Padre Placido (Liborio) Rivilli
È nato il 29 novembre del 1918 a Castel di Lucio (ME).
Entrato in convento ancora quasi bambino fu alunno intelligente ma timido. La sua timidezza
favorì la furbizia di un suo compagno che si impadroniva dei suoi compiti per mostrarli al
maestro che ignaro della cosa puniva il piccolo Liborio con castighi fisici e molto violenti tanto
che dovette intervenire la madre ad ammonire “l’educatore”
A causa di ciò visse l’infanzia e
parte dell’adolescenza nella paura
e nell’insicurezza che si
manifestava con un’incipiente
balbuzie.
Giunto nel convento S. Biagio di Acireale, fu
fratino e chierico irreprensibile, ubbidiente e
molto interessato allo studio, tanto che
studiava fino a notte alta e fu per questo che
più di una volta alle cinque del mattino fu
trovato privo di sensi nel coro del convento
dove, finito di studiare, si recava per “dare la
buona notte” a Gesù
Gli fu maestro di chiericato una persona intuitiva, pia e colta: Padre
Giuseppe Balistreri, il quale lo capì e ne apprezzò l’intelligenza
vivace. Fu questo un periodo più sereno per il padre anche la sua
balbuzie si attenuò, gli rimase negli anni seguenti solo in momenti
di forte emozione come quello della Consacrazione ad ogni
celebrazione Eucaristica che officiava.
Professò la Regola dei Frati Minori il 4 ottobre del 1935, aveva quasi
18 anni.
Fu ordinato sacerdote il 12 giugno del 1943.
Appena ordinato si trovò un giorno a celebrare
Messa e al momento dell’omelia fu preso dal
panico, si ricordò della sua balbuzie, non avrebbe
voluto esporsi al ridicolo, ma ubbidiente al suo
Direttore spirituale che gli diceva “Tu dovrai
predicare, anche a costo di farti ridere in faccia” si
voltò verso i fedeli e… parlò senza balbettare.
Molti alla fine della celebrazione gli si
avvicinarono per complimentarsi con lui.
Nell’immediato dopo guerra, il giovane
Padre Rivilli, si trovava a Bagheria nel
convento Sant’Antonio, un vero e
proprio eremo in cui pensava di poter
vivere in solitudine, studio e
contemplazione, persuaso com’era che,
vista la sua balbuzie, non avrebbe mai
potuto predicare.
… fino a quando alcuni studenti universitari, si
avviarono al
Convento S. Antonio
e posero una domanda:
“E ora? La guerra,
la violenza, l’odio hanno seminato il nostro
mondo di macerie: c’è tutto da rifare, ma come?”
Padre Rivilli li invitò a fermarsi e a leggere,
insieme a lui, il Vangelo.
… continuarono a farlo per tutta l’estate del ’46, sotto il carrubo vicino al convento.
Padre Rivilli, allora, capì che non solo i giovani erano assetati di risposte e di Parola di Dio, ma
che tanta gente nel mondo aveva bisogno di incontrarsi con la Parola.
Nacque la “Crociata Francescana del
Vangelo” che poi si chiamò “Crociata del
Vangelo” oggi “Presenza del Vangelo”
Il Padre cominciò a viaggiare senza soste, né limiti
di tempo o di salute, fino alla fine dei suoi giorni.
Viaggiava in treno, faceva “Cenacoli del Vangelo”
in qualsiasi luogo: per strada, in viaggio, in casa di
amici …
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