presentazione
Comunicazione
Formazione
A cura del volontario
Marcello Santopietro
Funzionario Vigilanza Ispettiva – I.N.A.I.L. - Caserta
>>
Comunicazione
Noi comunichiamo mettendo spesso insieme parole,
gesti e cose, perché le parole che utilizziamo o le
espressioni gestuali che compiamo non sempre sono
chiaramente percepibili, anzi talvolta sono ambigue
perché hanno una pluralità di significati (1).
Formazione
È un gioco di squadra dove ogni singola soggettività
cerca di arrivare all’obiettivo; è una condizione di rischio
e in quanto tale, deve diventare “spazio sicuro” dove
trovare protezione rispetto al mettere in gioco i propri
modelli, le proprie certezze …
La formazione è innanzitutto un percorso-processo che
potenzia, sviluppa e trasforma competenze.
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Un’ importante condizione:
Per ottenere il massimo
da questi incontri,
occorrono
impegno e coinvolgimento
da parte di tutti
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Obiettivi
Sapere
Conoscenze
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Saper
fare
Capacità
Abilità
Saper
essere
Comportamenti
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La trasmissione di un messaggio
La
parola
donata
Il
volto
Il
linguaggio
tattile
La
stretta
di
mano
accolta
Lo
sguardo
L’abbraccio
Il
sorriso
La
voce
Il bacio
(1)
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La parola è alla base di ogni relazione sociale e dello stesso
progresso culturale e scientifico.
La
Con la parola noi togliamo il velo che copre i nostri pensieri
parola
o i nostri sentimenti: un innamorato esprime il suo amore,
un amico la sua solidarietà, un maestro la lezione, un giornalista
l’informazione, lo scienziato il risultato delle sue ricerche, il poeta le emozioni e le fantasie …
La parola è il canale ordinario della comunicazione umana.
E’ il primo utensile che l’uomo si è fabbricato per uscire dalla solitudine e poter comunicare
con i suoi simili, per ex-porsi e pro-porsi agli altri.
La parola
Quando abbiamo dentro qualcosa che ci procura grande gioia
o grande pena, desideriamo vivamente comunicarla a chi ci vuole bene.
La parola si rivela essere un vero dono quando porta serenità,
donata
consolazione, pace, gioia.
Essa è il primo avvio di ogni festa.
La parola è come una figlia concepita nella nostra mente e nel nostro cuore e poi partorita con
l’aiuto di un’altra persona, che ci ascolta attentamente.
Uno dei mali peggiori della civiltà postmoderna con il suo consumismo e
la sua fretta esasperati è la mancanza di ascolto.
La necessità di molte persone non è quella di trovare un “grande saggio”,
accolta
capace di consigli meravigliosi, ma quella di incontrarsi con qualcuno
disponibile a “donare ascolto” nella via ordinaria.
Questa disponibilità è il segno più chiaro dell’autenticità dell’incontro tra persone.
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(1)
Noi comunichiamo non solo con la parola donata e accolta, ma anche con
gli occhi, con la bocca, con il tono della voce, con le espressioni facciali,
Il
con la stessa nudità del volto. Anche senza parlare noi esprimiamo
volto
attraverso il volto: gioia o sofferenza, ammirazione o disappunto,
condivisione o scetticismo, quiete o preoccupazione. Tutti facciamo
l’esperienza di comunicare attraverso il nostro volto pensieri e affetti anche con persone molto
diverse da noi per razza e cultura. Il linguaggio del volto esprime sia la diversità dell’altro, sia la
sua uguaglianza con gli altri uomini.
Il volto
Gli occhi sono le finestre dell’anima!
“Lo sguardo, si può distinguere per la sua superficialità o per la
Lo
profondità con cui si guarda; per la carica emozionale, intellettiva,
sguardo
volitiva o concupiscente con la quale l’occhio guarda.
Ciascuno è ciò che guarda e ciascuno vede ciò che gli interessa.
Ci sono sguardi che uccidono e sguardi che vivificano, sguardi annichilatori e sguardi creativi,
sguardi che avvelenano e sguardi che purificano, sguardi possessivi e sguardi oblativi, sguardi
trasparenti e sguardi complici. Ogni sguardo è proiezione dell’io, e ciò che non è l’io gli resta
estraneo. Per questo si può dire, a ragione, che io sono il mio sguardo”
Un viso sinceramente sorridente, non per convenienza
o per ipocrisia, accorcia le distanze tra due persone,
Il
La
costituisce un invito a comunicare, esprime fiducia e
sorriso
voce
disponibilità.
Oltre a comunicare con lo sguardo e con il sorriso,
noi comunichiamo con la voce: non solo essa dà suono ai nostri pensieri, ma con la sua diversa
modulazione esprimiamo i nostri differenti stati emotivi (modulazione di richiamo –
<<< modulazione di consegna fruitiva – modulazioni di carezza).
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(1)
“Quando si ama qualcuno, si sente naturalmente il bisogno di toccarlo.
La madre prende il bambino, lo stringe al cuore, lo coccola; l’uomo
Il
linguaggiostringe la mano all’amico, gli dà un colpo incoraggiante sulle spalle; la
ragazza cammina a braccetto, abbraccia, bacia, accarezza; così vi sono
tattile
infinite forme tattili con le quali l’affetto si manifesta… L’espressione
dell’amore è la più originaria fra tutte”. … Dunque, il linguaggio tattile, soprattutto le
espressioni corporee dell’affetto (il toccare, l’accarezzare, l’abbracciare), è importante e
decisivo per ciascuno di noi sin dalla nascita.
Il linguaggio
Sovente durante la giornata noi comunichiamo con una stretta di mano,
un gesto che esprime una varietà di relazioni.
Così si saluta cordialmente l’amico; si esprime il legame tra due
innamorati che camminano mano nella mano; si manifesta l’attenzione e
l’affetto per un bambino che si tiene per mano.
C’è la stretta di mano come segno di amicizia o di saluto; la stretta di mano che suggella
un’intesa raggiunta; quella protettiva con la quale diciamo che ci facciamo carico dell’altro e la
stretta di mano sognante, intensa e seducente degli innamorati.
La
stretta
di
mano
Il gesto dell’abbraccio non solo ha un grande valore
simbolico, ma è anche molto efficace per trasmettere
affetto e tenerezza, solidarietà e condivisione. Con
L’abbraccio Il bacio
l’apertura del nostro corpo al corpo dell’altro esprimiamo
l’apertura piena del nostro io a un tu e il desiderio di
incorporare l’altro con una stretta che lo racchiude e gli fa sentire il battito del nostro cuore, come
Nel bacio la comunicazione raggiunge il suo culmine.
per dirgli cha fa parte di noi stessi.
C’è il bacio dei genitori e degli sposi, dei fratelli e degli amici, dei bambini e degli adulti.
Esso sancisce una particolare unione.
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(1)
Bisogni formativi
Dai
bisogni
espliciti
A
quelli
impliciti
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Bisogno di saper gestire
le situazioni problematiche
Competenze
adeguate
Bisogno di trasformazione
Voglia di crescita
Bisogno di stare in una rete
protettiva di collaborazione
Intercomunicazione
Bisogno di certezze
consolidate
Conferma
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Bisogni formativi
Dai
bisogni
espliciti
A
quelli
impliciti
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segue
Bisogno di affermazione di sè
Libertà, Autonomia,
Naturalità
Bisogno di riconoscimento
Chiarezza
dei ruoli
di ognuno
Bisogno di supporto per non
restare soli. Bisogno dell’altro.
Lavoro di gruppo
Collaborazione
Bisogno di mediazioni
Confronto nel gruppo
secondo
la propria provenienza
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Circolazione della comunicazione
dall’alto
in
basso
trasversale
Nelle aziende dove vige un sistema
burocratico la comunicazione
funziona prevalentemente dall’alto
in basso - comunicazione ad una via <<<
Dal basso
in
alto
La cosiddetta comunicazione a due vie
consente invece un flusso nei due sensi,
non solo dal vertice alla base, ma anche
dalla base al vertice.
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Circolazione della comunicazione
– segue -
A UNA VIA
E’ sottoposta, più facilmente, ad equivoci e malintesi.
Non è possibile variare o correggere il messaggio in
base alle reazioni del destinatario
A DUE VIE
Relazione di tipo circolare tra gli interlocutori.
E’ possibile verificare subito le reazioni e quindi
l’efficacia del messaggio. Genera interdipendenza
tra gli interlocutori – Provoca un feed-back
(informazione di ritorno) ovvero il controllo della
corretta percezione e decodificazione del messaggio.
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La comunicazione
La comunicazione logica
Verbale si serve di parole, cioè di un numero finito di simboli
convenuti con significati stabiliti convenzionalmente
La comunicazione analogica
Non verbale si serve di gesti, suoni vocali o strumentali,
variazioni di postura e atti mimico-emozionali
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La comunicazione invasiva
Quando i flussi
La comunicazione come
comunicativi si diffondono
processo circolare
anche in senso trasversale
è certamente
(tali cioè da raggiungere tutte le funzioni)
quella più efficace e
abbiamo un processo
circolare della comunicazione
consente il massimo
coinvolgimento delle
persone.
I messaggi si trasmettono non solo nei due sensi
alto/basso ma anche orizzontalmente,
con reciprocità di interazione e feedback
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La comunicazione interna
Quando si parla di Comunicazione Interna non si intendono solo le
informazioni aziendali relative a cifre, dati, grafici, ecc.,
ma soprattutto il processo attraverso il quale si trasferiscono
valori, immagine, emozioni,
ovvero gli elementi base per sviluppare:
Lo spirito di gruppo,
Il senso di appartenenza,
cioè la creazione di un’identità chiara
di un gruppo di persone con
dati obiettivi, risorse e vincoli;
dunque l’adesione personale
all’identità riconosciuta e condivisa;
Il gioco di squadra,
L’attivazione di tutte le competenze
e energie disponibili per raggiungere
il miglior risultato possibile
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>>
La comunicazione
ASCOLTARE
Trattenersi di proposito ad
udire attentamente; prestare
la propria attenzione o
partecipare a qualcosa in
quanto oggetto o motivo di
informazione o di riflessione
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SENTIRE
Avere una percezione o
una sensazione determinata
con quattro dei cinque sensi
esclusa la vista
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ASCOLTO
finto
Si ascolta a “tratti”, ci si lascia
catturare da distrazioni,
dall’immaginazione, ci si fida
dell’intuito che precocemente
cattura solo le cose “importanti”.
E’ un ascolto passivo, vissuto
solo per poter parlare.
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logico
Ci si sente soddisfatti quando ci si
scopre ad ascoltare applicando un
efficace controllo del significato
logico di quello che viene detto.
L’attenzione è concentrata sul
contenuto e l’interlocutore potrebbe
avere l’errata convinzione di non
essere stato capito.
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Ascolto attivo empatico
“ascolto efficace”, mettersi “nei panni dell’altro”,
si entra nei punti di vista dell’interlocutore
condividendo le sensazioni che manifesta
Comprensione empatica
(con il termine empatia, che deriva dal greco: en/dentro/pathos/sentimento,
ci si riferisce alla capacità di cogliere il quadro di riferimento interno di
un’altra persona, mentre con il termine simpatia ci si riferisce essenzialmente
all’aspetto emotivo del rapporto).
Essa presuppone un atteggiamento di apertura con l’impegno a far tacere se
stesso e i propri interessi; richiede benevolenza e una grande attenzione per
concentrarsi nel messaggio dell’interlocutore per accoglierlo così come egli di
fatto lo sente. Solo così è possibile entrare nell’interiorità dell’altro e guardare
la realtà dal suo punto di vista.
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Capacità di ascolto
In ogni situazione comunicativa che coinvolge
due o più persone sono sempre presenti due
componenti essenziali:
1.
2.
il contenuto della comunicazione
la relazione entro la quale si pongono
gli interlocutori.
Quando un soggetto
si pone “in ascolto”
di un messaggio, opera
su ambedue i piani!
Esistono tre livelli di analisi delle caratteristiche personali:
1. gli atteggiamenti di base dell’individuo rispetto all’ascolto
2. le risposte di comportamento rispetto a stimoli e situazioni
specifiche
3. la capacità di esercitare l’ascolto attivo.
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Una efficiente modalità di ascolto
Riduce le incomprensioni
Induce l’interlocutore ad esprimersi a pieno
senza timore, stimolando in lui la ricerca
delle migliori possibilità espressive, anche
nei contenuti
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Saper
“BEN ASCOLTARE”
Porta
• comprensione del messaggio
• ad aprire la mente a nuove idee,
• a nuove soluzioni,
• ad arricchire la PERSONA.
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Scopo della comunicazione interna
In passato
la “Comunicazione interna” si identificava spesso in un comando
centralizzato e spesso determinante, finalizzato ad orientare il
comportamento dei dipendenti in modo “obbligatorio”…
Oggi
nelle aziende orientate alla Qualità la
“Comunicazione Interna”
è finalizzata principalmente alla condivisione di valori
e di obiettivi comuni.
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Comunicazione organizzativa
La comunicazione organizzativa è
“ l’insieme di processi strategici ed
operativi di scambio di messaggi
informativi e valoriali all’interno
delle diverse reti di relazioni ”
che definiscono l’organizzazione.
La comunicazione diviene
parte strategica
dello sviluppo aziendale.
La comunicazione organizzativa è integrata, cioè comprende,
contemporaneamente, la comunicazione interna, esterna e di prodotto
(marketing) ed è riferita all’intera organizzazione in quanto basata
sui valori distintivi della stessa.
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Quali dimensioni per una nuova comunicazione
La comunicazione funzionale - essenzialmente operativa, necessaria a supportare
i processi informativi, decisionali e realizzativi delle diverse aree aziendali; utilizzante
documenti tecnici, colloqui e riunioni di lavoro, manuali tecnici, bacheche.
La comunicazione strategica - mirata a creare, mantenere e sviluppare la visione
aziendale, gli obiettivi strategici in tutta l’organizzazione, coinvolgendo talvolta
anche clienti e fornitori, istituzioni sociali; basata su riviste aziendali, manuali
aziendali, brochure, articoli redazionali, pubblicità e relazioni interpersonali
soprattutto a livello di vertice e management aziendale.
La comunicazione formativa - relativa all’attività formativa e a tutte quelle modalità
di supporto nella diffusione di conoscenze e competenze nella struttura
(addestramento, auto-formazione, convegni e riunioni aziendali); utilizzante gli
strumenti formativi, i colloqui, le modalità e le dinamiche di apprendimento della
singola persona o del gruppo
La comunicazione creativa - basata sulla dimensione circolare della comunicazione
aziendale, legata all’innovazione e allo sviluppo del know- how aziendale; utilizzante
sia i gruppi di lavoro su temi trasversali, sia la rete di collegamenti interpersonali,
la posta elettronica o il groupware.
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L’integrazione organizzativa
Perché un gruppo sia legittimato, creativo e di successo,
occorre valorizzare ed incoraggiare
le differenze tra le persone
“Se due persone in un gruppo
sono sempre d’accordo,
una di loro è superflua”
Esprimono
I ruoli all’interno di un gruppo
la responsabilità individuale:
di lavoro rappresentano
il riconoscimento delle specificità • del governo delle relazioni
• del risultato
e l’ottimizzazione delle differenze
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L’integrazione organizzativa segue
Hanno una visione ampia e
complessiva del
funzionamento del contesto
organizzativo
Conoscono e condividono
gli obiettivi comuni
Le persone lavorano
meglio in gruppo se:
Sentono di contribuire
ai risultati e li possono verificare
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Si sentono accettate
e rispettate dagli altri
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>>
Il conflitto
Inevitabile quando persone con
interessi differenti interagiscono
Particolarmente presente nei
processi di complessa
rilevanza organizzativa
La gestione
Il conflitto
nasce da aspettative,
convinzioni, problemi
contrastanti e vissuti
in modo conflittuale
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Il conflitto consente
di comprendere meglio
i contenuti dei problemi
e chiarire la relazione
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La gestione dei conflitti
Il sintomo di un conflitto non risolto
può essere subdolo.
Interruzioni frequenti, sarcasmo,
Irritabilità e disimpegno
possono indicare disaccordo
E’ necessaria
una considerevole maturità
per affrontare e risolvere
il conflitto
Tensione e aggressività nel clima
Conseguenze
dei conflitti
non gestiti
Distorta percezione della realtà e
degli obiettivi
Calo della motivazione e della
partecipazione
Inefficienza e improduttività
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Tipi di conflitto
Interessi concreti
Differenti conflitti possono scaturire
dalla competizione su tre
“ beni limitati “
Prestigio di ruolo
Concezioni globali
Riassumere il disaccordo
Confermare l’esattezza
… se nascono
occorre …
Stabilire punti di accordo
Esplorare punti di disaccordo
Generare una soluzione possibile
Selezionare e realizzare una soluzione
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L’intervento La ricerca
la formazione
L’intervento
I.
F.
R.
scoperta
E’ la fase al cui interno si
lavora sul “potere” attivato
nell’operatore dai modelli
di riferimento consolidati,
un potere che veicola
nell’operatore certezze
ma anche limiti
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La ricerca
La formazione
Il laboratorio
naturale di
ricerca
E’ la fase che mette il
soggetto in formazione
nella condizione di scoprire
modelli, strategie, ipotesi di
intervento …
attraverso un lento
percorso
verifica
E’ la fase che consente
attraverso l’applicazione
di nuovi modelli di ritornare
sull’agire professionale,
ponendosi di fronte ai vissuti
e alla percezione di sé in
termini di difficoltà e nuclei
critici.
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La comunicazione: strumento strategico
Il LINGUAGGIO SI STRUTTURA MEDIANTE:
 il linguaggio dei segni grafici e dei simboli come
elementi della comunicazione rappresentativi del
disegno di progetto;
<<<

la suggestione delle parole come strumento per pesare
la forza evocativa del progetto e su cui misurare il grado
di curiosità e aspettativa;

l’unicità del quadro di rappresentazione: il piano
come mappa di riferimento su cui articolare un
sistema di relazioni.
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>>
Buon lavoro
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(1) “ Comunicare” Gianni Santopietro – Edizione O.M.I.
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Comunicazione