«Quello che Dio ha congiunto l’uomo non lo separi»
(Mt 19,6)
Le situazioni matrimoniali
difficili o irregolari
Le situazioni matrimoniali
difficili o irregolari
Le situazioni matrimoniali difficili o irregolari
insorgono
quando gli essenziali principi di
unità, indissolubilità e fedeltà
richiesti dal Sacramento del Matrimonio
vengono messi in questione - per ragioni diverse
- da uno o entrambi i coniugi.
Le cause che inducono situazioni
difficili o irregolari
Attualmente sono sempre più numerose – anche tra i cattolici – le
situazioni matrimoniali difficili o irregolari.
Le cause che conducono il Matrimonio a questo esito spiacevole sono
legate - come già visto - a:
- errata considerazione della “libertà personale” (pretesa di autonomia
o di controllo);
-
incapacità a tollerare il peso della relazione con l’altro
(indisponibilità al sacrificio);
-
tendenza a voler privilegiare la soddisfazione dei propri bisogni
(indisponibilità verso l’altro rinunciando a sé);
-
prevalenza dell’orgoglio personale (tutela della propria superiorità).
Altre cause
Altre cause rendono difficile la relazione dopo il
Matrimonio. Esse sono legate a:
-
malattia cronica (coniugi o figli);
disagio psicologico;
problematiche economiche e lavorative;
conflitti di interessi, dovuti anche all’influenza
delle rispettive famiglie d’origine;
- etc. …
La Chiesa e i fedeli in situazioni
difficili o irregolari
Molti cristiani in situazioni matrimoniali difficili o irregolari si
pongono anche domande sulla loro posizione nei riguardi della
Chiesa che essi avvertono severa e poco comprensiva della loro
condizione, specie per quanto riguarda la
ricezione dei sacramenti.
La Chiesa fedele alla Parola del Signore Gesù “Quello che Dio ha
congiunto l’uomo non lo separi” (Mt 19,6), si sente in dovere di
difendere l’amore dei coniugi - i quali liberamente chiesero alla
Chiesa di essere consacrati come sposi cristiani e ricevere la grazia
del Sacramento nuziale - e l’unità della famiglia umana
dal rischio della disgregazione.
La Chiesa ha una grande responsabilità in tal senso: essa nella verità
e con carità deve aiutare i coniugi a rimanere uniti,
non a dividersi.
Quali sono le situazioni matrimoniali
difficili o irregolari?
I coniugi, che furono regolarmente sposati religiosamente e in
seguito si sono trovati in situazioni difficili o irregolari, sono
rappresentati dai:
-
separati
- divorziati non risposati
- divorziati risposati civilmente
- Fanno eccezione gli sposati solo civilmente e i conviventi,
i quali non hanno mai contratto
il Matrimonio religioso
(ma possono farlo quando vogliono, se ci sono le condizioni).
L’impedimento a ricevere i sacramenti
La Chiesa chiede ai suoi figli, che vivono situazioni difficili o irregolari,
di non accostarsi ai Sacramenti
della Riconciliazione e dell’Eucarestia fintanto che il loro vincolo
matrimoniale non è rispettato in ragione del fatto che
uno - o entrambi i coniugi vive con continuità una relazione extraconiugale
con una stessa persona diversa dal coniuge:
adulterio
con/senza intrattenere una stabile comunione di vita
con una terza persona.
Essi con questa loro decisione non sono in “piena” comunione con il Signore
e con la Chiesa avendo negato valore all’Alleanza con Dio e con il proprio
coniuge, stabilita dal Matrimonio, e quindi alla fede e al Vangelo.
Nullità del Matrimonio religioso
In alcune situazioni di difficoltà matrimoniale è possibile scorgere
condizioni di “nullità”: in questo caso si può dire che il Matrimonio
religioso non è mai avvenuto (invalido).
La “nullità” dipende da alcune condizioni - da accertare con chiarezza come ad esempio:
- impotenza di uno o entrambi i coniugi;
- mancata consumazione;
- incapacità al consenso per limite fisico-psichico di uno dei due coniugi;
- coercizione verso uno dei coniugi;
- esclusione della volontà di osservare unità-indissolubilità-fedeltà;
- esclusione della procreazione;
- simulazione (il consenso dato nascondeva un grave disordine, un
secondo fine) e contrazione sotto condizione futura (“ci si sposa a patto
che dopo …”);
etc. …
Separati
La Chiesa ammette la separazione fisica (=fine della
coabitazione) dei due coniugi tra loro a causa di una unione
assai difficile solo come estrema possibilità, dopo aver
tentato ogni strada verso la ricomposizione del rapporto e
lasciando aperta la strada del ritorno (perdono).
In questo caso i due coniugi possono accedere ai Sacramenti
se, pur restando separati tra loro, non intrattengono stabili
rapporti di tipo extraconiugale con terza persona.
La Chiesa deve seguire questi coniugi affinché non si
chiudano nella solitudine, rispettino le loro reciproche
responsabilità e non tendano verso scelte errate.
Divorziati
Il divorzio è un severo colpo inferto da uno o entrambi i coniugi
all’unità-indissolubilità del Matrimonio religioso perché
- impedisce la comunione di vita coniugale –familiare e
l’assunzione delle reciproche responsabilità;
- favorisce, con effetto civile, la creazione di un nuovo nucleo
familiare, disgregando il precedente e impedendo ogni ritorno.
Tuttavia la Chiesa distingue chiaramente la condizione di :
a) colui che ha provocato il divorzio;
b) colui che lo ha dovuto subire, pur cercando in tutti i modi di
evitarlo.
Divorziati non risposati
I divorziati non risposati sono coloro che, pur avendo conseguito il
divorzio, non sono passati all’unione civile con una persona diversa
dal coniuge.
- Per il coniuge che ha indotto il divorzio: può accedere ai sacramenti
se si è profondamente pentito di aver indotto il divorzio (pur non
potendo talora rimediare), desidera essere assolto impegnandosi al
rispetto del vincolo religioso e, quindi, mantenendosi libero da
vincolo extraconiugale con una terza persona.
- Per il coniuge che ha subìto il divorzio: può accedere ai sacramenti
purché non abbia, a sua volta, una relazione extraconiugale con una
terza persona.
Bisogna ricordare che il divorzio, una volta fatto, può essere tollerato
perché nel frattempo esso assicura certi diritti legittimi, quali la cura
dei figli e la tutela del patrimonio, o una difesa da ulteriori conflitti e
umiliazioni (specie a chi lo ha subìto).
Divorziati risposati
I divorziati risposati sono coloro che, dopo il divorzio, hanno
contratto una unione civile con una terza persona, talvolta per i
motivi che indichiamo:
- invalidità del matrimonio;
- tentativo di salvare il matrimonio non riuscito;
- abbandono ingiusto da parte dell’altro coniuge;
- nuova unione per salvare l’educazione dei figli;
etc.
Essi, in questa condizione, non possono accedere ai sacramenti,
sia se si tratti del coniuge che ha indotto il divorzio sia di quello
che lo ha subìto, a meno che non sciolgano tale unione civile e
ritornino alla precedente esperienza matrimoniale.
Ammissione ai sacramenti
di divorziati risposati
Attualmente esiste una possibilità di ammettere i divorziati
risposati ai sacramenti.
Questo può avvenire secondo le seguenti condizioni, che
devono sussistere contemporaneamente:
1. astenersi dai rapporti sessuali (= non devono commettere
adulterio);
2. impossibilità a dividersi perché:
a- ormai anziani;
b- l’uno o entrambi sono interessati da grave malattia;
c-devono in tutto interessarsi ai figli che eventualmente sono
nati nell’ambito della loro unione.
3. accostarsi ai sacramenti in una chiesa diversa, per non creare
pregiudizio nella comunità di appartenenza.
Sposati civilmente e conviventi
- Coloro che sono uniti dal solo vincolo civile non vivono
secondo lo spirito di fede evangelico, poiché non hanno
consacrato sacramentalmente la loro unione e quindi
permangono in una condizione di adulterio che li esclude
dai sacramenti fino a quando non decidano di rendere
sacra tale unione.
- Così per i conviventi, cioè per coloro la cui unione non è
riconosciuta anche dal punto di vista civile.
Per consentire a questi fratelli di passare alle nozze
religiose bisogna valutare bene la loro disponibilità a voler
vivere cristianamente il loro matrimonio: rispetto dell’
unità-indissolubilità-fedeltà. Evitare di essere sbrigativi.
L’atteggiamento della comunità ecclesiale
nei confronti dei fratelli in situazioni
matrimoniali difficili o irregolari
L’atteggiamento della comunità ecclesiale nei riguardi di questi
nostri fratelli deve ispirarsi alla verità e alla carità: la Chiesa li
considera suoi figli bisognosi di essere guidati e amati.
- Verità: devono essere illuminati dalla Parola di Cristo e
dall’insegnamento della Chiesa. Bisogna che sia loro chiarita la
particolare condizione in cui si trovano e le possibilità che hanno
di continuare a vivere la loro fede. Ad essi va manifestato un
costante invito alla conversione. Siano orientati verso il
consiglio dei sacerdoti.
- Carità: non vanno giudicati - solo Dio vede e giudica – né trattati
con severità ma accolti, ascoltati, aiutati a sentirsi parte della
comunità decidendo insieme a loro i passi necessari per
continuare a camminare.
Proposte specifiche nei riguardi dei fratelli in
situazioni matrimoniali difficili o irregolari
- Ascolto della Parola di Dio: questi nostri fratelli sono invitati alla
celebrazione eucaristica per ascoltare la Parola del Vangelo,
sentirsi uniti agli altri fratelli e ricevere la grazia della
«comunione spirituale» con il Signore. Possono inoltre
partecipare alle catechesi e alla vita dei movimenti ecclesiali
secondo le condizioni.
- Preghiera: essi devono perseverare nella preghiera certi di poter
trovare in essa l’aiuto necessario, specie durante la S. Messa.
- Carità: partecipino alle opere della carità a favore di poveri,
ammalati, bisognosi. Abbiano particolare cura della crescita
umana e spirituale dei figli.
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Le situazioni matrimoniali difficili o irregolari