AUTONOMIA: PUNTO E A CAPO
Autonomia-autovalutazione-buonascuola
I primi e i prossimi 15 anni dell’autonomia scolastica
Giornata di studio e di confronto con e tra le scuole
Ne parliamo con
Paolo Mazzoli (Direttore Generale INVALSI)
Mauro Borsarini (Presidente ASAER)
ed il
Prof. Luigi Berlinguer
Modera Andrea Caroni (Presidente ASAL)
Mercoledì 29 Aprile ore 9,00 – 12,30
Aula Magna ITIS Galilei
Via Conte Verde 51, Roma
www.scuolelazio.it
AUTONOMIA: PUNTO E A CAPO
Si mette il punto quando finisce un periodo e ne inizia un altro.
Si va a capo proprio per dividere, anche visivamente, una parte del
testo dall’altra.
Finisce un periodo dell’autonomia e ne inizia un altro?
Se sì, quale periodo finisce? E quale sta per iniziare?
Quale autonomia abbiamo conosciuto fino ad ora?
Quale autonomia desideriamo?
Affermare l’autonomia ed attribuire più poteri ai Dirigenti Scolastici
sono la stessa cosa?
La questione è assai complessa e non si risolve con un generico
Autonomia sì / Autonomia no
Tante domande
A Paolo Mazzoli:
Autonomia e autovalutazione: quali connessioni virtuose?
Quali opportunità? Quali limiti?
Di quale autonomia parliamo? Ha senso parlare di
autovalutazione se non si ha nemmeno avuto la possibilità di
aver sperimentato un barlume di autonomia?
Si possono conciliare valutazione delle scuole e tagli alle risorse?
Cosa accadrà all’autonomia scolastica nei prossimi 15 anni?
A Mauro Borsarini:
Di cosa dovrebbe nutrirsi una sana autonomia scolastica?
Quali sono i suoi presupposti imprescindibili?
Come è vissuta l’autonomia in un territorio in cui storicamente
la scuola è considerata una “buona scuola”?
Le scuole credono nell’autonomia come strumento di efficacia o
la vivono come ulteriore e inutile appesantimento burocratico?
C’è una sufficiente cultura delle reti e delle associazioni di
scuole? L’unione fa la forza?
Alternanza scuola-lavoro: è solo una questione di monteore?
Al Prof. Luigi Berlinguer:
Quale idea aveva nel 2000 quando ebbe inizio l’avventura
dell’autonomia?
Cosa è mancato in questi anni di attuazione dell’autonomia?
E oggi? Autonomia scolastica = preside manager?
E’ possibile un’autonomia senza risorse?
L’autonomia scolastica ha futuro? Quale? Chi ci crede?
A tutti:
Il DDL 2994 pone al centro della sua strategia il rafforzamento
dell’autonomia scolastica: lo fa nel modo giusto? L’autonomia
che intendiamo noi sta in quelle affermazioni?
Il Rapporto di Autovalutazione si inserisce nella scuola disegnata
dal DDL 2994 o ne rimane a margine, come se uno non tenesse
conto dell’altro?
La valutazione (o la valorizzazione?!) dei docenti sembra non
decollare mai, si rinvia sempre: forse se ne ha paura? Siamo così
sicuri che i docenti non la vogliano?
Perché la scelta dei docenti (se mai si farà) dovrà essere
appannaggio del solo Dirigente Scolastico? Le singole scuole non
possono essere capaci di esprimere organismi all’uopo creati e
destinati?
Perchè quando si parla di reti si pensa sempre ad un
modo per distribuire adempimenti e non ad un
soggetto capace di politica scolastica sul territorio?
Quanto fa comodo spostare tutta l’attenzione sul ruolo
del preside-manager (superman/goldrake)? Serve forse
a trasferire dentro le scuole il livello del conflitto e del
contenzioso?
Il DDL 2994 opera confusioni tra le competenze del
DS, del Collegio dei Docenti e del Consiglio di Istituto
(sentito, di concerto etc.): anche se difficile, non si
dovrebbero finalmente rivedere gli OO.CC., il Testo
Unico, i contratti per armonizzare una volta per tutte le
diverse potestà decisionali all’interno di una scuola?
L’organico funzionale, operazione tanto delicata quanto
importante, considerati i tempi ristretti e le tante
incertezze, non rischia di trasformarsi in un pericoloso e
gigantesco boomerang sia per il Miur, in fase inziale, che
per le scuole, in fase di attuazione?
Siamo così sicuri che non avremo più ne’ supplenze brevi,
ne’ classi pollaio?
UN PO’ DI SANA AUTOCRITICA
1. Se negli anni l’autonomia scolastica non è decollata lo si
deve anche alla marcata e diffusa convinzione che
l’autonomia porti con se’ solo conseguenze negative.
2. Se la carriera e la valutazione dei docenti ancora oggi è
rinviata (se mai si attuerà) lo si deve anche alla
mancanza di coraggio di chi non ha creduto che valutare
significasse migliorare e valorizzare; al contrario hanno
sempre prevalso logiche impostate su presunti
egualitarismi massificanti e deprofessionalizzanti.
3. Il mondo della scuola è «geneticamente» (e
colpevolmente) per nulla incline al cambiamento.
Preferisce tenere per se’ piccole sicurezze piuttosto
che assumere un atteggiamento aperto e innovativo.
4. Il timore di clientelismi e favoritismi (peraltro
ampiamente giustificabile in un paese come il
nostro) ha spesso frenato ogni tentativo di
rendere i processi decisionali all’interno delle
scuole più snelli e funzionali.
L’AUTONOMIA CHE CI PIACE
(in sette verbi)
Unisce
Le scuole in modo solidale
Contribuisce
Al benessere sociale
Coordina
Le scuole tra loro
Scambia
Le buone pratiche
Rappresenta
Le scuole reali
Ottimizza
Le risorse, non le spreca
Crea
Nuovi saperi, nuovi paradigmi
L’AUTONOMIA CHE VA A DAMA
(in sette mosse)
1. Riconoscimento giuridico delle autonomie scolastiche
organizzate
2. Risorse finanziarie
3. Determinazione degli organici di istituto
4. Autonomia delle scuole e riforma scolastica
5. Selezione e reclutamento del personale scolastico
6. Riforma degli organi collegiali
7. Delegificazione
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Diapositiva 1 - Asal Associazione Scuole Autonome del Lazio