Progetto Operativo di Assistenza Tecnica - P.O.A.T. Salute Linea 7 Regione Siciliana Supporto Operativo alla diffusione delle competenze in materia di programmazione, adesione a programmi e progetti di ricerca e di cooperazione internazionali, comunitari, nazionali e regionali Palermo – 6 novembre 2013 Dipartimento delle Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (DASOE) Le principali innovazioni di metodo per la programmazione 2014-2020 verso il rispetto della concentrazione tematica e dell’approccio dei risultati attesi - metodo “BARCA” Regione Siciliana ASSESSORATO DELLA SALUTE Indice • Quale è la differenza tra fondi comunitari diretti e fondi comunitari indiretti • Cosa è il metodo «Barca» • Quali sono le prospettive programmazione 2014-2020 della 2 Quale è la differenza tra fondi comunitari diretti e fondi comunitari indiretti Si possono distinguere essenzialmente due tipologie di finanziamenti comunitari Fondi Diretti Fondi Indiretti Finanziamenti la cui gestione è direttamente effettuata dalla Commissione europea che stabilisce autonomamente i criteri e i principi di funzionamento dei vari programmi. Queste risorse finanziarie sono dunque regolate da un rapporto diretto tra la Commissione europea e gli utilizzatori finali. Finanziamenti la cui gestione è demandata agli Stati membri attraverso le Amministrazioni centrali (Ministeri) e regionali. I fondi non sono assegnati direttamente dalla Commissione Europea. Le Amministrazioni centrali e regionali organizzano in linea con i Regolamenti di attuazione le modalità di gestione. 3 Fondi diretti: Iter di erogazione dei fondi La Commissione predispone dei programmi pluriennali La DG competente gestisce direttamente gli stanziamenti previsti attraverso la pubblicazione periodica di bandi comunitari I bandi pubblicati contengono la descrizione del programma, la sua dotazione finanziaria, la procedura e i termini di presentazione delle proposte, l’importo del contributo erogabile, i requisiti minimi per poter partecipare, i criteri di selezione e gli indirizzi utili 4 Chi sono i possibili beneficiari dei fondi diretti? L’UE concede sovvenzioni in modo diretto a coloro (organizzazioni pubbliche o privati, Università, aziende, organizzazioni non governative e, in alcuni casi, persone fisiche) che presentano proposte di progetti atti a promuovere le politiche europee nelle varie aree (ricerca e sviluppo, educazione, formazione, ambiente, protezione del consumatore e della salute e informazione). Esistono innumerevoli tipi di finanziamento disponibili e ognuno ha la sua logica e la sua base giuridica 5 Alcune caratteristiche dei fondi diretti • Quasi tutti i progetti finanziabili sono individuabili in una delle politiche interne all’Unione Europea • La Commissione attraverso questi fondi co-finanzia dei progetti • Il finanziamento viene erogato in più tranche e solitamente è soggetto alla presentazione di rapporti sull’avanzamento delle attività • Tutti i bandi comunitari richiedono la creazione di partnership transnazionali 6 Alcuni Programmi relativi ai fondi diretti – 2007-2013 Ambiente Life + (2007-2013) Marco Polo II (2007-2013) Cultura Cultura (2007-2013) Europa per i cittadini (2007-2013) Media 2007 (2007-2013) Capitale europea della cultura (20072019) Energia e Trasporti Giustizia, Libertà e Sicurezza Daphne III (2007-2013) Programma quadro “Diritti fondamentali e giustizia” (2007-2013) Programma quadro “Solidarietà e gestione dei flussi migratori” (2007-2013) Programma quadro “Sicurezza e tutela delle libertà” (2007-2013) Ricerca 7° Programma quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico (2007-2013) 7° Programma quadro Euratom (2007-2013) Galileo (2007-2013) Occupazione, Affari Sociali e Pari Opportunità Progress (2007-2013) 7 Alcuni Programmi relativi ai fondi diretti – 2007-2013 Relazioni Esterne Strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI) (2007-2013) Strumento per la stabilità (2007-2013) Strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (2007-2013) Strumento finanziario per la promozione della democrazia e dei diritti umani nel mondo (2007-2013) Società dell'Informazione e Imprese Safer Internet plus (2005-2008) eContentplus (2005-2008) Programma quadro per la competitività e l’innovazione (CIP)(2007-2013) Programma per l’innovazione e l’imprenditorialità 2007-2013 Idabc (2005-2009) Salute e Tutela dei Consumatori Programma d'azione comunitaria in materia di politica dei consumatori (20072013) Programma di azione comunitaria in materia di sanità (2007-2013) Programma d'azione comunitaria nel settore della sanità pubblica (2003-2008) 8 Politica sociale: Programma per il cambiamento e l’innovazione sociale (PSCI) Questo strumento costituirà il nuovo programma comunitario per i settori dell’occupazione e degli affari sociali. Sarà strutturato in 3 azioni che riuniscono in un unico quadro di finanziamento i tre strumenti attualmente esistenti: il programma PROGRESS (per l’occupazione e la solidarietà sociale), EURES (la rete di servizi per l’impiego e la mobilità professionale) e lo Strumento Progress di microfinanza Per il nuovo programma è stato proposto un budget di 958,19 milioni di euro 9 Fondi indiretti: Iter di erogazione dei fondi Le risorse finanziarie vengono trasferite dalla Commissione agli Stati membri ed in particolare alle regioni, le quali, sulla base di una programmazione approvata dalla Commissione stessa, ne dispongono l’utilizzazione NB: Queste risorse sono rappresentate principalmente dai Fondi strutturali e dal Fondo di Coesione 10 Qual è l’iter per erogare questi fondi? La Commissione europea definisce, attraverso i Regolamenti la base giuridica per la gestione e le macro priorità Ogni Stato elabora un documento strategico nazionale che rispecchia le indicazioni della Commissione (QSN= Quadro Strategico Nazionale) Le Regioni elaborano un programma operativo regionale (POR) Le Regioni pubblicano periodicamente dei bandi (regionali) 11 Fondi indiretti: Programmazione 2014-2020 La struttura legislativa proposta dalla Commissione per la Politica di Coesione 2014-2020 comprende: • 1 Regolamento generale che definisce le norme comuni e i principi generali dei Fondi • 3 Regolamenti specifici dedicati ai singoli fondi (FESR, FSE, FC) • 2 Regolamenti relativi all’obiettivo di cooperazione territoriale europea e al Gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT) • 2 regolamenti sul Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) e sul Programma per il cambiamento sociale e l’innovazione Il bilancio proposto dalla Commissione è pari a 376 miliardi di Euro (33% budget totale) 12 Tuttavia persistono disparità tra le regioni PIL/pro capite* *indice EU27=100 < 50 75-90 50-75 100-125 90-100 Media 2006 - 2007 - 2008 ► Il superamento di tali divergenze rimane un obiettivo prioritario > 125 Canarie Guyana Riunione Guadalupa/ Martinica Madeira Azzorre Malta © EuroGeographics Association for the administrative boundaries │ 13 Struttura della programmazione Schema della Politica di Coesione 2007-2013 2014-2020 Regioni meno sviluppate Convergenza FESR FSE FC Competitività regionale e occupazione FESR FSE Cooperazione territoriale europea FESR Investimenti nella crescita e nell’occupazio ne Cooperazione territoriale europea Regioni di transizione FESR FSE FC Regioni più sviluppate FESR FSE FESR 14 Cosa è il metodo «Barca» 7 innovazioni di metodo 3 opzioni strategiche riferite a Mezzogiorno Città Aree interne Obiettivi per le 11 aree tematiche individuate per l’intera Unione Europea 15 Le trappole del non-sviluppo «Sono il risultato di scelte consapevoli delle classi dirigenti locali e nazionali. Tali scelte sono dettate dalla convenienza a estrarre un beneficio certo dalla conservazione dell’esistente – giovani non istruiti, accessibilità inadeguate, imprese inefficienti assistite, barriere amministrative all’entrata, ambiente non tutelato, bandi di gara e progetti mal fatti – anziché competere per un beneficio incerto in un contesto innovativo e in crescita – dove i giovani sono competenti, l’accessibilità buona, le imprese inefficienti acquisite da quelle efficienti, l’entrata è facile, l’ambiente è tutelato, bandi di gara competitivi e progetti ben fatti attraggono l’offerta dei migliori. In altri termini, l’azione pubblica è di cattiva qualità non per l’incapacità delle classi dirigenti che ne sono responsabili, ma per la loro espressa volontà» 16 Le innovazioni di metodo, dunque: Mirano a creare per tutti i cittadini opportunità di vita, lavoro e impresa che dipendano il meno possibile da condizioni e luogo di nascita Puntano ad evitare di fare affluire i fondi nelle mani di chi è responsabile dell’arretratezza e della conservazione Cercano invece di aprire varchi per gli innovatori sia nei beni pubblici prodotti, sia nel modo in cui li si produce 17 7 innovazioni di metodo; RISULTATI ATTESI AZIONI TEMPI PREVISTI E SORVEGLIATI APERTURA PARTENARIATO MOBILITATO LA VALUTAZIONE DI IMPATTO FORTE PRESIDIO NAZIONALE 18 RISULTATI ATTESI Gli obiettivi concordati dovranno essere definiti sotto forma di risultati attesi dalle azioni previste, cioè: “cosa” si intende ottenere in termini di qualità della vita delle persone e di progressi delle imprese “dove” e “per chi” Esprimere anticipatamente e in modo misurabile e verificabile i risultati attesi serve a rendere comprensibile “perché” e “per chi” si spendono i fondi Un risultato atteso può essere misurato, in genere, da più “indicatori di risultato” 19 AZIONI In ogni Programma devono essere individuati i risultati attesi essere scelti gli indicatori con cui misurarli essere precisati i metodi con cui rilevare quegli indicatori e le risorse finanziarie e umane per farlo 20 TEMPI PREVISTI E SORVEGLIATI In un programma, il dominio dei tempi è fondamentale, perché è il tempo di avviare una procedura, di progettare, di realizzare, di valutare, che determina il “se” e il “quando” potranno verificarsi le trasformazioni auspicate (i risultati attesi) Il tempo di realizzazione deve pertanto divenire una variabile fondamentale nella programmazione Nel programma operativo, a ogni azione prevista deve essere quindi associato un tempo medio atteso di attivazione (quando comincia) e di conclusione (quando termina), basato su un calcolo il più possibile esaustivo di cosa è necessario (atti formali, condizioni di operatività indispensabili, etc.) affinché quell’azione possa effettivamente essere realizzata 21 APERTURA Le precedenti tre innovazioni non sarebbero efficaci senza due altri requisiti: trasparenza e apertura delle informazioni che quelle innovazioni producono; e rafforzamento delle possibilità di mobilitazione dei soggetti interessati e del partenariato. Per quanto riguarda la trasparenza e l’apertura, le informazioni verranno rese disponibili secondo formati unificati, nazionali, in modo al tempo stesso comprensibile e scaricabile per usi di ogni genere, sulla falsariga del prototipo “OpenCoesione” È questa la condizione affinché i cittadini, singoli o organizzati, possano esercitare una pressione sugli amministratori, spronandoli a far bene. E affinché l’attività di monitoraggio sia di qualità 22 PARTENARIATO MOBILITATO Il principio europeo del partenariato non è una novità, ma a esso dovrà essere data vera attuazione, sia estendendolo alla fase discendente della programmazione (al disegno dei bandi in primo luogo), sia coinvolgendo nella “valutazione pubblica aperta”, oltre alle parti economiche e sociali, tutti i soggetti che dalle azioni che sono potenzialmente influenzati o che alle azioni possano dare un contributo di conoscenza La mobilitazione per ogni intervento anche dei soggetti detentori delle conoscenze rilevanti, sarà soddisfatta indicando in ogni programma i “centri di competenza” rilevanti e il modo in cui essi sono coinvolti 23 LA VALUTAZIONE DI IMPATTO La valutazione non è certo una novità per i programmi dei Fondi strutturali, ma deve salire di rango nello strumentario delle decisioni politiche su cosa fare e non fare E’ importante rafforzare nel sistema l’atteggiamento di disponibilità all’apprendimento dalla valutazione da parte dei responsabili delle scelte La valutazione deve essere sempre più ricerca rigorosa e creativa e sempre meno l’applicazione un po’ stanca di una routine operativa 24 FORTE PRESIDIO NAZIONALE 1. Consolidare la natura non-contrattabile delle “regole del gioco” che saranno approvate nell’Accordo di partenariato (una volta concluso il confronto aperto da questo documento); 2. Prevedere il lancio da parte nazionale di azioni di coprogettazione strategica territoriale in aree selezionate sulla base dei prototipi già avviati con il Piano Azione Coesione 3. Trasformazione del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica in una Agenzia 4. Rafforzare il presidio assicurato dal Dipartimento per lo Sviluppo con la creazione dell’Agenzia 5. ipotetica assunzione da parte del livello nazionale di maggiori ruoli di gestione dei programmi 25 Approccio 2007-2013 2007-2013 Definizione della strategia Analisi del contesto e dei fabbisogni Misurazione dei risultati e impatti Esplicitazione delle azioni Regolamenti CE Razionalizzazione delle finalità 26 27 Lezioni dal passato: il 2000-2006 e 2007-2013 Principali criticità •Fase di definizione - Scarsa attenzione alla misurabilità (fonti ufficiali, sistemi di monitoraggio e indagini ad hoc) - Non sufficiente correlazione tra strategia e indicatori - Target sganciati dalla strategia - Ridondanza •Fase attuativa -Scarso coinvolgimento dei responsabili di misura nella raccolta dati (monitoraggio) -Indagini ad hoc non pianificate e quindi non realizzate -Mancata analisi dell’avanzamento degli indicatori per indirizzare l’eventuale riprogrammazione Approccio 2014-2020 2014-2020 Definizione dei risultati attesi Analisi del contesto e dei fabbisogni Misurazione dei risultati e impatti Concetrazione Territoriale Indicatori correlati ai risultati Scelta delle azioni per conseguire i risultati 29 Alcuni esempi di risultati attesi Obiettivi operativi per alcune aree di policy • Rafforzamento del sistema dell’istruzione Risultati attesi per stessa area di policy Incremento delle competenze degli studenti in matematica • Rafforzare la rete dei servizi di prevenzione e delle attività orientate alle situazioni di maggiore disagio Incremento della presa in carico di nelle aree urbane bambini 0-3 anni da parte dei servizi di cura per l’infanzia • Potenziare i poli sanitari regionali e adottare Presa in carico degli anziani per il tecnologie avanzate per la qualificazione dei servizi servizio di assistenza domiciliare integrata • Potenziare e qualificare l’offerta di ricerca favorendo la creazione di reti tra Università e centri di ricerca e Maggiore presenza di ricercatori nelle sostenendo il trasferimento tecnologico e la imprese diffusione dell’innovazione a favore delle imprese 30 Binomio risultati-indicatori • “I risultati attesi devono esprimere le trasformazioni della realtà a cui si ambisce in modo che esse siano osservabili e scrutinabili dal pubblico” • Misurabili attraverso uno o più indicatori/variabili in modo univoco • Il risultato atteso deve guidare la scelta degli indicatori 31 Definizione e classificazione degli indicatori Indicatori di realizzazione/input Esclusiva dipendenza dalle azioni dei Programmi (Es.: asili nido realizzati, numero) Indicatori di risultato Forte dipendenza dalle azioni del Programma (Es.: copertura dei bambini 0-2 anni, %) Indicatori di impatto/outcome Parziale dipendenza dalle azioni dei programmi (Es.: Tasso di occupazione femminile, %) Le Fonti degli indicatori Monitoraggio Fonte ufficiale Vantaggi Misurabilità Affidabilità Comparabilità Valore normativo Senza oneri finanziari Vantaggi • • • • • Alta correlazione con azioni Misurabilità Senza oneri finanziari Tempestività Territorializzazione dell’informazione Svantaggi Non tempestivi Possibilità di scarsa correlazione Svantaggi Limitato campo d’osservazione • Necessità di metodi comuni di rilevazione della statistica ufficiale per comparabilità Scarsa possibilità della • Occorre piena territorializzazione attenzione da parte dell’informazione dei responsabili del monitoraggio Indagini ad hoc Vantaggi • • • • • Alta correlazione con azioni Copertura di temi non coperti da altre fonti Misurabilità Affidabilità Territorializzazione dell’informazione Svantaggi • • • • Costi Tempestività Necessità di metodi comuni di rilevazione per comparabilità Replicabilità 33 Strumenti per la definizione dei target Indicatori di realizzazione o Dotazione finanziaria disponibile per il risultato atteso di riferimento o Natura stessa delle attività riconducibili al risultato atteso (costi unitari) o Performance raggiunte da interventi similari attuati nell’ambito di precedenti esperienze Indicatori di risultato o Baselines e serie storica per andamento tendenziale in assenza di intervento aggiuntivo o Dotazione finanziaria del risultato atteso o Benchmarking o Target prefissati a livello normativo 34 OBIETTIV O TEMATIC O Obiettivo Tematico 2 Migliorar e l'accesso alle tecnologi e dell'infor mazione e della comunica zione, nonché l'impiego e la qualità delle medesim e INDIRIZZI RISULTATI ATTESI Nella prospettiva di garantire lo sviluppo di capacità di banda larga e ultra larga in funzione dell’evoluzione dei servizi e dei contenuti, è necessario accelerare l’attuazione di strategie e misure soprattutto per ridurre i divari digitali tra i territori e rispetto ai Paesi competitors. L’approccio strategico alla definizione delle priorità di intervento dovrà essere mirato ad assicurare uno sviluppo bilanciato di tutte le componenti dell’Agenda digitale. Occorre in particolare evitare possibili disequilibri (a) tra gli investimenti in infrastrutture di telecomunicazioni e quelli per lo sviluppo di servizi e (b) tra interventi in favore dell’offerta (creazione di public eServices e reti in banda larga) e in favore della domanda (diffusione delle ICT tra le PMI, creazione di competenze digitali, etc.). I requisiti di programmazione dovranno puntare sia sul lato dell’offerta infrastrutturale sia su quello della domanda e dell’offerta di servizi digitali. Non meno importate sarà anche il ricorso ad - Riduzione dei divari digitali nei territori e diffusione di connettività in banda larga e ultra larga coerentemente con gli obiettivi fissati al 2020 dalla “Digital Agenda” europea - Digitalizzazione dei processi amministrativi e diffusione di servizi digitali della PA offerti a cittadini e imprese (in particolare nella scuola, nella sanità e nella giustizia) - Miglioramento della capacità amministrativa delle PA centrali e locali - Potenziamento della domanda di ICT in termini di utilizzo dei servizi pubblici on line e partecipazione in rete - Diffusione di Open data e del riuso del dato pubblico - Rafforzamento del settore ICT e diffusione delle ICT AZIONI PARTENARIATO Beneficiari (stakeholders) Cittadini e imprese delle aree di - Abilitare e potenziare intervento l’offerta infrastrutturale - Sostenere l’offerta di Centri di competenza servizi, la diffusione dell’ICT in settori rilevanti, Agenzia Italia Digitale nonché la promozione di AGCOM, Consip, Mise soluzioni per smart cities - Dipartimento per le and communities Comunicazioni, Miur - Potenziare la domanda di Dipartimento per la servizi avanzati e programmazione e la promuovere gestione delle risorse l’alfabetizzazione digitale umane, finanziarie e - Favorire la diffusione delle strumentali, PCM – ICT nelle PMI Dipartimento Funzione Pubblica. Min. della Giustizia, Min. della Salute, 35 Mibac eIstat OB Tem. Obiettiv o Tematic o9 Promuo vere l'inclusi one sociale e combatt ere la povertà INDIRIZZI RISULTATI ATTESI AZIONI Gli indirizzi strategici per questo obiettivo tematico prevedono l’accesso ai diritti di cittadinanza attraverso un forte coordinamento con l’impiego delle risorse ordinarie. Tale priorità dovrà essere conseguita garantendo la concentrazione delle risorse a sostegno dell’inclusione sociale e della tutela diretta dei diritti di cittadinanza, seguendo l’esperienza degli “obiettivi di servizio” nonché del Piano d’Azione per la Coesione. Per tali ragioni le strategie di indirizzo prevedono: -La necessità di intervenire preventivamente a sostegno delle persone e delle famiglie in occasione di eventi quali la perdita del lavoro o la dissoluzione del nucleo familiare; - La necessità di interventi di carattere preventivo a sostegno delle persone straniere con particolare riferimento alla fase iniziale del loro insediamento nel Paese e a sostegno delle persone in uscita da istituti, strutture di detenzione o case di cura; - attivazione di progetti che prevedono l’intervento sulle persone meno giovani senza dimora; - attivazione di progetti di riutilizzo dei beni confiscati, anche al fine della promozione dell’economia sociale. - Incremento degli interventi di inclusione attiva rivolti alle fasce maggiormente vulnerabili e a rischio di discriminazione; - Realizzazione di interventi di sperimentali di innovazione sociale nell’ambito della integrazione tra sussidi economici e servizi; - Riduzione del numero di persone in condizione di povertà o esclusione sociale; - Riduzione del numero di famiglie con minori in condizioni di povertà assoluta; - Sviluppo della collaborazione in rete tra i servizi dei comuni e i servizi forniti da altre istituzioni con particolare riferimento ai servizi per l’impiego, ai servizi per la tutela della salute, alle scuole; - Potenziamento dei servizi di cura per la prima infanzia e per gli anziani non autosufficienti; - Promuovere imprenditoria da parte dei soggetti non profit; - Miglioramento della qualità della giustizia; - Promuovere servizi integrati a sostegno dei senza dimora; - Potenziamento del sistema informativo delle prestazioni sociali; - Potenziamento dei servizi di cura – child care e long term care, nell’ottica della promozione della partecipazione delle donne al mercato del lavoro e dell’integrazione dei soggetti più vulnerabili e a rischio di esclusione sociale; - programmi di sperimentazione di una nuova Social card, ( sussidio economico e servizi a sostegno dell’inclusione attiva); - diffusione capillare del processo civile telematico e la sua estensione anche ad altre fasi rilevanti per l’attrattività dei territori per gli investimenti; - l’offerta di strutture, interventi e servizi di sostegno/prevenzione alle persone senza dimora o in condizioni di disagio abitativo; - Promuovere iniziative di collegamento scuole-università-imprese sui temi della Responsabilità Sociale delle Imprese (RSI); - Coordinare gli interventi nazionali con i programmi europei “Gioventù in azione” e “Lifelong learning”; - Promuovere i principi della finanza sociale/etica nelle imprese no profit e nelle organizzazioni di Terzo settore; - programmazione sul territorio di attività di sostegno allo spin-off di imprese di inserimento lavorativo. PARTENARIATO Beneficiari (Stakeholders) Cittadini, Cittadini con particolari fragilità, Immigrati, Associazioni del Terzo Settore, Imprese agricole che praticano l’agricoltura sociale, Centri di competenza Ambiti – Distretti sociali e socio sanitari, Amministrazioni locali, Amministrazioni Pubbliche che erogano prestazioni sociali, Associazioni del terzo settore, Associazioni di categoria, Centri per l’Impiego, Comuni, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Italia Lavoro, Dipartimento Politiche per la Famiglia – PDCM, Dipartimento Pari Opportunità, Consigliera Nazionale di Parità, Min. della Salute, Min. delle Infrastrutture e dei Trasporti, Istat, Unità sanitarie locali. 36 Grazie per l’attenzione 37