Regione Siciliana Provenzano V. – Strazzera L. – Madonia I. – Cascio S. – Saura G. Ospedale Civico di Partinico , ASL 6 - PA U.O. Diabetologia e Malattie del Metabolismo Direttore Dott V. Provenzano WWW.DIABDOLCI.IT La Qualità di Vita del giovane diabetico portatore di Microinfusore Scopo Certamente l’innovazione tecnologica pone il diabetico di oggi, soprattutto i giovani diabetici di fronte alla possibilità di migliorare la propria qualità di vita oltre che il proprio controllo glicemico.L’apporto dello psicologo clinico, all’interno del team educativo è certamente indispensabile, già in fase di assessment o di valutazione di quei soggetti “deputati” all’impianto del microinfusore Materiali e metodi Su un totale di 14 pazienti diabetici sottoposti ad impianto di microinfusore si è valutato il vissuto psicologico pre e post-impianto.Lo strumento d’indagine utilizzato è stato il colloquio clinico-diagnostico orientato in particolare a indagare alcune aree: a) microinfusore, terapia e compenso; b) microinfusore e rapporti interpersonali; c) microinfusore e qualità di vita; d) psicologia del soggetto portatore di microinfusore. In una prima fase di assessment, la consulenza specialistica mira a cogliere nel soggetto: - il grado di motivazione posseduta circa il nuovo percorso da intraprendere, - le sue abilità di gestione del diabete e- le sue capacità di coping. Importante ancora raccogliere tutte le informazioni circa l’impostazione dello stile di vita del soggetto in vista di una modificazione relativa alla prevenzione delle complicanze e alla promozione del benessere psico-fisico. Inoltre, la presenza di problematiche psicologiche o difficoltà socio-relazionali legati all’essere diabetici (ad esempio la paura di far sapere di essere diabetico, il desiderio di nascondere il microinfusore, ecc.) viene tenuto in considerazione e diventa altresì criterio di selezione. Oltre agli aspetti tecnici dell’impiego del microinfusore,devono essere fornite indicazioni riguardanti norme igieniche da seguire, soprattutto per quanto riguarda la sede di impianto dell’ago-cannula, la gestione delle ipoglicemie e delle iperglicemie, il comportamento da tenere nei giorni di malattia , la gestione adeguata dal punto di vista alimentare e durante l’ esercizio fisico.La fase successiva all’impianto ri-valuta, a distanza di tre mesi, il vissuto psicologico del soggetto impiantato. Risultati Dal confronto con quanto emerso nella fase inziale di assessment, emerge nella quasi totalità dei casi: - una maggiore fiducia in sé; - un miglioramento dell’autostima; - un incremento delle capacità o abilità di gestione della condizione diabetica; - un miglioramento della self-efficacy; - il successo sperimentato rispetto all’ottimizzazione delle glicemie induce nei soggetti impiantati, un’accettazione attiva della propria condizione di vita. Il soggetto riferisce, di aver raggiunto un adeguata gestione del controllo glicemico anche in relazione al cibo, perché la micropompa permette di “godere più liberamente del pasto”, oltre che registrare una maggiore libertà nella scelta qualitativa dei cibi. Le risposte fornite sono, nella quasi totalità dei casi, positive: “non solo la vita è cambiata in meglio, ma alcuni dicono addirittura di essere rinati!”. L’85 circa dei ns soggetti riferisce di sentirsi molto sicuri, liberi e autonomi;nessuno descrive impedimenti particolari nel compiere attività diverse, a volte un po’ di disagio (al mare o nell’indossare indumenti attillati), ma gli stessi che ne parlano sono sicuri di superarlo e di escogitare soluzioni opportune; il portare il microinfusore, fa sentire meno diabetici perché la libertà riconquistata in tanti campi avvicina alla vita di chi non è diabetico….!!!!. SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA INTERNA 105° Congresso – Palermo, 23-26 ottobre 2004 www.DiabDolci.it