UNIVERSITA’ DI VERONA
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso di Laurea in TECNICA DELLA RIABILITAZIONE PSICHIATRICA
A.A. 2011/2012
METODOLOGIE E TECNICHE RIABILITATIVE
2° anno , 1° semestre
Dott.ssa Andreoli Mara
Programma
Modulo Metodologie e Tecniche Riabilitative
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Cenni storici: dal manicomio al territorio
L’assessment dei percorsi riabilitativi
Gli strumenti della valutazione strutturata e non
La qualità di vita come indicatore di efficacia
Il gruppo terapeutico in campo riabilitativo
Tecniche di supporto alla famiglia
L’intervento domiciliare
L’equipe
Il processo di recovery
Il processo di empowerment
Freud
Ippocrate
Pinel
Le nostre origini…
Resnik
Falloon
Socrate
Lombroso
Basaglia
Liberman
Fin dai tempi antichi…
Nel corso del tempo e nelle diverse civiltà le manifestazioni che oggi
sono attribuite alla malattia mentale hanno assunto significati e nomi
differenti:
Possessione diabolica
Invasamento divino
Alienazione
Pazzia
Ippocrate e i greci antichi…
….sostenevano che le malattie risultassero dallo sbilanciarsi di
quattro umori, in particolare avevano associato la depressione ad un
eccesso di bile nera.
Per quanto concerne i sintomi somatici senza danno fisico, ovvero le
somatizzazioni, essi prendevano il nome di isteria, dal termine greco
indicante l’utero: si riteneva che tale organo si spostasse all’interno
del corpo, entrando in contatto con cuore, fegato, testa, arti, che così
influenzati dolevano.
Nel Medioevo…
…l’interpretazione predominante mutò e le patologie mentali furono
ricondotte a:
o Possessione da parte di spiriti malvagi o del diavolo
o Debolezza morale
o Castigo divino
Frequentemente le donne considerate affette venivano accusate di
stregoneria e condotte sul rogo.
LE ORIGINI DEL SISTEMA DI INTERNAMENTO IN EUROPA, SONO RINTRACCIABILI IN
INGHILTERRA NEL 1575, ANNO IN CUI FU PROMULGATO UN ATTO CHE PRESCRIVEVA LA
COSTRUZIONE DI CASE DI CORREZIONE.
Nel ‘600 le case di correzione vennero diffuse anche agli altri Stati Europei, come ad es. le
Nazioni di lingua tedesca e la Francia.
LE “CURE” CONSISTEVANO IN MODI PIUTTOSTO ESTREMI DI INTERVENTO: si ricorreva a
sostituzioni di sangue dei malinconici con sangue più chiaro e leggero, ad ulcerazioni
provocate sulla cute per creare delle vie d’uscita agli spiriti animali interni al malato.
Nel ‘600 e nel ‘700
ci si poneva nei confronti dei malati mentali come davanti a qualcosa da dover
CONTROLLARE per TUTELARE LA SOCIETA’
Questo controllo avveniva tramite la RECLUSIONE in differenti
generi di strutture che andavano dagli ospedali alle prigioni, dai
lebbrosari alle case di assistenza.
Nell’800
si intrapresero tentativi più umanitari e liberali e si cominciò a sottoporre i malati a
trattamenti
finalizzati
all’acquisizione
di
una
personale
autodisciplina
autorepressione.
P. PINEL medico francese “il liberatore degli alienati”
Diede vita al principio di “trattamento morale”: il folle acquistò il ruolo di
malato e in quanto tale doveva essere rieducato per consentirgli di
riacquistare la volontà e la capacità di padroneggiare passioni ed
emozioni , che se espresse in modo eccessivo generavano la follia.
La nuova strategia intendeva puntare sull’aspetto educativo, sul valore
dell’occupazione e sul rapporto con l’ambiente.
Considerato un approccio
precorritore della
Riabilitazione
e
Nel corso dell’Ottocento la struttura manicomiale si diffonde in Europa tramite la
formulazione di leggi che sono volte a regolamentare l’assistenza psichiatrica,
finalizzata a tutelare la “società sana” dalle persone portatrici di disagio mentale.
Nella seconda metà dell’800 con l’avvento della psichiatria positivista si considerò la
malattia mentale come malattia generata da un organismo che funzionava male.
KRAEPELIN: classificò le malattie mentali, creando delle teorie
interpretative generali
Durante il Novecento
Fino alla seconda guerra mondiale il modello biomedico viene supportato dalla
ricerca scientifica ed utilizza tecniche come la lobotomia e le terapie di schok
(insulinica, malarica ed elettroconvulsiva).
Diffusione della psicoanalisi e delle idee di Freud che mettono in discussione
una precisa demarcazione tra normalità e patologia.
In seguito il sistema curativo di elezione diverrà quello della psicoterapia, tramite
la quale si permette al paziente di riappropriarsi ed elaborare le proprie
dinamiche inconsce.
Sintesi dei primi psicofarmaci tra gli anni 1940 -1950.
…E IN ITALIA???
Legge n° 36/1904: Debbono essere custodite e curate nei manicomi le persone
affette per qualunque causa da alienazione mentale, quando siano pericolose a sé
o agli altri o riescano di pubblico scandalo…
Il ricovero veniva registrato nel casellario giudiziario e dopo il periodo di
osservazione il paziente o era dimissibile oppure veniva ricoverato in modo
definitivo per deliberazione del tribunale: ciò comportava la perdita dei diritti civili.
Legge n°431/1968 (o Legge Mariotti): Viene riconosciuta l’esistenza accanto al
malato pericoloso, del paziente cosciente della sua malattia che chiede di essere
curato; si introduce pertanto la procedura di ricovero volontario. Viene cancellata la
procedura giudiziale e quindi l’annotazione sul casellario giudiziario .
Vennero istituiti servizi territoriali di igiene mentale per la prevenzione e la cura
dopo la dimissione.
Legge n°833/1978 Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale che ingloba la
L.180/1978.
Il 13 maggio 1978, in risposta alla richiesta di un referendum per l’abolizione della
norma del 1904, viene formulata la Legge 180, i cui principi fondamentali sono:
- IL SUPERAMENTO DEGLI OSPEDALI PSICHIATRICI
- L’INTEGRAZIONE DELL’ASSISTENZA PSICHIATRICA NEL SSN
- L’ORIENTAMENTO PREVALENTEMENTE TERRITORIALE DELL’ASSISTENZA
PSICHIATRICA IN IDONEE STRUTTURE: DH, CD, CSM, CIM, CPS
- LA LIMITAZIONE DEL TSO: DANDONE UNA CONNOTAZIONE DI CURA E NON
PIÙ DI PERICOLOSITÀ SOCIALE
Legge n°180/1978 (Legge Basaglia)
Veniva finalmente sancito l’ingresso della psichiatria, quindi dei malati e degli
operatori stessi all’interno della sanità generale .
Venivano individuati i principi base dell’assistenza negli ospedali generali e sul
territorio, all’interno di una scelta chiaramente indirizzata verso l’equità delle cure
e verso l’attenzione al benessere non solo dell’individuo, ma dell’intera comunità,
secondo le direttrici di prevenzione, cura e riabilitazione.
Il lavoro dei professionisti veniva orientato verso la personalizzazione del
trattamento e l’inclusione sociale.
E’ qui che nascono la psichiatria di comunità e la cura nel territorio, la
riabilitazione e l’attenzione ai diritti civili del malato, è qui che viene data forma
alle equipe terapeutiche sul territorio e all’integrazione degli interventi sociali e
sanitari, verso un definitivo superamento della segregazione e dell’omologazione
istituzionale.
La Legge però entra in vigore in uno stato di vuoto organizzativo, non ci sono
strutture territoriali, né attrezzature, né sufficiente personale professionalmente
qualificato per un’assistenza extraistituzionale.
La chiusura definitiva degli Ospedali Psichiatrici avverrà il 31 dicembre 1996.
(Progetto Obiettivo Tutela della Salute Mentale 1994-1996)
Progetto Obiettivo Tutela della Salute Mentale 1998-2000 stabilirà che i Servizi di
salute mentale dovranno dare priorità ad interventi di prevenzione, cura e
riabilitazione dei disturbi mentali gravi, per prevenire la cronicizzazione e
l’emarginazione, consentendo al malato mentale di mantenere o recuperare
l’autonomia e il diritto di cittadinanza.
EVOLUZIONE DELL’ASSISTENZA PSICHIATRICA
FASE CUSTODIALISTICA
Operatore era un sorvegliante/guardiano (L.36 del 1904)
FASE CURATIVA TERAPEUTICA
FASE RIABILITATIVA
FINALIZZATA A PROMUOVERE E GARANTIRE L’INTEGRAZIONE DEL
MALATO NEL TERRITORIO
RIABILITARE
è autonomia ed emancipazione, è sempre un portar fuori, e
quindi si oppone al tenere dentro.
INTRATTENERE
ASSISTENZA
• Allude sia ad un’azione piacevole
per far passare il tempo, sia al
senso primario del tenere dentro.
• Il manicomio realizzava entrambe
le cose.
• Un aiuto per compensare
l’inabilità,
ponendosi
come
obiettivo la soddisfazione dei
bisogni.
MODELLI TEORICI DI RIFERIMENTO
NELL’ AGIRE RIABILITATIVO
Social Skills training (Liberman, Anthony, Farkas)
Di derivazione comportamentista, i modelli di S.S.t sono finalizzati al rinforzo della
abilità sociali quali l’autogestione, il self help, la gestione dello spazio abitativo, le
attività lavorative.
Le basi teoriche su cui si fonda questo modello sono costituite dal concetto di
vulnerabilità e stress, secondo il quale alcune persone sono, dal punto di vista
biologico, più vulnerabili allo stress, determinato sia da piccoli eventi quotidiani, sia
legato a life events altamente significativi.
Modello di potenziamento dei comportamenti socialmente competenti
(Spivak)
Si pone l’obiettivo di contrastare il cammino del paziente verso la cronicità in un’ottica
psicosociale, operando attraverso:
- La valutazione dei comportamenti socialmente competenti del soggetto;
- Le interazioni tra questi comportamenti e le aspettative del contesto del soggetto.
Il programma individuale è teso a sviluppare c.s.c. secondo 5 aree:
1) la cura personale;
2) l’abitazione;
3) la famiglia;
4) il lavoro;
5) lo spazio sociale e ricreativo.
Modello di Ciompi
Ciompi sostiene che l’obiettivo della riabilitazione “è il normale reinserimento nella
vita sociale e lavorativa”. Il processo terapeutico si sviluppa lungo due fondamentali
assi:
- Asse lavoro
- Asse casa
E’ possibile pertanto fare una valutazione della situazione del soggetto su entrambi
gli assi: partendo da un livello di bassa funzionalità per arrivare alla massima
funzionalità ed adattamento possibile.
Il successo della riabilitazione dipende prima di tutto dalle aspettative della famiglia,
poi da quelle del paziente ed infine da quelle degli operatori, e dai livelli di
stimolazione.
L’INTERVENTO RIABILITATIVO DOVRÀ TENERE CONTO DEI DUE POLI
DELL’INTERAZIONE ED ARTICOLARSI SU DUE LIVELLI DI INTERVENTO:
• Sviluppare le risorse e le
•
Sviluppare le risorse e le abilità
in
dell’ambiente perché amplifichi e
relazione ai suoi bisogni, ai
rinforzi ciò che si è modificato nel
abilità
del
soggetto
suoi desideri, al suo stile di
vita
soggetto, in una prospettiva di
reciproco adattamento
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fase riabilitativa