Contributo della Diocesi di Piacenza - Bobbio al Sussidio per il 3° anno dell’Agorà dei Giovani Italiani “TOUR DE VIE” Un’esperienza di Viaggio 1. Origine e storia della proposta La proposta, nata dal Settore giovani dell’Azione Cattolica diocesana ormai 9 anni fa, dal 2001 è portata avanti dal Servizio diocesano per la Pastorale giovanile e nel 2009 compirà 10 anni. Era il 1999 quando l’équipe giovani di Azione Cattolica decise di proporre ai giovani (14-30 anni) di tutta la Diocesi un’esperienza di viaggio dal titolo Tour de vie: un viaggio nella vita. Piacenza – Mauthausen – Vienna. Un viaggio nella vita di persone lontane, un viaggio nella sofferenza di interi popoli, guidati dalla voce di un testimone, Roberto Camerani, sopravvissuto alla tragica esperienza dell’internamento nel lager. Un viaggio nella Storia, quella con la ‘S’ maiuscola, ma, contemporaneamente, un viaggio nella storia con la ‘s’ minuscola, quella di Fanz Jägerstätter (1907 – 1943), un semplice contadino austriaco, testimone di una radicalità evangelica che provoca e interroga. Egli fu, in terra austriaca, uno dei pochissimi oppositori al regime hitleriano. Nel 2007 è stato beatificato. Quel viaggio, a cui presero parte 250 giovani, ha segnato l’inizio di un’esperienza che, in questi anni, ha coinvolto alcune centinaia di giovani della Diocesi. Di seguito riportiamo le mete delle nove edizioni del Tour de vie e anticipiamo quella che, probabilmente, sarà la meta del decimo. Tour de vie 1 29 ottobre – 1 novembre 1999 Mauthausen – Vienna (250 giovani) Tour de vie 2 28 aprile – 1 maggio 2001 Croazia (120 giovani) Tour de vie 3 1-2 aprile 2002 Torre Pellice (TO) – Comunità valdesi (150 giovani) Tour de vie 4 25-27 aprile 2003 Taizé (200 giovani) Tour de vie 5 30 aprile – 2 maggio 2004 Svizzera (Schaffhausen, Coira, Einsiedeln, Zurigo) (120 giovani) Tour de vie 6 28-30 marzo 2005 Germania – Stoccarda Tour de vie 7 21-25 aprile 2006 Polonia (Cracovia, Auschwitz, Czestochowa) (140 giovani) 1 (60 giovani) Tour de vie 8 28 aprile – 1 maggio 2007 Francia (Ronchamp, La Tourette, Lione, Arles, Montmajour, Lérins) (100 giovani) Tour de vie 9 1-4 maggio 2008 Spagna (Montserrat, Poblet, Barcellona) Tour de vie 10 agosto 2009 Terra Santa (100 giovani) 2. Descrizione della proposta Destinatari La proposta è rivolta ai giovani dai 16 ai 35 anni. Generalmente, i giovani aderiscono a titolo personale. Negli anni, però, anche diversi gruppi parrocchiali hanno scelto di partecipare, facendo di questa proposta un momento forte dell’esperienza di gruppo. Finalità Duplice è l’obiettivo che, negli anni, ha sostenuto la proposta di questa esperienza di viaggio. C’è un obiettivo che potremmo definire ‘specifico’, che varia di anno in anno. Esso è determinato dalla meta del viaggio. Il consolidarsi della proposta ha portato alla definizione di alcuni criteri per la scelta della meta: interesse culturale, significato ecclesiale, valore artistico… C’è, poi, anche un criterio economico, che guida nella scelta della meta: l’intento è infatti quello di formulare proposte che abbiano un prezzo il più contenuto possibile, per favorire al massimo la partecipazione di tutti i giovani. Negli anni, questo obiettivo ‘specifico’ è stato declinato nella scelta di fare memoria in luoghi storicamente significativi (i luoghi dell’Olocausto), nella scelta di vivere ospiti di una comunità ecumenica (Taizé), di entrare in alcuni monasteri (Lérins, Montserrat, Poblet), di visitare santuari che sono stati e sono particolarmente significativi (Czestochowa, Einsiedeln), di conoscere realtà ecclesiali differenti dalla nostra (le comunità valdesi, la chiesa riformata in Svizzera), di incontrare esperienze come quella del Centro di Spiritualità per giovani di diverse nazionalità di Stoccarda, gestito dalle missionarie secolari Scalabriniane. Al di là della meta che ogni anno viene scelta, la proposta del Tour de vie si pone anche l’obiettivo di valorizzare l’esperienza del viaggiare, esperienza a cui i giovani sono, oggi più che mai, particolarmente sensibili. Il Tour de vie è certamente un tour, ma vuole essere anche, se non soprattutto, de vie, vuole cioè coinvolgere profondamente la vita delle persone che vi prendono parte, perché il viaggiare sia esperienza formativa e non semplice turismo. Il tentativo è quello di proporre un’esperienza contraddistinta da uno stile fatto di condivisione, della fatica e della bellezza, di essenzialità, di preghiera, di contatto il più possibile diretto con la vita (persone, storia, esperienze…) dei luoghi nei quali si sosta. Coinvolgimento - Della comunità ecclesiale Questa proposta, ormai decennale, è entrata, forse anche per la sua ‘longevità’, nella sensibilità della comunità ecclesiale. Ogni anno, si crea una certa attesa per la proposta; inoltre, il numero piuttosto 2 elevato di giovani coinvolti fa sì che un buon numero di comunità parrocchiali abbia incontrato questa esperienza. Talvolta le comunità si sono attivate per sostenere, anche economicamente, i loro giovani che partecipano al Tour de vie. - Dei partecipanti Il Tour de vie, per come è pensato, indubbiamente implica, per i partecipanti, un livello di coinvolgimento personale piuttosto alto, rispetto alle esperienze di viaggio che un giovane solitamente fa. Perché ciò avvenga, negli anni, sono stati messi a punto alcuni ‘strumenti’: • Libretto del Tour de vie. Viene consegnato a ciascuno dei partecipanti. Riporta informazioni, testi di vario genere, articoli di approfondimento legati ai luoghi, alle realtà, alle esperienze, alle persone che si andranno ad incontrare. Inoltre contiene anche i testi delle preghiere. • Diario del Tour de vie. Si tratta di una particolare modalità di coinvolgimento dei giovani presenti: la scrittura di un diario, su cui ciascuno, nel corso del viaggio, può annotare impressioni, pensieri, idee suscitate da quanto visto, ascoltato, incontrato. • Meditazioni dei sacerdoti. Soprattutto negli ultimi anni, si è cercato di coinvolgere in prima persona i sacerdoti che prendono parte al viaggio. Perché questa esperienza non si riduca ad un, pur significativo, viaggio turistico al pari di tanti altri, ma conservi una qualità alta dal punto di vista formativo, si chiede ai sacerdoti di preparare alcune meditazioni di carattere spirituale legate ai luoghi e alle realtà che si andranno ad incontrare. Ciascuno di loro, poi, in momenti appositamente pensati nel corso del viaggio, proporrà ai giovani la propria meditazione, occasione di approfondimento e riflessione personale. • Interventi di alcuni giovani. La stessa cosa, anche se sul versante più artistico-culturale, la si chiede ad alcuni giovani che, per gli studi intrapresi (architettura, accademia di belle arti…), siano in grado di offrire ai presenti qualche strumento in più per apprezzare quello che si ha l’opportunità di guardare. Pare che questa modalità di coinvolgimento sia piuttosto apprezzata, sia da parte dei giovani che devono intervenire (e che per questo si preparano in modo molto accurato), sia da parte degli altri giovani che ascoltano. Cammino di preghiera Nel corso del viaggio, la dimensione della preghiera (personale e comune) è sempre stata valorizzata come elemento irrinunciabile di quello stile di cui si diceva sopra. La preghiera quotidiana (lodi, vespri, celebrazione eucaristica) scandisce le giornate di viaggio. Talvolta, alcune mete (Comunità di Taizé, monasteri, santuari) hanno fatto sì che la dimensione della preghiera assumesse particolare rilievo. Comunicazione La proposta ha, da subito, avuto risonanza sul settimanale diocesano, che, ogni anno, contribuisce alla presentazione del viaggio e, una volta tornati, dà voce ai giovani che vi hanno partecipato. Da alcuni anni, poi, il Servizio diocesano per la Pastorale giovanile si è dotato di un sito internet (www.pagiop.net), su cui vengono pubblicati, oltre alle foto del viaggio, anche le meditazioni dei 3 sacerdoti, gli interventi dei giovani e le pagine del diario. L’intento è quello di condividere il più possibile quello che si è vissuto anche con quanti non erano presenti. Verifica La verifica, solitamente, avviene, per quanto riguarda gli aspetti organizzativi, a livello di segreteria del Servizio diocesano. Durante e talvolta dopo il viaggio, poi, con i sacerdoti accompagnatori e gli educatori o i giovani più grandi si condividono alcune valutazioni che hanno valore di verifica. Tempistica L’ideazione di fondo della proposta si può considerare un dato ormai acquisito (salvo miglioramenti o innovazioni che è sempre possibile introdurre); per quanto riguarda l’idea per ogni singolo anno si viaggia da un anno per l’altro. Alcuni mesi prima della data individuata per il viaggio l’Ufficio diocesano affronta la parte di progettazione pratica (richiesta di preventivi, definizione del programma, contatti con le realtà che si vogliono incontrare…) per uscire con la proposta precisa almeno due mesi prima della partenza. La realizzazione del viaggio richiede alcuni giorni (finora, da un minimo di due ad un massimo di cinque). Finora si sono perlopiù privilegiati i ponti primaverili (25 aprile, 1 maggio). Ambito E’ difficile collocare questa proposta in uno degli ambiti del Convegno di Verona. A seconda della meta del viaggio, ci siamo confrontati con la tradizione, con la fragilità umana, con la cittadinanza. 4