καλὸς καὶ ἀγαθός = bello e valoroso. Infatti secondo gli antichi greci la bellezza fisica era lo specchio del valore. Inoltre essere καλὸς καὶ ἀγαθός significava possedere una grande forza fisica e grande coraggio. Ottimo oratore=l’ ἀγαθός inoltre, non doveva affermarsi solo in guerra ma anche nella vita sociale. Infatti doveva possedere la virtù della parola e per mezzo di essa doveva saper convincere i cittadini a sostenere le sue opinioni. Vendicativo= la vendetta era l’atto che doveva dare “ gioia al cuore” . Serviva soprattutto per rivendicare l’anima della vittima , per dare sollievo ai parenti di questa e per essere stimati dall’ opinione pubblica (δόξα). τιμή καὶ κλέος= onore e fama . Gli eroi vivevano per compiere gesta gloriose in battaglia che avrebbero assicurato loro il ricordo eterno da parte dei posteri. Il pianto= Omero ci presenta scene in cui gli eroi piangono. Infatti nella cultura omerica le lacrime erano simbolo di virilità e impulsività. Inoltre se gli eroi dovevano piangere dovevano farlo in modo enfatico e teatrale. Фιλία – φθόνος = il favoreggiamento e l’avversione degli déi. Questi influenzavano molto l’andamento della battaglia e perciò potevano essere favorevoli o avversi all’eroe. “Canta, o dea, l’ira di Achille figlio di Peleo, rovinosa, che mali infiniti provocò agli Achei...” .... Questa è l’invocazione alla Musa con cui si apre l’Iliade e ci presenta subito il protagonista… Figlio di Teti e Peleo , Achille è uno dei principali eroi della guerra di Troia; è per eccellenza la figura dell’ eroe Omerico , altamente violento , tragico e soprannaturale. Egli viene spesso presentato in momenti dolorosi in cui piange e perciò appare sensibile. D’altra parte ve ne sono altri in cui è spietato e crudele come ad esempio quando non ha pietà delle suppliche di Ettore morente. ETTORE PARIDE (Alessandro) Da questi tre famosi esempi di eroi si può dedurre anche la concezione eroica della morte: per gli eroi la morte non era un avvenimento negativo, essa doveva avvenire in battaglia in modo da poter ottenere il ricordo eterno nella fama e nella gloria. Questo pensiero era anche un modo per superare il timore della morte, in quanto la morte in guerra equivaleva all’ immortalità. Secondo poi le credenze greche, una volta morti, gli uomini, si recavano nel regno dell’Ade , dove a tutti aspettava la stessa sorte, tranne poi in alcuni casi in cui venivano assegnate pene infernali a coloro che avevano compiuto peccati verso le divinità. In conclusione possiamo paragonare gli eroi del mondo greco con i nostri odierni “supereroi” ...eroe omerico... …eroe odierno… Da queste due immagini si può notare come la figura dell’ eroe si sia evoluta nel tempo, perché se prima un eroe era colui che lottava per essere ricordato, oggi è una persona che si batte per difendere i più deboli. QUESTO LAVORO E’ STATO REALIZZATO DA: ALESSANDRA SANROCCO CATERINA CLEMENTE ILARIA MELE NICOLETTA COSTANZA IV F Prof.ssa Annalisa Divincenzo