La questione meridionale
all’indomani dell’unità d’Italia
Sharon Barda
Ruggero Ciaccheri
La questione meridionale: squilibrio economico, sociale, culturale
Lo squilibrio c’era prima del 1861, ma si accentua dopo
NORD: -già sviluppato industrialmente
-con un’agricoltura ‘modernizzata’
-con un tasso di analfabetismo più basso
-con una vita economica già organizzata secondo i
parametri dell’Europa Occidentale
SUD :
-non sviluppato industrialmente, commercio agli inizi
-grande latifondo e piccoli proprietari molto poveri
-analfabetismo al 90%
-assenza di infrastrutture(strade, ferrovie, servizi…)
La conquista garibaldina aveva creato speranze e illusioni nel Sud
-Speranze nella sparizione del latifondo e nella ripartizione delle terre
Ma le speranze andarono deluse perchè
LA CLASSE DIRIGENTE DEL NORD NON VOLLE TOCCARE GLI
INTERESSI DEI GRANDI PROPRIETARI DEL SUD E NE RICERCAVA
L’APPOGGIO POLITICO
Differenti mentalità delle classi dirigenti del
Nord e del Sud
Nord: mentalità borghese, dinamica, favorevole alle
trasformazioni, fiduciosa nelle proprie forze
Sud : mentalità feudale, precapitalistica, poco
coraggiosa, priva di iniziativa, paurosa delle
novità e dei cambiamenti
La classe dirigente del Sud lottò contro l’apertura e il
funzionamento delle scuole elementari; faceva l’impossibile per
mantenere alto il tasso di analfabetismo per mantenere bassa la
coscienza politica dei contadini poveri.
Perché il divario aumentò dopo l’Unità d’Italia
-Obiettivo Stato unitario : sviluppare il processo di industrializzazione
in una zona già industrializzata, non si curò di quella più arretrata
-Le grandi opere pubbliche svolte soprattutto al Nord, usando le
tasse più elevate al Sud ad esclusivo vantaggio del Nord
-Con il decreto legge di Rattazzi si misero in vendita all’asta dei
beni ecclesiastici che vengono acquistati dai soliti proprietari
terrieri :
il latifondo così aumentò, invece di diminuire
-I capitali stranieri che affluivano in Italia si fermavano nel Nord,
-L’adozione del PROTEZIONISMO favorì gli interessi degli
industriali del Nord e dei grandi agrari del Sud, e aumentò i
prezzi per i contadini
Francesco Saverio Nitti: “In 40 anni il Sud ha dato ciò che poteva e ciò
che non poteva, e in cambio ha ricevuto assai poco, e soprattutto ha
ricevuto assai male.”
Il brigantaggio al Sud: 1861-1865
Al NORD con la nascita dell’industria nasce il proletariato, che
comincia ad essere cosciente dei propri diritti e a costruire proprie
organizzazioni.
Al SUD c’è solo ancora il contadino povero, convinto di avere
solo doveri e non diritti, senza coscienza politica.
SI SVILUPPA Il BRIGANTAGGIO : una risposta ‘primitiva’ ed
estrema alla miseria del Sud e all’unificazione col Nord
Migliaia di briganti non erano semplicemente criminali comuni, si
tratta di bande di braccianti esasperati dalla miseria, ex
garibaldini delusi e ex soldati borbonici
La repressione del brigantaggio
Lo stato rispose al brigantaggio con una guerra: 120.000 soldati
nel 1863 contro il brigantaggio, metà dell’esercito italiano
Venne dichiarata la legge marziale.
Processi sommari, fucilazioni,
Incendi, saccheggi…
Repressione
generalizzata
Furono colpiti i briganti e chi li
proteggeva, migliaia di persone
che non erano delinquenti comuni
Pasquale Villari scriveva: "Per distruggere il brigantaggio noi
abbiamo fatto scorrere il sangue a fiumi, ma ai rimedi radicali
abbiamo poco pensato. In questa, come in molte altre cose,
l'urgenza dei mezzi repressivi ci ha fatto mettere da parte i mezzi
preventivi, i quali soli possono impedire la riproduzione di un male
che certo non è spento e durerà un pezzo. In politica noi siamo
stati buoni chirurghi e pessimi medici...".
Villari e il brigantaggio
"Il brigantaggio è il male più grave… Esso certamente può dirsi la
conseguenza d'una questione agraria e sociale che travaglia quasi
tutte le province meridionali.
“Le prime cause del brigantaggio sono quelle predisponenti e prima
fra tutte la condizione sociale, lo stato economico del campagnuolo ,
che in quelle province è assai infelice: i contadini non hanno nessun
vincolo che li stringa alla terra. Mangiano un pane che non
mangerebbero neppure i cani..”
“Nelle carceri di Capitanata e così altrove, quasi tutti i briganti sono
contadini proletari. Le bande del Caruso e del Crocco, molte volte
distrutte, si ricostituirono senza difficoltà con nuovi venuti e in una
medesima provincia si osservava che là dove il contadino stava
peggio, ivi grande era il contingente dato al brigantaggio; dove la sua
condizione migliorava, ivi il brigantaggio scemava o spariva. ….
prova come esso nasca non da una brutale tendenza al delitto, ma da
una vera e propria disperazione...”
L’aggravamento della situazione con il
protezionismo 1887
per porre un argine alla crisi agraria conseguente all’arrivo
prodotti americani e per rafforzare la produzione industriale
Cala l’importazione di merci: ciò favorisce l ’industria del Nord che
immette sul mercato interno i propri prodotti senza problemi con la
concorrenza straniera e i latifondisti del Sud che non innovano
Grande penalizzazione dei cittadini che acquistano merci a prezzi più
elevati non vigendo più concorrenza, specie al Sud
La crisi agricola e l'assenza pressoché totale di sviluppo
industriale del Sud resero evidente il deficit economico
meridionale
intellettuali e uomini politici COMINCIANO ad interrogarsi sui motivi
di questa persistente arretratezza del Sud, che non accennava a
diminuire,
ma
anzi
si
amplifica.
pasquale villari: riavvicinare il governo ai
contadini
Diceva che era
necessario
operare una netta
svolta nella politica della
Destra storica,
riducendo tassazioni
impopolari al
Nutriva illusioni
contadiname
nell’aristocrazia
terriera pensando che
si sarebbe potuta
conquistare al
cambiamento
sonnino: portare il modello della mezzadria al sud
Aristocratico e
conservatore era
contrario allo
strapotere di
proprietari latifondisti
di origine feudale .
Non nutriva fiducia in
questa classe sociale
Provare a impiantare la
mezzadria come in Toscana
Causa della situazione il
latifondo
La permanenza a livello
economico ma anche
sociale della proprietà
latifondista di origine
feudale impediva lo
sviluppo di una moderna
economia di mercato.
Fortunato: lo stato può trainare il Sud
Fortunato ,borghese meridionale, cerca di porre argine al
razzismo contro i meridionali- accusati di pigrizia e indolenza - e
di sfatare il mito del sud come terra opulenta attraverso indagine.
L’arretratezza del meridione era dovuta alle difficoltà
ambientali che dovevano affrontare i suoi abitanti,
come i terreni argillosi e cretosi, le lunghe siccità, la
malaria e l’isolamento geografico
Procedeva ad una analisi critica della situazione,
accusando anch’egli la borghesia meridionale per la
totale mancanza d’intraprendenza economica.
Sperava che lo stato unitario sarebbe stato
in grado di trainare verso la modernizzazione
il Sud, ma poi si è ricreduto
Nitti : portare l’industria al Sud sulla base di una
riforma tributaria
La povertà del meridione è i determinata da un processo di
unificazione che ha sottratto ricchezze al sud, attraverso la tassazione
per riversarle sotto forma di spese pubbliche al nord Italia.
L’analisi di Nitti non conduceva però ad una assoluzione della
borghesia meridionale, i cui modi venivano anzi duramente criticati:
la strada di Nitti e’ segnata nello sviluppo dell’industria anche nel
meridione.
La trasformazione industriale avrebbe modificato anche la società,
stimolando la nascita di una borghesia produttiva.
E per sviluppare l’industria, occorreva una decisa azione del governo,
che doveva sopperire alla mancanza di capitali disponibili per gli
investimenti con una riforma tributaria che incentivasse gli
investimenti al SUD
Salvemini: contadini soggetto di cambiamento
contadini non come una massa inerte incapace di storia
ma come un soggetto determinante per cambiare la
società e l’economia del sud Italia
Si batte per suffragio universale come metodo
più idoneo per dar voce alle masse meridionali (si
avvera nel 1914)
Avrebbe voluto che il governo promuovesse la
vocazione agricola del sud
Accusava Giolitti di cinismo verso il sud, e di
essersi procurato il voto dei deputati meridionali
mettendo ‘nelle elezioni, al loro servizio , la
malavita e la questura
Don Luigi Sturzo: puntare sulla piccola
proprietà contadina
Nei primi anni del novecento il fondatore del
Partito Popolare sostenne la necessità di
difendere e rafforzare la piccola proprietà
contadina meridionale , in cui vedeva l’unica
forza capace di opporsi con successo ai
latifondisti assenteisti.
Sturzo intendeva favorire la nascita e lo
sviluppo “di quel ceto medio
economico, che è molto limitato nel
mezzogiorno e che è uno dei nessi
connettivi più saldi della società”
Antonio Gramsci: costruire un blocco sociale
alternativo tra contadini del Sud e operai del
Nord
Rivolta dei contadini come strumento di
riscatto e emancipazione del sud.
Crisi del sud è espressione del fallimento del
capitalismo italiano.
Battere blocco borghesia Nord-Aristocrazia
terriera sud, costruendo blocco alternativo
La spinta rivoluzionaria secondo
Gramsci sarebbe venuta in primis dai
contadini poveri del Sud che avrebbero
dovuto allearsi con i proletari del Nord.
Difficile conquistare consenso nel Sud e
battere razzismo contro Nord.
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