IL CENTRO DI ASCOLTO
«Strumento prezioso per la cura del povero è il CENTRO DI
ASCOLTO. In esso la comunità cristiana, attraverso l’opera di
alcuni fedeli, rende quotidianamente visibile l’attenzione e la
sollecitudine per i poveri. Ogni Parrocchia e, nel caso questo sia
impossibile, ogni decanato, abbia il suo Centro di Ascolto per
accogliere e ascoltare le persone in difficoltà e orientarle quindi
verso le strutture ecclesiali o civili competenti ad offrire il servizio
richiesto di caso in caso.»
Definizione dal Sinodo diocesano(121, paragrafo 3)
«I POVERI LI AVRETE SEMPRE CON VOI»
Il Vangelo ci chiede non di ″scegliere i nostri poveri″ da aiutare e
da fare diventare prossimi, ma di farsi prossimi a quelli che si
incontrano e che abitano con noi.
Il Centro di Ascolto intende rendere l’ascolto una ″prossimità″ ai
poveri, una scelta esigente e irrinunciabile della propria
testimonianza di fedeltà al Vangelo.
IL CENTRO DI ASCOLTO:
UNA PROPOSTA
La costruzione di un Centro di Ascolto non può essere improvvisata,
così come non può essere definita ″Centro di Ascolto″ promosso
dalla Caritas, qualsiasi attività chiamata dalla comunità ″ascolto″.
LA CARITAS DIOCESANA RICONOSCE COME CENTRI DI ASCOLTO
QUELLE ESPERIENZE CHE SI RIFERISCONO AL PERCORSO E AL
QUADRO NORMATIVO DEL ″Manuale operativo Centro di Ascolto.″
A cura di Caritas ambrosiana.
A questo punto non è più possibile concepire il Centro di Ascolto
come un’attività separata e autonoma, ma solo e sempre
un’iniziativa promozionale della Caritas e, contemporaneamente,
strumento sintonizzato con le finalità specifiche dell’Osservatorio
Permanente delle Povertà e delle Risorse.
IL METODO CHE QUALIFICA
LA RISPOSTA
LA METODOLOGIA DEL CENTRO DI ASCOLTO SI SVILUPPA ATTRAVERSO:
• l’ASCOLTO: attenzione ai bisogni che nella Parrocchia rimangono spesso più
nascosti ma non meno drammatici; saper ascoltare è saper far tacere se stessi
e dare precedenza all’altro. E’ offrire ospitalità all’altro. Nell’ascolto c’è
sempre ATTENZIONE, INTENZIONE, VOLONTA’ DI COMPRENSIONE PROFONDA.
• l’ANALISI: andando alla ricerca delle
cause delle diverse povertà;
superando certe lentezze e omissioni proprie dei servizi sociali, strutture
pubbliche che spesso risultano senz’anima, anche se efficienti; chiusure, paure
e sospetti dei luoghi dove uno abita e lavora…;
• l’AGIRE: presentando proposte graduali e proporzionate di solidarietà;
• la VERIFICA: deve essere un momento programmato che non può essere
lasciato alla spontaneità del momento. E’ importante che rispetto agli obiettivi,
alle motivazioni, agli strumenti e al contesto pastorale, ci siano dei momenti
precisi in cui il Centro di Ascolto si confronti anche con il resto della comunità.
OBIETTIVI E FUNZIONI
I PRINCIPALI OBIETTIVI DEI CENTRI DI ASCOLTO SONO:
• accogliere, ascoltare, orientare le persone in difficoltà;
• individuare i bisogni espressi e latenti presenti sul territorio;
• essere strumento per la diffusione di una cultura della solidarietà nei confronti:
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delle persone in difficoltà, per dare loro una voce e per aiutarle ad essere
protagoniste e soggetti attivi nel superamento della loro condizione di disagio e
nella ricerca di se stesse;
dei volontari e degli operatori, che vi trovano uno spazio di confronto per
crescere come uomini e come cristiani, nella prossimità e nel servizio ai fratelli;
della comunità cristiana, perché viva il proprio essere ″comunione″ in una
continua tensione missionaria, percorrendo i cammini di sofferenze e di disagio
delle persone, perché al di là dei bisogni che le opprimono, emerga la pienezza
della loro dignità;
della comunità civile, perché possa mantenersi attenta alle realtà di povertà del
proprio territorio, facendosene carico concretamente e impegnandosi in un
cammino di corresponsabilità(sentire ″tutti responsabili di tutti″).
OBIETTIVI E FUNZIONI
LE PRINCIPALI FUNZIONI DEL CENTRO DI ASCOLTO SONO:
• ACCOGLIENZA E ASCOLTO
Chi
ascolta
e
chi
è
ascoltato
vengono
coinvolti
contemporaneamente, pur con ruoli diversi, nella definizione di un
progetto realizzabile gradualmente, che tende a promuovere
nella sua integralità la persona umana. Chi ascolta ricerca,
insieme alla persona in difficoltà, le soluzioni più adeguate, senza
però sostituirsi alla persona stessa.
• ORIENTAMENTO
L’orientamento si esprime nella scelta degli interventi
concretamente possibili, tenuto conto dello specifico problema di
cui la persona è portatrice e in funzione degli obiettivi del Centro
di Ascolto.
LA PRESA IN CARICO
• PRESA IN CARICO
La persona in difficoltà sperimenta, nell’ambito delle relazioni
interpersonali e sociali, la mancanza di punti di riferimento precisi
e di interlocutori che, con il loro intervento, restituiscano la
speranza di un cambiamento e offrano autentica solidarietà.
Quasi sempre il volto delle vecchie e nuove povertà è segnato da
un duplice svantaggio: l’umiliazione dell’esclusione e il dramma
del mancato riconoscimento.
″FARSI CARICO″ dei problemi e delle difficoltà di coloro che sono
rimasti ai margini dell’attuale contesto sociale, obbliga a riflettere
sui meccanismi che regolano la società e sulle possibilità reali di
costruire luoghi di solidarietà che sappiano contrastare la
tendenza ad un aumento dell’estraneità tra i membri della stessa
comunità.
LA PRESA IN CARICO
Dunque ″FARSI CARICO″ significa:
• accogliere la persona come ″unica″;
• offrire una risposta immediata e plausibile alle situazioni di
emergenza;
• spendere in prima persona tempo, energie e competenze
nella ricerca di soluzioni che, prima di tutto, valorizzino la
persona;
• attivare, creando una rete di solidarietà, tutte le risorse
disponibili;
• sensibilizzare la comunità cristiana perché la scelta di nuovi
tipi di intervento sia sempre più rispettosa della persona;
• coniugare professionalità e Carità, competenze e servizio
cristiano.
tratto da ″Centro di Ascolto. Manuale operativo″ a cura di Caritas
Ambrosiana.
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Presentazione del Centro di ascolto in ppt