Classe, consiglio di classe, insegnante di sostegno:
alcune strategie per una comunicazione efficace
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Comunicazione
dal latino comunio, significa condivisione
“Comunicazione” non significa inviare messaggi;
piuttosto essa va intesa come un atto sociale o
reciproco di partecipazione
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“
Un dollaro dieci uova! Un dollaro dieci uova!” strilla
un ambulante al mercato.
“Come un dollaro dieci uova?” chiede una signora
indignata - “Ma se nel banco di fronte ne vendono
una dozzina per mezzo dollaro!”
“E allora compri le sue uova nel banco di fronte e la
smetta di protestare” replica l’ambulante.
“Non posso” risponde la signora. “Le hanno finite”.
“Quando avrò finito la mie, le venderò anch’io a
mezzo dollaro la dozzina!”.
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Oggi riferiamo alcuni elementi di
teoria della comunicazione
ad un tipo particolare di contesto, e cioè ad
un AMBIENTE ISTITUZIONALE
dove hanno luogo processi pedagogici
(la scuola)
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Prima di tutto, ci sono fattori ambientali, organizzativi che
ostacolano la COLLABORAZIONE dentro un’istituzione:
Incongruenze organizzative
Intolleranza alla diversità
Eccessiva scarsità di mezzi e risorse
Insufficienza delle comunicazioni con l’interno e l’esterno
Interazioni forzate
Eccessiva tensione
Assenza di fiducia reciproca
Accaparramento di funzioni di controllo e potere
Differenze di status (supposto/percepito)
Pressioni al conformismo
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Ci sono fattori ambientali, organizzativi che favoriscono la
COLLABORAZIONE dentro un’istituzione:
Definizione di obiettivi chiari e condivisi
Predisposizione di risorse adeguate ai compiti
Pianificazione concordata del lavoro
Adeguata selezione dei membri dei gruppi di lavoro
Accettazione di opinioni diverse
Condivisione di una cultura di gruppo
Atteggiamenti orientati al rispetto e alla complementarietà
Fiducia reciproca
Orientamento alla creatività, alla soluzione dei problemi e alla
franchezza
Sviluppo di un certo “sense of humour”
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Per tutti questi fattori (negativi e positivi) che concorrono alla
produzione di un ambiente di lavoro collaborativo
LA QUALITA’ DELLA COMUNICAZIONE
HA UN PESO SEMPRE RILEVANTE
Non sempre però i soggetti coinvolti sono pronti a
distinguere ciò che dipende da un vizio di comunicazione
da ciò che attiene le diverse volontà degli stessi soggetti
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Anche la comunicazione è il prodotto di una serie
di processi più o meno consapevoli e volontari.
POSSIAMO INDIVIDUARE ALCUNI OSTACOLITIPO (qui ne selezioniamo 7) AD UNA
COMUNICAZIONE OTTIMALE.
Essi possono essere riferiti sia alle interazioni tra
docenti (o educatori), sia alle interazioni tra
docenti e discenti.
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Le difficoltà di comunicazione hanno più direzioni e versi…
Consiglio
di classe*
Classe
Docente
di
sostegno*
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Una teoria implicita, probabilmente non
dimostrata, ma ancor più probabilmente vera…:
“le difficoltà di ciascuno (personali, culturali,
psicologiche…) a rapportarsi con la diversabilità, o
con un handicap, si riflettono anche sulla qualità
della sua comunicazione riguardo a questi temi”
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GLI OSTACOLI ALLA COMUNICAZIONE:
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PRESENTAZIONE CONFUSA
LIMITATEZZA DELLE CAPACITA’ DEL RICEVENTE
ASSUNTO NON FORMULATO
DISTRAZIONE E DISTURBO
INCOMPATIBILITA’ DI SCHEMI
MECCANISMI INCONSCI
ASSENZA DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE
Ma il contesto scolastico è immune a questi mali?…
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1 PRESENTAZIONE CONFUSA
• cuore problematico della didattica frontale
• ostacolo alla costruzione di un rapporto
costruttivo con i discenti
• scambi rapidi con i colleghi nei momenti
informali (nei corridoi, al cambio ora…)
• circostanze di ridotta lucidità (a caldo dopo
eventi disturbanti o tensioni personali)
•tempi serrati nei momenti di collegialità
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Yossele fa un indovinello a suo figlio.
“Dimmi: cos’è quella cosa verde, appesa a una corda, attaccata al
muro e che fischia?”
“???...” il bambino ci pensa su per un po’, poi si arrende. “Booh!”
“Ma è un’aringa!” esclama il padre.
“Un’aringa? Ma papà, le aringhe non sono verdi!”
“E’ vero, ma questa era dipinta di verde!”
“Mmm… E poi non sono mica attaccate al muro con una corda!”
“Questa sì!”
“Ma papà…Non ho mai visto un’aringa che fischia!”
“Beh… questo era per depistarti un po’”.
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2 LIMITATEZZA DELLE CAPACITA’ DEL
RICEVENTE
•Limitatezze linguistiche del discente
•Limitatezze attentive (o cognitive) del discente
•Incapacità del docente di decodificare i messaggi
non verbali del discente
•Scarsità di informazioni-quadro rispetto al
collega emittente
•Disparità di conoscenze normative
•Condizioni temporanee di inabilità all’ascolto
•Limitatezze linguistiche o attentive (!?)
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3 ASSUNTO NON FORMULATO
E’ la mancanza di formulazione dei presupposti che fondano
qualsiasi intervento (il soggetto qui è - implicitamente l’emittente)
• Non esplicitazione di obiettivi, metodologie e criteri ai
•
•
•
•
•
discenti
Difficoltà nella gestione disciplinare (regole)
Non esplicitazione degli scopi ultimi (il sapere,
l’integrazione…)
Mancata formulazione dei principi su cui si fonda il
PEI
Mancata esplicitazione dei fondamenti della propria
didattica speciale (almeno per chi si pone il
problema…)
Delega totale ed implicita al docente di sostegno
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“Se il mondo va in rovina, è tutta colpa degli ebrei”
esclamò un signore.
“Come ha ragione” ammise un vecchio ebreo. “Degli ebrei
e dei ciclisti”.
“Perché dei ciclisti?” si stupì il signore.
“E perché degli ebrei?” chiese il vecchio ebreo.
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4 DISTRAZIONE E DISTURBO
E’ l’insieme degli elementi che ostacolano la comunicazione
pur non dipendendo dall’emittente e dal ricevente. Questi
elementi riguardano piuttosto l’ambiente e il
mezzo/luogo/canale di comunicazione.
•Attività didattica ‘disturbata’
•Ambiente classe/laboratorio/tecnologia inadatta a certe
attività
•Soglia di attenzione; intervento sugli stimoli di disturbo
•Diversità della lingua madre
•Ambivalenza della comunicazione
•Consiglio di classe ‘disturbato’
•Occasionalità dei momenti di passaggio
dell’informazione
•Mancata limitazione del campo di discussione
(confusione)
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5 INCOMPATIBILITA’ DI SCHEMI
Ha a che vedere con la cultura d’appartenenza ma non solo
in senso lato; anche in ordine al percorso personale, allo
status economico, sociale, al percorso di studi, all’età ed alle
pratiche d’aggiornamento dei soggetti coinvolti.
•
•
•
•
•
•
Incomprensione tra docente e discente (stranieri)
Effetto Pigmalione et similia
Aggiornamento e docenza
Varietà degli approcci didattici (stili educativi…)
Varietà delle competenze
Varietà delle figure professionali (NPI, educatori, docenti…)
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6 MECCANISMI INCONSCI
Riguardano tutti. Si distinguono solitamente in: RIMOZIONE,
PROIEZIONE, REPRESSIONE, RAZIONALIZZAZIONE
Valgono tanto nel rapporto con i colleghi che con i discenti
•Equilibrio e continuità nel rapporto didattico con i discenti
•Burn out (repressione delle emozioni/accesso emotivo)
•Fuga dalle proprie responsabilità
•Confusione tra i propri bisogni e quelli dei discenti (specie se
disabili)
•Riduzione e semplificazione delle cause operanti
•Comunicazione ambigua
•Il “bel quaderno” e la soddisfazione dei genitori
•Credibilità e fattibilità degli obiettivi educativi (nel PEI, ma
non solo…)
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7 ASSENZA DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE
E’ riferibile sia ai soggetti ed ai loro deficit neurologici (centrali),
percettivi in senso stretto (spesso le menomazioni di grado
medio passano quasi inosservate), sia ai mezzi veri e propri: si
pensi alle tecnologie, ai mass-media, ai mezzi di comunicazione
di massa; ma non solo…
•Competenze nell’uso delle tecnologie e media-education
•Scarsità di mezzi e macchine
•Lessico e registro linguistico dei giovani
•Assenza di momenti collegiali che coinvolgano tutto il
personale coinvolto nella vita scolastica
•Contatti tra gli organismi istituzionali (ministero, regione, USP,
CTRH et alia)
•Aggiornamento su circolari, norme, decreti o chiarimenti
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LA COMUNICAZIONE PUO’
MIGLIORARE SOLO
RIDUCENDO AL MINIMO
L’INCIDENZA DI QUESTI OSTACOLI
È cioè necessario smontare il meccanismo della comunicazione
in tutte le sue parti e…
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I vantaggi dell’esercizio critico dell’atto comunicativo:
oRagionare di processi, ma non di colpe!
oConsapevolezza della COMUNICAZIONE come
consapevolezza delle responsabilità di ciascuno
oL’agire umano come complessità
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ALLORA, COSA BISOGNA PROCURARSI?
•Mente fredda (il distacco partecipe)
•Coraggio (“questa è Sua responsabilità”)
•Pazienza (“scusa, non sono stato chiaro…”)
•Capacità di mettersi in discussione
(“cosa suggerisci?”)
…
per i casi-limite:
UN MEGAFONO
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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:
Marilyn Friend, Interazioni: tecniche di collaborazione tra
insegnanti, specialisti e dirigenti nella scuola, 2000
E. Lageder, Il cerchio della comunicazione, didattica
dell’ascolto e del parlare, La scuola, 1988
Così giovane e già ebreo, PIEMME, a cura di Moni Ovadia
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In vista del prossimo incontro (comunicazione&relazione tra
docenti efamiglia):
Davide si comporta male in classe e il maestro è costretto a
convocare la madre per la terza volta in un mese.
“Cara signora, mi dispiace molto ma avevo avvertito suo figlio
che la mia pazienza aveva un limite… Questa volta sono
costretto a punirlo”.
“Signor maestro, la prego! Io capisco la sua posizione ma vede, il
mio ragazzo è così delicato!
Non potrebbe punire severamente un compagno di banco al
posto suo? Davide è così intelligente che capirà la lezione anche
solo a vedere”.
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slide Prof. Gianfagna