Il ciclo finanziario dell’impresa
 Per ogni fase è necessario assicurare l’equilibrio
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monetario dei flussi di cassa utilizzando sia fonti
di finanziamento esterno che interno;
Minimizzare il costo del capitale acquisito nelle
diverse forme tecnico-contrattuali;
Ottimizzare la struttura finanziaria;
Programmare lo sviluppo nel tempo;
Il modello del ciclo di vita del prodotto può essere
utilizzato anche per individuare le diverse
consistenze dei flussi finanziari che
caratterizzano diversi momenti della vita
dell’impresa.
 Fase di introduzione: utilizzo prevalente del
capitale proprio, crescente indebitamento
strutturato con scadenze a breve,
autofinanziamento contenuto, possibilità di
applicare un differenziale di prezzo positivo;
 Fase di crescita: necessità di ulteriore aumento di
capitale e del livello di indebitamento fino
all’inversione del flusso di cassa, migliora la
capacità di autofinanziamento, raggiungimento
del break even finanziario (diminuzione del tasso
di sviluppo del fatturato, diminuzione
dell’intensità di capitale, aumento della capacità
di autofinanziamento);
 Fase di maturità: il fatturato cresce a tassi sempre
più contenuti fino ad annullarsi, l’intensità di
capitale si riduce marcatamente perché non sono
necessari investimenti in ulteriore capacità
produttiva, si generano elevati flussi di
autofinanziamento, la disponibilità finanziaria
generata consente il graduale rimborso
dell’indebitamento e l’eventuale restituzione del
capitale proprio.
 Al termine del ciclo l’impresa è stata
gradualmente in grado di restituire i fondi ai
diversi soggetti finanziatori insieme alle spettanti
remunerazioni (interessi, dividendi).
Le attività degli intermediari
Si possono utilizzare differenti chiavi
interpretative:
 Prodotti e processi per i pagamenti, gli
investimenti, i finanziamenti e la gestione dei
rischi;
 Segmentazione dei destinatari: private, corporate
e retail banking;
 Esistenza ed estensione della delega conferita dal
cliente: negoziazione in proprio o delegata;
 Tipo di strumenti finanziari: intermediazione
creditizia, mobiliare o assicurativa.
Private banking
 Insieme di prodotti e servizi offerti dall’intermediario
alla clientela privata (persone fisiche individuali e
famiglie), appartenente a categorie di reddito o di
ricchezza finanziaria elevata;
 Alto contenuto di servizio, forte personalizzazione,
orientamento alla continuità ed alla stabilità della
relazione con la controparte, visione integrata ed
unitaria della gestione finanziaria;
 Relationship banking: esercizio dell’attività bancaria
fondato su una relazione forte, duratura, e
multifunzionale con il cliente.
Corporate banking
 Insieme di prodotti e servizi offerti
dall’intermediario alla clientela di imprese di
dimensioni non piccole (in proporzione a quelle
della banca) e dotate di forma societaria;
 Area di attività molto vasta che aggrega prodotti e
processi diversificati per consentire una gestione
della finanza ordinaria e straordinaria
dell’impresa;
 Tendenza verso la definizione di un rapporto
collaborativo/consulenziale con il cliente.
Retail banking
 Insieme delle attività bancarie che fanno
riferimento alla distribuzione al dettaglio di
prodotti/servizi finanziari ai segmenti di clientela
minore (per dimensione individuale);
 La focalizzazione non è sulla componente di
servizio, ma sul livello di efficienza delle singole
transazioni di prodotti/servizi tipicamente
standardizzati;
 L’intermediario segmenta la clientela retail per
omogeneità del bisogno e si avvale delle tecniche
del marketing tradizionale (transaction banking).
Le implicazioni organizzative
 Le attività di corporate, private e retail banking
sono sostanzialmente diverse poiché producono
servizi diversi, impiegando fattori produttivi e
risorse diverse in processi diversi.
 Ciò ha portato gli intermediari a specializzarsi, sia
dal punto di vista societario che organizzativo,
rispetto a queste attività.
 Tipicamente si adotta una struttura organizzativa
divisionale centrata sulle tre aree di attività.
Le tipologie di negoziazione
 Negoziazione in proprio: tutte le attività in cui
l’intermediario si pone come controparte diretta del
cliente nello scambio finanziario. Fanno parte di
questa categoria tutte le attività di finanziamento e di
raccolta. Assunzione diretta di rischio da parte
dell’intermediario.
 Negoziazione delegata: attività di scambio che
l’intermediario svolge in nome e per conto del cliente,
cioè per sua delega o mandato. Diventa fondamentale
l’ampiezza delle delega conferita: si va dall’esecuzione
di ordini (es. incasso/pagamento, compravendita
valori mobiliari), alla gestione del risparmio, fino alla
progettazione e collocamento di valori mobiliari.
…segue
 Servizi di consulenza e di assistenza alla decisione
finanziaria: la decisione finale viene in ogni caso
assunta dal cliente (differenza rispetto alla
negoziazione delegata), ma sulla base di
informazioni e valutazioni fornite
dall’intermediario. Tipicamente questi servizi di
consulenza/assistenza non sono venduti in modo
autonomo, ma hanno una funzione strumentale e
di sostegno alle attività di negoziazione in proprio
e delegata, se queste ultime hanno un basso
contenuto di delega decisionale.
Le tipologie di intermediazione
 Intermediazione creditizia: attività di scambio che
impiega strumenti finanziari non trasferibili e
prodotti appositamente dall’intermediario per lo
scambio; es. prestiti e depositi;
 Intermediazione mobiliare: attività di scambio avente
per oggetto strumenti trasferibili e standardizzati;
 Intermediazione assicurativa: emissione di strumenti
finanziari (polizze) aventi per oggetto il trasferimento
dei rischi puri degli assicurati alle imprese di
assicurazione.
I tre tipi di intermediazione possono integrarsi
reciprocamente.
La Banca
 Criterio di attività minima: raccolta del risparmio
tra il pubblico e concessione del credito;
 Storicamente in Italia operavano banche di
deposito, concentrate sulle brevi scadenze, e gli
istituti di credito speciali specializzati sulla
raccolta e sul credito a medio/lungo termine;
 L’ordinamento italiano dopo la riforma del 1993,
fa proprio il modello europeo di banca universale
che comprende un campo di attività molto ampio;
 Processo di omogeneizzazione lungo; in alcuni
casi la specializzazione è rimasta come scelta
strategica.
Le funzioni distintive della banca
 Svolgimento della funzione monetaria: accettazione
dei debiti bancari da parte del pubblico come mezzo
di pagamento, utilizzo della moneta bancaria;
 Trasferimento delle risorse finanziarie: la banca si
inserisce nel circuito creditizio (negoziazione in
proprio), opera la trasformazione delle scadenze,
svolge la funzione di selezione ex-ante e controllo expost (discrimina i finanziamenti accettabili e non).
 Trasformazione e gestione del rischio:
diversificazione sia dal lato della raccolta che degli
impieghi, utilizzo di contratti a termine e derivati per
il trasferimento dei rischi ad altri operatori.
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VIII^ settimana