AFFETTI E AMORI
DI SAFFO
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La famiglia di Saffo era
di origini aristocratiche.
Figli
Carasso
Saffo
Larico
Erigio
SCAMANDRONIMO
Scamandronimo era il
padre di Saffo. Il suo
nome deriva dal fiume
Scamandro che scorre
nella vicina terra
dell’Asia Minore.
Ovidio riferisce che
Saffo sia rimasta
orfana
all’ età di sei anni.
CARASSO
Carasso,il fratello maggiore di Saffo,
fu un mercante e,secondo Erodoto,
causò la sua rovina economica per
amore della cortigiana Rodopi e per
questo ricevette un rimprovero dalla
sorella in un componimento di cui ci
resta un ampio frammento, nel quale...
Saffo prega la divinità
affinchè il fratello Carasso torni
sano e salvo a casa,
e maledice la ragazza Dorica.
« O Cipride, o Nereidi,
sano e salvo
fate che mi ritorni il
mio fratello,
e quante cose nel suo
cuore brama,
si adempian tutte,
[...]
Cipride, molto amara
ella ti trovi!
Fa che Dorica non si
vanti mai
d'aver colto l'amor
desiderato
un'altra volta. »
LARICO
EPITALAMIO
ALLA FIGLIA
CLEIDE
“Saffo, Eros ha scosso
la mia mente
come il vento che giù
dal monte
batte sulle querce.
Dolce madre, non posso più
tessere la tela
domata nel cuore dall'amore
di un giovane:
colpa della soave Afrodite.
Sei giunta, ti bramavo,
hai dato ristoro alla mia
anima
bruciante di desiderio.”
In Saffo il tema dell’amore è
dominante ed è
visto come forza che
sconvolge i sensi e la mente,
e che trova le sue occasioni
poetiche nella gelosia
o nella contemplazione della
bellezza delle fanciulle.
“Simile a un dio mi sembra quell'uomo
che siede davanti a te, e da vicino
ti ascolta mentre tu parli
con dolcezza
e con incanto sorridi. E questo
fa sobbalzare il mio cuore nel petto.
Se appena ti vedo, subito non posso
più parlare:
la lingua si spezza: un fuoco
leggero sotto la pelle mi corre:
nulla vedo con gli occhi e le orecchie
mi rombano:
.
un sudore freddo mi pervade: un
tremore
tutta mi scuote: sono più verde
dell'erba; e poco lontana mi sento
dall'essere morta.
Ma tutto si può sopportare…”
La grandezza di
Saffo è anche
nella sua
capacità di
accettare ogni
tipo d'amore:
quello
istituzionalizzato
, maschile e
nuziale, e la
tenerezza tra
fanciulle del
Tiaso che tale
amore
distrugge.
Saffo si
innamora in
particolare di
tre sue allieve:
Attis, Gongila e
Dika.
Conosciamo
questi amori
grazie a piccoli
frammenti
delle stessa
Saffo.
“Soavi danzano fanciulle,
intonando cori fioriti. Dika è in mezzo a
loro,
ed Arignota, e Gongila bella,
v’è Cleis con la mitra scarlatta.
I loro passi sono legati
dalle morbide braccia intrecciate.
Soavi le voci sui freschi prati di Lesbo;
di serti di rose, di cipero e di aneto,
ai capelli è amabile ornamento.
Coronata di viole, Saffo,
dolcemente sorride fra le Fanciulle,
illustre poetessa, Donna pienamente.
Soave guida il tìaso, il girotondo delle
figlie,
sorelle ed amanti dilette;
ella guida i loro passi sulle strade
nascoste
di Eros e delle dive di Pieria.
Vieni Alma Dea,
come già per Lei facesti,
e narra della tua Cantrice”
(Anacreonte)
“Ero
innamorata
di te, un
tempo, Attis
***
una
fanciulla
piccola
sembravi, e
acerba”
“O mia Gogila, ti prego:
Metti la tunica bianchissima
E vieni a me davanti:intorno a te
Vola desiderio di amore.
Così adorna, fai tremare chi
Guarda;
E io ne godo, perché la tua
Bellezza
Rimprovera Afrodite”
“Eros che
fiacca le
membra, di
nuovo, mi
abbatte,
dolceamara
invincibile
fiera
***
Attis, ti sei
stancata di
pensare
a me, e voli
da
Andromeda”
Che la poetessa nutrisse per le
fanciulle un amore omosessuale
era un fatto normale in un
contesto storico e sociale in cui
esisteva una stretta separazione
dei sessi.
Oltre alle fanciulle del Tiaso la
poetessa si innamorò di tre
uomini.
Vero o leggenda?


Si dice che Saffo sposò Cercila di Andro.
Probabilmente questa è una notizia inventata da
commediografi in quanto “Cercila da Andro” dal
greco significa “genitali maschili”.
Questo potrebbe significare che la poetessa,
semplicemente, si unì ad un uomo come
amante in carne ed ossa, del quale non era
importante il nome ma il ruolo.
Da Cercila ebbe una figlia, che chiamò come
sua madre, Cleis (ma è possibile anche che
questo sia il nome di una giovinetta oggetto
della passione amorosa della poetessa).
Secondo leggende legate ad alcuni versi del
poeta lirico Alceo, questi fu ritenuto amante di
Saffo; ma gli stessi poeti antichi smentirono
questa ipotesi, ritenendo che i versi in questione
erano da interpretare come un'idealizzazione, non
come una nota autobiografica
Alceo la descrisse
così: “…Dai capelli
viola, pura, dolce
ridente…”
Faone era un anziano barcaiolo
che traghettava i turisti dall’isola di
Leucade a quella di Lesbo.
Secondo la leggenda diventò bello
grazie ad un dono fatto dalla dea
Afrodite. Dopo una breve storia
d’amore con Saffo, decise di
lasciarla e partì per Catania con
una bella siciliana dai capelli ricci.
la povera Saffo, non reggendo al
dolore, si gettò dalla rupe più alta
dell’isola di Leucade . Le pene
d’amore, l’avevano costretta a
gettarsi nel vuoto.
D’altra parte, anche a quell’epoca,
Saffo era considerata la poetessa
erotica per eccellenza. A parte,
però, le frasi audaci, il verso più
bello resta sempre quello dove
Saffo dice a Faone:
“Non ti chiedo di amarmi, ma di
lasciarti amare”
(Ovidio-Heroides, XV, 96).
Stefania Sanna
Veronica Origa Pala
2012
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La famiglia di saffo