Presentazione
Nell’ambito delle attività volte al rafforzamento e all’estensione del processo di Agenda 21 Locale
intrapreso dalla Provincia di Bergamo a partire dal 2001, è stato messo a punto il progetto
denominato “I sentieri dell’acqua”.
L’idea, nata anche sulla spinta dell’interesse manifestato dal Forum della Valle Brembana per il
tema della gestione delle acque, si è concretizzata attraverso il concorso di risorse dell’Unione
Europea attraverso un co-finanziamento nell’ambito del DocUp, Ob2 della Regione Lombardia e
ha potuto contare sulla collaborazione della Comunità Montana Valle Brembana e la
partecipazione dei Comuni vallivi, del Parco delle Orobie Bergamasche, del Consorzio Turistico
Valle Brembana e del Centro Storico Culturale Valle Brembana e di numerosi attori locali che
hanno attivamente partecipato ai lavori.
Al centro del progetto è stato posto il riconoscimento dell’acqua come una risorsa preziosa,
irrinunciabile, elemento che “segna” in modo indelebile i luoghi, la loro storia, le genti; un bene a
cui si deve attenzione, attraverso la conoscenza, la salvaguardia, la valorizzazione, a volte la
riscoperta.
Nello specifico il progetto si è sostanziato in una serie di azioni, aventi come fine ultimo la
valorizzazione e la riscoperta del patrimonio idrico della Valle Brembana, per favorirne una
fruizione sociale e turistica che ne apprezzi al contempo la vegetazione idrofila, le memorie
storiche e i manufatti, antichi e moderni, che testimoniano l’importanza del Brembo per la valle.
Numerose le iniziative che hanno coinvolto i diversi soggetti della valle: i percorsi didattici, che
hanno visto docenti e alunni impegnati in lezioni in aula, in uscite sui corsi d’acqua e in attività
laboratoriali; il seminario formativo per operatori turistici; il Forum idrobotanica che, composto
dai differenti attori e portatori di interesse locali, si è più volte riunito a Piazza Brembana per
dare sostegno operativo alle diverse azioni del progetto e condividerne contenuti e risultati; i
Forum “itineranti”, ovvero sopralluoghi in valle da parte dei tecnici incaricati al fianco di
Sindaci, Assessori ed esperti locali, che hanno consentito di arrivare alla definizione partecipata
dei 10 sentieri dell’acqua illustrati nella presente guida.
È con vivo piacere che presentiamo questa guida, una tra le diverse iniziative di comunicazione
realizzate nell’ambito del progetto, tese alla promozione e fruizione informata degli itinerari
proposti, consapevoli che ciò può rappresentare un fattore di riappropriazione e di presidio da
parte della collettività di luoghi e risorse importanti.
Un sentito ringraziamento va a quanti, numerosi, hanno collaborato con disponibilità e
professionalità a questo progetto, in particolare ad Ambiente Italia e all’Orto Botanico di Bergamo
per il supporto tecnico - scientifico, alla Comunità Montana Valle Brembana e alle Guarde
Ecologiche, a tutti i rappresentanti degli altri Enti locali coinvolti nell’iniziativa che con la loro
partecipazione hanno consentito di arricchire il percorso di studio e approfondimento del lavoro,
ai tecnici dei vari Settori provinciali che hanno offerto la loro fattiva collaborazione e a quanti
con passione e rispetto si avvicineranno a questi luoghi.
L’Assessore all’Ambiente
della Provincia di Bergamo
Alessandra Salvi
10 sentieri dell’acqua
in valle Brembana
Premessa
I 10 itinerari qui proposti corrono tutti lungo
il reticolo idrico del Brembo, presentano
elementi rilevanti di tipo naturalistico e
storico - idrologico - antropologico ed hanno
inoltre lunghezza, difficoltà e percorrenza a
piedi o in bicicletta variabili. Vista la
ricchezza d’acqua della valle, altri itinerari
potrebbero essere aggiunti a quelli
individuati. Il suggerimento è cominciare a
fruire di questi 10 sentieri per scoprire o
riscoprire segreti e bellezze della Valle
Brembana e, percorrendo questi sentieri,
venirne a conoscenza di altri, per ritornare in
questa valle sempre con nuovo entusiasmo.
rovine lungo tutto il suo corso (l’ultima
disastrosa alluvione è quella del 1987).
Del resto, una leggenda vuole che il
nome “Brembo” derivi da quello di
Brenno, re dei Galli, che, perduto il
duello con il console romano Torquato,
per il disonore di essere ancora vivo
nonostante la sconfitta, si suicidò
gettandosi nel fiume.
Orrido di Bracca
La Valle Brembana e le sue acque
Chiusa a settentrione dai contrafforti delle Alpi Orobie, la Valle Brembana si estende
per oltre 60 chilometri dalle sorgenti del Fiume Brembo, collocate alle falde del Pizzo
del Diavolo (m 2914 s.l.m.), fino allo sbocco nella pianura nei pressi di Villa d’Almè
(m 300 s.l.m.). Procedendo verso valle, il fiume si arricchisce dei preziosi contributi
degli affluenti che scendono dalle valli laterali: la Valle dell’Olmo, con il Torrente
Stabina ed il Brembo di Mezzoldo, la
Val Taleggio, con i Torrenti Enna ed
Asinina, infine le Valli Brembilla,
Serina, Parina e Valsecca solcate dagli
omonimi torrenti. La fitta e complessa
rete di fiumi e torrenti ha modellato
gli ambienti della valle e influenzato la
presenza dell’uomo stesso,
consentendone o impedendone la vita
e le attività. Le confluenze dei fiumi si
sono rivelate i luoghi ideali per la
nascita di nuclei abitati come per il
paese di Branzi (la cui etimologia
Orrido di Fondra
risale al latino branchium, rami) che
pare aver preso il suo nome proprio
dall’incontrarsi dei rami del Brembo di
Carona e di Foppolo-Valleve.
“La terra che il Serio bagna e il
Brembo inonda’’: così Torquato
Tasso intorno al 1570 in un sonetto
descriveva la terra di Bergamo. La
fama del Brembo è in effetti legata
nella storia al suo carattere
impetuoso, ai suoi “scoppi d’ira”
improvvisi, alla sua furia devastatrice
che periodicamente seminava lutti e
Torrente Asinina
Interno della segheria
di Valtorta
Ma il Brembo, naturalmente, non è stato
solo questo. La ricca e diffusa presenza
di corsi d’acqua, che caratterizza l’intera
Valle Brembana, è stata in ogni tempo
un’importante risorsa per i suoi abitanti,
che hanno sempre avuto un rapporto
privilegiato con il “proprio” Brembo: le
sue acque, nonostante il loro corso talvolta irregolare e turbolento, offrivano infatti la
forza motrice necessaria per alimentare i magli delle fucine, le segherie e i
mulini. Si sono così diffuse, grazie anche alla ricchezza mineraria del sottosuolo,
numerose attività legate all’arte della “ferrarezza”, di cui i brembani erano apprezzati
esperti in tutta Europa e i cui ricordi si
incontrano oggi anche nei nomi di alcune
località (basti pensare ad esempio a
Fondra, che deriva proprio dall’attività della
fonderia).
Porticato via Priula
La morfologia della valle, già molto stretta
e che si restringe ulteriormente all’altezza
di Sedrina, ha costituito nel passato un
ostacolo per i traffici e i commerci: per
raggiungere la Valtellina occorreva infatti
passare dalla Val Seriana, scendendo poi in
Val Serina (era questo l’itinerario dell’antica
via Mercatorum). La tenacia e l’ingegno
delle genti brembane riuscì però a superare
anche questa difficoltà, creando un insieme
di arcate che, sfidando le leggi di gravità,
consentivano alla via Priula di mantenersi
sul fondovalle e di procedere più
velocemente verso il Cantone dei Grigioni.
Per il trasporto verso la pianura del
prezioso legname si preferiva invece
usufruire dell’”autostrada” naturale offerta
dal Brembo: seguendo una precisa tecnica,
squadre di “borellai” raccoglievano
dapprima i tronchi, le “bore”, in punti
Ponte delle Capre
precisi del fiume e poi, sfruttando i
momenti di massima portata, li
convogliavano per fluitazione fino al fondovalle, ad Almenno e a Ponte San Pietro.
Questa tecnica è rimasta in uso fino alla fine dell’800. Poi la creazione di numerose
centrali idroelettriche lungo l’asta del Brembo ha interrotto questa naturale via di
trasporto. In compenso queste centrali, grazie anche alla realizzazione di numerosi
invasi in alta valle, potevano
disporre di un’enorme quantità
d’acqua per la produzione di
energia idroelettrica, sfruttata
poi dalle nascenti industrie della
valle e della pianura.
Cascata sull’Enna
Buchi di Parata a
Ponte Chiarello
A causa delle numerose
derivazioni, oggi il Brembo non è
più quel fiume maestoso che
possiamo ammirare nelle vecchie
cartoline, ma offre ancora molti
scorci suggestivi: le sue cascate
spumeggianti, i laghetti
trasparenti, le sue bizze e i suoi
brontolii nel letto di pietra, le
rapide dove scivolano sinuose le canoe, i suoi rari ma deliziosi riposi nelle anse,
i suoi orridi mozzafiato. E ancora quei “pesci delicatissimi” di cui parlava uno
storico del ‘600: i laghetti alpini, il corso principale del Brembo e i suoi affluenti
sono infatti il paradiso di centinaia di pescatori che in essi possono trovare trote
fario ed iridee, sanguinerole ma anche trote marmorate, temoli, salmerini e
gamberi.
La concomitanza di particolari
fattori climatici e geologici ha poi
determinato per la Valle
Brembana, come per il resto
dell’area orobica meridionale, la
creazione di una vera e propria
isola d’interessi botanici con
vegetazione spontanea del tutto
particolare per alcune specie di
fiori che, presenti solo in questa
zona, sono rari e pregevoli
endemismi.
Al tempo stesso, boschi, praterie
e aree umide meritano lo
sguardo attento del visitatore.
Orto Botanico di Carona
Lungo i “Sentieri dell’acqua”
potrai scoprire, camminando o pedalando, questa valle suggestiva: ciascuno dei
10 sentieri ti offrirà la possibilità di incontrare e conoscere interessanti elementi
storici, culturali, naturali ed anche gastronomici che costituiscono un patrimonio
vivo, alimentato e sapientemente custodito dagli abitanti della valle.
Cà San Marco
Poiàt
La danza macabra
a Cassiglio
Guida alla lettura
La presente pubblicazione è composta da 12 opuscoli tascabili, di cui il presente a carattere
generale, un “Vademecum del buon turista”, teso a fornire alcuni semplici suggerimenti e
indicazioni pratiche per una fruizione sostenibile e responsabile dei sentieri e più in generale
dell’intera valle e 10 opuscoli relativi ai 10 itinerari individuati.
Ciascun opuscolo contiene la carta del sentiero, con indicati i principali punti di interesse
dislocati sul percorso.
Per ogni sentiero sono inoltre riportate alcune sintetiche informazioni che riguardano:
•le località di partenza e di arrivo, corredati da informazioni sulle rispettive quote altimetriche;
•i tempi di percorrenza, che sono da intendersi relativi alla sola andata effettuata ad un’andatura media, senza soste (ovviamente nel computo totale della fruizione del sentiero andrà
sommato al tempo segnalato per l’andata, indicativamente altrettanto per il ritorno, con l’aggiunta dei tempi di ristoro e relax, di visita degli elementi notevoli che si incontrano lungo i
sentieri, etc.);
•la percorribilità, se a piedi o in bicicletta, con anche indicazioni sulla tipologia di strada su
cui si sviluppa il tracciato (sentiero, sterrato…);
•la difficoltà, intesa in relazione all’impegno fisico necessario per affrontare il tragitto ed
alla presenza di eventuali passaggi o tratti che richiedono attenzione ed esperienza;
•la presenza di acqua da bere sul percorso, riferita al periodo primaverile - estivo (ma non
garantita nelle altre stagioni dell’anno, per ovvi motivi di gelo);
•la stagione consigliata, in cui si evidenziano i mesi nei quali è raccomandata la percorrenza del sentiero.
A queste informazioni sintetiche segue una descrizione dettagliata dell’itinerario (paragrafo
“Il percorso”), che contiene alcune informazioni di base per seguire correttamente il sentiero
ed altre relative ai principali punti di interesse che si incontrano.
I box, contraddistinti da colori diversi a seconda della tipologia di informazioni contenute,
approfondiscono invece diversi temi specifici, significativi da un punto di vista storico - culturale, idraulico, naturalistico e botanico - vegetazionale.
Ogni opuscolo è anche corredato di alcune foto che ritraggono scorci ed elementi rappresentativi del sentiero.
Da ultimo in ogni opuscolo si trovano informazioni sui punti di interesse che si possono visitare nelle vicinanze del sentiero e sui possibili proseguimenti, per chi fosse interessato.
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10 sentieri dell`acqua in valle Brembana