Emergenza bambino : alcune riflessioni
sociali e occupazionali
Agostino Messineo
apsso
Associazione Prevenzione Salute Sicurezza Onlus
l’emergenza “macroscopica”
• Puo’ conseguire a patologie
improvvise o croniche riacutizzate
• Ma sovente esistono condizioni che
favoriscono l’instaurarsi di
condizioni critiche e gli aspetti
“organizzativi” “formativi” e “gestionali”
costituiscono importanti fasi di
prevenzione primaria e secondaria ,
volte cioe’ a eliminare o ridurre in modo
significativo il rischio
Ne sono esempi
• La “formazione” del soggetto diabetico per
evitare aggravamenti ,la riduzione della
esposizione a condizioni di rischio a casa
e in luoghi di lavoro, la corretta istruzione
dei genitori sulle procedure da adottare
per fronteggiare crisi comiziali o in
generale per prevenire o fronteggiare
qualsiasi improvviso aggravamento di
patologie preesistenti
Un primo aspetto emergenziale
E’ francamente collegato all’alta
percentuale di obesita’ nei giovani a
causa di inadeguata educazione
nutrizionale : un recente studio
osserva già in età prescolare su
1455 bambini delle scuole materne a
Bari il 14,2% in sovrappeso, ed il
7,0% obeso (2012)
E del resto vi sono dati
preoccupanti in Europa
secondo il rapporto Health at a Glance Europe 2010
negli ultimi 20 anni il tasso di obesità nell’Ue è
più che raddoppiato, e se alcuni Paesi Gran
Bretagna (24,5%), Irlanda (23%) e Malta (22,3%)
quasi un quarto della popolazione soffre di gravi
problemi di sovrappeso ed anche in Italia già più di
un bambino su tre di età compresa tra i 6 e gli 11
anni pesa troppo, mentre il 12,3% dei bambini è
obeso e il 23,6% è in sovrappeso, tendenza
destinata ad aumentare, poiché soltanto un
giovane su cinque pratica regolarmente
un’attività fisica
Anche la ricerca OKKIO alla
salute
• Ha evidenziato il problema segnalando come
nel Sud esista una vera emergenza
nutrizionale per i giovani
Le cause sono da
ricondurre alla ridotta
attività fisica dei giovani ,
alla attrattività delle
attrezzature informatiche
(videogiochi,computer) dei
take away e del cibo
“spazzatura” ,all’assenza di
politiche nutrizionali a livello
locale
Le istituzioni sanitarie pubbliche
Per anni hanno predisposto corsi a tutti
I livelli, informato nella scuola educatori
ed allievi, stampati opuscoli e
incentivata utilizzazione di frutta,
verdura ed alimenti sani sotto il profilo
nutrizionale
Tutte attività inutili e vanificate in pochi
giorni se vi è collocazione nei pressi delle
scuole di distributori automatici di
merendine ipercaloriche favorite dalle
politiche economiche ed industriali
Occorre promuovere urgenti
misure di prevenzione
il 41% dei bambini è oggi dipendente dal cibo
spazzatura e ad aggravare il quadro il 23% dei genitori
dichiara che i propri figli non
Consumano quotidianamente
Frutta o verdura. Tuttavia se
ambedue i Genitori lavorano
Il ricorso al fast food o a
merendine ipercaloriche
talvolta puo’ sembrare per
loro una soluzione
Cibi raffinati, hamburger, patatine fritte,
bibite e merendine dolci
Secondo alcune ricerche
USA creerebbero una
dipendenza simile a quella
da nicotina e droga. Paul
Johnson e Paul Kenny, Istituto Scripps –
Ed hanno
descritto nei topi i
meccanismi che danno vita
al vincolo con vere e
proprie crisi di astinenza
quando si cerca di smettere
di mangiare i piatti piu'
saporiti ma meno salutari
Jupiter Florida
Ma attenzione
• i bambini in sovrappeso o obesi
hanno un rischio maggiore di
insorgenza di gravi patologie in età
adulta (diabete mellito tipo II,
ipertensione arteriosa, malattie
cardio e cerebro-vascolari,
dismetabolismi, cancro della
mammella e del colon-retto, ecc.)
Alle autorità locali
chiediamo
sinergia e perche
no’..disposizioni
per assicurare un
alto livello di
prevenzione
Per esempio rendendo
obbligatorio il parere dei
SIAN delle ASL sulla
eventuale collocazione di
distributori di merendine
in edifici pubblici comunali
e soprattutto nelle
adiacenze delle scuole del
territorio
Altri aspetti
emergenziali :
gli infortuni
domestici
I gruppi di popolazione più a rischio,
sono le fasce di età estreme ( età 0-18, e
anziani over 65). L’infortunio per i giovani
è caratterizzato da eventi legati ad
elementi strutturali della abitazione
(mobili , abitazione e pavimenti) .Tra le
bambine il forno svolge un ruolo
importante. Gli incidenti avvengono,
principalmente, in cucina e in soggiorno,
seguono camera da letto e scale esterne,
rispettivamente per maschi e femmine,
nei primi anni di età. Le conseguenze
sono le ferite agli arti superiori ed al
capo.
Il ricorso al pronto
soccorso
riguarda prevalentemente i maschi di età 1-3
anni (43,73x1000 maschi e 36,61x1000
femmine). Pavimento bagnato, contatti
accidentali impropri, ingestione di tossici ,ustioni
e ingestione di oggetti, cadute dall’alto (scale es)
possono essere cause frequenti di eventi
infortunistici .
Infortuni domestici
• Il rischio è stato identificato come
maggiore:
• nei bambini da 0 a 4 anni (circa 50
visite al pronto soccorso su 1000)
• Un intervistato su 4 ha dichiarato di
aver ricevuto informazioni su come
prevenire questo tipo di infortuni. Tra
coloro che hanno ricevuto
informazioni sulla prevenzione
(genitori o parenti) , ben il 30% ha
riferito di aver modificato
comportamenti o adottato misure
preventive per rendere l’abitazione
più sicura
Occorre considerare che i bambini
sono caratterizzati da
• spiccata curiosità, minore
percezione del rischio , limitata
abilità a reagire prontamente in
situazioni pericolose ; inoltre gli
ambienti nei quali trascorrono la
maggior parte della giornata, non
sono stati creati a loro misura, per
cui capita che mossi da curiosità e
desiderio di esplorare si espongono
a rischi non adeguati alle loro
esperienza e alla loro capacità di
valutazione e di gestione
Il rischio aumenta
quando vi sono inosservanze o inadempienze
relative alle basilari norme di sicurezza delle
abitazioni e delle apparecchiature in essa presenti, ed
alla insufficiente attenzione dei genitori
Possono influire fattori psico-sociali personali (difetti di
intelligenza, turbe psicomotorie, iperattività,
eccessiva aggressività ecc. e
fattori psico-sociali ambientali (cultura della violenza,
carenze educative, stili di vita incongrui, insufficiente
protezione nei primi anni di vita del bambino da parte
della famiglia, instabilità e conflitti familiari)
Occorre incrementare
• Prevenzione attiva = azione nella scuola e sui g
diffusione di una cultura della sicurezza, educaz
rischio con informazioni che riguardano i princip
presenti nell’abitazione legati anche alla crescita
sviluppo del bambino, evitando allarmismo.
• La prevenzione passiva consiste nell’impiego di
dispositivi di protezione o sicurezza che agisco
autonomamente ed indipendentemente dall’int
umano.
Ci chiediamo ad esempio
quante famiglie conoscano
• Sufficientemente il
significato
delle simbologie di sicurezza
europee che obbligatoriamente
devono essere apposte sui
prodotti chimici pericolosi e
Che spesso contrassegnano
Prodotti di pulizia o domestici
Conservati in casa senza
cautele
Inadeguatezza delle previsioni
regolamentari
• Gli interventi normativi non
sono sufficienti a ridurre l’entità
del fenomeno; c’è bisogno di
sviluppare strategie complessive
(promozione di campagne, nei
luoghi maggiormente
frequentati dai bambini, di
misure di sicurezza strutturale e
impiantistica, oltre che
l’adozione di comportamenti
adeguati).
• L’ informazione degli adulti è
fondamentale per promuovere
l’acquisizione di comportamenti
“sicuri”
Un ruolo importante
E’ svolto dal pediatra (interlocutore
privilegiato come il MMG)
Infatti il MMG fornisce informazioni
ai genitori sui rischi di incidente
domestico ed su semplici misure di
sicurezza da adottare
Cio’ puo’ costituire uno degli aspetti
principali della attività di educazione
e prevenzione , attività oggi molto
disomogenee e spesso residuali
rispetto alla visita medica, agli
accertamenti diagnostici correlati ed
alla prescrizione farmacologica e
strumentale
In seconda battuta
• programmi di prevenzione, realizzati attraverso
specifici interventi ed utilizzando una metodologia di
tipo attivo, partecipativa per un’adeguata
consapevolezza delle situazioni di rischio, sono stati
realizzati dalle ASL e sono rivolti per lo più ad
insegnanti e bambini (scuola materna) o ragazzi
(scuola primaria) solo alcuni prevedendo il
Tali interventi si propongono di:
• – far conoscere e saper individuare le principali fonti di rischio
rispetto ad una situazione di emergenza
• -far conoscere e saper gestire in maniera efficace le proprie
componenti emotive e razionali di fronte ad un rischio o ad un
pericolo
• – rendere le persone capaci di adottare atteggiamenti e
comportamenti sicuri ed adeguati in una situazione di pericolo
Aspetti
problematici
• Sono ancora interventi limitati per quanto riguarda il
coinvolgimento di grandi numeri di giovani
• Sono attività che necessitano di “alleanze trasversali”
con comuni, enti locali, associazioni professionali ed
istituzioni varie per cercare di coinvolgere con la
massima efficacia il maggior numero di giovani utenti
sopperendo – di fatto – ad una carenza formativa
scolastica e familiare sulla prevenzione ancora attuale
Occorre investire in politiche,
azioni e infrastrutture
sostenibili per indirizzare
i determinanti della salute;
creare e premiare competenze per
lo sviluppo politico, la capacità di
guida, la pratica della promozione
della salute, la diffusione delle
conoscenze, la ricerca e
l’alfabetizzazione sanitaria in ogni
amministrazione
Ed anche
associarsi e
costruire alleanze
• tra il settore
pubblico, quello
privato, le
organizzazioni
non governative e
la società civile
per creare azioni
sostenibili.
dobbiamo tutti tenere presente che una efficace comunicazione
con i cittadini deve essere di supporto agli interventi di
promozione della salute
“comunicare
il rischio è il
principale
lavoro del
medico”
Richard Smith BMJ
27-9-2003
E questo è un altro problema
Le tecniche della comunicazione con i pazienti ed i
bambini non vengono insegnate nel corso di laurea in
medicina e neppure in molte delle scuole di
specializzazione : dobbiamo con la pratica affinarle
Minori al lavoro , altro fattore di criticità
• Nel mondo circa 200 milioni di
minori lavorano, spesso a tempo
pieno, e sono privati di
un’educazione adeguata, una buona
salute e del rispetto dei diritti umani
fondamentali.
• Di questi, circa 126 milioni — ovvero
1 ogni 12 bambini al mondo — sono
esposti a forme di lavoro
particolarmente rischiose, che
mettono in pericolo il loro
benessere fisico, mentale e morale.
Infine circa 8 milioni sono
sottoposti alle peggiori forme di
lavoro : schiavitù, lavoro forzato,
sfruttamento nel commercio
sessuale, nel traffico di stupefacenti
e l’arruolamento come bambini
soldato in milizie.
La Convenzione n. 138 dell’ILO sull’età minima, adottata nel 1973, è
già stata ratificata dall’80 per cento degli Stati membri
•
Il lavoro minorile è un pressante
problema economico, sociale e
umano anche se sta diminuendo in
tutto il mondo . Se la tendenza
continuerà, le peggiori forme
potrebbero essere eliminate entro
dieci anni come esito di un grande
movimento internazionale impegnato
contro il lavoro minorile. I risultati
sono evidenti nel numero di paesi che
ratificano la Convenzione n. 182
dell’ILO sulle peggiori forme di lavoro
minorile, che, dal 1999 è stata
ratificata dalla quasi totalità degli Stati
membri.
Povertà ed emarginazione
con conseguente degrado sociale, sono
fattori che determinano fenomeni di
sfruttamento del lavoro minorile
Se non si aggrediscono le cause
profonde della povertà con interventi
non caritatevoli ed emergenziali ma
strutturali , si continuerà a cercare di
sanare per via giuridica e con qualche
azione compensatoria un problema
sociale non risolto per precise
responsabilità di modelli e gruppi
dominanti
In Italia
• Il lavoro minorile, cioè il lavoro che
impiega mano d'opera di età inferiore ai
14 anni, è vietato dalla legge 977 del
1967. In realtà, molti bambini lavorano
(aiuto ai genitori, nella gestione di bar,
ristoranti, distributori di carburante,
pizzerie; come addetti a piccole consegne)
ma spesso lavorano anche fuori
dall'ambito familiare.
• Vi sono pochi dati ufficiali e a volte, non
è facile distinguere tra lo sfruttamento del
lavoro minorile e il semplice aiuto nelle
attività familiari, che, se svolto entro certi
limiti, può anche rappresentare un
momento educativo ed è comunque
tollerato …
Secondo l’Istat
In Italia lavorano circa 490.000 minori in
condizioni che dipendono anche dalle
condizioni socioeconomiche della
famiglia: nella piccola borghesia
imprenditoriale si lavora soprattutto con
i genitori nell'azienda familiare, mentre
nelle famiglie più povere si lavora per lo
più fuori dall'ambito familiare, o per
conto terzi. In questo secondo caso la
situazione è peggiore, perché non di
rado si arriva a casi di vero e proprio
sfruttamento. Indipendentemente dai
settori in cui sono impiegati, ai
giovanissimi lavoratori sono affidati
compiti generici, di servizio o di
manutenzione del posto di lavoro.
L’orario di lavoro
E’ molto variabile. Molti piccoli
studenti-lavoratori svolgono un
vero e proprio "part-time",
dedicando al lavoro buona parte
del pomeriggio. D'estate poi, il
tempo di lavoro comprende
spesso l'intera giornata. Le
retribuzioni, quando ci sono,
sono bassissime; oppure i bimbi
vengono ricompensati in natura,
soprattutto i più piccoli, con
regali e regalini personali o
alimenti che è possibile portare
a casa per il consumo familiare.
IL LAVORO FEMMINILE
• Il lavoro delle femmine si svolge
in prevalenza tra le mura
domestiche ed è a volte così
gravoso da compromettere la
frequenza scolastica (o
comportare l’abbandono degli
studi). I genitori attribuiscono
spesso scarsa importanza al iter
scolastico delle figlie, per cui
l’abbandono della scuola non è
vissuto come problema
soprattutto per i ceti più modesti,
dove il futuro delle fanciulle viene
associato alla casa, al matrimonio
e ai figli che verranno e di meno al
lavoro .
…secondo dati recenti forniti dalla Caritas
• nel nostro Paese ci sarebbero circa 80.000
stranieri con meno di 14 anni di età . Non si sa
con certezza quanti di questi bambini lavorino,
ma in almeno tre comunità di immigrati
sembra particolarmente frequente il ricorso al
lavoro minorile: la comunità cinese, quella
magrebina e quella Rom.
COMUNITA’ CINESE E MAGREBINA
• Praticamente tutti i minori
delle famiglie cinesi in Italia
sembrano essere coinvolti in
attività lavorative: nel periodo
della scuola dell'obbligo si parla
di 3-4 mila bambini lavoratori
cui si deve aggiungere un altro
50% nella fascia di età tra i 15 e
i 18 anni.
• Per la comunità magrebina non
abbiamo cifre affidabili:
tuttavia, si sa che l'età dei
bambini lavoratori varia tra gli
8 e i 16 anni e che i minori sono
spesso impiegati in attività di
venditori ambulanti e in altre
precarie attività di strada.
COMUNITA’ ROM
• Nella comunità Rom, soprattutto se minori di
14 anni, si è spesso impiegati per compiere
furti, vendere fiori o chiedere l'elemosina; per
quanto riguarda l'attività del furto, questo
accade perché a quell'età non si può essere
imputati di alcun reato.
• Giovanissimi rumeni spesso in brevi soggiorni
sarebbero utilizzati, spesso con disabilità , per
elemosinare o svolgere attività “di strada”
INFORTUNI APPRENDISTI E MINORI
• Ed i minori e gli apprendisti sono anche
soggetti che si infortunano con maggiore
frequenza, sia perché la formazione nei loro
confronti è spesso inadeguata, sia perché
oggettivamente spesso assegnati ad attività
con basso livello di tutela e di sicurezza
organizzativa
il primo contatto dei giovani con il
mondo del lavoro
• Avviene grazie a una
occupazione stagionale
(il 71,7%), quasi sempre
per meno di 3 mesi
l’anno (82,6% dei casi).
Solo il 12,6% dei giovani
interpellati ha
“confessato” di non
essere andato a scuola
per lavorare.
Quasi un quinto
lavora in bar,
ristoranti e alberghi ,
seguono i negozi
(14,9%) e la
campagna (14,1%).
L’11,4% dei ragazzi
lavora in casa propria,
il 9,6% presso parenti
e altre persone. *
False Hogan, a lavoro anche minori e disabili
Napoli, 23-10-2012
• Undici le persone denunciate. Le dieci persone trovate
all'interno della fabbrica, nel quartiere Ponticelli,
percepivano settimanalmente 100 euro per circa 40 ore di
lavoro.
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