IL SAFFO PARLANTE Giornalino scolastico degli studenti N.1 Dicembre 2011 IN PRIMO PIANO • “Vogliamo un mondo all’altezza dei nostri sogni”. La manifestazione di Teramo in occasione della mobilitazione studentesca. • Intervista ai rappresentanti d’istituto sulle assemblee degli studenti. • Che fine ha fatto il Nuovo Polo Liceale Saffo? Intervista al Sindaco di Roseto Enio Pavone. • Liceo Classico: il Greco e il Latino, lo stress e il mondo del lavoro. • Un anno ricco di attività: concorsi, attività sportive, teatro, certificazioni. C O M E U N G R I L L O PA R L A N T E Immancabile appuntamento da diversi anni, eccoci arrivare insieme ai panettoni e ai regali natalizi. Nuovo nome per il nostro giornalino scolastico, "il Saffo Parlante", voluta citazione del grillo collodiano: questo progetto si propone, appunto, di essere l'eloquente coscienza degli alunni del nostro Liceo e, perché no, di "mettere bocca" dove necessario. Il Saffo Parlante è un progetto di studenti rivolto agli studenti, che parla di scuola (e non solo) a chi la scuola la frequenta e a chi la scuola sta a cuore. In un momento in cui in tutta Italia c'è un gran fermento politico e studentesco, in cui sono numerosi gli Indignati, anche la nostra redazione ha deciso di far sentire la propria voce, la voce di chi sta dalla parte della cultura e sostiene l'impegno giovanile, in un ambiente istituzionale che, invece, invecchia sempre di più. Abbiamo raccontato di chi ha manifestato a favore di un'istruzione pubblica, libera ed accessibile a tutti, a favore della cultura come mezzo per risollevare le sorti di un Paese in crisi, perché troppo spesso sentiamo parlare di scuola coloro che della realtà quotidiana di alunni ed insegnanti sanno poco, se non niente. Abbiamo intervistato uno dei nostri Rappresentanti d'Istituto, sul (non?) funzionamento della gerarchia di rappresentanze nella nostra scuola, sul ruolo delle Assemblee, sul Collettivo "Controcorrente Saffo"; ci siamo recati DI LUCIA SANTARELLI al Comune di Roseto, impegnati col Primo Cittadino Enio Pavone, per chiedere risposte sulla tanto famigerata nuova sede del nostro liceo, per "tenere sotto pressione" le autorità ed attirare ulteriormente l'attenzione sulla questione. Il Saffo Parlante vuol essere presente ed impegnato, trattando anche di ciò che funziona, di progetti ed iniziative, della (s) valutazione della classicità, dei problemi degli studenti stranieri, dall'inserimento coi compagni, alle difficoltà con la lingua. E, ancora, un occhio di riguardo al mondo tutt'attorno, con recensioni di cinema, spettacolo e letteratura, con minibiografie di personalità importanti, con articoli di costume e cultura. Le difficoltà cui ci siamo trovati a dover far fronte non sono certo poche, ma il gruppo redazionale ha reagito con entusiasmo e voglia di fare: questo è un giornalino completamente "home (o sarebbe meglio dire "school") made", abbiamo infatti scelto una grafica semplice e la distribuzione di copie b/n. Il Saffo Parlante vuole informare in modo fresco, diretto e caparbio, col tono di chi non si prende troppo sul serio, ma prende sul serio quel che osserva, soprattutto nel difficile mondo della scuola. Per questo la redazione è aperta a ricevere materiale da chiunque fosse interessato a scrivere, raccontare, illustrare e pubblicare, convinta che la parola sia un mezzo di straordinario impatto ed efficacia. Sommario: Vogliamo un mondo all’altezza dei nostri sogni 2 Comitato d’Istituto e Consulta degli Studenti 3 La nostra intervista al Sindaco Enio Pavone 4 Gli studenti stranieri del Polo Liceale Saffo 6 Un ricordo di Steve Jobs 7 Un anno ricco di concorsi, progetti, sport e dintorni 11 Il Liceo Classico nella società odierna 12 Pagina 2 IL SAFFO PARLANTE “Vogliamo un mondo all’altezza dei nostri sogni” La manifestazione degli studenti a Teramo dello scorso 17 novembre Rebecca Bucci C’è chi ci crede davvero. Come Alice: “Sono andata prima di tutto perché era la giornata internazionale degli studenti; molti dicono che abbiamo fatto questa protesta per niente (dato il governo attuale), ma la verità è che in un periodo di crisi, qualsiasi altro paese d’Europa punterebbe sull’istruzione e sui ragazzi, per risollevarne le sorti, perché noi siamo il futuro, mentre l’Italia attraversa la crisi e che fa? Taglia i fondi per l’istruzione.” Della stessa opinione anche Roberta e Alessandra: “Visto che abbiamo il diritto di farci sentire volevamo che sapessero che questa situazione non ci va bene e che le cose devono cambiare.” C’è anche chi è andato perché trascinato dagli amici, come Fulvio, che “ci si è trovato”. C’è chi è andato per saltare un giorno di scuola. E poi, c’è chi non è voluto andare, come Rossano: “Principalmente per questioni di disincanto; quando avevo 14-15 anni ho partecipato alla stragrande maggioranza di queste manifestazioni, con risultato 0 o 1. Probabilmente il mio atteggiamento verso questa manifestazione in particolare può essere considerato sbagliato”, aggiunge, “ ma credo che nell’Italia del 2011-2012 queste manifestazioni in provincia siano davvero poco utili…”. Ragazzi diversi, opinioni diverse, una verità: l’istruzione italiana rasenta condizioni catastrofiche. E che credessero, o meno, in quel che stavano facendo, gli studenti (e non solo) che hanno manifestato a Teramo chiedevano a gran voce il diritto allo studio che la stessa Costituzione promette, garantisce. Guardiamoci intorno: laureati e ricercatori fuggono dal nostro paese in cerca di un futuro e di un lavoro che qui non gli è possibile trovare. Dov’è quella Repubblica che “promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”?(Art. 9). Portando con orgoglio uno striscione recante il titolo di quest’articolo (“Vogliamo un mondo all’altezza dei nostri sogni”), non solo gli universitari dell’Udu (Unione Degli Universitari Teramo), ma anche i ragazzi di Azione Antifascista Teramo, il Coordinamento Regionale GC-FGCI, il Coordinamento Studentesco Teramo e i ragazzi di C.A.S. Controcorrente Saffo hanno manifestato pacificamente chiedendo, in breve: maggiori investimenti per il diritto allo studio; un’università accessibile a tutti; investimenti sull’edilizia scolastica; no al decentramento delle sedi di scuole e università; una città a misura di studente; no alla precarietà. Degno di nota, in conclusione, è ciò che è successo a Roseto dopo la manifestazione di Teramo, come riferisce il rappresentante d’istituto Duilio Ballatore: “Tornati a mezzogiorno a Roseto, ancora “carichi” per la buona riuscita della manifestazione a Teramo, noi del Collettivo studentesco "C.A.S. Controcorrente Saffo" (da non confondere con il comitato studentesco) abbiamo deciso di farci sentire un po' a casa nostra. Dopo qualche minuto di cori al Saffo, è arrivato il Preside di ritorno dal palazzo del Comune con la notizia che aspettavamo: il Sindaco, l' Assessore alla pubblica istruzione, l' Assessore alla cultura e quello alle opere pubbliche erano tutti presenti in quel momento nel palazzo comunale per un incontro. “Così”, aggiunge, “dopo essermi consultato con Pablo e Simone abbiamo deciso seduta stante di OCCUPARE IL COMUNE DI ROSETO, una volta lì abbiamo ottenuto un incontro con il Sindaco e gli Assessori, tra le facce sconvolte degli impiegati che si sono ritrovati una cinquantina di ragazzi con megafoni e striscioni per tutto il palazzo.” Interessanti i risultati: “Da questo incontro”, continua Duilio, “abbiamo ottenuto un tavolo di lavoro che io, Simone Rosati e Pablo Ghaderi terremo con: la provincia, l'amministrazione comunale e il preside (erano più di 10 anni che non se ne faceva uno) per provvedere alle tante necessità imminenti della scuola e per gettare le basi dell' Edificio Unico del Polo Liceale. Poi conclude: “Una giornata unica, anche perché attraverso l'addetto stampa del comune, l' "occupazione" simbolica del comune è andata a finire su tutti i giornali d'Abruzzo.” L’incontro tra gli studenti e l’amministrazione comunale di Roseto. IL SAFFO PARLANTE Pagina 3 L’intervista al Rappresentante d’Istituto: Duilio Ballatore A cura di Tania Savini e Martina Fiorà Dopo la prima assemblea d’istituto e la manifestazione degli studenti che si è svolta a Teramo il 17 novembre scorso (vedi articolo a fianco), abbiamo pensato di rivolgere alcune domande a Duilio Ballatore, rappresentante d’istituto, per capire come vanno le cose nella nostra scuola e cosa bolle in pentola in Provincia anche per il nuovo sito scolastico. scuola? Il Liceo Saffo possiede, a mio avviso, un apparato burocratico troppo ampio e poco chiaro anche per chi deve applicare le norme in vigore. Spesso, a causa delle sue procedure complesse che risalgono agli anni passati, le attività scolastiche ed extrascolastiche risultano limitate ed è nostro compito cercare di abbattere questi limiti. Come la trovi questa nuova esperienza di Rappresentante d’Istituto? Essendo una nuova esperienza per me, sia dal punto di vista scolastico che “politico”, stiamo facendo (io e gli altri rappresentanti) il massimo per rappresentare al meglio gli studenti presso tutti gli organi istituzionali e sociali, sia nel Consiglio d’Istituto sia fuori dalle mura scolastiche. Dopo un mese dalla nostra elezione, abbiamo posto le basi per una collaborazione il più possibile completa con gli studenti, coinvolgendoli in organi costitutivi (come il Collettivo di recente costituzione) e nelle forme di protesta che decideremo di attuare con le altre scuole della provincia. Che cosa avete intenzione di fare nella prossima assemblea degli studenti? Era nostra intenzione svolgere un’assemblea “prolungata” a più giorni, per intenderci autogestita, con ospiti provenienti da tutta Italia per trattare tematiche culturali, sociali e politiche d’attualità. Il Comitato Studentesco ha bocciato l’attuazione imminente di questa proposta. Dopo l’assemblea di novembre, che ha visto la scarsa, se non nulla collaborazione del comitato, cercheremo di coinvolgerlo di più, dal momento che dovrebbe essere un loro compito istituzionale, oltre che nostro. Come ti sembra organizzata la nostra Sappiamo che avete partecipato al corteo di Teramo. Com’è andata? Che cosa fa la Consulta Provinciale degli Studenti? Io, Gaia Sacchetti (5^C Linguistico) e Marco Caponi (4^C Scientifico) siamo i nuovi rappresentanti del Saffo nella Consulta provinciale degli studenti. Abbiamo già partecipato alla prima riunione con gli altri rappresentanti, che si è tenuta il 21 novembre 2011 presso l'Istituto Forti-Comi di Teramo. In questo incontro eravamo circa 30 delegati ed erano presenti l'ex presidente della consulta e la coordinatrice provinciale Daniela Magno; sono stati eletti il Presidente, Vincenzo Quaranta, il Vice Presidente, Matteo Merlitti, e sono stati effettuati i primi calcoli del bilancio annuale. La richiesta più importante che è stata fatta è la massima collaborazione con i dirigenti scolastici, i rappresentanti d'istituto ed i professori affinché sia possibile presentare varie idee e problemi alla provincia, anche a partire dalla prossima sessione plenaria che si terrà a breve. Eventuali progetti verranno comunicati sul sito della scuola e affissi sulle bacheche dei vari plessi del Polo Liceale Saffo. Rimaniamo in attesa per consigli e proposte. Gaia Sacchetti Il 17 novembre abbiamo partecipato (con una delegazione di 53 studenti) al corteo con il nostro Collettivo “Controcorrente Saffo”, per difendere i nostri diritti assieme ad altri 1100 studenti. Abbiamo colto questa occasione per porre all’attenzione della stampa (Il Centro, Tgr Rai) uno dei problemi più importanti della nostra scuola, cioè il plesso unico di cui si parla da anni. Di ritorno dalla giornata teramana abbiamo incontrato al Palazzo del Comune il Sindaco, l’Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione di Roseto. In questo incontro sono state affrontate le problematiche della scuola. L’incontro si è concluso con la formazione di un tavolo permanente di lavoro tra la Provincia, il Comune e il Liceo Saffo. Infine abbiamo chiesto se dopo la giornata “turbolenta” di presentazione delle liste Ballatore si sente ancora di avere la fiducia degli studenti. Ha risposto di “sì”, dicendo che cercheranno di ripagare al meglio il mandato che è stato affidato a loro quattro. Il quesito: nella prossima Assemblea d’Istituto il Comitato Studentesco si renderà finalmente più partecipe dell’organizzazione delle varie attività? Pagina 4 IL SAFFO PARLANTE L’intervista al Sindaco Enio Pavone Il resoconto dell’incontro nella sede comunale A cura di Benedetta Alcini All'inizio di ogni anno scolastico ci ritroviamo a parlare della questione della nuova sede del Polo Liceale "Saffo". Ormai da più di un decennio la nostra scuola vive un problema non indifferente: con l’aumentare degli iscritti e con la nascita dei nuovi indirizzi liceali le sedi che una volta bastavano (e avanzavano) ora risultano “drammaticamente” insufficienti. Distanti le une dalle altre (basti pensare alla palazzina di Via Alfieri e alla lontanissima succursale di Via Milli) queste classi che qualcuno definisce "pollaio" non sono abbastanza grandi per ospitare i numerosi alunni del liceo. Il giorno 6 dicembre 2011 ci siamo recati nella sede del Comune di Roseto degli Abruzzi per avere un chiarimento direttamente dall’altra componente interessata, cioè quella “politica”. Il nuovo Sindaco Enio Pavone, molto gentile nei nostri confronti, accompagnato da una équipe di tutto rispetto, ha rilasciato alla nostra delegazione (la sottoscritta, Lucia Santarelli e Rebecca Bucci, accompagnate dal Prof. Vincenzo Di Marco) questa intervista. Egli ha risposto alle nostre domande in modo esauriente fornendo motivazioni sufficientemente chiare sulle inadempienze pregresse e sugli ostacoli che frenano in questo momento l’azione dell'amministrazione comunale rosetana. Signor Sindaco, all'inizio di ogni anno scolastico, come Lei sa, riprendono i dibattiti sulla nuova sede del Polo Liceale Saffo. Da quello che leggiamo sulla stampa, ci chiediamo se esiste in questo momento una trattativa in corso, se ci sono siti presi in considerazione e se l'ipotesi dell'ex fornace Catarra è declinata definitivamente. Per quanto riguarda l'ultima parte della domanda, cioè l’ipotesi dell’ex fornace Catarra, possiamo dire con certezza che le trattative sono definitivamente chiuse. L'ingegner Calvarese, qui in rappresentanza della Ditta "Adriatica S.p.a.", ci potrà dare i dettagli tecnici che hanno portato al fallimento dell'accordo tra l'amministrazione pubblica e il privato prima citato. (Aggiunta dell’Ingegner Calvarese) Nell'anno 2004, la società che rappresento ha partecipato ad un primo bando (per la realizzazione dei lavori presso l’ex fornace Catarra) che purtroppo non ha avuto seguito. In un secondo momento è stata proposta una nuova idea che aveva come oggetto la realizzazione di edifici da aggiungere a quelli già esistenti, in modo da realizzare un Polo Liceale sulle "rovine" degli edifici destinati all’abbattimento. La proposta, accolta con favore dalle amministrazioni pubbliche, dava alla Provincia la possibilità di abbassare i costi per gli affitti dei locali oggi in uso. Tuttavia, anche questa proposta risultò fallimentare. “Ad oggi non c’è ancora una data certa per la realizzazione di un tavolo tecnico tra Provincia e Comune”. Lo staff del Comune che ha accolto la delegazione: da sinistra l’Ingegner Pasquale Calvarese, il Sindaco Enio Pavone, l’Architetto Lorenzo Patacchini e l’Ingegner Maria Angela Mastropietro. Alla riunione hanno partecipato il funzionario Gabriele Terramani e la Dott.ssa Mirella Lelli. IL SAFFO PARLANTE Pagina 5 221 milioni di euro per le scuole abruzzesi messi a disposizione dal governo. Intanto il Saffo “crolla”!? Da sinistra, l’Ingegner Calvarese, il Sindaco Enio Pavone, l’Architetto Patacchini e l’Ingegner Mastropietro; dietro, in piedi, Benedetta Alcini, Lucia Santarelli, Rebecca Bucci. A questo punto, nel novembre 2008 la società "Adriatica S.p.a" declina il suo interesse per la realizzazione del precedente progetto e quindi del nuovo liceo, comunicando alla Provincia il suo intento di voler procedere con un altro progetto adeguandosi così alle norme vigenti del piano regolatore. Volevamo sapere se in questo momento il Comune e la Provincia di Teramo hanno avviato un tavolo di lavoro e se dispongono di tecnici impegnati ad esaminare proposte progettuali. Ci sono altre trattative in corso con privati? (Risponde Gabriele Terramani, Addetto all’ufficio del Gabinetto del Sindaco) Oggi non c’è ancora una data certa per la realizzazione di un tavolo tecnico tra Provincia e Comune a causa di difficoltà politiche (come la proposta di abolizione delle Province da parte del neo Governo tecnico di Mario Monti). La data ipotizzata è non prima del mese di aprile 2012 quando avremo notizie certe. In ogni caso farò avere io stesso informazioni appena disponibili come promesso ai vostri omonimi nella riunione che abbiamo avuto il 17 novembre (vedi la cronaca di Rebecca Bucci a pag. 2, N.d.R.). Se a Lei risulta, potrebbe dirci qualcosa sulla posizione assunta dalla Regione al riguardo? Nell'incontro tra Governatore Chiodi e il Governo rappresentato da Gianni Letta di un paio di mesi fa si parlava di 221 milioni per le scuole abruzzesi. Riguarda pure la nostra scuola? Purtroppo non siamo a conoscenza dei particolari tecnici della destinazione dei 221 milioni di euro messi a disposizione dal governo. Possiamo solo dire che verranno destinati alla sistemazione degli edifici scolastici dell'aquilano, e con molta probabilità non ci saranno fondi a disposizione per il Polo Liceale "Saffo". Secondo Lei, la nuova sede del "Saffo" ci sarà mai? Possiamo sperare di vederla nascere a breve? Personalmente, spero di poterla vedere realizzata al più presto, ma, come sappiamo, se non si raggiunge un accordo tra pubblico e privato la sede sarà di difficile realizzazione. Noi rimaniamo a vostra disposizione per ogni evenienza. Vi saremo molto grati se vorrete starci alle costole e “pressarci” ogni tanto sulle questioni che stanno più a cuore alla comunità scolastica rosetana. Per quel che ci riguarda forniremo ogni informazione e aiuto per avviare al più presto soluzioni ai problemi degli studenti, delle famiglie e dei docenti del Liceo Saffo. “Saffo' s got talents" La redazione del Saffo Parlante vuole conoscere l'artista che c'è dentro ogni studente del nostro liceo. Durante l'Assemblea d'Istituto del 23 dicembre p.v., invitiamo scrittori, poeti, musicisti, pittori, illustratori e chiunque ami l'arte a presentare i propri lavori nell'aula che terremo, per discuterne e scambiare opinioni a riguardo. Nel prossimo numero del giornalino troverete inoltre un reportage in cui si parlerà dell'iniziativa e, su richiesta, pubblicheremo dei lavori. Artisti di tutto il Saffo, unitevi! Pagina 6 IL SAFFO PARLANTE Gli studenti stranieri del Polo Liceale Saffo Cominciamo a conoscerli: chi sono, quanti sono, quale inserimento e aspettative culturali A cura della redazione Mi chiamo Florean Andrei e provengo dalla Romania. Sono qui con la mia famiglia da diversi anni. Come la maggior parte delle persone immigrate che per diversi motivi sono arrivate negli ultimi anni in Italia, anch'io ho avuto delle impressioni positive. Almeno all’inizio. Più che impressioni, potrei dire che ero affascinato del fatto di conoscere un nuovo paese con una cultura diversa, ma non solo. Iniziando ad affrontare la lingua, come prima cosa ho riscontrato un modo diverso di formulare una frase, ma anche una grande diversità grammaticale. Per questo non è bastato imparare la traduzione e quindi il semplice aspetto grammaticale, ma sono dovuto andare oltre ed imparare i diversi modi di dire e di formulare i discorsi. Iniziando ad avvicinarmi alla cultura sono riuscito anche ad integrarmi sempre più con le persone tra le quali mi sono ritrovato a vivere e a studiare, le quali inizialmente erano sospettose ed abbastanza fredde. Poi, frequentando la scuola media ho riscontrato altre difficoltà, sia per la lingua come ho detto, che nell’inserimento della classe. Fortunatamente però ho conosciuto anche persone molto disponibili che mi hanno aiutato a superare queste difficoltà, come ad esempio i miei migliori amici e i miei attuali compagni di classe. I primi anni di liceo non sono stati particolarmente impegnativi, ma con il passare del tempo il livello di studio ha iniziato a intensificarsi sempre più, e di conseguenza ha richiesto un maggiore impegno e una conoscenza più approfondita della lingua. Con l'aiuto dei vari professori, i quali hanno cercato sempre di darmi indicazioni che potessero aiutarmi, e facilitarmi la conoscenza e la padronanza di ciò che andavo imparando, oggi affronto lo studio con meno difficoltà e apprensione. Frequento l’ultimo anno dello scientifico e fra qualche mese avrò gli esami finali. Un’altra tappa si sta concludendo e per me si apre, spero, una prospettiva di vita e di lavoro futuro in questo Paese che sta diventando sempre più anche il mio. Assieme agli altri alunni stranieri di questa scuola. Florean Andrei 5^A Liceo Scientifico Recentemente il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è intervenuto sul problema della cittadinanza dei figli di stranieri nati in Italia. Ha dichiarato parole molto forti: “Negare loro la cittadinanza è un’autentica follia, un’assurdità. Ai bambini nati in Italia in tal modo non viene riconosciuto un diritto fondamentale”. Nel Polo Liceale Statale Saffo ci sono attualmente 35 studenti stranieri, provenienti in prevalenza dall’Albania, dalla Romania e altri paesi dell’Est europeo, tre dal Sudamerica, due dal continente africano. Questi studenti sono distribuiti in tutti gli indirizzi scolastici. Il loro caso è diverso, ma appartengono tutti all’unico Paese dove vivono, studiano e dove un giorno realizzeranno la loro vita da cittadini italiani. La Redazione invita gli studenti stranieri del Polo Liceale Saffo a comunicare impressioni sul loro inserimento nella nostra scuola, dichiarando quali sono ancora i problemi, come va l’inserimento in classe e nella vita sociale. Quali sono le aspettative di studio e di lavoro. Quali eventuali proposte per fare meglio. IL SAFFO PARLANTE Pagina 7 STEVE JOBS, UNA MENTE GENIALE! Steve Jobs e la Mela che ha “avvelenato” il mondo! Come sarà il futuro senza un uomo stimabile come lui? Avremo un altro genio di pari valore? Dove nascerà il prossimo ideatore di sogni tecnologici? “Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi, che vi porteranno a vivere secondo il pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui zittisca la vostra voce interiore. E ancira più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel conoscere cosa veramente vorrete diventare. Tutto il resto è secondario”. (Stay Hungry e Stay Foolish, Steve Jobs. La vita di un genio che ha cambiato le nostre vite, Edizioni Corriere della Sera 2011). Un uomo che è riuscito a toccare il cuore e la mente dei ragazzi e a “stupire” il mondo non solo per la tecnologia di cui è stato un maestro, ma anche per il suo modo di essere uomo, che ha attraversato una vita tormentata andando sempre controcorrente. Un uomo che non si è fatto mai ingabbiare in una definizione, un uomo che preferiva l’etichetta di artista, non tanto quella di inventore e manager, poiché egli riusciva a regalare sogni consegnando alle persone prodotti sempre nuovi e dalle linee pulite. In un’intervista a Business Week del 1998, egli dice: “Molte volte la gente non sa quello che vuole finché non glielo fai vedere”. Qui si evidenzia l’uomo-icona e il guru. La sua è una vita che ha quasi del “pazzesco”: l’adozione, l’abbandono dell’università dopo pochi mesi di frequenza, il viaggio in India, il licenziamento dalla Apple e la malattia che lo ha accompagnato nel suo ultimo periodo di vita fino alla fine. Divenuto un “has been” dopo il licenziamento, Jobs non si scoraggia e mentre si rende conto che a lui piaceva ancora ciò che faceva e il suo lavoro, fonda la NeXT e la Pixar. Steve Jobs, utilizzando idee di altri informatici per concretizzarle in prodotti sensazionali, è di certo un uomo amato e odiato da molti al tempo stesso. Una figura ossessionata da una maniacale attenzione per i dettagli, dalla volontà di presentare i propri prodotti personalmente (attraverso lo storytelling), dal look minimal con jeans e girocollo neri, ha detto una volta: “Il vostro tempo è limitato…”. Con la morte di Jobs si chiude una fase importante e irripetibile della storia della Apple. Due dichiarazioni: “Esseere l’uomo più ricco del cimitero non mi interessa. Andare a letto ogni sera sapendo di aver fatto qualcosa di meraviglioso, questo è importante per me” (Intervista al Wall Street Journal, 1993); “Ricordarvi che state per morire è il miglior modo per evitare la trappola rappresentata dalla convinzione che abbiate qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione perché non seguiate il vostro cuore” (Discorso all’Università di Stanford, 1w2 giugno 2005). Come sarà il futuro senza un uomo stimabile come Steve Jobs? Giada Colantonio Paola Vagnozzi Marina Mazzicchitti (4^ A Liceo Scientifico) IL SAFFO PARLANTE Pagina 8 Il “Nabucco” in scena al Teatro Comunale di Atri Biancamaria Di Domenico Una voce giovane, allegra e lievemente incantata dovrebbe raccontare dei fratelli Attilio e Emilio Bandiera che scendendo la valle di Rovito per essere fucilati, cantano un brano della Donna Caritea di Mercadante, o del “baritono” Garibaldi che nella notte che precede l’imbarco dei Mille, si dice che cantasse arie di Verdi e Donizetti per poi descrivere “quella notte, tranquilla, solenne, di quella solennità che fa palpitare le anime generose che si lanciano all’emancipazione degli schiavi!” E “attraverso queste vibrazioni romantiche e con l’emozione di un’epopea contemporanea deve essere riletto il Risorgimento” direbbe lo storico Lucio Villari. Ma non lo si pensa se si assiste al Nabucco (il titolo originale è Nabuccodonosor) di Giuseppe Verdi, nella versione composta sul libretto di Temistocle Solera, che ne decretò il successo il 9 marzo del 1842 alla Scala di Milano, perché il Nabucco è un’epica corale, incurante dei ritmi psicologici dei suoi personaggi e tanto meno dei loro fervori romantici. “Ogni gesto, ogni parola di un personaggio non si limitano mai a rappresentare la sua sfera privata di intimità, piuttosto sono costantemente volti alla dimensione pubblica, ai risultati che quel gesto, quella parola sortiscono nella storia e nel destino di un popolo: l’orizzonte drammaturgico sconfina così nell’epico”. In questo, è perfettamente aderente la struttura formale del libretto che si presenta statica dal punto di vista narrativo, ma che nel contempo esalta i titoli delle sequenze: “Gerusalemme. L’empio. La profezia. L’idolo infranto”. E bisogna dirlo, il successo del Nabucco è legato alle implicazioni fortemente patriottiche poiché gli spettatori italiani dell'epoca potevano riconoscere la loro condizione politica in quella degli ebrei soggetti al dominio babilonese, ma quest’opera è nel complesso la meno riuscita di quel periodo, musicalmente la più acerba di Verdi, priva della forza conquistatrice di un’aria che si leva a sottolineare la condizione storica e collettiva di un popolo, quello italiano. Ma il Nabucco rimarrà sempre affascinante per il famosissimo e centrale “Và pensiero, sull’ali dorate”, intonato dal popolo ebreo, attualizzato nei costumi di scena ed inserito in una scenografia dai colori quasi foschi, che diventano oro bizantino nelle scene incentrate sulle figure drammatiche del re di Babilonia Nabuccodonosor II (Giovanni Meoni, baritono) e della sua presunta figlia Abigaille (Alessandra Rezza, soprano), che dopo un cambio d’abito è vestita di sontuoso lamé dorato come a voler raggiungere quella pienezza di senso che non le è data, o non è data, nel reale. Ismaele e Fenena hanno una funzione di complementarità al canto di Abigaille. Zaccaria (Elio Todisco, basso), invece, sfuma i contorni con un’imprevedibilità armonica insinuata. In questa prospettiva si illumina con evidenza l’estetica verdiana, “fatta rozza e radicale” e che è epica del pensiero collettivo o eroismo del pensiero del singolo che si “rende universalmente esemplare in un gesto netto e riconoscibile, pur il più convenzionale e prevedibile”. Sopra, la locandina dello spettacolo. In basso a sinistra, una veduta del Teatro Comunale di Atri. A destra, un ritratto del maestro Giuseppe Verdi. IL SAFFO PARLANTE Pagina 9 No talk about referee: Rosetti arbitro ma prima di tutto uomo Simone Di Marco Martedì 22 novembre è uscito in tutte le librerie ‘Nessuno parla dell’arbitro. Da Mirafiori alla Piazza Rossa’, di Roberto Rosetti (scritto con Emiliano Poddi, Add Editore), noto fischietto italiano, ora designatore degli arbitri nella Prem’er-Liga, massimo campionato calcistico russo. In questa avvincente autobiografia, l’exarbitro torinese si racconta, riportando la sua ventisettenne avventura arbitrale che lo ha portato al Soccer City Stadium di Johannesburg, dai campetti di periferia provinciali, quando era ancora adolescente, fino alla decisione di quella “maledetta” notte del 27 giugno 2010 di abbandonare per sempre l’attività di arbitro sul campo. Tutto questo accompagnato da un mix di vicende ed aneddoti, alcuni simpatici ed emozionanti (come i riti pre-partita, il primo incontro con la futura moglie Diletta, il parto della primogenita qualche giorno prima del big match MilanLazio, l’incontro con Sergio Lanteri che lo avvicina al mondo arbitrale, l’esperienza vincente ad Euro 2008 che lo vede protagonista in finale a Vienna, l’esordio in A in Napoli-Sampdoria dell’aprile ’98, le telefonate con Paolo Bergamo Il racconto di una vita dedicata all’arbitraggio: dagli inizi alla nuova avventura come responsabile degli arbitri in Russia, passando per il fuorigioco di Tevez. e molto altro ancora), altri meno felici e scoraggianti. Ecco che in ogni capitolo, Rosetti attraversa la sua vita arbitrale interponendo in maniera costante il difficile ricordo del suo mancato fischio in occasione degli ottavi di finale del Mondiale sudafricano, che lo rende agli occhi di tutto il mondo celebre, quando convalida un gol in fuorigioco di Tevez, aprendo le porte alla qualificazione argentina. A seguito di ciò verrà escluso dal Mondiale (strana e assurda sorte che accompagna gli arbitri in questi tornei extranazionali) perdendo ogni speranza del sogno che ogni arbitro cela nel cassetto, da quando da poco più che ventenne arbitrava Pozzostrada-Lucenzo in Terza Categoria: dirigere la finale della Coppa del Mondo. In questa narrazione appassionante, Poddi e lo stesso Rosetti risultano abili nello spiegare quanto quello dell’arbitro sia un ruolo delicato: fondamentale – spiega nel suo libro Rosetti – è quanto l’errore possa pesare in questa categoria, prima, durante ma soprattutto dopo una gara. Qui l’arbitro deve essere astuto e allo stesso tempo saggio: è suo compito, infatti, osservare, fotografare, decidere e dimenticare. Infine il titolo del libro. Irriverente, polemico e quanto mai attuale, il titolo nasce in occasione del colloquio nel post-partita di SpagnaGermania, finale di Euro 2008, con l’osservatore degli arbitri UEFA, Jaap Uilenberg, quando alla domanda di Roberto: «Is it all right? All right, Jaap?» (Tutto bene, tutto bene Jaap?), lo stesso Uilenberg risponde: «No talk about referee» – letteralmente nessuna discussione sull’arbitraggio – ossia “nessuno parla dell’arbitro”. Il titolo mette in luce la doppia natura del suo significato: da una parte, quando nessuno parla dell’arbitro, significa essere stato all’altezza; se così non fosse, e come troppo spesso accade in questo viziato mondo del pallone, qualcuno parlerebbe dell’arbitro. Insomma, voglio consigliare a chiunque la lettura di questo romanzo sportivo: acquisterete una diversa visione del mondo del calcio espressa in modo coinvolgente, per gli appassionati, ma anche la storia di alti e bassi che ha portato Rosetti dall’olimpo della notorietà al baratro dell’oblio. Ma anche essere semplicemente il papà di due splendide figlie. Pagina 10 IL SAFFO PARLANTE Il film consigliato MIDNIGHT IN PARIS di Woody Allen Lucia Santarelli "Parigi al mattino è bellissima, Parigi nel pomeriggio è meravigliosa, Parigi di sera è incantevole, ma Parigi dopo mezzanotte.. è magica!". Questo annunciava il trailer dell'ultimo lavoro di Woody Allen, evento di apertura del 64esimo Festival di Cannes, in uscita nelle sale italiane il 2 dicembre. E, non c'è dubbio, questa magia ci è arrivata. Dopo "Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni" (2010), non troppo apprezzato dalla critica, il regista-sceneggiatore americano torna a colpire dritto al cuore, recuperando quell'incanto romantico, frizzante e nostalgico necessario a lasciare un sorriso e il giusto amaro in bocca. Gil (un Owen Wilson brillante, incantato ed incantante, chiara incarnazione giovanile del regista) è uno sceneggiatore holliwoodiano col pallino de "la Ville Lumière" e col sogno di scrivere romanzi. Si trova con la bella fidanzata (Rachel McAdams) ed i futuri suoceri a soggiornare a Parigi, dove ha inizio per lui una crisi sentimentale ed esistenziale. A mezzanotte Gil ha la possibilità di vivere il proprio sogno: per incantesimo si ritrova nella Parigi degli anni Venti, degli artisti nei café che si pagano da bere facendo ritratti sui tovaglioli, delle belle donne con le piume in testa. Incontra il sempre brillo Hemingway, il controverso Picasso, l'eccentrico Salvador Dalì (meraviglioso cameo di Adrien Brody), Francis Scott e Zelda Fitzgerald; ha la possibilità di far leggere il suo romanzo a Geltrude Stein; e si innamora: si innamora dell'affascinante Adriana (splendida Marion Cotillard), musa ed amante dei grandi avanguardisti del secondo decennio del Novecento. Quella raccontata da Allen è un'intelligente riflessione sulla necessità di una "fuga dalla realtà", su quanto sia inevitabile (e comune ad ogni epoca: Adriana sogna infatti la Paris de la Belle Epoque) la nostalgia del passato. La ricerca di Gil, però, si risolve in un equilibrio ritrovato, dopo l'esperienza dei tempi andati, nell'accettazione della propria vita, senza precludersi la possibilità del sogno e dell'illusone, ma anzi portandoli (e vivendoli) nel presente. Gradito ritorno del regista newyorchese alla commedia romantica, con una colonna sonora tutta chitarrine e violini, che si potrebbe volteggiare sul lungo Senna (tanto per citare un troppo poco noto "Tutti dicono I love you", sempre di Allen). Invito al cinema, dunque, per tutti gli appassionati del regista americano (specie per quelli delusi dal suo penultimo lavoro), per i romantici amanti della capitale francese, per i più nostalgici ed anche, soprattutto, per i più realisti. MIDNIGHT IN PARIS Woody Allen racconta la magia di Parigi, oggi come un tempo. Titolo: Midnight in Paris Lingua originale: inglese Paese: Francia, USA Anno: 2011 Durata: 100 minuti Genere: commedia, romantico, fantastico Regia: Woody Allen Soggetto: Woody Allen Sceneggiatura: Woody Allen Casa di produzione: Sony Pictures Classic (US); Pathè (UkFrancia) IL SAFFO PARLANTE Pagina 11 Progetti concorsi certificazioni sport teatro Un anno di attività al Polo Liceale Saffo di Roseto L’ELENCO DELLE ATTIVITA’ D’ISTITUTO LABORATORIO TEATRALE, CANTO CORALE, TEATRO IN LINGUA A cura di Dalila Curiazi STORIA DELL’ARTE NEL LICEO CLASSICO A cura di Gilda Di Francesco EDUCAZIONE ALLA CONVIVENZA CIVILE E ALLA CITTADINANZA A cura di Maria Corradi IL QUOTIDIANO IN CLASSE A cura di Monica Ruggieri EDUCAZIONE LETTERARIA: “LECTURA DANTIS” A cura di Luigi Ianni CINEMA E FILOSOFIA A cura di Vincenzo Di Marco SAFFO SPORT e PROGETTO TENNIS A cura di Grazia Marini “LA RISERVA CHE RESISTE” A cura di Giorgia Settepanelli SCAMBI CULTURALI (FRANCIA, SPAGNA, GERMANIA) CERTITIFAZIONI LINGUISTICHE (FRANCESE, SPAGNOLO, INGLESE, TEDESCO) A cura di Monica Ruggieri e del team di docenti di lingue PATENTE EUROPEA PER IL COMPUTER A cura di Gianluca Ippoliti SCUOLA A DOMICILIO A cura di Monica Ruggieri STAGE DIDATTICO-EDUCATIVO PEDAGOGICO A cura di Anna Rita Trosini STAGE “DYNAMIC YOUTH” A cura di Lorella De Dominicis OLIMPIADI DI MATEMATICA, FISICA, FILOSOFIA, BIOLOGIA, CHIMICA A cura di Monica Ruggieri CORSO DI LINGUA E CULTURA CINESE A cura di Carla Giuliani IL SAFFO PARLANTE: GIORNALINO DEGLI STUDENTI A cura di Vincenzo Di Marco Pagina 12 IL SAFFO PARLANTE L’inchiesta della Redazione Il Liceo Classico nella realtà odierna Qual è il ruolo (e l'importanza) che gli studi classici hanno ai giorni nostri? "Stress da liceo classico. Si pretende troppo dagli studenti di oggi?". Così titolava un articolo del Corriere della Sera del 27 ottobre scorso. Chi si dedica agli studi classici sarebbe stressato dall'eccessiva mole di lavoro, mole per di più poco utile all'inserimento in ambito professionale. "Iscrivere il proprio figlio al liceo è una scelta di distinzione sociale, molto spesso il classico viene scelto per questioni di etichetta, adesso è solo teoria, pochissima pratica" – questa l'opinione di Giuseppe Bertagna, insegnante di Pedagogia all'Università di Bergamo. Considerato che il nostro liceo è frequentato da figli di operai, di liberi professionisti, di impiegati e così via, riflessioni di questo tipo, classiste e "d'etichetta", rischiano di diventare qualunquiste, piuttosto che sociologiche. L’insegnamento delle lingue “morte” non regge il confronto con l’odierna diffusione della cultura scientifica? Proviamo a scoprirlo. Sullo "stress da studio" e sull'utilità effettiva degli studi classici, interessanti sono le opinioni di alcuni insegnanti del nostro liceo: la Prof.ssa Monica Ruggieri, docente di Letteratura italiana e latina, ritiene impossibile associare la parola "stress" ad un concetto, quello di "classico", che ha in sé insita l'idea di "armonia". Studente (dal latino studens, "colui che si impegna") è persona dedita ed appassionata, dalla quale nessuno "pretende" e, soprattutto, dalla quale nessuno "pretende troppo". Per il Prof. Luigi Ianni (anch'egli insegnante di Letteratura italiana e latina) c'è bisogno di "recuperare il senso primigenio delle parole", dunque il pensiero profondo (anche nell'accezione di "elevato") e complesso, dopo trent'anni in cui – maggiore responsabilità ai mezzi di comunicazione di massa – la parola è stata svuotata; il "classico" è sempre contemporaneo, mai superato. Per questo va conosciuto. Possiamo ancora dire che si sceglie il Liceo Classico per questioni di “etichetta”? La realtà del nostro liceo può smentire questo facile, e abusato, pregiudizio? "Morte, defunte, sono nell'opinione comune le lingue classiche, il latino e il greco; chi lo afferma, tuttavia, o non sa, o non capisce, o non riflette. Del resto non sapere (e fingere di farlo), non capire (e fingere di farlo), non riflettere (e fingere di farlo), sono le caratteristiche dei tempi in cui viviamo" – questo il pensiero della Prof.ssa Dalila Curiazi, docente di Greco al Liceo Saffo e professore a contratto presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Macerata, che troviamo nel divertente libro "Il supermercato parla latino (e l'automobile greco)". Unanime quindi l'opinione dei nostri insegnanti sul significato, ed anche sul recupero, della classicità. Forse che l'insegnamento delle lingue e delle letterature cosiddette "morte", attualmente non regga il confronto con la cultura scientifica che sempre più va a specializzarsi e soprattutto ad essere richiesta dal mercato del lavoro? IL SAFFO PARLANTE Pagina 13 Dicono gli esperti Luciano Canfora, professore di Filologia classica all'Università di Bari: "Se i ragazzi rendono di più, è anche perché questo percorso fornisce qualche arma in più a chi lo frequenta. Il cimento del tradurre da una lingua lontana è una ginnastica non intercambiabile con altri esercizi". Gli insegnanti del nostro liceo sono tutti d’accordo: bisogna riscoprire i valori ed i concetti della classicità Siamo di fronte alla (ennesima) morte della cultura umanistica? Eppure, quando migliaia di greci scendevano in piazza contro la crisi che ha portato il loro Paese sull'orlo del baratro, qualcuno alzava un cartello con scritto "Noi abbiamo letto Sofocle". Ecco dunque che anche l'Italia dovrebbe, anzi gli italiani dovrebbero, ripartire dalla classicità, dall'essere "studentes" e ritrovare quella cultura della complessità, che sicuramente offre strumenti adeguati e necessari anche a creare ottimi lavoratori. Giuseppe Bertagna, professore di Pedagogia all'Università di Bergamo: "Iscrivere il proprio figlio al Liceo Classico è una scelta di distinzione sociale. Non c'è dubbio che il latino e il greco siano strumenti formativi formidabili, ma molto spesso il classico viene scelto per una questione d'etichetta. Se una famiglia di operai sceglie di iscrivere il proprio figlio al liceo sa di dover affrontare un percorso di studi di un'altra decina d'anni per poi cominciare a cercare lavoro. Ormai ci sono mestieri che nessuno vuole più fare”. Giampiero Bergami, manager di Unicredit, ha lavorato negli Usa per Lehman Brothers: "Tradurre dal latino e dal greco abitua ad analizzare le situazioni complesse, ed è quindi una palestra insostituibile per riuscire nel mondo degli affari, della politica, delle professioni. Le versioni di greco e latino aiutano a sviluppare il pensiero strategico, a disegnare un piano che regga nel lungo periodo, a dominare la complessità. E il fatto che il greco e il latino siano lingue lontane e difficili, rende il tutto ancora più formativo”. (A cura di Lucia Santarelli) AAA cercasi…... vignettista, grafico, fotoreporter per collaborare con Il Saffo Parlante. Scrivete al seguente indirizzo: [email protected] Attendiamo la vostra collaborazione La Redazione de “Il Saffo parlante” Siamo su Internet: ilsaffoparlante@ gmail.com In redazione: Benedetta Alcini, Lucia Santarelli, Rebecca Bucci, Florean Andrei, Tania Savini, Martina Fiorà Hanno collaborato: Biancamaria Di Domenico, Gaia Sacchetti, Marco Caponi, Duilio Ballatore, Giada Colantonio, Paola Vagnozzi, Marina Mazzocchitti, Simone Di Marco Coordinamento editoriale: Prof. Vincenzo Di Marco Direzione: Prof. Viriol D’Ambrosio Si ringraziano: Alice Mazzali, Alessandra Paolini, Roberta Grossi, i docenti del Saffo, il Comune di Roseto, il Personale ATA e la Segreteria per il supporto tecnico. LA REDAZIONE AL LAVORO Nel prossimo numero: A gennaio i risultati del Tavolo tecnico del Comune sul nuovo Polo Liceale Saffo Cittadinanza: “sì” o “no” per gli studenti stranieri? I nostri laboratori didattici sono utilizzati abbastanza? I dati parlano chiaro “Saffo’s got talents”: chi è davvero lo studente della nostra scuola?