Premio di poesia “Renato
Giorgi”
Teatro Comunale
di Sasso Marconi
5 giugno 2008
1
“La poesia è l’arte di fare entrare il mare in un bicchiere”
Italo Calvino
Il 5 giugno, ad un giorno dalla fine
dell’anno scolastico, tante classi delle
medie, da Casalecchio di Reno a
Borgonuovo, Vado, Vergato e
Marzabotto, si sono ritrovate ospiti
della nostra scuola per il “Premio
Giorgi”, riempiendo il teatro di voci,
applausi ed allegria.
Si trattava di leggere, ascoltare e
premiare poesie scritte dai ragazzi che
hanno così imitato i poeti, rubando
qualche segreto del loro linguaggio e
della loro tecnica poetica.
La natura e il suoi colori, i suoni e gli
odori, i paesaggi, un fiore, i sassi, una
conchiglia diventano soggetti per una
poesia; altre volte sono il ricordo di un
volto, un sentimento lieto o triste, una
storia da raccontare, qualcosa che si è
visto ed ascoltato ad ispirare o a far
riflettere.
Prima di scrivere, sentendoci liberi di
giocare con le parole, abbiamo
imparato ad ascoltare in silenzio la
voce dei poeti che forse meriterebbero
di entrare di più nelle nostre aule.
Attraverso la poesia abbiamo imparato
a riflettere, a guardare la realtà con
attenzione e sensibilità, ciò ci aiuta ad
uscire dall’indifferenza dinnanzi al
dolore e alla gioia della natura come di
ogni uomo.
Dalla sensibilità, dalla partecipazione
alla vita invisibile o “evidente” nasce la
poesia.
2
Poesie vincitrici
3
A mio fratello
Prima classificata
Mi aiutavi
con la tua piccola grandezza
quando ero disperata
e la buia notte della tristezza
mi avvolgeva.
Mi aiuti
anche ora che la calda coperta
del tuo affetto mi protegge.
Mi aiuta
anche la tua rabbia tranquilla
come quando dopo una tempesta
il mare si calma
e il sereno dà una gioia maggiore.
Così dopo una lite
il tuo abbraccio mi riempie di dolcezza.
Sempre mi aiuterai
lo so: il silenzio rumoroso
del tuo sguardo
contiene la promessa.
Selene Tedeschi
III A
Scuola Secondaria di Primo Grado
Vado
4
Seconda classificata
Il filo di lana
Il filo di lana
nella piccola mano,
un nodo, un sospiro,
un altro vicino.
Un nodo ed un altro.
Il filo di lana
nella piccola mano.
Ricordi le corse,
ricordi gli amici,
la scuola,
i giorni felici.
Il padrone ti guarda,
non pensare alla festa;
un nodo, un sospiro
e chini la testa.
Caterina Tovoli
III A
Scuola Secondaria di Primo Grado
Borgonuovo
5
Il lupo
Terza classificata a pari merito
Solitario
Hai lasciato il tuo branco
Nel sottobosco
Nero come il carbone.
La notte ti ospita
E tu come un’ombra ti aggiri
Furtivamente,
Nel buio sei invisibile
Solo i tuoi occhi brillano,
Astri
Gelidi e inespressivi
Come pozzi infiniti.
Vaghi nell’oscurità,
Annusi la tua preda,
Con un balzo energico
La imprigioni
Tra i tuoi denti affilati
Come lunghi coltelli.
Sazio,
con un disperato richiamo
racconti alla luna
la tua lunga storia.
Marco Padroni
ID
Scuola Secondaria Primo Grado
Sasso Marconi
6
Amore
Terza classificata a pari merito
Siam come
due uccellini
in inverno.
Scaldiamoci l’un l’altro
nel nido
di rametti
su un albero
di ciliegio
bianco di neve
nel cuore del villaggio
Stefano Magnani
IA
Scuola Secondaria di Primo
Grado Marzabotto
7
La poesia più bella della classe
8
Disgelo
La Primavera si annuncia
il sole si stiracchia
tra le umide ciglia del bosco
e si rispecchia nelle pozze.
La natura prende vita
lentamente
e rabbrividisce alla fresca brezza
mattutina
poi si appisola
dolcemente
socchiudendo gli occhi
Poesia collettiva
Classe II A
Scuola Secondaria di Primo Grado
“Marconi”
Casalecchio di Reno
9
Il mare
Il mare è una luce di cristallo
trasparente
È il segreto della passione
È un’anima misteriosa
È uno sguardo di ghiaccio
È l’ultima gelida lacrima
Di un amante smarrito
Poesia collettiva
Classe II E
Scuola Secondaria di Primo
Grado
“Marconi”
Casalecchio di Reno
10
Estate
Cresce, come un bambino
che corre nel prato,
un papavero ormai sbocciato.
Mette le ali e vola nel cielo
come un gabbiano senza
pensiero.
Poesia collettiva
Classe I E
Scuola Secondaria di Primo
Grado
“Marconi”
Casalecchio di Reno
11
Sogno e realtà
Era un normalissimo pomeriggio di autunno e fuori
pioveva a dirotto. Le persiane della finestra della mia
stanza continuavano a sbattere violentemente. Ad un
tratto mi svegliai …
Ero tutta sudata, avevo gli occhi sbarrati ed il cuore
che mi batteva a mille. Avevo fatto un sogno, ma non
uno qualunque: era un incubo!
In casa non c’era nessuno perché i miei genitori erano
andati a far compere. Mi alzai e andai in bagno per
rinfrescarmi. Alzai lo sguardo e, sopra lo specchio, vidi
una scritta che diceva: “Non voltarti”. Io, da brava
“Furba”, lo feci.
La porta si chiuse sbattendo: cercai di aprirla ma
invano. Urlai: chiamai aiuto ma invano … nessuno mi
sentiva.
Mentre stavo pensando ad una soluzione per aprire la
porta, mi sorse un dubbio … avevo già visto quella
scena? Ma dove? Di sicuro non in un film!
Ad un certo punto la porta si aprì di scatto ed una luce
mi abbagliò, ma si spense subito. Sentii del vento
gelido soffiarmi sul collo. Mi voltai … la finestra era
aperta … mi avvicinai e la richiusi.
Andai in cucina, aprii il frigo ma non c’era niente, era
tutto finito. Ad un tratto sentii dei rumori e la porta
d’ingresso si aprì … erano tornati i miei genitori!
Finalmente, ora vado a raccontare tutto” pensai. Iniziai
a correre, oltrepassai il corridoio, la sala e poi un altro
corridoio … ma non capivo il perché. Di solito per
percorrere lo spazio tra la cucina e la porta d’ingresso
ci mettevo neanche un minuto; in quel momento,
invece, mi sembrava di impiegarci un’eternità.
Arrivata davanti alla porta d’ingresso, vidi mia madre
stesa per terra, immobile … presa dal panico urlai e
chiamai mio padre … non rispose. La televisione che si
trovava in camera dei miei genitori si accese: allora
pensai che mio padre fosse lì, ma non c’era nessuno.
Anzi, non è proprio giusto dire che non ci fosse
nessuno …
Da sotto il letto spuntò una mano. Mi avvicinai. La
mano mi prese per il collo e cominciò a strozzarmi.
Dopo pochi secondi mollò la presa. Guardando la
mano più da vicino vidi il braccialetto di stoffa che
l’estate prima avevo regalato a mio padre.
Ripensandoci, avevo già visto anche questa scena …
indietreggiai terrorizzata …
Iniziai a correre senza sapere dove andare … ad un
tratto una figura nera mi saltò davanti: aveva un
passamontagna ed un coltello in mano e …
Ero tutta sudata, avevo gli occhi sbarrati ed il cuore
che mi batteva a mille: era solo un sogno?
Beatrice Neri
Classe III E
Scuola Secondaria di Primo Grado
“Marconi”
Casalecchio di Reno
12
Ho voglia di vivere
Ho voglia di vivere
Mi chiamo Maxime e sono figlio di madre
ebrea di padre americano.
Da qualche tempo nel mio paese tutti parlano
di uomini in divisa che ci caricano su dei treni
e ci portano in luoghi a noi sconosciuti.
Purtroppo, una sera dopo cena, bussarono
alla porta: mamma aprì ed un militare le
ordinò di seguirlo e portarsi con sé anche
me.
Arrivati in stazione mi divisero dalla mamma
ed ebbi la sensazione di non rivederla mai
più. Qualche ora dopo entrò un tedesco che
ci diede delle divise e un traduttore ci spiegò
dove eravamo e cosa avremo dovuto fare.
Dopo parecchie ore di viaggio ci fecero
scendere dal treno e con delle camionette ci
trasferirono altrove. I soldati ci fecero uscire,
davanti a me si aprirono dei grandi cancelli e
li oltrepassammo.
Ci portarono dentro una camerata buia e
fredda insieme ad altri ebrei come me.
La mattina dopo, prima di andare a lavorare,
ci incisero sul polso un numero: da quel
giorno mi chiamarono 523.
Tutte le sere ci portavano un pezzo di pane
secco che ci dovevamo dividere per tutta la
camerata.
Durante la mia permanenza ad Auschwitz feci
amicizia con un anziano signore di nome
Ismaele.
Ero nel campo da due settimane quando una
sera tornai nella camerata e venni a sapere
che il mio caro amico era deceduto in una
doccia chiamata dai soldati camera a gas.
Ero solo nella mia enorme tristezza e intanto
pensavo all’ ultimo bacio sulla fronte che la
mamma mi aveva dato.
Era la sera del 27/01/1945 quando,
guardando fuori dalla finestra, vidi le porte
del cancello distrutte dal passaggio di molti
carri armati . Dopo ore di spari e urla i
sovietici aprirono la porta della mia
camerata, mi diedero da mangiare e mi
condussero al cancello . Distesi sul suolo vi
erano molti corpi inanimati, c’era anche la
mia mamma. Volevo morire anch’io, mi
adagiai sulla terra, ma decisi di rialzarmi e
vivere unicamente per lei.
Valentina Maganzi
Classe I B
Scuola Secondaria di Primo Grado
Borgonuovo
13
Tipi strani
Era inverno e fuori i fiocchi di neve scherzavano tra loro
a formare piccoli mulinelli. I vicoli del paese erano
deserti e l’unico locale ancora illuminato era l’”Osteria
Del Gambero Rosso”. Dentro molte persone, tra cui
vecchi pirati con la benda all’occhio e graziose
fanciulle in abito rosso, sedevano agli sgangherati
tavolini di legno e sorseggiavano enormi boccali di
birra. Il denso fumo dei sigari offuscava la vista, ma
nessuno tossiva, nessuno si lamentava, perché lì tutti
erano abituati a quell’inferno.
Ad un certo punto la campanella del locale suonò
monotonamente, la porta si aprì e…”Miaooo… Una
bottiglia di vino della casa per noi, giovanotto!”aveva
gridato con la sua voce stridula il gatto,
accompagnato da compare volpe. I due arrivati si
erano subito accomodati in un tavolino in fondo al
locale, vicino alla vetrata ed avevano cominciato a
tracannare dalla bottiglia di vino di un acceso rosso
vermiglio.
Il gatto soriano se ne stava pigramente accasciato
lungo la parete fredda, con il muso avvolto dai neri
tendaggi della locanda. La vecchia benda sgualcita e
consunta gli copriva l’occhio destro donandogli un
aspetto alquanto sinistro. Il manto rossiccio mandava
bagliori sfuggenti nella fioca luce dell’osteria. Per
quanto riguarda l’abbigliamento, invece, il gatto era
davvero elegante. L’animale, infatti, indossava un
capiente cilindro blu, un panciotto di velluto nero, un
cappotto di seta rossa e due scarpe di cuoio lucido.
La volpe, invece, era un tipo ancora più raffinato.
Stando seduta, con le gambe accavallate sotto al
tavolo, riusciva a far roteare la sua coda in maniera
davvero sorprendente. La sua parlantina e la sua
furbizia l’avevano resa famosa in tutto il paese. Per
non parlare poi della sua camminata zoppicante, tutta
una messa in scena per compatire i passanti e
convincerli a sborsare qualche soldo. Nel suo aspetto
fisico, invece, compare volpe era un tipo snello ed
abile nell’uso del bastone da passeggio. Inoltre aveva
l’ abitudine di lisciarsi continuamente la coda.
Comunque, finito il vino, i due si misero a parlottare.
“ Oh, se sapessi, compare gatto, cosa mi è successo
oggi! Mi sono addentrato in un ristorante del Vicoletto
d’ Oro per sgraffignare qualche salsiccia, ma il
padrone mi ha notato e mi ha subito cacciato fuori!
Maledetti questi umani!”
“Io, invece, ho trascorso una bella giornata
stiracchiandomi allo sbocco d’ aria calda di una
locanda qui vicino e poi sono andato a sistemare la
trappola per il caro Pinocchio. Quello stupido ciocco
abboccherà di sicuro! “ Disse il gatto.
“Ben fatto! aspetta ancora qualche ora e saremo
ricchi!!!”. Dopo queste parole i due furbacchioni si
addormentarono di botto sognando cascate di monete
d’ oro.
Arianna Bozzoli
Classe IA
Scuola Secondaria di Primo Grado
Borgonuovo
14
Pagine di diario
Pagina dopo pagina
Piango,rido,ricordo.
Volto pagina,
vedo il volto di un ragazzo,
piango,ma poi sorrido
pensando ai bei momenti passati insieme.
Volto e
vedo il sorriso di un’amica
che per fortuna lo è ancora.
Sono le pagine di una vita.
Se apro la finestra volano via.
Rebecca Giorgi
Classe III B
Scuola Secondaria di Primo Grado
Borgonuovo
15
Estate
L’estate sta avanzando dolcemente:
il sole illumina d’incanto il mio viso
e mi spinge a fare un bel sorriso.
Il clima è davvero sorprendente!
La brezza del vento, dolcemente
mi culla: in vacanza, che paradiso!
Il grigio delle nuvole vien deriso,
nuovo spazio ai pensieri nella mia mente.
Mi tuffo in acqua come un delfino
Passeggio leggera, libera e beata
La luna sul mare è brillante.
Aspetto con ansia il nuovo mattino
La voce del mare mi lascia incantata
Delle onde il rumore è assordante.
Jessica Rubini
Classe II A
Scuola Secondaria Primo Grado
Marzabotto
16
Cosa stiamo facendo al nostro
pianeta?
Il nostro pianeta è malato.
Tante fabbriche inquinano l’aria,
tanta immondizia ci invade.
Boschi, laghi e fiumi a rischio,
coste e mari modificati.
Ma cosa stiamo facendo al nostro pianeta?
Dobbiamo pensare e agire!
Dobbiamo svegliarci se non vogliamo essere cancellati!
Perché non pensiamo? Perché?
Lentamente il nostro pianeta si sta spegnendo.
E’ così difficile rimediare?
Abbiamo perso forse il controllo?
Non sono pessimista
e non sono l’unica!
Presto
insieme
riaccenderemo
il nostro Pianeta.
Greta Gaba
Classe I B
Scuola Secondaria Primo Grado
Marzabotto
17
Domenica in montagna
Tra le alte montagne innevate
cala la sera
il cielo puro e limpido.
ed io rimango là,
da sola nella mia solitudine
ad ammirare il panorama,
e spero che quel vento
leggero e trasparente
porti via con sé
i brutti ricordi
e strappi finalmente
le pagine che
li raccontano.
E tra il fruscio dei rami
con un fiore tra i capelli
io rimango lì.
su una roccia
seduta ad ascoltare la natura,
a guardare davanti a me e
non più indietro
e a sognare
che il domani
sia migliore
Martina Fiorini
Classe II C
Scuola Secondaria di Primo Grado
Vergato
18
Felicità
Felicità,
improvvisa voglia di
muoversi e strafare, che
paralizza ed inchioda sulla sedia.
Felicità,
grande sfarfallio che
esplode nello stomaco e
dilaga ovunque portando pace.
Felicità,
sole dopo il
temporale, arriva e
scatena una tempesta euforica.
Felicità,
enorme chiazza che
smacchia i cuori dalla
tristezza persistente.
Il sole splende su questa terra
Fino alla fine del giorno.
Maria Silvia Morlino
Classe I C
Scuola Secondaria Primo Grado
Vergato
19
Il cielo
Guardo il cielo
non c’è nulla.
Vedo l’azzurro profondo.
Non riesco a concentrarmi.
Le braccia sono distese
posso vedere le nuvole di qualsiasi forma
nessuno mi disturba.
I cespugli si muovono con il vento
l’acqua scorre sotto il ponte
la calma e la tranquillità si fanno pesanti.
Non riesco a tenere gli occhi aperti.
Edoardo Rimbelli
Classe III A
Scuola Secondaria Primo Grado
Vergato
20
Aria di musica
Da una finestrella
le note crescono nel cielo
Mi sorride il cuore
a sentire la dolce melodia,
ha colori vivaci!
Ampi pensieri mi sfiorano.
Un signore
seduto su una poltrona,
tende le corde di una chitarra vecchia
chiude gli occhi e pensa…
Il pomeriggio si fa sereno e melodico.
ecco la sera,
la luna si fa sempre più vicina.
il vecchio sospira,
poggiata la chitarra in un angolo,
con un soffio
spegne la candela che l’ha guidato.
Ora,dalla finestra,un po’ di fumo si libera
nel brillio delle stelle.
Alice Canullo
Classe II B
Scuola Secondaria di Primo Grado
Bindi Pagliaccetti
Giulianova
( Teramo)
21
Nebbia
Lenzuolo bianco
appeso a un filo
di cielo
Emanele Monea
Classe II C
Scuola Secondaria di Primo
Grado
Sasso Marconi
22
Ode all’acqua
In riva al mare ascolto
l’acqua che batte sugli scogli
che accarezza la spiaggia
Sssshhh Sssshhh Sssshhh
Sento l’odore pungente del sale e delle alghe
e in quel momento vorrei essere un’onda
che trascina le meraviglie del mare
e le deposita sulla riva
Vicino al fiume osservo
l’ acqua che come una gazzella
salta veloce fra i sassi
Uisshh Uisshh Uisshh
Vedo la luce del sole
che forma tanti piccoli arcobaleni
e vorrei essere una cascata
che allegramente schizza dappertutto
Piove, dalla finestra guardo
l’acqua che velocemente corre sull’asfalto
Ascolto i rumori del tuono
Boom boom boom
Sento l’odore di terra bagnata e muschio
e immagino di essere una goccia
che danza leggera nel vento
fino a quando arriva a terra
Grazie, acqua, per le emozioni
che mi fai provare ogni giorno
Giulia Barbari
Classe IC
Scuola secondaria Primo Grado
Sasso Marconi
23
Primavera
Ammiro finalmente
i tramonti di sera.
L’aria è fresca e profumata
respiro fino in fondo
a farne scorpacciata
Amo la primavera
Risveglia dal letargo
la mia anima assopita
che da mille emozioni è
come rapita
Alessandro Ceol
Classe I A
Scuola secondaria Primo Grado
Sasso Marconi
24
Quando mi sento solo
Quando mi sento solo
E’ come vedermi
Disegnato
In un foglio bianco
Dentro un cerchio
Da solo
Ma una persona speciale
L’amico
Non mi cancellerà
Chiara Piantavigna
Classe I B
Scuola Secondaria Primo Grado
Sasso Marconi
25
L’amica
Ho un’amica sempre allegra
intraprendente
col sorriso ad ogni dente
la sua porta è sempre aperta
ma bisogna stare allerta
se ho bisogno di qualcosa
lei risolve e si riposa.
E’un’amica
la migliore
passo insieme molte ore
son contenta e grazie tante
per l’amica intraprendente
Vanessa Donati
Classe I E
Scuola Secondaria Primo Grado
Sasso Marconi
26
La giustizia
La giustizia:
la giustizia è forse un sogno?
Esiste davvero?
Vorrei che si potesse toccare come si
tocca la mano di un amico…
Vorrei che fosse come è una mamma
che vede i suoi figli tutti
uguali e li ama e li sa punire.
Giovanni Triolo
Classe II D
Scuola Secondaria Primo grado
Sasso Marconi
27
L’aquilone
Volo libero
nel cielo
come l’aquilone
Mi sento leggero
Mostro la ma gioia
con evoluzioni
La malinconia è un ricordo
lasciato a terra.
Federico Peppi
Classe II B
Scuola Secondaria Primo Grado
Sasso Marconi
28
L’iniziativa è stata promossa da Circolo Culturale
“Le voci della luna” in collaborazione con
l’Istituto Comprensivo di Sasso Marconi e
l’Amministrazione Comunale.
Hanno curato l’organizzazione del premio:
Cristiana Branchini, Presidente del Circolo “Le voci
della luna”
le insegnanti
Amabile Bellucci
Maria Cutore
Maurizia Sabbioni
Membri della Giuria:
Gabriella Bellacanzone
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Premio di poesia “Renato Giorgi