GLOBALIZZAZIONE Flavia Giattini La globalizzazione comprende tutti i paesi e individui. Comprende: Il settore finanziario Risorse dell’ambiente Settore secondario Settore delle comunicazioni Non esiste solo una globalizzazione. Ce ne sono state tantissime: quelle delle epidemie, della droga, dell’informazione, dell’ambiente e quella delle finanze. ASPETTI POSITIVI E NEGATIVI La globalizzazione ha i suoi aspetti positivi, ma anche quelli negativi: è positiva per il fatto che si va avanti nella tecnologia e nell’economia a livello globale. È negativa perché favorisce l’ omogeneizzazione costumistica, la fine delle particolarità culturali, dell’identità dei popoli, dei gusti personali e della ricchezza delle tradizioni locali. DIRITTI UMANI Gli obbiettivi della pace fra gli uomini e di una nuova armonia è quello di garantire a tutti gli esseri umani la possibilità di vivere dignitosamente. L’ideale di un mondo a cui siano garantiti i fondamentali è fondato sul principio dell’uguaglianza naturale fra tutti gli uomini. Le Nazioni Unite ritengono che agli uomini debbano essere garantiti alcuni bisogni fondamentali come l’ accesso agevole e costante all’acqua potabile etc. e hanno proposto alla comunità internazionale otto obbiettivi prioritari. Uno di questi è sradicare la fame e la povertà estrema. AMBIENTE Dalla metà del secolo scorso, l'uomo ha incominciato ad estrarre le materie prime, necessarie al funzionamento delle macchine e ad inquinare. Per evitare questo fenomeno è necessario ridurre l'impronta dell'uomo. COME RISOLVERE IL PROBLEMA DELL’INQUINAMENTO? È necessario che siano le popolazioni che vivono nei paesi sviluppati a ridurre i loro consumi e le loro produzioni. Possiamo inoltre utilizzare il più possibile la bicicletta per muoverci e non farci accompagnare dai genitori in auto. È necessario ridurre anche gli sprechi di acqua, luce e gas e dobbiamo imparare a riciclare. Noi possiamo dunque, nel nostro piccolo, iniziare ad avere una minor impronta ecologica. LAVORO MINORILE Moltissimi bambini vengono sfruttati nelle fabbriche perché, avendo le mani piccole, riescono a maneggiare e a lavorare meglio il materiale. I bambini lavorano giorno e notte e ci sono bambini dai 3 ai 12 anni che vengono trattati come schiavi e lavorano fino allo sfinimento. Come testimonianza del lavoro minorile c’è la storia di Iqbal, un bambino pakistano di dodici anni che ha osato ribellarsi alla sua condizione di semi-schiavitù come tessitore di tappeti denunciando i suoi sfruttatori. Iqbal, a 5 anni, è stato venduto dai suoi genitori, costretti a pagare i debiti e anche perché il padre del ragazzo era ammalato. Per 6 anni ha lavorato i tappeti per una paga di 55 lire per 12 ore al giorno. Fuori dalla fabbrica Iqbal conosce un leader del Fronte di Liberazione dal Lavoro forzato e il ragazzo comincia a viaggiare e a tenere conferenze sul lavoro. A 12 anni riceve una borsa di studio alla Brandeis University, ma la rifiuta perché vuole aiutare i bambini del suo Paese. Fa costruire una scuola e altri progetti. Denuncia molti sfruttatori di bambini e, a causa di questo, molte fabbriche sono costrette a chiudere. Iqbal è una minaccia per la mafia e per gli sfruttatori che, facendo lavorare i bambini, si arricchiscono. Al ragazzo iniziano ad arrivare minacce di morte. Il 16 aprile Iqbal viene ucciso da un colpo di fucile, sparato da un assassino ancora ignoto. Il “sindacalista” dei bambini viene fermato, ma non la sua causa. Iqbal quando fu ucciso correva in bicicletta: forse pensandosi libero. NO-GLOBAL Movimento no-global o movimento antiglobalizzazione sono locuzioni nate nella stampa italiana per indicare un insieme internazionale di gruppi, organizzazioni non governative, associazioni e singoli individui eterogenei dal punto di vista politico e accomunati dalla critica all'attuale sistema economico neoliberista. La critica principale del movimento è volta verso le multinazionali: secondo gli aderenti, il loro potere è così forte da condizionare le scelte dei singoli governi verso politiche non sostenibili da un punto di vista ambientale ed energetico, imperialiste, non rispettose delle peculiarità locali e dannose per le condizioni dei lavoratori. ORIGINE DEL NOME NO-GLOBAL Il termine "no-global" nasce nella stampa italiana dal nome "Rete No Global Forum" per contrazione dello stesso. Significa anche "coloro che manifestarono ai G8“ e a seguito delle contestazioni del G8 del 2007 in Germania, è entrato nell'uso comune il termine globalcritico.