LIMITI DI FUNZIONI REALI •Intorni •Introduzione alla definizione di limite •Il limite di una funzione •Proprietà dei limiti •Operazioni con i limiti •Il calcolo dei limiti INTORNI Intorno del punto x0 e raggio r>0 (x0,r ) Ixo,r = {x , |x-x0|<r} |x-x0|<r -r< x-x0<+r x0 –r < x < x0+r r r x0 –r x0 x0+r ESEMPI |x|<3 |x -1|<4 |x -2|<0,1 |x|<0,01 -3 < x < +3 (x0= 0, r= 3) -3 < x < +5 (x0= 1, r= 4) +1,9 < x < +2,1 (x0= 2, r= 0,1) - 0,01 < x < + 0,01 (x0= 0, r=0,01) I ½.0,1 = + 0,4 < x < + 0,6 x0= ½, r=0, 1 = {x , |x- ½ |<0,1} INTORNI DELL’ INFINITO Intorno dell’infinito e raggio M>0 (M +) IM = {x , |x|>M} |x|>M x< -M o x >+M x< -M x >+M -M 0 +M INTORNI DI + E DI - Intorno di + e raggio M>0 (M +) I+ M = {x , x>M} x>M 0 +M Intorno di - e raggio M>0 (M +) I- M = {x , x<-M} x< -M -M 0 ESERCIZI Determina centro e raggio dei seguenti intorni r =(b-a)/2; x0=(a+b)/2 (-3;2) r = [2-(-3)]/2=5/2 e x0 = [2+(-3)]/2=- ½ (√3;3√3) r = [3√3 -(√ 3)]/2= √3 e x0 = [√3+(3√3)]/2= 2 √3 (-; -10 000) centro - e raggio M = 104 (108;+ ) centro + e raggio M = 108 ESERCIZIO Dati I2,4 sull’asse delle ascisse e J-1,3 sull’asse delle ordinate, determina l’area del rettangolo individuato dal prodotto cartesiano IJ. Area = 48 u2 INTRODUZIONE AI LIMITI La definizione di limite, posta alla base del calcolo infinitesimale, non è dovuta ai fondatori di tale calcolo- che sono Gottfried Wilhelm Leibniz (16461716) e Isaac Newton (1642-1727). Il calcolo infinitesimale permise di risolvere problemi scientifici e matematici che fino ad allora non avevano trovato un’adeguata soluzione. Dal punto di vista matematico c’era però una criticità: i metodi del calcolo funzionavano ma non si sapeva spiegare il perché. LA VELOCITÀ ISTANTANEA La velocità media di un corpo puntiforme è definita tramite il rapporto dello spazio percorso e il tempo impiegato a percorrerlo: v=s/t (oppure scriviamo v=Ds/Dt) Viene dunque spontaneo definire la velocità istantanea come il valore (limite) di questo rapporto al tendere a zero dell’intervallo di tempo considerato. La velocità istantanea è dunque il rapporto di due quantità infinitesime o, come diceva Newton, “l’ultimo rapporto di due quantità evanescenti”. COME ARGOMENTAVA NEWTON NEL "PHILOSOPHIAE NATURALIS PRINCIPIA MATHEMATICA" “Si può obiettare che l’ultimo rapporto di due quantità evanescenti non è nulla, perché prima che esse svaniscano il loro rapporto non è l’ultimo, e allorché sono svanite non ne hanno più alcuno. Ma è facile rispondere […] l’ultimo rapporto delle quantità evanescenti deve essere inteso come il rapporto fra dette quantità non prima che siano svanite, e nemmeno dopo, ma nell’istante stesso in cui svaniscono”. NECESSITÀ DI UNA DEFINIZIONE FORMALE Si pone allora il problema di fissare l’”attimo fuggente” in cui le “quantità“ svaniscono. Si può pensare che le uniche tre possibilità siano: s/t rapporto tra quantità finite allora è una velocità media (con t molto piccolo) s/t entrambe nulle, ma allora non possiamo dividere per 0. s/t in un certo istante svaniscono allora c’è una quantità infinitesima atomica di cui non se ne può trovare una più piccola ma ciò contrasta con l’esistenza di grandezze incommensurabili, già noto al tempo dei Greci (√2) CAUCHY Si deve a A. L. Cauchy e, soprattutto, alla successiva formalizzazione di A. Weierstrass, una definizione rigorosa di limite e, mediante essa, una costruzione rigorosa dell'analisi matematica. Cauchy assunse come fondamentale il concetto di limite di D'Alambert, ma gli conferì una maggiore precisione. Egli formulò una definizione relativamente precisa di limite: "Quando i valori successivi attribuiti a una variabile si avvicinano indefinitamente a un valore fissato così che finiscono con il differire da questo per una differenza piccola quanto si vuole, quest'ultimo viene detto il limite di tutti gli altri". CAUCHY La definizione di Cauchy, come leggiamo, faceva uso di espressioni come "valori successivi" o "avvicinarsi indefinitamente" o "così piccolo quanto si vuole". Per quanto suggestive queste definizioni sono nondimeno prive di quella precisione che generalmente si esige dalla matematica. WEIERSTRASS Nelle sue lezioni Weierstrass definiva il limite della funzione f(x) nel punto x0 nel modo seguente: "Se data una qualsiasi grandezza e, esiste una h0, tale che per 0<h<h0 la differenza f(x0±h)-L è minore di e in valore assoluto, allora L è il limite di f(x) per x=x0". Oggi la h0 di Weierstrass viene spesso sostituita da un'altra lettera greca, d. DEFINIZIONE: si dice che l è il limite della funzione y=f(x), per x tendente ad c e si scrive lim f(x)=l xc Se per ogni intorno Jl, di centro l, esiste Ic di centro a tale che: x (x Ic e x c) f(x) Jl . NB: l’intorno Ic sta sull’asse delle x l’intorno Jl sta sull’asse delle y DEFINIZIONE (con e e d): si dice che l è il limite della funzione y=f(x), per x tendente ad c e si scrive lim f(x)=l xc Se per ogni e > 0 esiste d > 0 tale che: x (|x -c|< d e x c) |f(x) - l |< e. NB: Ixo,r = {x , |x-x0|<r} dunque Ic,d = {x , |x-c|< d} Jl,e = {y , |y-l|< e} ESERCIZI Dimostrare che Disegnare il grafico della funzione definita per casi E dimostrare che