CASO CLINICO N. 1 Femmina, 39 anni, Kg 206, cm 1.67, IMC 74 kg/m2, Osas, ipertensione, epilessia • Da sempre in sovrappeso • Peso max. 230 kg a 25 anni, peso min. 180 kg a 30 anni, max peso perso 25 kg • Riferisce numerosi tentativi dietetici fallimentari anche associati a farmaci (preparati galenici) • Prima dieta 10 anni • Ha seguito circa 15 diete Pattern alimentare: iperfagia prandiale e nibbling con abuso di CHO e LIPIDI (pane, pasta, salumi e cibi elaborati ai pasti e due snack dolci). Celibe, disoccupata, impegnata in attività sociali di tipo religioso 1 CASO CLINICO N. 1 Non riesce a trovare una realizzazione personale sia sul piano lavorativo che affettivo (cibo come compensazione) Non riesce a seguire in modo stabile e costante la terapia dietetica (max durata dieta 1 mese) affidandosi a numerose strategie alternative per perdere peso (“shopping di medici e terapie”) Valutazione collegiale (Medico-Chirurgo-Psicologo-Dietista) Che fare? 2 CASO CLINICO N. 2 Maschio, 45 anni, Kg 148, cm 1.70, IMC 47.4 kg/m2, Osas, ipertensione, steatosi di grado severo, gonartrosi bilaterale • Da sempre in sovrappeso • Peso max. l’attuale, peso min. 83 kg a 26 anni, max peso perso 40 kg • Prima dieta a 25 anni • Ha seguito circa 6 diete • Ha assunto farmaci per il dimagrimento (sibutramina, preparati galenici) • Ex sportivo • Yo-Yo sindrome Pattern alimentare: iperfagia prandiale con abuso di CHO e LIPIDI (pane, pasta, formaggi, salumi, cibi elaborati e 1 snack dolce). Coniugato, imprenditore, ha un’impegnata vita lavorativa e sociale 3 CASO CLINICO N. 2 Non riesce a trovare uno spazio per sé (mangiare in modo regolare, fare attività fisica) Non riesce a mantenere a lungo termine una strategia che consenta una ragionevole e stabile perdita di peso perché non vuole «sentirsi costretto da rigidi schemi dietetici» Valutazione collegiale (Medico-Chirurgo-Psicologo-Dietista) Che fare? 4 CASO CLINICO N. 1 TRATTAMENTO CHIRURGICO PROPOSTO: Sleeve Gastrectomy previa introduzione Pallone Intragastrico associato ad educazione alimentare per ottenere un’importante decremento ponderale; educare il pz ad un corretto pattern alimentare e valutare l’aderenza al trattamento dietetico per un periodo congruo. Incontri mensili con il dietista per un periodo minimo di sei mesi Percorso di educazione alimentare mirato alle problematiche della pz con ausilio del diario alimentare Dieta specifica per il pallone intragastrico 5 Programma dietetico dopo pallone intragastrico Sono previste graduali variazioni: consistenza degli alimenti, volume dei liquidi e dei solidi, frequenza e durata del pasto Dieta semiliquida (1 settimana) da circa 800 kcal/die (liquidi 1500 ml + alimenti frullati o omogeneizzati 450 g/die) Dieta solida di proseguimento da circa 1200 kcal/die ➲ Norme comportamentali ed indicazioni generali MOTIVAZIONI Riempimento parziale dello stomaco che provoca un senso di sazietà costante; precoce senso di sazietà dopo l’introduzione di piccole quantità di cibo; disconfort che allontana il paziente dal cibo. La pz ottiene nei 6 mesi di trattamento un calo ponderale di circa 30 kg (kg 174). Riporta un netto miglioramento del comportamento alimentare e dell’aderenza al trattamento. Va sottolineato come il calo ponderale ottenuto abbia permesso l’esecuzione dell’intervento in completa sicurezza e il rapporto con il dietista abbia consentito modifiche comportamentali durature nel tempo 7 CASO CLINICO N. 2 TRATTAMENTO CHIRURGICO PROPOSTO: bypass gastrico previa educazione alimentare e decremento ponderale pre intervento del 10% del peso con riduzione della steatosi epatica. Percorso di educazione alimentare mirato pre intervento con ausilio del diario alimentare Partecipazione costante agli incontri per un periodo minimo di tre mesi Dieta chetogena per un periodo di 20 giorni pre operatori. Composizione dieta: apporto calorico di circa 600 calorie, apporto glucidico inferiore ai 30 g; lipidico <40 g (grassi mono e polinsaturi), normo-iperproteica con alimenti proteici e integratore proteico in polvere (1,5 gr per Kg di peso ideale); integrazione vitaminica e sali minerali alcalinizzanti 8 Obesità Fattore di rischio significativo per lo sviluppo di steatosi epatica non-alcolica Aumento del grasso viscerale Epatomegalia Procedura chirurgica più difficile MOTIVAZIONI La perdita di peso pre chirurgica, ottenuta con una dieta chetogena rende la procedura chirurgica più semplice per una maggiore facilità di accesso alla giunzione gastro-esofageo, per la ridotta volumetria del lobo sx del fegato e del grasso perigastrico e una minore fragilità e sanguinamento del grasso viscerale Nel contesto della chirurgia bariatrica, diete severamente ipocaloriche iperproteiche nel breve periodo sono utili perché producono una rapida perdita di peso, riducono il volume epatico, con un adeguato livello di sazietà e contribuiscono ad una maggiore adesione alla prescrizione dietetica Va sottolineato il funzione decisiva giocata dall’intervento dietetico mirato nella fase preparatoria alla chirurgia ed il ruolo del dietista e dell’alleanza terapeutica fra questi ed il pz che si rafforza durante tutto il percorso di cura 10 Grazie per l’attenzione 12