CONVEGNO NAZIONALE
“Se mi lasci non vale”
Napoli, 20 – 22 aprile 2012.
Se si perdono loro ( i ragazzi più difficili) la scuola non è
più scuola.
E’ un ospedale che cura i sani e respinge i malati”
(Don Milani)
Speranzina Ferraro
D.G per lo Studente
Cosa si intende per dispersione scolastica
In Italia il concetto di dispersione scolastica racchiude
diversi fenomeni:
• evasione dell’obbligo,
• abbandoni della scuola secondaria superiore,
proscioglimento dall’obbligo senza conseguimento
del titolo,
• ripetenze e bocciature,
• assenze ripetute e frequenze irregolari,
• ritardi rispetto all’età regolare,
• basso rendimento,
• assolvimento formale dell’obbligo con esiti scadenti.
Dispersione Scolastica
Fenomeno complesso, non riconducibile a interpretazioni
univoche di causa effetto, che va analizzato con
approccio sistemico, che tenga conto:
- della realtà della persona,
- del contesto sociale di riferimento,
- delle disuguaglianze del contesto sociale, economico e
culturale,
- dell’interazione continua tra condizioni esterne e interne
alla scuola.
Abbandono scolastico
• Fenomeno complesso che fa riferimento a tutte le
forme di abbandono dell’istruzione e della formazione
prima del completamento dell’istruzione secondaria
superiore o dei circuiti di formazione professionale.
• Esso è spesso frutto di percorsi scolastici difficili,
segnati da insuccessi e ritardi, ma può dipendere anche
da una sfiducia della famiglia nella scuola o da necessità
di carattere economico o, in alcune aree geografiche più
forti dalla maggiore attrattività di esperienze lavorative.
“Early school leavers” in Europa
• L’Europa utilizza l’espressione “early school leavers”
per indicare la percentuale di giovani fino ai 18 anni in
possesso solo del titolo di istruzione secondaria di 1°
grado.
• Eurostat invece definisce “abbandono precoce” la
percentuale di giovani 18 – 24 enni con la sola licenza
di scuola sec. di primo grado e che non frequentano
percorsi di istruzione/formazione.
• Una parte di questi ultimi oltre a non essere inserita in
percorsi di istruzione/formazione non lavora: sono i
cosiddetti NEET.
Le cause
Non esiste causa univoca per fenomeni così complessi.
La dispersione scolastica è anche intesa come indicatore dell’efficacia
e della qualità dell’offerta formativa, nel senso di essere indicatore
di carenze della scuola.
Sia la dispersione che l’abbandono sono influenzati da fattori educativi,
da circostanze individuali e da condizioni socio-economiche.
Esiste infatti una correlazione tra dispersione scolastica e condizione
socio-culturale della famiglia, tra dispersione e irregolarità della
carriera scolastica, tra dispersione e dinamiche soggettive, come
demotivazione e emarginazione, tra dispersione e realtà
extrascolastica.
Si tratta di un processo che spesso si manifesta già nella scuola
primaria con i primi fallimenti e irregolarità, che poi esplode
nella scuola secondaria di 2° grado.
Alcuni dati: Europa
Early school leavers (18 – 24) %
EU 27
2000
2008
2009
17.6
14.9
14.4
Italia
25.1
19.7
19.2
( Fonte: EUROSTAT)
Nel giugno 2002 il Consiglio UE ha adottato la strategia
“Europa 2020”, che si fonda su: crescita intelligente,
crescita sostenibile e crescita inclusiva. Uno dei 5
grandi obiettivi è la riduzione, entro il 2020, del tasso di
abbandono scolastico nell’UE a meno del 10%.
L’abbandono in Italia
Italia
2000
25.1
2008
19.7
2009
19.2
Ci sono stati progressi, ma mentre in Europa il tasso medio è del
14%, in Italia è del 19,2%, che sta ad indicare un malessere
maggiore.
Il numero in termini assoluti di giovani di età compresa tra i 14 e i 18
anni che abbandonano la scuola è di circa 190 – 200.000: un
numero enorme, che rappresenta un fenomeno con risvolti
educativi ma anche sociali ed economici, che richiede un
approccio multidimensionale e un’azione strategica integrata
e sistemica.
I dati degli abbandoni sono riferiti alla scuola secondaria di 2°
grado, ma è probabile che le cause e i presupposti siano da
ricercare molto prima, all’avvio della scolarizzazione stessa.
Percentuale 18-24enni con la sola licenza media e non
più in formazione: Campania- Rilevazione MIUR 2007
Il totale degli studenti che nell’anno scolastico 2006/2007
hanno abbandonato gli studi in Campania è il più alto di
tutte: sono più di 7000 studenti, di cui la metà già al
primo anno della scuola secondaria di 2 grado.
Subito dopo segue la Sicilia con 6000 abbandoni, poi la
Puglia, seguita da Lombardia e Sardegna.
I dati non sono esaltanti e richiedono un intervento che
non esito a dire PRECOCE, per non dover dire dopo:
“è troppo tardi”.
Il ritardo degli studenti con cittadinanza non
italiana
Gli alunni con cittadinanza non italiana (711.064) in ritardo
nell’anno scolastico 2010/2011 sono:
• il 18,2% nella scuola primaria,
• il 47,9% nella scuola secondaria di 1 grado,
• il 70,6% nella scuola secondaria di 2 grado.
Nella scuola secondaria di 1° grado il ritardo è
consistente fin dalla prima classe, fino a interessare oltre
la metà degli studenti in terza, mentre tra gli italiani
raggiunge il 9,9% in terza.
Nella scuola secondaria di 2 grado ruota intorno al
70,1% mentre fra gli italiani si aggira tra il 20 e il 30% nei
diversi anni.
L’abbandono scolastico precoce in Campania
Una recente indagine sull’abbandono scolastico precoce nella VIII
municipalità del Comune di Napoli, realizzata dall’USR Campania, ha
affrontato il problema dei giovani che abbandonano prematuramente
gli studi, a partire da un preciso segnale di allarme, rappresentato dalle
assenze frequenti e saltuarie, definite “frequenza a singhiozzo”.
I dati relativi all’abbandono scolastico della regione Campania oggi:
• Abbandono in Campania, 23%,
• Abbandono in Italia,
19,2%,
• Abbandono in Europa,
14,4%.
La ricerca ha dimostrato la necessità di curvare gli interventi per la
lotta all’abbandono scolastico precoce sulle scuole dell’infanzia
e primarie e sulle assenze, quale elemento predittivo di futuri
abbandoni.
Principali documenti UE e dell’Italia
• 2011, lancio della strategia “Europa 2020” : obiettivo riduzione
abbandono al 10%,
• 7.06.2011, Raccomandazione UE sulle politiche di riduzione
dell’abbandono scolastico,
• Settembre 2011, “Italia 2020” , Piano di azione per l’occupabilità
dei giovani attraverso l’integrazione tra apprendimento e lavoro,
• 2011, “Piano per il Sud”.
Entrambi questi piani prevedono la messa in opera di una serie di
azioni in materia di “orientamento” che consenta di prevenire e
contrastare il disagio giovanile e l’abbandono precoce degli studi.
Nel Piano per il Sud viene enfatizzata la maggiore attenzione da
dedicare al miglioramento delle competenze dei giovani e al
contrasto della dispersione scolastica.
Il nuovo contesto formativo
Globalizzazione
Società della conoscenza
Chiedono alla scuola lo sviluppo di competenze visibili,
verificabili, da aggiornare continuamente e in linea con i
bisogni della società.
Attuale complessità sociale
• Società attuale caratterizzata da turbolenze e
incertezze
• Globalizzazione con continui cambiamenti a livello
economico e sociale
richiedono all’individuo
responsabilità di scelte di grande importanza e
identità forti capaci di fronteggiare criticità e ostacoli
invece
La scuola e le altre agenzie formative continuano
a perseguire contenuti prettamente disciplinari
I giovani nel nuovo panorama
La situazione dei giovani appare particolarmente fragile.
Secondo l’OMS i dati sul disagio giovanile appaiono allarmanti: oltre il
20% degli adolescenti soffre di disturbi mentali ed il suicidio è la
terza causa di morte tra i giovani.
In Italia già a 12 anni i nostri ragazzi consumano alcolici. Crescono i
fenomeni di bullismo e violenza. 7 giovani su 10 passano gran parte
della giornata davanti al PC, tra videogiochi, internet e facebook.
E’ allarme sul disagio giovanile.
Perché il periodo di vita che va dai 12 ai 24 anni rappresenta un
momento importante e delicato per il futuro di ogni persona e tale da
influenzare tutto l’arco della vita.
E’ necessario la responsabilizzazione degli attori del territorio e lo
sviluppo della cultura del farsi carico
COMMUNITY CARE
Cambiamento globale & Scuola
La scuola oggi deve imparare a promuovere la formazione della
persona nella sua interezza e il suo benessere psichico con
un’attenzione mirata per la sfera emozionale e lo sviluppo del
rapporto relazionale affettivo, per favorire la partecipazione
attiva e consapevole e metterlo in grado di affrontare le tante
“transizioni” presenti nel ciclo della vita.
Oggi i percorsi di sviluppo e di carriera sono incerti e meno lineari
mentre sono aumentate le transizioni e le occasioni di scelta.
• L’orientamento costituisce la strategia di attuazione di questa
“vision” e la via per favorire la partecipazione attiva e
consapevole e potenziare la cittadinanza attiva di ogni
studente.
La “mission” della scuola
Dalla scuola
delle conoscenze
a quella delle
competenze
Dai programmi
delle discipline
alla
progettazione
unitaria del
curricolo
verticale
Dall’insegnamento delle
singole materie ad un
processo di
insegnamento
/apprendimento con il
coinvolgimento di chi
apprende
Obiettivi del P.N.O.
• Diminuire i tassi di dispersione scolastica e di interruzione
di frequenza, specie nei primi due anni delle scuole sec. di 2°
grado,
• Sostenere la motivazione, l’autonomia, la maturazione e il
successo formativo di ciascun alunno, attraverso un nuovo
modello di orientamento formativo e di formazione
docenti
al fine di rispondere alle nuove esigenze poste dalla
globalizzazione e mettere in grado ciascuno di lavorare
con successo nella società, esercitando il diritto pieno
di cittadinanza.
Orientamento e Persona
L’orientamento oggi deve rivolgere sempre più maggiore
attenzione alla “persona” e ai suoi bisogni.
Secondo Guichard, uno dei massimi esperti mondiali in
tema di orientamento, nelle società fluide, la questione
del senso di sé costituisce il tema verso il quale ogni
persona e ogni operatore devono rivolgere massima
attenzione, affinchè l’ orientamento sia efficace.
E’ per questo che affermiamo che l’oggetto
dell’orientamento oggi è
“la costruzione continua del sé”
o ancora il “life designing”.
P.N.O. e nuovo modello di docente
La formazione a livello nazionale e regionale è finalizzata
a far maturare nei docenti la consapevolezza :
• che l’orientamento è competenza e responsabilità di
ogni docente, presente in ogni momento e non solo in
fase di transizione,
• che l’orientamento informativo costituisce solo una
delle dimensioni dell’orientamento da collegare al
curricolo e alle capacità della persona,
• che la transizione va gestita a partire dalla corretta
informazione e conoscenza sia dei successivi percorsi
di istruzione e formazione sia delle esigenze del
mondo del lavoro e dell’economia.
Piano Nazionale Orientamento & nuovo docente
Per questo è necessaria una nuova figura di docente con nuove
competenze disciplinari e relazionali/comunicative che gli
consentano di:
-
Facilitare i processi apprenditivi degli studenti,
Saper leggere bisogni e aspettative di ogni studente,
Utilizzare la disciplina come strumento,
Utilizzare strumenti e forme di comunicazione vicini al mondo degli
studenti (tecnologie),
Sostenere l’interesse, la curiosità e la motivazione di ogni studente,
Monitorare processi, vissuto e bisogni degli studenti,
Farsi carico dell’apprendimento di ciascuno e dello sviluppo
cognitivo, relazionale e motivazionale,
Portare la vita reale all’interno della scuola, riconoscendo ad
essa dignità formativa. ( percorsi significativi e dotati di senso).
Didattica laboratoriale e orientativa
E’ necessario privilegiare nella scuola situazioni il più possibile reali e
significative ( cioè dotate di senso per i nostri studenti) e
problematiche, cioè poste in termini problematici.
La scelta di situazioni reali o vicine alla realtà rende più solide le
conoscenze e le abilità che si apprendono, oltre che spendibili in più
contesti.
La didattica per tali situazioni è una didattica attiva e laboratoriale,
centrata sull’operatività delle situazioni di apprendimento,
sull’organizzazione di percorsi di apprendimento centrati sul
compito, dotati di senso e motivanti, che utilizzano l’aula come un
“laboratorio”.
P.N.O. & Orientamento formativo
L’orientamento formativo costituisce una dimensione che
attraversa trasversalmente e unitariamente il curricolo di
tutte le scuole e non è un’attività confinata nello spazio
finale di un ciclo di studi in cui è necessario scegliere e
decidere dove andare e cosa fare.
• A tal riguardo i passaggi tra i vari ordini e gradi di
scuola e tra scuola e formazione e viceversa non sono
qualcosa di straordinario o staccato dal curricolo
formativo della classe, ma sono dentro i curricoli e gli
ordinamenti e come tali vanno preparati dai docenti
attraverso lo sviluppo di specifiche competenze atte a
facilitare le transizioni e i passaggi e scelte coerenti.
Apprendere per competenze
In tale ottica la competenza esprime la “capacità
del soggetto/persona di usare le sue risorse
per fronteggiare situazioni o compiti”,
nonché la “capacità di affrontare e risolvere un
problema”,
dando prova di autonomia, responsabilità, decisione
in qualunque contesto di realtà e con il pieno
coinvolgimento della persona che apprende.
Governance e sistema integrato di orientamento
Se condividiamo la necessità di organizzare un sistema di
Orientamento (Long Life Guidance) permanente,
aperto a tutti, personalizzato e differenziato, allora
dobbiamo introdurre l’elemento della “governance”.
L’orientamento ha una pluralità di dimensioni che
fanno capo a più soggetti, titolari di azioni e di
servizi spesso poco fruibili o inefficaci rispetto ai
bisogni espressi dall’utenza.
Se vogliamo andare incontro ai bisogni che esprimono le
persone e la società, dobbiamo impegnarci per superare
l’annosa frammentazione dei servizi e delle
competenze per andare verso un’organizzazione nuova
e unitaria.
Strategia
________ di
__rete
____a_sostegno
________della
_____persona
_______attraverso:
__________
• il coordinamento dei servizi territoriali, unica strategia per
moltiplicare le opportunità per gli studenti di imparare e
orientarsi dentro e fuori le mura scolastiche.
• la definizione di concrete sinergie tra tutti i sistemi coinvolti,
a cominciare dal sistema d’istruzione e della formazione,
centri per l’impiego, enti locali, servizi socio-sanitari e del
lavoro, etc.
con un’avvertenza:
• Il servizio che si offre, a qualunque livello, non deve essere
una giustapposizione di azioni, che sarebbe dis-orientante
per l’interessato, ma la sintesi di un percorso condiviso.
La rete, ovvero un «laboratorio»
• La rete, regionale, locale o scolastica deve operare
come un laboratorio, che stimola i suoi operatori
ad apprendere e sviluppare competenze nuove per
servizi che siano adeguati alle richieste delle
persone.
• Nei servizi come a scuola l’utente/persona deve
svolgere un ruolo attivo, da protagonista,
misurandosi con situazioni nuove e mettendosi
alla prova, così da acquisire autonomia e
responsabilità.
Rete e sviluppo di un sistema nazionale e territoriale
di orientamento
La rete è una struttura
• Forum Nazionale per
policentrica ove Soggetti,
l’orientamento:
istituzionalmente diversi, si
ritrovano e si confrontano per • I principali Soggetti di orientamento
cercano insieme di condividere linee
raggiungere obiettivi
condivisi e azioni condivise
guida, servizi,.
La rete è una struttura di • Comitati regionali per
servizio che produce
l’orientamento collegati al forum
legami, condivisione,
nazionale:
dialogo, comunicazione a • Per la definizione e la realizzazione
tutto vantaggio dei
dei Piani regionali per l’orientamento
giovani e del loro sviluppo
finanziati dal MIUR
L’adolescente - come dice V. Frankl - per
mettere le ali e volare verso i compiti e le sfide
che la vita adulta pone, ha bisogno di radici
forti, salde, sicure, che lo trattengano e lo
sostengano salvandolo anche da se stesso,
quando ce n’è bisogno, e che, al momento
opportuno, sappiano anche lanciarlo e
infondergli fiducia nella propria capacità di
farcela da solo.
Grazie!
[email protected]
L’iter del
Piano Nazionale Orientamento
è ripercorribile alla pagina:
http://www.istruzione.it/web/istruzione
/dg-studente/orientamento
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Incontro con Speranzina Ferraro - Movimento Studenti di Azione