Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e la Ristorazione: «Angelo Berti» Due note per iniziare con il piede giusto …. Realizzazione: Professore Nicola Bruno Casadei mail: [email protected] Il passaggio tra terzo e quarto anno…. Il passaggio viene vissuto come un salto nel vuoto. Perché? È un mondo nuovo. Le richieste, attese, aspettative, sono diverse rispetto a quelle del primo biennio e del mono-ennio di specializzazione. Il passaggio e il percorso deve essere il più lineare possibile Gli ostacoli che ci si presentano sono innumerevoli. Il mondo che ci si presenta è nuovo. Nuovi sono i: Compagni, Docenti, Richieste, Studio, Ambienti. Fiducia. Avventurarsi verso le nuove sfide che ci vengono presentate. Costanza e determinazione. Per affrontare questo “cammino” nel miglior modo possibile e lasciare la propria impronta bisogna, armarsi di: Capacità d’organizzarsi. Interesse Curiosità Voglia di apprendere. Corretto rapporto con lo studio L’incamminarsi con queste “compagne di viaggio” rappresentano delle vere e proprie “chiavi” per il successo dell’obiettivo postoci. Avere fiducia nelle proprie potenzialità. Non devono gettarci nello sconforto Eventuali insuccessi che ci presentassero sul nostro cammino Devono costituire una nuova sfida capendo i propri errori e ponendo in atto i debiti correttivi. Se si parte con il piede giusto l’impronta che si lascia è profonda. Ergo i successi costituiscono humus ideale per ricercare altre valutazioni positive. Capacità d’organizzarsi Non più come alle elementari Il docente indica le parti e bisogna essere in grado d’organizzarsi autonomamente. Come? Non aspettando l’ultimo o i penultimi giorni ….. Perché? Se l’insegnante per spiegare un argomento impiega alcune settimane … È umanamente impossibile “volere studiare” gli argomenti proposti in poche giornate. L’impiego di energie, Il tempo dedicato, Se si studiasse gli ultimi giorni Non ripagherebbero i sacrifici fatti I risultati raffrontati al tempo e alle energie impiegate - teoria costi/benifici - sarebbero non positivi. Il risultato ottenuto sarà al di sotto delle nostre attese se non addirittura insufficiente. In quanto Ciò crea una disaffezione allo studio e il trovare mille e una scuse sul proprio insuccesso. Si ha la sensazione: del: “ma tanto …”. Ma come fare? Torna utile il concetto di mice en place … appreso in laboratorio. È determinante conoscere e applicare il concetto di capacità d’organizzarsi. Il tempo non deve essere nostro nemico. Il tempo è una risorsa. Deve essere impiegato nel migliore modo possibile. Un attività di studio con risultati che possono soddisfare le nostre attese e i nostri sacrifici. Un buon rapporto con l’organizzazione del tempo disponibile (ottimizzazione) permette Poter coltivare i propri interessi personali Frequentare amici, compagnia. Frequentare la propria/o ragazza/o Praticare attività sportiva Fare qualche extra per permetterci di avere qualche soldino …. Ma come si ottimizza il proprio tempo Bisogna discriminare e fare una propria scala valoriale di riferimento Se ipoteco del tempo non previsto per un’altra attività devo essere conscio che al più presto dovrò recuperare il tempo mancante … Proviamo ad osservare una nostra giornata??? Ma come si ottimizza il proprio tempo? Mediante il concetto di planning e di organizzazione (= mice en place) Devo essere in grado di organizzare le mie giornate. Il tempo a disposizione E se possibile anticipare i tempi. Pensiamo a un banchetto di 180 persone e alla sua organizzazione. Una buona organizzazione e la volontà di portare avanti gli obiettivi prefissati sono alla base del nostro successo. Come organizzazione del nostro tempo che ci permette di svolgere tutte le nostre attività significative. Il planning deve essere inteso: Un organizzazione del nostro tempo per rendere lo studio più proficuo. Come? Con quali mezzi? Razionalizzando e impiegando al meglio il tempo a disposizione Non concentrando lo studio in pochi giorni ma “plasmandolo” su più giorni. Effettuare un ripasso qualche giorno prima della verifica. Di primo acchito sembra un notevole impiego di risorse ed energie, ma una volta entrati a regime i risultati di certo non mancheranno. Un buon rapporto con lo studio non è nemico degli aspetti significativi visti. Attenzione e comprensione in aula. Seguire di pari passo la sistemazione di appunti. Le regole d’oro per un buon rapporto con lo studio Leggere attentamente comprendendo ciò che vi è scritto nel testo. Se si dovessero presentare delle incomprensioni chiedere al docente o a qualche compagno. Sottolineare con una matita le parti importanti del testo. Schematizzare, riassumere le parti lette. Archiviare nel proprio quaderno il materiale didattico di studio, Dividere il materiale di studio nel tempo. Ciò provoca meno fatica intellettuale, maggiore capacità di rielaborare le informazioni apprese. L’attenzione e la comprensione in aula sono determinanti Il docente da canto suo cerca di rendere i contenuti della propria lezione come una sorta di omogenizzato alimentarculturale. Le spiegazioni altro non sono che delle “semplificazioni comprensive” in un ottica di transfert. Leggere (ad alta voce o meno) prestando attenzione alla lettura, rispettando anche la punteggiatura. Se non si conosce una parola Provare a cercarla di dedurla dal contesto. e Verificare il significato della parola sul dizionario. Alla fine del paragrafo chiedersi cosa è importante è perché? Come procedere Quando si legge la prima volta sottolineare le parti importanti e fare delle note a matita. Riassumere o schematizzare le parti lette di volta in volta Leggere il tutto e ripetere. Lo studio risulta essere più semplice Una attenzione (80%) alla lezione (transfert) corredato da un “sano” studio degli appunti e del libro: i risultati che si conseguiranno saranno positivi. Arricchimento del proprio bagaglio culturale. Pensiamo un attimo alla struttura di una qualsiasi lezione. Come è articolata? Inoltre se sto attento alla lezione e alle interrogazioni sono consapevole: “di dove il profe insiste particolarmente”… Evitare lo studio mnemonico ma porre in atto un studio comprensivo Se si scorda una parola, l’emozione gioca dei brutti tiri …. La propria prova è destinata a non andare avanti. No studio mnemonico perché: Non si è in grado di rielaborare le nozioni apprese. In quanto conosco tutto il paragrafo ma questo non riesco a utilizzare nel miglior modo possibile. Mentre con lo studio comprensivo ….