperto Grazie al brano evangelico del battesimo di Gesù al Giordano scopriamo altri aspetti dell'acqua e del battesimo stesso. Gesù immerso nell'acqua, nella L’ALTA VALLE BREMBANA - 47 C A R O N A / F O P P O L O / VA L L E V E l battesimo è un sacramento, ma a molte persone questo concetto oggi non dice molto. È un segno efficace posto nella nostra storia personale che esprime un legame con Cristo; un essere introdotti, una iniziazione al mistero della vita umana, della propria vita coinvolta nel mistero della morte e della risurrezione di Gesù Cristo. (prosegue da pag. 13) C A R O N A / F O P P O L O / VA L L E V E profondità della terra, nell'anima, nell'umanità, nel subconscio... direbbero gli strizzacervelli! Proprio mentre noi scendiamo nella nostra personale oscurità, sopra di noi si aprono i cieli. Non rimuoviamo le cose ma le portiamo in un nuovo orizzonte, quello di Dio! La parola che viene dal Padre: io ti accetto incondizionatamente!!! Cosa vuol dire prendere coscienza in profondità di questa verità? Vi propongo al ri-guardo alcune righe tratte dal libro "dal sopravvivere al vivere": molti bambini si sentono in diritto di esistere solo sub condicione.Essi sentono di essere accettati soltanto se soddisfano a certe condizioni: se hanno successo, se riescono a fare qualcosa, se non danno preoccupazioni ai genitori. Cosa succede? Il bambino pur di essere amato, soffoca di continuo il suo punto di vista e rimuove tristezza e collera, onde non dare preoccupazione ai genitori. Attiva una serie di strategie della prestazione e dell'adattamento che riduce la sua vita a "sopravvivenza" Nel battesimo Dio ti dice: tu sei il mio figlio prediletto: ti voglio bene non perché tu fai qualcosa ma perché sei come sei e così sei il benvenuto, accettato e amato. Parliamo di seconda nascita:che senso ha? Noi non siamo solo la nostra identità biologica; l'acqua del battesimo resa feconda dallo Spirito Santo rinnova e sostiene la vita spirituale. L'olio. Nel battesimo, il battezzato viene unto due volte: la prima volta con l'olio dei catecumeni e, successivamente, con il crisma. L'olio dei catecumeni è l'olio di guarigione: esprime il fatto che la forza sanante che proviene da Gesù è più forte delle ferite che il bambino subirà nel corso della vita. Nessuno di noi può sottrarsi alle ferite che la vita ci riserva. L'olio ha sempre il significato di tenerezza, di amore, di attenzione e di carezza amorevole. Non veniamo lasciati soli con le nostre ferite. L'unzione con l'olio dei catecumeni dice che Cristo oggi desidera guarire attraverso di noi! Anche noi siamo resi capaci e invitati ad usare l'olio della tenerezza, della consolazione, con questo bambino e non solo! 48 - L’ALTA VALLE BREMBANA IL CRISMA Nell'antichità i re e i profeti venivano unti per dire che avevano ricevuto da Dio una nuova autorità. Il crisma è un olio profumato, perché la nostra vita emani un profumo personale e vivificante, non l'odore della morte. Persone regali: che quindi esercitano sovranità su se stesse, che non vengono dominate da niente e da nessuno, che vivono in prima persona e non si lasciano vivere, che assumono le proprie responsabilità. Profeti: profeta è colui che parla apertamente e in modo vincolante. Colui che, con la propria vita, ha da dire qualcosa che può essere detto, in questo modo, solo attraverso di lui. Capace quindi di esprimere la sua unicità, non essere “fotocopia”! Sacerdote: che vede Dio nel mondo e che porta il mondo a Dio; intermediario tra Dio e gli uomini. Colui che ha accesso a Dio e con la sua persona lascia trasparire la sua luce perché essa risplenda in ogni creatura umana. IL CERO BATTESIMALE Ogni persona è una speranza per questo mondo. Una luce appunto! Il battesimo illumina i nostri occhi affinché possiamo riconoscere la luce di Dio in noi e così illuminare lo sguardo delle persone che ci circondano e riscaldare un po' i loro cuori infreddoliti. Attenzione!! il battesimo non mostra esclusivamente quello che la persona umana è, ma opera anche una trasformazione. La grazia di Dio è all'opera! Non facciamo una specie di recita, né compiamo pratiche magiche, ma piuttosto mostriamo quello che Dio stesso opera in questa persona, in questo bambino. E' Gesù stesso che tocca il bambino e opera in lui. Viene inserito anche in una comunità più ampia della propria famiglia: la Chiesa e ciò coinvolge tutti noi battezzati perché la grazia di Dio ha bisogno di noi. Non dimentichiamo che qualcosa succede nella comunità stessa coinvolta dal mistero di quel bambino e dal mistero della salvezza e della liberazione donate per mezzo di Gesù Cristo. Spunti di riflessione sul battesimo tratti da “il battesimo” Celebrazione della vita, Anselm Grün, Queriniana articolo di don Luca Nessi a settima campana di cui abbiamo parlato nel numero precedente del bollettino è già stata sostituita e con essa una serie di accessori allegati. Il lavoro è stato effettuato dalla ditta Rubagotti Carlo srl di Chiari per un importo totale di euro 6.107,11. Nelle foto due fasi dell'intervento. L DEFUNTI Guerino Cattaneo “Nole”, 66 anni, nato a Valleve, ora vi riposa nella speranza in Cristo. I funerali sono stati celebrati presso la chiesa dei Santi Pietro e Paolo il giorno di mercoledì 27 marzo 2013. Segnato dalla malattia, ha saputo ritrovare la voglia di vivere, circondato dalle montagne di S. Simone. I suoi cari lo ricordano per la sua presenza discreta e silenziosa. Sabato 16 marzo la nostra sorella Parmigiani Marisa è tornata a Carona dove è venuta al mondo 82 anni fa e dove ora riposa nella pace di Cristo in attesa della resurrezione promessa. Padre misericordioso, concedi la dimora della luce e della pace e rendili partecipi della gioia dei tuoi Santi. Per Cristo nostro Signore. L’ALTA VALLE BREMBANA - 49 C A R O N A / F O P P O L O / VA L L E V E LA CAMPANA DI CARONA, DETTO E FATTO L’ARTE IN ALTA VALLE BREMBANA L’ARTE IN ALTA VALLE BREMBANA IL CULTO DI S. CATERINA D’ALESSANDRIA ssai antico e diffuso nelle nostre comunità religiose dell’Alta Valle, è stato il culto di S. Caterina d’Alessandria, ricordata e venerata con affreschi e quadri e con la dedica di cappelle, nelle nostre chiese. La storia di S. Caterina ci è stata tramandata nelle Passio o Conversio (racconti della vita dei martiri) dei sec. VI e VII, nella Leggenda Aurea del X sec., mentre il culto in occidente ci è stato portato nel XII sec. soprattutto dalle Crociate che hanno ricollegato l’antico oriente, culla del Cristianesimo, con l’occidente centro della nuova Chiesa. A ISOLA DI FONDRA Fondra Chiesa di S. Lorenzo “Ancona centrale a due ordini in legno intagliato e dorato, con sei statue. Anno 1545”. PIAZZA BREMBANA Chiesa di s. Martino Olio su tela “S. Caterina d’Alessandria intercede per le anime del Purgatorio. Autore Lazzarini. Caterina (287-305 d.C.), nome che etimologicamente dal greco vuol dire donna pura, era una bella diciottenne cristiana, abitante ad Alessandria d’Egitto e figlia di re o nobili, quando nel 305 venne nominato governatore ad Alessandria Massimino Daia, uno dei quadrunviri dell’impero romano. Grandi furono le feste ed i sacrifici, anche umani, per il suo arrivo ad Alessandria. Caterina, da cristiana, si rifiutò di sacrificare al re e agli dei e lo affermò davanti a Massimino, che colpito dalla sua bellezza, le propose il matrimonio. Al suo rifiuto, Caterina venne torturata e condannata ad essere straziata nel corpo da una ruota dentata, che però miracolosamente si spezzò. La santa allora fu decapitata. Era l’autunno del 305. La leggenda dice che il suo corpo fu miracolosamente portato dagli angeli da Alessandria sul monte Sinai, dove ancor oggi l’altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin, sotto la quale venne poi costruito un grande monastero, dove il corpo della santa, che emanava olio e latte miracolosi, ancor oggi è venerato. La santa era invocata come protettrice dei filosofi e degli studenti (ricordando la sua dotta diatriba dottrinale con i saggi di Massimino), dei mugnai, (riferendosi alla ruota spezzata del suo martirio) e delle apprendiste sarte che dal suo nome saranno poi chiamate “caterinette”. Santa Caterina era L’ALTA VALLE BREMBANA - 53 L’ARTE IN ALTA VALLE BREMBANA soprattutto invocata per il suo grande potere di intercessione presso Dio per le anime purganti e per questo è stata la santa protettrice delle Confraternite dei Morti e fin dal 1063 venne fondato l’Ordine di S. Caterina. Il culto della santa ebbe grande diffusione soprattutto in Francia, dove la Santa fu una delle voci ispiratrici di S. Giovanna d’Arco. E’iconograficamente raffigurata con l’anello al dito, segno d’unione con Dio, con la palma del martirio e con ai piedi o accanto la ruota dentata, strumento del suo martirio. In Alta Valle, fin dai tempi antichi, troviamo che a S. Caterina d’Alessandria era dedicata una cappella con altare nella parrocchiale di S. Margherita di Cusio, come ci viene documentato nei verbali della visita pastorale di S. Carlo nel 1566. Anche nella chiesa madre di S. Martino in PiazzaLenna alla Santa era dedicata l’importante cappella in lato epistola dell’altare maggiore, decorata prima con icona e statua lignea e ai primi del ‘700 con grande telere del pittore veneziano Gregorio Lazzarini. Immagini della Santa sono presenti in quasi tutte le antiche chiese ed oratori della valle. Nella chiesa madre di S. Brigida, oggi santuario dell’Addolorata, fra gli affreschi sotto il portico, alla porta degli uomini, vediamo la bella immagiVALTORTA ne di S. Caterina, che si erge orgogliosa, con la Polittico palma del martirio, sulla ruota dentata sotto i “Madonna con Bambino e Santi” (1520-1530) suoi piedi, raffigurata accanto a S. Margherita, S. Paolo e S. Giovanni Battista. Sempre a S. Brigida nell’oratorio di S. Rocco, al Caprile Alto, nel grande polittico affrescato della parete di fondo, viene raffigurata S. Caterina, nel riquadro in alto a destra, accanto alla figura del Cristo morto sull’avello e a quella di S. Brigida. Nella parrocchiale di S. Maria Assunta di Valtorta sul presbiterio a sinistra in alto, sopra il banco degli arredi, si può ammirare uno stupendo polittico del primo ‘500, proveniente dall’Oratorio di S. Antonio alla Torre. In questo polittico di stile fortemente lombardo per l’aderenza alla realtà nelle figure, nel riquadro in alto a destra, accanto al Cristo morto sorretto dalla Vergine tra gli angeli e a S. Ambrogio, ecco S. Caterina quasi in adorazione del Cristo. La Santa, adornata con diadema regale e con accanto in basso la ruota del martirio, si distingue ed si affaccia quasi dal soppalco con la sua palma del martirio ben pronunciata sopra i contorni. Anche nella parrocchiale di S. Lorenzo in Fondra troviamo l’immagine di S. Caterina. Qui il presbiterio è dominato al centro del coro da una grande ancona lignea a due ordini sovrapposti, di legno intagliato, dorato e colorato con sei statue a rilievi policromi. Datata 1545 questa è una felice opera di artisti forse della valle. Nei tre riquadri in alto, sotto il Cristo morto sull’avello, ecco la statua della Vergine tra S. Margherita a sinistra e S. Caterina a destra. La nostra santa , quasi in posa di presentazione, regge assorta la palma del martirio, mentre con la sinistra si appoggia alla ruota dentata. Nella parrocchiale di S. Giacomo in Averara, l’altare della Madonna si distingue per la bella pala della Madonna in trono con il Bambino e le sante vergini Caterina, Lucia, Apollonia e Cristina. Un cartellino ai piedi di S. Caterina reca la scritta Joa Baptista Guarinoni de Averaria pingebat 1576. L’opera è l’unica documentata in valle del grande pittore Gian Battista Guarinoni (1548-1579ca.), discepolo dello zio Cristoforo Baschenis il Vecchio e maestro del grande Gian Paolo Cavagna de Petiis, di famiglia sempre originaria della Valle Averara. In questa pala d’altare, S. Caterina è rappre- 54 - L’ALTA VALLE BREMBANA L’ARTE IN ALTA VALLE BREMBANA AVERARA Chiesa di S. Giacomo “Madonna con Bambino e Santi” Tela ad olio, Gian Battista Guerinoni d’Averara. Anno 1576. sentata come una moderna e nobile signora del tempo, vestita d’ampi e ricchi panneggi lucidi e signorili, che ci guarda come da una posa ben studiata. Regge con noncuranza la palma del martirio, mentre il piede sinistro rialzato poggia sulla ruota uncinata e spezzata. L’opera nell’impostazione scenografica tra le colonne e il drappo di fondo come una quinta teatrale, richiama le grandi tele in Bergamo del Lotto, così come la squillantezza dei colori. Il verismo delle figure, piccole e tondeggianti proprio come quelle della valle e che ci richiamano quasi quelle del serinese Palma il Vecchio, sono il segno di un manierismo proprio del tempo e di cui il Guerinoni fu capace e riconosciuto interprete. La S. Caterina e le altre si sono fatte compagne delle compaesane e del popolo orante la Vergine. Da ultimo, monumentale è il grande telere di S. Caterina, posto alla parete in centro la navata della chiesa di S. Martino, un tempo collocato nella cappella accanto l’altare maggiore dedicata appunto alla Santa e di pertinenza della Confraternita dei Morti. L’opera è riferita al grande pittore veneto Gregorio Lazzarini (Venezia 1655-Villabona Veronese 1730) ed è databile al 1706. Gregorio Lazzarini fu uno dei massimi pittori manieristi veneti. Non abbandonò mai Venezia, tranne gli ultimi anni di vita, protetto e richiesto dalle famiglie più nobili. La sua opera più conosciuta è la decorazione dell’arco Morosini nella sala dello scrutinio al Palazzo Ducale. Alla sua scuola si formò il grandissimo pittore Gian Battista Tiepolo. La sua opera è qui giunta grazie alla liberalità dei nostri emigranti che si ricordavano della loro chiesa e desideravano essere per sempre ricordati. Nella scena del quadro, S. Caterina, rappresentata allo stile del Veronese come la Regina Venezia, è inginocchiata su una nube davanti a Gesù risorto, mentre implora perdono per le anime del purgatorio, in un angolo in basso imploranti a braccia protese tra le fiamme. Ai piedi della santa, sempre incoronata come la figlia del re, la palma del martirio, mentre al fianco sullo sfondo in penombra un angioletto regge la ruota dentata. La scena è rappresentata in diagonale con quella felice intuizione e scuola propria del Tiziano. Vivi e brillanti sono i colori, come marcati ad effetto i chiaroscuri e realistiche le figure delle anime purganti. L’opera ci richiama proprio il culto che si aveva per S. Caterina, quale grande intermediaria con Gesù per la liberazione delle anime purganti. Questi alcuni momenti dell’arte nelle nostre chiese, riferita al culto di S. Caterina. Mino Calvi S. BRIGIDA Chisa di S. Rocco a Caprile Alto “Madonna con Santi”, affresco scoperto, Secolo 1400 L’ALTA VALLE BREMBANA - 55