In Italia, la storia del viaggio inizia nel Medioevo, quando mercanti, pellegrini, artisti, predicatori e perfino banditi percorrevano a piedi o a cavallo le tetre strade della Penisola. Tra le mete più ambite si pone da sempre Roma, vissuta in primis come destinazione religiosa (i pellegrinaggi), culturale (la scoperta dell’Antichità) e come occasione mondana (La “dolce vita”). I primi resoconti dei viaggi, tuttavia, rappresentavano un modello idealistico e limitato, cosicché non possediamo testimonianze attendibili sino al XVIII e al XIX secolo, epoche in cui il viaggio e il racconto di esso divennero una vera e propria moda. A partire dal XVIII secolo il viaggio un divenne un elemento portante nell’istruzione dei giovani aristocratici europei. Durante il Tour, i giovani imparavano a conoscere la politica, la cultura, l‘arte e le antichità dei paesi europei. Passavano il loro tempo facendo giri turistici, studiando, consolidando rapporti tra membri del medesimo ceto, divertendosi, facendo acquisti. Il Grand Tour poteva durare da alcuni mesi a svariati anni; l’Italia divenne una delle mete più ambite dagli Europei; fu resa famosa anche dal ritrovamento delle città romane di Pompei ed Ercolano, che diede inizio al Neoclassicismo. Altre mete ambite furono Francia e Grecia. Una fase fondamentale dell’itinerario era, durante una sosta prolungata a Roma, la esecuzione d'un ritratto da parte di uno degli artisti più in vista al momento oppure l’acquisto di viste del panorama italiano. La maggior parte dei giovani colti compirono il Grand Tour durante il XIX secolo. In seguito, divenne una tendenza di costume anche per le donne. Un viaggio in Italia con la zia come di dama di compagnia faceva parte dell’istruzione della signora d’alta società. L’espressione Grand Tour, compare per la prima volta sulla guida “An Italian Voyage “ di Lassels, pubblicata nel 1698. Tra i più noti diari di viaggio si devono citare Philip Skippon, William Acton, John Evelyn, John Raymond e Richard Lassels stesso. Il Grand Tour fu quindi una tappa basilare della formazione intellettuale ed umana dei componenti dell'alta società, un'esperienza che superava di molto l’esperienza odierna del turismo di massa. Per certi versi, l’eredità di questa tradizione di viaggio può rintracciarsi oggi nel turismo culturale: ancora oggi, infatti, si viaggia alla scoperta dei luoghi importanti nella storia della nostra cultura, in un’ottica che va oltre il semplice concetto di “divertimento= distrazione” e che in questo senso recupera alcuni degli impulsi originari di questo fenomeno setteottocentesco.