Cluny e il movimento della riforma monastica Cause della decadenza monastica Nel corso del IX-X secolo furono soprattutto quattro le cause che condussero a una diffusa decadenza dei monasteri e delle colleggiate: 1. interventi di secolarizzazione da parte dei sovrani (compravendita dei monasteri o loro assegnazione a signori laici); 2. presenza degli abati laici all’interno dei monasteri; 3. vita interna rilassata; 4. mancanza di protezione dei monasteri dai pericoli esterni a motivo della debolezza degli imperatori e dei re; invasioni devastatrici da parte dei Normanni, Saraceni e Ungheresi (molti monasteri furono distrutti dalle loro incursioni). Rinnovamento monastico Poco a poco, però, sorsero dei centri monastici, che riuscirono a mutare la loro vita e la cui forza di irradiazione superò la cerchia dei singoli monasteri. A nord delle Alpi i primi impulsi vennero da: 1. Francia: Cluny (Borgogna) e altre abbazie animate dal suo spirito (influenzarono le regioni francesi, e altre parti d’Europa). Lorena: Brogne, Gorze, Verdun (si irradiarono principalmente nel regno tedesco) 2. 3. A sud delle Alpi: Italia: un’iniziativa propria fu portata avanti dagli eremiti italiani. 1. La riforma monastica di Cluny All’inizio l’abbazia di Cluny ebbe un avvio modesto per diventare col tempo il centro più importante della riforma monastica europea. Nel 910 Guglielmo il Pio, duca d’Aquitania e conte di Alvernia fondò il monastero su un suo terreno . Fin dalla fondazione il monastero venne sottratto all’ingerenza di qualsiasi autorità ecclesiastica e civile; l’abbazia fu posta sotto la diretta protezione della Santa Sede facendo così in modo che l’elezione dell’abate fosse libera (esenzione= istituto giuridico secondo cui il monastero viene liberato dalla giurisdizione del vescovo e posto direttamente sotto la S.Sede). Particolare importante: è un proprietario che decide di rinunciare ai suoi diritti di proprietario. Guglielmo affidò l’abbazia a Berno, già abate di Gigny e Baume, noto per il suo rigore monastico. Altri principi fecero lo stesso e così Berno ricevette altri tre monasteri. Alla morte di Berno (927) i monasteri erano già diventati sei li ripartì tra suo nipote Guido e il discepolo Oddone con l’imposizione di mantenere in tutti la medesima osservanza. Sotto Oddone (927-942) la comunità monastica di Cluny, ancora esigua, incominciò ad acquisire importanza. Specialmente in Aquitania molti signori di monasteri chiamarono Oddone a rinnovare vecchie fondazioni e a dirigerne di nuove. Venne chiamato addirittura a Roma dal duca di Roma Alberico per riformare le abbazie di Roma e dintorni. Nel 937 erano 17 le case soggette a Cluny, anche se legate tra loro ancora in modo molto blando. L’abate Oddone esercitava la funzione di abate su tutte le 17 case e in ognuno c’era come responsabile (abate o priore) un suo diretto rappresentante da lui scelto. Sotto i successori Aimardo (942-954), Maiolo (954-993), Odilone (993-1048) e Ugo (1049-1109) l’abbazia di Cluny si procurò fama universale (nb.tre abati coprirono 154 anni di governo). L’impegno dell’abate Odilone per l’introduzione in Francia della “tregua di Dio” (già presente in Germania) aumentarono sensibilmente l’ascendente della congregazione. Verso la fine del X sec. Il monastero aveva già circa 200 monaci. Più tardi, crebbero ancora. Il numero di monasteri riformati o fondati da Cluny, andavano aumentando, così che lentamente si venne costituendo una grande unione monastica o congregazione sotto la direzione dell’abate di Cluny. Al tempo della sua massima espansione, raggiunta all’inizio del secolo XII, la congregazione abbracciava 2000 case tra abbazie, priorati e celle. In maniera diretta o indiretta l’influsso di Cluny raggiunse non solo gran parte delle abbazie francesi, ma anche quelle italiane; all’inizio del XI sec. penetrò in Spagna e verso il 1050 in Lorena, in Germania e in Inghilterra. Il privilegio dell’esenzione venne esteso a tutte le case della congregazione. Cluny e le riforme monastiche nei secoli X e XI Congregazione di Cluny Cluny, fondazione del 910 Le 5 filiazioni Centri principali di riforma Priorati dipendenti Riforma di Fleury Altre riforme Riforma lotaringia (Brogne, Gorze, Stablo, Verdun) X-XI sec. Inghilterra (Dunsten, Ethelwold, Oswald) Seconda età sec.X Digione, Fruttuaria (Guglielmo di S.Benigno 990-1031) Einsideln, S.Emmeram - Ratisbona (seconda metà del X sec./ inizio dell’ XI) La Grasse XI secolo S.Vittore di Marsiglia XI sec. Lanfranco di Bec (Normanni, Guglielmo il Conquistatore) circa dal 1070. Hirsau (abate Guglielmo) 1069-79 Monasteri nei quali vennero introdotte più riforme. Caratteristiche della vita monacale a Cluny Di per sé Cluny non elaborò nuove idee spirituali o ascetiche, ma perfezionò alcuni aspetti della vita monastica precedente. Si seguiva la vecchia e severa regola benedettina (con le aggiunte operate da Benedetto di Aniane +822). Obbedienza assoluta all’abate (in carica a vita). Silenzio rigoroso, severa disciplina ascetica, separazione dal mondo esterno prolungamento della preghiera corale (raggiunse una durata assai lunga fino al punto di recitare più di 138 salmi al giorno) solennizzazione della liturgia (i paramenti, i vasi preziosi, l’architettura grandiosa aumentarono lo splendore di Cluny). Urbano II consacra l’altare della basilica di Cluny (25 ottobre 1095) iniziata il 30 settembre 1088 dall’abate Ugo presente con i suoi monaci (Parigi, Biblioteca nazionale, ms.lat.17716, fol.91, della fine del sec.XII) Cause della decadenza di Cluny La preponderanza dell’elemento liturgico lasciava ai monaci poco tempo per lo studio e il lavoro fisico, che fu quasi del tutto eliminato. I monaci facevano perciò lavorare le loro terre ad altri (solo più tardi, circa dal 1100 in poi le affidarono possibilmente ai fratelli laici) il sistema economico degli abati di Cluny non si differenziava in nulla da quello dei feudatari. Durante i secoli X e XI i monaci cluniacensi acquistarono sempre più dai laici “chiese proprie”. Per arrotondare le loro proprietà essi non ebbero alcuna difficoltà a comperare chiese intere o diritti parziali su di esse. La straordinaria cura, che si aveva per la memoria dei defunti spingeva molte famiglie facoltose ad essere particolarmente generose nei confronti dell’abbazia. Le donazioni resero Cluny, un po’ alla volta, ricco e potente. Dopo la metà del XII secolo si mostrarono i segni della decadenza dovuti a infiltrazione di spirito mondano, per i dissesti amministrativi, e Cluny dovette cedere la sua posizione di prestigio ai nuovi ordini dei Cistercensi e dei Premonstratensi. Influssi del movimento cluniacense sulla riforma generale della Chiesa Gli storici oramai concordano nell’affermare che il movimento di riforma monastica non incise direttamente sul movimento di riforma della Chiesa universale. Il rapporto fu piuttosto indiretto. 1. Sul versante della riforma della chiesa universale, Cluny ha preparato la riforma gregoriana sotto un preciso aspetto e cioè mediante la sua UNIONE CON ROMA: l’istituto giuridico dell’”esenzione” (= libertà giuridica dal vescovo locale per legarsi direttamente al vescovo di Roma) fece dei Cluniacensi i paladini e i difensori del primato pontificio, prima e durante lo svolgimento della riforma gregoriana. 2. I cluniacensi erano i fautori delle tendenze che assicuravano il patrimonio ecclesiastico contro le invadenze dei laici (libertas ecclesiae) 3. La riforma cluniacense ebbe un influsso sulla vita del clero secolare e dei laici, sulla base della imitazione della vita devota e della severa disciplina. 4. I cluniacensi combatterono contro la simonia, contro il matrimonio del clero ed altri abusi ecclesiastici. Così la riforma puramente della vita interna ai monasteri, di fatto ebbe una rilevanza anche universale. 2. La riforma monastica nella regione lorenese e tedesca Verso il 913-914 Gerardo di Brogne (+959) discendente di una famiglia nobiliare non molto potente, fondò su un proprio terreno una comunità monastica. Questa acquistò importanza e notorietà dal momento che nel 931-932 il duca Giselberto di Lorena, affidò all’abate, il monastero di S.Ghislain nello Hennegau, in completa decadenza. Il lavoro di ricostruzione spirituale da lui compiuto indusse il margravio Arnolfo di Fiandra (918-965) ad affidargli il rinnovamento delle abbazie della sua patria. Questo rinnovamento, sostenuto soltanto dalla personalità di un sovrano e di un abate, si esaurì con la scomparsa di Gerardo e poi di Arnolfo. Congregazione di Cluny Cluny, fondazione del 910 Le 5 filiazioni Centri principali di riforma Priorati dipendenti Riforma di Fleury Altre riforme Riforma lotaringia (Brogne, Gorze, Stablo, Verdun) X-XI sec. Inghilterra (Dunsten, Ethelwold, Oswald) Seconda età sec.X Digione, Fruttuaria (Guglielmo di S.Benigno 990-1031) Einsideln, S.Emmeram - Ratisbona (seconda metà del X sec./ inizio dell’ XI) La Grasse XI secolo S.Vittore di Marsiglia XI sec. Lanfranco di Bec (Normanni, Guglielmo il Conquistatore) circa dal 1070. Hirsau (abate Guglielmo) 1069-79 Monasteri nei quali vennero introdotte più riforme. Nel 933 il vescovo di Metz, Adalberto era riuscito a creare a Gorze un centro animato da un autentico spirito ascetico. Nel 934 lo stesso era riuscito a fare il vescovo di Toul, Gauzelin, nel monastero di S.Evre. Da queste due case, soprattutto da Gorze, uscirono numerosi monaci, poi impiegati nel rinnovamento di altri monasteri. L’influsso di Gorze si diffuse oltre alle diocesi di Metz e Toul, Verdun anche a Treviri (monastero di S.Massimino), Liegi e altrove, persino in Inghilterra. NB. Si noti come in questi casi l’iniziativa partì da alcuni vescovi. Congregazione di Cluny Cluny, fondazione del 910 Le 5 filiazioni Centri principali di riforma Priorati dipendenti Riforma di Fleury Altre riforme Riforma lotaringia (Brogne, Gorze, Stablo, Verdun) X-XI sec. Inghilterra (Dunsten, Ethelwold, Oswald) Seconda età sec.X Digione, Fruttuaria (Guglielmo di S.Benigno 990-1031) Einsideln, S.Emmeram - Ratisbona (seconda metà del X sec./ inizio dell’ XI) La Grasse XI secolo S.Vittore di Marsiglia XI sec. Lanfranco di Bec (Normanni, Guglielmo il Conquistatore) circa dal 1070. Hirsau (abate Guglielmo) 1069-79 Monasteri nei quali vennero introdotte più riforme. Ottone I si servì molto dei monaci di S.Massimino di Treviri per riformare numerosi monasteri imperiali, e per riformare diverse diocesi scegliendone i vescovi tra i monaci di Gorze. Probabilmente si deve a Corrado II l’elezione di Richer (nel 1038), monaco legato alla riforma di Gorze, ad abate di Montecassino legando la casa madre benedettina allo spirito di Gorze. Il rapporto fra i diversi monasteri tra loro, tuttavia continuò a poggiare sul principio dell’autonomia. Diversamente da Cluny, in Lorena e Germania non vi furono congregazioni di monasteri, ma al massimo gruppi di monasteri che restavano uniti tra loro dal vincolo della preghiera o dall’osservanza della stessa regola. Altra diversità da Cluny: nella riforma lorenese-tedesca NON era molto presente il desiderio di distacco dall’autorità del vescovo. 3. La riforma monastica in Italia Anche nel monachesimo d’Italia la situazione andò migliorando, in parte per l’intervento della riforma cluniacense (soprattutto in Italia settentrionale, e nell’Italia centromeridionale Farfa e Cava dei Tirreni) in parte per forza propria. • In Italia si ebbe una riforma della vecchia regola benedettina, ma anche una ripresa dell’anacoretismo (vita religiosa con forte impronta eremitica) orientale. Importante fu il greco Nilo il Giovane (+1005) di Rossano Calabro, che visse come monaco ed eremita in parecchi posti ed infine fondò la celebre abbazia di Grottaferrata presso Roma. S.Romualdo (+1027), nobile di Ravenna, amico di Ottone III vedeva nella vita eremitica il vertice della vita monastica. Fondò monasteri nell’Italia settentrionale e in Francia meridionale e verso il 1012 fondò una colonia di eremiti a Camaldoli, presso Arezzo dalla quale derivò l’ordine dei Camaldolesi. Camaldoli e i suoi monasteri S.Giovanni Gualberto di Firenze (+1073) fondò non lontano dalla città un monastero in una località chiamata Vallombrosa (1038 circa). Un’unione di vita cenobitica (comunitaria) ed eremitica sul fondamento della regola benedettina. Camaldolesi e Vallombrosani curarono particolarmente la vita contemplativa. Riuscirono tuttavia ad incidere nella riforma della moralità del tempo e nella lotta per i diritti della Chiesa nei confronti dei signori laici. Importante figura fu Pietro Damiani, discepolo e biografo di S.Romualdo. Ne seguì lo spirito severo e di riforma. Divenne priore dell’eremo di Fonte Avellana e più tardi cardinale. Vallombrosa e i suoi monasteri