Salvatore Quasimodo
Breve biografia di Salvatore Quasimodo.
Salvatore Quasimodo nacque a Modica
il 20 agosto 1901, da Gaetano Quasimodo e Clotilde Ragusa.
Nel 1919 si diplomò Geometra nell’istituto di Messina.
Nel 1919 si iscrisse all’università di Roma, ma non si laureò
A Roma studio latino e greco in privato.
Nel 1926 fu assunto come “geometra straordinario”
dall’ufficio di genio civile di Reggio Calabria.
Nel 1930 andò a Firenze invitato da Elio Vittorini,
cognato del poeta.
Nel 1930 pubblicò la prima opera poetica Acque e terre.
Nel 1932 pubblicò la seconda opera poetica Oboe sommerso.
Nel 1936 pubblicò la terza opera Erato e Apollion.
Nel 1940 pubblicò un’opera di traduzione Lirici greci.
Nel 1942 pubblicò la quarta opera Ed è subito sera.
Nel 1947 pubblicò la quinta opera Giorno dopo giorno.
Nel 1948 sposò la danzatrice Maria Cumani.
Nel 1949 pubblicò la sesta opera La vita non è sogno.
Nel 1956 pubblicò la settima opera Il falso e vero verde.
Nel 1959 fu insignito del premio Nobel per la Letteratura
dall’Accademia Svedese.
Nel 1966 pubblicò la sua ultima opera poetica Dare e avere.
Il 14 giugno del 1968, colpito improvvisamente da un ictus
cerebrale ad Amalfi, morì in un ospedale di Napoli.
Subito dopo la salma fu tumulata nel famedio del Cimitero
Monumentale di Milano.
UOMO DEL MIO TEMPO
DI SALVATORE QUASIMODO
La poesia UOMO DEL MIO TEMPO
chiude la raccolta poetica
GIORNO DOPO GIORNO.
La poesia, scritta il 23 - 12 – 1945,
suggella il tema dominante
dell’intera opera poetica
e cioè la condanna della guerra
e contiene anche l’appello finale di
rinnegare i padri che hanno scatenato
la seconda guerra mondiale.
Il tema della poesia è l’immutabilità della natura umana,
la quale è rimasta uguale a quella
dell’uomo della pietra e della fionda.
La natura umana, fatta di istinti,
di pulsioni, di sentimenti e di egoismo,
è rimasta uguale fino ad oggi, anche se la scienza
ha fatto passi da gigante.
La scienza ha perfezionato le armi che
portano la morte ai fratelli.
Alcuni uomini,
presi dalla volontà di potenza,
ancora oggi scatenano guerra ai popoli,
portando dolore e morte.
La civiltà ha solo mutato le condizioni di guerra:
dalla fionda si è passati ai carri armati e agli aerei
che sganciano bombe di morte.
Il testo
della poesia.
(Prima parte)
UOMO DEL MIO TEMPO.
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
- t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
IL testo della poesia
(seconda parte)
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all’altro fratello:
<< Andiamo ai campi>>. E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
Parafrasi della poesia
(Prima parte.)
Uomo del mio tempo sei uguale all’uomo
della pietra e della fionda.
Eri nella carlinga dell’aereo, con le ali maligne,
con gli strumenti di bordo che portano la morte.
Ti ho visto che eri dentro il carro armato, alle forche,
alle ruote della tortura. Ti ho visto: sei tu, uomo del mio tempo,
con la tua scienza esatta finalizzata allo sterminio,
senza amore e senza religione. Hai ucciso ancora,
hai ucciso come sempre, sei come i padri che uccisero,
sei come i padri che uccisero gli animali
che ti videro per la prima volta.
Parafrasi della poesia
(Seconda parte)
E l’odore del sangue che esce ora è uguale all’odore
del sangue che fu versato al tempo di Caino e Abele,
quando il fratello disse all’altro fratello << Andiamo ai campi>>.
E quell’urlo di morte è arrivato fino a te come un’eco
fredda, tenace, dentro la tua giornata.
O figli, rinnegate i padri, le nuvole di sangue
sono salite dalla terra, figli rinnegate i padri:
perché le loro tombe sono sprofondate nella terra,
perché gli uccelli neri e il vento
mangiano e spazzano via il loro cuore.
Il messaggio della poesia è
la constatazione della crudeltà
dell’uomo che a distanza
di tanti secoli dalla società primitiva
è rimasto ancora uguale a se stesso,
crudele, istintivo, irriflessivo, selvaggio,
spietato come quando si serviva
della pietra e della fionda.
Il progresso della civiltà
non è servito a cambiare
l’uomo, a farne un uomo migliore
e più buono perché ancora
oggi costruisce armi sempre
più intelligenti finalizzate
alla distruzione di interi popoli.
L’uomo del suo tempo ha perduto l’amore,
la solidarietà verso gli altri uomini e
ha perduto la religione che invita
gli uomini ad amare altri uomini
e magari a sacrificarsi per essi
come ha fatto Gesù Cristo che si è immolato
per salvare l’Umanità dal peccato e dal male.
La voce di Quasimodo si leva alta e chiara
con toni forti e fermi e con la modulazione del verso.
La poesia esprime molti sentimenti:
dall’amore per la patria al dolore per la morte disumana.
Il linguaggio poetico della poesia è alto e preciso.
Ogni verso scorre veloce fino alla fine.
Le parole sono prese dal linguaggio comune
ma sono costruite con molte figure retoriche,
su richiami biblici e su richiami storici che
innalzano la poesia a un linguaggio
poetico efficace e tagliente.
Molto bello e drammatico l’appello finale
nel quale il poeta condanna i padri che
scatenano le guerre a danno dei figli
e allora è compito dei figli ribellarsi
ai padri che portano sciagure e guerre.
L’opera poetica Giorno dopo giorno è
un capolavoro poetico, perché compatto,
massiccio, statico,
ma fiero di rifare una nuova poesia.
Il merito di Quasimodo sta proprio qui:
per primo ha saputo svoltare pagina
ancora una volta nella sua vita e nella sua poetica.
E questa svolta e questa maturità
Quasimodo l’ha scritta chiara e tonda
sia nelle altre opere poetiche
sia nei discorsi sulla poesia.
Quasimodo ha saputo esprimere
in modo semplice ma efficace
il sentire comune degli uomini di quegli anni
che partecipavano alla guerra
e alla liberazione dell’Italia.
e
L’immenso poeta e il suo modesto ammiratore vi ricordano
che la pace è il bene più importante per gli uomini.
MODICA VENERDI 18 AGOSTO 2006
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Uomo del mio tempo di Salvatore QUASIMODO