Un insieme di persone non
necessariamente può dirsi GRUPPO
Per definirsi tale occorrono presupposti
ben precisi che attengono al compito,
alle
finalità, alle dinamiche
Lavorare in gruppo modifica gli equilibri
dei saperi e dei comportamenti, richiede
un cambiamento continuo
IL GRUPPO
CHE COS’E’?
Due o più persone che sono in interazione
tra loro ed esercitano una influenza
reciproca costituiscono un GRUPPO
quindi
Un GRUPPO è un insieme di UNITA’ (le
persone che lo formano) in RELAZIONE tra
loro (attraverso la comunicazione) e
INTERDIPENDENTI rispetto allo scopo
Il GRUPPO è diverso dalla somma
delle persone che lo compongono
poiché è l’insieme dei rapporti tra
le persone
quindi
GRUPPO COME TRAMA DI
RAPPORTI E LORO QUALITA’
Cosa determina il passaggio dal
gruppo al gruppo di lavoro?
INTERAZIONE
INTERDIPENDENZA
(consapevolezza di dipendere gli uni dagli
altri)
reciprocitàscambio-legame
Passaggio al gruppo di lavoro
GRUPPO
INTERAZIONE
legami
coesione
INTERDIPENDENZA
negoziazione
INTEGRAZIONE
GRUPPO DI LAVORO
NEGOZIAZIONE
significa identificare il proprio
punto di vista, confrontarlo e
coniugare il punto di vista
altrui con il proprio
INTEGRAZIONE
sviluppa la collaborazione che
si basa su relazioni di fiducia
fra i componenti
LAVORARE IN GRUPPO NON
E’ UNA CAPACITA’
SPONTANEA, MA ANCHE E
SOPRATTUTTO UNA
CAPACITA’ ACQUISITA
PAROLE CHIAVE
• APPARTENENZA
• INTERDIPENDENZA
• OBIETTIVO COMUNE
Il senso di APPARTENENZA al gruppo
rappresenta la consapevolezza di far
parte di una entità super-individuale e
soddisfa il bisogno di sicurezza e di
autorealizzazione
IL GRUPPO DI LAVORO
• ha delle RISORSE
• ha un COMPITO
• utilizza le RISORSE in modo
EFFICACE
• presenta una sua DINAMICA
INTERNA
Gli indicatori di qualità
del lavoro di gruppo
• CHIAREZZA – DELIMITAZIONE DEFINIZIONE DELLO SCOPO
• CONGRUENZA FRA LO SCOPO DEL
GRUPPO, LA SUA ORGANIZZAZIONE,
LE RELAZIONI E COMUNICAZIONI
INTERNE AL GRUPPO
• CONSAPEVOLEZZA E CAPACITA’ DI
ATTIVAZIONE DEI SINGOLI E DEL
GRUPPO
Appartengono al GRUPPO i
concetti di:
•
•
•
•
COESIONE
FIDUCIA
INTERAZIONE
APERTURA
COESIONE è ciò che tiene
unite le persone, è il grado
di solidarietà presente fra i
membri ed è il punto di
equilibrio fra le motivazioni
del singolo e quelle degli
altri
FIDUCIA
Fiducia = riconoscere le qualità e le
competenze dell’altro
Avere e dare fiducia sono circolari cioè
senza l’una difficilmente può esserci l’altra
La persona può svilupparsi solo se inserita in
un ambiente familiare che coltivi o
racchiuda fiducia e speranza
Relazioni affidabili determinano una migliore
qualità della vita
La fiducia, inoltre, ha un versante etico che
spinge a non tradire la fiducia, a dar luogo
a rapporti di reciprocità
INTERAZIONE
L’interazione rappresenta la
modalità con cui si
costruiscono i rapporti
all’interno del gruppo
attraverso il reciproco scambio
FATTORI IN GIOCO
• DISPONIBILITA’
• ASCOLTO
• ORIENTAMENTO
ALL’INTEGRAZIONE
• CAPACITA’ DI VALORIZZARE IL
RISULTATO DEL GRUPPO
PIUTTOSTO CHE DEI SINGOLI
FATTORI IN GIOCO
•
•
•
•
•
COMUNICAZIONE
CONFLITTO/CONSENSO
RUOLI
CLIMA
LEADERSHIP
FINALITA’ DI UN GRUPPO
• SOSTEGNO EMOTIVO
• SUPPORTO PSICOSOCIALE
• POTENZIAMENTO DELLE CAPACITA’
PERSONALI
• CONDIVISIONE DEI SENTIMENTI
• SVILUPPO DI RELAZIONI SIGNIFICATIVE
• APERTURA COMUNICATIVA
• MIGLIORAMENTO DELL’AUTOSTIMA
• ACCRESCIMENTO DELLE CAPACITA’ DI
ADATTAMENTO
• APPRENDIMENTO DI NUOVE STRATEGIE
UTILI ALLA SOLUZIONE DEI PROBLEMI
STRUTTURE DI GRUPPO:
1)STRUTTURA DI COMUNICAZIONE
Descrive i canali di comunicazione che
si trovano nel gruppo.
Le modalità in cui i membri di un
gruppo si scambiano le informazioni
sono definite “reti di comunicazione”.
Spesso dalle reti di comunicazione si
possono anche intuire i rapporti di
potere all’interno del gruppo
STRUTTURE DI GRUPPO:
2) ESERCIZIO DEL POTERE
È una forma di influenza sull’altro.
Si dice che la persona A ha potere
sulla persona B se il cambiamento di
conoscenze,atteggiamenti,
comportamenti di B può essere
attribuito ad A.
Ci sono diverse strategie per
esercitare il proprio potere
STRATEGIE DI POTERE
Potere di ricompensa: attribuendo una
ricompensa a un determinato comportamento
faccio in modo che esso venga ripetuto (animali,
bambini, salario, pubblicità..).
Potere di coercizione: utilizzo della punizione
o della minaccia della punizione.
Potere di esempio: il comportamento di una
persona di riferimento funge da modello per gli
altri
Potere di competenza: è la competenza che
riconosco all’altra persona che provoca il
cambiamento nel comportamento
STRUTTURE DI GRUPPO:
3) STATUS
È la posizione che una persona occupa in
un gruppo.
Status:
-legato al compito (chi ha più
competenze in quell’ambito)
- legato a caratteristiche generali
(criterio di anzianità..)
STRUTTURE DI GRUPPO:
4) RUOLI
Il ruolo è l’aspettativa di comportamento
legata alla posizione occupata all’interno del
gruppo.
Hanno la funzione di mantenere ordine e
prevedibilità nel gruppo.
Caratteristiche:
• è condivisa (consenso sociale)
• è reciproca
Si dividono in:
1. Ruoli prescritti (sono determinati dalla
struttura organizzativa)
2. Ruoli emergenti.
LA DINAMICA DI GRUPPO
LE DINAMICHE ALL’NTERNO
DEL GRUPPO RIGUARDANO
L’ANDAMENTO E LA QUALITA’
DELLE RELAZIONI IN ESSO
PRESENTI
ASPETTO CENTRALE
CAPACITA’ DI SAPER ASCOLTARE
Riflessione individuale e spunto per la riflessione
collegiale stimola l’attenzione nei confronti di meccanismi
di esclusione e aumenta la capacità di capire le
dinamiche di gruppo.
Ti sei mai sentito escluso da un gruppo? In quale
situazione? Come ti sei sentito e come hai reagito?
Ti è capitato di sentirti diverso da altre persone? Come
hai reagito?
Cerca di ricordare una situazione in cui ti sei sentito
diverso e migliore o più adeguato alla situazione e una in
cui ti sei sentito diverso e peggiore o meno adeguato
Secondo te, perchè?
Ti è mai capitato di essere in una situazione in cui non
capivi nulla di ciò che si stava dicendo o facendo?
In queste situazioni difficili, ti è capitato di essere
aiutato da qualcuno?
Che cosa ti è mancato in quei contesti?
Come capiamo che qualcuno si trova in difficoltà?
Come facciamo capire a qualcuno che soffriamo, gli
vogliamo bene, stiamo male…?
PERCHE’ E’
FONDAMENTALE
ASCOLTARE?
L’ASCOLTO ATTIVO O
EMPATICO
L’ascolto
• Insieme di atti percettivi tramite i quali
entriamo intenzionalmente o meno in
contatto con una fonte comunicativa.
• E’ la competenza comunicativa di base
del ricevente.
Nella comunicazione:
• 45% del tempo si ascolta;
• 30% del tempo si parla;
• 16% del tempo si legge;
• 9% del tempo si scrive.
L’ascolto è un processo a 2 vie
ascoltare
comunicare l’ascolto
per questo si parla di
ASCOLTO ATTIVO
L’ascolto attivo è ciò che
dice l’altro (verbale), ciò
che non dice (silenzio),
come lo dice (paraverbale),
come si presenta e come si
muove (non verbale)
3 PROCESSI
1) La ricezione del
messaggio
2) la rielaborazione del
messaggio
3) la risposta al messaggio
Il primo passo
dell’ascolto attivo o
empatico è…
RALLENTARE
(eloquio, movimento)
1° accettare le proprie emozioni
“difficili” senza soffocarle, senza
agirle
Ricordare:
• Si ascolta solo ciò che si vuol sentire
• Si pensa a cosa si dirà non
concentrandosi su ciò che sta dicendo
l’interlocutore
• Si cambia rapidamente argomento
mostrando disinteresse
Ascoltare se stessi per avvicinarsi agli altri:
 le nostre esperienze precedenti
 i nostri pregiudizi
 la nostra emotività
 la capacità di essere empatici
Ascolto di Sé nel qui ed ora e consapevolezza
di Sé per non confondere ciò che è mio da ciò
che non è
Capacità di riflettere sui propri punti deboli
ATTENZIONE
La nostra immagine comunica:
il nostro stato d’animo
l’interesse per le altre
persone
l’empatia che proviamo
la fiducia nelle risorse altrui
2) si compone di 6 dimensioni:
• Il contenuto (ciò che mi sta dicendo)
• L’autopresentazione (cosa dice di sé,
cosa vuole che pensi di lui/lei)
• L’appello (cosa chiede, cosa vuol
ottenere)
• La relazione (che tipo di relazione
vuole stabilire con me)
• L’espressione di sé (quali emozioni
esprime)
3) chi ascolta non può
limitarsi a ricevere ma
occorre, attraverso le
proprie risposte, facilitare
il processo di scambio
Il significato dell’ascolto è
nella risposta che ottieni
Le tecniche di ascolto attivo
• Comunicare con domande aperte
• Domande che mettono a fuoco il
problema
• Parafrasare usando le stesse parole
per verificare ciò che si è ascoltato
• L’ascolto attivo riguarda non solo la
sfera razionale, ma anche quella
emotiva: attenzione alla comunicazione
non verbale.
• Riassumere per riorganizzare le
informazioni e confermare la persona
che la si sta ascoltando
• Usare il SILENZIO per dare tempo
di pensare e trovare le parole giuste
• Non avere fretta di arrivare a delle
conclusioni
• Quel che vedi dipende dal TUO
punto di vista.
• Per vedere il TUO punto di vista
DEVI CAMBIARE punto di vista
• Se vuoi comprendere quello che l’altro
sta dicendo devi assumere che ha
ragione e chiedergli di aiutarti a
vedere le cose dalla sua prospettiva
• Le emozioni sono strumenti conoscitivi
fondamentali se sai comprendere il
loro linguaggio.
Non ti informano su cosa VEDI ma
cosa GUARDI
La relazione d’ascolto avviene
se…
sappiamo guardare
sappiamo capire
sappiamo contenere
Il vero ascolto è quello che
guarda l’altro da vicino (e non
dall’alto) con il desiderio di
comprendere, capire, parlare,
agire a favore dell’altro.
MICROSCOPIO E
TELESCOPIO
OBIETTIVI DELL’ASCOLTO
SOSTENERE per creare un clima
relazionale basato su:
• interessamento
• condivisione
• comprensione
• accettazione non giudicante
• valorizzazione
• rassicurazione
• incoraggiamento.
STIMOLARE per facilitare:
• l’espressione e la comunicazione
• il chiarimento delle proprie
reazioni
• l’autodeterminazione
• la scoperta di capacità e risorse
LE BASI DEL CONTROLLO EMOTIVO

Consapevolezza della complessità relazionale che richiede:
• Conoscenza di se stessi
• Conoscenza dell’altro
• Accettazione dei propri limiti e quindi umiltà

Rispetto della
”alterità”

Capacità di condividere la propria esperienza e la
responsabilità con il gruppo

Saper tenere sotto
controllo la propria
aggressività
I sintomi più comuni :
• usare un tono di voce più alto
• volersi far ascoltare e notare a tutti i costi
• utilizzare a tutti i costi battute, ironia e sarcasmo
Le conseguenze più comuni nell’altro:
• la chiusura in sé
• l’aumento dell’aggressività negli interlocutori
• l’inibizione rispetto a richieste legittime
ASCOLTARE
accogliere
comprendere
riconoscere
condividere
dare fiducia
L’ASCOLTO E’ UN’ARTE
DIFFICILE
E la natura ha dato a
ciascuno di noi due orecchie
ma una sola lingua perché
siamo tenuti ad ascoltare
più che a parlare
Plutarco
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IL GRUPPO - AVULSS Mantovana