Percorso per genitori, insegnanti, educatori
Insegnare: il modo adulto di imparare
L’educazione, compito ineludibile
Insegnare: il modo adulto di imparare
La persona adulta è, per definizione, un soggetto educante.
Per comprendere meglio il compito educativo, i motivi delle difficoltà e quali
strategie poter attuare, iniziamo a definire che cosa si intende per educazione.
EDUCAZIONE è una parola che deriva dal latino “e-ducere” = condurre
fuori , portare allo scoperto
Che cosa? ciò che è dentro di noi, chi noi siamo
Ma attenzione: “condurre fuori” si può anche tradurre come “fuorviare”
Educare comporta il “rischio educativo”, l’incontro - che talvolta diventa
scontro - tra due libertà: quella dell’educatore e quella dell’educando
Il campo entro cui si svolge l’azione educativa è, deve essere, quello della realtà:
dunque si può anche definire l’educazione come l’ “introduzione alla realtà”
Innanzitutto alla realtà che è dentro di noi, di chi siamo, di chi è la persona
umana. Poi alla realtà che ci circonda, entro cui noi siamo: e la realtà è la
concretezza della verità: partiamo proprio da qui, da una definizione di persona
umana
Abbiamo bisogno di una visione capace di guardare l’uomo nell’interezza della
sua verità
Di fronte alla persona umana è possibile: una descrizione biologica, una
descrizione funzionale, una descrizione di natura
Se si vuole affrontare seriamente il tema “persona umana” sarà importante
tenere presente tutte le prospettive di sguardo
Iniziamo a costruire una definizione di persona umana che contenga in un certo
qual modo tutte le caratteristiche che l’esperienza di noi stessi ci fa percepire
come importanti
Di ogni persona umana che ci sta di fronte, noi vediamo il corpo, ma non siamo
per questo autorizzati a pensare di essere davanti solo ad un organismo
biologico: sarebbe uno sguardo parziale che, se fosse l’unico, non direbbe il
vero
La persona umana è uno spirito incarnato, è una unità sostanziale di
spirito e di corpo
Il corpo è il linguaggio attraverso cui la persona umana parla di sé: è la
trasparenza della persona umana, l’unica creatura in cui è visibile l’invisibile
Ecco spiegata la mirabile sintesi dell’espressione “spirito incarnato”: né solo
corpo né solo spirito, bensì l’unione sostanziale di entrambi
Un simbolo, una unica entità, una natura caratterizzata proprio dall’essere
contemporaneamente fisica e metafisica
Nell’ambito educativo questa è la prima e basilare realtà che è necessario
riconoscere, senza la quale ogni altra realtà verrebbe conosciuta in modo
distorto: che la persona che corre, mangia, dorme è la stessa che pensa,
immagina, ama
Questo è ciò che anche ogni educatore deve sempre avere presente: si è davanti
a “pezzetti di infinito”, a “domande metafisiche con le gambe”, a “possessori di
eternità momentaneamente prestati al tempo”. Ci si è davanti e lo si è a propria
volta
Una caratteristica fondamentale del corpo umano è quella di essere
SESSUATO, maschio e femmina
Se, come abbiamo detto, la persona umana è una unità sostanziale di corpospirito, non solo si HA un corpo, ma anche si E’ un corpo, e un corpo sessuato
La sessualità umana è una dimensione costituiva della persona umana, né
accessorio né esauriente descrizione di essa
Lo strumento attraverso cui si giunge a comprendere ed elaborare la
consapevolezza del significato e del valore della propria sessualità è una attenta,
rispettosa e corretta educazione
L’educazione della, e alla, sessualità è dunque in primo luogo educazione
all’amore
Educazione all’amore, poi, è allenamento al dono di sé, al gesto gratuito, alla
dimensione relazionale della persona, in un ordine rispettoso dei valori
personali e sociali
Nella descrizione della persona umana abbiamo fin qui esaminato la sua
componente corporea, perché è quella che appare per prima all’osservazione,
ma l’educazione della persona è educazione della volontà, dei sentimenti, delle
emozioni
Non esiste azione educativa degna di tal nome che non si occupi di far crescere
la consapevolezza e il buon uso della capacità razionale e della libertà
Ragionevolezza e libertà oggi sembrano incapaci di generare responsabilità, ma
sembrano solo rivendicare diritti
Lo strumento che la ragione umana ha a sua disposizione per esercitare il
giudizio morale è la coscienza
La coscienza non è il luogo della fondazione della morale, bensì il luogo del
confronto (del giudizio) fra ciò che si desidera e ciò che è giusto
Il giudizio morale è tanto più corretto quanto più è formata, potremmo dire
educata, la coscienza
Oggi sta accadendo qualcosa di inedito: è in crisi la capacità di una generazione
di educare i propri figli, di trasmettere il contenuto della verità e il senso della
libertà.
Oggi ci troviamo senza padri e senza maestri.
E’ indispensabile, ma non sufficiente conoscere il bene, per fare il bene; bisogna
anche VOLERLO e VOLERE RAGGIUNGERLO, anche attraverso il
superamento di sé.
Lo sviluppo morale del bambino e dell’adolescente è esemplare per un tentativo
di schematizzazione.
La conoscenza di principi morali è insufficiente per generare una condotta
morale
Chi educa deve avere come meta anche il guidare ad una autonomia cosciente e
dunque ad un autogoverno
Il momento decisivo è il passaggio dal TU DEVI al TU DOVRESTI
E’ essenziale non temere di presentare traguardi alti: è decisivo non decapitare
l’aspirazione a migliorarsi
Ci sono valori che agevolano la formazione di una coscienza consapevole e
responsabile: l’amicizia, la solidarietà, la condivisione
Quali valori l’educatore attento cercherà di coltivare?
Vi sono delle qualità propedeutiche ad un corretto sviluppo della persona: la
modestia, la temperanza, lo spirito di sacrificio, il rispetto per sé e per gli altri
Il bambino/adolescente è ancora in grado di cogliere il significato del simbolo,
di comprendere il segno; ha, la capacità di accettare di essere amato, anzi, ha
l’umiltà di ammettere di averne un bisogno esistenziale
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