La musica africana
Flavia Giattini
Nel senso di musica originaria dell'Africa, è
estremamente eterogenea, in quanto riflette la
varietà etnica, culturale e linguistica del continente.
L'espressione "musica africana" viene usata anche
in modo più specifico per riferirsi alla musica
dell'africa subsahariana. Elementi mediorientali si
trovano anche nella musica dei popoli della costa
est del continente, che risente anche di
influenze indiane, persiane e in generale degli
effetti degli scambi commerciali e culturali
sull'Oceano Indiano.
In ogni caso, anche all'interno di queste tre aree
principali (Nordafrica, Africa subsahariana, Africa
orientale) esiste una grandissima diversificazione
degli stili sia della musica etnica tradizionale che
della musica moderna. Quest'ultima risente
praticamente ovunque dell'influenza della musica
leggera europea e statunitense. D'altra parte,
la diaspora africana e il conseguente diffondersi in
America ed Europa della tradizione musicale
africana ha influito in modo determinante sullo
sviluppo della musica leggera occidentale.
Nell'Africa subsahariana la musica e la danza sono
quasi sempre elementi centrali e fondamentali della
cultura dei popoli e sono dotati di grande valore
sociale e religioso. Ogni etnia ha una propria
tradizione musicale così come ha una propria
tradizione letteraria e un proprio insieme di regole e
credenze; ogni gruppo sociale possiede un
repertorio musicale di riferimento e dei sottogeneri
appropriati a determinate celebrazioni o anche
semplicemente legati ad attività quotidiane come il
raccolto nei campi e lo smistamento delle riserve
alimentari.
Ciò che ritroveremo sempre in ogni variante
musicale, a prescindere dallo scopo per cui viene
prodotta, è la caratteristica poliritmia, la capacità
cioè di sviluppare contemporaneamente diversi
ritmi e di mantenerli in modo costante ed uniforme,
senza che uno prevarichi su di un altro.
Una particolare funzione sociale è rappresentata
dalle percussioni e dalle campane che in molte zone
vengono utilizzati come strumenti di
comunicazione. La musica è, ad esempio, una delle
pratiche più note e più impiegate per un griot ( o
griotte) proprio perché in molti contesti le relazioni
sono spesso basate sull’impatto emozionale.
Anche il canto è molto diffuso e riveste una
funzione sociale importantissima; durante i funerali,
ad esempio, per ripercorrere le tappe dell’esistenza
del defunto, dunque mantenerne viva la memoria e
per narrare le imprese degli antenati cui spetta il
compito di accogliere l’anima della persona che è
venuta a mancare.
Il canto, la musica e la danza diventano da un lato
veicoli di tipo simbolico e dall’altro preziosi
strumenti della memoria collettiva. La musica
tradizionale si trasmette oralmente, dunque non
esistono spartiti o forme scritte in cui è possibile
rinvenire delle melodie. Tutto viene creato e
comunicato direttamente ed è per questo che un
aspetto importantissimo è dato
dall’improvvisazione.
La complessità ritmica delle musiche africane si è
diffuso anche in altri paesi oltre oceano come
l’America Latina; l’aspetto più affascinante della
poliritmia è costituito dalla possibilità di distinguere
chiaramente i diversi ritmi pur percependoli
unitariamente in modo coerente. Per quanto
riguarda la voce, è interessante notare che
generalmente si utilizzano timbri canori tendenti al
rauco e al gutturale.
Molte lingue locali, in Africa, sono di tipo tonale ed
è per questo che esiste un collegamento molto
stretto tra la musica e la lingua. Soprattutto
nel canto è il modello tonale del testo che
condiziona la struttura melodica. Conoscendo molto
queste lingue, è possibile riconoscere dei testi
anche nelle melodie degli strumenti ed è
quest’effetto che ha dato fama al cosiddetto
“tamburo parlante”. La musica africana è ricca di
ritmi.
Scarica

La musica africana