IIS Telesi@ Telese Terme
Classe IVE
 La donna nell’antica Roma
non aveva diritti: la divisione
dei sessi nel diritto romano
era una vera e propria norma
giuridica.
 La debolezza del proprio sesso dava alla donna il
diritto di ottenere una speciale protezione, ma nello
stesso tempo la esponeva al rischio di violenza e
oppressione.
 La famiglia romana era patriarcale: il padre aveva il
diritto di vita e di morte sui figli e sugli altri
componenti della famiglia.
 Le donne dovevano accudire i figli e occuparsi della
casa; la loro condizione non era riconosciuta
giuridicamente.
 Il matrimonio romano era un accordo stipulato tra due famiglie: non
esisteva nessun documento scritto, c'era solo la presenza di testimoni al
momento dell'accordo.
 L’età minima prescritta dalla legge per il matrimonio era di 12 anni per
le donne, 14 per gli uomini.
 Oltre al matrimonio legale, l’antichità romana conosceva il
concubinato (convivenza informale).
 In caso di maltrattamento da parte del marito,
la moglie poteva chiedere aiuto
ai propri congiunti di sesso maschile.

La donna si dedicava a
lavori come la nutrice, la
levatrice, l’attrice, la
massaggiatrice, la sarta e la
lavandaia. Accanto ai
mestieri già citati ne
esistevano altri che
tentavano di affrancarne la
condizione: albergatrici,
proprietarie di taverne,
donne legate anche
all’ambiente della
prostituzione, donne
commercianti e proprietarie
di navi.
 Nella civiltà romana gli indumenti principali erano per l’uomo la
tunica, per la donna la stola.
 Inizialmente la toga era portata da entrambi i sessi, poi fu sostituita per
le donne dalla stola. Questa tunica speciale, elaborata per le matrone,
non poteva essere indossata da donne che avessero una cattiva
reputazione.
 Si poteva porre fine ad un matrimonio per “accordo
consensuale” o per volontà unilaterale di uno dei due
partner.
 Nella maggior parte dei casi il marito doveva restituire
la dote alla moglie, tranne nel caso di adulterio .
 Esisteva una categoria di donne le cui
mansioni avevano maggiori affinità con
i privilegi sacrali maschili: si trattava
delle sei vergini Vestali, che avevano
una funzione essenziale e necessaria
per la potenza di Roma.
 L’istruzione dei figli era affidata alla madre;
successivamente i maschi venivano affidati a un maestro.
 Raggiunti i dodici anni terminava l’istruzione mentre i
maschi delle famiglie più ricche continuavano gli studi.
 L’educazione della mente e del corpo forgiava il
comportamento e l’aspetto esteriore del maschio romano
appartenente all’aristocrazia.
 Le donne erano considerate nel Medioevo creature da
proteggere sia dagli altri, che da se stesse.
 Il compito principale assegnato loro, di qualsiasi ceto o
condizione fossero, era quello di prendersi cura della
famiglia a cui appartenevano o presso cui prestavano
servizio.
 Nell’ambito ecclesiastico la donna
era vista come un essere debole e
destinato ad essere soggetto
all'uomo.
 La vita del monastero continuò ad
offrire alle nobili, non maritate,
notevoli possibilità di azione.
 Le monache potevano dedicarsi
alla poesia, alla storiografia, alla
filosofia, alla miniatura di libri,
potevano dare commissioni ad
artisti d'ogni tipo e operare come
amministratrici di estese
proprietà fondiarie.
 Monasteri e comunità femminili
erano a quel tempo le uniche
istituzioni assistenziali esistenti:
fornivano gli unici ospedali, ostelli
per stranieri e scuole.
 Dall'alto Medioevo in poi,
le bambine venivano
educate già dall'età di
sette - otto anni quando,
separate dai bambini,
iniziavano la loro vita di
apprendimento stando
intorno alla loro madre: la
signora del castello.
 Il matrimonio nella società
medievale aveva funzione
procreativa.
 La società medievale non era
strettamente monogama:
consentiva di avere una sola
moglie per volta, ma non negava
al marito il potere di rompere
l'unione a suo piacere.
 La Chiesa ammetteva il
matrimonio come il minore dei
mali: lo favoriva a condizione che
servisse a disciplinare la
sessualità.
 Nel corso del XII secolo
degli eretici, dunque, si
la religiosità delle donne deve aggiungere un'altra
cominciò ad esprimersi categoria perseguitata
al di fuori di qualsiasi
dalla Chiesa: le streghe.
regola monastica,
trovandosi
immediatamente
esposta all'accusa di
eresia.
 All'assurdo massacro
 Si attribuiva alla
donna l'economia
domestica.
 Alla morte del
marito, la vedova
contadina ne
prendeva il posto,
per cederlo poi a uno
dei figli, il quale
avrebbe tenuto con
sé la madre e le
sorelle fino a quando
non avesse fondato
una propria famiglia.
 La donna nobile veniva
caso in cui il re fosse stato assente,
maggiormente considerata, e il
ammalato o morto.
suo ruolo era ancora più rilevante,  L'uomo e la donna, in questo
poiché era lei la generatrice del
particolare caso, erano su un
successore o dell'erede al trono.
piano di parità.
 La donna nobile viveva nel suo
castello, nel quale si occupava
dell'economia domestica e si
dedicava a tempo pieno al lavoro
di tessitura e ricamo di stoffe
pregiate.
 Ai tempi del feudalesimo, la
donna dell’alta nobiltà ricopriva
un ruolo fondamentale, solo nel
 La condizione delle donne nella
famiglia era di totale
subordinazione: esse erano prima
sottoposte all’autorità del padre,
poi a quella del marito; non
potevano compiere atti civili
senza il loro consenso.
 Per quanto riguarda l’eredità, le
donne ne erano escluse .
 La scelta del marito dipendeva
dalle classi sociali cui
appartenevano.
 Il ruolo del marito era quello di
fornirle un riparo e di provvedere
al suo mantenimento.
 La donna del rinascimento
sembra quasi senza volto mentre
l’uomo ha molti volti ben
individuabili: il guerriero, il
principe,l’artista, l’ecclesiastico e
il mercante.
 Da adulta la vita della donna era
un ciclo continuo: parti e
allattamenti. Essere incinte
costituiva un segno di grande
onore.
 Nel 1500 l’abbigliamento
subisce un arricchimento
nei ricami e nei tessuti.
 Le donne portavano ancora
vestiti interi che ne
modellavano il corpo.
 Le vesti lunghe e
voluminose mettevano in
evidenza la vita stretta dal
busto.
 Gli uomini abbandonavano i
vestiti ampi,lunghi e
drappeggiati per vestire
brache e farsetti (simboli
della superiorità maschile).
 La camicia era usata da uomini e
donne. Solo nel 1400 verranno
distinte in camicie maschili e
femminili.
 La moda voleva che la camicia
fosse l'indumento d'obbligo per
"la decenza" di un uomo.
 Nel 1600 i pantaloni saranno
tanto larghi da far concorrenza
alle gonne.
 Nel 1700 tornerà prevalente(tra i
ceti medi e alti) il pantalone
attillato.
 Dal rinascimento fino al 1600 il
trucco delle donne era molto
appariscente.
 Le dame si preoccupavano di
schiarire i propri capelli e di
ampliare la fronte depilandosi
l'attaccatura dei capelli.
 Le arti cosmetiche, che fino al
1300 erano tramandate oralmente,
grazie all'invenzione della stampa,
furono raccolte in libri di "segreti"
e ricette di bellezza.
 Il candore della pelle, preservato
riparandosi dai raggi del sole, era
indice di stato adagiato e rimase
un fondamento della moda per i
tre secoli successivi .
 Gli uomini si tingevano di scuro la
barba in quanto evidenziava la
forza maschile.
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UOMO & DONNA A CONFRONTO NELLA STORIA