METODO FEUERSTEIN ………Piaget fu uno degli insegnanti di R. Feuerstein Attualmente Feuerstein insegna in un’università israeliana e si dedica al potenziamento delle capacità cognitive nelle persone affette da sindrome di Down. Il metodo Feuerstein è un’applicazione della psicologia cognitiva alla pedagogia. Si pone come obiettivo il potenziamento delle abilità cognitive dell'individuo. Viene applicato in ambiti diversificati : si va dal recupero di gravi ritardi mentali alla formazione dei dirigenti di azienda. . Il metodo di insegnamento si basa in modo più o meno esplicito sull'ipotesi di modificabilità dell'intelligenza umana. Ha senso insegnare qualcosa solo se è possibile alterare opportunamente le capacità di ragionamento di un individuo. Affermazioni del tipo "non può imparare perché è troppo stupido" non possono essere accettate nell'ottica del metodo Feuerstein. La realtà è soggettiva Le informazioni elaborate dal cervello sono generate internamente oppure provengono dall'esterno attraverso gli organi sensoriali. L'elaborazione interna dipende dalla struttura del cervello. La percezione di informazioni esterne dipende dal modo con cui vengono acquisite e dalla capacità di interpretarle Le condizioni fisiologiche dell'individuo interferiscono sia sull'elaborazione interna che sulla percezione esterna. Da queste semplici osservazioni è immediato dedurre che la percezione del mondo esterno è fortemente soggettiva e che ogni individuo si crea internamente un particolare modello del mondo circostante. Questo modello influisce poi sulle risposte dell'individuo a particolari stimoli. L'apprendimento può avvenire solo se opportunamente motivato Per poter avere un apprendimento occorre che si verifichino in contemporanea due situazioni : 1. Deve essere possibile modificare alcuni aspetti del ragionamento. 2. L'individuo deve essere posto in una condizione di disequilibrio con l'ambiente. Detto in altre parole, l'allievo deve essere opportunamente motivato. Presentazione del metodo Il metodo viene applicato da un insegnante (formatore, mediatore) ad un gruppo limitato di allievi (circa una decina). Per poter avere dei risultati apprezzabili, le lezioni devono essere frequenti e proposte per un tempo prolungato. … Da un minimo di tre mesi con lezioni proposte 3-4 volte alla settimana. Ogni lezione ha la durata di circa un'ora. Facendo le opportune moltiplicazioni si ottiene un modulo minimo di circa 40 ore. In realtà Feuerstein ha applicato il suo metodo anche per degli anni sugli stessi individui. Durante le lezioni il ruolo degli allievi è attivo. Il mediatore dirige e regola l'andamento della lezione in modo da poter raggiungere gli obiettivi che si è prefissato. Non è importante eseguire un particolare compito con rapidità ed ancora meno eseguirlo correttamente. Qualsiasi comportamento degli allievi è opportunamente "utilizzato" dal formatore per mettere a fuoco certi tipi di ragionamento e per correggere opportunamente le funzionalità carenti. L'obiettivo principale non è imparare ad eseguire il compito, ma capire ed interiorizzare quali ragionamenti mentali sono stati utilizzati per portare a termine il lavoro assegnato. Il pensiero umano viene scomposto nell'insieme di più operazioni elementari. Per compiere una operazione elementare bisogna utilizzare le funzioni base del cervello denominate "funzioni cognitive Quando ci si accorge che l'allievo non riesce ad eseguire un compito, allora occorre individuare quali operazioni elementari non è stato in grado di applicare. Si tenta poi di insegnare ad utilizzare opportunamente le funzioni cognitive presenti, di sviluppare quelle non utilizzate oppure di sostituire l'operazione elementare con una sequenza di altre operazioni elementari che l'allievo è in grado di realizzare con maggior facilità Col metodo Feuerstein non si insegnano determinati contenuti, ma si ristruttura la modalità di pensiero degli allievi ... ed anche dell'insegnante. Esperienza di apprendimento mediato L'azione di un qualsiasi oggetto che si pone tra l'individuo e l'ambiente circostante è chiamata "mediazione". L'oggetto che crea la mediazione prende il nome di "mediatore". Il mediatore altera le percezioni dell'individuo ed influenza di conseguenza le sue risposte. Alterando la percezione degli stimoli, le mediazioni possono favorire oppure ostacolare i processi di apprendimento. Le mediazioni inoltre influiscono sulla sfera affettiva del soggetto e sono in grado di creare o distruggere le motivazioni che facilitano l'apprendimento. Sia gli stimoli ricevuti che gli effetti delle risposte date sono normalmente sottoposti ad una mediazione più o meno esplicita. La stessa cultura di un individuo funziona come mediatore e permette di vedere in una particolare ottica gli stimoli ricevuti. Persone con culture e/o credenze diverse possono interpretare in modo completamente diverso una particolare situazione. Ad esempio in una partita di calcio quando qualcuno fa goal non tutte le persone sono felici A volte una esperienza di stimolo / risposta priva di mediazione può provocare un apprendimento. Ad esempio quando un bimbo tocca un oggetto caldo e riceve uno stimolo doloroso, normalmente impara che tale oggetto non deve più essere toccato. Non sempre però l'esposizione diretta agli stimoli oppure l'esposizione a stimoli mediati in modo casuale può provocare un determinato apprendimento. Persone sottoposte alla stessa cultura, allo stesso ambiente ed agli stessi stimoli apprendono in modo diverso sviluppando di conseguenza capacità mentali diverse. Questo è causato sia dalle caratteristiche biologiche dell'individuo sia dal fatto che il tipo di ragionamento provocato da un determinato stimolo dipende anche dallo stato interno della mente. Ad esempio quando si è concentrati su di un certo argomento è probabile che possano sfuggire o essere interpretati male stimoli non attinenti al pensiero attuale. Si parla di "esperienza di apprendimento mediato" EAM (in inglese Mediated Learning Experience MLE) tutte le volte che un formatore crea intenzionalmente stimoli e mediazioni al fine di provocare un particolare apprendimento. Il formatore deve mediare le informazioni che riceve il discente in modo da ottimizzare l'apprendimento. Ad ogni tipo di mediazione è associato ad un atteggiamento del formatore. Di volta in volta il mediatore dovrà accentuare un particolare comportamento per creare negli allievi le opportune motivazioni. Il formatore deve ovviamente tenere un comportamento compatibile con il tipo di mediazione che vuole fare con gli allievi. Elenco mediazioni Durante le lezioni viene data grandissima importanza a : verbalizzazione del pensiero, riflessione, condivisione, pensiero analogico. Verbalizzazione La verbalizzazione favorisce il formarsi del pensiero e ne facilita la memorizzazione. È presente in quasi tutte le fasi della lezione. Riflessione Riflettendo ed osservando accuratamente il mondo circostante è possibile raccogliere un maggior numero di informazioni sul problema da risolvere. Tanto più alto è il numero di informazioni raccolte, tanto più probabile sarà trovare una delle possibili soluzioni. Condivisione Menti diverse fanno ragionamenti diversi. La diversità va vista come ricchezza e permette di ampliare le proprie capacità di ragionamento. Grazie alla condivisione è possibile capire come risolvere un determinato problema in modi diversi con ragionamenti diversi. Inoltre la discussione con altre persone su un particolare argomento permette di avere un riscontro immediato della validità delle proprie tesi. Analogie La mente umana è in grado di fare un numero limitato di ragionamenti. Ragionamenti simili vengono applicati nei campi più disparati. Pensiero analogico Una parte importante delle lezioni del metodo Feuerstein è dedicata al ragionamento analogico. Tanto più una mente è allenata a fare analogie, tanto più semplice diventa il trovare la soluzione ad un problema nuovo. La maggior parte dei problemi nuovi possono essere visti come problemi vecchi posti in un modo diverso. Organizzazione di una lezione Le lezioni del metodo Feuerstein hanno una particolare organizzazione. Ogni parte della lezione ha la sua importanza e non dovrebbe essere mai tralasciata Ripasso All'inizio gli allievi sono invitati a fare un riassunto di quello che è accaduto durante la lezione precedente. Questo rinforza i concetti espressi in precedenza e favorisce un inizio attivo della lezione da parte dello studente. Si crea inoltre un collegamento fra le azioni passate e quelle presenti Presentazione ed osservazione del nuovo problema Dopo che l'insegnante ha consegnato il materiale per il nuovo lavoro, l'allievo deve osservare ogni minimo particolare e riflettere sulle informazioni che ha a disposizione. Maggiore è il numero di osservazioni fatte inizialmente, più facile diventerà trovare delle strategie per risolvere il problema. Discussione sulle osservazioni fatte Dopo avere riflettuto sul nuovo problema, vengono verbalizzate e confrontate le osservazioni fatte dai vari allievi. Si formulano poi possibili ipotesi di lavoro. Esecuzione del compito Gli allievi provano ad eseguire il compito assegnato. Durante questa fase tipicamente ci si accorge di particolari che non si erano osservati in precedenza, inoltre si mettono a punto nuovi metodi di soluzione. Discussione sull'esecuzione Terminato il compito, gli allievi devono comunicare ai compagni ed al formatore i ragionamenti effettuati durante la soluzione. È importante inoltre mettere in evidenza quali sono stati i problemi incontrati e quali le cause che hanno provocato tali problemi. I metodi utilizzati per risolvere il problema vanno poi scomposti in operazioni mentali elementari. In questo modo gli allievi aumentano la consapevolezza delle azioni svolte. Ragionamento per analogia, generalizzazione regole In questa fase della lezione occorre trovare situazioni diverse in cui poter applicare i metodi di soluzione adottati precedentemente. Risulta molto utile il confronto con esperienze diverse in quanto ogni allievo tenderà a traslare le problematiche incontrate su di un campo a lui famigliare. Sintesi finale La verbalizzazione finale di quello che è accaduto durante la lezione permette di evidenziare eventuali concetti non chiari e di interiorizzarli meglio. Carta cognitiva È uno strumento utilizzato dal formatore per preparare le lezioni, per registrare i risultati conseguiti e per valutare i progressi degli allievi. Si tratta di uno strumento piuttosto interessante che potrebbe essere utilizzato anche al di fuori del metodo Feuerstein. Per compilare la carta cognitiva, il formatore deve essere conscio dei processi mentali che servono per risolvere i problemi proposti e degli stati emotivi in cui deve mettere gli allievi per favorire l'apprendimento. Programma di arricchimento strumentale Negli anni settanta Feuerstein mise a punto un insieme di strumenti utilizzabili per ristrutturare cognitivamente un determinato soggetto. Ogni strumento è dedicato ad una particolare attività cognitiva ed è formato da un insieme di schede poste in ordine di difficoltà crescente. L'insieme di tutti gli strumenti viene denominato "Programma di arricchimento strumentale" PAS (in inglese Enrichment Instrument Program). Valutazione dinamica del potenziale di apprendimento Per poter lavorare con esperienze di apprendimento mediato è essenziale riuscire a capire : quali sono le funzioni cognitive carenti, quali sono quelle che possono essere sviluppate, con quale velocità è lecito aspettarsi che l'allievo riesca a progredire. Con i normali test di intelligenza è possibile avere una visione statica della mente. In pratica si ottengono le prestazioni mentali che ha un individuo in un certo momento della sua esistenza. Questi tipi di test non danno alcuna informazione sulla dinamica con cui possono cambiare le capacità mentali di un individuo. "Valutazione dinamica del potenziale di apprendimento Feuerstein ha messo a punto uno strumento che permette di osservare quali sono le attuali potenzialità di apprendimento di un allievo Lo strumento sviluppato da Feuerstein prende il nome di "Valutazione dinamica del potenziale di apprendimento" (in inglese Learning Potential Assessment Device - LPAD). Si tratta di un ciclo (misura) -> (esperienza di apprendimento mediato) -> (misura) . Confrontando le misure iniziali e le misure finali delle capacità mentali, si riescono ad individuare quali sono le funzioni cognitive che possono essere sviluppate con maggior facilità. Nell'applicazione del metodo di Feuerstein non è importante il livello mentale dell'allievo, ma la sua potenziale modificabilità.