Gas Metano
A Cura di Martina Brunetti
E Isabella Varrà
Cosa è il gas naturale?
Il gas naturale è una fonte energetica "a basso impatto
ambientale" in grado di soddisfare facilmente gli usi più svariati.
Viene infatti comunemente impiegato nel settore domestico, nel
terziario, nell'industria, per la produzione di energia elettrica e
per autotrazione.
Si tratta di un combustibile "ecosolidale" in
quanto il contenuto di sostanze inquinanti
immesse in atmosfera durante la combustione
è inferiore rispetto a quello degli altri combustibili.
Le emissioni di ossidi di azoto sono più basse di
quelle prodotte dalla combustione del carbone,
dell'olio combustibile, del gasolio e della benzina; mentre le
emissioni di ossidi di zolfo, di polveri e di altre sostanze nocive
sono trascurabili.
Quanto brucia?
Quando brucia, il gas naturale sviluppa prevalentemente vapore
acqueo (H2O) e anidride carbonica (CO2), due sostanze gassose che
esistono normalmente in natura (ciascuno di noi le produce, ad
esempio, durante la respirazione).
In ogni caso, a parità di energia prodotta, il gas naturale produce meno
anidride carbonica (mediamente dal 25 al 40%) rispetto ad altri
combustibili o carburanti di origine fossile come la benzina e il gasolio.
• Inoltre, grazie allo sviluppo di un sistema di trasporto capillare in
condutture sotterranee, il gas arriva direttamente nelle case e nelle
industrie, evitando così l'inquinamento dovuto al transito sulle
strade di autocisterne che trasportano combustibili liquidi. Va infine
sottolineato il fatto, non meno importante, che i veicoli a gas
naturale (taxi, scuolabus, autovetture e autobus) costituiscono
attualmente una delle principali risposte per la riduzione ed il
contenimento dell'inquinamento atmosferico delle città.
La combustione
Il metano è il principale componente del gas naturale, ed è un
eccellente combustibile poiché produce il maggior quantitativo di
calore per massa unitaria. Bruciando una molecola di metano in
presenza di ossigeno si forma una molecola di CO2 (anidride
carbonica), due molecole di H2O (acqua) e si libera una quantità di
calore:
CH4 + 2O2 → CO2 + 2H2O
Il calore di combustione della reazione è negativo (essendo la reazione
di combustione una reazione esotermica); considerando come sistema
chiuso la stessa reazione di combustione del metano, il calore di
reazione è pari a -891 kJ/mol.
Dalla combustione di un normal metro cubo di metano (1 Nm3 è pari a
44,61 moli) si ottengono circa 39,79 MJ (9503,86 kcal).
Estrazione metano in Italia
Nel giugno del 1959 in Italia, presso Lodi, una perforazione
dell'Eni, allora presieduta da Enrico Mattei, scopre il primo
giacimento profondo dell'Europa occidentale.
Successivamente si iniziano i rilevamenti nel mare Adriatico, ma
le prime due perforazioni dettero esito negativo, così l'Eni
abbandonò l'idea preferendo destinare le risorse a perforazioni
nel mar Rosso. In attesa delle autorizzazioni da parte del
governo egiziano, l'Eni decise di compiere una terza trivellazione
al largo di Ravenna, che diede esito positivo. Nel 1959 entrò in
funzione la prima piattaforma metanifera.
Al largo di Crotone attualmente le piattaforme dell'Eni
estraggono circa il 15% del consumo nazionale di metano, sia
per uso civile che industriale.
La scoperta
Nell'autunno del 1776 Alessandro Volta studiò un
fenomeno noto anche in epoche più lontane, segnalatogli
da Carlo Giuseppe Campi: in un'ansa stagnante del
fiume Lambro, avvicinando una fiamma alla superficie si
accendevano delle fiammelle azzurrine.
Questo fenomeno era già stato studiato separatamente
da Pringle, Lavoisier, Franklin e Priestley pochi anni
prima ma lo classificarono semplicemente come
un'esalazione di aria infiammabile,
di origine minerale.
La corretta composizione del
gas fu determinata da Thomas Henry
nel 1805.
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