L’etica di Aristotele Scritti delle scienze pratiche Le azioni umane oggetto delle scienze pratiche L’oggetto delle scienze della praxis Le S.P. hanno per oggetto realtà che possono essere diverse da da come sono Tutto ciò che ha a che fare con l’ambito soggetto alla scelta e alla decisione Dunque: l’uomo e i suoi comportamenti Una regolarità relativa ... La trattazione delle azioni umane non potrà mai pretendere l’esattezza delle scienze teoretiche (che si rivolgono alle realtà necessarie) Tuttavia nell’ambito delle azioni umane sono presenti regolarità e tendenze che un’indagine scientifica (fondata sull’osservazione empirica delle azioni e delle motivazioni degli uomini, può determinare con una certa precisione Opere Etica eudemia Etica nicomachea Cosa studia? L’E. studia le azioni degli uomini: Le azioni volontarie e, perciò, responsabili Le azioni che comportano una scelta e una deliberazione Il fine dell’agire umano L’agire umano si pone sempre come fine il raggiungimento di un bene (reale o che tale appare) – Molti sono i beni, perché molti sono i fini che gli uomini perseguono – Ci saranno beni che venogono ricercati per se stessi – In qualche caso, i beni sono mezzi ricercati in vista di altri beni (è questo il caso della ricchezza) Il bene supremo: la felicità Deve però esistere un bene supremo che Aristotele identifica con la felicità (έυδαμονία) Felicità = vivere bene e avere successo Stili di vita e concezioni della felicità Il disaccordo fra gli uomini su che cosa sia la felicità: piacere, onori e il prestigio o nella contemplazione della verità, nella sapienza) esprime differenti modi intendere la vita Quella edonistica volta alla ricerca dei piaceri Quella politica, volta all’acquisizione di onori e prestigio sociale Quella teoretica o contemplativa rivolta alla conoscenza Quale stile di vita è il migliore per Aristotele? La felicità secondo Aristotele Aristotele definisce la felicità come “attività dell’anima secondo virtù” Qualcosa è felice quando realizza al meglio la propria natura La virtù (aretè) coincide con l’utilizzo pieno e perfetto di qualcosa Dunque, la felicità per l’uomo sarà lo sviluppo più completo delle capacità che gli sono proprie La classificazione delle VIRTÙ proposta da Aristotele si sviluppa a partire dalla sua concezione dell’anima L’ANIMA PUÒ ESSERE VEGETATIVA SENSITIVA RAZIONALE I diversi tipi di anima caratterizzano le specie viventi VEGETATIVA SENSITIVA Presiede alle funzioni Presiede alle riproduttive e funzioni sensibili nutritive Presente in tutti gli esseri Presente solo negli viventi: vegetali e animali animali RAZIONALE Presiede alle funzioni intellettuali Propria solo dell’uomo Felicità come vita contemplativa La felicità per l’uomo non potrà che corrispondere al pieno sviluppo della funzione più alta della sua anima: quella intellettiva La felicità per l’uomo consiste nell’esercizio della sua funzione più alta, che si esplica nella vita contemplativa o teoretica. L’anima e la classificazione delle virtù L’anima VEGETATIVA, non avendo alcun rapporto con la ragione, non è coinvolta nell’etica, che mette in gioco soltanto le due funzioni superiori dell’anima stessa Dall’anima SENSITIVA dipende la facoltà Dell’anima RAZIONALE sono desiderativa, ovvero la capacità di provare proprie delle virtù specifiche, desideri e passioni, che deve essere diretta quelle che Aristotele chiama dalla ragione; ad essa si riferiscono quelle che Aristotele chiama VIRTÙ DIANOETICHE VIRTÙ ETICHE (èthos=carattere) (Diànoia=pensiero razionale) Le virtù etiche Vengono definite da Aristotele come disposizioni o abiti virtuosi del carattere: permettono la vittoria della ragione sugli impulsi perseguono la giusta misura tra due eccessi (natura situazionale del giusto mezzo) si manifestano come “abitudini” e si sviluppano con l’esercizi fissano il fine dell’atto morale la principale virtù etica è la giustizia Le virtù etiche Contro la morale aristocratica tradizionale, secondo cui la virtù è innata, secondo Aristotele essa non è un semplice dono di natura, ma richiede un costante esercizio Importanza di modelli di virtù (del padre in particolare) Contro l’intellettualismo etico a lui precedente (ad esempio di Socrate e di Platone), per Aristotele la virtù non può derivare soltanto dalla conoscenza teoretica del bene, ma richiede l’intervento della volontà Le virtù dianoetiche Aristotele distingue due diverse facoltà proprie dell’anima razionale: La prima è detta FACOLTÀ CALCOLATIVA : più strettamente pratica; si occupa di ciò che è in nostro potere. Essa comprende: arte (τέχνη) = capacità di produrre un oggetto saggezza (φρόνησις) = capacità di agire secondo ragione; ha il compito di determinare i mezzi atti al conseguimento di fini già stabiliti (da chi? Dal padre, dalle leggi, dai cittadini insigni, dalla tradizione ...) Le virtu dianoetiche La seconda viene definita FACOLTÀ SCIENTIFICA: è unicamente teorica; studia ciò che non dipende da noi e che non può essere diverso da come è. Essa comprende: scienza (έπιστήμη)= capacità dimostrativa (apodittica) intelligenza (νούσ)= capacità di cogliere i principi primi delle scienze L’unione di scienza + intelligenza viene definita da Aristotele: SAPIENZA FINE L’etica di Aristotele