O Maria, la forza dello Spirito, presente in Te fin dall'inizio, ti ha sorretto nel momento del buio e dell'apparente sconfitta del tuo Gesù. Tu che hai ricevuto il dono di poterti fidare fino in fondo del disegno di Dio Insegnaci a credere anche nelle notti della fede, e ad amarlo nei suoi silenzi e nelle apparenti sconfitte. “È bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore” (Lamentazioni 3, 6) La terra è sfinita. Tutto dorme e attende. Anche il corpo di Gesù riposa. Come per Lazzaro, la morte di Gesù non è che un sonno. Mentre l'anima è scesa, per portarvi la vittoria, fino al profondo degli inferi, il suo corpo dorme pacificamente nella tomba, in attesa delle meraviglie di Dio. Poiché questo Grande Sabato non è come gli altri. Qualcosa è radicalmente cambiato. La cortina del Tempio si è lacerata da poco, brutalmente, scoprendo il Santo dei Santi. Il Tempio non è più al suo posto. Il Sabato non è più nel Sabato. La Pasqua nella Pasqua.Tutto è altrove. Tutto è qui accanto, accanto al corpo che dorme nella tomba. Tutto è attesa, tutto deve ora avvenire. La Chiesa, sposa di Gesù, non si disorienta. Essa persiste presso la tomba che serra il corpo amato. L'amore non si affievolisce, non si dispera; l'amore può tutto e spera tutto. Sa di essere più forte della morte. Tutto tace, la creazione trattiene il respiro. Nel vuoto totale d'amore, discende il Cristo. Ma da vincitore. Egli arde del fuoco dello Spirito. Al suo contatto, i legami dell'umanità si consumano. O Vita, come puoi morire? Muoio per distruggere la potenza della morte e risuscitare i morti dall'inferno. Tutto tace. Ma la grande lotta ha fine. Colui che separa è vinto. Sotto la terra, nel profondo delle nostre anime, una scintilla di fuoco si è accesa. Veglia di Pasqua. Tutto tace, ma nella speranza. L’ultimo Adamo tende la mano al primo Adamo. La Madre di Dio asciuga le lacrime di Eva. Attorno alla roccia mortale, fiorisce il giardino . Padre nostro che sei nei Cieli e tieni lo sguardo su di noi, piccole creature della Terra, ravviva la nostra fede e la nostra speranza davanti al mistero della morte. Anche Tu, insieme al tuo Figlio, hai voluto sperimentare il gelido silenzio del sepolcro. Anche Tu, che sei l'eterno Vivente, hai voluto – per amore e compassione – diventare come un seme gettato nella terra. Padre, donaci la grazia di saper accettare con animo forte e sereno la legge naturale della morte quale passaggio alla vita risorta . Amen elaborato da Antonio Barone