Il lavoro di Giuseppe Campos Venuti
Da “Amministrare l’urbanistica” di Campos Venuti, 1967
Problemi legati alla mancata riforma urbanistica e
all’incompiuta riforma della L. 1150/1942
Alla riforma teorica non corrisponde la riforma della
prassi corrente: si continua a passare dai piani generali
di zonizzazione direttamente al progetto edilizio
esecutivo.
Problemi legati alla mancata riforma urbanistica e
all’incompiuta riforma della L. 1150/1942
Il sistema dei controlli, che nasce in teoria dalla necessità di
verificare costantemente la validità degli interventi, nella
pratica è stato utilizzato nello Stato italiano come strumento di
condizionamento politico.
…La politica settoriale e non globale è favorita, nell’ambito
dell’intervento spaziale nei comuni, dal fatto che la legge
urbanistica consente il vincolo globale del territorio, ma non
fornisce agli enti locali la possibilità di coordinare
globalmente l’attuazione.
Così i piani ritornano in sostanza ad essere strumenti di
coordinamento edilizio e non di assetto territoriale. Peggio
ancora, i piani si realizzano soltanto per quelle parti che
più interessano la rendita o il profitto – abitazioni, uffici,
magazzini, industrie – ma non per quelle parti di interesse
generale e cioè i servizi, la conservazione di patrimoni
storici o panoramici, e così via…
(problema legato al fatto che l’attuazione dei piani
particolareggiati sia finanziariamente responsabilità del
comune)
Mancanza di strumenti di programmazione urbanistica
Problema legato all’impossibilità di programmare nel
tempo l’attuazione dei piani, con la conseguenza di un
piano urbanistico atemporale, che sarà inevitabilmente
solo un piano di vincoli, affidato alla realizzazione
spontanea della proprietà fondiaria, a meno dei servizi
pubblici che di regola inseguono affannosamente le
iniziative private.
Approvazione piano
anni
Non solo
forma….
questione
di
Problema legato alla forma
radiocentrica della città. Gli
organismi monocentrici si
espandono marginalmente in
tutte
le
direzioni,
determinando nella stessa
città contraddizioni tra le
zone centrali e quelle
periferiche.
Criteri metodologici per la pianificazione urbanistica comunale
Primo obiettivo la scelta dell’elaborazione di piani “aperti”,
che rompano lo schema radiocentrico di tutte le città italiane e
innestino realmente le città nel loro territorio. E’ lo schema
radiocentrico che costituisce la matrice dell’espansione “a
macchia d’olio” e si traduce nella frattura tra città e
campagna, considerando in fondo quest’ultima non una
specifica destinazione dei suoli, ma un vuoto di destinazione
sempre in attesa di essere riempito dalla città.
Criteri metodologici per la pianificazione urbanistica comunale
secondo obiettivo: scelta di piani che decongestionino le città
in via di soffocamento e nello stesso tempo precisino le
moderne funzioni urbane e le rispettive aree.
Un efficace sistema di comunicazioni viarie si realizza oggi
differenziando le infrastrutture viarie, determinando precise
gerarchie di traffico e sfruttando senza timori le maggiori
possibilità offerte dal trasporto collettivo.
Criteri metodologici per la pianificazione urbanistica
comunale
Occorre ricordare che lo standard non è statico e assoluto,
dovendo al contrario variare tra paese e paese, ma
specialmente fra periodo e periodo di tempo. Esigenza di una
pianificazione urbanistica programmatica e quindi
scorrevole, facilmente aggiustabile nel tempo e non di una
pianificazione dettagliata e rigida.
Strumenti dell’equilibrio:
rete viaria che colleghi le zone residenziali con quelle
direzionali e produttive;
attrezzature e servizi comuni in ogni quartiere
residenziale
Zone centrali nelle quali le
funzioni
e
gli
standard
urbanistici, ma anche la
morfologia, determinano un
“effetto città” di gran lunga
superiore a quello delle zone
periferiche -- concetto d
libertà urbane
La
mancanza
di
programmazione
non
tiene conto che in una
città la formazione di
ogni
nuova
zona
edificata, la costruzione
di
ogni
grande
infrastruttura
o
attrezzatura,
determina
delle reazioni sui valori
immobiliari, ma anche
sulle
possibilità
funzionali degli altri
suoli.
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