STEP BY STEP 3 dicembre 2014 Costruiamo insieme il tuo futuro LOTTA ALLA DISPERSIONE SCOLASTICA GESTIRE LE DINAMICHE DI CLASSE PER PREVENIRE L’ ABBANDONO Come affrontare allievi problematici sia sul piano dei comportamenti in classe, sia sul piano dell’apprendimento. Le statistiche riportano dati impressionanti relativi a studenti che vivono male la loro esperienza scolastica e molto frequentemente abbandonano gli studi. • Sono alunni inseguiti anno dopo anno,scuola dopo scuola “ dall’effetto D”: • Demotivati • Difficili • Disturbanti • Devianti • Disadattati • Diseducati • Disimpegnati • Distruttivi…. Difficilmente riescono a cambiare la loro reputazione se non incontrano una scuola in grado di aiutarli e di interrompere il ciclo vizioso • Fondamenta di una prassi educativa organica basata sui bisogni specifici degli alunni problematici sono: • Interesse per l’allievo e dedizione all’accompagnamento scolastico; • Cura della relazione insegnante/alunno; • Conoscenza e capacità di utilizzare metodi, tecniche e strategie; • Riconoscimento dei BISOGNI MOTIVANTI I BISOGNI MOTIVANTI sono : • • • • • Bisogno di sicurezza Bisogno di competenza Bisogno di successo Bisogno di autodeterminazione Bisogno di appartenenza COSA EVITARE? Secondo Franta(1985) occorre evitare situazioni di sfida aperta e interventi educativi rigidi come: -appellarsi alle regole “Quando parlo io…” -ricordare avvenimenti passati “Ti ho già detto…” -svalutare e squalificare -usare sarcasmo e ironia -minacciare Spesso, da parte di alcuni allievi,le maggiori difficoltà si palesano nel gestire costruttivamente le situazioni problematiche (Bloomquist, 1996). “Un limitato repertorio di abilità di PROBLEM SOLVING determina una serie di ripercussioni negative sia sul piano degli apprendimenti che su quello dell’interazione sociale” • Perché molti alunni, poi adulti, ricorrono a strategie di risoluzione dei problemi DISFUNZIONALI? Le abilità di Problem Solving non sono innate ma devono essere apprese ed esercitate nel tempo I comportamenti di “attacco”o “fuga”sono messi in atto da allievi con ridotta autostima Il Problem solving potrebbe essere definito come un approccio didattico teso a sviluppare, sul piano psicologico,comportamentale ed operativo,l’abilità di soluzione di problemi. • UN CURRICOLO per il problem solving: OBIETTIVI 1. Analizzare in maniera razionale i problemi 2. Compiere delle scelte positive ed efficaci 3. Assumersi la responsabilità delle azioni Questi tre obiettivi implicano ovviamente dei prerequisiti nelle abilità cognitive,emozionali, sociali. Fasi del curricolo: Il curricolo per l’educazione al problem solving si articola in 4 lezioni e in una serie di attività da svolgere in un periodo di 3-4 settimane. Struttura: -lezione 1. Introduzione al concetto di “problema”; -lezione 2. Il brainstorming delle soluzioni -lezione 3. L’abilità di decision making -lezione 4. L’analisi complessa di un problema Lezione 1 Ob:gli allievi saranno in grado di definire e di identificare la presenza di un problema. ES. per la scuola sec.di 1°grado Attività : l’ins. presenta situazioni problematiche tratte dalla cronaca dei giornali o dalla letteratura Fase A (30 min) - discussione di gruppo sulle cause di un problema individuato Fase B (30 min) - divisi in coppie ,analisi delle situazioni problematiche. Lezione 2 Ob: gli allievi saranno in grado di elaborare in maniera creativa una serie di soluzioni per un problema. ES. Attività: Elaborazione individuale Fase A- ogni allievo scriverà su un foglietto tre possibili soluzioni al “problema”.Tutti i foglietti verranno raccolti e discussi in gruppo. Fase B- role playing e brainstorming.La classe viene suddivisa in gruppi di 4/5 allievi,ad ogni gruppo viene consegnato un cartoncino sul quale e’ descritta una breve situazione problematica,quindi vengono invitati a simulare la situazione assegnandosi i diversi ruoli… Lezione 3 Ob: gli allievi saranno in grado di compiere delle scelte razionali tra le soluzioni alternative(decision making). Fase A – ogni allievo scrive su un foglietto le tre piu’ importanti decisioni che ha dovuto prendere nel corso delle ultime settimane. L’insegnante guida a riflettere sulle decisioni piu’ comuni,quelle piu’ difficili… Fase B - lavoro di gruppo sulle risorse necessarie e sulle risorse disponibili. Alla fine ogni gruppo dovrà scegliere la soluzione piu’ adeguata tra quelle possibili. Lezione 4 Ob:-gli allievi saranno in grado di analizzare un problema complesso in tutte le sue componenti. Fase A- analisi di gruppo di un articolo di giornale. La classe, suddivisa in gruppi,riceve un articolo di giornale in cui si affronta una particolare situazione problematica e chiede agli alunni di analizzare il problema avvalendosi di domande guida. L’obiettivo è quello di stimolare negli alunni un approccio positivo e costruttivo ai problemi. Fase B- consiste nell’analisi completa del problema impiegando il classico ALGORITMO di SOLUZIONE del PROBLEMA I SETTE PASSI DEL PROBLEM SOLVING 1 1 Identificazione del problema 6 Applicazione della soluzione 7 Verifica dei risultati 2 Analisi del problema 3 Individuazione degli obiettivi 5 Scelta della migliore soluzione 4 Produzione di alternative di soluzione IL curricolo presentato non deve essere assunto come un pacchetto standard da applicare in maniera rigida ,ma piutttosto essere considerato un programma “aperto”. Materiale tratto da un lavoro di Donatella Tamburri(Università di Udine) pubblicato su Psicologia e scuola. COSA E’ IL PROCESSO DI PROBLEM SOLVING se non una routine metacognitiva? Problem solving Attività metacognitive di controllo COMPRENSIONE Prima di lavorare rifletti: Quello che vai ad affrontare è proprio un problema? Cosa sai su come si fa? Hai incontrato problemi simili? PREVISIONE Prima di lavorare prevedi: Chi ti può aiutare? Quanto tempo hai? Di quali/quanti strumenti hai bisogno? Qual è l’ambiente in cui svolgerai il compito? PIANIFICAZIONE Organizzati: Identifica il problema Vuoi/puoi lavorare da solo o in gruppo? Problem solving Attività metacognitive di controllo Monitoraggio Mentre svolgi il compito risolutivo controlla: Sei sulla strada giusta? Cosa va eliminato e cosa invece salvato? Il compito ti sembra facile o difficile? Se non riesci ad andare avanti, cosa fai? Quella che hai trovato è LA soluzione? Valutazione Quando hai risolto il problema,guarda indietro: Le tue previsioni e la tua pianificazione ti sono state utili? Hai lavorato bene? Si sarebbe potuto fare in un altro modo? Questa procedura di risoluzione può esserti utile in altri compiti? C’è stato qualche problema insuperabile? Creare un ambiente di apprendimento rispondente a canoni di didattica metacognitiva potenzierà lo sviluppo di una generazione di “buoni pensatori”. GRAZIE PER L’ATTENZIONE !