1.4. Le organizzazioni come conoscenza e la loro tipologia. L'organizzazione, in quanto azione specializzata di coordinamento e controllo della divisione del lavoro, non prende forma fino a che le conoscenze produttive rimangono incorporate nel lavoro (mestiere, skill) e negli oggetti materiali (prodotti, macchine). A lungo, anche nello sviluppo del sistema industriale, il coordinamento rimane così un processo spontaneo, che emerge nei fatti, senza divenire una funzione manageriale e senza richiedere una teoria. Una teoria dell'organizzazione prende forma con la "organizzazione scientifica del lavoro" dove l'uso del termine «scientific management» (consapevolmente privilegiato rispetto a quello, più operativo, di "task management") costituisce una specifica indicazione del contenuto e dell'intento della teoria: la realtà organizzativa dell‘impresa viene riletta e riformulata a partire dalla conoscenza "scientifica" dei processi produttivi, imprimendo un nuovo corso a tutta la società post industriale. 1.4. Le organizzazioni come conoscenza e la loro tipologia Da allora, la coppia logica organizzazione/conoscenza rimane il filo rosso più robusto della storia del pensiero organizzativo. Le impostazioni teoriche sono profondamente diverse, ma la scelta di campo operata da Taylor rimane esemplare, e i momenti alti dello sviluppo della teoria coincidono con nuovi approcci all'analisi dei processi decisionali, e dunque alla dislocazione delle conoscenze e al trattamento delle informazioni: da Taylor a Simon, a Thompson, i temi della conoscenza, della razionalità, dell'informazione, non sono periferici ma centrali nella costruzione della teoria organizzativa. Sotto specie di "difficoltà" e di "incertezza", conoscenza e razionalità limitata restano poi al centro delle espressioni più significative della scuola contingency e della nuova economia istituzionale. Altri filoni del pensiero organizzativo, di impostazione psicologica, muovono in direzione diversa, ma gli aspetti cognitivi restano un fattore cruciale in termini di "comunicazione" oppure di "potere", approdando poi a temi come la cultura e l'apprendimento. 1.4. Le organizzazioni come conoscenza e la loro tipologia Non esiste un’unica e conclusiva definizione di knowledge management. In senso lato, il concetto può riferirsi alla gestione e alla condivisione della conoscenza ed è portato avanti fin dall’antichità con lo sviluppo di biblioteche e strumenti di comunicazione. È però nei tempi più recenti della rivoluzione digitale che l’insieme di strategie e metodi per identificare, raccogliere, sviluppare, conservare e rendere accessibile la conoscenza delle persone che fanno parte di una organizzazione (o, al limite, di una comunità di pratica), assume la moderna connotazione e prende il nome di knowledge management, o gestione della conoscenza organizzativa, avvalendosi in genere di strumenti dell’information technology. Gli obiettivi per cui aziende o enti attuano strategie di knowledge management si collocano tipicamente nelle aree del miglioramento delle performance, acquisizione o mantenimento del vantaggio competitivo, agevolazione dell’innovazione e del miglioramento continuo. 1.4. Le organizzazioni come conoscenza e la loro tipologia Un elemento caratteristico rispetto ad altri approcci è dato proprio dalla gestione della conoscenza come un “cespite” strategico e dall’incoraggiamento alla condivisione di conoscenza. Secondo alcuni il KM è una possibile risposta alle sfide poste alle aziende dalla globalizzazione, in virtù del fatto che, sebbene il capitale intellettuale sia stato un elemento assai rilevante per la redditività di molte imprese anche prima che si parlasse di knowledge management, la esasperazione della concorrenza ha reso meno importanti gli altri fattori competitivi, ed ha alimentato l’attenzione sulla disciplina che studia il fattore immateriale per eccellenza e che è virtualmente illimitato (chi cede conoscenza in realtà non se ne priva). In un'azienda, in particolare, lo sviluppo e mantenimento prodotto di un bene complesso ed altamente tecnologico (elettrodomestici, automobili,...) comporta la generazione di una gran quantità di informazioni fortemente correlate per descriverne attività e risultati conseguiti, progettare ed organizzare la produzione e la logistica, supportare la rete commerciale e di assistenza post vendita: 1.4. Le organizzazioni come conoscenza e la loro tipologia indagini di mercato, requisiti utente, specifiche tecniche, pianificazione attività, progetto dei diversi sistemi e sotto sistemi meccanici, elettrici ed elettronici, vincoli legislativi, progetto ed allestimento degli impianti produttivi, organizzazione della logistica, report di sperimentazione e test, verbali di riunione, ecc. Tutti questi documenti insieme alle norme, ovvero la formalizzazione, sulla base dell’esperienza, di criteri guida nello svolgimento di specifiche attività (dalla pianificazione di un nuovo sviluppo ai criteri per la progettazione delle singole componenti), insieme alle competenze ed esperienze dei singoli, rappresentano la conoscenza aziendale che, debitamente conservata ed organizzata, costituisce lo strumento più importante per migliorare l’efficacia e l’efficienza dei processi. L’effettiva capitalizzazione dello sforzo profuso nella loro compilazione è assicurata solo se si garantisce il semplice e rapido reperimento delle informazioni d’interesse nella operatività e in ciascuna delle decisioni che debbono quotidianamente essere assunte 1.4. Le organizzazioni come conoscenza e la loro tipologia Sebbene il tema della conoscenza affascini l’uomo da millenni, si può attribuire a Ikujiro Nonaka (1995), in virtù di un modello esplicativo tanto semplice quanto potente, il merito di aver iniziato la disciplina del knowledge management, contribuendo al passaggio del tema della gestione della conoscenza dalla fase di ricerca accademica a quella di concreta diffusione nelle prassi manageriali. Il modello di trasformazione della conoscenza, attraverso passaggi di stato (di combinazione / conversione) da conoscenza tacita a conoscenza esplicita, rappresenta una teoria generale della creazione di conoscenza organizzativa, molto utilizzato anche da altri studiosi: la “spirale della conoscenza”. Il nome deriva proprio dal fatto che questi processi sociali provocano dei passaggi da tacita ad esplicita e viceversa, con andamento a spirale. Il modello prevede quattro modalità di conversione nell’interazione tra conoscenza tacita e conoscenza esplicita: 1.4. Le organizzazioni come conoscenza e la loro tipologia Socializzazione (da conoscenza tacita a tacita, in persone diverse che interagiscono) Esteriorizzazione o esternalizzazione (da conoscenza tacita a esplicita, tramite formalizzazione) Combinazione (da conoscenza esplicita a esplicita, tramite elaborazioni o semplici trasferimenti) Interiorizzazione (da conoscenza esplicita a tacita, tramite apprendimento e assimilazione). Vedi Tab. 1. 1.4. Le organizzazioni come conoscenza e la loro tipologia Il ciclo della conoscenza non può fermarsi alla trasmissione di dati e informazioni perché il loro rapporto è gerarchico e può essere schematizzato con la forma di una piramide (vedi Tab. 2). Alla base ci sono i dati, materiale “grezzo” e abbondante dell’informazione. Su un gradino più alto c’è l’informazione, cioè dati selezionati e organizzati per essere comunicati. Poi la conoscenza, cioè informazione rielaborata e applicata alla pratica. Al vertice troviamo la saggezza, conoscenza distillata dall’intuizione e dall’esperienza. Il knowledge management si focalizza su come poter mettere a servizio di tutta l’azienda le conoscenze professionali specifiche di ogni membro. Questa logica spinge il knowledge management a diventare un sorta di “filosofia” della collaborazione e della condivisione negli ambienti di lavoro. Può incontrare una certa resistenza da parte di esperti gelosi dell’indispensabilità del proprio ruolo, spesso raggiunto dopo anni di esperienza. Questa visione riduce la conoscenza a una sorta di "bagaglio" personale che il proprietario può portare via quando lascia l'azienda, arrecando un danno economico. Invece, quello della conoscenza è un ciclo che può portare alla produzione di nuova conoscenza solo tramite la condivisione e l'elaborazione di informazioni. 1.4. Le organizzazioni come conoscenza e la loro tipologia Ciclo di trasmissione dell'informazione nell’organizzazione come conoscenza (Vedi Tab. 3) 1) Creazione/Modificazione Utilizzo applicato e ragionato dell'informazione per la creazione di nuova conoscenza Conversione della conoscenza in nuova informazione Edizione e pubblicazione 2. Organizzazione/Indicizzazione Cattura e integrazione delle informazioni Descrizione dell’informazione tramite metadati Indicizzazione 3. Archiviazione/Recupero archiviazione di documenti fisici documenti digitali metadati dei documenti e dati ad essi correlati recupero tramite strumenti di ricerca 4. Distribuzione/Networking Trasmissione dell’informazione Servizi di informazione Servizi di distribuzione 5. Accesso/Filtro Localizzazione delle informazioni Selezione dell’informazione rilevante Recupero dell’informazione 1.4. Le organizzazioni come conoscenza e la loro tipologia Knowledge management system (Sistemi di gestione della conoscenza). I Knowledge management system sono sistemi software che supportano le fasi del ciclo dell'informazione e la comunicazione all'interno di una comunità di pratica (ad esempio un'azienda) o di apprendimento (ad esempio una classe "virtuale") anche disperse nello spazio. Dovrebbero assistere le persone ad esplicitare la conoscenza tacita, a reperirla, a condividerla, supportando in particolare le seguenti funzioni: 1) Cattura delle competenze collettive; 2) Controllo per realizzare obiettivi comuni; 3) Integrazione delle conoscenze frammentate. Il fatto che non esista una unica tecnologia software per la Gestione della Conoscenza, ma molteplici tipologie di soluzioni, architetture, approcci non è di per sé indice di scarsa maturità o efficacia, ma deriva direttamente dalla natura multiforme della disciplina e dalle diverse strategie attuate. Alcuni autori hanno proposto un nucleo minimo basato su poche componenti indispensabili: Un sistema di gestione documentale, o eventualmente un vero e proprio Enterprise Content Management System, dotato di sofisticate tecnologie di ricerca; Un sistema di collaborazione, integrato con la gestione documentale; Un sistema di workflow, o sperabilmente un vero e proprio Business Process Management System; Un sistema di registrazione e localizzazione delle competenze individuali e collettive, magari integrato dalla rappresentazione della struttura organizzativa. 1.4. Le organizzazioni come conoscenza e la loro tipologia Strategie di condivisione e gestione della conoscenza. La conoscenza si può accedere in tre fasi: prima, durante o dopo attività connesse alla gestione della conoscenza. Diverse organizzazioni hanno tentato ad utilizzare vari incentivi per raccolta di informazioni, anche rendendo obbligatoria la presentazione dei contenuti e incorporando i premi in piani di misurazione delle performance. Una delle strategie di KM è quella che coinvolge attivamente la gestione della conoscenza (strategia di tipo push). In tale caso, le persone si sforzano di codificare in modo esplicito le loro conoscenze in un “archivio” della conoscenza condivisa, ad esempio un database. Questo approccio è comunemente conosciuto come la codifica della conoscenza. Un'altra strategia di KM prevede la richiesta di conoscenza da parte di individui agli esperti di un particolare argomento (strategia di tipo pull). In tale caso, i singoli esperti sono in grado di fornire le loro conoscenze alle persone che ne fanno richiesta. Questo è anche comunemente noto come l'approccio della personalizzazione della conoscenza. Altre importanti strategie di gestione della conoscenza e strumenti per le aziende/istituzioni comprendono: Premi (come mezzo di stimolo per la condivisione delle conoscenze) Storytelling (narrativa) (come mezzo di trasferimento della conoscenza tacita) 1.4. Le organizzazioni come conoscenza e la loro tipologia Knowledge mapping (una mappa accessibile a tutti della conoscenza all'interno di una società) Comunità di pratica Fiera della condivisione della conoscenza Gestione delle competenze (valutazione sistematica e pianificazione delle competenze dei singoli membri all'interno di un'organizzazione) Software sociale "Archivi" della conoscenza (database) 1.4. Le organizzazioni come conoscenza e la loro tipologia Bibliografia. Per rimandi ed eventuali approfondimenti Capitani P. (2002) Il knowledge management: strumento di orientamento e formazione per la scuola, l'università, la ricerca, il pubblico impiego, l'azienda, Milano, Angeli. Nonaka I. (1991) The Knowledge-Creating Company Harvard Business Review, Nov.-Dec. 96-104 Ikujiro Nonaka, The knowledge creating company: how Japanese companies create the dynamics of innovation, New York, Oxford University Press, 1995.