Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Gruppo di lavoro Coordinamento Arch. Guglielmo Bilanzone Arch. Maria Pietrobelli Elaborazioni e supporto tecnico Ing. Michele Munafò Dott. Alessandro Asprella Arch. Rosanna Valerio Arch. Andrea di Laurenzio Si ringraziano il Dott. Urb. Gabriele Bollini ed i suoi collaboratori per il prezioso contributo nella fornitura dei dati di base. Si ringrazia inoltre il WWF Italia per gli utili suggerimenti e la fornitura di studi e ricerche sul tema. (Ultimo aggiornamento, 30 gennaio 2002) Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale INDICE 1. PREMESSA ................................................................................................................ 5 2. L’IMPRONTA ECOLOGICA .................................................................................. 7 2.1 IL CONCETTO DI IMPRONTA ECOLOGICA ................................................................... 7 2.2 ALCUNI DATI DI RIFERIMENTO ............................................................................... 11 3. METODOLOGIA PER IL CALCOLO DELL’IMPRONTA ECOLOGICA DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA ....................................................................... 14 3.1 DATI DI BASE ......................................................................................................... 14 3.2 PROCEDURA DI CALCOLO ....................................................................................... 15 3.2.1 Generalità...................................................................................................... 15 3.2.2 Metodologia per la valutazione dei consumo di alimenti.............................. 18 3.2.3 Metodologia e dati per la valutazione del consumo di beni e di servizi ...... 21 3.2.4 Metodologia e dati per la valutazione dei consumi di suolo e di energia..... 21 3.2.5 Metodologia e dati per la valutazione dell’impronta dovuta ai trasporti..... 23 3.2.6 Metodologia e dati per la valutazione dell’impronta dovuta ai consumi idrici ed alla produzione di rifiuti. ................................................................................... 23 4. RISULTATI .............................................................................................................. 24 4.1 L’IMPRONTA ECOLOGICA ....................................................................................... 24 4.2 LA CAPACITÀ ED IL DEFICIT ECOLOGICO ................................................................ 28 5. BIBLIOGRAFIA ..................................................................................................... 38 Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 3 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 4 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale 1. PREMESSA Il presente documento descrive in forma sintetica gli esiti delle attività e svolte per eseguire una stima dell’impronta ecologica della Provincia di Bologna intesa come comunità di cittadini che risiedono nel territorio provinciale. Rimandano all’ampia bibliografa per i necessari approfondimenti ricordiamo che la “teoria” dell’impronta ecologica è stata messa a punto e sperimentata a partire dalla fine degli anni ’80 da un gruppo di ricercatori dell’Università canadese della British Columbia, Dipartimento di Pianificazione Regionale, guidati da Mathis Wackernagel e Wiliam Rees. L’impronta ecologica è un indicatore aggregato e sintetico relativo allo stato di pressione umana sui sistemi naturali concettualmente abbastanza semplice e ad elevato contenuto comunicativo in quanto rappresenta tale pressione mediante un parametro di facile comprensione qual è il “consumo” di terra. Per questa ragione sempre più spesso il calcolo di questo particolare indicatore è suggerito per azioni di “reporting” ambientale e per verificare l’efficacia dell’adozione di politiche e provvedimenti ambientale a livello nazionale e locale. Purtroppo a questa crescita di popolarità dell’impronta ecologica non sempre corrisponde un adeguato bagaglio di conoscenze e di dati tali da poter eseguire stime assolutamente certe, soprattutto quando l’oggetto della stima è la pressione esercitata da comunità sub-nazionali (regioni, comuni, province). Infatti, come meglio evidenziato in seguito, il dato di input principale è costituito dalla stima dei consumi dei cittadini in tutte le diverse forme (alimentari, energetiche, materiali ed immateriali). Si tratta di un dato che, a livello di comunità nazionali, è relativamente agevole ricavare dal saldo fra produzione, importazione ed esportazione, dal bilancio energetico nazionale e da altre statistiche generalmente ampiamente disponibili. A livello locale tali bilanci non sono generalmente disponibili per cui spesso bisogna ricorrere a deduzioni indirette. Fra l’altro anche sul piano metodologico l’impronta ecologia subisce continui aggiornamenti che rendono non del tutto agevole la confrontabilità dei dati. Tenendo conto di questo quadro, nell’analisi e nell’uso dei risultati si raccomanda una ragionevole cautela soprattutto nel confronto con esperienze simili. Infatti la confrontabilità è operabile solo a parità di tecnica di stima dei consumi ed a parità di fattori di base. Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 5 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Tale cautela non sminuisce comunque il ruolo del calcolo dell’impronta ecologica che comunque fornisce ordini di grandezza e linee tendenziali che generalmente sono rappresentative di una situazione ottimistica per via delle semplificazioni intrinseche nella traduzione operativa del concetto di impronta ecologica. Infatti bisogna ricordare che l’impronta ecologica non prende in considerazione tutta la gamma degli inquinamenti e dello stoccaggio di scorie, non considera gli impatti sui beni culturali e sul paesaggio ed altri elementi che degradano le risorse naturali e la qualità della vita. Tenendo conto di ciò sicuramente il lavoro che è stato eseguito potrà concretamente partecipare ai processi messi in atto dall’Amministrazione Provinciale per il raggiungimento degli obiettivi di una sempre maggiore considerazione dell’ambiente e dei temi della sostenibilità nelle scelte di governo del territorio e delle dinamiche socioeconomiche. In particolare divulgando i risultati del presente lavoro, visti gli esiti, si potrà illustrare ai cittadini della Provincia di Bologna come, a fronte di grandi successi in termini di reddito e conseguenti stili di vita, esista un prezzo ambientale molto più elevato del “capitale naturale” teoricamente disponibile sul territorio di appartenenza. Inoltre, guardando nel dettaglio i risultati, si potranno individuare quei settori (quali la politica edilizia e dei trasporti) dove poter operare oltre che attraverso più consapevoli comportamenti personali anche mediante specifiche azioni di governo. Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 6 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale 2. L’IMPRONTA ECOLOGICA 2.1 Il concetto di impronta ecologica Fra i diversi problemi che accompagnano l’applicazione dei principi dello sviluppo sostenibile quello della sua misurazione rappresenta un nodo cruciale. In realtà - anche prescindendo dal relativamente recente concetto sociale, politico ed economico dello sviluppo sostenibile - da quando si è preso atto dell’importanza di controllare l’impatto delle azioni umane sulla natura, molti sforzi sono stati rivolti alla costruzione di procedure e modelli in grado di fornire dati quantitativi sul livello di degradazione indotto dalla trasformazione del territorio e dal consumo di risorse. Tali sforzi hanno, nel passato, prodotto procedure, metodologie e norme che con grande difficoltà riuscivano a superare la logica dello “studio di impatto ambientale” che ben si attaglia alla verifica anche molto dettagliata ma solo di effetti locali e non globali. Con l’affermarsi dei concetti di sostenibilità l’esigenza di misurazioni più ampie è diventata irrinunciabile. Ricordiamo al proposito che in occasione della conferenza di Rio venne autorevolmente affermata la necessità di “sviluppare indicatori di sviluppo sostenibile per fornire solide basi ai processi decisionali a tutti i livelli per contribuire a promuovere capacità di autoregolazione in senso sostenibile dei sistemi economici e ambientali”1 Da allora sul tema degli indicatori della sostenibilità si è sviluppato un ampio dibattito ed un’ampia sperimentazione che sino ad oggi non ha prodotto standard di riferimento, definizioni e modalità di impiego comuni. Una distinzione certa fra i diversi sistemi di misurazione della sostenibilità è quella basata sul livello di “concentrazione” dell’informazione ovvero sulla natura aggregata o meno dell’indicatore. Fra questi rientra a pieno titolo fra gli indicatori aggregati l’Ecological Footprint che misura in forma quantitativa univoca ed omnicomprensiva l’impatto dell’uomo sulla terra. Da un punto di vista teorico-concettuale non vi è nessuna difficoltà a definire l’impatto dell’uomo sulla natura. Una formulazione classica è data dalla seguente equazione2: I=PxAxT 1 Agenda 21, Rio de Janeiro, 1992 Cfr. M. Wackernagel e William E . Rees, «L’impronta ecologica», Edizioni Ambiente, Milano, 1996, pp. IV-V (introduzione del curatore). 2 Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 7 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale ove: I = impatto della specie umana sulla biosfera; P = popolazione presente sul pianeta; A = uso delle merci (intese in senso lato); T = tecnologia, cioè una misura della qualità tecnica delle merci prodotte (esprimibile, ad esempio, in quantità di agenti inquinanti correlati alla produzione e al consumo di una certa quantità di beni materiali). Ovviamente il passaggio dalla formulazione teorica all’applicazione concreta implica difficoltà notevolissime che la teoria dell’impronta ecologica tende a risolvere. Un esempio tipico per spiegare la teoria dell’Impronta è quello di una città (o di una regione metropolitana) racchiusa in una cupola di vetro, che lasci entrare la luce ma che impedisca alle cose materiali di qualunque genere di entrare od uscire. La salute e l’integrità dell’intero sistema umano contenuto all’interno di questa cupola dipende interamente da ciò che vi è rimasto intrappolato all’inizio dell’esperimento. In queste condizioni, la popolazione e la vita economica contenute nella cupola, tagliate fuori dalle risorse vitali e dagli essenziali sistemi di assorbimento dei rifiuti, potrebbero solo morire di fame e soffocare. Il passo successivo prevede una nuova ipotesi: supponiamo che la città sperimentale sia circondata da un paesaggio diversificato, nel quale tutti i tipi di territorio ecologicamente produttivi (terre coltivate, pascoli, foreste e bacini idrici) siano rappresentati in proporzione alla loro attuale presenza sulla terra, e che la città abbia a disposizione una quantità di energia da combustibili fossili adeguata a sostenere gli attuali livelli di consumo e le sue tecnologie prevalenti. Supponiamo inoltre che la copertura di vetro sia elasticamente espandibile. A questo punto, la domanda è: quanto deve diventare grande la cupola perché la città possa sostenersi indefinitamente soltanto grazie agli ecosistemi terrestri e acquatici e alle risorse energetiche contenute all’interno della cupola stessa? In altre parole, qual è la superficie totale di ecosistemi terrestri necessaria per sostenere continuativamente tutte le attività sociali ed economiche della popolazione di quella città? Si deve tenere presente che va considerata anche la superficie di territorio necessaria per produrre risorse, ma anche per assimilare i rifiuti e per garantire varie funzioni non visibili, ma essenziali per la sopravvivenza. Per definizione, la superficie totale di ecosistema indispensabile all’esistenza continuativa della città costituisce, di fatto, la sua Impronta Ecologica sulla Terra. L’Impronta Ecologica di una città sarà proporzionale sia alla sua popolazione che ai consumi materiali pro capite. Per le moderne città industriali la superficie coinvolta è enormemente più vasta dell’area fisicamente occupata dalla città e spesso del territorio amministrativo che le compete. Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 8 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale L’Impronta Ecologica comprende tutta la superficie di territorio necessaria per una certa popolazione, indipendentemente dal luogo del pianeta in cui quel territorio si trova: le città moderne sopravvivono grazie a beni e servizi ecologici ottenuti da tutto il resto del mondo, attraverso flussi naturali o tramite scambi commerciali. L’intuizione più importante dei ricercatori che hanno messo a punto il concetto di impronta ecologica risiede proprio nell’aver tradotto i complessi flussi di energia e di materia che caratterizzano la presenza e le attività umane sotto forma di domanda di superficie pro-capite di terra ecologicamente produttiva. Considerando che l’equazione precedentemente descritta può essere trasformata in: Impatto ambientale = Popolazione x Consumo pro capite x Impatto per unità di consumo possiamo rappresentare l’impatto per unità di consumo sotto forma di superficie di terra necessaria per produrre tale unità di consumo considerando tutti gli scambi di energia e di materia “incorporati” in tale produzione. Ciò significa associare ad ogni bene consumato (sia esso materiale che immateriale) quote di superfici di diverso tipo: Superficie di terra coltivata necessaria per produrre gli alimenti (superficie agricola); Area di pascolo necessaria a produrre i prodotti animali (superficie per pascolo); Superficie di foreste necessaria per produrre legname e carta (superficie forestale); Superficie di terra necessaria ad ospitare infrastrutture edilizie (superficie degradata, costruita o comunque non ecologicamente produttiva); Superficie di mare necessaria per produrre pesci e frutti di mare (superficie marina); Superficie forestale necessaria per assorbire la produzione di anidride carbonica risultante dal consumo energetico (superfici per produzione di energia). Ovviamente, a seconda del tipo di bene consumato, alcune tipologie di superfici non sono interessate. Ad esempio se vogliamo valutare l’impronta dovuta al consumo di carne entra in gioco principalmente la voce “superficie per pascoli” e, per alcuni tipi di carni, anche la voce “superficie agricola” per via della necessità di produrre mangimi o foraggio. Nel caso del “consumo” di abitazioni entra in gioco principalmente la voce “superfici degradate” ma anche quella relativa alle “superfici forestali” per via del consumo di legname da costruzione. Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 9 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Una voce presente per tutti i tipi di consumi è quella relativa alla “superficie per produzione di energia”. Si tratta di uno degli aspetti più interessanti dell’impronta ecologica in quanto, sebbene sia evidente che ogni consumo incorpori una quantità notevole di energia legata al ciclo di vita del prodotto (energia per la produzione, energia per il trasporto del bene, ecc.), la traduzione di questo dato energetico in un dato di superficie rappresenta una sostanziale novità negli approcci di stima dell’impatto ambientale. Le giustificazioni logiche per convertire l’uso dell’energia fossile commerciale sono diverse. In questa sede si ricorda soltanto che tali giustificazioni portano a far equivalere ad un ettaro di superficie un corrispettivo energetico che nella migliore delle ipotesi è di circa 100 Gj. Tenendo conto di quanto sin qui evidenziato il calcolo dell’impronta ecologica dovuto ai consumi di una determinata comunità3 comporta prima di tutto la stima della capacità di carico appropriata (ACC) da associare ad ogni tipo di consumo tenendo conto che per ogni tipo di consumo di materiale o energia è richiesta una certa quota di suolo in varie categorie ecosistemiche, per fornire i flussi di risorse legati al consumo e l’assorbimento dei rifiuti. Per determinare la superficie totale di terreno necessaria a sostenere una particolare caratteristica di consumo, dobbiamo capire le implicazioni di uso del suolo di ogni categoria significativa del consumo. Dato che non è possibile valutare le richieste di terreno per procurare, mantenere, e mettere a disposizione ogni singolo bene di consumo, si possono limitare i calcoli alle categorie principali: Cibo; Abitazioni; Trasporti; Beni di consumo; Risorse incorporate nei servizi ricevuti. Il termine “Risorse incorporate nei servizi ricevuti” indica la quantità di risorse necessaria per distribuire ed avere accesso ai servizi. Per esempio, generare un rendiconto bancario non richiede solo legno ed energia per produrre la carta per l’estratto conto, ma anche l’elettricità per azionare i computers, per mantenere e riscaldare l’edificio della banca, produrre documenti d’archivio interni, ecc. Come appare evidente si tratta di calcoli di una certa complessità che dovrebbero prevedere una attenta analisi del ciclo di vita del singolo prodotto o servizio in modo tale da identificare i diversi input di materia e di energia. 3 In realtà il calcolo può essere effettuato anche per fattori causali diversi, ad esempio si può calcolare l’impronta ecologica di un manufatto (un ponte, un edificio, ecc.). Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 10 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Fortunatamente vengono in aiuto ricerche e studi eseguiti in diverse sedi che ci permettono di associare direttamente alle unità di consumo il dato relativo dell’impronta ecologica nelle sue diverse articolazioni. Resta il problema di valutare la quantità di consumi pro-capite dei diversi beni. In questo caso la difficoltà è inversamente proporzionale alla dimensione della comunità che si sta analizzando. Infatti se lo scopo ultimo è quello di analizzare l’impronta di una nazione, è possibile stimare la maggior parte dei consumi applicando la seguente relazione: Consumo pro-capite = Produzione + Importazione – Esportazione Abitanti Ovviamente se l’entità è sub-nazionale non si hanno più a disposizione dati di questo tipo per cui bisogna ricorrere a statistiche più dirette sui consumi delle famiglie che spesso sono espresse in forme non direttamente utilizzabili (sotto forma di spesa economica). 2.2 Alcuni dati di riferimento Le elaborazioni più recenti sull’impronta ecologica delle nazioni sono contenute nel “Living Planet Report 2000”, un rapporto sullo stato dell’ambiente che viene pubblicato annualmente, dagli inizi degli anni ’70, dal WWF internazionale. Il rapporto descrive lo stato del pianeta utilizzando il Living Planet Index (LPI) che è un indice a sua volta derivato da tre indici: quello degli ecosistemi forestali, quello delle popolazioni delle specie di acqua dolce, quello delle popolazioni delle specie marine. Con l’ultima edizione del 2000 oltre all’LPI è stata calcolata l’impronta ecologica di tutte le nazioni della terra. Secondo “Living Planet Report 2000” l’impronta ecologica globale è aumentata dal 1960 al 1996 di circa il 50%, con un incremento del circa 1,5% annuo (Figura 1). La crescita dell’impronta ecologica globale della specie umana sui sistemi naturali nel periodo considerato, indica che, intorno alla metà degli anni Sessanta, l’umanità ha sorpassato il punto in cui viveva entro i limiti della capacità rigenerativa globale degli ambienti del pianeta. Nel 1996, l’anno più recente per il quale sono disponibili i dati per il calcolo dell’impronta ecologica, vi erano 12,6 miliardi di ettari di terra biologicamente produttiva che coprivano appena un quarto della superficie terrestre. Questi erano formati da 1,3 miliardi di terra coltivata, 4,6 miliardi di ettari di pascolo, 3,3 miliardi di Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 11 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale ettari di foreste, 3,2 miliardi di ettari di superficie marina disponibile per le attività di pesca e 0,2 miliardi di ettari di terreno edificato. Figura 1: L’Impronta Ecologica del mondo dal 1961 al 1997 (Living Planet Report, 2000) Questa disponibilità equivale a 2,2 ettari per ognuna delle 5,7 miliardi di persone che popolavano la terra nel 1996 (nel 1999 abbiamo superato i 6 miliardi di abitanti). Tuttavia, considerando che almeno il 10% dello spazio biologicamente produttivo totale dovrebbe essere lasciato indisturbato per il resto delle specie presenti sul pianeta, lo spazio procapite disponibile si riduce a 2,0 unità di superficie disponibili a persona. L’impronta ecologica media mondiale nel 1996 era di 2,85 unità di superficie a persona. Questo dato supera di circa il 30% l’attuale capacità ecologica disponibile per ogni individuo o anche di più, se parte dello spazio viene riservato alle altre specie. In altre parole, nel 1996, l’impronta ecologica dell’umanità era di circa il 30% superiore rispetto all’area disponibile. Questa eccedenza porta inevitabilmente ad un graduale esaurimento delle risorse naturali della terra. Nella Figura 2 viene riportato il valore dell’Impronta Ecologica nelle diverse aree del mondo. La larghezza delle colonne dell’istogramma è direttamente proporzionale alla popolazione, l’altezza rappresenta l’Impronta Ecologica procapite, mentre l’area è proporzionale all’Impronta totale. L’Italia presenta un’impronta ecologica pari a 5,51 unità di superficie a persona, con una popolazione al 1996, pari a 57.366.000 abitanti, a fronte di una sua capacità ecologica di 1,92 unità di superficie a persona. Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 12 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Figura 2: L’Impronta Ecologica nelle diverse aree del mondo nel 1996 (Living Planet Report, 2000) Questo significa che la capacità ecologica dell’Italia non è sufficiente a soddisfare l’attuale consumo di risorse dei suoi abitanti. Si registra, pertanto, in Italia, un deficit ecologico di 3,594 unità di superficie a persona (fornito dalla differenza tra la superficie biologicamente produttiva e l’impronta ecologica della popolazione). In pratica, per sostenere gli attuali livelli di consumo degli italiani, sarebbero necessarie altre due Italie. Dati simili si riscontrano per numerosi paesi industrializzati (gli Stati Uniti, ad esempio, hanno un’impronta ecologica di 12,22 unità di superficie a persona rispetto ad una capacità biologica di 5,57 unità di superficie procapite) mentre i paesi poveri, in particolare quelli dell’Africa subsahariana, presentano impronte ecologiche molto basse (ad esempio, l’Etiopia ha un’impronta ecologica di 0,85 unità di superficie procapite). 4 Il deficit ecologico aumenta a 4,34 unità di superficie se consideriamo la responsabilità per la preservazione della diversità biologica calcolando il deficit secondo la seguente formula: Deficit ecologico = Capacità ecologica – (Impronta ecologica / 88% ) (Wackernagel et al., 2000). Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 13 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale 3. METODOLOGIA PER IL CALCOLO DELL’IMPRONTA ECOLOGICA DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA 3.1 Dati di base Per la valutazione dell’impronta ecologica della Provincia di Bologna, ed in particolare del singolo cittadino residente, si è fatto riferimento ai dati più aggiornati possibile. Le principali fonti di dati utilizzate sono: - Ancitel su dati Istat, Livello e zona altimetrica, distanza dal capoluogo, superficie territoriale e densità demografica per comune, 1999. - ISTAT, Consumi delle famiglie (1999); - CORINE Land Cover (1994); - ISTAT, Indice generale nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo e al netto dei tabacchi dal 1997 al 2001; - ISTAT, Residenti e famiglie provincia di Bologna (2000); - Provincia di Bologna, Prezzi al consumo per l’intera collettività, 2001; - BolognaBolognaAncitel, Reddito disponibile delle famiglie per comune. Anni 19911995. - Provincia di Bologna, Superficie media per alloggio, 1995-2000. - Provincia di Bologna, consumi elettrici residenziali, consumi di gas naturale residenziale e consumi di combustibili liquidi residenziali, 1999. - Provincia di Bologna, Servizio acquedottistico a livello comunale e prelievi autonomi stimati per l’areale di interesse, 1996. - www.provincia.bologna.it - Provincia di Bologna, Osservatorio sui rifiuti, 2000 Per quanto riguarda i dati sull’energia incorporata nei diversi beni e in generale sui valori di impronta ecologica da associare ai diversi consumi sono stati ampiamente utilizzati dati pubblicati da M. Wackernagel e altri esperti. Oltre all’ampia bibliografia riportata sono stati utilizzati con particolare frequenza i dati contenuti nei seguenti testi o siti internet: Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 14 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale • Wackernagel M. e altri. How Big is Our Ecological Footprint? Task force on planning Healthy and sustainable communities, 1993. • Wackernagel, M. and William Rees. L'impronta Ecologica. Versione Italiana a cura del WWF del libro “Our Ecological Footprint”. Milano: Edizioni Ambiente, Milano, 1996. • Wackernagel, M. and William E. Rees, Our Ecological Footprint: Reducing Human Impact on the Earth. New Society Publishers, Gabriola Island. 1996. • WWF, WCMC-UNEP, Redefining Progress, Centre for Sustainability Studies, Living Planet Report 2000, WWF International, 2000. • http://come.to/ecofoot; • http://www.rprogress.org • http://www.iclei.org/iclei/santiago.htm • http://www.oxtrust.org.uk/bff • http://ourworld.compuserve.com/homepages/bff/ • http://www.demesta.com/ecofoot/ • http://www.edg.net.mx/~mathiswa/ 3.2 Procedura di calcolo 3.2.1 Generalità Rimandando alla bibliografia per i necessari approfondimenti, di seguito si forniscono alcuni concetti di base per comprendere le procedure e le metodologie utilizzate per valutare l’impronta ecologica della Provincia di Bologna. Come già accennato poiché lavoriamo su una entità sub nazionale o comunque non “confinata” non è possibile stimare l’impronta mediante valutazioni complessive quali ad esempio il bilancio fra import-export e produzione. La strada scelta è stata quella di utilizzare l’approccio “per componenti”5 mediante l’utilizzo dei dati deduicibili da fogli di calcolo elaborati da Mathis Wackernagel, ed altr6. 5 Cfr. N. Chambers, C. Simmons, M. Wackernagel, “Scharing Nature Interest”, Earthscan Publication Ltd, London, 2000. pp. 67-69 Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 15 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Fig. 3 - Schermata dei foglio di calcolo utilizzato per il calcolo dell’impronta ecologica delle famiglie Si tenga presente che la versione più aggiornata della metodologia di calcolo l’impornta ecologica non è più espressa sotto forma di ettari/procapite bensì di unità di superficie/procapite. Ciò perché sono stati assegnate alle diverse tipologie di terra (energetica, arabile, ecc.) dei fattori di equivalenza che tengono conto della produttività. Per cui si introduce una forma di pesatura che, da un punti di vista formale, richiede l’abbandono dell’originaria unità di misura. Utilizzando unitari di impronta ecologica deducibili dai citati strumenti di supporto il problema più rilevante è quello della stima dei consumi il cui calcolo cambia significativamente in funzione dell’entità delle comunità a cui il calcolo si riferisce. 6 I fogli, denominati EF-1996.xls (Mathis Wackernagel, Alejandro Callejas Linares, Diana Deumling, María Antonieta Vásquez Sánchez, Ina Susana López Falfán, Jonathan Loh, Redfeining Progress, Oakland, USA, www.rprogress.org, Centro de Estudios para la Sustentabilidad, Xalapa, Mexico www.edg.net.mx/~mathiswa,WWF International, Gland, Switzerland, www.panda.org, 2000) e EFHousehold-Evaluation-2000.xls (Mathis Wackernagel, Ritik Dholakia, Diana Deumling, Dick Richardson, Redefining Progress, v 2.0, 2000), sono stati messi in rete dagli autori. Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 16 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Per alcune voci che partecipano in maniera rilevante alla formazione dell’impronta ecologica è possibile far riferimento a dati complessivi da ripartire in quota pro-capite. Ciò riguarda principalmente i consumi energetici che sono deducibili direttamente dai bilanci energetici elaborati a diversi livelli. Fig. 4 - Schermata dei foglio di calcolo utilizzato per il calcolo dell’impronta ecologica delle nazioni Diversa è la situazione per i consumi alimentari e di altri beni materiali ed immateriali. Per questi consumi difficilmente si dispone di statistiche specifiche con livelli di disaggregazione ed ambito territoriale di riferimento adeguate al caso. Bisogna quindi operare proporzionamenti e deduzioni che cerchino di ricondurre i dati alle forme necessarie per il calcolo. Nelle pagine seguenti si fornisce una sintesi degli approcci utilizzati per i diversi settori dell’analisi. Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 17 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale 3.2.2 Metodologia per la valutazione dei consumo di alimenti L’impronta ecologica dovuta al consumo di beni alimentari costituisce una voce fondamentale della valutazione. Un primo riferimento per stimare l’impronta dovuta a questa categoria di consumi è costituito dai dati ISTAT sui consumi medi delle famiglie che, per l’anno 1999, riportano le spese mensili per regione accorpate in macrocategorie. Per effettuare un calcolo dell’impronta ecologica più accurato si è resa necessaria una disaggregazione di tali dati ipotizzando una distribuzione media, all’interno di ogni categoria, analoga a quella media delle regioni del Nord-Est. Infatti per tale ripartizione geografica sono disponibili dati riferiti a categorie più disaggregate. Il calcolo è stato effettuato per ogni categoria utilizzando la seguente procedura, esemplificata per la categoria “pane e cereali”: 1. confronto tra consumo di pane e cereali per la Emilia-Romagna e per la regione geografica ISTAT denominata Nord-Est calcolando il coefficiente di proporzionalità C: C= Spesa in pane e cereali per il Nord-Est ·100 Spesa in pane e cereali per L’Emilia-Romagna 2. calcolo delle categorie di dettaglio (Pane, grissini e crackers, Biscotti, Pasta e riso, Pasticceria e dolciumi) moltiplicando il valore del Nord-Est per il coefficiente C: Spesa per la categoria di Spesa per la categoria di ·C dettaglio per = dettaglio per il Nord-Est l’Emilia-Romagna 3. Ripetizione del calcolo per ognuna delle categorie disponibili. In tal modo è stato possibile ricavare i valori per gruppi e categorie di consumo più dettagliati riferiti alla regione Emilia-Romagna. Si sono poi riportati i dati riferiti alle famiglie ai valori procapite mediante la seguente operazione: Consumo Medio Procapite = Consumo medio familiare Numero medio di componenti il nucleo familiare Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 18 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale ove il numero medio dei componenti il nucleo familiare per la provincia è stato desunto dai dati ISTAT 1999. Moltiplicando i valori medi mensili procapite per i 12 mesi dell’anno si sono, infine, ottenuti i valori medi annuali procapite per ogni categoria di consumo considerata (Lire procapite all’anno per la regione Emilia-Romagna). Al fine di riportare i dati relativi ai consumi per le varie categorie considerate (riferiti all’anno 1999) all’anno 2001 i suddetti consumi sono stati aggiornati tramite gli indici generali nazionali dei prezzi al consumo per l’intera collettività e per capitolo di spesa (ISTAT 2001). Gli indici sono suddivisi per i seguenti capitoli di spesa: • • • • • • • • • • • • prodotti alimentari e bevande analcoliche; bevande alcoliche e tabacco; abbigliamento e calzature; abitazione, acqua, elettricità e combustibili; mobili e articoli per la casa; servizi sanitari e spese per la salute; trasporti; comunicazioni; ricreazione, spettacoli e cultura; istruzione; alberghi, ristoranti e pubblici esercizi; altri beni e servizi. Per ottenere una distribuzione dei consumi differenziata tra i comuni della provincia (e quindi una valutazione più realistica dell’impronta e della sua variazione territoriale) sono stati utilizzati i dati Ancitel relativi al reddito disponibile per le famiglie. Tali stime, così ricavate, si riferiscono a categorie di beni non esattamente coincidenti con quelle che bisogna considerare per una valutazione accurata dell’impronta che, fra l’altro, richiede dati quantitativi espressi, nella maggior parte dei casi, in peso e non in termini monetari. Ciò ha reso necessaria un'attività interpretativa, sia per riportare le singole voci nella matrice di calcolo a quelle disponibili, sia per tradurre la spesa economica sotto forma quantitativa. Per riportare i dati del consumo mensile medio procapite (disponibili in Lire) a valori quantitativi, in apposite unità di misura (variabili per le diverse categorie), si sono utilizzati i prezzi al consumo per le categorie di beni considerate forniti dalla provincia di Bologna (2001). Poiché la disaggregazione di tali dati non permette di risalire al valore medio della categoria considerata per il calcolo dell’impronta sono stati costruiti Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 19 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale tre diversi scenari per la valutazione utilizzando di volta in volta diversi prodotti rappresentativi per la categoria. La tabella seguente spiega il significato dei tre “panieri”. Categoria richiesta per Paniere il calcolo dell'impronta rappresentativo Prodotto scelto Lire Pane, grissini e crackers 5.815 pane per toast Pasta, riso e altro Carne bovina Carne suina Pollame, selvaggina Salumi pane Paniere min Paniere max Prodotto scelto Lire Prodotto scelto 4.117 grissini pasta di semola di 2.199 pasta di semola di 2.199 tortellini grano duro grano duro carne fresca bovino 25.141 fegato di bovino 13.592 carne fresca di adulto, I taglio adulto o vitello vitello, I taglio carne fresca suina 15.435 salsicce di carne 14.050 carne fresca suina con osso tritata senz'osso conigli, pollo fresco 6.527 pollo fresco 6.527 coniglio fresco salame 34.768 mortadella qualità 18.178 sarde Pesce orate Latte latte intero fresco Formaggi provolone tipico Uova uova di gallina Olio di oliva olio d'oliva Burro e altri oli e grassi burro Patate frutta e ortaggi Zucchero frutta perequato zucchero Caffè, tè, cacao caffè tostato I 20.246 bresaola 12.826 margarina prezzo Gelato e altro (cat. vaschetta di gelato zucchero, caffè e simili) Bevande aranciata Pasti e consumazioni fuori pasto in pizzeria casa 7.849 17.409 35.067 21.472 13.676 53.059 4.584 filetti d'acciuga 52.611 sott'olio d'oliva 1.950 latte intero fresco 2.401 2.401 latte a lunga conservazione 22.984 formaggi fusi in 13.762 parmigiano fette reggiano 329 uova di gallina 329 uova di gallina 7.359 olio d'oliva Lire 29.734 329 7.359 olio extra vergine 9.048 d'oliva 4.769 burro 12.826 3.422 patate 1.650 carciofini sott'olio 1.760 zucchero 1.760 zucchero 19.378 1.760 18.057 cacao amaro 17.070 tè 73.710 13.155 vaschetta di gelato 13.155 torta gelata 22.109 590 limoncello 20.187 1.382 acqua minerale gassata 9.487 tramezzino al bar 3.518 pasto al ristorante 26.080 Prezzi in lire per unità di prodotto considerato (2001) Il consumo medio in kg/procapite è stato ricavato dividendo il consumo medio procapite (in Lire) per il prezzo medio del paniere considerato (in Lire/kg o altra unità di riferimento). Una volta ottenuto il dato quantitativo per ognuna delle categorie alimentari, per ottenere il dato relativo all’impronta ecologica di ognuna di esse, si sono utilizzate le ultime matrici di calcolo fornite da Wackernagel dalle quali sono stati estratti i coefficienti moltiplicativi che servono per la valutazione dell’impronta ecologica in tutte le sue componenti: Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 20 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale - territorio per energia; - territorio agricolo; - pascoli; - foreste; - superficie edificata o degradata; - mare. Ad esempio, per il calcolo della superficie agricola necessaria per il consumo di pane, grissini e cracker si è proceduto in questo modo: territorio agricolo = ki consumo medio mensile procapite di pane, grissini e crackers Dove ki è il coefficiente di calcolo fornito da Wackernagel e rappresenta, in mq, l’impronta ecologica associabile al consumo di 1 kg di pane, grissini e crackers. Tale operazione è stata effettuata per ognuna delle categorie elaborate, precedentemente elencate, e per ognuna delle componenti dell’impronta ecologica. 3.2.3 Metodologia e dati per la valutazione del consumo di beni e di servizi Per le categorie non alimentari essendo difficile rapportare il dato economico disponibile al dato quantitativo richiesto dalla matrice fornita da Wackernagel si sono utilizzati direttamente i parametri relativi al consumo, in dollari, riportati nel testo “How Big is Our Ecological Footprint?” di Wackernagel e altri che si riferisce a dati non successivi al 1993. La procedura seguita è stata quella di considerare il valore medio del cambio dollaro/Lira nel 1993 per attualizzare, poi, il dato con il calcolo dell’inflazione cumulata negli anni dal 1993 ad oggi. 3.2.4 Metodologia e dati per la valutazione dei consumi di suolo e di energia Relativamente alla voce “superficie degradata” si è fatto riferimento ai dati dell'uso del suolo ottenuti dall’elaborazione della copertura GIS del CORINE Land Cover tagliata sul territorio provinciale di Bologna. Da tale banca dati geografica sono state selezionate le classi di uso del suolo riportabili alla voce superficie degradata. Tali classi, e relativa codifica standard sono riportati nella tabella seguente. Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 21 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Classi di uso del suolo del CORINE utilizzate nel calcolo della voce “superficie degradata” Codice CORINE 111 112 121 122 123 124 131 132 133 142 Classe di uso del suolo Tessuto urbano continuo Tessuto urbano discontinuo Aree industriali o commerciali Reti stradali, ferroviarie, spazi accessori Aree portuali Aeroporti Aree estrattive Discariche Cantieri Aree sportive e ricreative Quindi è stato effettuato il calcolo del totale dell’area coperta dalle classi selezionate effettuando una query sul database associato alla copertura del CORINE Land Cover tagliata sulla provincia, dopo averne opportunamente aggiornato i campi relativi alla superficie. Per quanto riguarda la stima dell’impronta dovuta al “territorio per energia”, connesso alle abitazioni si è operato ricavando dalla superficie media per abitazione disponibile per i singoli comuni della provincia (Provincia di bologna, 1995-2000), il totale (in ettari) della superficie delle abitazioni. A partire da questo dato è stato valutato il territorio per energia utilizzando i parametri proposti da Wackernagel nella più volte citata matrice di calcolo. Tali parametri sono stati calcolati dall’autore analizzando il ciclo di vita di un edificio canadese di 350 mq abitabili, considerandone una durata media di 70 anni e un consumo energetico di 1.310 GJ. Per quanto riguarda la categoria dei consumi energetici si sono utilizzati i dati forniti dalla Provincia riportanti i consumi elettrici residenziali, i consumi di gas naturale residenziale e i consumi di combustibili liquidi residenziali per l’anno 1999. Per l’energia elettrica, è disponibile dalla matrice di Wackernagel la conversione tra i kWh e i mq di impronta ecologica che permette di ricavare la componente dovuta al consumo di energia elettrica. Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 22 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Wackernagel mette a disposizione la conversione da mc di gas naturale e da kg di combustibile liquido a mq permettendo di ricavare la componente dell’impronta dovuta al consumo di gas e di combustibile liquido. 3.2.5 Metodologia e dati per la valutazione dell’impronta dovuta ai trasporti Per la categoria dei trasporti sono state previste due possibilità: l’inserimento di dati in lire con la suddivisione in trasporto pubblico e privato, o, altrimenti, l’inserimento dei seguenti valori: - Autobus/treno (km mensili procapite) - Taxi (km mensili procapite) - Carburante (consumo di litri mensile procapite) - Aeroplano (ore mensili procapite) Di tali categorie di dettaglio, sono poi disponibili i parametri di conversione in mq nella matrice di Wackernagel, per il calcolo delle diverse categorie dell’impronta. 3.2.6 Metodologia e dati per la valutazione dell’impronta dovuta ai consumi idrici ed alla produzione di rifiuti. Per quanto concerne i dati relativi ai consumi di acqua potabile per uso domestico sono stati utilizzati quelli forniti dalla provincia di Bologna per singolo comune e per l’anno 1996 che, a detta dei tecnici dell’Amministrazione Provinciale, possono essere considerati validi anche per gli anni successivi. Questi dati sono stati quindi trasformati sotto forma di impronta mediante i fattori di conversione proposti nella matrice di calcolo. Relativamente al tema rifiuti si è ipotizzata una produzione procapite media dei diversi tipi di rifiuto uguale a quella fornita da Wackernagel nel suo foglio di calcolo Quindi sono stati utilizzati i dati della percentuale di raccolta differenziata rispetto al totale forniti dalla provincia (2000) Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 23 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale 4. RISULTATI 4.1 L’impronta ecologica Come si è visto il calcolo dell’impronta ecologica impone di selezionare alcuni scenari di riferimento in particolare per ciò che concerne i consumi alimentari il cui dato quantitativo è suscettibile di variazioni, anche significative, in funzione delle relazioni fra spesa e tipologia di prodotto acquistato. Dobbiamo infatti ricordare che nonostante i continui progressi nel perfezionamento del calcolo dell’impronta ecologica, le categorie di consumo per le quali si dispone di fattori di conversione (in termini di mq di terra energetica, arabile, ecc., per unità di consumo) si presentano spesso in forme aggregate. La categoria “pane, grissini, crackers” è, ad esempio, indifferenziata per cui, in termini di impronta ecologica, consumare un Kg di grissini o un Kg di pane comune è la stessa cosa. Poiché a livello locale non disponiamo di dati sui consumi espressi in peso bensì in lire procapite mensili, dividere tale spesa per il costo unitario di prodotti appartenenti alla stessa famiglia ma con prezzi molto diversi può portare a sottostimare o sovrastimare molto il consumo e quindi l’impronta ecologica. Un esempio chiarisce questo problema: se consideriamo che le 60.552 lire mensili che mediamente il cittadino della provincia di Bologna spende per l’acquisto di prodotti da forno siano utilizzate per acquistare un prodotto molto costoso (ad esempio grissini) ovviamente il dato in peso si riduce molto rispetto al caso di acquisto di pane comune. Inoltre esistono altre variabili a cui non è stato possibile associare nessun dato oggettivo. In particolare il dato dell’impronta ecologica legata ai consumi alimentari subisce degli aggiustamenti in funzione di diversi parametri: la freschezza del prodotto, la località di produzione e l’imballaggio. Per questa ragione il calcolo dell’impronta ecologica è stato effettuato con diversi scenari di riferimento. Rimandando alla relazione tecnica per ulteriori dettagli lo scenario che riteniamo di poter proporre come maggiormente rappresentativo della realtà è quello che vede associati alla spesa alimentare i prodotti ragionevolmente più consueti e dai costi più contenuti anche se non minimi. Inoltre si è considerata l’ipotesi che mediamente circa un quarto dei prodotti alimentari non sia di origine locale, sia fuori stagione e sia impacchettata. Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 24 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Tenendo conto di queste scelte di fondo l’impronta ecologica della provincia di Bologna risulta essere pari a 7,45 unità di superficie procapite, significativamente superiore alla media nazionale pari a 5,51 unità di superficie procapite (Living Planet Report, 2000) che a sua volta si pone in una situazione intermedia fra le peggiori e le migliori prestazioni dei paesi industrializzati ma comunque superiore alla “capacità ecologica” media mondiale (2,18 unità di superficie procapite). In particolare il valore ottenuto per la Provincia è pari al 260% del valore medio mondiale dell’impronta e addirittura il 2114% dell’impronta di un abitante dell’Eritrea. Di contro essa risulta essere solo il 46% di quella di un abitante degli Emirati Arabi Uniti che, con le sue 15,99 unità di superficie procapite, ha l’impronta ecologica media più elevata del mondo (Living Planet Report, 2000). Stima dell’impronta ecologica della Provincia di Bologna (unità di superficie procapite) Consumi alimentari Abitazioni Trasporti Altri beni Servizi Totale Terra per energia 1,339 0,046 1,094 0,492 1,259 4,231 Terra arabile 1,776 0,000 0,000 0,036 0,000 1,812 Pascoli 0,443 0,000 0,000 0,024 0,000 0,467 Foreste 0,000 0,000 0,000 0,188 0,387 0,575 Terreno degrad. 0,000 0,063 0,124 0,040 0,091 0,319 Mare 0,046 0,000 0,000 0,000 0,000 0,046 Totale 3,604 0,110 1,218 0,781 1,737 7,450 Come già evidenziato, il calcolo tiene conto di un fattore di equivalenza che rappresenta la capacità di produrre biomassa di una categoria ecologica di un terreno rispetto alla media mondiale. Ad esempio, un fattore di equivalenza di 1,78 significa che la categoria ecologica è 1,78 volte più produttiva della media mondiale. Tale valore dell’impronta ecologica è da imputare per il 57% al consumo di “terra energetica” ovvero di quella quantità di superficie che serve per produrre in forme sostenibili (ad esempio coltivando specie dalle quali ricavare etanolo da utilizzare come combustibile) la quantità di energia necessaria per sostenere il ciclo di produzione e consumo connesso ai singoli beni o per assorbire la CO2 dovuta a fonti fossili da utilizzare per produrre la stessa quantità di energia. Il 24% è, invece, imputabile al terreno agricolo ed il 6% al terreno da pascolo. Il restante 12% è ripartito fra foreste, terreno degradato e mare. Per quanto riguarda le “responsabilità” dei diversi consumi come appare evidente dai grafici allegati queste risultano sostanzialmente equamente ripartite fra quelli alimentari e non alimentari. Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 25 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Tipologia di consumi CONSUMI ALIMENTARI ABITAZIONI TRASPORTI ALTRI BENI SERVIZI Totale 48,37 1,47 16,35 10,48 23,32 100,00 Tipologia di impronta Distribuzione dei diversi contributi all’impronta ecologica (%) TERRA PER ENERGIA TERRA ARABILE PASCOLI FORESTE TERRENO DEGRADATO MARE Totale 56,79 24,33 6,27 7,72 4,28 0,62 100,00 4,500 4,000 3,500 SERVIZI 3,000 ALTRI BENI 2,500 TRASPORTI 2,000 ABITAZIONI 1,500 CONSUMI ALIMENTARI E BEVANDE 1,000 0,500 M AR E . R AD D EG ES TE FO R O LI PA SC IC AG R EN ER G IA O LO 0,000 Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 26 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Ripartizione dell’impronta ecologica per le diverse componenti Terreno per energia Terreno agricolo Terreno per Terreno per foreste Terreno degradato Superficie marina Impronta Ecologica per tipologia di consumo Consumi alimentari Consumi non alimentari Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 27 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale 4.2 La capacità ed il deficit ecologico L’impronta ecologica può essere confrontata con la capacità ecologica procapite disponibile nel territorio comunale o provinciale secondo la seguente formula (Wackernagel et al., 2000): Deficit ecologico = Capacità ecologica – Impronta ecologica / 88% Dove l’impronta ecologica viene incrementata (dividendola per l’88%) per tenere conto della responsabilità per la preservazione della diversità biologica per la quale la maggior parte degli studiosi ritiene sia necessario destinare almeno il 12% della superficie ecologicamente produttiva. La capacità ecologica è calcolata secondo la (Wackernagel et al., 2000): Capacità ecologica = Area ⋅ Fattore di rendimento ⋅ Fattore di equivalenza Dove il fattore di rendimento è un fattore correttivo che rappresenta la maggiore o minore produttività del paese (nel nostro caso l’Italia) rispetto alla media mondiale, per ognuna delle sei categorie, mentre il fattore di equivalenza rappresenta la capacità di produrre biomassa di una singola categoria ecologica di un terreno rispetto alla media mondiale e serve per rendere confrontabile il valore della capacità ecologica con quello dell’impronta e riportare entrambe le grandezze in unità di superficie. Partendo dai dati di uso del suolo ricavati dal CORINE Land Cover in formato vettoriale, si è proceduto alla sovrapposizione, mediante strumenti GIS, degli stessi con i limiti amministrativi comunali. In tal modo si sono ricavate informazioni sulla superficie impiegata per ogni tipo di utilizzo e per i singoli comuni. Ad ogni tipologia di uso del suolo è stata associata la corrispondente area ecologicamente produttiva utilizzata per il calcolo dell’impronta ecologica. Le aree ecologicamente produttive sono suddivise in sei categorie riportate, insieme ai rispettivi fattori nella tabella seguente. Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 28 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Categorie di aree ecologicamente produttive, fattori di rendimento e di equivalenza (Wackernagel et al., 2000) Fattore di Fattore di rendimento equivalenza Terra per l’energia derivata da combustibili fossili (energia) 1,40 1,78 Aree edificate (superficie degradata) 1,89 3,16 Terreni agricoli (agricolo) 1,89 3,16 Terreni destinati al pascolo (pascolo) 10,47 0,39 Foreste (foreste) 1,40 1,78 Aree marine (mare) 1,00 0,06 Categoria di area I risultati ottenuti sono riportati nella tabella e nelle tavole seguenti che illustrano i valori medi rispetto alle valutazioni condotte a diversi livelli di aggregazione territoriale e consente di effettuare interessanti confronti tra le differenti realtà comunali e la media provinciale, la media nazionale e la situazione mondiale. Per quanto riguarda il dato provinciale, a fronte di una impronta ecologica di 7.45 u.s./procapite che raggiunge gli 8,47 u.s./procapite considerando la biodiversità e di una capacità ecologica di 2,04 u.s./procapite si verifica un deficit ecologico procapite di 6,42 u.s./procapite. Questo dato, ovviamente, assume significato solo a scopo comunicativo per illustrare la frequente situazione di non autosufficienza ecologica dei paesi più ricchi. Infatti il deficit da solo non è rappresentativo di stili di vita non sostenibili in quanto la maggiore e minore disponibilità di terra entro determinati limiti amministrativi è del tutto indipendente dalla volontà dei cittadini. Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 29 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Impronta ecologica, capacità ecologica e deficit ecologico per i comuni della Provincia di Bologna Comune Bologna (provincia) Anzola dell'Emilia Argelato Baricella Bazzano Bentivoglio Bologna (comune) Borgo Tossignano Budrio Calderara di Reno Camugnano Casalecchio di Reno Casalfiumanese Castel d'Aiano Castel del Rio Castel di Casio Castel Guelfo di Bologna Castello d'Argile Castello di Serravalle Castel Maggiore Castel San Pietro Terme Castenaso Castiglione dei Pepoli Crespellano Crevalcore Dozza Fontanelice Gaggio Montano Galliera Granaglione Granarolo dell'Emilia Grizzana Morandi Imola Impronta Ecologica procapite (unità di superficie procapite) 7,45 7,28 7,38 6,36 6,91 7,42 8,30 5,67 7,00 7,39 6,26 7,42 5,98 6,59 5,95 5,62 5,90 6,16 6,27 6,94 6,82 7,21 5,60 6,88 6,52 6,23 6,14 6,19 5,80 5,56 7,43 5,32 6,47 Impronta procapite considerando la biodiversità (unità di superficie procapite) 8,47 8,27 8,38 7,23 7,85 8,43 9,43 6,45 7,95 8,40 7,11 8,44 6,80 7,49 6,77 6,39 6,70 7,00 7,13 7,88 7,75 8,19 6,36 7,82 7,41 7,08 6,97 7,03 6,59 6,32 8,45 6,05 7,35 Capacità ecologica procapite (unità di superficie procapite) Deficit Ecologico procapite (unità di superficie procapite) 2,04 2,13 2,44 4,86 1,36 6,58 0,20 5,05 4,61 2,07 17,10 0,30 13,48 9,90 16,05 5,93 4,94 3,59 5,33 1,13 4,01 1,59 4,23 2,88 5,18 2,52 10,12 5,36 4,26 5,18 2,37 7,92 1,88 -6,42 -6,15 -5,95 -2,37 -6,49 -1,85 -9,23 -1,40 -3,34 -6,33 9,98 -8,14 6,69 2,42 9,29 -0,46 -1,76 -3,40 -1,80 -6,75 -3,74 -6,60 -2,13 -4,94 -2,23 -4,55 3,15 -1,67 -2,33 -1,14 -6,07 1,88 -5,47 Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 30 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Comune Lizzano in Belvedere Loiano Malalbergo Marzabotto Medicina Minerbio Molinella Monghidoro Monterenzio Monte San Pietro Monteveglio Monzuno Mordano Ozzano dell'Emilia Pianoro Pieve di Cento Porretta Terme Sala Bolognese San Benedetto Val di Sambro San Giorgio di Piano San Giovanni in Persiceto San Lazzaro di Savena San Pietro in Casale Sant'Agata Bolognese Sasso Marconi Savigno Vergato Zola Predosa ITALIA MONDO Impronta Ecologica procapite (unità di superficie procapite) 6,53 6,21 6,44 6,35 6,26 6,78 6,31 6,29 6,24 7,00 6,92 6,24 5,80 7,22 7,42 6,85 6,53 6,67 5,76 6,96 6,92 7,90 6,63 6,42 7,52 6,38 6,71 7,22 5,51 2,85 Impronta procapite considerando la biodiversità (unità di superficie procapite) 7,42 7,06 7,32 7,22 7,12 7,70 7,17 7,14 7,09 7,96 7,86 7,09 6,59 8,20 8,43 7,79 7,42 7,58 6,54 7,91 7,86 8,98 7,53 7,30 8,55 7,25 7,63 8,20 6,23 3,24 Capacità ecologica procapite (unità di superficie procapite) Deficit Ecologico procapite (unità di superficie procapite) 12,31 5,97 4,30 4,71 7,05 3,36 5,59 5,51 7,51 3,48 4,12 4,90 3,07 3,36 3,04 1,39 2,77 4,45 5,94 2,98 2,84 0,85 4,00 3,59 3,15 10,24 3,63 1,36 1,92 2,18 4,89 -1,09 -3,01 -2,51 -0,07 -4,34 -1,58 -1,63 0,42 -4,47 -3,74 -2,19 -3,52 -4,84 -5,40 -6,40 -4,65 -3,13 -0,60 -4,93 -5,02 -8,13 -3,54 -3,71 -5,40 2,99 -4,00 -6,84 -4,31 -1,05 Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 31 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 32 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 33 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 34 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale 4.3 Confrontabilità dell’impronta ecologica della provincia di Bologna rispetto a quella di altre realtà. Come dimostrano le stime riportate per la valutazione dell’impronta ecologica della provincia di Bologna e i diversi scenari proposti nel lavoro, e come è stato più volte detto durante la descrizione della metodologia utilizzata, non si può parlare di un risultato finale che possa valutare la sostenibilità ambientale e rappresentarla in maniera assoluta. Questo è dovuto alla definizione stessa di indicatore: un parametro, o un valore derivato da parametri, che fornisce informazioni sullo stato di un fenomeno, un ambito o un’area, con un significato che va oltre ciò che è direttamente associato al valore misurato od osservato (OECD, 1997). Un indicatore rappresenta, cioè, un’interpretazione della realtà e non la realtà stessa e traduce dati e statistiche in un’informazione che può essere facilmente compresa da scienziati, politici, amministratori e cittadini. È importante, cioè, non attribuire agli indicatori ruoli che non possono avere: attraverso gli indicatori non si impongono politiche, né si definiscono giudizi esaustivi o assoluti. Gli indicatori sono un supporto a processi decisionali i cui percorsi devono essere consapevoli dei limiti della scienza e quindi costruiti sul consenso e sulla condivisione della responsabilità tra i diversi attori. Tale assunto è valido in particolare quando si utilizzano indici sintetici complessi, come l’impronta ecologica, il cui calcolo non può assumere la stessa validità scientifica di misurazioni o rilevazioni fisiche ma, come è stato ricordato più volte nel corso dell’esposizione del presente lavoro, si basa su una serie di stime e di assunzioni, anche semplici, sia per quanto riguarda i dati di input, sia per la metodologia di calcolo proposta dagli autori originari. La confrontabilità dei risultati ottenuti per la provincia di Bologna con altri valori stimati per altre realtà risente, quindi, di questi presupposti, in particolar modo per quei casi affrontati con metodologie diverse. Ricordiamo, inoltre, che il concetto stesso di impronta ecologica si è molto evoluto nel corso degli anni e si è arrivati ad una definizione, così come è riportata nel presente lavoro, solo nel corso del 2000 (Living Planet Report, 2000), con una sostanziale revisione che ha portato, tra l’altro, alla modifica dell’unità di misura finale. Per questo motivo non si ritiene utile confrontare i risultati ottenuti per la provincia di Bologna con altri pubblicati prima dell’ultima revisione o con altri, successivi, ma che utilizzano la vecchia metodologia. È questo il caso del calcolo dell’impronta ecologica della città di Torino che, pur pubblicato nel febbraio 2001 (seconda revisione), riporta il risultato finale in ettari, utilizzando il vecchio sistema. In particolare, poi, la metodologia utilizzata, che ha portato ad un risultato finale per l’impronta pari a 3,3 ha procapite, risulta a nostro giudizio non del tutto adeguata. I principali limiti, oltre al fatto che viene utilizzata una metodologia ormai superata riportante gli ettari e non le unità di superficie, sono individuabili nella procedura di stima dei consumi della comunità in oggetto. Infatti tali stime provengono essenzialmente da dati relativi all’importazione/esportazione di beni e di energia, sicuramente valide per calcoli a livello nazionale, ma poco utilizzabili per piccole realtà Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 35 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale come quella di un singolo comune, dove non sono facilmente rilevabili i flussi di input/output ed è generalmente preferibile operare direttamente con stime dei consumi. Come è noto il concetto di impronta ecologica porta in sé un principio di «non localizzazione» dell’impatto dell’uomo sulla terra mentre è localizzabile il fattore causale di tale impatto. Ciò per via dei fenomeni compensatori che portano una comunità a consumare più capitale naturale di quello che avrebbero a disposizione se valesse il principio di non trasferibilità del capitale naturale. A causa del commercio internazionale, i territori e le risorse idriche usate dalla maggior parte dell’umanità sono distribuiti su tutta la superficie del pianeta. Ne deriva il dato, di cui tutti oramai hanno consapevolezza, che i paesi «avanzati» stanno consumando capitale naturale localizzato presso paesi «non avanzati». La città è il luogo del consumo e, secondo l’astrazione classica dell’economia regionale in base alla quale la città è il mercato, è il territorio circostante ad essere il luogo deputato esclusivamente alla produzione (agricola, industriale o di risorse). Per questo, l’impronta di un’industria situata all’interno di un’area urbana non appartiene, in linea di massima, a quella città, ma ad un’altra, magari lontana, in cui vengono consumati i beni prodotti da quello stabilimento. Il consumo di tali beni, insieme con il suolo, i materiali e l’energia utilizzati per produrli, viene infatti computato nell’impronta di quest’ultima città. Così, utilizzare dati come quello riguardante il numero di addetti alla produzione e considerare i consumi energetici per addetto, come avviene nel caso di Torino, può portare, a nostro giudizio, ad errori nelle stime finali in quanto la produzione di beni che avviene sul territorio comunale di Torino non può essere direttamente associata ai consumi delle persone che ci vivono. In questo caso non si può che giungere ad una sottostima del valore finale dell’impronta procapite per una realtà che, come avviene in generale per tutti gli agglomerati urbani, può sostenersi solamente con un forte flusso di input dall’esterno. Anche per quanto riguarda l’energia di gestione è errato, a nostro giudizio, ricorrere, oltre ai dati dei consumi residenziali, anche a quelli relativi al terziario ed ai trasporti. Questo perché non è dato sapere quale quota parte, in particolare nel settore dei trasporti, derivi dal consumo locale e quanto da persone che, pur non essendo cittadini torinesi, ne utilizzano i servizi (ad esempio i pendolari o il traffico di merci in transito). È quindi più verosimile considerare, anche in questo caso, i dati relativi ai consumi, direttamente associabili alla comunità locale. Nel caso delle stime relative alla regione Liguria (maggio 2000), i valori ottenuti, non essendo stata utilizzata la metodologia attuale (in quanto non ancora disponibile) non sono propriamente confrontabili con Bologna. Basti pensare che la stessa impronta dell’Italia, con la nuova metodologia, è passata da 4,2 ha/procapite/anno a 5,51 unità di superficie/procapite/anno. Rimane comunque il fatto che, nel caso della Liguria si ottiene un risultato inferiore alla media nazionale (3,64 rispetto a 4,2 ha/procapite/anno) mentre nel caso di Bologna il valore finale è significativamente superiore a tale media (7,45 rispetto a 5,51 unità di superficie/procapite/anno). Ricordiamo però che esiste una fortissima correlazione tra quelli che sono i consumi di beni e di alimenti e l’impronta ecologica. Così, prendendo due dati confrontabili, come nel caso della spesa media Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 36 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale mensile familiare (ISTAT, 1999) per le regioni Liguria ed Emilia-Romagna, si ha per quest’ultima un valore superiore del 27% (4.611.189 rispetto a 3.622.709 Lire, il tutto a fronte di un valore medio nazionale di 4.043.140 Lire). Un confronto appare invece possibile con il valore ottenuto per la provincia di Catanzaro (maggio 2001), in cui la metodologia è molto simile a quella utilizzata per la provincia di Bologna. L’impronta ecologica stimata per la provincia di Catanzaro è risultata essere pari a 4,23 unità di superficie/procapite/anno. È utile riportare, anche in questo caso, un dato immediatamente confrontabile con quelli riportati sopra: la spesa media mensile familiare (ISTAT, 1999) per la regione Calabria che risulta essere pari a 3.293.327 Lire. D’altra parte, come evidenziato nel grafico seguente7, la correlazione fra reddito ed impronta ecologica è molto forte a tutti i livelli. Rapporto fra reddito ed impronta ecologica in diverse nazioni Per quanto riguarda le elaborazioni presentate al 2° Congresso IAED, nel 1998, relativamente alle città di Legnago, Orvieto e Isernia, il confronto sarebbe improprio sia perché basato in gran parte su dati del 1991 e dell’impronta ecologica calcolata per l’Italia su basi dati del 1993. Inoltre, sotto il profilo metodologico, non erano ancora stati introdotti i fattori di equivalenza tant’è che utilizzando gli stessi dati di base del 1993 esiste una versione originaria dell’impronta italiana di 3,11 ha/ab e quella aggiornata di 4,51 ha/ab. 7 Il grafico è tratto da Chambers, N. Simmons C. , Wackernagel M. , “Sharing Nature Interest”, Earthscan Publication Ltd, London, 2000. Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 37 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale 5. BIBLIOGRAFIA • • • • • • • • • • • • • • Ambiente Italia, Impronta ecologica della città di Torino, 2001. Bilanzone G., Pietrobelli M., “L’impronta ecologica delle città: un’applicazione sperimentale in tre piccole città del nord, del cemtro e del sud”, 2° Congresso IAED, Isernia, 3-5 dicembre 1998. Bilanzone G., Paolella A., Pietrobelli M., “Progressi nella valutazione dell’impronta ecologica dei comuni: il caso di Siena”, Attenzione, rivista WWF per l’ambiente e il territorio, n°10, settembre 2000. Bologna G., “Verso l’Eco-Economia. La nostra Impronta ecologica”, Attenzione, rivista WWF per l’ambiente e il territorio, n°11, gennaio 2001. Borgrström Hansson, Carina and M. Wackernagel, "Mapping place and accounting space: How to re-embed the human economy" Ecological Economics (in press) 1998 Chambers, N. Simmons C. , Wackernagel M. , “Sharing Nature Interest”, Earthscan Publication Ltd, London, 2000.. Holmberg, John, Ulrika Lundqvist, Karl-Henrik Robèrt and M. Wackernagel, "The Ecological Footprint from a Systems Perspective of Sustainability", Chalmers University, The Natural Step and Anáhuac University of Xalapa (accepted: Journal for Sustainable Development), 1998. Onisto, Larry and M. Wackernagel, "A New Approach for Assessing National Membership Dues for International Organizations: Making Fees Reflect Nations' Ecological Impact on the Planet" Special report to Maurice Strong, United Nations, New York. November 1998. Onisto, Larry, Eric Krause and M. Wackernagel, "How Big Is Toronto's Ecological Footprint?", Centre for Sustainability Studies and the City of Toronto, September 1998. Rees, W.E. and Wackernagel, M., "Ecological Footprints and Appropriated Carrying Capacity: Measuring the Natural Capital Requirements of the Human Economy." Chapter 20 in AnnMari Jansson, Carl Folke, Monica Hammer, and Robert Costanza (ed.), 1994. Investing in Natural Capita Island Press Washington DC. Rees, W.E. and Wackernagel, M., "Urban Ecological Footprints: Why Cities Cannot be Sustainable - and Why They Are a Key to Sustainability", Environ Impact Assess Rev, Vo16, p223-248, September 1996. Wackernagel, M. and Alex Long (editors), 1997, "Ecological Economics Forum: Why Sustainability Analyses Must Include Biophysical Assessments". Ecological Economics (in press) 1998. Wackernagel, M. and David Yount, "Footprints for Sustainability: Next Steps", Centre for Sustainability Studies and US EPA, Duluth, (submitted), 1998. Wackernagel, M. and David Yount, "The Ecological Footprint: An Indicator of Progress toward Regional Sustainability". Environmental Monitoring and Assessment, 51 (1/2):511-529, June 1998. Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 38 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale • • • • • • • • • • • • • • Wackernagel, M. and Dick Richardson, "How to Calculate a Household's Ecological Footprint", Anáhuac University of Xalapa and University of Texas (submitted), 1998. Wackernagel, M. and William E. Rees, "Perceptual and Structural Barriers to Investing in Natural Capita" Ecological Economics. Vo20 No.1, 1997. Wackernagel, M. and William E. Rees, Our Ecological Footprint: Reducing Human Impact on the Earth. New Society Publishers, Gabriola Island. 1996. Wackernagel, M. and William Rees. L'impronta Ecologica. Italian version of Our Ecological Footprint. Milan: Edizioni Ambiente, Milan and WWF Italia, Roma, 1996. ISBN 88-86412-29-0 Wackernagel, M. Ecological Footprints: A Tool to Make Sustainability Happen. illustrated by Iliana Pámanes and Phil Testemale, ICLEI Toronto, 1997. Wackernagel, M., "Can Trade Promote an Ecologically Secure World? The Global Economy from an Ecological Footprint Perspective." Buffalo Environmental Law Journa Volume 5 May 1998. Wackernagel, M., "Ecological Footprint and Appropriated Carrying Capacity: A Tool for Planning Toward Sustainability." 1994. PhD Thesis. School of Community and Regional Planning. The University of British Columbia. Wackernagel, M., "Footprints: Recent Steps and Possible Traps", Local Environment Vo3 No.2 (July 1998). Wackernagel, M., "Framing the Sustainability Crisis: Getting from Concern to Action." Discussion Paper for the Sustainable Development Research Institute (SDRI) at The University of British Columbia. 1995, SDRI Discussion Paper Series 97-1 Wackernagel, M., "The Ecological Footprint of Santiago de Chile", Local Environment Vo3 No.1 (Feb 1998). Wackernagel, M., Larry Onisto, Alejandro Callejas Linares, Ina Susana López Falfán, Jesus Méndez García, Ana Isabel Suárez Guerrero, Ma. Guadalupe Suárez Guerrero, Ecological Footprints of Nations: How Much Nature Do They Use? How Much Nature Do They Have?. Commissioned by the Earth Council for the Rio+5 Forum. International Council for Local Environmental Initiatives, Toronto, 1997. Wackernagel, M., Larry Onisto, Patricia Bello, Alejandro Callejas Linares, Ina Susana López Falfán, Jesus Méndez García, Ana Isabel Suárez Guerrero and Ma. Guadalupe Suárez Guerrero, "National Natural Capital Accounting with the Ecological Footprint Concept", Ecological Economics (in press, expected to appear in Vo29 No.1 April 1999) 1998. Wackernagel, M., Lillemor Lewan and Carina Hansson, "Evaluating the Use of Natural Capital with the Ecological Footprint: Applications in Sweden and Subregions", Anáhuac University of Xalapa and Lund University (accepted by Ambio), 1999. Wackernagel, M., Lillemor Lewan and Carina Hansson, "Evaluating the Sustainability of a Catchment Area: The Ecological Footprint Concept Applied to Malmöhus County and the Kävlinge Watershed, Southern Sweden", Anáhuac University of Xalapa and Lund University, 1998. Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 39 Provincia di Bologna - Servizio Valutazione di Impatto e Sostenibilità Ambientale • • • • Wackernagel, M., Alejandro Callejas Linares, Diana Deumling, María Antonieta Vásquez Sánchez, Ina Susana López Falfán, Jonathan Loh, Ecological Footprints and Ecological Capacities of 152 Nations: The 1996 Update, Redfeining Progress, Oakland, USA, Centro de Estudios para la Sustentabilidad, Xalapa, Mexico, WWF International, Gland, Switzerland, 2000. WWF, WCMC-UNEP, Redefining Progress, Centre for Sustainability Studies, Living Planet Report 2000, WWF International, 2000. WWF Italia, Valutazione dell’impronta ecologica della Provincia di Catanzaro, 2001. WWF Italia, Valutazione dell’impronta ecologica della Regione Liguria, 2000. Cras s.r.l. – Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia – Relazione di sintesi 40