Chiare, fresche, e dolci acque,
di Francesco Petrarca
Poesia multimediale di
Biagio Carrubba
Il Canzoniere è la raccolta di poesie
che il Petrarca iniziò intorno al 1335
e continuò fino agli ultimi giorni di vita.
Il sottotitolo della raccolta poetica è
"Francisci Petrarche laureati poete
Rerum vulgarium fragmenta".
Esso raccoglie 366 poesie divisi in sonetti,
canzoni, sestine e madrigali.
Nell'ultima redazione il "Canzoniere“
è composto da 317 sonetti, 29 canzoni,
9 sestine, 7 ballate e 4 madrigali.
La poesia è la numero 126 del Canzoniere
ed è stata scritta probabilmente tra il 1344 –
1345.
Le poesie sono divise in due grandi parti:
la prima parte comprende le poesie
(da I a CCLXIII) ispirate a Laura viva;
la seconda parte, ispirata da Laura morta,
comprende le poesie (da CCLXIIV a CCCLXVI).
La prima poesia del Canzoniere è il sonetto
"Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono",
mentre l'ultima poesia è la canzone
"Vergine bella, che di sol vestita,".
Il motivo prevalente del Canzoniere
è l'amore del poeta per Laura.
Inoltre il Canzoniere è la ricostruzione e
la ricomposizione della personalità
psicologica e morale del Poeta.
Mi ricordo con sospiro
le chiare fresche e dolci acque,
dove, colei che per me è l’unica donna
immerse il bel corpo;
ricordo con sospiro
Il gentile ramo
che piacque a lei
farlo colonna al suo fianco;
ricordo con sospiro
l'erba e i fiori
che lei ricoprì
con la sua gonna e
con il suo angelico seno;
ricordo con sospiro
l'aria sacra e serena
dove Amore mi aprì il cuore con i begli occhi;
voi tutti insieme date ascolto
alle mie ultime e dolorose parole.
Se è proprio mio destino
(e il cielo si adopera in ciò):
che Amore, lacrimando, chiuda questi
miei occhi,
che qualche persona pietosa seppellisca
il mio povero corpo tra di voi
e che l'anima torni da sola in cielo;
se porto questa speranza allora
la morte sarà meno crudele
nel momento del doloroso trapasso,
perché il mio spirito affaticato
non potrebbe lasciare
il corpo tribolato e le ossa
in un luogo più silenzioso
e in una tomba più tranquilla.
Forse ancora verrà il tempo
nel quale la fiera donna, bella e mansueta,
torni nel luogo abituale
e lei, volgendo la vista,desiderosa e lieta,
là dove mi vide la prima volta
cercandomi dica: << o pieta!>>.
E vedendo la terra del mio sepolcro,
l'Amore la ispiri in modo tale che
ella sospiri così dolcemente
che chieda perdono per me,
insistendo e piangendo a Dio
mentre si asciuga gli occhi con il bel velo.
Una pioggia di fiori scendeva
dai bei rami sopra il suo grembo,
(dolce immagine nella memoria)
e lei umile si sedeva
in un così bello spettacolo naturale
ricoperta già dal leggiadro manto di fiori;
qualche fiore cadeva sul lembo,
qualche fiore cadeva sui capelli
i quali quel giorno sembravano
oro lucente e bianche perle;
qualche fiore cadeva in terra e qualche altro sulle onde,
qualche fiore con un vago movimento,
girando, sembrava dire:<<L'Amore regna qui>>.
Allora io quel giorno molte volte
dissi pieno di stupore:
<< Costei è nata di certo in paradiso!>>.
Il suo divino atteggiamento,
il volto e le parole e il suo sorriso
mi fecero dimenticare ogni cosa e
mi divisero dalla realtà naturale delle cose
tanto che io, sospirando, dicevo:
<<Come sono venuto qui e quando?>>,
credendo di essere in cielo, e non là dov'ero.
Da quel giorno ad oggi questo luogo
mi piace così tanto che altrove non ho pace.
Se tu, canzone, avessi tanta forma
quanto ne desideri, potresti arditamente
uscire dal bosco e andare tra la gente.
Biagio Carrubba
e
vi ricordano che l’Amore, qualsiasi forma prenda e
qualsiasi sia la forza propulsiva che esso scateni,
è sempre il sentimento che rende la vita attiva e
degna di essere vissuta con gioia, speranza e con forza.
Modica 30 luglio 2006
Fine
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Chiare, fresche, e dolci acque di Francesco