Platone nasce ad Atene nel 427 a.C.; di sangue nobile da parte
della madre, a vent'anni avviene l'evento fondamentale della sua
vita, l'incontro con Socrate. Nella biografia di Platone la politica
ebbe un ruolo tanto rilevante quanto deludente, a causa di:
 Avvento dei Trenta Tiranni, che gli fece rimpiangere l'antico stato
di cose
 La restaurazione democratica, che gli provocò il dolore della
condanna di Socrate.
Platone si ritirò a Megara, presso Euclide, e negli anni successivi
compì un viaggio in Sicilia e in Magna Grecia, circa nel 390 ac.
Successivamente sbarcò ad Egina, allora in guerra con Atene. Qui,
catturato come preda bellica, venne esposto al mercato degli
schiavi, dove fu riscattato da Anniceride. Tornato in patria,
nell’anno 387 ac, Platone fondò una scuola chiamata
“Accademia” e vi trascorse il resto della sua vita. Platone morì a
ottanta anni nel 347 a.C., lasciando i propri averi in eredità ai suoi
continuatori nella direzione dell'Accademia, la quale durò per più
di otto secoli, fino a quando fu chiusa per ordine di Giustiniano nel
529 d.C.
Platone ha scritto 13 lettere – l’ Apologia di Socrate – 34 dialoghi. Tutte le opere da
lui scritte ci sono pervenute, e ciò attesta che nell’Antichità e nel Medioevo sono
state sempre ritenute importanti e “degne” di essere copiate. Ogni dialogo è
dedicato a un tema particolare (l’anima, l’amore, la politica, la retorica, le leggi,
la cosmologia ecc.), la finalità etico-politica (rigenerare le poleis greche) è alla
base di tutti i dialoghi; la teoria delle Idee, fondamentale teoria platonica,
attraversa tutti i dialoghi.Nell’antichità le opere di Platone vennero divise in 9
tetralogie (gruppi di 4) sulla base del loro contenuto tematico.
Oggi si preferisce distinguere le opere in 3 gruppi corrispondenti a tre fasi della vita
e del pensiero di Platone
 Scritti giovanili socratici = Platone espone i dialoghi realmente avvenuti tra
Socrate e i suoi concittadini, presenta discussioni vive, animate: tra questi i più
notevoli sono Apologia di Socrate, Critone, Eutifrone, Protagora, Alcibiade .
 Dialoghi della maturità = espongono, attraverso dialoghi immaginari di cui
Socrate è ancora il protagonista, il pensiero di Platone – il dialogo assume un
carattere più riflessivo: sono Gorgia, Menone, Fedone, Repubblica, Simposio,
Fedro.
 Dialoghi della vecchiaia o “dialettici” = Platone rivede, completa o corregge
le teorie esposte nei dialoghi della della maturità; Socrate è meno presente: tra
questi segnaliamo Teeteto, Parmenide, Sofista, Timeo, Politico, Leggi.
Generalmente il rapporto tra Platone e Socrate viene visto mettendosi dalla parte di
Platone. La cosa che più stupisce è ch'egli abbia usato il nome di Socrate per far
passare delle teorie che in realtà erano soltanto sue. Probabilmente fece questo
perché pensava di avere nei confronti del suo maestro un debito di riconoscenza.
Da Socrate deriva anche lo stesso genere letterario di Platone (il dialogo) e la
convinzione che la filosofia è un sapere aperto che ripropone costantemente i suoi
problemi e soluzioni.
Il primo periodo degli scritti platonici è infatti dedicato all'insegnamento socratico.
Vediamo subito quali aspetti della filosofia di Socrate, Platone cerca di conservare:
 Tutti i suoi testi di filosofia sono impostati in una forma dialogica.
 Il tentativo di stabilire cosa sia il bene comune, come possa essere ottenuto dalla
virtù e come questa virtù si possa basare su una verità oggettiva, è una costante in
tutte le sue opere, non si giunge mai a una conclusione definitiva.
Dal greco mỳthos ("parola, racconto"), una narrazione di particolari gesta
compiute da dei, semidei, eroi e mostri. Può offrire una spiegazione di
fenomeni naturali, legittimare pratiche rituali o istituzioni sociali e, più
genericamente, rispondere alle grandi domande che gli uomini si pongono.
Platone nelle sue opere usa molto il mito per esporre concetti e dottrine
filosofiche. Ci sono due significati fondamentali:
 Strumento per comunicare facilmente le proprie dottrine (didatticoespositivo).
 Mezzo con cui si può parlare di realtà che vanno al di là dei
limiti,(permettendo di formulare, in alcuni casi, una teoria verosimile ma
indimostrabile).
Platone ha un atteggiamento diversificato nei confronti del mito, che ritiene
vada rivalutato in quanto utile, e anzi necessario, alla comprensione. Il mito va
infatti inteso come esposizione di un pensiero ancora nella forma di racconto,
quindi non come ragionamento puro e rigoroso. Esso ha una funzione
allegorica e didascalica, presenta cioè una serie di concetti attraverso
immagini che facilitano il significato di un discorso piuttosto complesso,
cercando di renderne comprensibili i problemi.
I racconti mitici platonici toccano le questioni fondamentali dell'esistenza
umana, come la morte, l'immortalità dell'anima, la conoscenza, l'origine del
mondo, e le collegano strettamente ai temi e ai discorsi logico-critici, a cui il
filosofo affida il compito di produrre una conoscenza e una rappresentazione
vere della realtà.
Troviamo poi altri due usi del mito:

Meta-filosofico del mito, cioè il mito usato per alludere a qualche cosa che va
oltre le capacità della filosofia, che sta per così dire al di sopra, al di là della
filosofia, per questo meta-filosofico, ad esempio il destino delle anime dopo la
morte. Secondo Platone questo non è oggetto di conoscenza filosofica, non è
possibile dire con certezza quale sarà questo destino. Tuttavia è necessario in
qualche modo immaginarcelo e questo ci è consentito dal mito

Pre-filosofico o infra-filosofico, laddove si ha a che fare con oggetti che non
sono suscettibili di conoscenza rigorosa, di conoscenza scientifica, ci si deve
accontentare di un discorso verosimile, qual è appunto il mito, proprio perché
siamo ad un livello inferiore rispetto a quello della filosofia, il livello del mondo
sensibile.
Mito dell'insoddisfazione del dissoluto
Mito di Gige
Mito dell'uomo-marionetta
Mito di Aristofane o dell'androgino
Mito della nobile menzogna
Mito della nascita di Eros
Mito dell'età dell'oro
Mito di Epimeteo e Prometeo
Mito di Theuth,
Mito dei cicli cosmici
Mito di Atlantide
Mito del governo divino
Mito della caverna
Mito della reminiscenza
Mito del giudizio delle anime
Mito dell'immortalità dell'anima
Mito di Er
Mito del carro e dell'auriga
Mito del ciclo delle incarnazioni
Mito del Demiurgo
Mito dell'anima del mondo
Mito delle specie mortali
Mito della provvidenza divina
Il dialogo è un tentativo di mediare alla necessità di
tramandare i propri pensieri e a quella di ricreare il più possibile
un confronto diretto tra due interlocutori .
Uno “sfregamento di anime”, un confronto forte, finalizzato
alla ricerca di un sapere autentico, dove lo scambio di
domande e risposte mira a far progredire nella verità le anime
dialoganti.
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