Fatto da Giacomo Marangon 3°a
La musica Africana esiste dal 4000 a.C. ed è una musica
polifonica.
Nella musica Africana non ci sono scale o note ma ritmi
che possono variare; la musica non viene scritta ma
viene tramandata a voce e si impara a suonare, ballare
o cantare sino da piccoli.
La musica dell'Africa o sub-sahariana ha come caratteristica
che la distingue, una complessità ritmica che ha installato
nelle musiche delle Americhe. La musica tradizionale si
trasmette in genere oralmente, dunque non esistono molti
spartiti o forme scritte in cui è possibile rinvenire delle
melodie. Tutto viene creato e comunicato direttamente ed è
per questo che un aspetto importantissimo è dato
dall’improvvisazione. La complessità ritmica delle musiche
africane si è di fatto trasferita a molte espressioni musicali
dei paesi dell’America Latina; l’aspetto più affascinante di
questa poliritmia è costituito dalla possibilità di distinguere
chiaramente i diversi ritmi pur percependoli unitariamente
in modo coerente.
Gli strumenti africani sono ritmici e possono essere
sonagli, pendagli, fischietti, bracciali, conchiglie, ecc.
Fra di essi uno dei più antichi fu l‘arco, che oltre alla
funzione di arma, grazie alla corda pizzicata o toccata,
amplificata da vasi di legno o zucche vuote posti
all'estremità, assunse anche il ruolo di strumento. In
etnomusicologia, generalmente si suddividono gli
strumenti musicali in quattro grandi categorie:
La relazione della musica e della danza in Africa non
esiste perché è un concetto europeo. In molte lingue
africane non c'è nessun concetto che corrisponde
precisamente a questi termini.
In molte culture di musica africana, vi è una preferenza
per il "chiassoso". Le voci, diversamente dallo stile
occidentale, possono essere anche roche e gutturali.
Come pelle del tamburo viene usata la pelle di vari
animali: questa viene tesa ad una delle estremità del
fusto.
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Musica dell*Africa