Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Questo report è consultabile all’indirizzo: www.gruppohera.it/inbuoneacque Analisi dell’acqua comune per comune, video di approfondimento, “L’acqua virtuale negli alimenti” e molti altri contenuti sono disponibili nel sito internet del Gruppo all’indirizzo: www.gruppohera.it/acqua Per qualsiasi domanda e/o commento: [email protected] Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Prefazione di Luca Lucentini L’ acqua, per sua essenza o simbologia, ricorre in molte religioni e caratterizza molteplici espressioni di spiritualità, tradizioni e miti, in ogni tempo e luogo sulla terra. La coscienza dell’acqua come elemento essenziale per ogni funzione vitale, la sensazione di sete che, ogni tanto, tangibilmente ricorda (a noi popolazione del pianeta privilegiata per accesso all’acqua) l’unicità di questo bene, la presenza e fruizione dell’acqua libera in natura, rende forte la convinzione di dovere e potere contare sempre sulla possibilità di disporre di risorse idriche sicure e senza limitazioni. Paradossalmente, tuttavia, nel vasto coinvolgimento e nell’appassionata partecipazione rispetto al tema acqua, risultano spesso dietro le quinte i molti attori e le molteplici attività che presiedono alla gestione e controllo della risorsa idrica, assicurandone nel tempo la sicurezza e fruibilità e sostenendone equilibratamente l’utilizzo e lo smaltimento. E qualche preclusione o diffidenza per l’acqua di rubinetto da parte di molti consumatori potrebbe essere superata con una migliore La consapevolezza dei consumatori sulla qualità dell’acqua di rubinetto deve essere consapevolezza sul patrimonio di ricerca raggiunta attraverso una comunicazione e conoscenza, strutture e risorse in gioco costante, obiettiva e completa per garantire costantemente la disponibilità e qualità dell’acqua nelle case e nelle strutture produttive che ne necessitano, in un contesto nel quale, peraltro, il grado di informazione non sempre risulta completo od obiettivo. La prevenzione e il controllo dei rischi correlati alla produzione e consumo delle acque potabili è rigorosamente regolata dal moderno assetto normativo europeo che governa criteri e metodi finalizzati a un sempre più elevato livello di protezione della salute dei consumatori. Così come, sul piano nazionale, in collaborazione costante con le autorità sanitarie e ambientali centrali e peri- 2 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile L’interesse per l’acqua coinvolge tutti, profondamente. feriche, la tutela e la sorveglianza della qualità delle acque è perseguita efficacemente come misura imprescindibile di prevenzione primaria collettiva, assicurando un controllo accurato della filiera idrica dalla captazione al punto di utenza. Essenziale è parallelamente l’impegno dei sistemi di gestione idrica, nel loro complesso, nel garantire una fornitura di acqua quantitativamente e qualitativamente idonea, fronteggiando una rilevante serie di difficoltà che oggi riguardano, tra l’altro, le ristrette disponibilità economiche, la qualità delle risorse idriche di origine, compromessa da inquinamenti sempre più diffusi, e il controllo di fenomeni legati ai cambiamenti climatici che hanno un considerevole impatto sulla disponibilità e qualità di acque da destinare alla potabilizzazione e sul processo di trattamento e distribuzione. In questo contesto, il notevole impegno e l’elevata professionalità delle forze in campo che, pur nei rispettivi ruoli, operano in efficace sinergia e la costante attenzione all’innovazione di criteri e metodologie di intervento dovrebbero generare un elevato livello di fiducia verso il mondo delle acque destinate al consumo umano. Ma un aspetto critico riguarda la necessità di migliorare i sistemi informativi in materia di qualità delle acque e malattie idro-trasmissibili per garantire con più efficacia il diritto di informazione per i cittadini, anche nell’ambito del Water Information System for Europe (WISE), in strutturazione sul piano nazionale nell’ambito di un coordinamento europeo. E, d’altra parte, l’accrescimento della consapevolezza dei consumatori sul complesso di azioni che presiedono alla qualità delle acque di rubinetto nel loro territorio, presupposto per decisioni consapevoli ed utilizzi equilibrati e sostenibili, deve essere perseguito con una comunicazione bidirezionale costante, obiettiva e completa da parte delle imprese responsabili del servizio idrico integrato sul ciclo dell’acqua, dalla protezione delle risorse di origine, trattamenti e distribuzione sul territorio, smaltimento e depurazione delle acque reflue. In questa direzione va senz’altro il rapporto “In buone acque” realizzato dal Gruppo Hera che rende periodicamente accessibile a un ampio pubblico strategie, metodi, risorse, attività e dati oggettivi sulla qualità dell’acqua potabile e rappresenta uno strumento di particolare efficacia per gli utenti del servizio idrico serviti sul territorio, così come un modello da promuovere per altri sistemi di gestione idrica. Luca Lucentini Direttore del Reparto Igiene delle Acque Interne, Dipartimento Ambiente e Prevenzione Primaria dell’Istituto Superiore di Sanità – Roma. 3 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Prefazione 2 Lettera di presentazione 5 Introduzione 6 Perchè ci si perde in un bicchier d’acqua? 6 Hera in 2 parOle 8 Un report per navigare... in buone acque 9 Alla fonte di tutto: il governo dell’acqua 11 Regolamentazione e pianificazione 11 Gestione 14 Controllo 15 Dal ciclo idrico al servizio idrico, passando per la gestione integrata 17 La carta d’identità del servizio acquedottistico di Hera 18 Il servizio idrico integrato di Hera 19 La captazione: da dove arriva l’acqua che beviamo 20 La potabilizzazione: quando l’acqua diventa buona da bere 22 L’acquedotto gestito da Hera in Emilia Romagna 24 La distribuzione: l’acqua al posto giusto nel momento giusto 29 Il sistema acquedottistico di Bologna: il campo pozzi di Tiro a Segno 29 Chi è Romagna Acque 34 I controlli per essere... in buone acque 36 L’attività di controllo di Hera 36 Il Sistema Laboratori di Hera 39 L’attività di controllo delle Aziende Usl 41 L’acqua di rubinetto è buona e garantita: i dati sulla qualità 45 I risultati delle analisi di Hera 45 I risultati delle analisi delle Aziende Usl 49 La conformità dell’acqua rispetto alla legge 50 L’impegno di Hera oltre la qualità 55 I programmi di miglioramento e ricerca 55 Le azioni di sensibilizzazione sul territorio 58 Acqua di casa mia: una campagna per un consumo consapevole 61 La qualità dell’acqua sul web e molto altro 63 La qualità dell’acqua secondo chi la beve 66 Consumo di acqua e salute: la piramide dell’idratazione e le false credenze sull’acqua 68 Appendice: i parametri oggetto di rendicontazione in questo report 73 Appendice: le campagne di comunicazione di Hera sull’acqua potabile 76 Glossario 78 4 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Lettera di presentazione di Maurizio Chiarini I n Buone Acque è uno dei due report che annualmente pubblichiamo per integrare la rendicontazione annuale sulla sostenibilità del Gruppo rispetto ad alcuni temi molto sentiti dai cittadini: la raccolta differenziata e la qualità dell’acqua. All’inizio del 2012 abbiamo attivato un’ulteriore iniziativa di comunicazione relativa a un altro argomento che ha fatto molto discutere: le tariffe del servizio idrico integrato. “In buone acque” è appunto il report dedicato al sistema acquedottistico e alla qualità dell’acqua potabile con il quale forniamo tutte le informazioni indispensabili per comprendere come il nostro Gruppo gestisce un servizio fondamentale per la cittadinanza. Questo rapporto rappresenta un livello di informazione tanto più interessante quanto più l’attenzione in questi ultimi anni si è concentrata sulle problematiche del settore idrico. Dietro la fornitura dell’acqua che esce dal rubinetto di casa ci sono molte attività che giornalmente svolgiamo per garantire acqua di qualità. Per gestire l’intero servizio idrico integrato è necessario prelevare l’acqua dall’ambiente e questo comporta spesso la necessità di sottoporla a trattamenti di potabilizzazione; l’acqua viene poi distribuita attraverso una rete di acquedotto che va tenuta in costante efficienza. Dopo il consumo, le acque reflue vengono raccolte nelle reti di fognatura e depurate negli impianti di depurazione. La gestione di queste attività comporta investimenti rilevanti sia per mantenere in esercizio le reti e gli impianti esistenti sia per ammodernarli. Ma (come prevede la normativa) i costi per la gestione dell’intero servizio idrico integrato e gli investimenti per mantenere in buono stato le infrastrutture devono essere interamente coperti dalla tariffa del servizio idrico. Questi costi devono quindi comprendere tutte le attività: dal prelievo dell’acqua dall’ambiente, all’utilizzo dell’acqua da parte del cittadino fino alla restituzione della stessa acqua all’ambiente opportunamente depurata. Solo se esistono garanzie di finanziamento degli investimenti e certezza del sistema tariffario è possibile gestire il servizio idrico e garantire la disponibilità e la qualità di questa risorsa che oggi è considerata come scontata. Per la prima volta in questo report vengono presentati, grazie all’importante contributo dell’Assessorato regionale alle Politiche per la salute, i dati sulla qualità dell’acqua distribuita da Hera risultanti dall’attività di controllo delle Aziende Usl. I risultati delle analisi effettuate sono assolutamente buoni e dimostrano come la diffidenza sulla qualità dell’acqua di rubinetto che ancora oggi persiste, a danno dell’ambiente e del bilancio familiare, non sia basata su dati scientifici e oggettivi. Spero che la lettura di questo report faccia chiarezza su tutto il lavoro che svolgiamo per produrre buona acqua da bere e, con questo auspicio, auguro a tutti una buona lettura. Maurizio Chiarini Amministratore Delegato Hera S.p.A. 5 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Introduzione Privatizzazioni e tariffe, siccità e diritti umani, gestione pubblica e logiche di mercato: parlare di acqua è complesso. Con questo report il Gruppo Hera si propone di affrontare l’argomento lasciando parlare numeri verificabili e fatti tangibili. Perchè ci si perde in un bicchier d’acqua? Per quanto trasparente, semplice e familiare possa apparire l’elemento fisico, assolutamente complesso e, talvolta, insidioso è l’argomento. Perché parlare di acqua significa sempre di più analizzarne implicazioni politiche, sociali, economiche e ambientali, correndo il rischio di perdersi e scadere nei luoghi comuni. L’acqua, oltre ad essere indispensabile per la vita umana e a svolgere un ruolo fondamentale per la regolazione del clima, rappresenta una risorsa indispensabile per molte attività economiche. La disponibilità di acqua potabile rappresenta invece un passaggio indispensabile per lo sviluppo e la crescita di una comunità. È anche per questo che gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite, sottoscritti da tutti i 191 stati membri dell’ONU nel 2000, prevedevano di ridurre della metà, entro il 2015, la percentuale di popolazione senza un accesso a fonti di acqua potabile sicure e agli impianti igienici di base. Il rapporto “Progress on sanitation and drinking-water - 2012 update”, pubblicato nel marzo 2012 da OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e Unicef (United Nations Children’s Fund), fornisce una buona notizia: è stato raggiunto già nel 2010 l’obiettivo di dimezzare la percentuale di persone senza accesso a fonti di acqua potabile sicure che era previsto per il 2015. Nonostante ciò, però, sono ancora circa 800 milioni le persone nel mondo che non hanno accesso a fonti di acqua potabile sicure. Nel luglio 2010 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che riconosce l’accesso a fonti di acqua potabile sicure e agli impianti igienici di base come un diritto universale dell’uomo. 6 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Nel 2010 è stato raggiunto l’obiettivo di dimezzare la percentuale di persone senza accesso a fonti di acqua potabile sicure La risoluzione, approvata con 122 voti favorevoli e 41 astensioni, raccomanda agli Stati di attuare iniziative per assicurare a tutti i cittadini acqua potabile di qualità e accessibile. Mentre nei paesi in via di sviluppo l’attenzione è concentrata sullo sviluppo di sistemi idrici sicuri, nei paesi più sviluppati la disponibilità dei servizi idrici è migliore. Il rapporto Eurostat sull’ambiente mostra che la disponibilità di acqua nei paesi europei è a un buon livello. La maggioranza della popolazione europea è collegata a reti di acquedotto con proporzioni vicine al 100% in molti paesi e l’utilizzo della risorsa idrica appare sostenibile nel lungo periodo in gran parte dei paesi europei. Rimane invece di forte attualità la necessità di rendere operativi impianti di depurazione in grado di restituire all’ambiente le acque reflue. La percentuale Secondo l’OMS, ancora oggi nel mondo di cittadini collegata a impianti un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile di depurazione delle acque è inferiore all’80% del totale in 12 dei 27 paesi europei. Nel 2009 il servizio di fognatura copre in Italia il 93% delle esigenze del territorio mentre il servizio di depurazione copre l’85% delle esigenze del territorio (percentuale che scende al 71% nel sud Italia); in Emilia-Romagna queste percentuali salgono al 94% e al 93% (Fonte: Conviri, Rapporto sullo stato dei servizi 2011). Il dibattito acceso, e a volte forse eccessivamente ideologico, che avvolge il tema dell’acqua fa però capire quanto questa risorsa così semplice e allo stesso tempo così preziosa sia considerata molto importante dalle persone. 7 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile L’acqua viene considerata come un bene indispensabile, un diritto al quale non si può rinunciare e che va gestito con molta attenzione. Nel giugno 2011 il referendum sulla gestione del servizio idrico integrato ha abrogato la norma che prevedeva come modalità ordinarie di affidamento del servizio idrico integrato la procedura competitiva a evidenza pubblica oppure l’affidamento a società a partecipazione “mista” pubblica e privata (quest’ultima modalità doveva però sottostare a determinate condizioni). L’esito del referendum rimuove quindi il divieto di affidare il servizio ad aziende controllate al 100% dagli enti locali senza gara e l’obbligo per gli enti locali di affidare il servizio idrico con gara rendendo più complicato il superamento di una gestione della risorsa idrica particolarmente frammentata in Italia. Nel 2008 l’Istat contava 3.351 gestori dei servizi idrici, un numero sensibilmente elevato anche se inferiore ai 7.826 gestori presenti nel 1999 e agli oltre 13.000 presenti nel 1994, anno di approvazione della legge n.36 che ha avviato il percorso di riorganizzazione del sistema di gestione del servizio idrico nazionale. A conferma dell’elevata parcellizzazione della gestione del servizio idrico si può notare1 come nel 2010 le prime dieci aziende attive nella distribuzione gas rappresentano il 70% del totale delle aziende in termini di volumi distribuiti, quelle elettriche addirittura il 98% mentre le prime dieci aziende che gestiscono il servizio idrico nei capoluoghi di provincia italiani servono soltanto il 44% dei cittadini italiani. Hera in 2 parOle Hera è una delle principali società multiutility in Italia; e opera in 241 comuni delle province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Ravenna, Rimini, Pesaro-Urbino e in tre comuni della provincia di Firenze. Hera fornisce servizi energetici (gas, energia elettrica), idrici (acquedotto, fognatura e depurazione) e ambientali (raccolta e smaltimento rifiuti) per un bacino complessivo di oltre 3 milioni di cittadini. Nel 2011 Hera è stata la prima multiutility italiana nel settore ambiente in termini di rifiuti trattati (5,1 milioni di tonnellate), la seconda nel settore idrico in termini di volumi di acqua erogata (254 milioni di metri cubi), Fonte: AEEG, Relazione annuale 2011 per gas ed energia elettrica; elaborazioni su dati Federconsumatori, VIII Inda- 1 8 gine sulle tariffe dei servizi idrici per il servizio idrico. Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile il quarto operatore italiano nel settore gas in termini di gas venduto (3,3 miliardi di metri cubi) e l’ottavo operatore italiano nel settore energia elettrica in termini di energia elettrica venduta (10 terawattora). Il Consiglio di Amministrazione di Hera beve acqua di rubinetto! i numeri chiave di hera (2011) Clienti gas 1.114.500 Gas venduto 3.321 milioni di m3 Clienti acqua 1.185.400 Acqua venduta Clienti energia elettrica 253,7 milioni di m3 482.100 Energia elettrica venduta 9.996 GWh Rifiuti trattati 5.107.100 t Lavoratori a tempo indeterminato al 31/12 6.484 Un report per navigare... in buone acque L’obiettivo del presente report è di rendere accessibili a un ampio pubblico i dati relativi alle attività svolte e i risultati raggiunti dal Gruppo Hera per garantire la qualità dell’acqua potabile. Il documento approfondisce i seguenti temi: Il sistema di governo delle acque per descrivere ruoli e responsabilità dei pianificatori, controllori e gestori (cap. “Alla fonte di tutto: il governo dell’acqua”). I processi di trattamento e distribuzione delle acque per far conoscere le tecniche adottate (cap. “Dal ciclo idrico al servizio idrico passando per la gestione integrata”) dedicando un approfondimento al campo pozzi di Tiro a Segno a Bologna per esplorare con maggior dettaglio le caratteristiche di un impianto strategico per il territorio2. Ogni edizione di “In buone acque” prevede un approfondimento su uno dei principali impianti di potabilizzazione 2 gestiti da Hera elencati nel capitolo “Lo schema del servizio idrico di Hera”. 9 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile I dati dei monitoraggi effettuati da Hera e dagli organi di controllo per descrivere la qualità delle acque (cap. “I controlli per essere ... in buone acque” e “L’acqua di rubinetto è buona e garantita: i dati sulla qualità”). Le iniziative di Hera per illustrare l’impegno sia dal punto di vista della ricerca sia della comunicazione e relazione con il territorio (cap. “L’impegno di Hera oltre la qualità”). L’accessibilità di dati e informazioni, talvolta complesse, a un ampio pubblico è perseguita attraverso: l’utilizzo di un linguaggio non tecnico supportato da un’appendice “I parametri oggetto di rendicontazione in questo report” e da un glossario che mirano ad aumentare la comprensione di alcuni termini tecnici; la selezione di un set di indicatori in grado di descrivere la qualità delle acque evitando di “far affogare” il lettore in un mare di dati. Circa i contenuti del report si precisa che: la competenza di Hera in materia di distribuzione dell’acqua termina al contatore (come previsto dall’art. 5 del D.Lgs. n. 31/2001); pertanto, i dati forniti non possono considerare eventuali modifiche ai parametri qualitativi che dovessero essere determinate dalle caratteristiche della rete interna all’abitazione dei clienti; i dati riportati nel documento descrivono la qualità dell’acqua potabile rapportati ai limiti di legge e rilevati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2011 nell’ambito del territorio dell’Emilia Romagna3 gestito da Hera attraverso le sette strutture operative territoriali di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Imola-Faenza, Modena, Ravenna e Rimini; il capitolo “Alla fonte di tutto: il governo dell’acqua” e il paragrafo “L’attività di controllo delle Aziende Usl” sono stati redatti con il contributo del Servizio Veterinario e Igiene degli Alimenti della Direzione Sanità e Politiche Sociali dell’Assessorato Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna; il capitolo “I controlli per essere ... in buone acque” riporta i dati relativi alla qualità dell’acqua derivanti dalle analisi effettuate nel 2011 dai laboratori Arpa per conto delle Aziende Usl. I dati sono stati forniti da Arpa Emilia-Romagna e dal Servizio Veterinario e Igiene degli Alimenti della Direzione Sanità e Politiche Sociali dell’Assessorato Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna. Oltre al territorio gestito in Emilia Romagna Hera gestisce l’acqua potabile in tre comuni della provincia di Firenze 3 10 e in tre comuni della provincia di Pesaro-Urbino. I dati riportati nel report fanno riferimento anche a questi comuni Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Alla fonte di tutto: il governo dell’acqua Le attuali politiche di tutela dei corpi idrici vedono il coinvolgimento di numerosi attori, protagonisti ciascuno di una fase del processo di governo dell’acqua: regolamentazione e pianificazione, gestione e controllo. Regolamentazione e pianificazione La Regione Emilia-Romagna, attraverso la definizione di linee guida e di indirizzi strategici, esercita la funzione normativa di regolamentazione della risorsa idrica in accordo con le Autorità di Bacino, le Province e i Comuni. Tale ruolo viene espletato dalla Direzione Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa, attraverso l’elaborazione del Piano di Tutela delle Acque, strumento di pianificazione con il quale vengono individuate le misure necessarie per la tutela della risorsa idrica, dal punto di vista qualitativo e quantitativo, con l’obiettivo di perseguire: il mantenimento o il riequilibrio del bilancio idrico tra disponibilità e prelievi, indispensabile per definire gli usi compatibili delle risorse idriche al fine della loro salvaguardia nel futuro; la stima delle caratteristiche di qualità dei corpi idrici attraverso l’intensificazione del monitoraggio e la conseguente definizione degli interventi per il raggiungimento degli obiettivi di qualità. Alla Direzione Sanità e Politiche Sociali e in particolare al Servizio Veterinario e Igiene degli Alimenti spetta, a tutela della salute pubblica, il coordinamento delle attività delle Aziende Usl, che si concretizza principalmente nell’emanazione di atti di indirizzo contenenti i criteri per la predisposizione dei piani di controllo delle acque destinate al consumo umano, a opera delle Aziende Usl, e nella verifica della loro corretta attuazione. Accanto al Piano di Tutela delle Acque, viene elaborato il Piano d’Ambito, strumento di regolamentazione e pianificazione del servizio idrico integrato redatto dall’Agenzia Territoriale Regionale. L’Agenzia Territoriale Regionale ha il compito di rappresentare la domanda collettiva del servizio e di regolarne la produzione ed erogazione all’utenza. Attraverso il Piano d’Ambito sono definiti: 11 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile gli obiettivi di miglioramento del servizio idrico per il raggiungimento di standard di qualità, con definizione al tempo stesso degli investimenti occorrenti e dei livelli minimi del servizio; l’ottimizzazione del sistema tariffario, con copertura dei costi e metodologie premianti l’efficienza e la qualità del servizio; le politiche di gestione relative al risparmio, al riuso e alla destinazione di risorse più pregiate per gli usi potabili. In Emilia Romagna l’organizzazione del servizio idrico integrato è demandata alla nuova Agenzia Territoriale Regionale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e i rifiuti, istituita con legge regionale n. 23/2011, a seguito della necessaria riorganizzazione dei servizi dopo la soppressione delle Autorità di Ambito Territoriale. Principio cardine della nuova strutturazione del servizio idrico e rifiuti è la creazione di un unico ambito ottimale coincidente con il territorio regionale. La nuova Agenzia opera su due livelli cui competono distinte funzioni di governo: un ambito regionale e strutture a livello provinciale. È dotata anche di una struttura tecnico operativa, presieduta da un direttore, anch’essa organizzata per articolazioni territoriali. Il Consiglio d’Ambito Regionale ha la funzione, tra l’altro, di: approvare la ricognizione delle infrastrutture; decidere relativamente alle modalità di affidamento del servizio; definire le linee guida vincolanti per l’approvazione dei piani degli interventi; approvare lo schema tipo della carta dei servizi, nonché la relativa adozione da parte dei gestori. I Consigli locali provvedono fra l’altro: a proporre al Consiglio d’ambito le modalità specifiche di organizzazione e gestione dei servizi; ad approvare il piano degli interventi, nel rispetto delle linee guida; a controllare le modalità di effettuazione del servizio da parte dei gestori ed a predisporre una relazione annuale al Consiglio d’ambito. In rappresentanza degli interessi degli utenti dei servizi, ai fini del controllo della qualità del servizio idrico integrato e del servizio di gestione dei rifiuti urbani, presso il Consiglio d’ambito dell’Agenzia è istituito il Comitato consultivo degli utenti e dei portatori di interesse. 12 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile A proposito della tariffa del servizio idrico Allo stato attuale le tariffe relative al ciclo idrico sono determinate dall’Agenzia Territoriale Regionale per tutte le sue componenti costituite dalla quota fissa, dalla quota variabile acqua e dalle quote per la fognatura e per la depurazione. Le tariffe applicate da Hera sono quindi quelle deliberate dall’Agenzia Territoriale Regionale sulla base degli accordi sottoscritti. La legge Galli del 1994, così come il Testo Unico dell’ambiente (D.Lgs. n.152/2006), stabilisce che le tariffe del servizio idrico integrato debba no copr i r e i nt er a ment e i costi di gestione del servizio e il recente referendum ha abrogato, in questo contesto normativo, il riconoscimento, nella tariffa del servizio idrico integrato, della remunerazione del capitale investito secondo un tasso di rendimento prestabilito (definito con decreto ministeriale nel 1996 nella misura del 7% del capitale investito). Nel territorio servito da Hera la situazione tariffaria è da questo punto di vi- sta piuttosto variegata. Nel complesso, le tariffe del servizio idrico integrato in vigore nel 2010 nei comuni serviti da Hera coprono il 97,6% della somma dei costi sostenuti per la gestione del servizio e della corretta remunerazione del capitale investito. Con il referendum di giugno 2011, si è deciso di modificare la metodologia di definizione della tariffa eliminando la voce “remunerazione del capitale investito”. Questa quota va a coprire gli oneri finanziari, ovvero gli interessi passivi sul debito contratto che devono essere pagati da Hera a coloro che hanno finanziato gli investimenti sulle infrastrutture, copre le imposte corrisposte allo Stato e, per la parte rimanente, rappresenta utile netto per il gestore. Tuttavia, a oggi il legislatore non ha ancora definito le modalità necessarie per recepire l’esito del referendum. Con la legge n. 214/2011 tuttavia si è stabilito il passaggio delle funzioni di regolazione economica e non economica, nonché di 13 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile controllo del settore idrico, all’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG), mansioni da definirsi in dettaglio con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che alla data di redazione del presente rapporto, non è stato ancora emanato. Nel frattempo, il 22 maggio 2012 l’AEEG ha pubblicato un documento di consultazione nell’ambito del procedimento per l’adozione di provvedimenti tariffari in materia di servizi idrici. Con questa prima consultazione l’AEEG intende sottoporre agli stakeholder alcune valutazioni preliminari sullo sviluppo della regolazione tariffaria in materia di servizio idrico integrato. Nel 2012 Hera ha avviato una campagna informativa per illustrare come vengono definite le tariffe del servizio idrico, quali sono gli elementi che le compongono e che le influenzano e come vengono applicate. La campagna “Tariffe chiare come l’acqua” è consistita in dieci cartoline, divulgate in 130 mila copie attraverso i quotidiani locali, e una sezione di approfondimento all’interno del sito web del Gruppo (www.gruppohera.it/acqua). Gestione I gestori sono le organizzazioni che materialmente forniscono il servizio ai cittadini, sulla base dell’affidamento realizzato dall’Agenzia Territoriale Regionale con il Piano d’Ambito. Il servizio viene regolato grazie alle convenzioni di servizio, documenti contrattuali che indicano gli standard e le prestazioni da garantire, il costo del servizio e i relativi piani finanziari, le penali e le sanzioni in caso di mancata osservazione di quanto previsto. Pertanto, i gestori e l’Agenzia Territoriale Regionale collaborano sul territorio di competenza per delineare al meglio lo schema dei servizi, in un’ottica di ottimizzazione del sistema. Generalmente, il gestore si occupa anche di varie attività amministrative quali: stipula, modifica e cessazione dei contratti di erogazione del servizio idrico integrato o di parti di esso, misurazione e registrazione dei prodotti erogati e delle prestazioni effettuate, fatturazione e riscossione delle tariffe. 14 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Controllo La funzione di monitoraggio ambientale e di controllo dell’acqua viene esercitata, a livello locale, da una pluralità di soggetti, con specifiche competenze: l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, le Aziende Usl, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e l’Ambiente (Arpa) e l’Agenzia Territoriale Regionale. A livello nazionale, la legge n. 106/2011, aveva previsto la creazione di un’Agenzia di regolazione nazionale, ma prima ancora che si potesse concretizzare, è subentrata una nuova disposizione con la legge n. 214/2011 che stabilisce la soppressione dell’ Agenzia di regolazione nazionale e il passaggio delle funzioni di regolazione economica e non economica, nonché di controllo del settore idrico, all’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, mansioni che saranno definite puntualmente con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che alla data di redazione del presente report non è ancora stato emanato. Le Aziende Usl, alle quali spetta la tutela della salute pubblica, esercitano il controllo ufficiale e la vigilanza sulle acque destinate al consumo umano per le quali i Sindaci possono emettere, in qualità di Autorità Sanitarie locali, eventuali ordinanze di non potabilità. I Dipartimenti di Sanità Pubblica sono le strutture delle Aziende Usl incaricate di verificare che l’acqua mantenga le necessarie Campioni per una delle oltre 330.000 analisi sulle acque caratteristiche di potabilità. A tal potabili effettuate nel 2011 nei laboratori del Gruppo Hera fine controllano l’acqua, sulla base di piani che tengono conto degli indirizzi regionali, individuando i punti rappresentativi della qualità degli impianti stessi. In tali punti i Dipartimenti di Sanità Pubblica prelevano l’acqua che sarà poi analizzata dai laboratori dell’Arpa. Effettuano inoltre ispezioni degli impianti degli acquedotti per conoscerne le condizioni strutturali e funzionali e individuare eventuali criticità. L’Agenzia Regionale per la Prevenzione e l’Ambiente (Arpa) effettua il monitoraggio sulla risorsa idrica naturale presente sul territorio attraverso il rileva- 15 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile mento, la validazione e la trasmissione dei dati sullo stato di qualità delle acque al sistema informativo ambientale regionale e nazionale. L’Arpa provvede alla stesura di report tematici finalizzati a costituire la base per eventuali politiche di risanamento della risorsa. Gestisce il monitoraggio della matrice acqua in relazione alle acque interne superficiali e sotterranee, alle acque di transizione e marino costiere, nonché il monitoraggio delle acque destinate alla potabilizzazione in collaborazione con le Aziende Usl. Inoltre fornisce il supporto tecnico per l’analisi delle acque potabili distribuite alla popolazione. L’Agenzia Territoriale Regionale svolge un’attività di controllo dell’attuazione da parte del gestore del Piano di Ambito e del rispetto, sempre da parte del gestore, delle Carte del Servizio. In linea con gli incarichi affidatigli dall’Agenzia Territoriale Regionale, anche il gestore del Servizio Idrico Integrato effettua il controllo della qualità delle acque potabili secondo quanto previsto dalle normative vigenti: il D.Lgs. n. 31/2001 (si veda il cap. “I controlli per essere... in buone acque”) assegna al gestore l’obbligo di garantire la potabilità dell’acqua fino ai punti di consegna agli utenti (contatori). La Carta del Servizio Nella gestione del Servizio Idrico Integrato la tutela della qualità è affidata all’Agenzia Territoriale Regionale con criteri e parametri da diffondere ai cittadini attraverso uno specifico documento denominato “Carta del Servizio”. La Legge della Regione Emilia-Romagna n. 25/1999 affidava alle Agenzie di ATO la responsabilità di deliberare “schemi di riferimento” delle Carte del Servizio e al gestore di redigere le Carte stesse. Dal 2011 risultano applicate le Carte del servizio idrico in tutti i territori serviti. 16 Relativamente alla qualità dell’acqua potabile, l’attuale bozza della nuova Carta dei Servizi prevede, in continuità con la precedente, l’obbligo per il gestore di fornire informazioni, con cadenza almeno semestrale, sui seguenti parametri: pH, durezza totale, residuo secco a 180 °C, ammonio, nitrati, nitriti, cloruri e fluoruro. Tali dati sono disponibili, per singolo Comune e in confronto con i limiti fissati dalla normativa, sul sito internet del Gruppo dal mese di marzo 2008. Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Dal ciclo idrico al servizio idrico, passando per la gestione integrata Il servizio idrico integrato rende l’acqua disponibile in natura fruibile all’uso e consumo umano e la restituisce depurata all’ambiente. Hera è presente nella gestione del servizio idrico in 227 comuni per un bacino di utenza di oltre 3 milioni di abitanti. Il concetto di servizio idrico attiene alla cultura in quanto riferito all’attività dell’uomo finalizzata a soddisfare i bisogni idrici nelle strutture sociali. Diverso è il ciclo idrico, o ciclo idrologico, che invece attiene alla natura e descrive il trasferimento delle masse idriche (nelle diverse forme di aggregazione) fra atmosfera, suolo e sottosuolo. L’attività svolta dal Gruppo Hera riguarda dunque il servizio idrico e, in particolare, la gestione integrata di tutte le fasi necessarie a rendere l’acqua fruibile e disponibile all’uso e consumo civile e industriale: dal prelievo alla potabilizzazione fino alla distribuzione agli utenti, dalla gestione dei sistemi fognari alla depurazione fino alla restituzione delle acque all’ambiente. i numeri del servizio idrico hera Comuni serviti 227 Cittadini serviti 3,1 milioni Volumi venduti 254 milioni di m3 Impianti di potabilizzazione 326 Rete acquedottistica 31.260 km Rete fognaria 15.000 km Impianti di depurazione 848 17 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Il sistema di fitodepurazione di Bentivoglio (Bologna). In Italia ancora il 15% delle esigenze del territorio non sono coperte dal servizio di depurazione La carta d’identità del servizio acquedottistico di Hera La gestione dell’insieme degli impianti di captazione, potabilizzazione e distribuzione dell’acqua sino al cliente finale (punti 1, 2 e 3 della figura “Il servizio idrico integrato di Hera”) costituisce il cosiddetto servizio acquedottistico. Nell’ambito del servizio acquedottistico civile, cioè dedicato alle acque destinate al consumo umano, Hera ha gestito nel 2011: 1.415 punti di captazione, 326 impianti di potabilizzazione (esclusi i punti di disinfezione integrativa in rete), 31.260 chilometri di rete di distribuzione. Il 53,8% della rete di distribuzione è in materiale plastico, il 21,3% in cemento-amianto, il 17,1% in acciaio, il 6,6% in ghisa e la parte restante in altri materiali. I dati riportati nei seguenti paragrafi sono relativi alla gestione acquedottistica effettuata dalle Strutture Operative Territoriali di Hera in 165 comuni dell’Emilia Romagna, cui si aggiungono, per ragioni storiche di contiguità territoriale, 3 comuni della Toscana e 3 delle Marche (dal 1° gennaio 2012 il servizio in questi 3 comuni è passato a Marche Multiservizi). Dal 1° gennaio 2012, a seguito degli esiti di un referendum popolare che ha sancito il passaggio di 7 comuni dalla regione Marche alla regione EmiliaRomagna, il servizio idrico viene gestito dalla SOT di Rimini e non più da Marche Multiservizi in 4 di questi. 18 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile il servizio idrico integrato di hera 1 CAPTAZIONE/PRELIEVO Le acque potabili, quelle per uso irriguo e uso industriale, vengono prelevate dall’ambiente con opere di captazione diverse a seconda del tipo di fonte (sorgente, pozzo, ecc) 6 RESTITUZIONE ALL’AMBIENTE Al termine del ciclo le acque sono restituite all’ambiente 5 DEPURAZIONE Gli impianti di depurazione migliorano le caratteristiche delle acque reflue attraverso processi chimico-fisici e biologici, garantendo che il loro scarico non alteri gli ecosistemi naturali 4 MONITORAGGIO E CONTROLLO Allo scopo di assicurare la qualità dell’acqua erogata e di quella restituita all’ambiente, tutte le fasi del ciclo sono sottoposte a una estesa e complessa attività di controllo effettuata sia presso gli impianti, sia mediante analisi di laboratorio su campioni appositamente prelevati FOGNATURA Le acque reflue domestiche e industriali vengono raccolte da un sistema di reti e impianti che le convoglia agli impianti di depurazione 2 POTABILIZZAZZAZIONE L’acqua raccolta viene sottoposta a trattamenti specifici per assicurare i requisiti di qualità stabiliti dalla legge, migliorandone le caratteristiche chimico-fisiche, biologiche e organolettiche 3 DISTRIBUZIONE L’acqua viene distribuita attraverso un sistema di reti e impianti in grado di garantire le portate e le pressioni necessarie nelle diverse aree, nonché di preservare le caratteristiche qualitative dell’acqua 19 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Quant’è un metro cubo di acqua Un metro cubo (mc oppure m3) d’acqua corrisponde a mille litri (L) d’acqua che pesano una tonnellata (1.000 kg). Considerando che una vasca da bagno contiene tra i 100 e i 160 litri di acqua, un metro cubo di acqua corrisponde a 6-10 bagni nella vasca di casa. Considerando invece che i consumi di una doccia si aggirano sui 15 litri al minuto, un metro cubo di acqua corrisponde a circa 22 docce. La captazione: da dove arriva l’acqua che beviamo Hera preleva l’acqua da diverse fonti di approvvigionamento: acque superficiali (torrenti, fiumi e laghi), falde prevalentemente di pianura e sorgenti dislocate sul territorio collinare e montano. Nel 2011 i prelievi da falda sono stati pari a circa il 46% del totale, quelli da acque superficiali sono stati pari al 48% mentre il prelievo da sorgenti è stato di poco inferiore al 6%. Nel 2011 Hera ha immesso nelle reti di distribuzione dell’acquedotto civile circa 304 milioni di metri cubi di acqua, facendo registrare un incremento dell’1,4% rispetto al valore del 2010. Confrontando invece il volume immesso in rete con quello del 2008 si può evidenziare una riduzione dello 0,5% che corrisponde a un minore prelievo di acqua dall’ambiente per 1,5 milioni di metri cubi. Nel 2008 si era a sua volta registrata (a parità di perimetro) una riduzione dell’1,5% rispetto all’anno precedente (pari a circa 4 milioni di metri cubi). Complessivamente, quindi, l’acqua immessa nelle reti di distribuzione dell’acquedotto civile si è ridotta tra il 2007 e il 2011 di 5,5 milioni di metri cubi pari all’1,8% dell’immesso in rete nel 2011. Acqua immessa nell’acquedotto civile per fonte di approvvigionamento (migliaia di m3) 2008 2009 2010 2011 Falda 143.767 146.412 128.651 139.852 Acque superficiali 144.121 139.476 152.766 145.152 Sorgenti 16.311 16.936 17.380 17.653 Totale 304.199 302.824 298.797 302.657 Interscambio tra SOT 1.347 1.322 1.136 1.338 Totale complessivo 305.546 304.146 299.933 303.995 20 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Impianto di potabilizzazione Val di Setta (Bologna) Dal 2010, con la realizzazione dell’adduttore Reno-Setta, l’acqua prelevata da falda si è ridotta di circa 10 milioni di metri cubi Il 48% dell’acqua immessa in rete proviene da fiumi e laghi Il mix di fonti utilizzato dipende dalle risorse idriche naturali e dagli impianti presenti nei singoli territori, nonché dalla disponibilità idrica nei diversi mesi dell’anno. Le fonti superficiali sono maggiormente soggette a variazioni quantitative nel tempo a causa della diversa disponibilità idrica. Il lieve incremento del volume totale dell’acqua immessa in rete registrato nel 2011 rispetto al 2010 è stato determinato dalle condizioni climatiche contraddistinte da precipitazioni molto scarse che hanno portato in generale a una ridotta disponibilità di acque superficiali. Questa ridotta disponibilità è stata compensata in Romagna con l’utilizzo di acqua di falda. In particolare le province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini hanno dovuto affrontare una vera e propria condizione di emergenza idrica (sancita dal Decreto del Presidente della Regione Emilia Romagna 214/2011 che ha dichiarato lo stato di crisi) che ha determinato una notevole riduzione dei volumi forniti dall’Acquedotto della Romagna (invaso di Ridracoli). Le elevate richieste di rete hanno richiesto un forte sfruttamento delle riserve idriche sotterranee, con particolare riferimento alle falde riminesi. Con riferimento alla tabella di pagina precedente, si evidenzia come nel 2010 la realizzazione dell’adduttore Reno-Setta abbia portato per il territorio bolognese a una riduzione del 23% nell’acqua prelevata da falda (circa 10 milioni di metri cubi) a fronte di un maggior prelievo di acqua superficiale. Questa variazione si riflette anche nei dati complessivi di Gruppo. Dal primo gennaio 2009 Hera acquista all’ingrosso quasi tutta l’acqua distribuita in Romagna (circa il 94% nel 2011) da Romagna Acque - Società delle Fonti (vedi approfondimento a pagina 34) che gestisce i principali impianti di produzione idrica nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. Da questa data, infatti, è diventato operativo il passaggio della gestione di 301 punti di captazione di acqua da Hera a Romagna Acque-Società delle Fonti (si tratta in particolare di 143 sorgenti, 16 impianti di derivazione da acque superficiali e 142 pozzi). 21 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Acqua immessa in rete per fonte di approvvigionamento (2011) SOT Bologna SOT Ferrara SOT ForlìCesena SOT ImolaFaenza SOT SOT Modena Ravenna SOT Rimini Totale 100% 80% 60% 40% 20% Falda Acque superficiali Sorgenti 0% La potabilizzazione: quando l’acqua diventa buona da bere I trattamenti di potabilizzazione sono finalizzati a rendere l’acqua conforme ai requisiti previsti per gli usi potabili migliorandone gli aspetti organolettici (colore, odore, sapore), chimico-fisici (ad esempio, pH, residuo secco a 180 °C, durezza) e microbiologici (ad esempio, Escherichia coli). I principali trattamenti, illustrati in ordine di sequenza tra loro, sono i seguenti. Sedimentazione: è un processo fisico che consente di rimuovere le sostanze solide sedimentabili presenti nell’acqua dalla quale si separano generalmente per gravità. Chiariflocculazione: consiste nell’addizione all’acqua di alcuni composti chimici (es. sali d’alluminio) che favoriscono l’aggregazione di piccole particelle, non altrimenti sedimentabili, in aggregati più voluminosi, favorendone la rimozione nella rete di filtrazione. Ossidazione: si effettua con idonei agenti chimici (es. biossido di cloro, permanganato di potassio, ozono) che interagiscono con i contaminanti disciolti (sostanze organiche e inorganiche), facilitandone la rimozione. Filtrazione: serve a eliminare le particelle ancora presenti dopo i precedenti processi. La filtrazione su sabbia è un processo fisico che consente di separare dall’acqua le particelle sfuggite dai comparti di sedimentazione e di chiariflocculazione; la filtrazione su carbone attivo rimuove microinquinanti prevalentemente organici. Disinfezione: è lo stadio di trattamento finale che agisce sulla componente microbiologica residua e assicura l’assenza di microrganismi patogeni; usualmente è effettuata con prodotti a base di cloro (ipoclorito di sodio, biossido di cloro) che consentono un residuo di disinfettante in tutta la fase di distribuzione. 22 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Le acque di migliore qualità all’origine, derivate da sorgenti e pozzi profondi, necessitano in genere di trattamenti semplici (tipicamente sedimentazione, filtrazione e disinfezione) in quanto beneficiano dei fenomeni naturali di “autodepurazione” che avvengono durante la filtrazione dell’acqua nel terreno e negli strati del sottosuolo. Le acque superficiali e alcune acque di falda, specie quelle di pianura, a causa delle loro caratteristiche e della loro vulnerabilità a inquinamenti accidentali, richiedono filiere di trattamento complesse comprendenti in genere molte o tutte le fasi precedentemente descritte. In alcune acque di falda è necessario effettuare trattamenti per la rimozione di inquinanti di origine naturale, quali ammoniaca, ferro e manganese, e di origine antropica, i più comuni dei quali sono i nitrati e taluni composti organoalogenati. Il cloro nell’acqua potabile Nella filiera di trattamento la disinfezione è indispensabile per garantire al consumatore finale un’adeguata protezione igienico-sanitaria. Il dosaggio di disinfettanti a base di cloro, sia nell’impianto di produzione sia lungo la rete di distribuzione, garantisce la rimozione all’origine dei microrganismi potenzialmente patogeni e la persistenza necessaria a evitare il loro sviluppo durante la distribuzione. L’introduzione della clorazione nei primi anni del secolo scorso, unitamente ai trattamenti di filtrazione, ha ridotto drasticamente a livello mondiale la diffusione di patologie connesse all’acqua utilizzata per l’alimentazione. Affinché l’acqua perda l’odore e il sapore derivanti dalla presenza di cloro, è sufficiente adottare piccoli accorgimenti domestici: lasciare l’acqua in una brocca, magari riempiendola e rimettendola nel frigorifero di casa a fine pasto così che sia pronta al pasto successivo, in modo da consentire al cloro di volatilizzarsi gradualmente. Oppure consumarla fredda, l’acqua a bassa temperatura risulta più gradevole. Nella mappa e nella tabella successiva sono riportati i principali impianti di potabilizzazione da cui si alimentano gli acquedotti civili gestiti da Hera, con una produzione di circa 690.000 metri cubi di acqua al giorno, pari a circa l’83% dell’acqua immessa in rete. La mappa mostra anche le principali reti di distribuzione che si sviluppano nel territorio servito. Nel territorio delle SOT di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini 301 punti di captazione su 367 complessivi sono gestiti da Romagna Acque - Società delle Fonti. 23 sot modena Impianti minori 65 Punti di captazione 255 Sorgenti 171 Derivazioni da acque superficiali 3 Pozzi 81 Pozzi Marzaglia Pozzi Stellata Po C P Pozzi Cognento Modena Pozzi Formigine Pozzi San Vitale Pozzi Modena Sud Pozzi Sassuolo Pozzi San Cesario sot bologna Impianti minori 58 Punti di captazione 254 Sorgenti 193 Derivazioni da acque superficiali 4 Pozzi 57 Pozzi Tiro a Segno Bologna Pozzi Borgo Panigale Centrale Val di Setta Pozzi Fossolo Pozzi Mirandola Setta Reno Diga Suviana Suviana Brasimone L’acquedotto gestito da Hera in Emilia Romagna sot imola-faenza *Tra parentesi il numero di impianti e punti di captazione gestiti da Hera Rete Principale Hera Rete Romagna Acque Fiumi e bacini Impianti di potabilizzazione alimentati con acque di falda Impianti di potabilizzazione alimentati con acque di superficie Impianti minori 88 Punti di captazione 251 Sorgenti 200 Derivazioni da acque superficiali 6 Pozzi 45 Po sot ferrara Centrale Pontelagoscuro Ferrara Impianti minori 1 Punti di captazione 34 Sorgenti 0 Derivazioni da acque superficiali 3 Pozzi 31 Mare Adriatico sot ravenna* Reno Impianti minori 2 (0) Punti di captazione 4 (0) Sorgenti 0 (0) Derivazioni da acque superficiali 1 (0) Pozzi 3 (0) NIP Centrale Bubano Ravenna Imola sot rimini* Pozzi Imola Forlì Cesena Pozzi Forlì Impianti minori 80 (52) Punti di captazione 180 (66) Sorgenti 68 (59) Derivazioni da acque superficiali 11 (5) Pozzi 101 (2) Pozzi Anello Nord Pozzi Raggera Pozzi Cesena Rimini Centrale Campana Pozzi Polveriera sot forlì-cesena* Impianti minori 54 (0) Punti di captazione 181 (0) Diga di Ridracoli Sorgenti 133 (0) Ridracoli Derivazioni da acque superficiali 9 (0) Pozzi 39 (0) Diga Conca Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile principali impianti in cui si potabilizza l’acqua distribuita da hera (2011) Tipo Fonte Trattamento1 Centrale Val di Setta superficie (torrente Setta) B Pozzi Borgo Panigale falda A Pozzi Tiro a Segno falda C Pozzi San Vitale falda B Pozzi Fossolo falda C Pozzi Mirandola falda A Diga Suviana superficie (bacino di Suviana) B Bubano5 superficie (bacini di Bubano) C Pozzi Imola Diga Ridracoli4 falda A superficie (bacino di Ridracoli) B falda B Pozzi Forlì2 falda A superficie (fiume Po) C Pozzi Stellata falda C Pozzi Cognento falda A Pozzi Cesena 2 Centrale Pontelagoscuro Pozzi Modena sud falda A Pozzi Marzaglia falda A Pozzi San Cesario falda A Pozzi Tommaselli falda A Pozzi Santa Cecilia falda A superficie3 C Centrale Campana2 falda B Pozzi Polveriera falda A Pozzi Anello Nord2 falda A falda B superficie (bacino del Conca) C NIP2 2 Pozzi Raggera 2 Diga Conca2 1 La tipologia di trattamento è riportata in tabella con i seguenti codici: A = trattamento fisico semplice e/o disinfezione B = trattamento fisico e chimico normale e disinfezione C = trattamento fisico e chimico spinto con affinazione e disinfezione 26 Impianti gestiti dal 1° gennaio 2009 da Romagna Acque - Società delle Fonti 3 Fiume Reno, fiume Lamone, fiume Po tramite Canale Emiliano Romagnolo 2 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Comune Provincia Produzione media (m3/g) Abitanti massimi servibili Sasso Marconi BO 125.048 829.440 Bologna BO 34.228 Bologna BO 23.025 Calderara di Reno BO 25.195 311.000 Bologna BO 6.795 62.000 San Lazzaro di Savena BO 9.013 62.000 Castel di Casio BO 4.779 33.000 Mordano BO 14.111 159.000 Imola BO 15.791 116.000 Santa Sofia FC 140.742 1.244.000 Forlì FC 13.103 163.000 Cesena FC 14.452 104.000 Ferrara FE 75.000 215.000 Bondeno FE 6.280 35.000 Modena MO 23.700 138.000 Modena MO 1.800 40.000 Modena MO 24.700 138.000 San Cesario sul Panaro MO 14.700 83.000 Formigine MO 17.500 66.000 Sassuolo MO 12.100 49.000 Ravenna RA 39.832 300.000 Rimini RN 14.516 156.000 Rimini RN 8.849 86.000 Rimini RN 11.797 69.000 Rimini RN 10.963 69.000 Misano Adriatico RN 1.552 35.000 L’impianto di potabilizzazione di Santa Sofia in cui si tratta l’acqua dell’invaso di Ridracoli è gestito da Romagna Acque - Società delle Fonti fin dalla sua realizzazione 4 380.160 L’impianto produce acqua per la rete industriale parte della quale viene potabilizzata e immessa nell’acquedotto civile. I valori riportati si riferiscono solo alla quota destinata alla potabilizzazione 5 27 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Acqua immessa in acquedotto civile per tipologia di trattamento (2011) Sola disinfezione Disinfezione e altri trattamenti Totale 23% 77% 100% Territorio di SOT Ferrara 0% 100% 100% Territorio di SOT Forlì-Cesena 15% 85% 100% Territorio di SOT Imola-Faenza 28% 72% 100% Territorio di SOT Modena 99% 1% 100% Territorio di SOT Ravenna 0% 100% 100% Territorio di SOT Rimini 67% 33% 100% Totale 37% 63% 100% Territorio di SOT Bologna I processi di trattamento possono prevedere la semplice disinfezione oppure modalità più complesse a seconda della qualità dell’acqua di approvvigionamento. In generale prevalgono trattamenti complessi: nei territori di Ravenna e Ferrara rappresentano il 100% in quanto si utilizzano acque derivate da corsi idrici a elevati impatti ambientali e vulnerabili a inquinamenti accidentali. Rimini e Modena invece hanno un approvvigionamento prevalente da acqua di falda con caratteristiche all’origine tali da consentire la semplice disinfezione che risulta quindi la tipologia di trattamento prevalente. Impianto di potabilizzazione di Val di Setta (Bologna) che produce giornalmente 125 mila metri cubi di acqua buona e sicura per 800.000 persone 28 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile La rete idrica come la rete stradale: autostrade, vicoli e raccordi per servire l’acqua nel posto giusto e al momento giusto La distribuzione: l’acqua al posto giusto nel momento giusto L’acqua potabilizzata viene immessa nella rete di distribuzione e, attraverso serbatoi di compenso e impianti di sollevamento, raggiunge i clienti finali scorrendo senza bisogno di energia supplementare fino ai rubinetti. Lungo le reti di distribuzione, che seguono in genere le direttrici stradali, sono presenti impianti cosiddetti “in linea”, destinati a garantire una regolazione delle pressioni di esercizio e/o una disinfezione di copertura. Da tali reti si diramano gli allacciamenti che le collegano con le reti interne dei clienti finali. L’esistenza di serbatoi di compenso permette una costante erogazione del servizio, consentendo di rendere parzialmente indipendenti le quantità immesse in rete da quelle prelevate dall’utenza e garantendo volumi di riserva per sopperire a eventuali fuori servizio impiantistici. Il sistema acquedottistico di Bologna: il campo pozzi di Tiro a Segno Il principale sistema acquedottistico presente nel territorio bolognese serve la città di Bologna, i comuni della pianura e della prima collina bolognese e parte dei comuni dell’area montana ed è alimentato dalla centrale di potabilizzazione Val di Setta a Sasso Marconi (che preleva l’acqua dal torrente Setta e dal fiume Reno) e dai pozzi di falda sulle conoidi del fiume Reno e dei torrenti Savena e Idice. Ulteriori acquedotti sono presenti a San Giovanni in Persiceto e Bazzano (alimentati dai campi pozzi della conoide del fiume Panaro) e nel territorio montano (alimentati principalmente da captazioni superficiali come quella presso il lago di Suviana e da sorgenti locali). Il principale di questi è l’acquedotto di Suviana servito dal potabilizzatore sulle rive dell’omonimo lago. Con 81,5 milioni di metri cubi distribuiti nel 2011, pari a circa il 90% del totale dei volumi prodotti dagli acquedotti bolognesi, l’acquedotto principale di Bologna ha alimentato un bacino di utenza di 770 mila abitanti. Il fabbisogno idrico viene soddisfatto in misura prevalente dalla centrale Val di Setta, la cui produzione 2011 è stata pari a 45,6 milioni di metri cubi, e integrata dalle acque di falda dei campi pozzi Borgo Panigale, Tiro a Segno e Fossolo (nel comune di Bologna), San Vitale (nel comune di Calderara di Reno) e Mirandola (nel comune di San Lazzaro). 29 Campo pozzi di Manzolino San Giovanni in Persiceto Campo pozzi di San Vitale Campo pozzi di Magazzino ACQUEDOTTO PRIMARIO Campo pozzi di Tiro a Segno Campo pozzi di Fossolo Bazzano Campo pozzi di Borgo Panigale Campo pozzi di Mirandola BOLOGNA Centrale di Val di Setta F. R e no Savigno ett T. S T. Brasimone Camugnano T. Setta F. R en o F. Lim entra Acquedotto Suviana a Vergato Castel d’Aiano Invaso Suviana Invaso Brasimone Diga di Suviana Nel territorio bolognese sono presenti otto sistemi acquedottistici di cui il principale, l’acquedotto primario, con 81,5 milioni di m3 distribuiti nel 2011 ha coperto il 90% dei fabbisogni idrici del comprensorio (770.000 abitanti) Le acque prelevate dalla falda vengono sottoposte a sola disinfezione negli impianti Borgo Panigale e Mirandola, mentre nei rimanenti subiscono anche un processo di filtrazione; le potenzialità di tali impianti sono variabili tra 100 e 900 litri al secondo. Una galleria scavata nella roccia nel 15 d.C., denominata “cunicolo romano”, drena le acque del torrente Setta in prossimità della centrale Val di Setta e le trasporta per gravità all’impianto di rilancio di Viale Aldini. L’architettura della rete si sviluppa con dorsali di grande diametro (fino a 1,5 metri) che collegano i principali impianti di produzione e trasportano le acque fino alle zone periferiche del territorio. Una delle principali, denominata “tangenziale idrica”, cinge ad anello la città di Bologna e mette in collegamento i due principali serbatoi di compenso ubicati ai piedi della collina nei comuni di Casalecchio di Reno e San Lazzaro di Savena. Tali serbatoi, con un volume di 40.000 metri cubi ciascuno, consentono di fare fronte alle richieste di punta delle utenze e di compensare eventuali fermi degli impianti 30 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile di produzione. La distribuzione alle utenze avviene per mezzo di una rete di distribuzione capillare nella quale, per mezzo di valvole pilotate per la riduzione della pressione, viene mantenuto un valore di pressione ottimale per garantire la qualità del servizio e per contenere le perdite idriche. L’entrata in esercizio del campo pozzi Tiro a Segno, situato sulla sponda destra del fiume Reno, risale al 1937, quando per mezzo di 6 pozzi profondi 220 metri era possibile prelevare fino a 300 litri al secondo. La potenzialità massima della centrale, attualmente pari a 900 litri al secondo, è il risultato di successivi ampliamenti e ammodernamenti che hanno aumentato la dotazione a 13 pozzi in grado di sfruttare l’acquifero della conoide alluvionale del fiume Reno fino ad una profondità di 350 metri di profondità. Esistono due distinte reti pozzi interne all’impianto, in funzione della qualità dell’acqua captata: l’acqua che non richiede alcun trattamento particolare per la sua potabilizzazione viene immessa direttamente nella rete di distribuzione attraverso i gruppi di sollevamento; l’acqua che necessita di trattamenti di potabilizzazione viene invece inviata all’impianto di filtrazione. La filtrazione è a doppio stadio: le acque captate dalla falda transitano in successione prima attraverso filtri a sabbia attivati biologicamente per la rimozione del ferro e del manganese e poi attraverso filtri a carbone attivo per la rimozione di organo alogenati dovuti a contaminazione antropica della falda. Le acque di scarico derivanti dal processo di lavaggio dei filtri a sabbia vengono raccolte e trattate in una specifica sezione dell’impianto. Il processo di potabilizzazione si completa con la disinfezione con biossido di cloro che garantisce una clorazione di copertura, in funzione delle portate prodotte e delle concentrazioni di cloro residuo misurate con apposite sonde nell’acqua trattata. La centrale è governata localmente da un sistema di automazione basato su di un PLC che costituisce l’interfaccia fra i vari organi di centrale, i pannelli operatore locali e il sistema di telecontrollo. È a questo sistema che è affidato il corretto funzionamento dell’impianto in ogni condizione di esercizio e che in caso di anomalie provvede a porlo tempestivamente in condizioni di sicurezza e a trasmettere al sistema di telecontrollo i necessari segnali di allarme. La centrale è controllata a distanza da un sistema di telecomando e segnalazione collegato attraverso una linea telefonica di trasmissione dati con il centro di telecontrollo di Forlì. 31 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile 1 LaI 13captazione pozzi presenti, profondi da 145 a 350 metri, hanno struttura classica con sviluppo verticale e grande diametro indicata per lo sfruttamento di risorse idriche allocate in sistemi multistrato profondi con granulometrie degli acquiferi a prevalenza di elementi ghiaiosi. Un pozzo per il prelievo dell’acqua nell’impianto di Tiro a Segno 2 LaLa filtrazione sezione è costituita da due linee paral- lele identiche della potenzialità di 225 litri al secondo e dotate ciascuna di 11 filtri. L’acqua grezza addizionata con ossigeno liquido e miscelata nel primo filtro ossidatore/dissabbiatore transita attraverso il primo stadio di filtrazione a sabbia, costituito da 5 filtri disposti in parallelo. Durante questo processo vengono rimosse le sabbie silicee, trattenuti gli ossidi di ferro e manganese generati a seguito dall’iniezione di ossigeno puro e abbattuta l’ammoniaca per degradazione biologica. Il secondo stadio filtrante, costituito sempre da 5 filtri in parallelo ma a base di carbone attivo, ha la funzione di rimuovere i composti organo alogenati. 32 La sezione di filtrazione a sabbia Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile 3 LaL’acqua disinfezione prodotta è sottoposta al trattamento di disinfezione, che serve a garantire l’assenza di agenti patogeni nell’acqua. La disinfezione è realizzata mediante l’immissione di biossido di cloro prodotto in soluzione liquida per reazione tra acido cloridrico e clorito sodico in presenza di acqua di diluizione. Il funzionamento dell’impianto di disinfezione è condizionato dal regime d’esercizio della centrale. Il corretto dosaggio del disinfettante è controllato da strumenti che misurano il cloro residuo presente nell’acqua trattata. Il trattamento di disinfezione con biossido di cloro Le pompe di rilancio che immettono l’acqua nella rete di distribuzione 4 LaLe potabilizzazione pompe di rilancio ricevono l’acqua sia direttamente dalla rete dei pozzi sia dall’impianto di filtrazione e la immettono nella rete adduttrice. Sono costituite da quattro gruppi elettropompa ad asse verticale di tipo centrifugo, tre da 450 litri al secondo e una da 210 litri al secondo. 33 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Nel 2011 Romagna Romagna Acque-Società delle Fonti S.p.A. è il gestore delle Acque ha fornito fonti di produzione di acqua potabile del territorio romagno- il 37% dell’acqua lo. Opera storicamente nella gestione degli impianti, delle immessa in rete reti e dei serbatoi costituenti l’Acquedotto della Romagna, da Hera Chi è Romagna Acque alimentati dall’invaso di Ridracoli; dal 1° gennaio 2009 gestisce anche tutti gli altri impianti idrici romagnoli situati nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. Le principali fonti di alimentazione di superficie, oltre a Ridracoli, sono il CER (da cui si alimenta il NIP di Ravenna e da cui si alimenterà il nuovo NIP 2, in via di realizzazione), il Lamone e il Reno per il ravennate; il Conca nel riminese. A queste si aggiungono le numerose fonti sotterranee, presenti prevalentemente nel forlivese, nel cesenate e nel riminese (soprattutto nella conoide del fiume Marecchia). Le acque provenienti da queste fonti sono trattate dai diversi impianti dislocati sul territorio: primi fra tutti l’impianto di Capaccio a Santa Sofia e il NIP a Ravenna, a cui si aggiungono numerosi altri piccoli impianti presenti nelle tre province. Attraverso tali strutture la società garantisce a Hera, in qualità di fornitore all’ingrosso, la copertura dell’intero fabbisogno per usi civili del territorio romagnolo. L’acquedotto è costituito da opere, infrastrutture e impianti utilizzati per la raccolta (captazione), il passaggio al successivo trattamento (potabilizzazione), il trasferimento ai serbatoi di accumulo (adduzione) e infine la consegna dell’acqua a Hera S.p.A. che provvede alla successiva distribuzione all’utente finale. Complessivamente, la rete delle condotte di adduzione è lunga circa 600 chilometri. Nel 2011 Romagna Acque ha fornito a Hera quasi 112 milioni di metri cubi di acqua. Il capitale sociale di Romagna Acque-Società delle Fonti S.p.A. è detenuto interamente da enti pubblici del territorio. La mission consiste nel “garantire acqua in qualità e quantità adeguata in ogni momento dell’anno, a tutto il territorio romagnolo, salvaguardando l’ambiente e la risorsa e garantendo impatti tariffari contenuti”. In linea con questo obiettivo, Romagna Acque ha recentemente approvato un importante piano degli investimenti per il periodo 2012-2023, pari a circa 300 milioni di euro (di cui 240 per l’acquedottistica), che si basa su alcuni presupposti strategici essenziali secondo cui l’uso ottimale della risorsa idrica deve coniugare aspetti ambientali, economici e industriali. Il più significativo intervento previsto dal Piano degli Investimenti di Roma- 34 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Il più significativo investimento di Romagna Acque in corso è il nuovo potabilizzatore di Ravenna che utilizzerà acqua proveniente dal Canale Emiliano Romagnolo gna Acque è il nuovo grande potabilizzatore in via di costruzione a Ravenna, denominato NIP2, che utilizzerà acqua proveniente dal Canale Emiliano Romagnolo e ne potabilizzerà le acque grazie a tecnologie all’avanguardia, con un elevatissimo livello qualitativo della risorsa potabilizzata. Particolarmente importante è infine il lavoro quotidiano di controllo sulla risorsa idrica, che si integra e si somma a quello realizzato da Hera. In particolare, nel corso del 2011 il Servizio Integrato Laboratorio Analisi di Romagna Acque ha effettuato circa 146 mila analisi su oltre 8 mila campioni prelevati: i controlli sono svolti sia sull’acqua allo stato grezzo, sia sull’acqua all’uscita degli impianti, sia infine su quella ai punti di consegna. Qualità dell’acqua ai punti di consegna nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini Concentrazione ioni idrogeno (pH) D.Lgs. n. 31/2001 Anno 2011 (valori minimi e massimi) 6,5-9,5 7,6 - 7,8 501 21 - 29,8 1.5001 312 - 423 Cloruro (mg/L) 250 19,3 - 51,9 Nitrato (mg/L) 502 3,9 - 9,9 Sodio (mg/L) 200 16,3 - 30,8 Durezza totale (°F) Residuo secco a 180° (mg/L) 1 Per i parametri durezza totale e residuo secco a 180° il D.Lgs. n. 31/2001 prevede un valore consigliato. 2 Parametro riportato nelle parti A e B dell’allegato 1 del D.Lgs. n. 31/2001. Gli altri sono riportati nella parte C dell’allegato 1 e classificati dalla normativa “parametri indicatori”. Si veda pag. 38. 35 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile I controlli per essere... in buone acque Affermare che l’acqua è buona da bere significa garantirne la qualità e salubrità per il consumo potabile nel massimo rispetto dei requisiti normativi. Piani di controllo delle acque sono perciò definiti sia dal gestore sia dai Dipartimenti di Sanità Pubblica delle Aziende Usl. L’attività di controllo di Hera Hera gestisce il sistema idrico garantendo ai propri clienti un’acqua buona da bere, nel rispetto dei requisiti normativi, con una sorveglianza costante realizzata attraverso la pianificazione di controlli mirati su tutta la filiera di produzione dell’acqua potabile che va dalle fonti di approvvigionamento alla distribuzione. L’accertamento della qualità dell’acqua prelevata e distribuita comporta un’attività di monitoraggio e controllo che viene effettuata secondo modalità definite a livello di Gruppo e applicate da ogni singola Struttura Operativa Territoriale. Più in particolare, annualmente viene stilato il Piano di Controllo Analitico del Servizio Idrico Integrato, articolato nei Piani di Controllo dei singoli territori. Tali documenti hanno l’obiettivo di garantire la conformità legislativa e assicurare un elevato standard qualitativo del prodotto. Nel Piano sono documentati: i punti di campionamento da sottoporre al controllo sulle filiere di trattamento e sulle reti distributive; L’accertamento i parametri analitici oggetto di monitoraggio; della qualità la frequenza di analisi. dell’acqua I criteri di elaborazione del Piano prediligono l’ottenimento di comporta dati di qualità, in termini di significatività, anziché l’esaustività un’attività di delle rilevazioni. Infatti, pur prevedendo una base di controllo monitoraggio omogenea per tutto il territorio servito, il Piano è concepito e controllo che ad hoc per rispondere a particolari esigenze impiantistiche viene effettuata o a specifiche necessità di monitoraggio emerse dall’analisi secondo modalità delle serie storiche dei dati. Tali criteri sono conformi alle definite a livello più recenti linee guida pubblicate in Italia secondo cui: di Gruppo 36 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile ai fini della sorveglianza routinaria dei requisiti di qualità delle acque, un numero elevato di controlli mirato solo ad alcuni parametri ha talora molto più significato rispetto all’esecuzione di pochi controlli volti al rilevamento di numerosi parametri, spesso non giustificati dalla storia della fonte di approvvigionamento; è preferibile privilegiare il conIl piano di controllo delle acque definito da Hera trollo più frequente dei parametri ha l’obiettivo di garantire la conformità legislativa più significativi, piuttosto che il controllo meno frequente di un maggior numero di parametri in tutti i punti di prelievo, basando quindi la programmazione su un’attenta valutazione delle serie analitiche storiche. Il grado di sorveglianza sulle caratteristiche qualitative dell’acqua non va peraltro valutato sulla base della semplice quantificazione del numero di determinazioni effettuate, quanto piuttosto attraverso un’attenta e scrupolosa scelta dei parametri da monitorare, al fine di prevenire o ridurre al minimo il rischio di casi di non conformità. I principali criteri adottati per la redazione del Piano sono i seguenti: il rispetto delle norme vigenti a livello comunitario, nazionale e locale; il concetto di acquedotto come “impianto di produzione” di acqua destinata al consumo umano, cioè come un sistema produttivo unitario da gestire e controllare con un approccio integrato; la piena consapevolezza del significato dei parametri analitici e della loro dinamica; la preferenza per parametri di carattere generale (es. conducibilità) in grado di segnalare variazioni anomale della qualità dell’acqua che possono poi essere approfondite con ulteriori analisi; il grado di vulnerabilità delle fonti idriche utilizzate; i dati analitici storici per verificare i parametri critici e il livello di rischio; l’individuazione dei parametri critici e del livello di rischio sulla base dei dati analitici statistici; 37 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile la conoscenza della rete distributiva nei termini di lunghezza e materiali a contatto con l’acqua potabile, nonché di presenza di serbatoi di accumulo e utenze particolari; la conoscenza dei reagenti utilizzati nei processi di trattamento e in distribuzione. Il prelievo dei campioni da sottoporre ad analisi è una fase particolarmente delicata nell’attività di controllo. Per quanto riguarda il prelievo di campioni destinati ad analisi microbiologiche, si adottano rigorose regole di asetticità. La normativa sui controlli delle acque potabili II D.Lgs. n. 31/2001 e n. 27/2002, attuativi della direttiva 98/83/CE, rappresentano le norme di riferimento per il controllo della qualità delle acque destinate al consumo umano. Essi prevedono che su tali acque vengano eseguiti due tipi di controllo analitico chimico-fisico e microbiologico: - controlli interni, di responsabilità del Gestore; - controlli esterni, effettuati dalle Aziende Usl. La normativa elenca i parametri da monitorare e a ognuno di essi attribuisce un “valore parametrico” che costituisce un valore limite, superato il quale occorre provvedere con adeguati interventi. I parametri da monitorare e di cui si chiede il rispetto della conformità sono inseriti nell’allegato 1 del D.Lgs. n. 31/2001. Per le parti A (parametri microbiologici) e B (parametri chimici) di tale allegato, in caso di 38 non conformità al valore parametrico, viene proposto un percorso delineato dall’Azienda Usl (art. 10 del D.Lgs. n. 31/2001 successivamente modificato dal D.Lgs. n. 27/2002), che prevede il ripristino immediato della qualità dell’acqua da parte del Gestore. La parte C dello stesso allegato 1 riporta invece una serie di parametri definiti “indicatori”. Anche per tale gruppo di parametri sono definiti i valori di cui si richiede il rispetto, cambia tuttavia il percorso da intraprendere (art. 14 del D.Lgs. n. 31/2001 successivamente modificato dal D.Lgs. n. 27/2002). In questo caso, infatti, il soggetto competente non è più l’Azienda Usl, bensì l’Agenzia Territoriale Regionale che pianifica interventi volti al ripristino della qualità dell’acqua, ma senza quel carattere di “emergenza” che è riservato ai parametri delle parti A e B. Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Il Sistema Laboratori di Hera L’attività di analisi dei campioni è effettuata attraverso il Sistema Laboratori del Gruppo Hera costituito da tre laboratori, ubicati a Bologna, Forlì e Ravenna con diverse unità logistiche per i campionamenti, dislocate sul territorio, a stretto contatto con i diversi impianti. Le unità operative dei laboratori di Bologna e Forlì costituiscono un laboratorio “multi sito” accreditato Accredia (Ente Italiano di Accreditamento) in conformità alla norma UNI EN ISO/IEC 17025:2005. Il Sistema di Gestione della Qualità del laboratorio multi sito è certificato in conformità alla norma UNI EN ISO 9001:2008. Inoltre il laboratorio Analisi microbiologiche al laboratorio di Sasso di Bologna, dedicato alle analisi delle Marconi (Bologna) dove vengono realizzate acque potabili, delle acque reflue e alle tutte le analisi sull’acqua distribuita da Hera analisi microbiologiche, è riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca come laboratorio di ricerca. Il Sistema Laboratori del Gruppo prevede uno specifico servizio di trasporto campioni, operativo 7 giorni su 7, dalle unità di campionamento dislocate sul territorio al laboratorio di Bologna. I mezzi adibiti al trasporto assicurano l’assoluta adeguatezza della conservazione I laboratori dei campioni prelevati (refrigerazione e registrazione delle del Gruppo sono temperature di trasporto) a dimostrazione del fatto che il operativi sette livello e la qualità dei controlli non dipendono dal luogo giorni su sette fisico nel quale viene svolta l’attività analitica se, come ed effettuano nel caso di Hera, vengono garantite corrette operazioni di più di 900 analisi campionamento e di trasporto dei campioni stessi. al giorno sulle I risultati delle analisi sono resi disponibili ai gestori acque potabili degli impianti di potabilizzazione nello stesso giorno di con il lavoro esecuzione del campionamento quando tecnicamente di 80 tecnici possibile (per diversi parametri come ad esempio i specializzati 39 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile parametri microbiologici le analisi durano più giorni). Per le analisi microbiologiche la disponibilità dei risultati è garantita in 24-48-72 ore. È inoltre disponibile strumentazione per analisi in tempo reale per numerosi parametri così come è previsto un servizio di emergenza attraverso il quale i gestori degli impianti di potabilizzazione possono avvalersi di un supporto analitico 24 ore su 24. Attraverso il lavoro di circa 80 tecnici specializzati, per 365 giorni all’anno, i laboratori Hera assicurano al Gruppo gli strumenti per il monitoraggio ottimale del servizio idrico. Nel 2011 nei laboratori del Gruppo sono state effettuate sulle acque potabili 336.406 analisi, oltre 900 al giorno, di cui 189.960 nelle reti di distribuzione. Per quanto riguarda la numerosità dei controlli che Hera effettua negli impianti e nelle reti di distribuzione, è opportuno sottolineare che i controlli eseguiti sono connessi sia alla complessità acquedottistica sia al grado di vulnerabilità delle fonti (le acque superficiali sono solitamente più contaminate e più esposte a inquinamenti accidentali rispetto alle acque di falda e di sorgente). Nella tabella seguente è indicato il numero delle analisi sulle acque potabili. ANALISI sulle acque potabili PER TERRITORIO (2011) Numero di analisi di cui sulla rete di distribuzione Lunghezza della rete (km) SOT Bologna 66.920 36.133 6.934 SOT Ferrara 65.329 17.428 2.503 SOT Forlì-Cesena 52.767 36.324 3.969 SOT Imola-Faenza 53.000 24.855 3.517 SOT Modena 32.564 17.073 4.514 SOT Ravenna 27.881 27.881 2.357 SOT Rimini 37.945 30.266 2.978 Totale 336.406 189.960 26.772 40 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Il valore di Modena è giustificato dalla semplicità del sistema di approvvigionamento e trattamento (solo acque di falda, a bassissima variabilità e semplicemente disinfettate). Viceversa i valori più alti della romagna sono conseguenti alla necessità di monitorare con più attenzione un’acqua non prodotta da Hera e fornita da un terzo dove la variabilità è molto elevata per la tipologia di fonti utilizzate e la diversa miscelazione stagionale. L’attività di controllo delle Aziende Usl L’attività di controllo e vigilanza delle acque destinate al consumo umano trova, a livello regionale, specifiche indicazioni nelle due circolari regionali n. 2/1999 e n. 9/2004 che dettano criteri per l’organizzazione di piani di controllo effettuati dai Dipartimenti di Sanità Pubblica delle Aziende Usl che forniscono anche indicazioni sulla corretta gestione delle difformità analitiche riscontrate nell’acqua. La predisposizione del piano annuale dei controlli e l’individuazione della mappa dei punti di prelievo tengono conto dell’articolazione dell’acquedotto e del suo grado di complessità per poter accertare il mantenimento costante dei requisiti di qualità dell’acqua fino ai rubinetti. Nei punti rappresentativi dell’acquedotto vengono effettuati quindi campionamenti di acqua, che viene poi analizzata da Arpa nei laboratori di Bologna (area centro-est della regione) e di Reggio Emilia (per le province dell’area ovest). L’Azienda Usl, attraverso il controllo ufficiale, verifica anche l’attività e la corretta gestione del servizio idrico. Vengono eseguite due tipologie di controllo: il controllo di routine, che come detta il D.Lgs. n. Piani di controllo vengono effettuati dai dipartimenti 31/2001 “Mira a fornire ad di sanità pubblica delle Aziende USL intervalli regolari informazioni sulla qualità organolettica e microbiologica delle acque fornite per il consumo umano, nonché informazioni sull’efficacia degli eventuali trattamenti dell’acqua potabile (in particolare disinfezione), per accertare se le acque 41 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Per un destinate al consumo umano rispondano o meno ai pertinenti valori di parametro fissati dal presente de- acquedotto che creto”. Rientrano in questo controllo parametri quali ad eroga ogni giorno esempio il colore, il ferro, la torbidità, il disinfettante 1.000 metri cubi utilizzato e parametri microbiologici quali l’Escherichia di acqua e serve 5.000 abitanti, la coli e i batteri coliformi; il controllo di verifica, che, come detta il decreto stesso, norma individua 4 “Mira a fornire le informazioni necessarie per accerta- controlli all’anno re se tutti i valori di parametro contenuti nel decreto di routine e 1 sono rispettati. Tutti i parametri fissati sono soggetti controllo all’anno a controllo di verifica, a meno che l’Azienda sanitaria di verifica locale competente al controllo non stabilisca che, per un periodo determinato, è improbabile che un parametro si ritrovi in un dato approvvigionamento d’acqua in concentrazioni tali da far prevedere il rischio di un mancato rispetto del relativo valore di parametro”. I parametri chimico-fisici e microbiologici da rilevare fissati dalla norma sono 51 e possono essere integrati dai Dipartimenti di Sanità Pubblica a seconda delle situazioni di rischio individuate o della tipologia delle fonti che approvvigionano l’acquedotto. Per quanto riguarda la frequenza dei controlli agli impianti di distribuzione degli acquedotti è lo stesso decreto che individua un numero minimo che aumenta a seconda del volume di acqua distribuito ogni giorno; è prevista una frequenza maggiore per i controlli di routine. I controlli sono distribuiti uniformemente durante l’anno. A titolo esemplificativo, per un acquedotto che eroga ogni giorno circa 1.000 metri cubi di acqua e che serve circa 5.000 abitanti, la norma individua 4 controlli all’anno di routine e 1 controllo all’anno di verifica. L’Azienda Usl può tuttavia prevedere maggiori frequenze di campionamento in relazione alla complessità dell’acquedotto stesso e del suo grado di affidabilità. In caso di presenza nell’acqua di sostanze che ne modificano la qualità o che la rendono non potabile, gli stessi Dipartimenti individuano i provvedimenti idonei alla tutela della salute pubblica e attuano politiche d’informazione e raccomandazione ai consumatori in ordine ai comportamenti da adottarsi. Le proposte delle Aziende Usl vengono accolte dal Sindaco competente che in veste di Autorità sanitaria emette ordinanze specifiche con indicazioni ai cittadini sull’utilizzo dell’acqua. A seconda dell’inconveniente che si verifica può essere sufficiente la bollitura 42 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile dell’acqua prima del consumo oppure se le Aziende Usl ritengono che il consumo di tale acqua possa essere nocivo alla salute viene ordinato il divieto al consumo. Quando si verifica una difformità nell’acqua erogata vengono immediatamente avvisati i Gestori del Servizio Idrico che devono mettere in atto tutte le misure per ripristinarne la qualità. Talora si possono verificare anche inconvenienti che modificano la qualità organolettica dell’acqua (sapore, odore, ecc.) per la presenza di parametri in eccesso, quale ad esempio il ferro che non è dannoso per la salute ma che rende l’acqua sgradevole al consumo. Oltre l’attività di campionamento, le Aziende Usl svolgono l’attività ispettiva finalizzata a mantenere aggiornato nel tempo il complesso di conoscenze sugli impianti di acquedotto e di distribuzione già in essere e ad acquisire informazioni sulle strutture di nuova costruzione od oggetto di ristrutturazione. Le ispezioni degli impianti, inoltre, sono utili per analizzare in modo approfondito le criticità identificate in fase di campionamento. La corretta valutazione del rischio connessa a un dato analitico irregolare deve infatti comprendere l’analisi delle condizioni strutturali o funzionali che hanno contribuito a determinarlo. riepilogo dei controlli sulle acque potabili (2011) Romagna Acque (su impianti e punti di consegna) 146.000 Hera (su impianti e rete di distribuzione) 336.406 Aziende Usl (laboratori Arpa) (su rete di distribuzione) 106.000 Totale 588.406 (oltre 1.600 al giorno) 43 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile L’acqua di rubinetto è la più controllata: oltre 1.600 analisi al giorno nel territorio servito da Hera L’attività di Arpa per il controllo delle acque potabili Arpa è il laboratorio di riferimento per i controlli per conto delle Aziende Usl cui spetta il controllo e la vigilanza sulle acque destinate al consumo umano. I controlli riguardano l’acqua fornita dagli acquedotti ma anche l’acqua delle acque superficiali e delle falde sotterranee utilizzate a scopo potabile. L’attività analitica relativa alle acque potabili svolta dalla rete dei laboratori di Arpa vede impegnati tre poli di analisi: Reggio Emilia (per le province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia), Bologna (per le altre province di Rimini, Ravenna, Forlì-Cesena, Bologna, Ferrara e Modena) e Ferrara (come unico riferimento regionale per la ricerca di fitofarmaci). In ogni sede provinciale è operativo uno sportello di accettazione al quale gli operatori delle Aziende Usl conferiscono i campioni che vengo- 44 no accettati attraverso un sistema di codifica di codici a barre nel quale è identificata l’anagrafica di ogni punto di campionamento. La consegna ai laboratori interessati è garantita entro le 24 ore dal campionamento attraverso un efficiente sistema di trasporto che collega quotidianamente tutte le sedi Arpa. Tutti i laboratori della rete coinvolti nell’attività di analisi delle acque potabili sono accreditati secondo la norma UNI CEI EN/ISO IEC 17025:2005. Gli investimenti per il mantenimento della formazione del personale e della strumentazione sono rilevanti e prioritari per l’Agenzia; la qualità del dato è garantita anche dalla partecipazione periodica a circuiti nazionali e internazionali e dalla organizzazione interna di interconfronti volti al controllo del processo analitico in toto. Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile L’acqua di rubinetto è buona e garantita: i dati sulla qualità Per le sue qualità, l’acqua erogata da Hera può essere classificata come oligominerale e a basso tenore di sodio. Per la prima volta vengono presentati i risultati delle analisi delle Aziende Usl che confermano l’ottima qualità dell’acqua di rubinetto. La qualità dell’acqua di rubinetto è rendicontata attraverso una tabella che riporta i valori relativi ad alcuni parametri. I parametri considerati consentono di caratterizzare l’acqua dell’acquedotto dal punto di vista qualitativo ed eventualmente di confrontarne le principali caratteristiche con quelle delle acque minerali in commercio. I parametri sono stati scelti ponendo l’attenzione anche su report tematici di carattere internazionale redatti e pubblicati da altre multiutility. I dati sono presentati in confronto con i limiti previsti dalla normativa di riferimento. I risultati delle analisi di Hera I valori sono stati calcolati come medie pesate (sui volumi distribuiti) degli esiti delle analisi eseguite da Hera su campioni prelevati presso i punti I valori medi rilevati dalle analisi effettuate da Hera e dalle Aziende Usl sono ampiamente entro i limiti di legge di rete ritenuti idonei a fornire un quadro sintetico e affidabile della qualità dell’acqua distribuita. Tali punti sono stati scelti in quanto rappresentativi, per dislocazione, alla luce delle interconnessioni di rete e del flusso dell’acqua nelle condotte, delle caratteristiche dell’acqua presente nell’intero sistema di distribuzione. Relativamente ai parametri riportati nella tabella successiva, Hera ha effettuato 19.372 analisi nell’anno 2011 nei punti di rete rappresentativi. 45 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Qualità dell’acqua: concentrazioni medie rilevate da hera (2011) Concentrazione ioni idrogeno (pH) D.Lgs. n.. 31/2001 SOT Bologna SOT Ferrara SOT ForlìCesena SOT ImolaFaenza SOT Modena SOT Ravenna SOT Rimini 6,5-9,5 7,5 7,7 7,7 7,5 7,5 7,8 7,5 50 27 21 26 31 33 21 28 15001 345 265 319 418 538 288 383 Ammonio (mg/L) 0,50 <0,02 <0,02 <0,02 0,02 <0,02 <0,02 <0,02 Clorito (µg/L) 700 155 305 266 199 <100 443 223 Cloruro (mg/L) 250 26 27 23 40 83 36 39 Fluoruro (mg/L) 1,50 <0,10 0,11 0,14 0,14 0,10 0,10 0,14 Manganese (µg/L) 50 6 4 6 5 <1 5 5 Nitrato (mg/L) 502 7 9 5 10 20 4 9 Nitrito (mg/L) 0,502 <0,02 <0,02 <0,02 <0,02 <0,02 <0,02 <0,02 Sodio (mg/L) 200 20 17 19 31 52 28 28 Trialometani-Totale3 (µg/L) 302 3 - 5 6 1 8 4 Durezza totale (°F) Residuo secco a 180° (mg/L) 1 2 2 1 Per i parametri durezza totale e residuo secco a 180° il D.Lgs. n. 31/2001 prevede un valore consigliato. 2 Parametri riportati nelle parti A e B dell’allegato 1 del D.Lgs. n. 31/2001. Gli altri sono riportati nella parte C dell’allegato 1 e clas- sificati dalla normativa “parametri indicatori” (si veda pag.38) 3 Nella SOT Ferrara non sono stati rilevati i trialometani in quanto nel 2011 non è stato utilizzato ipoclorito di sodio come disinfettante Come è possibile constatare, tutti i valori sono ampiamente entro i limiti di legge e, volendo classificare l’acqua dell’acquedotto sulla base del modello adottato per le acque minerali, si può affermare che è di tipo oligominerale a basso tenore di sodio. I valori medi leggermente più elevati di cloruro, sodio e nitrato nell’acqua dei territori modenesi e imolesi derivano dalla composizione salina dell’acqua di falda. I valori più elevati per i cloriti nel ravennate sono dovuti essenzialmente all’utilizzo di quantitativi maggiori di biossido di cloro nelle acque dell’Acquedotto della Romagna (gestione Romagna Acque - Società delle Fonti) per la necessità di assicurare la disinfezione di copertura in reti adduttrici molto estese con tempi di permanenza in condotta molto lunghi. A livello locale vengono monitorati anche alcuni parametri storicamente considerati critici per le caratteristiche dell’acqua all’origine e/o per le 46 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile modalità di trattamento. Ad esempio, il controllo di tetracloroetilene+ tricloroetilene (solventi organoalogenati) nelle aree di Bologna e di Imola deriva dalla loro presenza nelle acque di falda a causa di inquinamenti ambientali pregressi e in via di superamento, dovuti ad attività dell’uomo (si tratta di composti che non sono naturalmente presenti in natura). Lo stesso vale per gli antiparassitari che si trovano nelle acque del fiume Po che alimenta la centrale di Pontelagoscuro a Ferrara. L’alluminio e il ferro sono in alcuni casi controllati in quanto i sali di questi metalli sono utilizzati come flocculanti nei processi di potabilizzazione. Qualità dell’acqua: concentrazioni medie rilevate sui parametri critici a livello locale (2011) D.Lgs.n. 31/2001 Risultati analisi 10 <1 SOT Bologna Tetracloroetilene + Tricloroetilene (µg/L) SOT Ferrara Antiparassitari-Totale (µg/L) 0,50 <0,02 SOT Forlì-Cesena Alluminio (µg/L) 200 27 Alluminio (µg/L) 200 48 Ferro (µg/L) 200 26 Tetracloroetilene + Tricloroetilene (µg/L) 10 <1 SOT Imola-Faenza Gli esiti dei controlli effettuati da Hera indicano valori ampiamente contenuti entro i limiti di legge a conferma della validità dei processi di trattamento. Gli inquinanti ambientali di tipo organico, in particolare solventi alogenati e antiparassitari, sono trattati con un processo di filtrazione su carbone attivo che si dimostra particolarmente efficace per la loro rimozione. Il processo è stato implementato all’interno di impianti di trattamento di Bologna, Ferrara, Imola. Nel grafico seguente viene confrontata la qualità dell’acqua potabile distribuita da Hera con i limiti di legge. É stato calcolato il rapporto tra le concentrazioni di sei parametri (clorito, trialometani-totale, tetracloroetilene+ tricloroetilene, nitrato, nitrito, antiparassitari-totale) misurate da Hera presso i punti di rete rappresentativi dell’intero sistema di distribuzione e le loro concentrazioni massime ammissibili nell’acqua potabile. I parametri sono stati selezionati in quanto presentano rilevanti caratteristiche di tossicità secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS). 47 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile qualità dell’acqua rispetto ai limiti di legge (2011): concentrazioni medie rilevate / concentrazioni massime ammissibili (valore ottimale <100%)1 limite di legge: 100% 100% 80% 60% 40% 25,0% 20% 10,0% 0% SOT Bologna 1 15,7% SOT Ferrara 17,1% 14,8% SOT SOT Forlì-Cesena Imola-Faenza 16,3% 14,5% SOT Modena SOT Ravenna SOT Rimini Relativo a 6 parametri: clorito, trialometani-totale, tetracloroetilene+tricloroetilene, nitrato, nitrito, antiparassitari-totale In tutti gli eventi organizzati da Hera si beve acqua di rubinetto Nei diversi territori le concentrazioni medie dei parametri sono inferiori ai limiti di legge in una misura compresa tra il 75% e il 90%. Ravenna mostra uno scostamento rispetto ai limiti di legge leggermente inferiore in confronto agli altri territori per una maggiore presenza di sottoprodotti dei reagenti di disinfezione (clorito e trialometani), il cui impiego è tuttavia indispensabile per garantire la copertura igienico-sanitaria prevista per legge. 48 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile I risultati delle analisi delle Aziende Usl La tabella seguente mostra i valori medi delle concentrazioni relativi ad alcuni parametri (si tratta degli stessi parametri indicati nella tabella di pagina 46, ad eccezione del residuo secco a 180° e del clorito) rilevate nell’ambito dei controlli effettuati nel 2011 dalle Aziende Usl attraverso i laboratori di Arpa. I valori esposti sono stati calcolati come medie pesate (sui volumi distribuiti) degli esiti delle analisi eseguite nei punti di campionamento negli impianti di distribuzione (per impianto di distribuzione si intende l’insieme delle opere di alimentazione della rete di distribuzione - serbatoi di testata e/o di accumulo, opere connesse - e il complesso delle tubazioni che adducono l’acqua ai singoli punti di utilizzo). Nel complesso, relativamente a questi parametri, sono state effettuate 37.768 analisi nel 2011. Qualità dell’acqua: concentrazioni medie rilevate nei controlli effettuati dalle Aziende Usl attraverso i laboratori dell’Arpa (2011) D.Lgs. n.. 31/2001 SOT Bologna SOT Ferrara SOT ForlìCesena SOT ImolaFaenza SOT Modena SOT Ravenna SOT Rimini 6,5-9,5 7,5 7,7 7,6 7,6 7,5 7,9 7,6 Durezza totale (°F) 50 26,5 21 27 32,5 33 21 30 Ammonio (mg/L) 0,50 <0,02 <0,02 <0,02 <0,02 <0,02 <0,02 0,03 Cloruro (mg/L) 250 22 24 25 32 69 25 36 Fluoruro (mg/L) Concentrazione ioni idrogeno (pH) 1 1,50 0,1 <0,10 <0,10 0,1 0,09 0,1 <0,1 Manganese (µg/L) 50 3,2 1,8 10 2,8 2,6 3,6 5,8 Nitrato (mg/L) 502 6 8 7 13 18 4 9 Nitrito (mg/L) 0,50 <0,01 <0,01 <0,01 <0,01 <0,01 <0,01 <0,01 Sodio (mg/L) 200 23,7 19,1 21 32,5 52,4 28,1 27,9 Trialometani-Totale (µg/L) 302 3 0,3 5 7 2 10 3 2 2 1 Per il parametro durezza totale il D.Lgs. n. 31/2001 prevede un valore consigliato. Parametri riportati nelle parti A e B dell’allegato 1 del D.Lgs. n. 31/2001. Gli altri sono riportati nella parte C dell’allegato 1 e classificati dalla normativa “parametri indicatori” (si veda pag.38) 2 I risultati delle analisi effettuate dalle Aziende Usl confermano nella sostanza i valori rilevati dagli autocontrolli di Hera e costituiscono un’ulteriore garanzia della qualità dell’acqua che Hera distribuisce a oltre 3 milioni di cittadini. 49 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile La conformità dell’acqua rispetto alla legge In aggiunta ai risultati analitici rappresentati come concentrazioni medie rilevate, si riporta nel grafico seguente la percentuale di analisi effettuate da Hera e dalle Aziende Usl nel 2011 con risultati conformi alla legge ovvero con valori rilevati inferiori ai limiti del D.Lgs. 31/2001. Qualità dell’acqua: % di analisi conformi alla legge (2011) Analisi effettuate da Hera e dalle Aziende Usl attraverso i laboratori di Arpa Concentrazione ioni idrogeno (pH) 100,0% Residuo secco a 180° 100,0% Alluminio 99,6% Ammonio 99,7% Antiparassitari-Totale 100,0% Clorito 99,8% Cloruro 99,9% Escherichia coli 99,2% Ferro 99,2% Fluoruro 100,0% Manganese 99,0% Nitrato 99,6% Nitrito 100,0% Sodio 100,0% Tetracloroetilene + Tricloroetilene 99,8% Trialometani 99,7% 80% 85% Nota: il D.Lgs. n. 31/2001 classifica come “parametri indicatori” alluminio, ammonio, concentrazione ioni idrogeno (pH), cloruro, ferro, manganese, sodio (si veda pag. 38). 50 90% 95% 100% Per durezza totale, residuo secco a 180° e il D.Lgs. 31/2001 prevede valori consigliati. Il dato relativo al residuo secco a 180° è riferito alle sole analisi di Hera. Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Relativamente ai parametri elencati nel grafico riportato alla pagina precedente, Hera e le Aziende Usl attraverso i laboratori di Arpa nel 2011 hanno effettuato 122.938 analisi lungo la rete di distribuzione: complessivamente il 99,7% delle analisi è risultato conforme alla legge (D.Lgs. n. 31/2001). I casi di non conformità hanno riguardato principalmente manganese, ferro ed Escherichia coli. Come garantire l’acqua potabile nelle situazioni di emergenza Hera interviene in tutti i casi di emergenza idrica, laddove la riduzione drastica della disponibilità di acqua potabile di tipo quantitativo e/o qualitativo sia tale da coinvolgere per lunghi periodi di tempo numerosi clienti e larghe estensioni di territorio. In tutti i casi di emergenza idrica, Hera rivolge una particolare attenzione alle cosiddette utenze sensibili (ospedali, case di cura e degenza, ecc.) che richiedono un’erogazione di acqua potabile continua e superiore a una soglia minima stabilita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Le forniture idriche di emergenza avvengono con trasporto e conferimento di acqua potabile tramite autobotti presso i centri cittadini o attraverso la produzione e la consegna di acqua potabile mediante contenitori preconfezionati. Hera predispone piani di controllo e manutenzione ordinaria e straordinaria delle autobotti e opera nel rispetto di quanto prescritto dai manuali d’uso delle macchine impacchettatrici di acqua potabile garantendo il mantenimento costante di una scorta minima di sacchetti preconfezionati e verificandone periodicamente le scadenze. Tutte le attività operative sono preventivamente concordate, per quanto possibile, con le autorità competenti (Regione, Agenzia Territoriale per i Servizi Idrici e i Rifiuti, Protezione Civile, Aziende Usl, Comuni, Prefettura) al fine di coordinare gli interventi di emergenza, la comunicazione agli utenti e ridurre al minimo i disagi per la popolazione e gli inconvenienti igienico-sanitari. Lo stesso D. Lgs. 31/2001 e la circolare regionale applicativa 9/2004 individuano percorsi di gestione delle non conformità diversi a seconda che si tratti di parametri che alterano soltanto la qualità dell’acqua da un 51 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile punto di vista organolettico, quali appunto il ferro o il manganese (indicati dal D. Lgs. 31/2001 come parametri indicatori) oppure parametri che possono alterare la potabilità dell’acqua quali ad esempio l’Escherichia coli o parametri chimici come il piombo o i trialometani. In caso di superamento Arpa informa in tempo reale l’autorità competente (Azienda Usl) che individua tempestivamente idonee misure correttive. In tutti i casi di risultato non conforme alla legge Hera attua interventi tempestivi per il ripristino delle normali condizioni di erogazione consistenti nella regolazione dei sistemi di trattamento (con particolare riguardo alle stazioni di disinfezione), nei lavaggi di rete per la rimozione di sedimenti nelle condotte, fino alla sostituzione di tratti di condotte. Nei casi più critici Hera rende disponibile l’acqua potabile per gli usi alimentari attraverso autobotti o attraverso la distribuzione di sacchetti preconfezionati, fino alla totale risoluzione dell’anomalia. Nel 2011 Hera ha inviato 29 comunicazioni ai Sindaci relative alle misure adottate per riportare i parametri ai limiti di legge nei casi in cui situazioni di non conformità di una certa rilevanza o di prolungata durata temporale abbiano comportato importanti interventi di ripristino della normalità. Nel corso dell’anno non sono state concesse deroghe al rispetto dei limiti previsti dal D.Lgs. n. 31/2001 e risultano essere state emesse 13 ordinanze di non potabilità da parte dei Sindaci che hanno coinvolto complessivamente circa 1.575 cittadini (valore stimato sulla base degli abitanti residenti nelle relative aree) per periodi di tempo limitati. Le cause prevalenti sono riconducibili a inquinamenti microbiologici causati da peggioramenti repentini della qualità delle fonti d’approvvigionamento o da malfunzionamenti degli impianti di disinfezione. In particolare, 5 ordinanze hanno riguardato il comune di Pievepelago per il quale la gestione del Servizio Idrico Integrato è stata affidata ad Hera nel corso del 2011; la situazione impiantistica ereditata è risultata piuttosto precaria e sono stati programmati interventi strutturali finalizzati a garantire un più elevato livello di qualità e affidabilità. Tutti i casi sono stati comunque risolti in tempi brevi senza alcuna evidenza di conseguenze di natura igienico-sanitaria per i clienti e con disagi contenuti. Si riporta, a titolo di esempio, la modalità di gestione della non conformità riguardante un parametro indicatore rilevato da parte dell’azienda AUSL di Cesena nel comune di Bagno di Romagna (FC) nel maggio del 2011. 52 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Il 9 maggio 2011 l’Azienda Usl di Cesena ha inviato a Hera una comunicazione di non conformità relativa a un campione prelevato il 3 maggio 2011 presso l’acquedotto in località Ridracoli nel comune di Bagno di Romagna. La non conformità riguardava la presenza di Batteri coliformi a 37°C, un parametro “indicatore”, previsto nell’allegato 1 parte C del D.Lgs. n. 31/2001 per il quale la normativa prevede controlli e conformità rispetto a valori limiti. La segnalazione di non conformità non ha comportato l’emissione di un’ordinanza di non potabilità dell’acqua da parte del Sindaco. A seguito dell’evento, nella giornata del 10 maggio, Hera ha effettuato un sopralluogo non riscontrando alcun problema strutturale ma constatando una non sufficiente azione del disinfettante sull’acqua in distribuzione. È stato quindi coinvolto, nella gestione dell’anomalia, il fornitore della risorsa idrica, Romagna Acque-Società delle Fonti, perché effettuasse immediati controlli di funzionalità dell’impianto di clorazione e/o aumentasse il dosaggio dell’agente disinfettante (ipoclorito di sodio) presso il punto di fornitura che alimenta la rete acquedottistica in gestione a Hera in località Ridracoli. Inoltre è stato eseguito il lavaggio/spurgo con acque clorate del tratto di rete interessato. Tali interventi hanno riportato alla normalità la situazione garantendo la conformità dell’acqua prelevata nel punto di campionamento oggetto della segnalazione. Le analisi effettuate dal laboratorio di Hera sul campione prelevato lo stesso giorno dell’intervento, 10 maggio 2011, hanno infatti evidenziato l’assenza di forme batteriche. Il 16 maggio Hera ha comunicato all’Azienda Usl di Cesena e al Sindaco di Bagno di Romagna il rientro della situazione nella normalità. È importante sottolineare che tutte le fasi operative e amministrative di gestione delle non conformità vengono tracciate utilizzando un apposito software che genera le opportune registrazioni previste dal sistema di gestione qualità certificato ISO 9001. A febbraio 2012 sono caduti oltre 2 metri di neve in Val Marecchia (RN). Hera ha garantito una consegna porta a porta di acqua potabile alle famiglie isolate 53 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile I controlli di Hera sull’amianto L’uso di amianto, ampiamente diffuso in edilizia e in altri settori industriali fino alla fine degli anni ‘80, è stato definitivamente bandito nel 1992. È stato riconosciuto ufficialmente che l’inalazione delle fibre di amianto provoca gravi malattie dell’apparato respiratorio. La normativa vigente in materia di qualità delle acque destinate al consumo umano non prevede limiti rispetto alla presenza di fibre di amianto: in particolare, il decreto ministeriale 14 maggio 1996, allegato 3, cita un documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in cui si afferma che “... Non esiste dunque alcuna prova seria che l’ingestione di amianto sia pericolosa per la salute”. La notevole preoccupazione suscitata dal tema ha comunque indotto Hera a svolgere verifiche costanti dello stato di conservazione delle condotte e ad applicare un piano di controllo dedicato alla ricerca delle fibre di amianto nell’acqua. Dal 2003 Hera redige e applica annualmente il Piano di controllo Amianto nel quale sono riportati i dettagli dei punti di campionamento di rete più rappresentativi, le frequenze e i parametri analitici da sottoporre ad analisi. Il profilo comprende, oltre alla ricerca dell’a- 54 mianto con distinzione delle fibre di lunghezza inferiore e superiore a 10 micron (dieci millesimi di millimetro), parametri analitici che rilevano il grado di aggressività dell’acqua (pH, alcalinità e durezza). Tale scelta è stata adottata dal momento che il possibile rilascio di fibre dalla matrice cementizia delle tubazioni in cemento amianto dipende dalla sottrazione di ioni calcio e da un’alta aggressività dell’acqua. Nel 2011 sono state effettuate 888 determinazioni complessive su 111 campionamenti, volte a rilevare l’eventuale rischio di cessione di fibre di amianto da parte delle reti in cemento amianto. Gli esiti dei controlli hanno mostrato assenza di fibre in 108 campioni. Nei restanti 3 campioni il numero di fibre è compreso fra 7.000 e 62.000 fibre/litro, valori di molto inferiori al valore limite indicato dall’EPA (Ente Protezione Ambientale degli Stati Uniti) pari a 7.000.000 fibre/litro. La rilevazione dell’indice di aggressività effettuata per 111 campioni ha confermato che le acque distribuite da Hera sono nella generalità dei casi tendenzialmente incrostanti piuttosto che aggressive nei confronti delle matrici cementizie (indice di aggressività medio pari a 12,22) e quindi tali da non favorire il rilascio delle fibre d’amianto. Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile L’impegno di Hera oltre la qualità Dalla ricerca alla comunicazione, dalle iniziative di sensibilizzazione alla collaborazione con Istituzioni e associazioni, il Gruppo Hera è concretamente impegnato nella promozione dell’uso potabile dell’acqua di rubinetto. I programmi di miglioramento e ricerca Nel 2011 è proseguita l’attività di Hera sul tema dei “Contaminanti Emergenti”. Si tratta di sostanze biologicamente attive di origine antropica quali farmaci, sostanze psicoattive associate alle tossicodipendenze e i relativi metaboliti e prodotti per la cura della persona: la presenza di queste sostanze nelle acque è una tra le più significative questioni ambientali. Per queste sostanze la vigente normativa sulle acque potabili (D.Lgs. n. 31/2001) non stabilisce limiti. Dal 2007 Hera ha avviato un progetto di ricerca finalizzato a: identificare i principali Contaminanti Emergenti nei sistemi idrici, con particolare riferimento alle acque naturali destinate alla potabilizzazione; mettere a punto metodiche analitiche per la loro determinazione quantitativa; effettuare indagini sulla presenza di tali sostanze nei sistemi idrici con particolare riferimento alle acque destinate alla potabilizzazione; valutare l’efficacia di rimozione degli attuali sistemi di trattamento (potabilizzazione e depurazione). Partecipando a gruppi di lavoro di livello nazionale (www.edinwater.com) e avvalendosi di collaborazioni scientifiche di alto livello (Istituto Superiore di Sanità, Istituto Mario Negri di Milano) sono state selezionate 10 sostanze “prioritarie” da monitorare nelle acque destinate alla potabilizzazione: 4 polialchilfenoli (4-n-nonilfenolo (NP), 4-ottilfenolo (OP), 4-t-ottilfenolo (t-OP), bisfenolo A (BPA)), 4 estrogeni (17-a-etinilestradiolo (EE2), b-estradiolo (E2), estriolo (E3), estrone (E1)) e 2 acidi perfluorurati (acido perfluoroottanoico (PFOA), acido perfluoroottanoicosolfonato (PFOS)). Per tutte queste sostanze, per cui sono state acquisite le metodiche analitiche, i laboratori Hera sono in grado di effettuare le determinazioni quantitative alle concentrazioni d’interesse (l’ordine di grandezza è quello dei nanogrammi ovvero miliardesimi di grammo per litro). 55 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Dal mese di settembre 2010 queste sostanze sono monitoHera è attiva rate regolarmente con frequenza mensile presso l’impianto nella ricerca dei di potabilizzazione di Pontelagoscuro a Ferrara. contaminanti I risultati 2011 mostrano concentrazioni al di sotto dei limiti emergenti di rilevabilità per i 4 polialchilfenoli e i 4 estrogeni e con- avvalendosi di centrazioni molto basse per i due acidi perfluorurati (valore collaborazioni di massimo pari a 29,1 nanogrammi per litro per il PFOA e di alto livello 3,2 nanogrammi per litro per il PFOS). Relativamente a PFOA e PFOS si tenga presente che: non ci sono valori limite per le acque potabili stabiliti in normative europee ed internazionali; in Germania una commissione sanitaria ha definito delle griglie stabilendo che è rischioso bere per 10 anni acqua con 100 nanogrammi per litro di PFOA o per pochi giorni se la concentrazione è di 5.000 nanogrammi per litro; l’Health Protection Agency (HPA) inglese indica in 10 microgrammi (10.000 nanogrammi) per litro la concentrazione massima di PFOA accettabile “raccomandata” nelle acque potabili; negli USA non ci sono limiti federali: lo Stato del Minnesota, per gli effetti di contaminazione ambientale dovuti alla presenza di uno stabilimento di produzione, ha posto un limite di 300 nanogrammi per litro sia per il PFOA che per il PFOS nelle acque sotterranee riferiti ai casi di esposizioni croniche. Nel 2011 è stata avviata una prima ricerca con il Politecnico di Milano finalizzata a valutare quali sistemi di trattamento risultano più efficaci per la rimozione di alcune classi di contaminanti emergenti. Nel 2011 presso l’impianto di potabilizzazione di Pontelagoscuro a Ferrara è stato messo a regime, dopo la sperimentazione effettuata nel 2010, l’uso del permanganato di potassio nella fase pre-ossidativa. Ciò consente di contenere, specialmente in alcuni periodi dell’anno, il potenziale di formazione dei sottoprodotti di disinfezione, migliorare la chiariflocculazione e mitigare i periodici problemi indotti dallo sviluppo algale. Tale pratica consente in definitiva di migliorare le caratteristiche finali dell’acqua a cominciare da quelle organolettiche. 56 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Nel corso del 2011 sullo stesso impianto è stata effettuata una sperimentazione di ossidazione avanzata (AOP) con acqua ossigenata e ozono per valutarne, in abbinamento all’utilizzo di uno stadio BAC (Biologically Activated Carbon) già presente sull’impianto, l’efficacia riguardo alla rimozione di microinquinanti. Le basse concentrazioni dei microinquinanti presenti all’origine non hanno consentito di esprimere un giudizio di merito sull’efficacia del trattamento che al momento non si ritiene comunque utile implementare. Nel 2011 è stato sottoscritto un contratto di ricerca con il Laboratorio Terra ed AcquaTech, Tecnopolo di Ferrara, per la sperimentazione di un sistema di disinfezione dell’acqua con tecnica elettrochimica. Se i risultati di laboratorio saranno incoraggianti, si prevede di effettuare nel corso del 2012 un’applicazione con un impianto pilota presso una stazione di disinfezione di rete che serve una parte della rete acquedottistica di Ferrara. Inoltre, dal 2008 sono in corso alcune indagini sui microinquinanti di origine farmaceutica nelle acque reflue finalizzate a valutarne la loro presenza nelle acque di scarico e la possibilità di effettuare trattamenti di rimozione più spinta rispetto a quanto assicurato dagli impianti di depurazione tradizionali. Sempre relativamente ai microinquinanti di origine farmaceutica, nel corso del 2010 sono state effettuate alcune prove di tipo idraulico su un filtro pilota che utilizza un carbone attivo granulare già selezionato con prove di laboratorio. Nel 2011, con il supporto scientifico e analitico dell’Istituto Mario Negri, è stato effettuato un test pilota presso il depuratore di Cervia, mirato a valutare la capacità di rimozione di alcuni principi attivi di farmaci di largo consumo tramite l’utilizzo di un filtro a carboni attivi granulari. Si è evidenziato che con un tempo di contatto di 20 minuti si ottiene una rimozione pressoché completa degli inquinanti presi in esame. Tale risultato sarà tenuto in debito conto nel caso in cui si dovesse in futuro valutare la necessità di un’applicazione a piena scala. 57 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Le azioni di sensibilizzazione sul territorio A partire da inizio 2011 Hera ha collaborato, sostenendo i costi della predisposizione delle aree e dei necessari collegamenti alle reti idrica ed elettrica, alla installazione di alcune case dell’acqua e cosiddette “sorgenti urbane” presenti in diversi comuni del territorio in cui Hera gestisce il servizio idrico. Con le sorgenti urbane, 700.000 bottiglie di plastica in meno! A fine 2011 erano presenti 5 strutture, nel 2012 ne sono state inaugurate 4 con il contributo di Hera e se ne prevede l’installazione di ulteriori 6 con le stesse modalità. L’acqua delle “sorgenti urbane” proviene direttamente dalla rete acquedottistica locale ed è quindi la stessa che esce dal rubinetto di casa, senza filtri o addolcitori. L’acqua viene resa più fresca grazie al sistema di refrigerazione applicato in loco e viene erogata anche frizzante. Una grafica piacevole e leggera che si adatta facilmente ai diversi ambienti urbani e l’utilizzo di materiali naturali come il legno, caratterizzano l’immagine di questi piccoli chioschi che offrono ai cittadini acqua buona da bere. Le sorgenti urbane sono dotate di un grande monitor che mostra i parametri chimico-fisici dell’acqua erogata in quel territorio, affinché ciascuno sappia cosa beve e sia consapevole della qualità dell’acqua distribuita. Il monitor offre inoltre informazioni sul servizio idrico e sull’impatto ambientale degli stili di vita, e spiega che bere 58 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile acqua del rubinetto riduce le emissioni di CO2 e i rifiuti (plastica e bottiglie), e fa bene al bilancio famigliare (350 euro di risparmio annuo rispetto a chi acquista acqua in bottiglia). Il prelievo da parte dei cittadini dell’acqua refrigerata è gratuito mentre il prelievo di quella addizionata con anidride carbonica costa 5 centesimi di euro al litro. A fine 2011 le strutture nel territorio hanno erogato oltre 1 milione di litri di acqua corrispondenti a 700.000 bottiglie di plastica da 1,5 litri. L’uso di queste strutture ha evitato il consumo di oltre 20 t di plastica per l’utilizzo di bottiglie di acqua minerale la cui mancata produzione e dunque uso ha determinato circa 900 cassonetti in meno da smaltire e un risparmio di CO2 di circa 300 tonnellate. Il progetto Hera2O, avviato nel 2008, promuove l’uso dell’acqua di rubinetto da parte dei lavoratori di Hera. Bevendo nel 2011 circa 460.000 litri di acqua di rubinetto grazie agli erogatori installati nelle mense e negli uffici, i lavoratori di Hera hanno evitato la produzione di oltre 700.000 bottiglie di plastica (ipotizzate bottiglie da 0,50 per mense e usi individuali, da 1,50 per uffici e sale riunioni), con un risparmio energetico di circa 48 tonnellate equivalenti di petrolio, minori emissioni di CO2 pari a 135 tonnellate e circa 450 cassonetti in meno di rifiuti da gestire. Nel 2011 gli erogatori Hera20 installati nelle mense di Hera hanno distribuito circa 460.000 litri di acqua di rubinetto: circa 450 cassonetti di plastica in meno da smaltire 59 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Nel corso della Giornata Mondiale dell’Acqua 2011, è stato promosso un progetto di solidarietà internazionale del Comitato Europeo per la Formazione e l’Agricoltura (CEFA) finalizzato alla realizzazione di fonti di approvvigionamento idrico in Sudan: bottiglie di vetro per l’acqua sono state consegnate ai visitatori in cambio di un’offerta libera a sostegno del progetto. Sempre in occorrenza della Giornata Mondiale dell’Acqua, nel 2012, il Gruppo ha distribuito a tutti i suoi lavoratori bicchieri in plastica da usare in ufficio per l’utilizzo degli erogatori di acqua di rubinetto e la riduzione così dei bicchieri usa e getta. Per la prima volta, a gennaio 2012, sono arrivate nei punti vendita di Coop Estense a Modena e Ferrara le etichette sulla qualità dell’acqua del rubinetto. L’iniziativa di Coop nell’ambito della campagna “Acqua di casa mia” è realizzata anche con il contributo di Hera che ha fornito i dati dei controlli sull’acqua effettuati sul territorio e ha organizzato punti informativi nei principali ipermercati coinvolti. Nelle corsie delle acque minerali in tutti i punti vendita sono stati affissi quindi i manifesti con l’etichetta dell’acqua di rubinetto distribuita nel comune. Il progetto vede coinvolti 41 punti vendita in 29 comuni del territorio di Modena e Ferrara. Le iniziative sopra citate hanno l’obiettivo di contrastare un primato negativo italiano: in Italia nel 2010 si sono consumati 186 litri di acqua imbottigliata procapite e secondo la ricerca Beverfood 2010-2011 l’Italia risulta nel 2009 al secondo posto al mondo per consumi procapite di acqua imbottigliata dopo il Messico e davanti agli Emirati Arabi Uniti. Sulla base di nostre elaborazioni e di quanto riportato nel rapporto “Acque minerali: la privatizzazione delle sorgenti in Italia” di Legambiente e Altreconomia, considerando gli 11 miliardi di litri di acqua minerale consumati in Italia nel 2010 si può stimare un consumo di 653.000 tonnellate di petrolio necessarie per produrre le 344.000 tonnellate di bottiglie di plastica e un’emissione di gas serra complessiva di circa un milione di tonnellate di CO2 equivalente. Il rapporto evidenzia anche che il 78% delle bottiglie utilizzate sono in plastica, di cui solo un terzo viene raccolto in modo differenziato e inviato a riciclaggio, e che solo il 15% delle bottiglie viaggia su rotaia. L’utilizzo di acqua di rubinetto in sostituzione dell’acqua minerale significa anche minori rifiuti: circa 6.600.000 di cassonetti di plastica in meno da smaltire o avviare a recupero ogni anno. 60 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Acqua di casa mia: una campagna per un consumo consapevole Claudio Mazzini - Responsabile Innovazione e valori di Coop Italia A livello mondiale i consumi di acqua si sono moltiplicati per nove e la quantità a disposizione di ogni essere umano è diminuita del 40%. Partendo da questa considerazione e dal primato tutto italiano nel consumo di acqua in bottiglia, Coop, nel 2010, ha deciso di lanciare la campagna “Acqua di casa mia” per aiutare il cittadino a riflettere sulla necessità di consumare l’acqua in modo maggiormente consapevole, con particolare attenzione agli aspetti ambientali che ne derivano. È stato predisposto un Dossier Scientifico che contiene tutti i riferimenti utili a spiegare il mondo dell’acqua disponibile e scaricabile dal sito www.coopambiente.it, ma sopratutto è cambiata la corsia delle acque che è poi il luogo più visibile all’interno del punto vendita: non più solo acqua in bottiglia ma anche caraffe, gasatori, filtri e kit per il controllo della qualità dell’acqua del rubinetto; più visibilità alle acque locali; informazioni sia sulla localizzazione delle principali acque minerali presenti in Coop sia sulle caratteristiche degli oligoelementi. Progetto “Acqua di casa mia”. L’etichetta dell’acqua distribuita da Hera è presente in 41 punti vendita Coop del territorio di Modena e Ferrara Acqua di Casa mia Coop Informa Scopri le caratteristiche dell’acqua di casa tua 61 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Nessuna volontà di demonizzare le acque minerali o di far sentire “in colpa” i consumatori, né tantomeno di confrontare le acque minerali con quelle di rubinetto, ma un consumo consapevole non può prescindere da alcune considerazioni generali, quali ad esempio – nel caso si preferissero le acque minerali – la valutazione di quanti chilometri ha percorso la bottiglia per arrivare sui banchi della distribuzione: più vicina è la fonte, minore è il costo ambientale. Inoltre è importante conoscere le caratteristiche delle acque, che sono tra loro molto diverse Per questo motivo abbiamo deciso di dare analoghe informazioni anche sulle caratteristiche delle acque “di casa” , ovvero di informare i cittadini, attraverso una scheda divulgativa consultabile nei nostri supermercati e ipermercati, delle caratteristiche chimiche e micro biologiche dell’acqua del rubinetto di casa propria, in modo da effettuare una scelta di acquisto (o di non acquisto) ancor più consapevole. L’esperienza pilota avviata per ora in Coop Estense con la collaborazione di Hera, Aimag e Sorgea consiste nell’esposizione, in ogni punto vendita, dell’etichetta dell’acqua del comune di riferimento, con i dati aggiornati forniti dal gestore del servizio, oltre alle indicazioni su come ottenere maggiori approfondimenti. L’etichetta dell’acqua nei negozi fornisce quindi un’informazione completa e trasparente grazie ai dati forniti e aggiornati dai gestori, comune per comune. A un anno dall’avvio della campagna Acqua di casa mia i risultati indicano un calo del venduto nella categoria acqua dell’1,4% in termini di valore e del 2,6% in quantità. 62 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile La qualità dell’acqua sul web e molto altro Dal settembre 2011 è attiva una nuova sezione del sito internet del Gruppo interamente dedicata al mondo dell’acqua. Il nuovo canale acqua offre numerose informazioni sulla qualità dell’acqua, sui sistemi di controllo e molto altro ancora raccogliendo così in una nuova sezione dedicata tante informazioni e approfondimenti sull’acqua. Più in dettaglio, sono presenti sezioni dedicate a: qualità e controllo in merito a tutte le fasi del Servizio Idrico Integrato, con un approfondimento sul tema dei controlli realizzati sulla qualità delle acque destinate alla produzione di acqua potabile; qualità dell’acqua rispetto ai limiti di legge; confronto tra acqua distribuita da Hera e acque minerali naturali in commercio; calcolo del risparmio annuale possibile bevendo acqua di rubinetto anziché acqua minerale (presenti 19 marche di acqua minerale per il confronto); mappa degli impianti di potabilizzazione, depurazione e dei serbatoi; dati medi semestrali per singolo comune relativi a: ammonio, cloruro, pH, durezza, fluoruro, nitrato, nitrito, residuo secco a 180 °C, sodio. Dal primo semestre 2012 questo set di parametri verrà esteso con ulteriori quattro: calcio, magnesio, solfato e alcalinità totale; approfondimenti video sul sistema dei laboratori e telecontrollo e sul ciclo dell’acqua; risposte alle più frequenti domande sull’acqua e la possibilità di farne di nuove con la sezione “l’esperto risponde”. Sul sito è inoltre presente una sezione dedicata al corretto uso quotidiano dell’acqua di rubinetto e alla promozione dei relativi comportamenti sostenibili. Il “canale acqua” ospita anche il report “In buone acque”. Nel nuovo canale del sito internet interamente dedicato all’acqua sono disponibili numerose A partire dall’autunno 2012 informazioni relative all’acqua di rubinetto è previsto l’inserimento in bolletta dei dati sulla qualità dell’acqua distribuita. L’iniziativa, che permetterà a ogni cliente di ottenere informazioni relative all’acqua distribuita da Hera nel proprio comune, sarà accompagnata da specifiche azioni di comunicazione. 63 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Preferire l’acqua di rubinetto genera vantaggi economici e ambientali! impronta ecologica dell’acqua di rubinetto e dell’acqua in bottiglia L’impronta ecologica misura la dimensione di territorio necessario per produrre energia, i materiali consumati e i relativi scarti di un certo processo produttivo. impronta ecologica di 1.000 litri dell’acquedotto di Porretta Terme (Bo): 2,1 m2 pari a uno sgabuzzino impronta ecologica di 1.000 litri di sei marche di acque minerali: da 469 a 613 m2 pari a circa 1,2-1,5 campi da basket impronta ecologica di 1.000 litri della Centrale Val di Setta (Bo): 1,2 m2 pari a un piccolo sgabuzzino Fonte: Fabio Marchioni, “La sostenibilità dell’acqua ad uso alimentare: l’impronta ecologica dell’acqua di Porretta Terme”, Tesi di laurea (anno accademico 2009/2010). confronto tra acqua di rubinetto e acqua in bottiglia secondo la metodologia LCS (life cycle assessment, analisi del ciclo di vita) L’analisi del ciclo di vita valuta l’insieme delle relazioni che un prodotto ha con l’ambiente considerando il suo intero ciclo di vita e dunque tutti gli impatti ambientali che procura. 100% 100% Consumi elettrici necessari per produrre un litro di acqua in bottiglia... 3% ... e un litro di acqua di rubinetto Emissioni di CO2 necessarie per produrre un litro di acqua in bottiglia... 2% ... e un litro di acqua di rubinetto Fonte: Alessandro Nogarino, “Analisi LCA dell’acqua destinata al consumo umano per l’individuazione del risparmio energetico: il progetto Hera2O di Hera S.p.A.”, Tesi di laurea (anno accademico 2007-2008). 64 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile costo di 1000 litri d’acqua nel 2011 Consumare acqua di rubinetto al posto della minerale, oltre a benefici ambientali, produce anche un risparmio economico. Acqua in bottiglia 300 € Acqua di rubinetto 1,61 € Considerata una famiglia di 3 persone con consumo di un litro di acqua minerale al giorno e un costo medio dell’acqua minerale di 0,30 €/l (17 marche di acqua minerale presenti nei supermercati dell’Emilia Romagna); il prezzo medio dell’acqua di rubinetto è riferito alla media 2011 delle bollette delle principali sette città servite da Hera (considerato un consumo medio annuo di 130 mc riferito a una famiglia di 3 persone). confronto tra la qualità dell’acqua distribuita da hera e le acque minerali I valori della qualità dell’acqua distribuita da Hera sono confrontabili con quelli delle acque minerali. Conc. ioni idrogeno (pH) max: 8,4 max: 7,8 Durezza totale (°F) max: 93 Residuo secco a 180°C (mg/L) max:1300 Sodio (mg/L) max:74,4 Fluoruro (mg/L) max:1,1 max: 52 min: 5,8 Nitrato (mg/L) Cloruro (mg/L) max: 20 max:19,55 max: 83 max:78,7 max: 538 max: 33 min: 21 min: 5,8 min: 3 min: 265 min: 22,3 acqua di rubinetto min: 17 max: 0,14 min: 0,9 min: 0,1 min: 0,07 min: 4 min: 1 min: 24 min: 0,3 acqua in bottiglia Confronto effettuato con i dati relativi a 28 acque minerali naturali in commercio pubblicati dalla rivista Altroconsumo (n. 184 di luglio/agosto 2005). Per pH e cloruro sono stati utilizzati i dati indicati nelle etichette di nove acque minerali di larga commercializzazione. 65 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile La qualità dell’acqua secondo chi la beve A partire dal 2005, attraverso interviste telefoniche, Hera ha avviato un percorso annuale di ascolto delle esigenze dei clienti e di verifica della loro soddisfazione nei confronti della società e dei servizi che eroga. I risultati sono utilizzati per definire gli obiettivi di miglioramento. Il campione stratificato intervistato nel 2011 in merito al servizio idrico è stato costituito da 1.630 nuclei familiari clienti del Servizio Idrico Integrato. Nel complesso, il Servizio Idrico Integrato di Hera ha raggiunto il punteggio di 74 su una scala da 0 a 100 in cui il livello di 70 può essere considerato un livello di elevata soddisfazione. Che tipo di acqua bevete di solito? Nel 2011 la percentuale di cittadini che decidono di bere acqua di rubinetto (esclusivamente oppure insieme alla minerale) è pari complessivamente al 56%, lievemente in diminuzione rispet2005 2006 2007 to al 2012, ma comunque in crescita rispetto agli anni precedenti. Ciò si riflette nella percentuale della popolazione che beve unicamente acqua in bottiglia pari al 44%. 2008 2009 2010 2011 100% 53% 54% 54% 48% 55% 41% 44% 80% 60% 21% 19% 20% 24% 20% 27% 22% 26% 20% 40% 21% 33% 38% 36% 20% 24% 0% Solo rubinetto 66 Entrambe Solo minerale Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile La soddisfazione sulla qualità e sul gusto dell’acqua, nelle sue componenti di gradevolezza del sapore e dell’odore, di limpidezza e assenza di calcare, è pari a 64 punti mentre la valutazione del costo del servizio in relazione all’utilità dello stesso e alle esigenze del cliente raggiunge un punteggio di 68. La valutazione sull’assenza di calcare rimane critica con un punteggio pari a 48. La componente del servizio nei confronti della quale gli utenti si ritengono maggiormente soddisfatti è quella relativa all’affidabilità dell’erogazione e alla continuità dell’approvvigionamento la cui valutazione positiva presenta un indice di soddisfazione pari a 79. Secondo l’indagine di Istat sugli aspetti della vita quotidiana delle famiglie, la diffidenza nel bere acqua di rubinetto si manifesta ancora elevata nel Paese: nel 2011 il 30% delle famiglie ha al suo interno uno o più componenti che dichiarano di non fidarsi a berla. Tale fenomeno raggiunge i livelli più elevati in Sicilia (60,1%), Sardegna (53,4%) e Calabria (47,7%). È minimo, invece, nella provincia autonoma di Trento, dove appena l’1,8% delle famiglie manifesta sfiducia nell’utilizzo dell’acqua di rubinetto per il consumo umano. Negli ultimi dieci anni la mancanza di fiducia delle famiglie nel bere acqua di rubinetto ha mostrato, nel complesso, un importante cambiamento in positivo: le famiglie che annoverano al proprio interno uno o più membri che non si fidano a consumare acqua di rubinetto diminuiscono dal 40,1% del 2002 al 30% del 2011. Nel 2010, secondo la rilevazione di Istat sui consumi delle famiglie, il 61,8% delle famiglie italiane ha acquistato acqua minerale, in calo rispetto agli anni precedenti (era il 64,3% nel 2008 e il 63,4% nel 2009). L’analisi per ripartizione geografica vede una leggera prevalenza di famiglie che acquistano acqua minerale al Sud (65,7%) mentre consumi lievemente più bassi si registrano per le famiglie del Nord (58,7%). 67 Consumo di acqua e salute: la piramide dell’idratazione e le false credenze sull’acqua Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Alcuni esperti di nutrizione hanno recentemente proposto un modello molto intuitivo per richiamare l’attenzione sul ruolo fondamentale che l’acqua ha all’interno dell’alimentazione quotidiana. Attraverso la piramide dell’idratazione si può capire facilmente quali alimenti consumare per rispettare l’apporto quotidiano di liquidi in modo da prevenire gli effetti gravemente negativi della disidratazione e per ottimizzare l’apporto giornaliero di acqua o altre bevande con valore calorico nullo o limitato. Alla base della piramide si trova l’acqua di rubinetto o imbottigliata che andrebbe consumata giornalmente per almeno un litro al giorno. Altri 600 millilitri dovrebbe provenire da bevande come tè, infusi, orzo, caffè decaffeinato, tutti senza zucchero, che si trovano al secondo livello della piramide. Al terzo livello troviamo il latte e le spremute e succhi di frutta, non zuccherati. Nella parte più elevata della piramide si trovano le bevande che vanno consumate con minore frequenza e con maggiore attenzione; si tratta in particolare di bevande gassate e zuccherate, bevande energetiche, caffè e birra. La piramide dell’idratazione cosa e quanto bere in una giornata Bibite gassate e zuccherate, energy drink occasionalmente 0-200 ml (0-1 bicchiere) Bevande idrosaline per lo sport solo se necessario 0-500 ml (0-1 bottiglia) Caffe senza zucchero 0-200 ml (0-5 tazzine) Birra alcolica 0-330 ml (0-1 lattina) Latte, anche vegetale 0-400 ml (0-2 bicchieri) Succhi di frutta con zuccheri aggiunti 0-200 ml (0-1 bicchiere) Centrifugati, spremute, succhi di frutta 100% frutta, senza zucchero 0-400 ml (0-2 bicchieri) Tè, infusi, orzo,caffè decaffeinato tutti senza zucchero 0-600 ml (0-3 bicchieri) Acqua almeno 1 litro 68 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Per quanto riguarda la durezza dell’acqua, che spesso viene erroneamente ritenuta un problema per la salute umana, va sottolineato che si tratta invece proprio dell’opposto e cioè di un valore aggiunto dell’acqua stessa: la letteratura medico-scientifica attribuisce alle acque dure un effetto protettivo sull’apparato cardiovascolare e le assolve dall’accusa di contribuire alla calcolosi renale. Numerose ricerche condotte in differenti periodi, aree geografiche e popolazioni hanno ribadito l’esistenza di un effetto protettivo dei contenuti di calcio e magnesio disciolti nell’acqua nei confronti dell’insorgenza di malattie cardiovascolari. Anche rispetto al sodio, è errato pensare che sia preferibile bere acque povere di sodio dal momento che i valori di sodio contenuti nell’acqua sono in genere irrilevanti: ad esempio bere un litro d’acqua di rubinetto equivale a mangiare poco più di mezzo cracker. La gran parte del sodio ingerito (come cloruro di sodio) proviene dagli altri alimenti, mentre l’acqua ha un ruolo trascurabile. Queste conclusioni sono presenti nelle linee guida sulla qualità dell’acqua potabile pubblicate nel 2011 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità le quali rispetto al sodio affermano che non esistono preoccupazioni per la salute considerando i livelli di sodio contenuti nell’acqua e che non esiste un legame tra presenza di sodio nell’acqua e ipertensione. Il 56% degli intervistati nell’indagine di soddisfazione dei clienti dichiara di bere acqua di rubinetto 69 Che rapporto c’è fra consumo di acqua e salute? Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Lo abbiamo chiesto a una specialista in malattie del metabolismo e del ricambio Per approfondire la relazione tra consumo di acqua e salute abbiamo intervistato la Professoressa Renata Caudarella, studiosa di Malattie del Metabolismo e del Ricambio1 (presso l’Università di Bologna) Rispetto all’acqua di rubinetto, una delle preoccupazioni maggiori dei consumatori è rivolta al calcare e ai suoi effetti sulla salute. Bere l’acqua di rubinetto fa venire i calcoli? Questa domanda è particolarmente interessante in quanto consente di correggere alcuni concetti che vengono divulgati comunemente dai media e non solo. Quando si affronta il tema dell’acqua del rubinetto o di acque minerali ricche di calcio, spesso si immagina che a livello corporeo, in particolare arterie e reni si verifichi una situazione analoga a quella delle condotte idriche o negli elettrodomestici con la deposizione di calcare. Innanzi tutto non si deve parlare di calcare ma piuttosto di soluti che possono favorire la formazione di calcoli quali il calcio, e del contenuto di calcio delle acque minerali o di rubinetto. Bisogna tener presente che solo circa il 20 - 25% del calcio contenuto nell’acqua e negli alimenti in generale viene assorbita a livello intestinale; il suo assorbimento è regolato dalla presenza di altri componenti quali ad esempio ossalato, fosfato etc. e dagli ormoni che regolano il bilancio calcio fosforo. Perché si pensa che il calcio e quindi le acque ricche di calcio possano favorire la formazione di calcoli? Il ragionamento è molto semplice: la maggior parte dei calcoli sono formati da sali di calcio (soprattutto ossalato e fosfato di calcio) e l’aumentata escrezione urinaria di calcio rappresenta l’alterazione metabolica più frequente nei pazienti con calcolosi renale. Da questi presupposti nasce la raccomandazione comune anche nella pratica clinica, di ridurre l’apporto giornaliero di calcio per prevenire le recidive, anche se gli studi presenti in letteratura non hanno mai stabilito la reale efficacia di questa affermazione. E ciò nonostante questa raccomandazione è stata estesa a tutti. Inoltre nella maggior parte dei pazienti con calcolosi, la massa ossea tende ad essere inferiore alla norma. Un ulteriore problema è rappresentato dalla presenza di un’aumentata escrezione urinaria di ossalato nei pazienti con dieta a basso contenuto di calcio. Quando infatti l’apporto di calcio si riduce aumenta l’assorbimento intestinale di ossalato che viene successivamente eliminato in maggiore quantità per via renale. Il ridotto apporto di calcio ha quindi due conseguenze; la prima di non modificare la 1 Professoressa Associata in Malattie del Metabolismo e del Ricambio presso l’Università di Bologna sino al 2006. 70 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile storia naturale della calcolosi ossalo-calcica, che è la forma più comune di calcolosi. La seconda di aumentare il riassorbimento della componente minerale (sali di calcio) dal tessuto osseo, cosa che può impoverire la massa ossea. Esistono studi che confermano queste conclusioni? Uno studio epidemiologico sulla recidiva di calcoli condotto, nell’arco di 4 anni, su circa 45.000 uomini ha mostrato che l’incidenza di recidive era inferiore di circa il 50% nel gruppo di soggetti che aveva un maggiore apporto di calcio. In un successivo studio prospettico su 91.731 donne, della durata di 12 anni, è stato confermato che l’apporto di calcio maggiore si associava ad un ridotto rischio di calcoli renali. Anche le acque minerali ricche di calcio non favoriscono la formazione di calcoli in quanto pur inducendo un incremento non significativo della calciuria, riducono significativamente l’escrezione urinaria di ossalato e non aumentano il grado di saturazione per l’ossalato di calcio e il fosfato di calcio. Infine numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato una relazione inversa tra durezza delle acque e calcolosi renale; la maggior incidenza di calcolosi calcica si è osservata in aree geografiche come la Thailandia e gli stati del sud-est negli USA, dove le popolazioni consumano acque con basso contenuto di minerali. In conclusione le acque ricche di calcio, oltre all’effetto benefico di diluizione, comune a tutte le acque, diminuiscono contestualmente l’escrezione di ossalato in quanto ne riducono l’assorbimento a livello intestinale. Il contenuto di calcio nell’acqua non favorisce quindi la formazione dei calcoli renali; si deve solo consigliare di non superare l’apporto giornaliero di calcio raccomandato per l’età e il sesso dei pazienti. Altro fattore di attenzione, il sodio. Vengono costantemente pubblicizzate acque minerali a basso contenuto di sodio, ma quanto incide quello contenuto nell’acqua sull’assunzione complessiva giornaliera? L’influenza dell’apporto giornaliero di sodio con la dieta sulla pressione arteriosa è ben noto ma l’apporto di sodio con l’acqua è trascurabile poiché la maggior parte del sodio ingerito (come cloruro di sodio) proviene dagli altri alimenti. Qual è il ruolo dell’acqua e degli elementi in essa contenuti, all’interno di una corretta alimentazione? L’acqua è indispensabile per il mantenimento della vita. Basta pensare che il 55-60% del peso di un soggetto adulto è dovuto all’acqua e che essa è indispensabile per un corretto svolgimento dei processi fisiologici e delle reazioni biochimiche corporee. L’apporto di calcio con l’acqua diventa particolarmente importante ad esempio nei soggetti con intolleranza al lattosio; in questi pazienti l’apporto giornaliero di calcio può essere raggiunto introducendo nella dieta acque ad elevato contenuto di calcio. Per finire… lei beve acqua di rubinetto? Si quando sono a casa, ma purtroppo questo non capita molto spesso. 71 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile False credenze sull’acqua Le linee guida per una sana alimentazione italiana pubblicate nel 2003 dall’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) smentiscono alcune false credenze relative all’acqua: Non è vero che l’acqua vada bevuta al di fuori dei pasti. Al limite, se si eccede nella quantità si allungheranno di un poco i tempi della digestione (per una diluizione dei succhi gastrici), ma un’adeguata quantità di acqua (non oltre i 600-700 millilitri) è utile per favorire i processi digestivi, perché migliora la consistenza degli alimenti ingeriti. Non è vero che bere molta acqua provochi maggiore ritenzione idrica. La ritenzione idrica dipende più dal sale e da altre sostanze contenute nei cibi che consumiamo che dalla quantità di acqua che ingeriamo. Non è vero che occorra preferire le acque oligominerali rispetto alle acque maggiormente mineralizzate per mantenere la linea o “curare la cellulite”. I sali contenuti nell’acqua favoriscono l’eliminazione di quelli contenuti in eccesso nell’organismo. Nei bambini, in particolare, sarebbe bene non utilizzare le acque oligominerali in modo esclusivo, ma bisognerebbe alternarle con quelle più ricche di minerali, in quanto una diuresi eccessiva può impoverire di sali minerali un organismo in crescita. Non è vero che bisogna bere acqua a basso contenuto di sodio per controllare l’ipertensione. La gran parte del sodio ingerito proviene dagli altri alimenti, mentre l’acqua ha un ruolo trascurabile: bere un litro d’acqua del rubinetto, quanto ad apporto di sodio, equivale a mangiare poco più di mezzo cracker! Non è vero che l’acqua faccia ingrassare. L’acqua non contiene calorie, e le variazioni di peso dovute all’ingestione o eliminazione dell’acqua sono momentanee e ingannevoli. 72 Non è vero che il calcio presente nell’acqua favorisca la formazione dei calcoli renali. Le persone predisposte a formare calcoli renali devono bere abbondantemente e ripetutamente nel corso della giornata, senza temere che il calcio contenuto nell’acqua possa favorire la formazione dei calcoli stessi: anzi, è stato dimostrato che anche le acque minerali ricche di calcio possono costituire al riguardo un fattore protettivo. Inoltre, ricerche recenti dimostrano che la capacità dell’intestino umano di assorbire il calcio contenuto nelle acque (spesso presente in quantità consistente) è considerata addirittura simile a quella relativa al calcio contenuto nel latte. Non è vero che l’acqua gassata faccia male. Né l’acqua naturalmente gassata né quella addizionata con gas (normalmente anidride carbonica) creano problemi alla nostra salute, anzi l’anidride carbonica migliora la conservabilità del prodotto. Solo quando la quantità di gas è molto elevata si possono avere lievi problemi in individui che già soffrano di disturbi gastrici e/o intestinali. Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Appendice: i parametri oggetto di rendicontazione in questo report Alluminio É uno dei metalli più ampiamente usati dall’uomo e anche uno dei composti più diffusi nella crosta terrestre. (limite di legge per acque di rete 200 µg/L (parametro indicatore), per acque minerali il parametro è previsto ma senza limite) tuttavia l’OMS individua in 700 μg/L un valore guida provvisorio. Tale valore è stato recepito all’interno della normativa italiana come valore massimo ammissibile. (limite di legge per acque di rete 700 µg/L (parametro chimico), per acque minerali il parametro non è previsto) Ammonio È una sostanza che deriva principalmente dalle deiezioni umane o animali dove è contenuto assieme all’urea risultante dal metabolismo delle proteine. La sua presenza nelle acque, specialmente in quelle sotterranee, è dovuta, in alcuni casi, a cause geologiche quali ad esempio la degradazione di materiale in via di fossilizzazione (resti di piante, giacimenti di torba, ecc.). Nelle acque può essere presente per un valore massimo di 0,50 mg/L. (limite di legge per acque di rete 0,50 mg/L (parametro indicatore), per acque minerali il parametro è previsto ma senza limite) Cloruro Gli ioni cloruro presenti in acqua possono essere di origine sia minerale sia organica. In quest’ultimo caso aumenti anomali di concentrazione possono essere collegati a inquinamenti di natura organica. Concentrazioni eccessive di cloruro in un’acqua, soprattutto se associate a valori di pH acido, accelerano la corrosione dei metalli nelle reti. (limite di legge per acque di rete 250 mg/L (parametro indicatore), per acque minerali il parametro è previsto ma senza limite) Antiparassitari-Totale Gli antiparassitari sono prodotti chimici normalmente impiegati in agricoltura per controllare, respingere e uccidere organismi animali quali insetti e microbi. Il valore indica la somma dei singoli antiparassitari rilevati e quantificati in occasione delle analisi. (limite di legge per acque di rete 0,50 µg/L (parametro chimico), per acque minerali il parametro non deve “risultare rilevabile con metodi che abbiano i limiti minimi di rendimento analitico” citati dalla legge) Clorito I cloriti sono tipici sottoprodotti della disinfezione dovuti all’uso di biossido di cloro come disinfettante. Non vi sono forti preoccupazioni rispetto agli effetti sulla salute di questi composti, Concentrazione ioni idrogeno (pH) Indica il grado di acidità di un’acqua. Valori troppo alti o troppo bassi rispetto alla condizione di neutralità (pH=7), potrebbero avere un significato indiretto di pericolosità: acque troppo acide (pH<7), specie in presenza di anidride carbonica aggressiva, immesse in tubature metalliche possono risultare aggressive e solubilizzare componenti che influiscono negativamente sulla gradevolezza dell’acqua (ferro, manganese, zinco) o comportano un vero e proprio rischio di tossicità (piombo, cadmio). (limite di legge per acque di rete con valore fra 6,5 e 9,5 (parametro indicatore), per acque minerali il parametro è previsto ma senza limite) Durezza La durezza indica la presenza di sali di calcio e magnesio disciolti nell’acqua. Si misura in gradi francesi (°F) ognuno dei quali corrisponde 73 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile a 10 mg/L di carbonato di calcio. Una possibile scala di classificazione della durezza considera le acque leggere o dolci quelle con durezza inferiore a 15-20 °F, mediamente dure sino a 20-35 °F e dure oltre 35 °F. Su indicazione medica può essere consigliato l’utilizzo di acque con particolari gradazioni di calcio. Normalmente il calcio presente nell’acqua è importante per la salute al punto che la legge vieta, nel caso di installazione di un addolcitore domestico, di abbassare il valore della durezza sotto i 15 °F. Al contrario, ben noti sono i danni causati da acque troppo dure a elettrodomestici e sanitari, al punto che molti detersivi contengono sostanze che combattono il calcare. (parametro indicatore di legge per acque di rete con valore consigliato inferiore a 50°F e superiore a 15°F per acque sottoposte a trattamento di addolcimento o di dissalazione, per acque minerali il parametro non è previsto) Escherichia coli È una delle specie principali di batteri che vivono nella parte inferiore dell’intestino di animali a sangue caldo. La presenza di Escherichia coli nell’acqua è “indice” del livello di contaminazione fecale. (limite di legge per acque di rete 0/100 mL (parametro microbiologico), per acque minerali il parametro deve “risultare assente”) Ferro È un metallo ed è uno dei principali componenti della crosta terrestre. Può essere presente nell’acqua potabile anche come risultato dell’uso di flocculanti negli impianti di trattamento per la produzione di acqua potabile o della corrosione delle condotte in acciaio e ghisa durante la distribuzione dell’acqua. Il ferro è considerato un elemento indesiderabile, in quanto già una concentrazione di circa 0,3 mg/L conferisce all’acqua una colorazione giallina e un sapore sgradevole (metallico). (limite di legge per acque di rete 200 µg/L (para- 74 metro indicatore), per acque minerali il parametro è previsto ma senza limite) Fluoruro Esprime il contenuto di fluoro, elemento indispensabile soprattutto per denti e ossa, da assumere a piccole dosi. Un’assunzione eccessiva potrebbe provocare effetti sull’apparato scheletrico e sulla dentatura. (limite di legge per acque di rete 1,50 mg/L (parametro chimico), per acque minerali 5 mg/L e 1,5 mg/L per acque destinate all’infanzia) Manganese Il manganese si ritrova naturalmente presente sia nelle acque superficiali sia nelle acque di falda. Se presente in quantità superiore ai limiti legislativamente previsti può produrre degli effetti indesiderabili sull’acqua potabile. Il manganese, infatti, determina l’alterazione delle caratteristiche organolettiche dell’acqua quali: colore, sapore indesiderabile e torbidità. (limite di legge per acque di rete 50 µg/L (parametro indicatore), per acque minerali 500 µg/L) Nitrato e Nitrito I nitrati e i nitriti sono sostanze inquinanti. La presenza di nitriti e nitrati nell’acqua potabile è solo in minima parte naturale: nella maggior parte dei casi dipende da attività umane quali allevamenti, fertilizzanti, rifiuti industriali, scarichi urbani e liquami. (nitrato: limite di legge per acque di rete 50 mg/L (parametro chimico), per acque minerali 45 mg/L e 10 mg/L per acque destinate all’infanzia) (nitrito: limite di legge per acque di rete 0,50 mg/L (parametro chimico), per acque minerali 0,02 mg/L) Residuo secco a 180° Le acque potabili e quelle minerali possono contenere elevate, medie o basse quantità di sali, principalmente carbonati, bicarbonati, cloruri e solfati, combinati con sodio, potassio, calcio e magnesio. Il residuo secco, o fisso, indica la Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile quantità di sali disciolti presenti nelle acque dopo l’evaporazione di un litro d’acqua a 180°; più è basso, minore è il contenuto di sali e viceversa. Fino a 50 mg/L si ha un’acqua minimamente mineralizzata ossia povera di sali, indicata per favorire la diuresi e per calcoli renali; da 50 a 500 mg/L un’acqua oligominerale o leggermente mineralizzata, adatta all’uso quotidiano e con una buona azione diuretica; da 500 a 1.500 mg/L un’acqua mediamente mineralizzata, più adatta a chi pratica attività sportive; oltre i 1.500 mg/L un’acqua ricca di sali, adatta a scopo curativo e su consiglio medico. (parametro indicatore per acque di rete con valore massimo consigliato 1.500 mg/L, per acque minerali il parametro è previsto ma senza limite) abbiano i limiti minimi di rendimento analitico” citati dalla legge) Trialometani-Totale Rappresentano uno dei più noti sottoprodotti di disinfezione: la loro presenza nelle acque potabili è infatti connessa all’utilizzo dell’ipoclorito di sodio come disinfettante. Si formano infatti dalla reazione delle sostanze organiche naturali presenti nell’acqua con l’ipoclorito di sodio. (limite di legge per acque di rete 30 µg/L (parametro chimico), per acque minerali il parametro non deve “risultare rilevabile con metodi che abbiano i limiti minimi di rendimento analitico” citati dalla legge) Sodio Il sodio è abbondantissimo in natura e pertanto è presente, in misura maggiore o minore, in tutte le acque naturali, sotto forma di cloruro di sodio (il sale comune) e come bicarbonato di sodio. Per il suo contenuto in sodio, l’acqua distribuita da Hera è comparabile alle acque minerali in commercio. In riferimento al totale degli apporti dietetici, i valori di sodio contenuti nell’acqua sono in genere irrilevanti: ad esempio bere un litro d’acqua di rubinetto equivale a mangiare poco più di mezzo cracker. La gran parte del sodio ingerito (come cloruro di sodio) proviene dagli altri alimenti, mentre l’acqua ha un ruolo trascurabile. (limite di legge per acque di rete 200 mg/L (parametro indicatore), per acque minerali il parametro è previsto ma senza limite) Tetracloroetilene + Tricloroetilene (Trielina) Si tratta di due composti chimici presenti nell’acqua per la contaminazione del suolo e del sottosuolo causata da pratiche industriali non corrette, quali lo scarico in pozzi perdenti o fognature. (limite di legge per acque di rete 10 µg/L (parametro chimico), per acque minerali il parametro non deve “risultare rilevabile con metodi che 75 Appendice: le campagne di comunicazione di Hera sull’acqua potabile Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Campagna pubblicitaria realizzata da Hera nel 2009 Campagna pubblicitaria realizzata da Hera nel 2011 76 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Il Progetto Hera2O è stato attivato nel 2008 per promuovere l’uso di acqua di rubinetto da parte dei lavoratori Nel 2010 Hera ha promosso il Manifesto dell’acqua dei Sindaci che impegna i comuni a promuovere l’acqua di rubinetto Per promuovere il consumo di acqua di rubinetto, nel 2012 i lavoratori di Hera hanno ricevuto un bicchiere o una borraccia 77 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Glossario Acqua oligominerale Si definisce oligominerale l’acqua con un valore di residuo secco a 180 °C compreso fra 50 e 500 mg/L. L’acqua oligominerale è adatta all’uso quotidiano e possiede una buona azione diuretica. Ambito Territoriale Ottimale (ATO) L’Ambito Territoriale Ottimale, in base alla Legge n. 36 del 1994, determina il livello territoriale di organizzazione del Servizio Idrico Integrato in vista del superamento della frammentazione delle gestioni e del conseguimento di adeguate dimensioni gestionali; la legge regionale delimita i suoi confini in base al bacino idrografico. Campionamento Nell’analisi chimica viene detto campionamento l’insieme di operazioni necessarie alla preparazione di un campione, ovvero la quantità di sostanza o la parte di un materiale che dovrà essere sottoposta ad analisi e che dovrà rappresentare significativamente l’intera sostanza o materiale di appartenenza. Carta dei servizi La Carta dei servizi è un documento che ogni Ufficio della Pubblica Amministrazione e ogni gestore di servizio pubblico è tenuto a fornire ai propri utenti. In esso sono descritti finalità, modi, criteri e strutture attraverso cui il servizio viene attuato, diritti e doveri, modalità e tempi di partecipazione, procedure di controllo che l’utente ha a sua disposizione. Le Carte dei servizi sono uno strumento di tutela dei cittadini in quanto dichiarano gli standard di qualità del servizio, cioè le caratteristiche delle principali prestazioni fornite dall’Azienda e i tempi entro i quali devono essere eseguite. Concentrazioni Le concentrazioni delle sostanze disciolte in acqua sono normalmente espresse in milligrammi per litro (mg/L), che corrispondono a un millesimo di grammo in un litro d’acqua, in microgrammi per 78 litro (µg/L), che corrispondono a un milionesimo di grammo in un litro d’acqua, oppure in nanogrammi per litro (ng/l), che corrispondono a un miliardesimo di grammo in un litro d’acqua. Conducibilità elettrica dell’acqua La conducibilità misura la quantità di sali disciolta in acqua. Più cariche sono presenti in acqua e più sali vi saranno disciolti. CO2 equivalente Sono le emissioni di tutti i gas serra equiparate, negli effetti di riscaldamento della Terra, alla CO2 secondo tabelle di conversione definite. L’effetto del metano (CH4) per il riscaldamento della Terra è equiparabile a 21 volte quello della CO2 mentre quella del protossido di azoto (N2O) è equivalente a 310 volte quello della CO2. Falda acquifera Si definisce falda acquifera un deposito d’acqua che si raccoglie in strati porosi del sottosuolo, costituiti ad esempio da sabbie e ghiaie, e che viene alimentato dalle precipitazioni atmosferiche attraverso processi di infiltrazione. Le acque della falda acquifera mantengono in genere una temperatura costante, prossima alla temperatura media delle rocce che le ospitano. Le falde più profonde mantengono la propria posizione indisturbate, spesso anche per milioni di anni, mentre quelle più superficiali sono coinvolte nel ciclo idrologico, del quale costituiscono un’importante componente. Indice di aggressività delle acque L’aggressività di un’acqua definisce la propensione di questa ad attaccare e solubilizzare alcuni minerali contenuti in rocce, terreni o materiali edili. Le acque aggressive presentano in genere un basso contenuto salino, bassa alcalinità e un contenuto di anidride carbonica libera che viene chiamata aggressiva. L’aggressività può favorire il deterioramento delle matrici cementizie e danneggiare le condotte di fibrocemento con il conseguente rilascio di fibre di amianto in acqua. L’acqua risulta Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile tanto più aggressiva, quanto più basso è il valore dell’indice di aggressività. Indici di aggressività inferiori a 12 indicano acque tendenzialmente aggressive per le matrici cementizie. Nanogrammo Unità di misura della massa. Un nanogrammo (simbolo ng) è la miliardesima parte del grammo. OMS L’Organizzazione Mondiale della Sanità è l’agenzia dell’ONU specializzata in tema di salute, fondata il 7 aprile 1948 e con sede a Ginevra. L’obiettivo dell’OMS è il raggiungimento da parte di tutte le popolazioni del livello più alto possibile di salute, intesa come condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto come assenza di malattia o di infermità. Organoalogenati Sono sostanze organiche contenenti alogeni (fluoro, cloro, bromo, iodio e astato). Per quanto riguarda le acque potabili, gli organoalogenati di interesse sono alcuni solventi presenti nelle acque a causa di inquinamento ambientale (tricloroetilene, tetracloroetilene) e i cosiddetti “trialometani” che si formano come sottoprodotti nei processi di disinfezione con ipoclorito di sodio. Per il tricloroetilene+tetracloroetilene e per i trialometanitotale si veda l’appendice. PET Il PET, polietilene tereftalato o polietilentereftalato, è un materiale plastico usato in svariati modi, leggero e infrangibile, impiegato soprattutto in imballaggi che dopo l’uso possono essere riciclati senza problemi e poi riutilizzati. Il PET è prodotto al 100% dal petrolio o dal metano. Da circa 1,9 chilogrammo di petrolio si ottiene circa 1 chilogrammo di PET. Subsidenza Si tratta di un fenomeno di progressivo abbassamento del suolo dovuto alla compattazione dei materiali. La subsidenza può essere sia di carattere naturale, nel caso di sedimenti molto porosi che tendono ad abbassarsi se hanno sopra un carico, sia di carattere artificiale (subsidenza indotta), ad esempio a seguito di estrazione di acqua, petrolio o gas dal terreno che lasci vuoti gli spazi intergranulari, provocando pertanto un assestamento del terreno. Trattamento chimico Si definisce trattamento chimico un processo che utilizza reagenti chimici con l’obiettivo di modificare la struttura molecolare delle sostanze. Nel caso della potabilizzazione dell’acqua un tipico esempio è quello che utilizza l’ozono per ossidare-modificare le sostanze organiche nell’acqua. Trattamento fisico Si definisce trattamento fisico un processo che utilizza le proprietà fisiche delle sostanze contenute nell’acqua (la dimensione, il peso, la densità) per separarle da essa. UNI EN ISO/IEC 17025:2005 La norma specifica i requisiti generali per la competenza dei laboratori a effettuare prove e/o tarature, incluso il campionamento. Essa copre le prove e tarature eseguite utilizzando metodi normalizzati, metodi non-normalizzati e metodi sviluppati dai laboratori. UNI EN ISO 9001:2000 La norma ISO 9001 costituisce il riferimento, riconosciuto a livello mondiale, per la certificazione del Sistema di Gestione per la Qualità delle organizzazioni di tutti i settori produttivi e di tutte le dimensioni. Sostanza colloidale (colloide) Si definisce un colloide una sospensione di minuscole particelle di una sostanza, detta fase dispersa, in un’altra, detta fase continua o mezzo disperdente. Sia la fase sospesa, o dispersa, sia il mezzo disperdente possono essere solidi, liquidi o gassosi. 79 Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile Gruppo di lavoro Filippo M. Bocchi Paola Brandolini Gianluca Principato Direzione Corporate Social Responsibility, Hera S.p.A. Claudio Anzalone Laura Minelli Angelo Pettazzoni Coordinamento Tecnico Reti, Hera S.p.A. Sara Cameranesi Riccardo Finelli Direzione Centrale Relazioni Esterne, Hera S.p.A. Hanno collaborato alla redazione del report: Vito Belladonna Arpa Emilia-Romagna Lisa Gentili Arpa Emilia-Romagna Stefania Greggi Romagna Acque – Società delle fonti S.p.A. Claudio Mazzini Coop Italia Carlo Pezzi Romagna Acque – Società delle fonti S.p.A. Leonella Rossi Arpa Emilia-Romagna Danila Tortorici Direzione Sanità e Politiche Sociali, Regione Emilia-Romagna Andrea Zuppiroli Direzione Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa, Regione Emilia-Romagna Hanno inoltre collaborato: Franco Sami, Luciano Agostini (Direzione Settore Servizi Tecnici Operations, Hera S.p.A.), Fabrizio Mazzacurati, Susanna Morelli (Coordinamento Tecnico Reti, Hera S.p.A.), Francesco Avolio, Elena Billi, Giorgio Paderni, Filippo Zanolla (Business Unit SOT Bologna), Francesco Maffini, Massimo Mari, Riccardo Pollini (Business Unit SOT Ferrara), Paola Casali, (Business Unit SOT Forlì-Cesena), Luigi Bombardi, Cristina Morini (Business Unit SOT Imola-Faenza), Francesca Romani (Business Unit SOT Modena), Luca Marchi, Imerio Pirazzini, Daniele Quintavalle (Business Unit SOT Ravenna), Mirko Boschetti Manuela Corbelli (Business Unit SOT Rimini). 80 Responsabilità progetto editoriale Direzione Centrale Realazioni Esterne Hera S.p.A. Giuseppe Gagliano Riccardo Finelli Progetto grafico avenida.it Stampa La Pieve Poligrafica Editore Villa Verucchio s.r.l. Stampato su carta ecologica Cyclus Print riciclata al 100% Finito di stampare nel luglio 2012 Hera S.p.A. Viale C. Berti Pichat 2/4 40127 Bologna www.gruppohera.it