Non passa lo straniero?
Le politiche migratorie tra
sovranità nazionale e diritti
umani
Maurizio Ambrosini
1
Prima Parte
Questioni relative alle politiche nazionali:
 Cap 1 - politiche degli ingressi e di
insediamento e condizione giuridica
dell’irregolarità
 Cap 2 - accoglienza dei rifugiati
 Cap 3 - tema della cittadinanza
(“cittadinizzazione” e “atti di cittadinanza”)
2
Seconda Parte
Ricerche relative alla dimensione locale del
fenomeno:
 Cap 4 - diversità etnica e culturale nelle
grandi città
 Cap 5 - reazioni anti-immigrazione in tema di
sicurezza
 Cap 6 - organizzazioni della società civile a
sostegno degli immigrati
3
Introduzione
1.
2.
3.
4.
Le ragioni della chiusura
Le strategie di cittadinanza
Attori
La cittadinanza sostanziale
4
1 Le ragioni della chiusura
stratificazione della mobilità
Mobilità incoraggiata:
Professionisti
Manager
Mobilità accettata:
Turisti
Studenti
Mobilità tollerata:
Sposi e figli di cittadini
Mobilità stagionale e
limitata:
Lavoratori non
qualificati
5
1 Le ragioni della chiusura
1.
2.
3.
4.
Crisi economiche
Sicurezza nazionale
Welfare shopping
Protezione identità culturale
6
Tendenze Ue
- principi comuni in materia di integrazione 1.
2.
3.
4.
Processo bidirezionale
Adesione ai valori dell’Unione
Centralità del lavoro
Conoscenza lingua, storia e istituzioni
7
2 Strategie di cittadinanza
1.
2.
Requisiti di accesso e Grado di
liberalizzazione
proibitiva (Germania, Austria e
Danimarca) cittadinanza esclusiva
abilitante (Belgio, Finlandia, Portogallo,
Irlanda, Svezia) promozione pari diritti,
requisiti di accesso favorevoli
8
3.
4.
isolazionista (Italia, Spagna, Grecia,
Lussemburgo) diritto di sangue con
barriere non eccessivamente severe in
termini di integrazione civica. Gli ostacoli
sono preventivi: a monte della possibilità
stessa di richiedere la cittadinanza.
condizionale (Francia, Regno Unito,
Paesi Bassi) ostacoli consistenti che
vanno a operare una vera selezione
9
Confusione tra

Politiche migratorie (regolazione della
mobilità) e politiche per gli immigrati
(inserimento nella società ricevente)
Livello statale (politiche migratorie) e
livello locale (politiche per gli immigrati)

10
3 Attori
Istituzioni internazionali
2. Unione Europea
3. Paesi di origine
Lobby economiche e umanitarie
5. Attivismo degli immigrati
1.
4.
11
4 Cittadinanza


Cittadinanza formale: noi – loro
Cittadinanza “informale”: processo
graduale di cittadinizzazione atti di
cittadinanza
12
Cap 1 – Immigrazione oltre gli
stereotipi
La dimensione dell’irregolarità non è
statica ma subisce continue modifiche e
transizioni
 Operare di due dimensioni: autorizzazione
(formale) e riconoscimento (di fatto)

13
1.
2.
3.
4.
Esclusione: no Autorizzazione - no
Riconoscimento
Stigmatizzazione: si Autorizzazione - no
Riconoscimento
Tolleranza: no Autorizzazione – si
Riconoscimento
Integrazione: si Autorizzazione – si
Riconoscimento
14
Processi di transizione
1.
3.
Sanatorie o dispostivi di regolarizzazione
2. Condizioni biografiche oggettive
Situazioni di pericolo o grave violazione
dei diritti umani
15
Processi di transizione
Dispositivi che consentono la
regolarizzazione per lavoro stabile,
integrazione sociale, relazione con un
residente autorizzato
Minori,donne incinte, persone malate
3. Migranti forzati
1.
2.
16
Dispositivi di transizione verso
la legalità
Meritevolezza
Accoglienza liberale
 Vittimizzazione


17
Intermediari
Datori di lavoro
Brokers coetnici: immigrati che mettono
in contatto i datori di lavoro con i nuovi
arrivati (irregolari)
3. Soggetti impegnati nel volontariato
(attività formali ed organizzate)
4. “Volontariato del vicinato”
5. Operatori pubblici
1.
2.
18
La “burocrazia di strada”

Resistenza all’applicazione di norme
restrittive (nell’accesso ai servizi)
Astensione da controlli potenzialmente
pericolosi (per i gruppi percepiti come non
pericolosi)

19

Apertura dei servizi agli irregolari (rete tra
servizi pubblici e associazioni)

Aiuto pratico nello svolgimento delle
procedure
20
Conclusioni
La condizione di irregolarità non può
essere etichettata in modo statico
 Le burocrazie di strada fanno sì che
quanto detto nei comizi e scritto nelle
norme sia diverso da quanto avviene nella
gestione quotidiana della questione

21
Cap 2 Umanitari Riluttanti
Qualche definizione
Profugo: termine generico per indicare chi
lascia il proprio paese a causa di guerre o
catastrofi naturali
22
Richiedente asilo: è una persona che,
avendo lasciato il proprio paese, chiede il
riconoscimento dello status di rifugiato o
altre forme di protezione internazionale

23

Rifugiato: persona che temendo di essere
perseguitata per motivi di razza, religione,
appartenenza a un gruppo sociale o
opinioni politiche, si trova fuori dal paese
di cui ha la cittadinanza e non può o non
vuole farvi ritorno
Convenzione di Ginevra 1951
24
I numeri
51, 2 milioni (2013) –
più di 59 milioni (2014)


Incremento negli ultimi 5 anni a causa di
almeno 15 conflitti: 8 in Africa, 3 in Medio
Oriente, 3 in Asia, 1 in Europa
25
Paesi di accoglienza
2013
(fonte UNHCR)
2014
Pakistan
1.616.500
Iran
857.400
Libano
856.500
Turchia
1.590.00 (+2 mil. 2015)
Pakistan
1.5
Libano
1.5
26
Rifugiati accolti per 1000 abitanti
2014
2013
Libano
178
Giordania
88
Ciad
34
Libano
232
Giordania
87
Ciad
34
27
DOVE SONO ACCOLTI?


Circa per l’86% in paesi del cosiddetto Terzo
Mondo o meglio paesi che non appartengono al
“Nord del Mondo”. Uniche eccezioni sono la
Turchia e, con numeri molto bassi, gli Stati Uniti.
Al sesto posto il Kenia dove sono accolti rifugiati
dalla Somalia, il paese ospita il più grande
campo di rifugiati nel mondo (Dadaab – più di
350mila persone)
28
29
“se i rifugiati sono un fardello il maggior
peso non è sopportato dai paesi
sviluppati”


il “carico sociale” dei rifugiati è
concentrato nel sud del mondo
rapporto tra numero di rifugiati accolti e
PIL procapite: il 50% dei rifugiati assistiti
dall’UNHCR è accolto in paesi poveri o
poverissimi
30
Europa - Italia
Crescita significativa
 Europa Meridionale: 89.600 domande
(18% del totale delle domande presentate
in Europa)
 Italia: 28.700 domande – nel 2013 ha
ricevuto meno di un terzo delle domande
presentate in Germania (+ 100.000)

31
Le politiche dell’asilo: tendenze
e critiche
I governi hanno cercato di:
 Regionalizzare i flussi mantenendoli per
quanto possibile vicini alle aree di crisi
 Rendere più selettivi i criteri di
accettazione e di ridurre i benefici
connessi
 Fare pressione sui paesi di partenza
32
Risultati:
Assimilazione dei richiedenti
asilo/rifugiati a migranti internazionali
Rafforzamento nesso migranti forzati –
immigrazione illegale
Generale sfiducia delle stesse politiche
“Fastidio” nella società di accoglienza

1.
2.
3.
4.
33
Accettazione interna
1.
2.
Progettualità e legami sociali dei rifugiati
Misure di integrazione
34
“l’integrazione consiste in quel processo multidimensionale
finalizzato alla pacifica convivenza, entro una determinata realtà
storico sociale, tra individui e gruppi culturalmente e/o etnicamente
differenti, fondato sul reciproco rispetto delle diversità etno-culturali, a
condizione che queste non ledano i diritti umani fondamentali e non
mettano a rischio le istituzioni democratiche. L’integrazione consiste
sempre in un processo che necessita di tempo: essa è una meta che
non si acquisisce una volta per tutte, ma che viene costantemente
perseguita. Essa si declina a livello economico, culturale, sociale e
politico. Proprio per questa sua natura multidimensionale, se si
limita a un solo ambito, essa sarà necessariamente parziale.
Ciascuna di queste dimensioni dà vita a gradi diversi di integrazione.
Le diverse dimensioni possono posizionarsi nel tempo in modo
diacronico. In terzo logo, infine, l’integrazione è bidirezionale in
quanto essa non riguarda solo gli immigrati ma anche e
congiuntamente i cittadini del paese ricevente”

Cesareo, Blangiardo 2009
35
Strategie
1.
tolleranza passiva: tendenza a ignorare
il fenomeno e anzi favorire il transito dei
rifugiati verso altre destinazioni
2.
chiusura senza alternative: deriva degli
stessi sistemi di protezione
36
accoglienza senza integrazione: dal
momento che non è possibile respingere i
richiedenti asilo scattano misure di
accoglienza temporanea ed umanitaria
finalizzata alla tutela della sopravvivenza
3.
integrazione senza accoglienza: in
mancanza di un effettivo sistema di
accoglienza, misure di integrazione sono
affidate alle reti della solidarietà volontaria
e alle reti etniche
4.
37
Strategie “alternative”
Saldatura tra l’accoglienza umanitaria e
percorsi di integrazione
 Progetti sostenuti dallo SPRAR (sistema di
protezione dei richiedenti asilo e rifugiati)
 Coinvolgimento enti locali e soggetti della
società civile

38
Conclusioni: “Ripensare l’asilo”
tensione tra interessi degli Stati e la tutela
dei diritti umani
 chiusura delle frontiere perché presentati
come approfittatori
 soluzioni di compromesso

39
1.
2.
3.
reale gestione europea del problema
rafforzamento delle misure di insediamento
dei rifugiati che una volta protetti
provvisoriamente il più vicino possibile alle aree
di crisi dovrebbero poter vedere in tempi brevi
accolte le domande nei paesi più sviluppati
(senza i pericoli delle traversate)
legge organica sull’asilo (in Italia) nella
situazione attuale una volta salvati dal mare e
distribuiti sul territorio i rifugiati sono
abbandonati a se stessi. Non vi sono molti
progetti di formazioni, avviamento al lavoro e
integrazione nella società locale.
40
Cap 3 Cittadinanza dal basso
La cittadinanza può essere considerato il
confine interno tra “noi” e “loro”
 Attualmente la maggiore diversificazione
degli status giuridici degli stranieri
residenti fa si che questo confine sia
messo in discussione e non sia più così
netto

41
immigrati irregolari
 immigrati in attesa di regolarizzazione
 immigrati con permesso di soggiorno
temporaneo
 immigrati con permesso di lunga durata
 immigrati provenienti da altri paesi
dell’Unione Europea
 cittadini nazionali.

42
i richiedenti in attesa di risposta
 i richiedenti respinti (ma tollerati)
 titolari di protezione temporanea
 rifugiati a pieno titolo

43
Elementi di tensione
(partecipazione e attivismo)
Doppia cittadinanza
2. Legami transnazionali
Processi di identificazione (multipla)
1.
3.
44
“nuovi orizzonti”
Confini permeabili
 Cittadinanza flessibile
 Identità oltre i confini

45
cittadinizzazione

1.
2.
graduale acquisizione dei diritti, il
riconoscimento nella società locale, le
competenze di accesso ai mercati e ai
servizi
giuridici: status di regolari
economici: inserimento nel mercato del
lavoro
46
3.
4.
sociali: ricongiungimenti e formazione di
famiglie
politici: partecipazione sindacale,
associativa, organizzazione azioni di
protesta.
47
Informali
 Inconsapevoli
 Lunga durata
 Reversibili
 Non possono sostituirsi alla cittadinanza
formale

48
Atti di cittadinanza nella vita
quotidiana



civile: accesso allo status di regolare fino alla
naturalizzazione
economica: lavoro regolare, passaggio a varie
occupazioni fino eventualmente a un’attività
indipendente
sociale: accesso ai servizi del welfare,
iscrizione al sistema sanitario nazionale,
sussidi di disoccupazione, contributi affitto e
nuovi nati
49


educativa: miglioramento competenze o
riconoscimento dei titoli di studio,
iscrizione a un corso, conseguimento di
qualche certificazione
politica (particolare rilievo): possono
esprimere istanze, rivendicare diritti,
diventare attivi nel dibattito pubblico
50

Agli atti di cittadinanza politica si
collegano tre tipologie di esperienze:
adesione ai sindacati
2. associazionismo etnico
movimenti di protesta degli irregolari
1.
3.
51
I sindacati possono svolgere
almeno tre funzioni:
1.
2.
3.
rappresentanza degli interessi in quanto
lavoratori
partecipazione politica e promozione
sentimenti di inclusione nella comunità
locale
offerta dei servizi
52
mobilitazione degli immigrati
irregolari

alleanze tra i movimenti degli immigrati e
organizzazioni della società civile
autoctona che fornisce varie risorse
denaro, consulenza legale, riconoscimento
presso l’opinione pubblica.
53
Conclusioni
Le pratiche dal basso danno un nuovo
significato alla cittadinanza
 Il confine inclusione – esclusione viene
ampliato dalla cittadinizzazione

54
Cap 4 Multiculturalismi Urbani
Che direzione hanno presso le politiche
locali in quanto strumenti essenziali nella
definizione dei rapporti tra società riceventi
e popolazioni immigrate?

55
ricerca sulle politiche urbane per gli
immigrati in cui sono analizzate cinque
città europee (Bruxelles, Francoforte,
Marsiglia, Madrid, Manchester) e tre città
italiane (Firenze, Genova, Verona)

56
Domande della ricerca:
1.
2.
Le politiche in esame quanto corrispondo
alle linee nazionali? quanto se ne
discostano?
Quanto resta dell’approccio
multiculturale?
57
Tendenze comuni
1.
2.
3.
4.
necessità di gestire la crescente diversità
tendenza a ridefinire le politiche per gli
immigrati in termini di interessi più generale e
trasversali: coesione sociale.
dare risalto alle manifestazioni più popolari e
accettabili della diversità urbana: ampliamento
dell’offerta culturale e di intrattenimento
collaborazione con vari soggetti della società
civile
58
Francoforte: forte volontarismo e
sensibilità
 Madrid: inclusione oscillante
 Marsiglia: atteggiamento cauto
 Manchester: ripiegamento delle politiche
rese “poco visibili”
 Bruxelles: nuovo linguaggio

59
Nelle città italiane

due tipi di atteggiamento: dove abbiamo
approcci favorevoli all’accoglienza e
all’integrazione (Genova e Firenze) le
realizzazioni restano indietro rispetto alle
intenzioni dichiarate. Dove invece la
proposta politica premiata dagli elettori è
stata quella di marcata ostilità (Verona) il
discorso ufficiale si è fatto più rigido.
60
Conclusioni: Gestire la diversità
relativa autonomia e sensibilità del livello
locale rispetto a quello nazionale
 persistenza pratiche multiculturaliste nella
gestione dei rapporti con le minoranze pur
assumendo un linguaggio più neutrale e
assumendo eventualmente un basso
profilo anche per la diminuzione delle
risorse a disposizione

61
Cap 5 Le politiche di esclusione
Le politiche anti immigrati esprimono la
contraddittorietà con cui l’Italia vive la sua
immigrazione: accettata e assorbita sul
piano economico – (ancora) contrastata
sul piano culturale dell’integrazione

62
Ricerca prototipo sulla Lombardia
Ordinanze dei sindaci – provvedimenti dei
consigli comunali e delle regioni
 numerose reazioni sia in forme di protesta
(interviste, manifestazioni, distribuzione di
materiale informativo) sia per via giudiziale

63
circa 70 episodi
materiale raccolto in 5 categorie
1. esclusione civile:
 a) limitazione del diritto di iscrizione
anagrafica
 b) limitazione delle libertà individuali
64


2. esclusione sociale (fruizione di
determinati servizi)
a) regole di accesso ai contributi per i
nuovi nati
b) limitazioni nelle politiche abitative
 c) contributi economici dei comuni
65


3. esclusione culturale:
a) limitazione uso altre lingue (es. nelle
insegne dei negozi)

b) contrasto libertà di culto
c) contrasto della manifestazione di altri
aspetti culturali
66
4. esclusione securitaria

a) repressione immigrazione irregolare
 b) ordinanze volte a reprimere
l’insediamento spontaneo di gruppi rom
 c) uso dei parchi e degli spazi pubblici
67
5. esclusione economica
 a) richiesta di maggiori requisiti o
maggiori controlli rispetto alla norma
 b) restrizioni sugli orari
68
Ciclo di vita
1.
2.
3.
4.
5.
Annuncio: preceduto da proteste dei cittadini o episodi
che motivano l’iniziativa
Emanazione: accompagnata da un certo clamore
mediatico
Nascita delle proteste da parte delle opposizioni, di
portavoce delle forze pro-immigrati.
Dichiarazioni a commento: tv, stampa. I sindaci di
solito precisano che non si tratta di colpire gli immigrati
ma di tutelare la sicurezza e l’ordine pubblico.
Verifica ammissibilità legale delle misure introdotto. In
molti casi i sindaci sono costretti a ritirare le ordinanze
o a riscriverle
69
Conclusioni: Sfide

Superamento del rapporto contraddittorio
tra l’Italia e i suoi immigrati

Non sono semplici “manifestazioni
provinciali”:influenzano quindi gli
atteggiamenti e le pratiche quotidiane dei
cittadini
70
Cap 6 I servizi della società civile

Cure mediche (obbligo di denunciare gli
irregolari)
 Assistenza legale
71
Due organizzazioni più attive in
Lombardia

1.
2.
3.
NAGA:
Prestazioni sanitarie
Battaglie legali e
politiche
Servizi di
orientamento e
sensibilizzazione

1.
2.
OSF
Prestazioni sanitarie:
specialistiche,
psicologiche, attività
di prevenzione
“pacchetto di servizi”
72
Analogie
Salute degli immigrati irregolari
 Personale volontario
 Donazioni spontanee
 Collaborazioni con altri attori

73
Associazione Avvocati per Niente
Garantire la giustizia per i più deboli
2. Consulenza legale gratuita
Punto di riferimento culturale e formativo
1.
3.
74
Forme di intervento
1.
2.
3.
4.
Promozione reti di vario tipo (politico –
operativo – interpersonale)
Protesta
Protezione legale
Produzione di servizi
75
Scarica

Non passa lo straniero? Le politiche migratorie