Tecnica Combustione ottobre 2011 la termotecnica di G. Bricco 79 Ottimizzazione del rapporto combustibile-comburente in caldaie alimentate a metano In perfetta aderenza al Protocollo di Kyoto, vige l’obbligo semplice calcolo presentato nell’articolo ci proponiamo ambientale di ridurre la quantità di anidride carbonica di dimostrare quanto sia importante la corretta gestione prodotta negli impianti di combustione. Ciò con lo scopo del rapporto tra combustibile e comburente in ingresso evidente di dare un fattivo contributo alla riduzione di a caldaie di produzione energia termica alimentate quella che è la causa principale del cosiddetto effetto a metano. Ciò comporta, in aggiunta alla riduzione serra che, come noto, provoca il significativo aumento dell’anidride carbonica prodotta, anche un significativo delle temperature medie dell’atmosfera terrestre. Con il recupero pecuniario per minore spreco di combustibile. Optimization of the Relationship in Fuel-combustion Gas Boilers In perfect adherence to the Kyoto Protocol, there is an atmosphere. With the simple calculation that follows we obligation to reduce the environmental impact of quantity intend to demonstrate how important the correct manage- of carbon dioxide produced in combustion plants. ment of the relationship between fuel and combustion This with the obvious purpose of giving an effective con- air input to thermal energy production boilers powered tribution to the reduction of what is the main cause of natural gas. This implies, in addition to the reduction of the so-called greenhouse gases which, as noted, causes ‘carbon dioxide, a significant recovery for pecuniary less the significant increase in average temperature of Earth’s wasted fuel. Aria in eccesso Per ottenere una combustione completa è prassi corrente, per lo più a cura delle ditte che fanno assistenza tecnica, ricorrere a un adeguato eccesso d’aria, ovvero viene fornito alla reazione di combustione più ossigeno (e quindi più aria) di quanto necessario rispetto ai bilanci chimici. Lo scopo di questo eccesso d’aria è di evitare che durante la combustione si formino zone povere di ossigeno nella miscela aria-combustibile, le quali darebbero luogo alla formazione di monossido di carbonio. Bisogna però evitare che tale eccesso d’aria, una volta che l’ossido di carbonio è stato ricondotto a valori non significativi rispetto ai limiti di legge, provochi il decadimento del rendimento in energia utile resa dall’impianto. Ovvero, fermo restando il calore prodotto dal combustibile adottato, nel nostro caso metano, una maggiore quantità d’aria in ingresso determina inevitabilmente una maggiore quantità di calore perso coi fumi per unità di energia prodotta. Questa perdita può essere ridotta solo abbassando la temperatura dei fumi e/o riducendo l’eccesso d’aria. Calcolo dell’aria stechiometrica necessaria per la combustione di 1 m3 di metano La reazione di ossidazione del metano, espressa in volumi, è la seguente: CH4 + 2O2 → CO2 + 2H2O Se l’ossigeno che partecipa alla combustione è quello contenuto nell’aria, avremo che a 1 m3 di ossigeno corrispondono 3,76 m3 di azoto per un totale di 4,76 m3 di aria, per ottenere 2 m3 di ossigeno è quindi necessario fornire 9,52 m3 di aria. Questo rapporto deriva dal fatto che nell’aria atmosferica l’ossigeno è contenuto in ragione del 21% in vol. e il 79% residuo è rappresentato da azoto e gas rari (valori arrotondati ). Giancarlo Bricco, p.i., ex responsabile ambiente Soc. chimico-farmaceutica. Tecnica 80 Combustione Il volume di aria teorico si ricava dalla seguente equazione di bilancio: ottobre 2011 la termotecnica V. At = aria teorica in _m3 Oppure si può utilizzare il coefficiente di eccesso d’aria “e” CH4 + 2O2 + 7,52 N2 → CO2 + 2H2O + 7,52 N2 Quindi per la combustione di 1 m3 di metano sono necessari 9,52 m di aria e il volume finale dei gas di combustione è pari a 10,52 m3, espresso come gas umidi, mentre è di 8,52 m3 escludendo l’acqua in fase vapore. Il valore percentuale di CO2 nei fumi secchi è pari a: CO2% v = 1/8,52 *100 = 11,7% Questo valore rappresenta il valore teorico massimo di CO2 nei fumi di combustione del metano. e = V. ae / V. at - Esempio Se si vuole operare con un eccesso d’aria del 30% per ogni metro cubo di metano devono essere forniti 2,6 m3 di ossigeno anziché i 2 stechiometrici, naturalmente aumenterà del 30% anche il volume di azoto. Ovvero: CH4 + 2,6O2 + 9,8 N2 → CO2 + 9,8 N2 +0,6 O2 + 2H2O Aria effettiva = 2,6 +9,8 = 12,4 m3 → Vol. fumi secchi = 1 +9,8+ 0,6 = 11,4 m3 Poiché il volume di metano è costante, mentre aumenta il volume d’aria per effetto dell’eccesso addotto, si ha che la concentrazione % di CO2 diminuisce per semplice diluizione. tabella 1 - Composizione fumi teorici umidi e secchi A questo punto è necessario precisare che sebbene i prodotti della combustione contengano allo stato di vapore una certa quantità di acqua proveniente dalla combustione dell’idrogeno, nell’effettuare i calcoli è norma pratica fare riferimento ai gas secchi. La spiegazione di questo artifizio è dovuta al fatto che le analisi di controllo vengono effettuate sui fumi anidri, in quanto il vapore d’acqua viene condensato e separato a monte del contatore di misura che, di conseguenza, rileva il solo gas secco. Questo criterio non è invece da applicare nel caso di bilanci termici, in particolare nel calcolo del calore sensibile in uscita dall’impianto, poiché anche l’acqua presente in fase vapore ha un suo contenuto termico che non è lecito trascurare. Calcolo dell’aria in eccesso In generale, l’eccesso d’aria può essere più o meno elevato in funzione del tipo di combustibile utilizzato: è maggiore per i combustibili solidi e decresce per liquidi e gas. Indicata con V.Ae l’aria effettivamente impiegata e con V.At l’aria teoricamente necessaria, l’eccesso di aria E risulta: Eccesso d’aria E (m3) = V. Ae - V. At Oppure, espressa in termini percentuali: E% = 100 (V. Ae - V. At ))/ V. at V. Ae _= m3, è la somma dell’aria teorica e dell’aria in eccesso CO2 = 1/11,4 *100 = 8,7%, contro il valore teorico dell’11,7%. La percentuale di ossigeno nei fumi secchi, nel caso in esempio, è pari a: O2 = 0,6/11,4 *100 = 5,2%, contro il valore dello 0% teorico. Il coefficiente di eccesso d’aria è pari a: e =12,4/9,52 = 1,30 ovvero al 30 % di eccesso d’aria (cvd) Calcolo dell’eccesso di aria in funzione della composizione dei fumi Nella pratica corrente è spesso molto utile disporre di una relazione che permetta di risalire dalla composizione finale dei fumi (anidri) in uscita dal camino all’eccesso di aria utilizzato nella combustione del metano. Allo scopo si può utilizzare la determinazione della percentuale di ossigeno libero nei fumi, ossigeno che deriva dall’aria in eccesso. Coefficiente di eccesso d’aria e = 20,95 % / (20,95 % - O2 misurato %) Analogamente, a partire dalla misura di anidride carbonica (% vol.), considerando la CO2 max di 11,7% sui gas anidri: e = %CO2 max / %CO2 misurata Tecnica ottobre 2011 la termotecnica Combustione 81 Nella Tabella 2 sono riportati i valori di eccesso d’aria calcolati su percentuali crescenti di ossigeno. È immediato verificare che già con un eccesso di O2 del 3% si ha un valore correlato di eccesso d’aria del 16,7%, per arrivare al 30% circa con un eccesso del 5%. Un eccesso del 6% di ossigeno significa un eccesso d’aria del 40%! Regolazione dell’aria in eccesso e potenza persa Con lo scopo di garantire una combustione il più possibile vicina al teorico e tale da eliminare quasi interamente la concentrazione degli incombusti solitamente si opera in eccesso d’aria; tale eccesso può essere più o meno elevato in funzione del tipo di combustibile, dello stato fisico, del suo grado di suddivisone. L’eccesso di aria, rispetto alla quantità stechiometrica, di norma cresce con la difficoltà di contatto combustibile/ comburente Gas→liquidi: 10-15% Solidi: 15-25% Solidi non convenzionali (RSU): 80-150% Potenza persa La potenza persa in una caldaia può essere espressa come la somma di diversi contributi: Qi potenza persa per incombusti, Qfumi è la potenza persa per calore sensibile dei fumi, Qd è la potenza persa per dispersione di calore attraverso il mantello della caldaia. Considerato che la perdita per incombusti e le dispersioni del mantello sono solitamente costanti, vengono qui considerate le sole perdite di calore correlate ai fumi di combustione, in particolare si vuole porre l’accento sull’influenza dell’eccesso d’aria, essendo questo un parametro sul quale si può i intervenire abbastanza agevolmente. Calcolo calore sensibile perso coi fumi in relazione all’eccesso d’aria Sempre con riferimento all’esempio sopra riportato calcoliamo il calore sensibile perso con i fumi in uscita dall’impianto. Il calore sensibile, lo ricordiamo è il ca- lore necessario per portare un gas dalla temperatura t0 (solitamente di 0 °C) alla temperatura di t °C. Mediante i calori sensibili dei principali gas che interessano la combustione, tabulati a varie temperature ed espresse in kcal/m3, è possibile ricavare la quantità di calore in essi contenuto e quindi disperso in atmosfera. L’unico dato effettivo che è necessario conoscere è la temperatura al camino dei gas medesimi. tabella 3 - Calori sensibili kcal /Nm3 dei principali gas di combustione Valori intermedi possono essere ricavati mediante interpolazione numerica a partire dai dati tabulati. Ad es. per una temperatura dei fumi di 150 ° C si ottengono i seguenti valori: Ora, con riferimento all’esempio dato in precedenza, e ipotizzando una temperatura dei fumi di 150 °C si calcoli il calore sensibile dei fumi su base stechiometrica e con eccesso d’aria del 30%, a tale temperatura. tabella 4 - Riepilogo composizione fumi e calori sensibili a t °C 150 e aria in eccesso del 30 % v Tecnica 82 Combustione tabella 5 - Riepilogo composizione fumi e calori sensibili a t 150 °C e aria in eccesso del 16% v ottobre 2011 la termotecnica concentrazione del 3% di ossigeno residuo, al quale corrisponde la concentrazione di aria in eccesso del 16%, si ottengono i valori riportati in Tabella 5, calcolati sulla base della seguente reazione di ossidazione: CH4 + 2,32 O2 + 8,72 N2 → CO2 + 8,72 N2 +0,32 O2 + 2H2O Aria effettiva = 2,32 +8,72 = 11,04 m3 → Vol. fumi secchi = 1 +8,7+0,32 =10,04 m3 Tradotto in volumi di metano equivalente si ha: tabella 6 - Tabella di riepilogo (dati reali) su base annua di consumi e anidride carbonica prodotta CH4 Vol. = (607,2-537,6) / 8.480 kcal/m3 = 0,008 m3 In cui 8.480 kcal/m3 è il potere calorico inferiore del metano (Pci). Per riscaldare l’eccesso d’aria sono quindi necessari 0,008 m3 di metano, ovvero lo 0,8% per ogni m3 di metano alimentato. tabella 7 - Calcolo su base annua del delta risparmiato operando con E = 16% La differenza tra i calori sensibili con zero eccesso d’aria e con un eccesso del 30% rappresenta la perdita di energia termica del sistema, in altri termini ciò significa che la temperatura di combustione risulta inferiore poiché il calore disponibile è sempre lo stesso, ovvero fornito da 1 m3 di metano, ma la quantità di gas da riscaldare e maggiore poiché comprende anche l’aria di eccesso. Tradotto in volumi di metano equivalente si ha: CH4 Vol. = (673,2-537,6) / 8.480 kcal/m3 = 0,016 m3 In cui 8.480 kcal/m3 è il potere calorico inferiore del metano (Pci). In pratica per riscaldare l’eccesso d’aria nell’esempio sopra riportato sono necessari 0,016 m3 di metano, ovvero l’1,6% per ogni m3 di metano alimentato. Se ripetiamo il calcolo ipotizzando di operare con una Calcolo del metano Prendendo a riferimento una serie reale di consumi annui di metano, si è ipotizzato di calcolare i due possibili scenari rispettivamente risultanti utilizzando un eccesso d’aria del 30% e del 16% v. Dal calcolo che segue otterremo: -- la quantità di metano utilizzata per il riscaldamento dell’aria in eccesso; -- la quantità di anidride carbonica correlata a tale eccesso di metano. Per un impianto impostato per operare con un eccesso d’aria del 16%, ovvero contenente il 3% di ossigeno, la differenza rispetto all’impostazione E aria = 30% viene semplicemente calcolata ricordando che il metano utilizzato per riscaldare l’eccesso d’aria è rispettivamente pari allo 1,6% e allo 0,8% per m3 di metano. La loro differenza 0,8% è quanto si risparmia operando con la quantità minima di eccesso d’aria ovvero E =16%. Conclusione Il sistema di regolazione combustibile -comburente delle caldaie deve essere impostato adottando una maggiore precisione dei rapporti di aria in eccesso, con l’avvertenza di mantenere la concentrazione di ossigeno residuo di circa il 3%v, cui corrisponde una concentrazione di aria in eccesso del 16%. La regolazione può essere effettuata sia intervenendo per via elettronica e/o sulle camme di regolazione aria-metano. Dato che sulle moderne caldaie sono installati analizzatori in continuo per la misura dell’ossigeno e dell’ossido di carbonio, è quindi agevole il controllo dei fumi in uscita dall’impianto e la verifica in continuo dell’efficienza di combustione.