circolare n° 8
6 marzo 2013
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La direttiva Ministeriale del 27 dicembre
2012 estende a tutti gli studenti in
difficoltà il diritto a un percorso
personalizzato per l’apprendimento,
richiamando i principi enunciati dalla
Legge 53/2003.
Le scuole come devono agire?
Innanzitutto occorre una rilevazione dei
Bisogni Educativi Speciali presenti in
Istituto
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Il Gruppo di Lavoro per gli alunni disabili GLHI,
attivato in ogni scuola si trasforma in GLI, Gruppo
di Lavoro per l’Inclusione e cura i seguenti aspetti:
• Raccolta e documentazione degli interventi
in atto
• Confronto sui casi e supporto ai docenti dei
consigli di classe
• Rilevazione, monitoraggio e valutazione del
livello di inclusività della scuola
• Raccolta delle proposte formulate dai GLH,
tradotte in sede di definizione del PEI (
art.10 c.5 Legge 30 Luglio 2010 n 122)
• Elaborazione del piano Annuale per
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l’Inclusività
Il GLI, esaminati criticamente i punti di
forza e di criticità negli interventi di
Inclusione, predisporrà per l’anno
scolastico successivo un piano di utilizzo
delle risorse specifiche, istituzionali e non,
per incrementare il livello di inclusività della
scuola.
Tale progetto verrà poi discusso e
deliberato dal Collegio dei Docenti e
successivamente inviato agli uffici
territoriali competenti.
A settembre il Gruppo provvederà ad
adattare il Piano e su questo il Dirigente
assegnerà le risorse, sempre in termini
«funzionali»
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All’inizio di ogni anno il Gruppo propone al
Collegio una programmazione degli obiettivi da
perseguire e delle attività da porre in essere,
da inserire nel Piano Annuale dell’Inclusività.
Al termine dell’anno scolastico il Collegio procede
alla verifica dei risultati raggiunti
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Cosa va inserito nel POF?
Innanzitutto l’impegno concreto per
l’inclusione: la lettura del grado di
inclusività e gli obiettivi di miglioramento
da perseguire con la trasversalità, con la
gestione della classe, con
l’organizzazione dei tempi e degli spazi
scolastici, con relazioni fra docenti alunni
e famiglie
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I criteri e la procedure per l’utilizzo
«funzionale» delle risorse professionali
presenti nell’ottica di una logica
qualitativa, sulla base di un progetto di
inclusione condiviso con famiglie e
servizi sociosanitari che recuperi
l’aspetto pedagogico del percorso di
apprendimento
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L’impegno a partecipare ad azioni
di formazione e / o prevenzione
concordate a livello territoriale
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E sul territorio?
L’interfaccia tra l’Amministrazione e le
scuole è rappresentata dai CTS, Centri
Territoriali di Supporto che si occupano dello
sviluppo professionale dei docenti, della
diffusione di buone pratiche, della creazione
di reti di scuole.
Anche i GLIP estenderanno le loro funzioni
ai BES, e CTS e GLIP dovranno collaborare.
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I CTI, centri territoriali per l’Inclusione,
potranno sostituire i Centri territoriali per
l’integrazione scolastica per gli alunni con
disabilità, i CDH, i CTRH.
I docenti che opereranno nei CTS e nei CTI
dovranno avere competenze specifiche,
essere esperti nelle nuove tecnologie per
l’inclusione, meglio ancora con master e/o
corsi di perfezionamento in «Didattica e
psicopedagogia per i DSA»
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BES-cm-6_3_2013